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Autore: Dreamer47    21/08/2018    1 recensioni
Seguito di Heartbeat: ambientato all'inizio della sesta stagione.
Dal testo:
"Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
[...]
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità.
Fece un balzo in avanti e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo, si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sesta stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Family don't end with blood'
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Capitolo 1.
Ther
e's weight on my shoulders but it's not over.


 
Il buon odore del caffè entrò nelle narici del ragazzo, facendo si che aprisse gli occhi e che si stiracchiasse; 7:00 : l’orario che lesse sulla sveglia quando gli lanciò un’occhiata veloce prima di imprecare contro quell’altra dannata giornata:
era ora di andare a lavoro, lasciare il bambino a scuola. Una vita normale.
Il suo momento preferito arrivava la sera, quando poteva annegare tutto il suo dolore e le sue frustrazioni nell’alcol.
Ormai da mesi si era incastrato volontariamente in quella routine alcolica, per il semplice motivo che non riusciva neanche più a sopportare la sua immagine riflessa nello specchio.
Odiava la sua vita, odiava tutto ciò che fosse successo in quell’ultimo anno e mezzo, odiava avere perso tutte le persone a cui più teneva.
“Buongiorno tesoro!” Esclamò la brunetta entrando nella stanza con un sorriso stampato sul viso, avvicinandosi al ragazzo appena seduto sul bordo del letto e abbracciandolo.
“Buongiorno Lisa” sussurrò Dean accennando un sorriso e ricambió la stretta della donna.
“La colazione è pronta” sussurrò sorridendo e dandogli un bacio a fior di labbra. “Preparati o Ben farà tardi a scuola”.
“Lo so..” sussurrò Dean sospirando, tornando a mettere su l’espressione che da moltissimo tempo si era impossessata del suo viso.
Divenne serio, molto serio, e mise su il suo solito sguardo perennemente incazzato e cupo; si fece una doccia, per poi scendere velocemente al piano di sotto e fare una colazione veloce.
Dean sapeva di non poter portare avanti quella relazione malsana e dolorosa, sapeva di non comportarsi bene con Lisa e ciò gli generava un senso di colpa così grande da farlo incazzare ancora di più con se stesso: arrivò alla conclusione di non essere un brav’uomo, non più ormai.
Stava ferendo giorno dopo giorno una donna che lo amava così tanto, aveva lasciato che il suo fratellino saltasse nella gabbia con Lucifero e Michele e, prima di andarsene, aveva fatto del male anche a Katherine.
Il respiro gli si bloccò: non si era permesso neanche a pensare il suo nome per così tanto tempo, che averlo pronunciato nuovamente lo scosse terribilmente.
Un peso nel petto lo schiacciò terribilmente e si dovette fermare per qualche momento; lo stomaco gli si chiuse e spinse velocemente il piatto lontano da se, pulendosi le labbra con un tovagliolo.
“Ben, ti aspetto in macchina” sussurrò alzandosi dalla tavola come un robot, salutando appena Lisa ed uscendo di casa il più velocemente possibile.
Entró nel suo pick up ed accese il motore; pensare a Sammy e a lei peggioró il suo umore fino all’inverosimile, strinse il volante fino a far diventare le nocche bianche e strinse i denti.
Si odiava per ciò che aveva fatto.
In quell’istante la portiera del passeggero si aprì ed entrò Ben sorridendo; il ragazzo si sforzó di sorridergli di getto, reprimendo dentro di se tutti quei sentimenti orribili.
Eccola arrivare, un’altra giornata di merda.
 
 
 
 
 
 
“E anche questo nido è stato sterminato!” Esclamò Katherine sorridendo, pulendo la lama grondante che impugnava sulla sua camicia.
“Ottimo lavoro, dolcezza ” sussurrò Cristian avvicinandosi e dandole una pacca sul fondoschiena.
La ragazza sorrise a quel gesto e scosse la testa guardandolo con disappunto; Cristian era un ragazzo più grande di lei di qualche anno, l’aveva conosciuto nell’ultimo anno da quando aveva ricominciato a cacciare con sua sorella e Sam, e si era creata da subito una forte sintonia.
