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Autore: JAPAN_LOVER    16/08/2018    1 recensioni
AVVERTENZE: Questo è il sequel crossover di "Che sia ormai tempo di cogliere la mela?" e "Catturato nei suoi occhi".
*
Dopo 10 mesi dalla conclusone dell'ultimo caso, L, Haruka, Matsuda Quillsh e Ayumi partono per un week-end rilassante a Karuizawa. In Hotel incontrano Conan Ran e Goro, ma anche Eri Kisaki e i suoi colleghi. Quella che doveva essere una tranquilla vacanza all'insegna di relax, viene sconvolta da un nuovo caso di omicidio.
Inoltre, c'è qualcosa che turba Haruka e che sembra mettere nuovamente in dubbio l'amore tra lei e il detective migliore del mondo.
Riusciranno a uscirne tutti indenni anche questa volta?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Tota Matsuda
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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GORO SOSPETTATO

(Terza parte)


Ore 7: 15 A.M.
Eri era scesa alla reception, alla ricerca del concierge, lasciando i tre poliziotti, L, Haruka, Conan e Ran nella camera in cui era avvenuto il delitto.
Mentre Ran si intratteneva con il detective Yamamra, continuando a esprimere timore per la sorte di suo padre (il detective dormiente era ormai giù alla centrale da diverse ore), Haruka cominciò a chidersi che fine avesse fatto Matsuda. Il suo amico poliziotto era uscito dalla camera insieme al signor Teru Odagiri, per andare a controllare i bambini e non era più tornato.
Da quando aveva abbandonato i suoi impegni lavorativi, Haruka non era più abituata a fare le ore piccole e accusava come non mai la carenza di sonno. Improvvisamente le palpebre si erano fatte pesanti e le gambe cominciarono poco a poco a vacillare.
Quando si lasciò andare a uno sbadiglio, L le si avvicinò e con delicatezza le accarezzò il pancione. Lei increspò le labbra in un sorriso e reclinò la testa per lasciargli un bacio sulla gota.
"Dovresti andare a dormire" le disse il detective, apprensivo.
Quella semplice frase, però, suonò ad Haruka più come un ordine che come un caloroso suggerimento.
"Come posso stare tranquilla, sapedo che il povero signor Goro rischia di finire in galera per omicidio?" replicò lei, alzando gli occhi al cielo.
Nonostante conoscesse il suo detective da tutta una vita, Haruka rimaneva sempre sgomenta davanti a quella sua corazza impermeabile. L non era affatto privo di umanità, tutt'altro, ma quell'atteggiamento talvolta cinico lo faceva sembrare davvero senza cuore.
"Il signor Mouri ce la farà. Anche senza di te – scandì L, con tutta franchezza – se ti chiedo di startene buona e di andare a riposare, lo faccio per lei!"
Era naturale che il primo pensiero di L fosse per la piccola che stava per arrivare, la cosa più naturale al mondo, ma per qualche motivo fecero aprire una voragine nel petto di Haruka.
"Questo lo so benissimo!" rispose lei, mettendola tutta per celare il suo risentimento.
Haruka serrò i pugni lungo i fianchi, gli lanciò un'occhiata indecifrabile e, senza proferire parola, uscì dalla stanza.
Si vergognò profondamente di quel sentimento di gelosia che era scaturito dal nulla, ma doveva respirare e calmarsi. Non era certo gelosa della sua bambina, ma di qualcuno a cui ancora non poteva ancora dare un nome.
"Dove sta andando Haruka? – domandò il piccolo Conan perplesso – cosa le é preso?"
Con una certa riluttanza, L distolse lo sguardo dalla parta da cui era appena uscita la sua compagna e lo posò su quel bambino, che gli si era appena avvicinato.
"Non lo so!" ammise L, un pò preoccupato.

Ore 8:10 AM
Eri Kisaki aveva appena finito di comunicare al concierge le ultime disposizioni per il chexk-out, termine del suo week-end a Karuizawa. In quel momento le ampie vetrate della porta automatica si spalancarono e Saku fece il suo ingresso. L'avvocato aveva l'aria piuttosto stanca dopo l'intera nottata passata in caserma.
"Oh, Saku! Finalmente! – esclamò Eri, avvicinandosi subito al suo collega – ti prego, dimmi cosa succede alla centrale di polizia!"
Saku incurvò le labbra in un tenue sorriso e poi le rispose:
"A quanto pare il signor Goro era ubriaco e quindi non sa perché si trovasse nella camera di Ristuko – spiegò lui – anche la polizia fatica a credere che un celebre detective come lui c'entri qualcosa. Di conseguenza, anche gli ispettori che lo stanno interrogando non sanno come comportarsi!"
