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Autore: RELIXCHANNEL    02/08/2018    0 recensioni
Qui RosaHadderson16 da wattpad che vi parla.
ecco qui la mia raccolta di one shots, per chi non la conosce... beh. è una raccolta di one shots!!! ma che spiegazioni, datemi un premio nobel...
possiamo dire che questo libro è il più lungo di tutti quelli che scriverò, credo.
metto rating giallo per 2 motivi:
1 il linguaggio... *mmm k scstmt!1!1 dc sl prlcc!1!1*
2 non si sa mai cosa uscirà dalla mia mentolina... vabbè farò la brava.
le mie one shots sono in maggior parte drammatiche, sappiatelo, e per l'altra iperromantiche, ma non sdolcinate. oppure mi suicido. e con questo è tutto vi lascio al libro. CIAUUU
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Hiccstrid One Shot'
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Hiccup ribaltò il cuscino per l'ennesima volta, cercando di trovare un lato che non fosse troppo umido delle lacrime. Strinse tra le dita le coperte che aveva tirato quasi fin sopra i capelli e  ne alzò un lembo, si alzò a sedere sul letto e lasciò andare un sospiro.

Ai piedi del letto se ne stava accucciato Sdentato, il suo gatto, che udendo i suoi movimenti si era svegliato e aveva alzato la testa per osservarlo incuriosito; il ragazzo, in risposta, lo guardò con occhi assonnati e un mezzo sorriso, poi allungò una mano e la posò sulla testa dell'animale.

Si chinò e afferrò la stampella che teneva a terra, in caso si fosse dovuto alzare durante la notte ma non avesse il tempo o la voglia di agganciare la protesi e con una spinta si tirò su, sempre muovendosi con calma e lentezza per evitare di fare troppo rumore e svegliare il suo compagno di stanza, Gambedipesce, o peggio il resto del college.

Camminò lentamente e aiutato dal sostegno fino a raggiungere la scrivania, e una volta arrivato allungò un dito al cellulare e controllò l'ora: le tre e quaranta. Con l'angoscia stampata in volto, Hiccup tornò a letto e si coprì di nuovo con le coperte, muovendosi così goffamente da far scendere Sdentato dal letto.

Il ragazzo si rigirò un altro paio di volte, continuando a fare attenzione a non fare troppo rumore, e intanto il micio aveva ben capito che anche quella notte avrebbe dormito a terra, se davvero avesse voluto dormire.

Questo perché Hiccup non avrebbe chiuso occhio, come sempre.

¤

Nel genere umano esistono milioni di pregi e di difetti, e la combinazione di un centinaio di questi formano il carattere di ogni persona, sempre diverso da quello degli altri anche se in una minima parte.

Quando una piccola sfumatura del nostro io interiore non ci va a genio, tutti tentiamo di nasconderla o di evitare la vocina nella nostra testa che ci dice di agire secondo quella parte di noi, perché siamo inconsapevolmente consapevoli di non poter cancellare o modificare il nostro modo di essere.

Certo, ci si può migliorare, peggiorare, ma come si nasce così si muore e nessuno può fare o dire altrimenti; la natura di una persona rimane tale, perché anche se crede di essere cambiata radicalmente, rimarrá sempre in lei il suo carattere precedente.

Ed è per questo che esistono i valori nella vita,un gruppo di insegnamenti e regole morali che ci danno una bella faccia, ci mettono in buona luce, ci fanno sembrare migliori; una riserva di cose positive che sfruttiamo quando tutto sembra perduto.

Qualcosa di così importante e bello che l'uomo non sa usare nel giusto modo.

Al mondo di oggi cosa sono i valori, cosa valgono? Meno di niente, dicono tutti. Dato che le persone devono nascondere i loro lati negativi e non valorizzare la loro persona, li mettono da parte e screditano chiunque ne faccia uso.

Ormai non è importante il ragazzo che studia e va bene a scuola, ma quelli che ha scopato più ragazze nel fine settimana, o che ha fatto la cazzata più megagalattica del secolo. Non conta più il lavoro che gli altri fanno per noi, quanto un oggetto possa avere una storia o una fatica dietro, conta solo avercelo e sfoggiarlo, mostrarlo al mondo.

Pur di fortificare le mura che si usano per nascondere i difetti di una persona, questa è capace di dimenticare chi sia per davvero, quasi fino a scomparire e a diventare un essere amorfo, privo di personalità, che si confonde e si mischia a tutti gli altri come lui, e ce ne sono tanti.