“Ehi, non sul lavoro!!” Esclamò Katherine ridendo, notando lo sguardo del ragazzo.
“Il nostro lavoro è appena finito..” sussurrò l’uomo avvicinandosi pericolosamente al suo viso. “..prima il dovere e poi il piacere, si dice così no?”.
La ragazza sorrise e si lasciò afferrare dalle gambe, sbattendo con il fondoschiena sul tavolo malmesso di quell’orribile posto, mentre l’uomo si fiondò sulle sua labbra, assaggiandole e leccandole con troppa urgenza.
“Non penserai che farei sesso in una stanza piena di sangue e di cadaveri?” Chiese Katherine ridendo, spingendo via il cacciatore e scendendo dal tavolo.
“Cacciare mi eccita” sussurrò l’uomo sorridendo e schiacciandole l’occhio.
“Andiamo, Samuel ci aspetta” disse Katherine ricambiando il sorriso.
Uscirono da quell’edificio abbandonato in cui i vampiri avevano fatto il loro nido ed entrarono nella loro auto, recandosi il più velocemente possibile alla base.
La ragazza continuò a notare gli sguardi carichi di desiderio che Cristian continuasse a lanciarle, come se fosse pronto ad accostare e farla sua in quell’esatto momento.
Non poté negare che tra di loro ci fosse una forte alchimia e una splendida intesa sessuale, ma quel rapporto le metteva molta tristezza; non le piaceva avere una relazione di solo sesso, non era da lei. Non la faceva stare meglio, non la rendeva meno triste. Aver ritrovato sua figlia l’aveva stabilizzata, stava bene; aveva supplicato Castiel di cancellarle la memoria, non voleva che la sua bambina ricordasse ciò che Lucifero le avesse fatto, e improvvisamente tornò la Judith di sempre. La sua Judith.
Ciò nonostante, Katherine continuava a portare comunque un vuoto nel suo cuore. Un vuoto così grande, da bloccarle il respiro e paralizzarla ogni giorno quando ci pensava.
Sospirò e si voltò verso il finestrino, mentre il cacciatore sfrecciava sulla super strada, notando come il cielo stesse diventando sempre più nero; che ci fosse una brutta tempesta in arrivo?
Sentí una leggera fitta al fianco sinistro, esattamente nel punto in cui vi era quella brutta cicatrice, e improvvisamente il suo umore cambiò: non poté evitare di ripensare a come si fosse procurata quella brutta ferita.
E il suo pensiero finì a lui.
Deglutì con fatica e sentí una stretta allo stomaco; si costrinse a pensare ad altro, alla caccia appena finita ad esempio, a qualsiasi altra cosa.
Aveva represso per così tanto tempo tutti i suoi sentimenti che lasciarli liberi in quel momento l’avrebbe distrutta: da quando lei e Dean avevano rotto, non aveva più affrontato l’argomento con nessuno, neanche con se stessa, e di certo quello non era il momento adatto.
Cristian giró con l’auto a sinistra e vide il grande cancello aprirsi; salutò con un cenno della mano gli altri ragazzi che stavano di guardia e si preparò a scendere dall’auto.
Entrarono all’interno dell’edificio: una vera e propria base militare anti mostri.
Samuel si era dato molto da fare per realizzarlo, ci teneva a sterminarli tutti; la ragazza si avvicinò al grande salone e con uno scatto della mano aprì la porta.
“Sammy, Hailey, siamo tornati.." sussurrò la ragazza sorridendo, dando le spalle ai presenti e depositando tutte le sue armi sul tavolo dedicatogli.
"Com'è andata la caccia?" Chiese Samuel avvicinandosi e sorridendo.
"Abbiamo ucciso quei figli di putt.." iniziò la ragazza togliendosi il suo giubbotto di pelle nero e posandolo sulla sedia più vicina, ma fu costretta a bloccarsi quando si voltò e un forte nodo in gola le strozzò la voce.
