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Autore: clairemonchelepausini    02/08/2018    0 recensioni
|Klaroline| KlausCentred | CarolineCentred |
[Klaus/Caroline]
“Non è un segreto, Klaus e Caroline non facevano mai le cose come due persone normali, andavano controcorrente e dovevano far passare anni prima di convincersi che si appartenevano, che l’uno non poteva esistere senza l’altro ma, dopotutto è proprio per questo che noi ci siamo innamorati di loro.”
Raccolta di drabble, flashfic e one shot che narrano il mio amore per loro, fatto di piccoli momenti resi unici, di parole che sanno di promesse e di amore che durerà per sempre, senza ma e senza se.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Klaus
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Era tutto quello che doveva fare, continuare a camminare e dimenticare che il suo telefono continuasse a squillare. No, Klaus non lo fece. Era più forte di lui e agì ancor prima di capire dove quei passi l’avrebbero portato. Prese il telefono che Stefan aveva lasciato sul tavolo, lo girò e rimase sconvolto quando vide il suo nome comparire sullo schermo.
Era bastato così poco affinché in Klaus riaffiorassero emozioni, ricordi e una valanga di sensazioni che pensava di aver dimenticato. Ma come poteva davvero pensarlo?
 
I suoi occhi erano fissi in quelli di lei, un ballo era tutto quello che poteva chiedere.  Klaus la sentiva vicino, anche se il suo cuore era lontano eppure, quando le sue labbra si accennarono a un sorriso seppe che era stato lui a provocarglielo.
«Non ti parlerò finché non mi dirai perché mi hai invitata qui» affermò Caroline senza lasciarsi intimidire dall’uomo che tutti temevano.
«Sono attratto da te» ammise semplicemente, ma in risposta ricevette un’occhiataccia.
Era così facile, eppure lei continuava ad alzare un muro tra i due.
«E così difficile da credere?»
«Sì»
E, ancora una volta Caroline lo allontanò, ma Klaus… sapeva tenergli testa, non lo spaventano le sfide e lei né valeva la pena.  
«Perché?» domandò con un sorriso sghembo, mentre i suoi occhi la osservavano e lei rimaneva incantata da tutte quelle attenzioni, anche se distoglieva lo sguardo per non farsi notare.
«Sei bellissima, sei forte, sei piena di luce. Mi piaci molto» alla fine confessò sorridendo facendo brillare i suoi occhi sotto un’espressione sbalordita di lei.
 
E con quell’immagine che ritorno alla realtà, sentendo ancora il telefono suonare e i suoi ricordi pian piano svanire. Dopo tutti quegli anni… lei gli faceva lo stesso effetto.
Sembra combattuto, emise un sospiro e infine risponse.
«Hello, love».
«Chi parla?» domandò timidamente Caroline, dietro uno sguardo perplesso.
Era tutto quello che sapeva dire? Si domandò, ma la situazione non era lei favorevole e, ogni cosa gli ricordava contro chi stavano combattendo e contro chi Stefan stava scappando.
«Ouch! È passato davvero così tanto tempo?» a sua volta disse Klaus, mentre riprese a camminare e un sorriso gli comparve sul viso.
E così, era bastata quell’unica frase perché Caroline si ritrovasse indietro di qualche anno a rivivere uno dei suoi momenti più significativi.
 
Era entusiasta, finalmente si era diplomata, la sua vita continuava e… l’emozione non era nulla paragonata alla felicità di abbracciare i suoi amici. Non avrebbe mai pensato che quel giorno anche qualcun altro né sarebbe stato testimone.
«Come sei arrivato così in fretta?»
«Stavo già tornando indietro» ammise Klaus, mentre s’incamminava verso di lei.
Era ancora scioccata, non poteva crederci, eppure eccolo lì, davanti a lei in tutta la sua perfezione.
«Ho ricevuto l’annuncio della tua cerimonia di diploma» affermò, uscendo il biglietto per farglielo vedere e poi riposarlo nella tasca interna della giacca.
Caroline in quel momento si pentì di averlo fatto o, almeno una parte di lei, l’altra invece le diceva di aver fatto la scelta giusta perché senza di lui… Matt forse sarebbe morto e nulla di tutto ciò sarebbe avvenuto.
Continuava a rivivere i suoi sbagli, tuttavia non riusciva a non perdersi in quegli occhi intensi e in quelle espressioni così profonde.
«Avevo pensato di regalarti un biglietto di prima classe per New Orleans, ma immaginavo quale sarebbe stata la tua risposta» affermò, quando già Caroline aveva alzato gli occhi al cielo e lui di rimando sorrise. La conosceva meglio di chiunque altro, anche se lei non gliene aveva mai dato davvero l’opportunità.
«Perciò…  ho optato per qualcosa che sapevo avresti accettato. Tyler ora è libero di tornare a Mystic Falls» rivelò, mentre la sua espressione non nascondeva la sorpresa.
I suoi occhi guizzavano intorno, lo osservavano pensando che fosse uno scherzo, ma era bastato un semplice cenno per confermare la pura e semplice verità. Caroline provò ad aprire bocca, ma non riusciva a parlare, cosa avrebbe dovuto dire?
«Lui è il tuo primo amore. Io voglio essere l’ultimo. Qualunque sia l’attesa»
E così quella promessa s’innalzò nell’aria circondando le due figure che rimasero a guardarsi negli occhi.
 
