Videogiochi > The Witcher
Ricorda la storia  |      
Autore: Melanto    09/07/2009    3 recensioni
«Non ci vorrebbe almeno un anello in questi casi?»
«E dove lo vado a prendere?! Devo per caso andare in città e vedere se, tra ciò che non è bruciato, ci sia anche una gioielleria?!»
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
MoreThanGold

Questa storia è stata scritta per la Rainbow Challenge indetta da Fanworld.
Il prompt è il colore Giallo.
Ovviamente, occhio agli SPOILER per chi non ha giocato al game.


More than Gold

Vincent Meis non si era mosso dal molo di Vizima dal quale continuava ad osservare la città sotto… boh? Assedio? E chi ci capiva più niente in quell’imperituro rogo che la stava rendendo lentamente cenere.
Tra l’Ordine di Stocazzo e i Non-Umani stavano facendo a gara a chi uccideva e distruggeva di più. Ed in tutto questo, Vizima sembrava la peggiore puttana del peggiore bordello che avesse mai visto. Usata, saccheggiata, torturata, ma fece schioccare la lingua tra i denti, inasprendo la sua espressione.
Avrebbe dovuto smetterla di fare quei paragoni, si disse, mentre rivolgeva uno sguardo al pontile d’attracco delle navi; tra i soldati della Guardia Cittadina al servizio di Re Foltest in attesa di direttive, tra gli ultimi mercanti rimasti che stavano caricando le loro piccole imbarcazioni in tutta fretta per scappare da quell’incubo, tra i profughi, Carmen restava seduta su una cassa di legno, dondolandosi appena, e da come oscillava piano la testa pensò che stesse canticchiando qualcosa. Tra le mani, l’ago e il filo entravano e uscivo dal tessuto che stava cucendo.
Vincent pensò che fosse la cosa più bella in quella marea di dolore che li accerchiava e, a poco a poco, li sommergeva. E si disse, nuovamente, che avrebbe dovuto imparare a non fare più determinate battute in merito a qualsivoglia puttana altrimenti, per quanto bella, Carmen l’avrebbe preso a calci nel culo.
Mentre restava a fissarla come in trance, e sicuramente con l’espressione più ebete che avesse mai potuto fare, Carmen si volse, incrociando il suo sguardo per qualche secondo, prima di ravviarsi i capelli dietro l’orecchio e sorridere. Con una mano gli fece cenno di raggiungerlo e lui si mosse lentamente, scendendo i pochi scalini in legno che portavano al pontile.
Si era sentito un po’ un imbecille per essersi fatto sorprendere in quell’atteggiamento da lupo in amore ed assunse nuovamente la sua solita espressione un po’ burbera.
Carmen si sistemò meglio sulla cassa, che doveva essere senza dubbio scomoda, e fece passare il filo nella cucitura ancora un paio di volte prima di esordire. «Dovevi dirmi qualcosa? Ho visto che mi fissavi.» il suo sorriso snudò appena i denti non perfetti.
Per quanto fosse senza trucco e spettinata – c’era pur sempre una battaglia in corso –, a Vincent sembrò ancora più bella, ma questo non lo disse, limitandosi a stringersi nelle spalle.
«No, niente. Osservavo.» si guardò attorno con indifferenza per poi aggiungere. «Cosa fai?»
Lei sembrò illuminarsi a quella domanda. «Sto cucendo una camicia.» disse orgogliosa di sé. Poi distese il lino di un bel colore giallo luminoso, avvicinandolo a lui con piglio critico. «Non me la cavavo male con ago e filo quando ero solo Hela e Carmen ancora non esisteva.» inclinò leggermente il capo di lato «Devo stare attenta a non fare le maniche troppo corte, però…»
E, per la seconda volta, Vincent rimase a fissarla come un idiota in quei suoi gesti così naturali e quotidiani e pensò che avrebbe voluto vederla sempre impegnata in quelle piccole cose, perché era una donna straordinaria e a volte sentiva davvero di non meritarla. Eppure, nonostante tutto, non avrebbe mai voluto perderla.
Perché l’amava, l’amava davvero.
«Senti…» esordì, quasi senza rendersene conto «…quando quest’Inferno sarà finito, vorresti… ecco, sì… che tu ed io…» tossicchiò, la gola improvvisamente secca, mentre lei sollevò i suoi occhi nocciola per osservarlo con leggera incredulità prima di arrossire e sorridere.
«Vincent Meis, non mi starai per caso chiedendo di sposarti?»
Lui girò il viso altrove, incrociando le braccia al petto.
«Lo so che il posto non è dei migliori e che siano nel mezzo di una guerra, con la città ridotta ad un enorme falò, però, sì, insomma… così pare, ecco.»
Ma Carmen aveva la testa dura da vera puttana dei bassifondi. «Allora vediamo di fare le cose per bene.» disse, ridacchiando divertita del suo imbarazzo. Lentamente appoggiò la camicia ancora da finire accanto agli altri scampoli di stoffa e assunse una postura più composta. «Non ci vorrebbe almeno un anello in questi casi?»
«E dove lo vado a prendere?! Devo per caso andare in città e vedere se, tra ciò che non è bruciato, ci sia anche una gioielleria?!» sbottò ironicamente, passandosi una mano tra i suoi non troppi capelli.