Si convinse che suo cuore si fosse fermato a quella visione, o che si fosse fermato molto tempo prima e solo in quel momento avesse ripreso a battere: i suoi occhi incrociarono dopo tanto tempo i suoi. Verdi splendenti come li ricordava.
Vide il suo sguardo, dapprima duro e solenne, divenire quasi più rilassato, mentre l’abbozzo di un sorriso amaro si dipinse sulle sue labbra; nessuno poteva saperlo, ma i loro due cuori presero a battere come mai prima d’ora. I loro polmoni ricevevano poco ossigeno poiché i loro corpi erano quasi paralizzati, i loro occhi presero a bruciare.
Il ragazzo si alzò silenziosamente dalla sedia e con un sospiro si avvicinò, sorridendo alla ragazza.
"Ciao Katherine.." sussurrò continuandola a guardare, quasi felice che stesse bene.
La sua voce, così calda e dura allo stesso tempo, lo colpì come uno schiaffo in piena faccia; le era mancata, più di qualsiasi altra cosa, e peggiorò di gran lunga il suo malessere.
"Dean.." sussurrò Katherine con un filo di voce, come se le avessero piantato un coltello in pieno petto.
Cercò di cacciare il più in fondo possibile tutti i sentimenti che stava provando: dolore, gioia, tristezza, felicità ma soprattutto amore.
"Ti trovo bene.." sussurrò il ragazzo sorridendole teneramente, sospirando profondamente.
"Anche tu stai bene.." sussurrò Katherine sentendo gli occhi velarsi di lacrime.
Abbassò repentinamente lo sguardo: non voleva che leggesse il suo dolore, non voleva dargli questa soddisfazione.
Si costrinse ad ingoiare tutti i suoi sentimenti e ad apparire tranquilla possibile, ma con scarsi risultati.
Rialzò lo sguardo dopo essersi calmata e chiese: “Che ci fai qui?”.
L’aria divenne molto tesa e nessuno disse nulla, tutti i presenti rimasero ad osservare i due ex amanti che dopo tanto tempo stavano l’uno di fronte all’altro.
Katherine non si aspettava di rivederlo, quella notte se n’era andato senza spiegazioni, senza una misera scusa; l’ultimo posto in cui si aspettava di trovarlo era proprio quello.
“Ho dei Djin alle calcagna” rispose Dean sorridendo amaramente. “Sam è venuto ad avvertirmi”.
“Adesso lo sai” disse la ragazza sollevando le spalle, incredula che quella situazione stesse davvero accadendo.
Dean aprì la bocca per dire qualcosa, probabilmente un rimprovero come “Perché diavolo non me l’hai detto tu?”, ma la porta si spalancò ed entrò Cristian e si avvicinò velocemente ai due, con un sorriso stampato sul viso.
"Cugino, Samuel mi aveva detto che saresti arrivato!” Esclamò avanzando verso di lui e stringendogli la mano. “Sono Cristian! Mi dispiace non essere arrivato prima! Hai già conosciuto la mia Katherine?".
"La tua Katherine?" Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e fissandolo in cagnesco.
“Ci conosciamo già” sussurrò la ragazza abbassando lo sguardo, sentendosi quasi un difetto.
“Stai con lui adesso?” Chiese Dean con ribrezzo, sentendo il sangue ribollire nelle sue vene, infuriandosi.
“Ragazzi dovremmo concentrarci sul caso adesso..” sussurrò una voce in fondo alla stanza, avanzando.
Hailey, Sam, Samuel e il resto della famiglia avevano assistito a quella scena, e sul viso di tutti vi si poteva leggere quanto fossero stupiti e dispiaciuti.
Perché nessuno l’aveva avvertita?
 
 
 
Tutti i cacciatori cominciarono a cercare i motivi per cui quei Djin avessero attaccato Dean, perché proprio in quel momento; tutti tranne Katherine e Dean stesso.
