Fanfic su artisti musicali > Seventeen
Ricorda la storia  |      
Autore: T00RU    14/08/2018    1 recensioni
[Seventeen]
«Che stai facendo?» chiese Jihoon, il viso premuto contro al petto del più alto e la voce ovattata. Esitò un poco, ma lentamente portò le mani ad avvolgere a sua volta la figura del più grande.
«Stiamo ballando» rispose Soonyoung con semplicità, senza cessare i suoi movimenti. Jihoon si lasciò sfuggire una risata. «Che deficiente».

//
[soonhoon centric ; meanie + junhao + jeongcheol if you squint]
[2.649 words]
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Wonwoo, l’hai vista la mia matita?» Jihoon alzò il libro di sociologia per controllare che il suddetto oggetto non ci fosse finito sotto. Sospirò quando sul legno del tavolo non trovò nulla, si sporse in avanti per controllare sul resto del tavolo, dove un numero spropositato di libri, quaderni, matite, evidenziatori e post-it colorati erano stati appoggiati disordinatamente.
Wonwoo non si preoccupò nemmeno di alzare lo sguardo dalla pagina che stava leggendo da qualcosa come dieci minuti –si perdeva nei propri pensieri arrivato più o meno a metà paragrafo, il che lo obbligava a ricominciare sempre da capo-. «No, Ji. Non l’ho vista».
In quel momento, finalmente Jihoon posò lo sguardo su di lui; roteò gli occhi immediatamente, spingendo la sedia all’indietro e alzandosi in piedi. Con passi corti ma decisi si avvicinò al posto di Wonwoo, che era seduto alla sua destra, un po’ più lontano per lasciare spazio ai libri. Arrivatogli vicino, gli strappò la matita di mano.
«Oh, ma che-» Wonwoo si fermò immediatamente dopo aver dato uno sguardo più accurato alla propria matita, che, in effetti, non era poi tanto sua.
Jihoon gli rivolse un sorriso palesemente falso, tornando al suo posto.
«Come ci è finita, lì, poi?» chiese Junhui ridacchiando; era seduto davanti a Wonwoo, alla sinistra di Jihoon -che ovviamente, essendo arrivato per primo in biblioteca per la loro giornata di studio insieme, si era seduto a capo di uno dei tanti tavoli-.
Jihoon scrollò le spalle.
Dopo quella breve pausa tornarono tutti e tre con gli occhi puntati sulle pagine da studiare, prendendo occasionali appunti, sottolineando le parole chiave e sospirando di tanto in tanto.
«Sinceramente?» Wonwoo ruppe il silenzio dopo un quarto d’ora, chiudendo il libro e guardando un punto fisso davanti a sé.
«Illuminaci» Junhui gli rivolse un’occhiata divertita, tornando subito dopo a scrivere; Wonwoo si tolse gli occhiali e li appoggiò vicino al libro appena chiuso. «Aristotele può anche andare a farsi fottere. Non capisco nulla della sua logica».
Al sentire quella frase Jihoon si lasciò scappare una risatina, scuotendo la testa. «L’esame lo dovrai pur dare, Won».
«Non se prima mi faccio tirare sotto da una macchina» rispose prontamente l’altro, appoggiando la fronte sul libro. «Mi manca Mingyu».
Jihoon e Junhui alzarono lo sguardo, entrambi aggrottando le sopracciglia; Wonwoo non era tipo da esprimere quello che provava in modo così diretto.
Jihoon aveva sempre pensato che Wonwoo fosse un po’ carente nel mostrare affetto, proprio come lui: Junhui li chiamava “emotivamente stitici”, un po’ per prenderli per il culo,  un po’ per spronarli ad esprimersi con più facilità.
A quanto pare, la lontananza di Mingyu -che era tornato ad Anyang per un po’, per aiutare la sorella a prendersi cura della bambina che aveva dato alla luce da poco- stava smuovendo qualcosa, in Wonwoo; questo però ancora non era successo a Jihoon, che continuava a dover affrontare i propri silenzi.
