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Autore: KHREM    17/08/2018    0 recensioni
Dafne, una giovane modella in carriera rimane folgorata da un semplice ragazza sconosciuta e incontrata per caso nel panificio in cui lei era solita passare. Sente subito che non può lasciarla andare via così come tutta l'altra gente che scorre sulle vie di quel quartiere. Da quell'attimo inizia una dolcissima storia destinata a nascere e ad evolversi tra mille ostacoli e prove a cui la vita non la risparmierà.
Sarà proprio Dafne a narrare la storia.
"[...] lei come la foglia più leggera d'autunno, se ne stava lì in un angolino in compagnia del profumo del pane, delle nostre voci e di un posto nuovo tutto da conoscere. [...]" - cit. dal primo capitolo.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Erano passati un po' di giorni, prima che Ellie potesse tornare a casa sua, a causa di quei sigilli che la polizia aveva messo.
Dal giorno dell'incontro in ospedale, io non avevo più visto neanche Maria per alcuni impegni di lavoro che mi constrinsero a stare fuori città.
Riuscivo la notte con qualche minuto libero a dispozione, prima di dormire, a comunicare con una delle due per sapere come stavano andando le cose.
Avevo saputo che la mamma di Ellie, adesso veniva tenuta sotto osservazione da Maria che aveva fatto in modo di trasferirla in una clinica vicino al suo studio, un po' più seria e un po' più costosa, ma questo Ellie non lo sapeva.
Ellie credeva che fosse solamente un semplice trasferimento.
Anche lei si stava riprendendo, qualche segno era ancora visibile, ma la paura e i malesseri stavano ormai scomparendo.
«Buongiorno Signora!» esclamò Ellie entrando appena nel chiosco.
«Oh, buongiorno cara! Tu devi essere Ellie, giusto?» domandò la signora sorridente stringendole la mano.
«Si, sono io! E' incantevole qui dentro Signora Monica!»
Ellie si guardò intorno estasiata.
«Vieni cara, ti faccio vedere tutto il necessario prima di lasciare nelle tue mani questo piccolo paradiso.»
Ellie, seguì le istruzioni della Signora Monica molto attentamente.
Le diede delle dritte su come trattare con i clienti, come servirli, come capirli affondo nelle loro richieste.
«E soprattutto mia cara, ricordati che le tue mani accarezzeranno e cureranno delle piccole vite e non degli oggetti, come tante persone credono.»
«Si, Signora Monica.»
«Ricordati che questi fiori e queste piante sono come le persone: devi dar loro amore, portar loro rispetto e allora vedrai crescere qualcosa di molto speciale in loro, a partire dall'essenza che ti regaleranno.»
La Signora Monica fece una carezza al viso di Ellie «vedo nei tuoi occhi una ragazza per bene, non credo di doverti dare molte altre raccomandazioni».
Ellie aiutò la Signora Monica a prendere le sue cose «ricordati solamente che per qualsiasi cosa puoi chiamarmi, che sia giorno o che sia notte».
«Grazie infinite per la possibilità che mi sta dando! Non la deluderò!» disse Ellie stringendole entrambe le mani.
«Ne sono sicura figliola.»
Si salutarono ed Ellie rimase sola nel chiosco.
Tirò un sospiro di sollievo per essere riuscita a trovare questo piccolo lavoro e continuò a guardarsi intorno e ad ammirare tutti quei colori.
Il chiosco si trovava in un posto molto sicuro della città, pieno di gente, pieno di negozi e non era molto lontano dal mare.
Ellie era immersa nei fiori, nei loro petali e nel fresco candido di quella piccola oasi.
Bene, vediamo cosa c'è da fare sulla tabella di marcia!
Aveva ancora mezz'ora di tempo prima di aprire e così iniziò a sistemare il piccolo magazzino all'interno del chiosco.
Quei piccoli scaffali e quelle piccole dispense erano sempre tutte in disordine e la Signora Monica le aveva dato carta bianca purché tutto potesse essere finalmente sempre in ordine e pulito.
Mmm...vediamo. Qui ci sono tre scaffali, due cassetti con un piccolo ripiano e due sportelli in basso.