Agli occhi degli altri apparirono intenti a studiare il caso, con tanto di libri fra le mani, ma solo loro capirono quanto si distraessero a vicenda; entrambi si scambiavano delle occhiate veloci, come se fossero dei clandestini e non avessero neanche il permesso di guardarsi, e Katherine fu sicura che il ragazzo si stesse chiedendo perché non riuscisse più a sentire i suoi sentimenti.
Quando si erano rivisti poco prima, Katherine fu sicura che Dean avesse percepito ognuno dei suoi sentimenti e istintivamente pescò dalla sua borsa il suo anello per rimetterlo immediatamente al dito; dettaglio che non sfuggì a nessuno dei presenti.
Quando Cristian chiuse di scatto il libro ed uscì dalla stanza, la ragazza non perse l’occasione e copiò i suoi gesti, seguendolo ed uscendo dalla stanza con lui; lo bloccò per il braccio e lo guardò in cagnesco.
“Tu lo sapevi? E non hai pensato di dirmelo?" Chiese Katherine in tono aggressivo e guardandolo quasi con odio. “Perché hai dovuto far capire per forza quello che c’è tra noi?!”.
"Perché avrei dovuto dirti che il tuo ex stava tornando in città?" Chiese Cristian allargando le braccia, arrabbiandosi. “E perché non avrei dovuto dirgli che stiamo insieme ?!”.
"Noi non stiamo insieme!!” Esclamò Katherine scuotendo la testa e facendo per andare via. "Qualunque cosa ci fosse fra noi è appena finita".
“Non puoi fare sul serio!!” Esclamò Cristian inseguendola e afferrandola per un braccio.
“Lasciami in pace o giuro che te ne pentirai“ disse Katherine con il tono più arrabbiato che avesse, scrollandosi di dosso la presa del cacciatore.
Lo lasciò lì, sull’uscio della porta e la riaprì di scatto, tornando nella sala con gli altri cacciatori ancora intenti a trovare una soluzione; tutti la fissarono in silenzio, avendo sentito tutto ciò che avesse appena detto a Cristian e lei come risposta allargò le braccia.
“Che c’è ?” Esclamò guardandoli ad uno ad uno in cagnesco.
Tutti i presenti -Sam, Hailey, Samuel, Guen e ovviamente Dean- abbassarono lo sguardo, tornando a cercare la risposta in chissà quale libro; si stavano cominciando ad innervosire, specialmente il maggiore dei Winchester.
Aver scoperto che il suo fratellino fosse ancora vivo lo sconvolse tantissimo, e sapere che tutti quelli a cui voleva bene ne fossero a conoscenza peggiorò la situazione.
Bobby, Hailey e.. Katherine.
Cercò di non pensarci e deglutì con fatica, distogliendo lo sguardo dalla ragazza: la osservava, la studiava e si chiedeva se provasse il suo stesso disagio. Il suo stesso dolore.
Che stupido che sei, pensò sospirando. Lo hai sentito, quanto l’hai vista neanche due ore fa.
Lo aveva sentito fin quando Katherine non avesse indossato il suo anello che bloccava il loro legame; nonostante non fosse più la Cacciatrice, il loro legame non si sarebbe mai spezzato.
Ne aveva avuto la prova quando ancora vivevano insieme dopo la morte di Sam.
Sospirò rumorosamente e guardò Samuel, intento ad affilare la lama della sua ascia; non era un topo da biblioteca, lo aveva capito subito.
Lui preferiva l’azione, preferiva tagliare gole ed uccidere demoni.
Dean si chiese chi fosse così potente da portare in vita Sam e suo nonno; avevano contattato Castiel, gli avevano chiesto spiegazioni, ma non seppe cosa rispondergli, dato che non ne sapeva assolutamente nulla.
Non è stato Dio” aveva detto l’angelo dileguandosi.
Allora chi diavolo era stato? Chi gli aveva riportato suo fratello e suo nonno?
 
Un po’ stordito aprì gli occhi trovandosi disteso su di un divano a lui sconosciuto: mise a fuoco la stanza intorno a se, non riconoscendola, finché una figura comparve e si diresse nella sua direzione.
“Sei sveglio finalmente, raggio di sole!” Scherzò una voce femminile a lui davvero familiare, sedendosi su di una sedia davanti al divano.