«Prova a controllare i biglietti dei treni» suggerì Junhui. «Dopo aver dato l’esame potrai andare a fargli visita».
Wonwoo scosse la testa. «Dopo aver portato avanti una gravidanza da sola, Minseo avrà sicuramente altro a cui pensare. Un ospite non farebbe altro che portare problemi e stancare sia lei che la bambina» rispose, alzando la testa dal libro e lasciandosi sfuggire un sospiro.
Junhui annuì, come per fargli sapere che sì, lo capiva.
Capiva il suo disagio.
«Minghao mi manca ogni giorno».
Anche il ragazzo di Junhui era stato costretto a tornare in Cina per un po’ –un mese, per essere precisi-, poiché i suoi genitori avevano improvvisamente deciso che non vedevano il loro unico figlio da fin troppo tempo; gli avevano pagato un volo, e Minghao era stato praticamente obbligato a partire.
Sì, sicuramente Minghao sarebbe stato via meno tempo rispetto a Mingyu, e sicuramente aveva più tempo per parlare con Junhui e fargli sapere che stava bene, ma nonostante questo, anche Junhui ne sentiva la mancanza.
Mentre i due si lamentavano, esprimendo il loro dispiacere ad essere lontani dai propri fidanzati, Jihoon li guardava, picchiettando la matita sulla pagina che stava studiando fino a qualche minuto prima.
«Entrambi torneranno presto, non capisco quale sia il vostro problema» si lasciò sfuggire, senza lasciare indietro il tono quasi apatico che solitamente accompagnava i suoi interventi.
Wonwoo e Junhui si girarono verso di lui contemporaneamente, e diciamo che se gli sguardi potessero uccidere… beh, Jihoon non sarebbe stato nelle migliori delle condizioni.
«È facile da dire, per te» Wonwoo si sistemò gli occhiali sul naso, per non farli cadere in avanti. «Non c’è pericolo che il tuo bello se ne vada» concluse.
Jihoon sentì le punte delle proprie orecchie arrossarsi, ridusse le labbra ad una linea sottile e roteò gli occhi. «Won, Soonyoung non è il mio ragazzo».
Questo era quello che Jihoon continuava a dire a chiunque accennasse a quello che c’era tra lui e Soonyoung; quest’ultimo studiava astronomia –una materia quasi del tutto contrastante con il suo carattere; anche se Jihoon non l’avrebbe mai ammesso a voce alta, vederlo parlare dello spazio e di quello che lo appassionava faceva sempre risvegliare qualcosa nel suo petto. Ancora non sapeva cosa- e l’aveva invitato ad uscire durante una festa che aveva organizzato Seungcheol –uno dei loro amici in comune- e a cui era stato praticamente trascinato da Wonwoo e Junhui; Soonyoung l’aveva visto per caso durante quella serata, lanciandogli un’occhiata di sfuggita, e a quanto pare aveva deciso che voleva portarlo a cena fuori.
Almeno, questo era quello che Jihoon sapeva.
Da quella serata avevano iniziato ad uscire insieme, sempre più spesso, ma tra di loro non c’era ancora nulla di ufficiale.
Prima che Wonwoo potesse rispondere, Jihoon sentì una mano appoggiarsi sulla sua spalla, e notò come un bicchiere di bubble tea era stato appoggiato vicino al suo libro di sociologia, ancora aperto ma sicuramente dimenticato.
«Mh, questo ancora per poco. Ci sto lavorando» alla fine fu Soonyoung a rispondere al posto di Wonwoo; sempre con la mano appoggiata sulla spalla di Jihoon, si sporse in avanti per dargli un bacio sulla guancia.
«Hey» gli sussurrò all’orecchio, al che Jihoon chiuse gli occhi e sorrise. «Hey».
Se Junhui e Wonwoo si erano scambiati uno sguardo e un sorriso complice, sicuramente Jihoon non se n’era accorto. Forse era meglio così.
«Vi chiedo scusa» Soonyoung raddrizzò la schiena, rivolgendosi a Wonwoo e Junhui. «Ma temo che vi dovrò rubare Jihoon per il resto della giornata» scrollò le spalle, ignorando le proteste di Jihoon, che continuava a ribadire di dover finire di studiare.