Un breve sospiro lì riportò alla realtà, Caroline si era persa già più volte, ma inspiegabilemente capitò che entrambi e contemporaneamente vissero quel momento.
«Klaus» gemette appena in un filo di voce, mentre sbatté le palpebre ancora sconvolta di sentire la sua voce.
E così, ancor prima di costringersi a dimenticare, la sua mente le fece rivivere attimi in cui era stata facile, momenti che non avrebbe mai dimenticato, anche se ostinatamente era quello che continuava o meglio provava a fare.
Un nome appena sussurrato e una miriade di emozioni che erano venute fuori, più di quanto lei volesse, eppure in quell’attimo, Klaus rimase a sentirla respirare, si ricordò come fosse sentirla vicino, osservarla e toccarla, anche se contro la sua volontà.
Il mondo intorno a loro si era fermato, ogni cosa perse colore e nessuno dei due seppe davvero cosa dire, soprattutto quando era passato così tanto tempo. Klaus e Caroline avevano condiviso più cose di quanto ne avrebbero ammesso e… d’un tratto un grande pianto interrupe i loro pensieri.
«Conosco quel suono fin troppo bene. Dovresti provare a prenderla in braccio» le consigliò teneramente, mentre il suo cuore sussultò e la sua mente lo riportò a sua figlia, la luce dei suoi occhi.
«Aspetta» disse appoggiando il telefono sul tavolo, prese la piccola, la mise in braccio sistemandole la testa sul suo petto e riprese il telefono quasi con urgenza.
Parlarono di cassettoni, tutine e cose che Caroline non avrebbe mai pensato di sentire nominare al grande Klaus. Rimase senza parole, più lui ne parlava e più lei riusciva a vedere le sue emozioni nel farlo. Non era più l’uomo che ricordava, questo la spaventò e da un lato la rattristò, ma anche lei era andata avanti e… non poteva di certo fargliene una colpa. Ma doveva tenere a precisare giusto due cosette e… e se non lo avesse fatto non sarebbe stata la Caroline che lui ricordava.
«Punto uno: queste bambine non sono mie, sono di Ric» affermò alzando gli occhi.
«Sì, mi è stato abbondantemente spiegato dal tuo ragazzo» rispose con un leggero tono di fastidio nel pronunciare quell’appellativo, ma lo scacciò ancor prima che quelle sensazioni s’impossessassero di lui.
Era troppo tardi, perché nell’esatto momento in cui aveva accettato quella chiamata… Klaus sapeva che nulla sarebbe mai cambiato. No, se questo riguardava Caroline Forbes. Potevano passare anni, secoli e lui l’avrebbe sempre amata, anche se le loro vite andavano avanti.
«Punto due: non ho chiamato te. Ho chiamato Stefan, sì, il mio ragazzo, che è in fuga per salvarsi la vita mentre io sto qui seduta ad immaginare le ipotesi peggiori. E, in più queste bambine, che non sono mie, non smettono di piangere e mi stanno odiando tutti. Quindi, se puoi evitare di deridere la mia sofferenza, te ne sarei grata» disse tutto d’un fiato Caroline, mentre i suoi occhi divennero lucidi, sospirò afflitta per non essere riuscita a controllare una semplice situazione.
Ed eccola tornare, la ragazza che Klaus ricordava.
Glielo promise, Stefan sarebbe stato al sicuro, eppure in quei discorsi i due sembravano voler dire altro, ma ognuno di loro non poteva rischiare più di quanto in realtà non avessero fatto. Quella chiamata si era rivelata…  strana. Parlavano come due amici di vecchia data, come persone che in realtà non erano mai stati, ma gli venne naturale farlo. Caroline non l’avrebbe mai ammesso ma era quello che le serviva e, Klaus non nascose che era felice nel sentire la sua voce, cosa che il cuore apprese nel momento in cui senti sussurrare il suo nome. Potevano nasconderlo sì, ma non al cuore, quello era il posto più puro e sincero dove nessuno riusciva a farlo.
«Insomma, eccoti qui. All’università, a costruirti una vita. Progetti, un futuro e le che cose che vuoi» constatò lui con un pizzico di orgoglio e rammarico, mentre le labbra di Caroline si accennarono a un sorriso pieno di ricordi ed emozioni.
Quella frase… era stata quella che le fece scattare qualcosa e, mentre teneva ancora stretta la piccola a sé, la sua mente la riportò a quel giorno nei boschi.
 
