Cap.14
La
melodia del pianoforte
Edwin
chiuse
la grande porta d'ingresso, con passo cadenzato raggiunse il salone e
vide Tony
vicino alla porta. Il ragazzo era intento a mangiare una fetta di pizza
con il
bordo ripieno.
<
Il
signorino ha qualcosa che lo impensierisce >
rifletté. Seguì lo sguardo di
Tony e vide che osservava Rogers, intento a pulire il pianoforte dalla
polvere
con una pezzuola. Sul pavimento era appoggiato del lucido.
"Dovrebbe
fargli vedere che sa suonare. Quel ragazzo, oltre a essere molto
gentile,
sembra avere un animo segreto d'artista" disse con voce atona.
Tony
morse
la pizza, masticando a bocca aperta.
"E
cosa
vuoi che gli importi se suono il pianoforte?".
Jarvis
socchiuse gli occhi.
"Le
note possono più delle parole, signorino.
Comunicano
al cuore" rispose serafico.
Tony
sbuffò,
gli mise in mano quel che restava della pizza e raggiunse il
pianoforte. Si
sedette, alzò il capo su Steve.
"Guarda
qua" disse.
Iniziò
a
suonare una melodia triste, muovendo agilmente le mani.
Steve
si era
fermato e lo osservava con aria incuriosita. Appoggiò la
pezzuola sopra il
contenitore, i suoi occhi divennero liquidi.
Edwin
fece
un mezzo sorriso e si allontanò con passi silenziosi.
Steve
rimase
ad ascoltare assorto, sporgendo il capo per guardare i movimenti
misurati di
Tony.
Tony
prese a
canticchiare roco a tempo, sottovoce, mentre suonava agilmente. Sorrise
vedendo
Steve fissarlo.
"Ti
piace eh?".
"Non
sapevo cantassi così bene" ammise Rogers.
Tony
scrollò
le spalle.
"Che
genio sarei, se non fossi bravo anche in questo?".
Steven
si
accomodò accanto a lui.
"M'insegneresti?"
chiese.
Tony
smise
di suonare e lo guardò.
"Pensavo
ti interessasse solo il football".
"Se
fosse così non cucinerei. Non credi?" chiese. I suoi occhi
si specchiarono
in quelli dell'altro.
Tony
gonfiò
le guance, distolse lo sguardo e annuì.
"Va
bene, ti insegno io" acconsentì.
Steve
arrossì vedendo che gli posizionava la mano sui tasti.
<
È calda
> pensò.