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Autore: Lory221B    18/08/2018    1 recensioni
La GCPD ha un'operazione importante da compiere e niente deve ostacolarli. Per evitare intromissioni da parte di Oswald, Harvey ha il piano perfetto: trovare qualcuno che possa distrarlo. Ma le cose non vanno esattamente come previsto.
(Gobblepot)
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harvey Bullock, Jim Gordon, Oswald Cobblepot
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mi dispiace


« Finalmente tutti in cella »

Harvey, con orgoglio, sbatté in prigione tutti i criminali della banda che avevano cercato nelle ultime settimane. Finalmente i quartieri poveri erano al sicuro e potevano pensare al prossimo caso. Era euforico, per una volta tutto era andato secondo i piani.

Lo stesso non si poteva dire di Gordon; aveva partecipato al blitz, aveva coordinato gli uomini con precisione e professionalità, ma era come spento, senza mordente e senza entusiasmo.

Harvey lo raggiunse nel suo ufficio, dove si era rintanato a riflettere dopo la buona riuscita della missione.

« Jim, che ti succede? Problemi con quella donna con cui uscivi? »

Gordon emise uno sbuffo, quasi una risata amara « È un po’ più complicato di così »

« Racconta » Lo incoraggiò Harvey e Jim sorrise al buon amico che era sempre stato Bullock, nel bene e nel male, anche nei momenti peggiori. Giocherellava con una penna della scrivania e non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Oswald che lo fissava ad occhi spalancati dopo che si erano baciati e lui lo aveva abbandonato. Bullock gli passò la mano davanti la faccia, per attirare la sua attenzione e Jim scosse la testa, incerto su cosa effettivamente potesse o volesse raccontare.

« Non riesco ad essere onesto con me stesso, non riesco ad ammettere quello che provo. Te l’ho detto, è complicato e devo solo archiviare questa cosa e andare avanti » rispose, con un leggero groppo in gola. Non riusciva a guardare Harvey negli occhi, sentiva che lo stava fissando, lo stava studiando, aveva paura che in qualche modo potesse leggergli dentro, che capisse il suo conflitto: era innamorato di Oswald Cobblepot e doveva farsene una ragione il prima possibile, in modo da bloccare qualunque sentimento per un gangster.

Harvey gli si avvicinò e Jim alzò lo sguardo, quasi indifeso « Ti farà male, Jim. Come tutte le cose che non affronti. Qualunque cosa sia finirà, per logorarti »

« Fai il saggio, Harvey? Non sai nemmeno di cosa sto parlando »

« So che questa città ti inghiotte senza chiederti il permesso e tu non puoi vivere di solo lavoro, né diventare un robot per il bene della città. Qualunque cosa sia, lasciati andare amico. Forse sarà uno sbaglio ma almeno ci avrai provato »

Jim era certo che se Harvey avesse saputo che stava parlando di Oswald, non lo avrebbe spinto in quella direzione; era tentato di confessare tutto, che aveva quasi fatto saltare tre settimane di lavoro per una inaspettata cotta, quando Bullock aggiunse « Non sono fuori dal mondo come credi, è evidente che hai una certa propensione a perdere la testa per persone pericolose: Barbara, Sofia, persino Lee, che per quanto agisse per il bene della città, ha scelto un sentiero oscuro. Chiunque sia la persona che ti sta incasinando la vita, immagino sia qualcuno di pericoloso e questo ti sta bloccando »

« Harvey » provò ad iniziare il discorso, a spiegare che dopo tanti anni di uno strano rapporto con Oswald si era reso conto di poter provare qualcosa, di poter lasciare libero ogni suo lato di sé con lui e la cosa lo stava spaventando e tormentando, ma fu subito interrotto.

« Non voglio sapere di chi si tratta, cerca almeno di essere onesto con te stesso e buttati. Ma non fare niente che io non farei » aggiunse, scherzando ma Jim non trattenne un’espressione contrariata, era sicuro che Harvey non avrebbe baciato Oswald e nemmeno voleva immaginarlo.

Il rumore di qualcuno che bussava alla porta e l’ingresso di uno degli agenti di pattuglia, distrasse entrambi dalla conversazione.

« Capitano, mi scusi se la interrompo ma ho sentito parlare tra loro alcuni degli uomini che abbiamo arrestato »

Entrambi fissarono l’agente, in attesa che proseguisse il discorso.

« Hanno nominato Valeska »

Gordon trattenne il respiro. Aveva rimosso quell’informazione che gli aveva dato Oswald, era finita da qualche parte nella sua mente, distratto da mancati balli, baci, e scoperte di essere stato manipolato da settimane « Oh, merda. Me ne sono completamente dimenticato »

« Cosa? » chiese Bullock, alzando un sopracciglio.