«Me ne andrò via senza gongolare, in cambio di una piccola cosa»
«Che cosa sarebbe?» domandò quasi snervata Caroline, mentre lui continuava a seguirla.
«Voglio la tua confessione» ammise, subito dopo quelle parole lei si girò e Klaus ebbe un moto di soddisfazione a vedere il suo viso stupito con uno sguardo leggermente spaventato.
«La mia confessione? Io non ho fatto nulla. Confessione riguardo a cosa?» chiese a sua volta, cercando di non incrociare il suo sguardo, quando poi si fece forza e lo alzò sul suo viso.
«Me»
E Caroline capì che era arrivato il momento che tanto la spaventava, proprio come un tempo era successo a Klaus.
«Appena avremo finito me ne andrò e non tornerò più. Non dovrai guardarmi negli occhi e coprire il nostro legame con l’ostilità e la repulsione. Non dovrai detestare la tua parte oscura che tiene a me… nonostante tutto quello che ho fatto. Me ne andrò… e tu sarai libera. Voglio solo… che tu sia onesta con me» confessò, lasciando che nel suo tono s’intravedesse l’urgenza e la supplica di sentirglielo dire.
Lo aveva odiato così a lungo che… per un po’ anche lui ci credette, ma era bastato perdersi nei suoi occhi per vedere che Klaus poteva amare ed essere ricambiato.
«Sono al college. Mi sto costruendo una vita. Ho dei piani, un futuro e delle cose che voglio… e nessuna di queste coinvolge te, va bene? Nessuna» asserì dura Caroline, lasciando cadere le sue mani sui fianchi e guardandolo con ostilità.
In quel momento il suo cuore ricevette un altro scossone, le crepe che aveva ricevuto nella sua vita si allargarono e fu allora che capì che lei non lo avrebbe mai ammesso o… o forse non sarebbe stato in grado di cambiare ciò che pensava di lui. Klaus la guardò quasi con supplica, ma aveva eretto un muro così alto che era difficile da abbattere, ci aveva provato e aveva fallito.
 
La piccola si mosse e la giovane fu riportata alla realtà, quando nei suoi occhi poteva vedersi in un riflesso di gioia pura, un’emozione che era da tanto che non provava. Si detestò perché aveva permesso a Klaus Mikaelson ancora una volta di destabilizzare il suo equilibrio. La verità e che… aveva bisogno di qualcuno a cui dare la colpa e lui… lui era perfetto.
«Klaus, non starò al tuo gioco» rivelò, mentre sorrideva ricordando la complicità che li aveva sempre uniti.
Klaus sentì quelle parole e provò un brivido lungo la schiena, chiuse gli occhi e per un attimo,come in un flashback veloce rivisse quei momenti con Caroline che non riusciva a dimenticare.
Era così testarda, audace e complicata… eppure lui l’aveva amata e, oggi… dopo anni, lei riusciva a sconvolgergli ancora il cuore e la testa.
«Lo capisco, dei figli non erano compresi in quei progetti».
«No, infatti. Per fortuna non sono mie» ci tenne a precisare, ma non ci credeva nemmeno lei.
«Così hai detto» quasi la derise, ma era così sincero.
Se proprio lui era riuscito a vedere dietro quella scorza dura che si era messa addosso… Beh, significava che la conosceva bene o che non l’aveva nascosto per davvero. Una confessione sulla famiglia, sui sentimenti, su  verità quasi esclusive, quello era ciò che era diventato il grande Klaus? Quella domanda non faceva che tormentarla, mentre lui era ignaro di tutto. Caroline era senza parole perché più continuava ad ascoltarlo così serio nei consigli e nelle affermazioni più stentava a ricordarsi chi era e cosa aveva fatto.
«Non è un crimine amare ciò che non puoi spiegare» le rivelò consapevole di ciò che avrebbe significato.
Forse voleva… alla fine entrambi si ritrovarono in quel viale di ricordi, gli stessi che avevano preceduto e che c’erano state in tutta la loro conversazione.
Dopotutto erano sempre Caroline Forbes e Klaus Mikaelson.
 