“Hailey?” Biascicò il ragazzo ancora molto confuso, passandosi una mano sul viso e sedendosi. “Dove mi trovo?”.
“Al sicuro” disse una voce ancora più familiare di quella della ragazza davanti a se. “Ciao Dean”.
Il ragazzo alzò lo sguardo, chiedendosi se fosse solo un sogno o se fosse la realtà, ma quando incrociò il suo sguardo, si riprese del tutto e sgranò gli occhi.
“Sam..?!” Chiese scosso, alternando lo sguardo incredulo fra i due.
“È lui, è Sam!” Esclamò Hailey sorridendo felice, sfiorandogli il braccio nel tentativo di tranquillizzarlo. “Ho controllato, è lui!”.
Dean sentí gli occhi pizzicare ed il suo cuore esplodere di felicità: si fidava di Hailey, non dubitava delle sue parole.
Fece un balzo in avanti, lasciandosi il divano indietro, e si avvicinò velocemente al fratello, stringendolo tra le braccia. Come poteva essere tornato? Quando era uscito dalla gabbia?
Lasciò le domande per dopo e si strinse al suo fratellino godendosi il momento, mentre la felicità si impossessò di lui e si lasciò invadere da un senso di pace.
 
Scosse la testa scacciando quei pensieri e chiuse il libro, nervoso e infastidito di tutta quella situazione.
“Allora, come procediamo ?” Chiese il maggiore prendendo parola e rompendo il silenzio.
“Tu sei un po’ arrugginito Dean, lascia fare a noi professionisti” rispose Cristian sorridendo, cercando di camuffare il suo disprezzo mentre un ghigno divertito si dipinse sul suo volto.
Quando diavolo era tornato nella stanza? Si chiese mentalmente, guardando con curiosità l’orologio.
Due ore. Erano passate due ore da quando Katherine gli aveva gridato che tra loro era finita.
“Beh, mentre voi aspettate che i Djin vengano a trovarvi, io li vado ad affrontare in casa mia!!” Esclamò Dean agitato, scuotendo la testa.
“E qual è il tuo piano, tigre mmh?” Chiese Guen sorridendo.
Fra i due partì una simpatia reciproca, in fondo erano cugini; gli dispiaceva sapere che per tutto quel tempo non si fossero mai conosciuti. Era pur sempre parte della sua famiglia.
“Servono delle esche, da Sam sono già andati quindi..” sussurrò Dean con tono alto, per poi abbassarlo e sospirare. “..siamo io e Katherine”.
“Che c’entra Katherine ?” Chiese Cristian alzandosi e mettendosi sulla difensiva, innervosendosi.
“Ci siamo incontrati così” disse Sam sollevando le spalle ed annuendo.
“Io e Sam abbiamo ucciso il loro capo per salvare Katherine..” continuò Dean appoggiandosi al tavolo.
“Dean ha ragione” disse Hailey annuendo. “Potrebbe essere un buon piano”.
“E come pensi di attirarli?” Chiese Samuel ascoltando bene il piano dei ragazzi.
“Andremo a casa mia..” sussurrò Dean guardando la ragazza con aria dispiaciuta. “.. verranno loro da noi”.
“Non se ne parla!” Esclamò Cristian sospirando con rabbia.
“D’accordo!” Esclamò Katherine ignorando il ragazzo ed annuendo, afferrando il suo pugnale dal tavolo e mettendolo nella sua guaina. “Andiamo Dean”.
“Veniamo con voi” sussurrò Guen sorridendo, sinceramente preoccupata per l’amica.
Si ritrovò l’unica a obiettare, cosciente che tutti i presenti fossero impotenti davanti alle decisioni dei due.
“Tranquilla Guen, ce la caveremo..” sussurrò la ragazza ricambiando il sorriso. “Se vi vedranno, capiranno che è una trappola”.
“Sta attenta, sorellina..” sussurrò Hailey avvicinandosi e abbracciando la ragazza, che ricambiò la stretta.