Gordon si stava già rivestendo, prese la giacca e la pistola e si precipitò fuori dall’ufficio.

« Oswald ha parlato del deposito di munizioni, di andare a controllarlo »

« Oswald Cobblepot? » chiese Harvey, correndogli dietro.

« Certo! Conosciamo altri Oswald? »

« No, ero solo stupito che l’avessi visto di recente » rispose, prendendo il cappello mentre Jim non si preoccupava nemmeno di avvisare gli uomini di dove stesse andando.

Bullock continuava ad arrancare dietro di lui e mise la mano sulla maniglia sulla porta prima che Gordon potesse uscire.

« Jim, siamo appena tornati. Interroghiamo gli uomini che abbiamo arrestato invece che correre alla cieca. E se mentre ci precipitiamo in massa da una parte, Jeremiah mette in atto qualcosa in un altro punto e lasciamo la città scoperta? Non sai nemmeno se quello che ti ha detto Pinguino è vero »

« Mi fido di lui » gli rispose e questo bastò per zittirlo e mollare la presa sulla maniglia « Tu e gli altri interrogate la banda, scoprite cosa sanno. Io vado a controllare »

« Non vai da solo! Vengo con te »

**** * ****

Bullock arrestò l’auto proprio fuori dal deposito. Essere al porto, di sera, alla ricerca di Valeska non era il modo ideale di finire la giornata, soprattutto una giornata in cui avevano già avuto la loro buona dose di sparatorie e arresti. In più, Bullock era preoccupato per Jim, non sembrava abbastanza concentrato, non quanto richiedesse la situazione.

Harvey stava per chiedere a Gordon se avesse idea di cosa avrebbero trovato, cosa dovessero aspettarsi, quando degli inequivocabili rumori provenienti dall’edificio li colse alla sprovvista.

« C’è una sparatoria in corso? » chiese Bullock, allarmato.

« Tu vai sul retro, io passo per davanti » Rispose, senza aspettare commenti da Harvey ma precipitandosi verso la fonte del rumore. Harvey scosse la testa e chiamò subito rinforzi, non poteva di certo farsi trascinare dalle aspirazioni suicide di Gordon.

Jim spinse piano la porta d’ingresso del deposito, il rumore di spari proveniva da una zona a est, quindi si sentì abbastanza sicuro nel percorrere l’altro lato dell’edificio, sgattaiolando tra gli scatoloni. Quando gli spari iniziarono a intensificarsi, poté distinguere chiaramente alcuni uomini vestiti in maniera eccentrica, quasi sicuramente uomini di Valeska e altri uomini, vestiti da gangster, alcuni avevano delle facce note, e per guardare meglio si sporse dal suo angolo.

Fu un attimo: un proiettile lo mancò per un soffio, ma non perché si fosse schivato ma perché qualcuno lo aveva spinto un attimo prima di venire colpito.

Si ritrovò a terra, con i rumori degli spari sempre più vicini e qualcuno sopra di lui.

Jim sgranò gli occhi quando capì che il corpo sopra il suo, quello che lo aveva salvato gettandolo a terra e che stava indugiando un attimo di troppo abbracciato a lui, era proprio Oswald.

« Benvenuto, Jim »

Sapeva che era del tutto inappropriato rimanere stretto a Gordon, quando si presumeva che dopo il salvataggio si sarebbe immediatamente spostato, ma restare così vicini ancora qualche secondo non avrebbe ucciso nessuno, in fin dei conti lo aveva appena salvato da morte certa.

«Emh… Oswald, potresti spostarti? »

Si scansò imbarazzato, mentre Jim cercava di elaborare cosa diamine stesse succedendo.

« Sono i tuoi uomini quelli? » chiese, passando lo sguardo da lui ai gangster che si agitavano tra gli scatoloni.

« Qualcuno doveva fermare Valeska, non credi? » rispose Oswald, rimettendosi in piedi a fatica, perché nel buttare a terra Gordon aveva sbattuto proprio la gamba destra; Jim allungò una mano verso di lui per aiutarlo e Oswald prontamente la prese « Ero certo che ti saresti dimenticato di andare a controllare » aggiunse e non poté evitare di strizzargli l’occhio, con un fare scherzoso che non si addiceva alla situazione.

