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Autore: Fuibi    07/08/2018    3 recensioni
"Signor Stark, non mi sento molto bene. Non so che mi succede, non lo so.
Non voglio morire, non voglio morire. Signore, la prego. La prego, non voglio morire. Non voglio morire. Mi dispiace."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti, o meglio a tutti coloro che hanno sorvolato sulla pessima introduzione tanto da dare una possibilità alla storia ed aprire la pagina.
Due avvertimenti veloci prima di scomparire e lasciarvi al mio scritto. Come si potrà sicuramente notare, è la prima storia che pubblico, anche se non la prima che scrivo, quindi vorrei tanto che, se mai dovesse vernivi voglia di recensire la storia, ci andaste piano con qualunque commento meschino vi venga in mente, ma, per quanto possa sembrare assurdo, non abbiate paura di essere onesti. Secondo: non è molto che sono appassionata al mondo Marvel quindi potrebbe esserci qualche mastodontico errore o svista riguardante la storia. Mi scuso con i fan più accaniti, soprattutto per il finale, che è una mia invenzione e non segue il film. Ho scritto questo spaccato perchè sono rimasta veramente colpita/sconvolta dall'intensità di questa scena ed avevo bisogno di un modo per elaborarla. Spero che il testo vi emozioni come emoziona me ogni singola volta che lo rileggo. Buona lettura.






Peter Parker
 
Un momento prima sto guardando metà dei miei amici morire ed un momento dopo il mio senso da ragno si attiva.
Un dolore lancinante mi attraversa l’intero corpo. Tremo e barcollo in avanti mentre la mia vista si offusca.
“Signor Stark”
I miei occhi lo cercano immediatamente.
“Non mi sento bene” cerco di dire, anche se il fiato non sembra voler uscire.
Quando i nostri occhi si incrociano, vedo riflessa nel suo sguardo la stessa identica e ancestrale paura che sento nascere dentro di me. Una paura viscerale, che mi prende lo stomaco. Una paura antica come la morte. E capisco che lo sappiamo entrambi. Sto per morire. Sto per morire e nessuno può salvarmi. Non voglio morire. Non voglio morire.
“Va tutto bene ragazzo” sussurra il Signor Stark, ma non riesco più a sentirlo, non riesco più a vederlo.
“Non so… non so che mi succede”. Sto piangendo, ma non sento le mie stesse lacrime sul volto.
Un altro spasmo e le mie braccia si tendono. Cado in avanti, ma lui è qui a sostenermi, come ha sempre fatto, come continua a fare. Mi stringe forte ma non basta. E mi sento sempre più debole. E lo sento sempre più lontano. Lo stringo forte ed ho paura.
“Non voglio morire. Non voglio morire”
Perché ho sedici anni e non è giusto. Perché oggi sono diventato un Avenger ed è stato il giorno più bello della mia vita, nonostante la guerra. Perché ho sedici anni, sto morendo ed ho paura.
“Signor Stark, per favore. Non voglio morire. Non voglio morire.”
Sento il terreno sotto la schiena e capisco di essere caduto. Inizio a tremare quando non sento più il calore del suo corpo vicino al mio, ma poi lui ricompare. Dicono che un attimo prima di morire, la vita ti scorra davanti come un riassunto macabro e ironico. Vorrei tanto rivedere le facce dei miei genitori, di mia zia, ma l’unico volto che vedo davanti a me è reale ed è quello di un uomo distrutto. L’ultima cosa che vedo è una lacrima cadere dal volto del Signor Stark.
“Mi dispiace” riesco a dire, anche se non so bene per cosa io mi stia scusando. Non voglio che il Signor Stark stia male. Non avrei dovuto creargli tutti quei problemi. Devo dirgli quanto sono pentito di essere stato così incosciente, di averlo fatto preoccupare. Devo dirgli che gli voglio bene, che è stato il padre che non ho mai avuto.
Ma poi non c’è più nulla. Ed io scompaio. Ed io muoio.
 
 
 
 
Tony Stark
 
Sto ancora guardando Doctor Strange evaporare davanti a me quando realizzo. Thanos ha vinto. Ha vinto veramente. Quel gran figlio di puttana la pagherà per questo. Devo solo…
“Signor Stark”
Giro la testa così velocemente che i miei occhi ci mettono qualche secondo per abituarsi a quello che ho davanti. Ma ho riconosciuto la sua voce.
Peter è in evidente stato di panico. Cerca in tutti i modi di venire verso di me ma le gambe non sembrano rispondere ai suoi comandi. So che dovrei raggiungerlo, cercare di aiutarlo. Ma tutto quello a cui riesco a pensare è: “non il ragazzo, non il ragazzo”. Non questo sedicenne impulsivo e chiacchierone, così sventato da essersi cacciato in così tanti guai da non poterli nemmeno ricordare. Guai da cui io l’ho sempre salvato perché, per quanto cerchi di non darlo a vedere, quel ragazzo mi è entrato nel cuore. Quel ragazzo così maledettamente simile a me…
Tutti, ma non il ragazzo. Vi prego. Non il ragazzo.
“Non mi sento bene” gli sento dire a malapena.
“Va tutto bene ragazzo” dico, cercando di dare alla mia voce un tono rassicurante.
“Non so… non so che mi succede”. La sua voce tremante mi spezza il cuore, ma non posso mostrarmi debole. Ha bisogno di me. Di Iron Man, l’Avenger. Di Tony Stark, il padre.
Faccio un passo avanti per raggiungerlo e lui mi crolla addosso, il corpo scosso da spasmi e singhiozzi. Lo stringo forte a me, cercando di salvarlo da un destino inevitabile. Mi guardo intorno, cercando freneticamente con gli occhi qualcosa, qualcuno che mi possa aiutare.
Ma ci sono solo io. E io sono così dannatamente impotente. Le sue braccia si stringono intorno a me, e abbasso lo sguardo su di lui.
“Non voglio morire. Non voglio morire”
Continuo a stringerlo, piangendo in silenzio. Non posso fare nulla per alleviare il dolore che sente, la paura che riempie i suoi occhi. Non posso fare nulla per salvarlo. Morirà e io posso solo stringerlo fra le braccia.
“Signor Stark, per favore. Non voglio morire. Non voglio morire.”
Ci dev’essere qualcosa che posso fare. Qualsiasi cosa. Vi prego.
Non riesco nemmeno più a sostenere il suo corpo, così tremante e scosso. Lo appoggio dolcemente a terra e continuo a piangere. Non è giusto. Non il ragazzo. Non il ragazzo.
“Mi dispiace” sono le ultime parole che mi rivolge.
Poi il suo corpo diventa polvere. Apro la mano chiusa a pugno e guardo un filo di polvere, un pezzo di Peter volare via. Sbatto i pugni a terra più e più volte urlando parole senza senso. Mi strappo i capelli, ripetendo il suo nome. Non voglio più sentire questo dolore nel petto. Voglio che il terreno si apra e mi inghiotta. Voglio morire. No. Non morirò. Perché devo uccidere chi ha fatto questo.
“Thanos” urlo alla desolazione del pianeta, alzandomi faticosamente in piedi “ti troverò e giuro che la pagherai per quello che hai fatto”.
Aziono i motori e schizzo nello spazio, verso la vendetta. In lontananza vedo ancora il pianeta su cui è avvenuto lo scontro, il pianeta su cui Peter è morto.
“Ti voglio bene, ragazzo” sussurro alle stelle. Ma lui è morto, e non può più sentirmi.
  
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