“Fa attenzione..” sussurrò Sam sorridendo, dandogli una pacca sulla spalla.
Dean ricambiò il sorriso e si avviò verso l’uscita, seguito da Katherine che prese delle chiavi ed il suo giubbotto di pelle, notando lo sguardo preoccupato e ferito che aveva messo su Cristian.
Le dispiaceva comportarsi così, ma stava proprio andando fuori di testa. Era troppo per lei.
“Andiamo con la mia” disse la ragazza a titolo informativo, tirando dritto ed incurante di una sua ipotetica risposta.
Dean entrò nella sua auto in silenzio e chiuse la portiera, mentre Katherine accese il motore e partí sgommando; durante il viaggio nessuno dei due proferì parola.
Non riuscì a fare a meno di guardare la ragazza: i capelli le erano cresciuti, non erano più neri, ma erano tornati ad essere biondi come quando l’aveva conosciuta.
Per un momento le sembrò di essere tornato a tanto tempo fa, quando ancora era tutto semplice nella sua vita.
 
“Bella casa..” sussurrò Katherine una volta entrata, osservandola con un sorriso sulle labbra. “È tutto molto rispettabile!”.
Dean sorrise, per la prima volta senza amarezza, riconoscendo il carattere ironico della ragazza.
Non rispose e continuarono la perquisizione della casa, trovandola sgombera; si fermarono nella cucina e l’uomo le offrí una birra, che accettò con piacere.
“Quindi.. come stai?” Chiese Dean
sorridendo imbarazzato, sedendosi sulla sedia della cucina.
“Come sempre.." sussurrò la ragazza distogliendo lo sguardo ed accomodandosi. "Combatto, questa è la mia vita".
"Hai avuto problemi ad ambientarti da umana?" Chiese l’uomo continuando a guardarla, non riuscendo a distogliere lo sguardo.
“Intendo.. a cacciare”.
"No" rispose seccamente la ragazza, bevendo qualche sorso della birra.
"Stai mentendo" sussurrò Dean sorridendo.
“È vero, ma ormai è acqua passata" disse Katherine ridendo.
Il silenzio piombò nuovamente fra i due, e occuparono il tempo bevendo la birra e guardandosi in giro, in attesa di qualche segnale dai Djin.
“Com’è andata in quest’ultimo anno? È la vita meravigliosa che sognavi?” Chiese Katherine alzandosi e curiosando in giro con lo sguardo.
“Beh, è una vita normale, in una città normale, con gente normale..” rispose Dean facendo spallucce.
“Già, fino a ieri immagino..” disse Katherine ridendo.
“Poi il caos..” aggiunse Dean sospirando. “in tutti i sensi..”.
“Cosa?” Chiese la ragazza aggrottando le sopracciglia.
“Beh sono un po’ sconvolto! Ne ho il diritto?” Chiese Dean allargando le braccia, continuando a tracannare un po’ del contenuto della bottiglia.
“Di che parli?” Chiese Katherine mordendosi il labbro.
“Di te.. e Cristian”.
“Cosa c’entra adesso?” Chiese la ragazza mettendosi sulla difensiva.
“Volevo fare conversazione” sussurrò Dean cercando di concludere il discorso.
“Tu puoi trasferirti nella casa di un’altra donna e suo figlio e io non posso scopare ogni tanto con un altro cacciatore ?” Chiese Katherine acidamente, guardandolo in cagnesco e posando rumorosamente la bottiglia di vetro, ormai vuota, sul tavolo.
A quelle parole, Dean si irrigidì e serrò la mandibola, deglutendo con fatica; la verità sbattuta in faccia faceva male.
“Intendevo avere una relazione..” sussurrò la ragazza sospirando, intuendo l’errore appena commesso. “..una relazione con un cacciatore”.
“Hai il pieno diritto di avere una vita! Quando questa storia sarà finita non mi farò più vedere, così potrai continuare!” Esclamò Dean scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo, fissando fuori dalla finestra.
La ragazza percepì una fitta al cuore: faceva male, davvero tanto male.