Lei non demorse «Oh, andiamo, Vincent Meis! Usa un po’ di fantasia… so che ne hai.» concluse con una spiccata malizia ed il Capitano delle Guardie rispose tra i denti per non farsi sentire.
«La fantasia sotto le lenzuola è un altro paio di maniche!» ma Carmen era inamovibile e rimase a fissarlo in attesa.
Vincent sbuffò rassegnato, maledicendosi per essere stato colto da quel tremendo attacco di romanticismo e per essere così innamorato di lei da stare cercando davvero qualcosa che-…
L’occhio si bloccò sul piccolo cestino del cucito accanto alla donna. Con decisione rovistò tra i rotoli di filo, mentre lei lo osservava perplessa, e non smise fino a che non pescò il cotone giallo che Carmen aveva usato fino a poco prima, srotolandone un po’ e staccandolo con i denti. Senza dire nulla le prese la mano, arrotolando il cordoncino attorno all’anulare e anche se le sue dita erano tozze e callose, lo avvolse con una delicatezza quasi paradossale, mentre a Carmen si fecero gli occhi lucidi nel comprendere il suo gesto.
«Bisogna arrangiarsi al momento.» Vincent abbozzò un sorriso, tenendole la mano dove il filo giallo brillò come l’oro alla luce del tramonto e del fuoco.
«Mi piace la tua fantasia, Vincent Meis.» sussurrò appena, restando ad osservare l’anello di fidanzamento più bello che avesse mai potuto ricevere perché, anche se era solo un semplice filo di cotone, valeva molto di più di qualsiasi pietra preziosa.
«So di non essere l’uomo dei sogni, so di essere burbero e pieno di difetti…» gli occhi fissi in quelli di lei «…ma farò anche l’impossibile pur di darti tutto ciò che hai sempre desiderato.»
Lo diceva sul serio e Carmen lo sapeva.
«Ma io ho già tutto quello che desidero.» soffiò sulle sue labbra prima di baciarlo con tutta quella dolcezza che non aveva mai messo in un bacio, perché nel suo lavoro - e nella vita che lo aveva preceduto - non c’era mai stato spazio per questo tipo di sentimenti destinati solo a quella persona veramente speciale che ogni donna desiderava incontrare nella vita. Il proprio uomo. E Vincent era il suo.
Quando le loro labbra si sciolsero, Meis assunse un piglio strano mentre muoveva rapidamente lo sguardo a destra e a sinistra.
«Che succede?» domandò Carmen e lui borbottò.
«C’era per caso il witcher nei paraggi?!» facendola scoppiare a ridere e appoggiare il viso nell’incavo del suo collo.
«Ma la volete finire voi due? Sembrate cane e gatto.»
«E’ solo istinto di conservazione: se mi ha visto mentre facevo il… mphf… romantico, mi prenderà per il culo a vita!»
«Capitano Meis!»
La voce di uno dei suoi uomini ruppe definitivamente il loro piccolo momento di intimità, mentre entrambi assunsero nuovamente un certo contegno e Vincent tossicchiò imbarazzato nell’osservare Jethro che si avvicinava a loro col suo solito passo malfermo. Si appuntò che avrebbe dovuto dirgli di smettere di sniffare fisstech almeno durante la guerra.
«Che diavolo c’è?» rispose quasi annoiato.
«Ehhh… etciù! Il Re Foltest desidera vederla, signore.»
Lui sbuffò già convinto che non gli avrebbe detto nulla di piacevole. «Sì, vengo.» e fece per muoversi, seguendo il suo strafatto sottoposto che continuava a starnutire come un forsennato, quando Carmen lo richiamò un’ultima volta.
«Vince?»
«Mh
«Ti amo.» le dita che scivolavano su quell’anello improvvisato e sorrideva appena.
Vincent ricambiò quel suo sorriso a fior di labbra ed anche se non rispose, per lei fu come se glielo avesse appena urlato. Avrebbero avuto tempi migliori in cui scambiarsi dolci parole, Vincent lo sapeva, e mentre si mosse per lasciare definitivamente il molo, pensò che, visto da lontano, quel semplice filo giallo brillava molto di più di un cerchietto d’oro.

Fine

Note Finali: *_* ma quanto sono carini Carmen e Vincent?! E' una coppia (canonissima) del game, che ho semplicemente adorato. Perché Vincent è ROTFL e perché Carmen è un gran bel personaggio (probabilmente il personaggio femminile che più mi è stato simpatico XD). E sono due pucci. *_*  Finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa di Non-Baka su Gegè XD (forse perché Gegè effettivamente non compare a questo giro XD) e ne sono molto soddisfatta. *_*

Il riferimento al 'lupo in amore' è legato al fatto che Vincent è stato a lungo vittima di un incantesimo che lo trasformava in Lupo Mannaro. :)

Via! Ora ve li faccio anche vedere:

- Carmen (che ha una storia assolutamente non piacevole alle spalle)

- Vincent (che è spaccacazzi con classe XD e poi, la parte in cui diventa mannaro è una delle mie preferite *.*)

Alla prossima! *.* Questo fandom non credo si libererà MAI di me XD

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > The Witcher / Vai alla pagina dell'autore: Melanto