Jim lo osservò stranito, era uno strano modo di rincontrarsi e trovava alquanto sospetto che Oswald avesse sentito l’improvviso impulso di andare a fermare Jeremiah « Credevo avessi detto che non volevi farlo tu, per evitare di saltare in aria »

« Volevo dimostrarti che sono utile,  Jim » rispose, sta volta puntando i suoi occhi in quelli di Gordon e per una volta fu Jim a boccheggiare, rendendosi conto che gli stava ancora tenendo la mano. Avrebbe voluto dirgli un sacco di cose, non ultima che era contento di rivederlo, anche se in una pessima situazione, ma non riuscì a dire niente di tutto ciò.

« E ti aspettavi che avesse un esercito? » chiese, rimandando a dopo ogni conversazione sui propri sentimenti.

« Evidentemente no. I tuoi uomini sono schierati fuori? »

« Non proprio, spero che Bullock li abbia avvisati »

La sparatoria si stava spostando sempre più vicino a loro, così decisero di dividersi per circondare gli ultimi uomini di Valeska rimasti. Oswald si spostò verso un angolo riparato da dove poteva usare il mitra con facilità. Quando finalmente gli spari si placarono, uscì per controllare “i danni”, ossia quanti dei suoi uomini fossero rimasti in piedi: più di quanti sperasse, fatto non trascurabile.

Si aggirò tra i cadaveri, Valeska ovviamente non c’era ma immaginava non fosse presente, i suoi uomini erano soltanto a guardia del magazzino, non era il loro covo. Si diresse verso la porta principale quando notò un corpo a terra.

Iniziò a correre, nonostante la gamba gli facesse particolarmente male dopo il salvataggio di Gordon; gli sembrò che quei cinquanta metri che lo separavano dal corpo a terra fossero cinquecento, fino all’ultimo sperò che fosse uno degli uomini di Valeska che somigliava particolarmente a Jim Gordon, ma più si avvicinava più si rendeva conto che era una speranza vana.

« Jim? » gridò, buttandosi accanto a Gordon che era stato gravemente colpito allo stomaco. Aveva le mani coperte di sangue e cercava di tamponarsi la ferita.

Gordon si accorse appena della presenza di Oswald, che intanto gli aveva passato un braccio sotto la testa mentre con l’altra mano stava cercando il cellulare nella tasca per chiamare l’ambulanza. Sentiva la voce di Oswald come in un sussurro, gli sembrava stesse litigando con chiunque fosse al telefono e, conoscendolo, era molto probabile.

Oswald chiuse la chiamata e portò una mano sul viso di Jim, cercando di tenerlo sveglio fino all’arrivo dei soccorsi.

« O-ok, stai calmo. Adesso arriva l’ambulanza. Non è la prima volta che ti sparano, vedrai che andrà bene » cercava di mantenere un tono calmo ma gli occhi stavano iniziando ad inumidirsi.
« La vedo brutta questa volta » gli rispose Jim, con la voce flebile come un sussurro.
« Non… non dire così. Non puoi farmi questo, sei resuscitato per tutti, fallo anche per me »
Gordon sorrise « Mi dispiace »
Oswald avrebbe voluto schiaffeggiarlo, urlargli che quell’atteggiamento disfattista era poco produttivo, ma sentì il rumore di passi dietro di lui e un braccio lo alzò di peso, rimettendolo in piedi.

« Levati, Cobblepot. Ci sono i dottori » ruggì Harvey, mentre i paramedici circondavano Gordon e lo portavano via in barella.

Oswald seguì la scena in silenzio, nonostante sentisse il peso dello sguardo di Harvey addosso.

« Mi spieghi cos’è successo tra te e Jim Gordon? »

Gli mancava soltanto di subire un interrogatorio da parte di Bullock. Avrebbe voluto urlargli che non erano affari suoi, che era stato un pessimo partner, visto che Jim era stato ferito gravemente, che era un pessimo amico perché non sapeva niente di quello che accadeva a Jim e soprattutto che odiava lo stupido piano che gli aveva messo l’agente Smith in casa. Senza quel piano, Jim non avrebbe mai saputo di Valeska e nessuno gli avrebbe sparato ma soprattutto, senza lo stupido piano, non starebbe così male per quanto gli mancava Jim Gordon.

« Niente, cosa vuoi che sia successo? » esalò soltanto, poco convinto.

Harvey lo guardò sospettoso, ma decise che era meglio correre in ospedale da Jim che continuare a discutere con Pinguino, per cui non chiese altro. Se ne stava già andando quando Oswald lo trattenne per un braccio.

« Puoi farmi sapere come sta? » immaginava che non sarebbe stato tra gli ospiti più graditi in ospedale e non voleva mettere Gordon in imbarazzo davanti al resto della GCPD - perché Jim si sarebbe ripreso, non c’erano dubbi a riguardo - ma aveva bisogno di conoscere le sorti del suo Capitano.

   
 
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