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Autore: septfelix    06/08/2018    0 recensioni
"Sii grato di questa tua gabbia perché è proprio lei che ti sta facendo vivere con il sorriso."
Dove Jimin è intrappolato nel suo piccolo mondo bianco;
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Park Jimin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Aprì gli occhi.
Una piccola farfalla volava sotto la pioggia.

Il ragazzo si avvicinò alla piccola finestra e sfiorò il vetro con la punta delle piccole dita. Lo accarezzava, disegnava figure, linee, cerchi su tutta la superficie fredda e li vedeva scomparire lentamente sotto il suo stesso sguardo. Appena morivano, subito la sua mano si rialzava e ridava la vita, muovendosi come quella di un pittore davanti alla sua grande tela. 
Chiuse gli occhi e sentì tutte le gocce del cielo infrangersi dall'altra parte del vetro e cadere a terra, da qualche parte nel vuoto.

Da diciassette anni, si domandava cosa ci fosse là fuori, lontano dalla sua vita bianca. Perché la sua stanza era bianca, i suoi capelli erano bianchi, la sua pelle era bianca, la luce sul soffitto era bianca, i suoi vestiti erano bianchi ed era sicuro che al di là della finestra, dove tutto era nero, ci fosse un mondo.
Un mondo non bianco.
La voce della porta gli raccontava spesso storie prese da un grande libro per bambini e il ragazzo pensava a tante cose. Com'erano fatte le colline, quanto poteva essere alta una montagna e profondo l'oceano, quanto in alto volavano gli uccelli, come facevano i girasoli e guardare sempre il Sole. Lui lo chiedeva, sempre, e la risposta era la stessa ogni volta: non ha importanza saperlo.
Ed effettivamente, non era importante per una persona come lui.
La sua stanza non era una gabbia ma il mondo stesso perché lui viveva lì e tutto quello che avrebbe potuto dire, fare, sognare, scrivere e pensare sarebbe sempre restato tra quelle quattro pareti, e perché lui non poteva vedere nessuno e nessuno poteva vedere lui. In quel pianeta, viveva solo.
Tutto al di fuori, non aveva importanza.
Gli avevano detto che era malato ed incredibilmente debole, così fragile che se fosse uscito dalla stanza sarebbe morto in poco tempo. Era un piccolo vaso di vetro in bilico su un filo sottile.
La morte è brutta, molto, diceva la voce della porta. Vivi la tua vita nella pace, al sicuro da tutto, e vedrai che l'uomo col mantello arriverà molto molto tardi. Forse mai. Chi lo sa.
Ma il ragazzo non ci credeva perché se nessuno poteva vederlo, non poteva neanche portarlo via. 
E no in
vece. Lui è l'unico che può toccarti. È speciale.
Immaginava il tocco di una persona sulla sua pelle, un tocco caldo e delicato, e anche se l'avesse portato via lui sarebbe stato felice.
Lo sai che quando muori rivivi il momento della tua fine? Torni in vita per soffrire e morire ancora, in un cerchio senza fine da cui non c'è fuga. La tua anima vola lontano con le sue piccole ali. È questo quello che desideri? Vuoi davvero provare questo eterno dolore? Nessun umano lo vorrebbe. 

Le figure scomparvero e Jimin le disegnò ancora, mentre la pioggia cadeva più aggressiva. Un lampo gli illuminò il volto e il tuono fece tremare il pavimento e scombussolò i suoi pensieri.
Quando sentiva quelle parole, ogni tanto rideva a bassa voce per non farsi sentire neanche dalle sue stesse orecchie perché a lui, in realtà, non importava morire. Voleva sentire l'odore delle rose e il canto dei cardellini, voleva tuffarsi nel mare e calpestare l'erba soffice di un giardino in primavera, voleva sentire il calore del sole sulla sua pelle e il gelo congelargli il sangue nelle vene. Voleva sentire la voce di una persona pronunciare il suo nome e abbracciarlo, stretto. Voleva fare quello che tutti facevano nel libro delle storie, come una persona normale.

Sii grato di questa tua gabbia perché è proprio lei che ti sta facendo vivere con il sorriso.

Così, quel giorno, Jimin sorrise, distrusse il vetro e saltò fuori.
E proprio in quel momento, scoprì il mondo.
E proprio in quel momento, visse per la prima volta.

 
***


Aprì gli occhi.
Una piccola farfalla volava sotto la pioggia.










al mio caro amico, amore e anima ;
s e t t e m b r e
   
 
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