Questa
storia è stata
scritta per la Rainbow Challenge
indetta da Fanworld.
Il prompt è il colore Giallo.
Ovviamente,
occhio agli SPOILER per chi non ha
giocato al game.
More than Gold
Vincent
Meis non si era mosso dal
molo di Vizima dal quale
continuava ad osservare la città sotto… boh?
Assedio? E chi ci capiva più
niente in quell’imperituro rogo che la stava rendendo
lentamente cenere.
Tra l’Ordine di Stocazzo
e i Non-Umani stavano facendo a gara a chi uccideva e distruggeva di
più. Ed in
tutto questo, Vizima sembrava la peggiore puttana del peggiore bordello
che
avesse mai visto. Usata, saccheggiata, torturata, ma fece schioccare la
lingua
tra i denti, inasprendo la sua espressione.
Avrebbe dovuto smetterla di fare quei paragoni, si disse,
mentre rivolgeva uno sguardo al pontile d’attracco delle
navi; tra i soldati
della Guardia Cittadina al servizio di Re Foltest in attesa di
direttive, tra
gli ultimi mercanti rimasti che stavano caricando le loro piccole
imbarcazioni
in tutta fretta per scappare da quell’incubo, tra i profughi,
Carmen restava
seduta su una cassa di legno, dondolandosi appena, e da come oscillava
piano la testa pensò che
stesse canticchiando qualcosa. Tra le mani, l’ago e il filo
entravano e uscivo
dal tessuto che stava cucendo.
Vincent pensò che fosse la cosa più bella in
quella marea di
dolore che li accerchiava e, a poco a poco, li sommergeva. E si disse,
nuovamente, che avrebbe dovuto imparare a non fare più
determinate battute
in merito a qualsivoglia puttana altrimenti, per quanto bella, Carmen
l’avrebbe preso a calci
nel culo.
Mentre restava a fissarla come in trance, e sicuramente con
l’espressione più ebete che avesse mai potuto
fare, Carmen si volse,
incrociando il suo sguardo per qualche secondo, prima di ravviarsi i
capelli
dietro l’orecchio e sorridere. Con una mano gli fece cenno di
raggiungerlo e
lui si mosse lentamente, scendendo i pochi scalini in legno che
portavano al
pontile.
Si era sentito un po’ un imbecille per essersi fatto
sorprendere in quell’atteggiamento da lupo
in amore ed assunse nuovamente la sua solita espressione un
po’ burbera.
Carmen si sistemò meglio sulla cassa, che doveva essere
senza dubbio scomoda, e fece passare il filo nella cucitura ancora un
paio di
volte prima di esordire. «Dovevi dirmi qualcosa? Ho visto che
mi fissavi.» il
suo sorriso snudò appena i denti non perfetti.
Per quanto fosse senza trucco e spettinata – c’era
pur
sempre una battaglia in corso –, a Vincent sembrò
ancora più bella, ma questo
non lo disse, limitandosi a stringersi nelle spalle.
«No, niente. Osservavo.» si guardò
attorno con indifferenza
per poi aggiungere. «Cosa fai?»
Lei sembrò illuminarsi a quella domanda. «Sto
cucendo una
camicia.» disse orgogliosa di sé. Poi distese il
lino di un bel colore giallo
luminoso, avvicinandolo a lui con piglio critico. «Non me la
cavavo male con
ago e filo quando ero solo Hela e Carmen ancora non
esisteva.» inclinò
leggermente il capo di lato «Devo stare attenta a non fare le
maniche troppo
corte, però…»
E, per la seconda volta, Vincent rimase a fissarla come un
idiota in quei suoi gesti così naturali e quotidiani e
pensò che avrebbe voluto
vederla sempre impegnata in quelle piccole cose, perché era
una donna
straordinaria e a volte sentiva davvero di non meritarla. Eppure,
nonostante
tutto, non avrebbe mai voluto perderla.
Perché l’amava, l’amava davvero.
«Senti…» esordì, quasi senza
rendersene conto «…quando
quest’Inferno sarà finito, vorresti…
ecco, sì… che tu ed io…»
tossicchiò, la
gola improvvisamente secca, mentre lei sollevò i suoi occhi
nocciola per
osservarlo con leggera incredulità prima di arrossire e
sorridere.
«Vincent Meis, non mi starai per caso chiedendo di
sposarti?»
Lui girò il viso altrove, incrociando le braccia al petto.
«Lo so che il posto non è dei
migliori e che siano nel
mezzo di una guerra, con la città ridotta ad un enorme
falò, però, sì, insomma…
così pare, ecco.»
Ma Carmen aveva la testa dura da vera puttana dei
bassifondi. «Allora vediamo di fare le cose per
bene.» disse, ridacchiando
divertita del suo imbarazzo. Lentamente appoggiò la camicia
ancora da finire
accanto agli altri scampoli di stoffa e assunse una postura
più composta. «Non
ci vorrebbe almeno un anello in questi casi?»
«E dove lo vado a prendere?! Devo per caso andare in
città e
vedere se, tra ciò che non è bruciato, ci sia
anche una gioielleria?!» sbottò
ironicamente, passandosi una mano tra i suoi non troppi capelli.