"Si, certo, capisco! – rispose Eri, alzando gli occhi al cielo – questo non può che voler dire che quel dongiovanni del mio ex-marito prima ha irretito Ristuko e poi, completamente ubriaco, l'ha uccisa!"
Profondamente dispiaciuto, Saku si morse le labbra e si strinse nelle spalle. Avrebbe tanto voluto trovare una parola di conforto per consolare la sua amica Eri.
"Eri, se hai bisogno di qualcosa, chiedimi pure, ti prego!" si offrì lui.
Lei afferrò il suo collega sottobraccio e, con ampie falcate, lo condusse verso l'ascensore.
"Oh, grazie Saku – rispose prontamente l'avvocato dai capelli ambrati – quello che più mi preoccupa in questo momento è il caos che scoppierà in ufficio lunedì."
Saku era convinto che, in un momento del genere, a Eri premesse maggiormente risolvere la questione del suo ex-marito. Per questo si stupì molto quando lei lo trascinò in ascensore e iniziò ad affrontare quello che, una volta rientrati a Tokyo, sarebbe stato il problema del giorno: trovare nel loro studio legale il sostituto di Ritsuko per la causa alla quale stava lavorando da mesi, vale a dire il caso dell'inquinamento delle acque nella zona di Nagano.
"Secondo te come andrà avanti quel processo?" domandò Eri, mentre l'ascensore si fermava al 4° piano.
"Pensi che io dovrei subentrarle e assumere personalmente il caso? – replicò Saku, mentre uscivano dall'ascensore – non credo di essere la persona giusta, non ho la specializzazione che aveva Ritsuko. Tutto al più potrei ottenere una conciliazione tra le parti!"
In quel momento suonò il cellulare di Eri.
"Scusami, Saku, va pure avanti – lo esortò l'avvocato dai capelli ambrati raccolti in una crocchia, sfilando il telefono dalla tasca – ti raggiungo subito sulla scena del delitto!"
"Ehm, certo – rispose lui – va bene!"
Quindi, Saku affondò le mani nelle tasche della giacca e proseguì lungo il corridoio.
"Dunque, vediamo – scandì – qual era la camera di Ristuko?"
Quando Saku vide sul pavimento, davanti a una porta, un vassoio con sopra due piatti di riso con carne e verdure, capì immediatamente che doveva trattarsi della camera della defunta Ristuko.
"Che significa?" biascicò lui, perplesso.
Poi, quando bussò alla porta della camera, con grande sorpresa fu Conan ad aprirgli.
"Oh, ma è lei, signor Saku!" esclamò il bambino con gli occhiali.
"Hey, ma sei qui tutto solo, ragazzino!" osservò l'avvocato penalista, notando la camera ormai vuota.
"Si, i poliziotti sono andati tutti via – rispose Conan, con tono puerile – come mai è venuto qui, signor Saku?"
"Eh? – replicò l'uomo, grattandosi il mento – ah, ecco...la signora Kisaki ha detto che voleva parlare con me!"
"Scommetto che voleva chiederle un parere su quel filo che abbiamo trovato per terra con un anello della catena di sicurezza della porta!"
Saku sgranò gli occhi. Continuava a chiedersi cosa ci facesse lì quel bambino tutto solo.
"E perché mai Eri dovrebbe chiedere proprio a me una cosa del genere?" rise l'avvocato, accarezzandosi la nuca.
"Ho sentito la signora Kisaki parlarne prima – rispose il bambino, affondando le mani nelle tasche dai pantaloncini – diceva che lei, signor Saku, ha usato quel filo dall'esterno per far sembrare la porta chiusa!"
"Ma è ridicolo, quando siamo andati tutti a cercare Goro nella camera di Ristuko, io ed Eri abbiamo verificato insieme la catenella di sicurezza ed era ben assicurata alla porta – replicò Saku, cercando di abbozzare un sorriso – è per questo che ho dovuto sfondare la porta, vedendo la povera Ristuko a terra. Inoltre, ragazzino, non si chiude la porta con un filo così corto!"
"Forse è stato tagliato quando è stato annodato alla catena! – rispose Conan, incurvando le labbra in un ghigno soddisfatto – è possibile che quel filo servisse a tenere insieme i due pezzi di catena, tagliata in precedenza, e che poi l'anello tolto alla catenella di sicurezza sia stato messo da parte in un angolino nascosto nella camera lontano da ogni sguardo. Allora, che dice?"