Sono tanti quelli che hanno dimenticato quale sia il loro vero pensiero, la loro vera natura; sono tanti quelli che ormai sono tutti uguali perché vivono tutti dello stesso fuori e hanno dimenticato cos'hanno nel proprio dentro; sono tanti quelli che si sono colorati di grigio perché hanno chiuso il tappo del loro personale colore.

E pur di mostrarsi ancora di più, le persone sono capaci di sminuire le altre per sentirsi migliori, per sentirsi più forti. E le vittime di questa caccia spietata sono tutti coloro cge risultano diversi, coloro che sono trasparenti, senza maschere, senza mura, coloro che sono semplicemente loro stessi e che mostrano pregi e difetti, ed esaltano la loro persona con i valori morali.

Sono quelle persone sensibili e oneste, quelle che vogliono un sorriso per il mondo che li circonda e non da disegnarsi sulla faccia per essere integrati nella societá. Sono persone dal cuore buono e dall'animo gentile, ma come detto prima secondo tutti valgono meno di niente, come i valori, solo perché non si mostrano.

E vengono insultati, esclusi, maltrattati se non uccisi. E se sopravvivono fisicamente, la maggior parte delle volte è la loro anima a morire, così sensibile e pura da non riuscire a sopportare il marcio del mondo.

E quelle povere persone si ritrovano sole, depresse, a passare in silenzio il giorno e in lacrime la notte, proprio come Hiccup quella sera. 
Le lacrime gli rigavano le guance e scendevano senza che lui potesse controllarle, le parole che gli erano state dette riecheggiavano nella sua testa, sbattendo da una tempia all'altra, e il ricordo delle mani sulla sua pelle era il colmo, il peggio del peggio.

"Ignorali, sono solo un mucchio di palle" pensava, e il grosso delle accuse e delle offese diventava superfluo e dimenticato, senza gravi effetti, ma il danno fisico restava e creava come un trauma, un blocco che gli impediva spesso anche le azioni più facili come camminare, spogliarsi, guardarsi allo specchio.

Una volta, Gambedipesce lo aveva beccato a piangere nel bagno durante l'ora di fisica, e Hiccup si era ripromesso che non sarebbe mai più dovuto accadere: non avrebbe potuto sopportare ancora una volta il peso del suo sguardo o le sue mille domande, i suoi tentativi di comprensione se poi secondo lui non poteva capire nulla della sua situazione.

Hiccup non ce la faceva più: si strappò le coperte di dosso, facendole cadere sul suo gatto che miagolò contrariato, e si avvicinò alla protesi; la agganciò, si alzò dal letto, prese una giacca e uscì. Il corridoio era buio, ma per fortuna aveva una piccola torcia appesa al portachiavi della sua stanza, e la usò per illuminarsi la via fino a una porticina in fondo al corridoio dell'ultimo piano.

Hiccup passò le dita sul bordo dello stipite, in alto, fino a sentire una piccola chiave che afferrò e girò nella serratura, aprendo il passaggio. Salì le ultime scale che c'erano, facendosi strada con la luce in quel condotto umido, e infine sbucò da un'altra porta all'esterno, sul tetto della scuola. 

Il ragazzo spense la luce e si avvicinò al bordo, si sedette e lasciò andare le gambe giù, sentendo tra i capelli l'aria fresca della sera.
Da lì, poteva vedere tutta Berk, la sua isola a largo della Norvegia.

Dritto avanti a lui, dopo i tanti palazzi, vedeva la spiaggia, mentre alle sue spalle tra le coste alte e  frastagliate si innalzava un faro; e tutt'intorno era un gioco di luci e colori che contornavano la vista del Berk College, un college per ragazzi dai 15 ai 19 anni.

Era giá il terzo anno che Hiccup passava lì, eppure si sentiva un estraneo. Quel mondo era così sconosciuto a lui, come se ogni mattina fosse la prima volta che entrasse in quella classe oppure che ogni notte fosse la prima notte che passava in quel letto.

Hiccup appoggiò le mani ai lati dei suoi fianchi e si chinò appena in avanti per stare più comodo, e inspirò l'aria fredda della sera inoltrata; la sensazione di fresco nel suo corpo lo fece sentire meglio, come anche il leggero vento che percepiva pungente sulla pelle e che gli passava tra i capelli castani leggermente troppo lunghi per essere un ragazzo.