Fino ad allora, tutti e quattro avevano sussurrato –o perlomeno parlato a bassa voce-, anche prima dell’arrivo di Soonyoung –erano in biblioteca, dopotutto-; fu il continuo protestare di Jihoon ad attirare l’attenzione della bibliotecaria, che con uno «Sh!» deciso riuscì finalmente a zittirlo.
«Non c’è nessun problema» rispose Junhui. «Vero, Won?» continuò, girandosi verso l’amico.
«Aspettavamo solamente che tu lo portassi via» scherzò Wonwoo; Jihoon, in tutta risposta gli lanciò un pezzetto di carta appallottolato, e Soonyoung ridacchiò.
Poi, si girò verso il più giovane. «Ji, sei qui da stamattina; sono le quattro del pomeriggio».
«Devo finire di studiare».
«Stronzate, metti a posto le tue cose, prendi il bubble tea che ti ho comprato e andiamo».
Wonwoo, davanti a quella conversazione, scosse la testa sorridendo.
«Se mi fa schifo te lo sputo in faccia» avvertì Jihoon, iniziando a raccogliere le proprie cose. Soonyoung si appoggiò alla sua sedia. «Ne dubito per ben due motivi; uno» iniziò, e Jihoon già sapeva che aveva tirato su l’indice come per contare, anche se girato di spalle non poteva vederlo. «Sei troppo basso per arrivarci».
Junhui si coprì la bocca con il dorso della mano per non ridere troppo forte; Jihoon si girò e fece per tirare una gomitata al più alto. «Due» continuò l’altro, imperterrito. «È taro bubble tea».
Jihoon si fermò con il braccio a mezz’aria, guardò Soonyoung che in tutta risposta gli stava sorridendo, tornò a raccattare le proprie cose sparse sul tavolo; erano usciti a bere bubble tea insieme solo una volta in due mesi, ed era stato anche uno dei loro primi appuntamenti. E Soonyoung si era ricordato del suo gusto preferito.
Ignorò l’improvvisa voglia di baciarlo, optando piuttosto per zittire le risatine di quelli che avrebbero dovuto essere i suoi due migliori amici.
Quando finalmente finì di mettere tutto nello zaino, Jihoon si alzò in piedi; «Beh» iniziò. «Ci vediamo domani».
Si mise lo zaino in spalla, tenendolo su con una sola spallina come suo solito; mentre si stavano allontanando, sentì la mano di Soonyoung cercare la sua come d’istinto, e in quel momento sentì Wonwoo sospirare.
«Mi manca davvero tanto».
«Lo so, Won».
 
Non appena furono usciti dalla biblioteca, Jihoon tirò un pugno sulla spalla del più grande, che in tutta risposta si massaggiò la parte colpita, non esitando a lanciargli qualche occhiataccia.
«Questo è per aver detto che sono basso».
«Ma lo sei».
Nel vedere Jihoon prepararsi a tirargli un altro pugno, Soonyoung chiuse gli occhi, storcendo il naso e aspettando il suo destino; non sentendo alcun dolore al braccio, aprì prima un occhio e poi l’altro, con cautela.
Jihoon stava ridacchiando, scuotendo la testa leggermente mentre beveva il suo bubble tea. Dopo averne preso un lungo sorso chiuse gli occhi, lasciandosi scappare un sospiro soddisfatto dopo aver mandato giù la bevanda.
«Hai mangiato oggi?» chiese Soonyoung, lanciando un’occhiata al ragazzo che stava camminando al suo fianco; Jihoon scrollò le spalle, sporgendo il labbro inferiore in avanti come per fare il broncio.
«In realtà no» iniziò, prendendo un altro sorso del suo bubble tea. «Ma questo è abbastanza» concluse, riferendosi alla bevanda che teneva in mano.
Soonyoung roteò gli occhi, sospirando. «Non ti faccio mangiare ora perché l’orario ti scombinerebbe l’appetito, ma sappi che ho già in mente un’abbondante cena da farti mangiare fino all’ultima briciola».