Saku serrò i pugni, chiedendosi come facesse quel bambino a sapere tutte quelle cose.
"Già e quando la porta è stata aperta con la forza, e sottolineo che sei stato proprio tu a sfondarla, il filo si è rotto, la catena è saltata e ha dato a tutti noi che eravamo fuori l'illusione che la porta fosse stata chiusa dall'interno con la catenella – la voce di Eri arrivò alle spalle di Saku, cogliendolo di sorpresa –dunque è andata così, non è vero Saku? Avanti, ammettilo"
"No, non so proprio di cosa parli – obiettò Saku, abbozzando un sorriso – Eri, la tua ipotesi non sta in piedi. Pensaci bene, tuo marito stava dormendo in quella stanza. Poteva svegliarsi in qualsiasi momento e se avesse tolto la catena, a quel punto tutto il piano sarebbe andato a monte!"
"Ecco perché hai strangolato Ristuko con il cavo telefonico – lo incalzò prontamente Eri, piegando le labbra in un ghigno – in questo modo il telefono sul comodino non avrebbe squillato. In più, hai spostato il cellulare di Goro, mettendolo vicino alla porta, e hai appeso fuori il cartello NON DISTURBARE, così che nessuno sarebbe venuto a bussare. Hai agito in questo modo perché mio marito non doveva svegliarsi. Inoltre, sono più che sicura che hai messo il cellulare di Goro vicino alla porta, perché noi lo sentissimo dal corridoio, così avremmo dedotto che lui si trovava in quella stanza. Sapevi che avremmo aperto la porta con il passpartout e che avremmo trovato la catenella alla porta. Ne eri sicuro, mio caro collega, talmente sicuro che avevi già deciso di sfondare la porta"
Saku le rivolse un sorriso di sfida. Eri era intelligente, ma non poteva permettere che lei lo incastrasse, almeno non per il momento.
"Cara Eri, è davvero eccellente questa tua ricostruzione – ammise lui – quello che hai detto ha senso, ma sarebbe stato più saggio da parte tua non difendere tuo marito e non accusare me del delitto. Non è certo colpa mia se tuo marito è un inguaribile dongiovanni e poi finisce nei pasticci. Inoltre, non hai prove contro di me, quindi rischi che la tua brillante e impeccabile carriera venga rovinata!"
Saku si sentì in colpa per quel colpo basso. Teneva ad Eri con tutto il cuore e sapeva perfettamente di averla ferita, colpendola in punto assai dolente, ma non poteva dargliela vinta: doveva difendersi da quelle accuse con le unghie e con i denti.
Eri incrociò le braccia e appoggio le spalle contro uno dei cardini della porta.
"Già, Goro non cambierà mai! – rise amaramente lei, prima di inchiodare con lo sguardo il suo collega – ma non devi preoccuparti della mia carriera, caro Saku, perché la fortuna è ancora dalla mia parte e sai perché? Perché nel preciso momento in cui sei entrato in questa camera ti sei rovinato con le tue stesse mani!"
Saku sgranò gli occhi.
"Cosa?" sussultò lui, perplesso.
"Sai, mi sorprende che tu sapessi quale fosse la stanza giusta!" osservò Eri, inarcando maliziosamente un sopracciglio.
"Beh, p...perché non avrei dovuto saperlo? – balbettò lui, tentando in ogni modo di discolparsi – fuori dalla porta avevano messo del riso e..."
"Infatti! – lo incalzò nuovamente lei – come facevi a sapere del riso Ayashi?"
"Ecco...io...veramente..." mormorò Saku, non sapendo più come uscirne.
"Te lo spiego subito – disse Eri, arricciandosi una ciocca ribelle che sfuggiva alla crocchia – dopo aver ucciso Ristuko, mentre eri ancora nella stanza, intento a tagliare la catenella e a predisporre il tuo trucco, qualcuno ha bussato alla porta. Sbirciando dallo spioncino dalla porta hai visto il concierge e poi hai notato il promemoria sulla scrivania AYASHI 2, lasciato da Ristuko. Questo ti ha fatto infuriare, hai strappato il foglietto e lo hai buttato via nel cestino dell'immondizia. Eri fuori di te perché lei aveva ordinato da mangiare nel momento sbagliato. Quindi, per evitare che il concierge tornasse a consegnare la cena, hai scritto il messaggio SONO SPIACENTE, RIFERISCA CHE PAGHERO' QUANTO DOVUTO per specificare che il riso Ayashi* veniva respinto ma che sarebbe comunque stato pagato, affiggendolo al cartellino NON DISTURBARE appeso fuori, sulla maniglia della porta. Se non avessi agito in questo modo, non avresti saputo nulla della faccenda del riso Ayashi!"