Una spinta, due, tre, e i piedi iniziarono a dondolare lentamente sotto lo sguardo attento del bruno, velato sì dal sonno ma anche concentrato nei propri pensieri.
Gli occhi verdi guardarono un po' più giù del previsto, e per l'ennesima volta una strana idea balzò nella mente del giovane, ma la scacciò via subito ricordandosi che la morte e la sconfitta non erano la soluzione; avrebbe aatto star male quei poche che tenevano a lui, se ce n'erano, e i bulli non avrebbero smesso di certo di comportarsi come facevano neanche dopo un evento simile.

Non voleva pensare a cos'era successo quella mattina e che lo aveva ridotto nel suo stato, non voleva pensarci proprio, ma il senso di angoscia e paura lo tormentavano e nonostante fosse consapevole di quanto le parole degli altri non contassero nulla, non riusciva a sopportarle, ad evitare di soffrirci su.

Tutte le volte che finiva sul tetto, cioè la maggior parte delle notti, Hiccup cominciava a farsi mille domande, a formulare centinaia di pensieri e di ipotesi che poi scriveva in un quadernino che teneva nascosto dietro alla porta che conduceva al tetto,  posto accanto al muro e all'ombra così che nessuno potesse vederlo.

"Perché tutto questo?"
"Cosa gli ho fatto?"
"Perché proprio io?"

E continuava così per ore ed ore, per notti intere e a volte anche giorni, e poi scriveva e scriveva tutte le risposte che si dava o le ipotesi che riteneva giuste.

"Alle persone non interessa di fare la cosa giusta o sbagliata, di trattare male qualcuno solo  in conseguenza delle sue azioni, ma interessa loro soltanto apparire agli altri nel migliore dei modi, risultare superiori per sentirsi importanti nonostante comporti la sofferenza di molti..."

L'ultima pagina che aveva scritto l'aveva lasciata in sospeso così, tra il dubbio e il mistero, anche forse un po' incredulo di ciò che stava scrivendo: era la verità? il mondo era davvero così marcio?
O forse era lui che non aveva capito un bel niente della vita?

*

*

~*Angolo Autrice*~

ZONO TORNATA WIIII
Ogni volta che riesco ad aggiornare è una sensazione assurda, cioè- IU KANT IVEN IMEGIN
Anyway
NON NOTATE IL TRASH ASSURDO DI QUESTO CAPITOLO PLS, ma quando la notte non dormi e giustamente di stare calmi e tranquilli non se ne parla, e la tua mente iperattiva pensa e pensa e pensa e pensa (aiutata un po' anche dalle tonnellate di caffeina nell'estathè) E PENSA PENSA PENSA, ti esce roba del genere.

VABBE

Vi auguro quindi di non rimanere svegli la notte se come me avete dilemmi di logica/fisica quantistica/filosofia/psicologia acuta nella vostra testa o vi ritrovate a farvi domande del tipo "ma perchè le galline hanno le piume ma non i baffi?" E LO DICO PERCHÉ MI È CAPITATO, CIOÈ VI IMMAGINATE QUANTO SAREBBE SEXY UNA GALLINA COI BAFFI FRANCESI?

Vi auguro quindi di non rimanere svegli la notte se come me avete dilemmi di logica/fisica quantistica/filosofia/psicologia acuta nella vostra testa o vi ritrovate a farvi domande del tipo      

BEH SAREBBE PIÙ O MENO COSÌ
ED È BELLISSIMA
VOGLIO LE GALLINE COI BAFFI

Parlando di cose serie

QUESTA STORIA HA RAGGIUNTO SU WATTPAD LE 10.000 LETTURE

DIECIMILA FOTTUTISSIME VOLTE IN CUI AVETE LETTO STE ROBE THISAGIATE

Allora tre sono le cose

O siete pazzi

O siete scemi

O magari le so buttare giù pure io quattro parole con un senso

BABBE. imparalelingueconBabbel

Questa OS era iniziata per essere a sfondo Hiccstrid, ma poi ho cambiato idea perchè non sapevo come continuare e mi ero scocciata di non pubblicare.

QUINDI BECCATEVI QUESTO HICCUP IN CRISI ESISTENZIALI

CI VEDIAMO GENTE BELLA

E GRAZIE DI CUORE PER TUTTO♥

~R♡S

   
 
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