Jihoon lo guardò mentre parlava, e sorrise al modo in cui arricciava il naso quando pronunciava qualche parola. «Certo, mammina».
 
Jihoon aveva finito di bere il bubble tea già da un po’; aveva buttato il bicchiere in un cestino trovato un po’ per caso, e istintivamente la sua mano era andata a cercare quella di Soonyoung, pronto a stringerla.
Stavano camminando per il parco del campus, più popolato rispetto alle settimane passate grazie all’improvviso calore che aveva iniziato ad invadere l’aria con l’arrivo della primavera; c’erano studenti seduti sulle panchine, altri seduti sul prato a chiacchierare o a studiare. Jihoon pensava di aver scorto con la coda dell’occhio Seungcheol, seduto sul prato con la schiena appoggiata ad un albero e le dita tra i capelli di un altro ragazzo, che aveva la testa appoggiata sulle sue gambe.
«Hey, Soon» Jihoon attirò l’attenzione dell’altro, troppo impegnato a guardare i sassolini sul sentiero che faceva il giro del parco.
«Mh?».
«Non sono mica Seungcheol e Jeonghan, quelli?» chiese, indicando leggermente con il mento la direzione dei due. Soonyoung seguì il suo sguardo, illuminandosi all’istante.
«Ah, sì, sono loro» sorrise. Apparentemente, anche Seungcheol e Jeonghan li avevano notati, perché avevano fatto loro un cenno con la mano, sorridendo; cenno che Soonyoung e Jihoon ricambiarono, sorridendo a loro volta.
Continuarono a camminare, mano nella mano, troppo impegnati a parlare l’uno con l’altro attraverso parole e sguardi per accorgersi del tempo che via via stava andando peggiorando e di tutti gli studenti che pian piano avevano iniziato a tornare nelle proprie camere, o si erano rifugiati in qualche bar o negozio.
«Sto iniziando ad essere un po’ stanco» Jihoon si fermò, allontanando la mano da quella di Soonyoung, che lo guardò aggrottando le sopracciglia.
«Ci fermiamo un po’?».
«Solo se a te va bene».
Soonyoung allora gli rivolse un sorriso smagliante –di nuovo quella dannata sensazione alla bocca dello stomaco; Jihoon voleva solamente passare del tempo con Soonyoung senza il continuo bisogno di scoppiare a piangere oppure di baciare il povero ragazzo-, lo trascinò per un braccio a sedersi sul prato accanto a lui.
Con un timido sorriso, Jihoon si stese accanto al più alto, prendendo respiri profondi e beandosi dell’odore di aria pulita che c’era attorno a loro.
«Hey, Ji» chiamò Soonyoung.
Jihoon non rispose; si limitò a girare la testa di lato, in modo tale da poter guardare Soonyoung, che fece lo stesso.
Rimasero a guardarsi così per un po’, il silenzio che ora aveva invaso il parco una sorta di colonna sonora dei loro sguardi che non avevano bisogno di nient’altro; i due si capivano già così, i loro respiri calmi e pacati.
E ancora nessuno dei due si era accorto del cielo che ormai era diventato talmente scuro da sembrar notte, o del freddo che era calato; certo, questo finché non scese la prima goccia di pioggia, e poi la seconda, la terza e così via.
«Cazzo, cazzo, cazzo» Jihoon si alzò in piedi in fretta e furia, porgendo una mano a Soonyoung per aiutarlo ad alzarsi a sua volta; quest’ultimo però rifiutò l’offerta del più basso, con calma si alzò in piedi.
«Ma sei scemo?» Jihoon gli tirò uno schiaffo sul braccio, aggrottando le sopracciglia e afferrandogli un polso; cercò di trascinarlo via, al riparo, ma l’altro non si mosse.
Più Jihoon cercava di far muovere Soonyoung, più quest’ultimo se la prendeva con comodo, più la pioggia scendeva e scendeva, bagnandoli entrambi.
«Kwon Soonyoung» avvertì.