«Capisco» affermò riluttante e deluso, ancora una volta allontanato.
«No, non capisci, perché… Sì, camuffo il nostro legame con l’ostilità perché, sì… odio me stessa per questo. Quindi, se mi prometti di andartene via, come hai detto, e non tornare mai più, io sarò onesta con te. Ssarò onesta con te, riguardo a ciò che voglio» disse quasi d’un fiato, lasciando che il suo corpo fosse scosso da fremiti e da una carica che mai prima aveva provato.
«Me ne andrò e non tornerò mai più. Te lo prometto»
«Bene» e, in un breve istante si ritrovò vicino al suo viso.
Caroline accorciò le distanze e lo baciò, per la prima volta volendo lei e non nascondendo che fosse una sua scelta. Si staccò appena per osservarlo, forse per essere sicura che non fosse un sogno e dopo mise la sua mano destra sulla guancia prima di poggiare di nuovo le labbra sulle sue. Klaus rispose a quel bacio con tutto l’entusiasmo e l’amore che aveva riservato in quegli anni e sorrise, consapevole che finalmente lo aveva ammesso.
Un bacio, una confessione era tutto quello che avevano. Forse meritavano di più, ma nessuno gli aveva detto che non sarebbe stato così. Era solo un’altra sfida che la vita gli stava mettendo davanti.
 
Quella conferma portò entrambi al presente, li portò a pensare che nonostante tutto era lì, insieme seppure in città diversi e lontani chilometri con due compagni di vita diversi da chi si sarebbero aspettati.
Ancora una volta Klaus aveva lasciato il segno in Caroline, lo stesso che lei era riuscita a fare il primo giorno in cui si erano incontrati e gli aveva saputo tenere testa.
«Addio, Caroline» fu tutto quello che ebbe il coraggio di ammettere, dopo le emozioni di quel giorno.
Chiuse il telefono con un groppo in gola, il dolore di chi sapeva cosa si stava lasciando alle spalle e il desiderio di correrle dietro.
Caroline guardò il display del suo telefono, rimase sconvolta da quelle due parole, le stesse che lui aveva pronunciato più volte.  Sapeva che sarebbe tornato se lei ne avesse avuto bisogno, lo sapeva, ma in qualche modo quella conversazione… Caroline ebbe l’impressione che quella volta fosse un saluto definitivo.
Rimase fissa, imbambolata mentre cercava ancora di capire cosa fosse realmente successo.
Klaus, proprio lui era quello che le aveva dato dei consigli, che l’aveva fatta sentire al sicuro, che stava proteggendo Stefan, che lo avrebbe rimandato da lei e che…
Non riuscì nemmeno a ripeterle mentalmente le due parole che lui le aveva detto.
Se n’era andato e non era più tornato.
Caroline Forbes sapeva di mentire a se stessa perché… se aveva imparato una cosa era che Klaus Mikaelson sarebbe tornato sempre da lei.
 


















Spazio d'autrice:
Buona sera  ^_^
Lo so, è da tantissimo che non aggiorno, ma l'università, il ritorno a casa e altre milel cos emi stanno togliendo la forza dit utto.... ma dopo che avevo deciso di pubblicarla mi è venuta la brillante idea di rileggerla e... Beh, mi sono persa nei miei scritti rivivendo mille emozioni.
Ho sempre pensato che Stefan e Camille erano le persone di Caroline e Klaus, ma l'amore che lega questi ultimi erano più forte e per quanto c'è chi pensa che lo Steroline e i Klamille sono happy ending ci sono IO che penso che il vero happy edngind è KLAROLINE XD 
Non voglio dilungarmi troppo, spero che vi piaccia, che in qualche modo io vi abbia tenuto compagnia....

Adesso scappo.... Buona notte
Alla prossima,
Claire
 
   
 
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