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Autore: piccina    05/08/2018    4 recensioni
"Non era mai stato un padre tradizionale, ma a quel figlio voleva bene e sentiva che in questo momento aveva bisogno di lui"
Brian alle prese con la difficile adolescenza di Gus fa i conti con il suo essere padre. Justin è al suo fianco.
Idealmente circa una decina di anni dopo la 5X13
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian Kinney, Gus Kinney, Justin Taylor, Lindsay 'Linz' Peterson, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Scusate la latitanza, ma sono spesso fuori casa, con connessioni ballerine e poca possibilità di scrivere. Vi lascio due righe e mi auguro di poter aggiornare a breve. Buone vacanze a tutti. 

“Sono geloso. A lei signorina, bambolina, topolina e a me coglionazzo!”
“E’ arrivato il COGLIONAZZO - aveva ridacchiato Brian. - Non dovevi essere a cena da Michael, visto che c’è giù JR?”
“Esatto, ma sono passato a cambiarmi, perché dopo cena esco. Dormo dagli zii, te lo ricordi?”
“Non fare tardi e non fare casino quando rientri”
“Sì, capo. Susy, mi tieni compagnia mentre mi cambio? Mi dai consigli sul look? - si era avvicinato alla sorellina e l’aveva presa in braccio - La rapisco. Fai ciao ciao a questi due”
Susan gli aveva messo le braccina al collo e ripeteva liuuk.
“Non liuuk Susan, look”
“Non mi ricordavo che Gus fosse da Michael e Ben, usciamo presto e ce ne andiamo a mangiare un boccone fuori anche noi tre? Prenoto da Dino’s?”
Mentre Justin telefonava per prenotare, Brian era salito al piano delle stanze dal letto, il vociare cristallino di Susan impegnata in una accorata conversazione, per quanto comprensibile solo a tratti, faceva da contro altare al vocione adolescenziale del ragazzo. La bimba gli stava porgendo una camicia, presa fra le tre ammucchiate sul letto. Evidentemente Gus era indeciso.
“Quella che suggerisce Susan non è male – era intervenuto senza essere invitato – ma secondo me quella blu ti definisce meglio”
Si erano girati entrambi, Susan aveva lasciato cadere l’indumento per terra e gli si era avvicinato, mentre Gus, aveva preso in mano la camicia blu e la osservava perplesso: “Dici?”
“Dico, sottolinea il tuo torace, ti sta venendo proprio un bel fisico” con una mano accarezzava i capelli della bambina che gli trotterellava avanti e indietro in mezzo alle gambe e aspettava che il figlio dicesse qualcosa. Infatti: “Tanto mica devo cuccare, c’è anche Giada”
“Perché quando non c’è ti dai da fare?” aveva chiesto malizioso e con lo sguardo acceso da una luce divertita. “No, ma lei mi dà un po’ il tormento ultimamente. Non so cosa le sia preso”
“Forse una tipetta carina con i capelli rossi …” aveva lanciato lì, con noncuranza.
“Ma figurati, non lo sa e poi è stata solo quella volta al mare … non lo sa nessuno. Va beh, che c’è? Hai bisogno di me?”
Brian aveva scosso la testa, fermato Susan dal suo girotondo improvvisato. “No. Cambio Susan, usciamo a cena, visto che ci molli qui come dei mammalucchi”
Padre e figlio si erano guardati sorridendo, poi aveva sollevato la bimba in un lampo, facendo finta di farla cadere cosa che la divertiva sempre un mondo ed erano usciti dalla stanza.
Quando erano scesi, cambiati e profumati, Justin stava trafficando con il passeggino. “Vuoi portarlo? Tanto vuole sempre camminare …”
“Pensavo di sì, che se si addormenta dopo aver mangiato, magari possiamo prendercela un po’ più con calma. Ho chiesto il tavolo nella saletta piccola, dovrebbe essere tranquillo, abbiamo buone speranze” aveva spiegato fiducioso.
“Susan occhio che Justin ti mette il sonnifero nella papa”
“Brian!!” l’aveva sgridato e si era augurato che Susan avesse preso lo spirito della madre.
 
  
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