Lei non demorse «Oh, andiamo, Vincent Meis! Usa un
po’ di
fantasia… so che ne hai.» concluse con una
spiccata malizia ed il Capitano
delle Guardie rispose tra i denti per non farsi sentire.
«La fantasia sotto le lenzuola è un altro paio di
maniche!»
ma Carmen era inamovibile e rimase a fissarlo in attesa.
Vincent sbuffò rassegnato, maledicendosi per essere stato
colto da quel tremendo attacco di romanticismo e per essere
così innamorato di
lei da stare cercando davvero qualcosa che-…
L’occhio si bloccò sul piccolo cestino del cucito
accanto alla
donna. Con decisione rovistò tra i rotoli di filo, mentre
lei lo osservava
perplessa, e non smise fino a che non pescò il cotone giallo
che Carmen aveva
usato fino a poco prima, srotolandone un po’ e staccandolo
con i denti. Senza
dire nulla le prese la mano, arrotolando il cordoncino attorno
all’anulare e
anche se le sue dita erano tozze e callose, lo avvolse con una
delicatezza
quasi paradossale, mentre a Carmen si fecero gli occhi lucidi nel
comprendere il
suo gesto.
«Bisogna arrangiarsi al momento.» Vincent
abbozzò un
sorriso, tenendole la mano dove il filo giallo brillò come
l’oro alla luce del
tramonto e del fuoco.
«Mi piace la tua fantasia, Vincent Meis.»
sussurrò appena,
restando ad osservare l’anello di fidanzamento più
bello che avesse mai potuto
ricevere perché, anche se era solo un semplice filo di
cotone, valeva molto di
più di qualsiasi pietra preziosa.
«So di non essere l’uomo dei sogni, so di essere
burbero e
pieno di difetti…» gli occhi fissi in quelli di
lei «…ma farò anche
l’impossibile pur di darti tutto ciò che hai
sempre desiderato.»
Lo diceva sul serio e Carmen lo sapeva.
«Ma io ho già tutto quello che
desidero.» soffiò sulle sue
labbra prima di baciarlo con tutta quella dolcezza che non aveva mai
messo in
un bacio, perché nel suo lavoro - e nella vita che lo aveva
preceduto - non
c’era mai stato spazio per questo tipo di sentimenti
destinati solo a quella
persona veramente speciale che ogni donna desiderava incontrare nella
vita. Il
proprio uomo. E Vincent era il suo.
Quando le loro labbra si sciolsero, Meis assunse un piglio
strano mentre muoveva rapidamente lo sguardo a destra e a sinistra.
«Che succede?» domandò Carmen e lui
borbottò.
«C’era per caso il witcher nei paraggi?!»
facendola
scoppiare a ridere e appoggiare il viso nell’incavo del suo
collo.
«Ma la volete finire voi due? Sembrate cane e
gatto.»
«E’ solo istinto di conservazione: se mi ha visto
mentre
facevo il… mphf…
romantico, mi
prenderà per il culo a vita!»
«Capitano Meis!»
La voce di uno dei suoi uomini ruppe definitivamente il loro
piccolo momento di intimità, mentre entrambi assunsero
nuovamente un certo
contegno e Vincent tossicchiò imbarazzato
nell’osservare Jethro che si
avvicinava a loro col suo solito passo malfermo. Si appuntò
che avrebbe dovuto
dirgli di smettere di sniffare fisstech
almeno durante la guerra.
«Che diavolo c’è?» rispose
quasi annoiato.
«Ehhh… etciù!
Il
Re Foltest desidera vederla, signore.»
Lui sbuffò già convinto che non gli avrebbe detto
nulla di
piacevole. «Sì, vengo.» e fece per
muoversi, seguendo il suo strafatto
sottoposto che continuava a starnutire come un forsennato, quando
Carmen lo
richiamò un’ultima volta.
«Vince?»
«Mh?»
«Ti amo.» le dita che scivolavano su
quell’anello
improvvisato e sorrideva appena.
Vincent ricambiò quel suo sorriso a fior di labbra ed anche
se non rispose, per lei fu come se glielo avesse appena urlato.
Avrebbero avuto
tempi migliori in cui scambiarsi dolci parole, Vincent lo sapeva, e
mentre si
mosse per lasciare definitivamente il molo, pensò che, visto
da lontano, quel
semplice filo giallo brillava molto di più di un cerchietto
d’oro.
Fine
Note Finali: *_* ma quanto sono carini Carmen e Vincent?! E' una coppia (canonissima) del game, che ho semplicemente adorato. Perché Vincent è ROTFL e perché Carmen è un gran bel personaggio (probabilmente il personaggio femminile che più mi è stato simpatico XD). E sono due pucci. *_* Finalmente sono riuscita a scrivere qualcosa di Non-Baka su Gegè XD (forse perché Gegè effettivamente non compare a questo giro XD) e ne sono molto soddisfatta. *_*
Il riferimento al 'lupo in amore' è legato al fatto che Vincent è stato a lungo vittima di un incantesimo che lo trasformava in Lupo Mannaro. :)
Via! Ora ve li faccio anche vedere:
- Carmen (che ha una storia assolutamente non piacevole alle spalle)
- Vincent (che è spaccacazzi con classe XD e poi, la parte in cui diventa mannaro è una delle mie preferite *.*)
Alla prossima! *.* Questo fandom non credo si libererà MAI di me XD