«E rilassati un po’, Ji» Soonyoung si lasciò sfuggire un sorriso nel vedere il più basso così teso e preoccupato. «È solo un po’ d’acqua, vedi?» allargò le braccia e buttò la testa all’indietro, chiudendo gli occhi e lasciando che la pioggia ormai forte colpisse la sua pelle, i suoi vestiti, i suoi capelli; ormai tutto bagnato fradicio.
«Dai Soon, non fare il coglione, non siamo mica in un film» Jihoon cercò per l’ennesima volta di trascinarlo verso qualche posto che potesse dare loro il minimo riparo; anche se ormai i suoi sforzi erano inutili, erano entrambi bagnati dalla testa ai piedi.
«E se ci ammaliamo?».
«Allora ci prenderemo cura l’uno dell’altro» Soonyoung riaprì gli occhi, portando lo sguardo su Jihoon; sembrava più piccolo del solito, i capelli bagnati, la sua figura esile scossa da qualche tremolio.
In un tentativo di tenerlo al caldo, Soonyoung prese e lo abbracciò, stringendolo forte e iniziando a dondolarsi lentamente, prima a destra, poi a sinistra e così via.
«Che stai facendo?» chiese Jihoon, il viso premuto contro al petto del più alto e la voce ovattata. Esitò un poco, ma lentamente portò le mani ad avvolgere a sua volta la figura del più grande.
«Stiamo ballando» rispose Soonyoung con semplicità, senza cessare i suoi movimenti. Jihoon si lasciò sfuggire una risata. «Che deficiente».
Rimasero così, a “ballare” sotto la pioggia per un po’, entrambi in silenzio e con gli occhi chiusi.
Jihoon si chiedeva come avesse fatto a trovarsi in quella situazione, bagnato dalla testa ai piedi sotto la pioggia a ballare in mezzo al parco del campus con Soonyoung; Soonyoung, che si prendeva cura di lui, che si ricordava il suo gusto di bubble tea preferito, che scoppiava a ridere dal nulla, che a volte portava avanti i suoi discorsi sullo spazio per ore.
Soonyoung che lo apprezzava, che lo metteva prima di qualsiasi altra cosa, che correva sempre da lui se l’ansia per gli esami diventava troppa da sopportare.
Jihoon alzò finalmente la testa dal petto del più alto, solo per fermarsi a guardarlo; Soonyoung ricambiò lo sguardo, divertito.
«Che c’è, ho qualcosa sulla faccia?» chiese preoccupato. «Ah, poco importa; la pioggia lo laverà via».
Jihoon roteò gli occhi e si lasciò sfuggire una risatina, scuotendo la testa. Rimase a guardarlo ancora per qualche secondo, poi si sporse in avanti e lo baciò dolcemente sulle labbra.
Jihoon non era persona da esprimere i propri sentimenti in modo romantico, esplicito, diretto o plateale.
Si disse che per Soonyoung avrebbe potuto provare a farlo, se questo significava vederlo sorridere in quel modo che tanto adorava, quel suo modo che aveva di sorridergli dopo ogni loro bacio.

 

Soonhoon RISE!
Sono tornata dal regno dei morti solo per pubblicare questa self-indulgent soonhoon os, perché questo è quello che faccio: sparisco per mesi, inizio ad ultimare un nuovo gruppo, ci piango sopra giorno e notte e poi scrivo su di loro.
The circle of life, i guess.
All'inizio ci ho buttato dentro anche gli altri 2/4 della '96 line perché li amo un po' troppo  trovo la loro amicizia molto soft e meritevole di essere anche solo citata.
Non trovo mai nulla di intelligente da dire in queste piccole note dell'autrice, quindi suppongo andrò via, semplice e indolore hehe. 
Spero questa piccola os vi sia piaciuta, nonostante alcune cose poco realistiche -i genitori di Minghao che per pura nostaglia lo richiamano in Cina per un mese-, chiedo scusa per eventuali errori. 
I commenti sono sempre ben accetti, critiche o recensioni positive (unlikely) che siano. 
Alla prossima uwu.
mar,,
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Seventeen / Vai alla pagina dell'autore: T00RU