"Ma no, Eri… – replicò lei – è per puro caso che ho visto il riso. Ho trovato il concierge davanti alla porta con il vassoio ed era molto contrariato. Ecco perché ho capito che questa stanza è quella di Ristuko!"
Eri sogghignò compiaciuta. Ormai, Saku si stava arrampicando sugli specchi.
"No, mi dispiace, non regge – tagliò corto lei – in realtà, quel promemoria lasciato da Ristuko sulla scrivania si riferiva all'appuntamento fissato con Ristuko per questo pomeriggio alle ore 14:00 con l'avvocato Ayashi, un mio vecchio compagno di università. Tu hai notato quell'appunto sulla scrivania (proprio accanto al menu) e sei saltato alla conclusione che Ristuko avesse ordinato due porzioni di riso Ayashi, per lei e per mio marito"
"Io non ho assolutamente parlato di una cosa del genere – tentò di dire Saku – in realtà, ho riconosciuto la sua stanza dal numero sulla porta!"
"Ah, davvero? Ricordavi il numero? – lo inchiodò lei, cominciando a giocherellare con la catenella –guarda qui? La catena di questa porta è intatta."
Saku sgranò gli occhi, incredulo.
"Ho fatto richiesta all'Hotel di lasciarmi utilizzare questa camera – spiegò Eri – in realtà la camera di Ristuko è più avanti. Questo vuol dire che non avevi assolutamente nessun motivo di entrare in questa stanza, a meno che tu non fossi l'assassino!"
Saku sentì franare la terra sotto i piedi. In qualche modo Eri era riuscita a ricostruire con esattezza le dinamiche dell'omicidio.
"Ti prego, Saku – disse infine lei, avvinandosi all'amico – perdonami se ti ho attirato in questa trappola ma, quando ho capito che eri stato tu, ho dovuto farlo. Altrimenti, non sarei mai riuscita a farti confessare!"
Eri era sinceramente dispiaciuta, voleva davvero bene a Saku. A quel punto voleva soltanto sapere cosa lo avesse spinto a uccidere, dal momento che non lo avrebbe mai ritenuto capacer di un omicidio.
"Adesso capisco come debbano sentirsi in aula, quei procuratori che si trovano davanti a te – sorrise tristemente Saku, consapevole del fatto che la sua carriera fosse ormai finita – quello che mi chiedo è come pensi di convincere il pubblico ministero della mia colpevolezza. Solo tu mi hai visto entrare in questa stanza e, poiché sei la moglie di Goro, non verrai ascoltata!"
"Oh, ma io non solo l'unica testimone!" rispose Eri compiaciuta, mordendosi le labbra.
"Cosa? – sussultò Saku, puntando il pollice al bambino con gli occhiali lì nella camera, alle sue spalle – e non starai parlando di quel ragazzino?"
Conan scosse la testa e replicò:
"A dire il vero, nemmeno io sono l'unico testimone!"
"Coraggio, adesso potete uscire!" disse Eri, esortando tutti ad uscire allo scoperto.
A quel punto L, Haruka e Ran uscirono dal bagnetto di quella camera.
"Abbiamo assistito alla scena anche noi!" disse placidamente L, affondando le mani nelle tasche dei pantaloncini.
Poi, dalla stanza di fronte, uscì il detective Yamamura insieme ai due agenti.
"Bene – esordì Yamamura, tutto soddisfatto – abbiamo visto e sentito tutto, quanto!"
Al povero Saku non rimase che prendere atto della sua sconfitta.
"Saku, cosa ti ha spinto ad uccidere Ristuko? – domandò Eri – è la causa alla quale lei stava lavorando, dico bene?"
Saku si strinse placidamente nelle spalle, mentre i due agenti gli si avvicinavano per mettergli le manette.