Quindi potrei...sistemare le varie decorazioni, nastri e fasci colorati sugli scaffali, così che sono visibili anche per i clienti...nei cassetti potrei sistemare i vari arnesi che utilizzerò per le decorazioni e le composizioni...e negli sportelli potrei mettere le varie bombolette spray, qualche bottiglia d'acqua e quei piccoli vasetti abbandonati li sotto...chissà mai possano tornare sempre utili un giorno...il ripiano...meglio lasciarlo libero. Non ci sarà mai abbastanza spazio qui dentro, ne sono sicura!
Ellie si grattò un attimo la testa guardando con soddisfazione il piccolo magazzino.
In quel momento mentre lei era di spalle, bussai alla porticina del chiosco.
Ellie aprì e vidi spuntare sul suo volto un'espressione sopresa.
«Dafne! Che cosa ci fai qui?» le sorrisi e poi le risposi «te lo dirò solo se prima mi fai entrare».
Ellie mi fece entrare e mi prese uno sgabello per farmi sedere.
«Allora?» chiese sorridendo «vuoi tenermi sulle...spine?»
Ci guardammo ridendo e poi mi decisi a risponderle.
«Sono scappata.»
«In che senso "scappata"?»
Mi avvicinai di più a lei con lo sgabello e poi le presi tutte e due le mani accarezzandole.
«Oggi è il tuo primo giorno di lavoro Ellie ed io volevo augurarti buona fortuna».
Mi guardò per un istante imbarazzata e poi distols
e lo sguardo e lasciò anche le mie mani.
«Dove vai?» chiesi.
Lei si voltò e mi rivolse un sorriso furbetto.
«Il tuo colore preferito?» mi domandò.
«Il rosso».
Ci fu un silenzio assordante per qualche minuto, scandito da qualche rumore prodotto da quello che stava facendo lei.
«Tutto bene...Ellie?»
«Perfettamente! Non aver paura!» esclamò ridendo.
Si avvicinò a me con le mani dietro la schiena e poi disse «adesso chiudi gli occhi e promettimi che qualsiasi cosa accada, tu continuerai a tenerli chiusi»
La guardai con sorriso stampato in faccia «non sono sicura di poterti fare questa promessa...» lei mi fece una smorfia «ma guarda che non ho mica intenzione di tirarti addosso una scatola di insetti...».
Mi guardò pregandomi di chiudere una buona volta gli occhi ed io cedetti e senza più controbattere mi fidai di lei e chiusi gli occhi.
Ellie iniziò a farmi cadere sulla testa dei petali rossi «ma che cavolo fai Ellie!?», quasi gridai ridendo, «non aprire gli occhi, l'hai promesso!».
Continuò a far cadere gli ultimi petali e poi non sentii più nulla.
«Adesso posso aprire gli occhi?».
Ellie si guardò prima intorno e poi mi diede il permesso.
«Ma guarda cosa hai combinato!» le dissi alzandomi e pulendomi dai petali.
«Ti sei arrabbiata?» mi chiese.
«No...certo che no Ellie. E' che non ho capito il senso di quello che hai fatto con i petali...».
La guardai un po' confusa.
«Cioè, è stato divertente, ma...».
«Ma è solo una stupida ragazzata, vero?»
«Non volevo dire questo Ellie.»
«Ma l'hai pensato...»
Mi grattai la testa mentre qualche petalo cadeva ancora a terra.
«Ellie, adesso devo andare. Devo tornare a lavoro e anche tu qui hai un gran bel da fare. E' il tuo primo giorno.»
«Lo so» mi allungò le chiavi della macchina che avevo poggiato sul bancone e poi disse «allora ciao».
Mi diede le spalle e iniziò a spolverare un po' il bancone e poi ci passò su uno sgrassatore con una pezza bagnata.
La guardai ancora un istante e ancora più confusa le dissi un "ciao" sottovoce e uscii.
Entrai nella mia auto, posai la borsa e misi in moto.
Ovviamente, come spesso mi capitava, il cellulare iniziò a squillarmi e così poco dopo dovetti accostare per rispondere.
«Che diamine sempre la solita storia...ogni santa volta che metto moto!»
Era un numero anonimo e appena dissi "pronto?" mi chiusero il telefono in faccia.
«Ma che cavolo...» stavo per mettere il cellulare di nuovo nella borsa quando vidi una scatolina, così la presi e le tolsi il fiocchetto e il coperchio.


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NOTE:
giornate un po' sottosopra le precedenti a cui devo il ritardo della pubblicazione di questo capitolo.
La pubblicazione verrà ripresa con un ritmo molto più decente, promesso. u.u



Puoi scrivermi per qualsiasi cosa: consigli, suggerimenti e critiche, sono tutti sempre, i benvenuti. :)

Grazie per la lettura e a presto! 

KHREM





   
 
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