"Esatto – ammise lui – sono nato e cresciuto nel villaggio di Nagano danneggiato dall'inquinamento idrico di quella fabbrica e volevo che la mia gente vincesse la causa. In realtà intendevo drogare Ristuko con una bevanda e, una volta che si fosse addormentata, avrei chiuso la chiave con la catenella rotta simulando il suo suicidio. Ma poi mi sono accorto che il signor Goro era andato a dormire in quella camera. Nessuno avrebbe creduto che Ristuko si fosse suicidata, dopo aver invitato un uomo a dormire nella sua stanza e ordinato il servizio in camera. Che sciocco sono stato ad interpretare quell'appunto in quel modo! - rise amaramente - Così ho deciso di strangolarla e di fare in modo che la colpa ricedesse su tuo marito. Insomma, il mio proposito era eliminare l'avvocato della difesa e prendere in mano la situazione, in modo da arrivare il più velocemente possibile ad un accordo extra-giudiziale tra le parti. Dopo di che sarei andato a costituirmi, permettendo al detective Goro di essere prosciolto!"
Eri si morse le labbra.
"Ristuko non meritava di morire - replicò Eri, perplessa - aveva accettato quel caso solo perché lo studio riteneva che fosse di sua competenza!"
"Non l'avrei mai uccisa se avesse accettato l'incarico solo per una buona parcella o semplicemente perché si trattava di un lavoro come un altro – confessò Saku – quando ho saputo che avrebbe reso impossibile la vita agli abitanti del mio villaggio, portando il caso in tribunale unicamente per rimpiazzarti è stato troppo!"
Eri rimase per un attimo senza fiato. Con Ristuko aveva intrattenuto rapporti sempre molto cordiali o almeno così credeva.
"Ristoko voleva rimpiazzarmi?"
"Già – annuì Saku – e credo che si sia portata in camera tuo marito per la stessa regione, per farti un dispetto!"
"E' incredibile – sussultò Eri – non può essere vero!"
Saku sorrise amaramente.
"Cari Eri, sei sempre stata una donna speciale. Tu ti fidi troppo degli esseri umani, ma questo è un errore – le disse con tanto affetto, un attimo prima che gli agenti di polizia lo portassero via – ad essere sincero, io ero uno dei tanti uomini che ti ammiravano e che avrebbero voluto conquistarti! Ti prego, Eri, devi credermi. Dopo aver patteggiato per il mio villaggio, mi sarei costituito. Nonostante io sia ancora innamorato di te, non avrei lasciato che tuo marito venisse incriminato al mio posto."
"Saku..." mormorò Eri, quasi senza parole.
Poco prima che Saku entrasse nell'ascensore scortato dai poliziotti, Eri gli promise:
"Saku, mi occuperò io del caso di Ristuko. Darò il massimo, per raggiungere un accordo fra le parti!"
Lui le lanciò un languido sguardo pieno di gratitudine, prima che le porte dell'ascensore li separassero.
"Mi mancherai, Saku!" sussurrò piano lei.
"Grazie, Eri. Nonostante tutto, so già che continuerò sempread amarti!" mormorò Saku.

* RISO AYASHI: piatto tipico giapponese a base di riso, manzo e verdure.

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CIAO A TUTTI!
SPERO CHE ABBIATE PASSATO TUTTI UN BUON FERRAGOSTO. NATURALMENTE IO ROTOLO :'D
SIAMO GIUNTI AL PENULTIMO CAPITOLO DI QUESTA BREVE STORIELLA ESTIVA. SPERO DI AVER ESPOSTO I FATTI IN MODO CHIARO! SE NON LO SONO STATA, FATEMELO TRANQUILLAMENTE SAPERE! :'D
BEH, MI PARE DI AVERVI GIA' FATTO CAPIRE IN QUALCHE MODO CHE NE' L E NE' CONAN SAREBBERO STATI I VERI PROTAGONISTI DI QUESTO CASO. LA PROTAGONISTA INDISCUSSA IN QUESTA FF E' SENZ'ALTRO LA NOSTRA ERI KISAKI. NONOSTANTE I FORTI DUBBI SULLA FEDELTA' DI SUO MARITO, L'AVVOCATO HA VOLUTO AD OGNI COSTO RISOLVERE IL CASO (SEPPUR CON QUALCHE PICCOLO AIUTO DA PARTE DEI DUE GRANDI DETECTIVE) E SCAGIONARE GORO.
SPERO CHE LA MIA STORIA VI ABBIA IN QUALCHE MODO INTRATTENUTO IN QUESTE STRANE E TORRIDE GIORNATE ESTIVE.
VI ASPETTO COME SEMPRE PER L'EPILOGO!!
GRAZIE DI CUORE A TUTTI COLORO CHE CONTINUANO A SEGUIRMI, SPERO DI NON DELUDERE MAI LE ASPETTATIVE E DI CONTINUARE SEMPRE AD APPASSIONARVI.
A PRESTO,
JAPAN_LOVER < 3
   
 
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