Non lo aveva visto, ne sentito per un anno intero, ed averlo rivisto, averci potuto parlare le generò una gioia immensa ed un grande dolore allo stesso tempo. Non voleva perderlo di nuovo, non voleva che sparisse di nuovo dalla sua vita.
Ma ciò era impossibile. Una volta finito, sarebbe tornato tutto come prima. Lo aveva detto anche lui.
“Sono davvero felice che tu sia riuscito ad uscirne, così come Bobby e Sam..” sussurrò Katherine con un filo di voce, abbassando lo sguardo e sospirando.
“Katherine, non riesci a capire che l’unica cosa che ho sempre voluto è mio fratello vivo?” Chiese Dean alzando la voce e sbattendo la sua mano sul tavolo.
“Se lo avessi saputo avresti mollato Lisa e Ben! Sam lo ha fatto per il tuo bene!!” Esclamò Katherine guardandolo e allargando le braccia.
“Lo so, avrei fatto lo stesso al suo posto..” sussurrò passandosi una mano sul viso, cercando di calmarsi.
“Loro stanno bene?” Chiese la ragazza a brucia pelo.
Katherine non aveva detto il soggetto della sua frase, non aveva espresso chiaramente a chi si riferisse, ma l’uomo capì immediatamente.
Loro. La sua famiglia. O almeno quella nuova.
“Sono da Bobby” rispose Dean sospirando, guardandola con la tristezza negli occhi.
“Sono sicura che staranno bene con lui..” sussurrò Katherine sorridendo sinceramente. “..e tu sei fortunato ad avere loro”.
Ed era vero, l’ex Cacciatrice stava parlando sul serio: era felice che avesse trovato qualcuno che lo amasse sinceramente.
Dean se lo meritava davvero, anche se Katherine continuava a sentirsi arrabbiata nei suoi confronti.
Dopo quella notte, sapeva che si sarebbe crogiolando nel dolore. Katherine avrebbe scommesso che, durante quell’anno in cui non avevano avuto alcun contatto, Dean si fosse chiuso a riccio e fosse stato tormentato da atroci incubi; avrebbe tanto voluto che si perdonasse, ma con lui non era mai così semplice.
“Katherine, quello che è successo fra noi..” iniziò il ragazzo sollevando lo sguardo e piantandolo su di lei.
Improvvisamente non riuscì a continuare, mentre un nodo prese a gravargli sul petto e sulla gola; gli sembrava tutto così surreale.
“No Dean, non provare a parlarne” disse Katherine scuotendo la testa, continuando a guardarlo.
“Io..” sussurrò il ragazzo riacquistando la parola, ma venne brutalmente interrotto.
“No! Non hai diritto di parlarne!” Esclamò Katherine contrariata, scuotendo la testa e facendogli segno di piantarla, quando la sua attenzione fu catturata da un rumore quasi impercettibile.
Fece segno all’uomo di fare silenzio e di soppiatto si agiró per la cucina: c’era qualcosa in quella casa, lo sapeva. Lo sentiva.
Dean la guardò con fare interrogativo, ma la ragazza non rispose, muovendosi silenziosamente nella direzione del rumore.
Improvvisamente, una spranga di ferro si mosse in direzione del suo viso, ma l’ex Cacciatrice con un movimento repentino la schivò, afferrandola fra le mani e tirandola dalla sua parte, facendo avvicinare di scatto l’aggressore.
Una donna alta, bruna, con dei tatuaggi su tutto il corpo, la guardò a metà tra il terrore e lo sconcerto, mentre Katherine le staccò con forza la spranga dalle mani e la usò per colpire il Djin dritto in faccia, che cadde a terra priva di sensi.
Si girò verso il cacciatore e lo trovò bloccato da due omoni pieni di tatuaggi, mentre un terzo gli sfioró il viso con un ghigno sulla faccia.
Bene, pensò Katherine. Siamo due contro quattro! Fantastico!
“Razione doppia per te!” Esclamò l’uomo intento a toccare il viso del cacciatore. “Hai ucciso nostro padre, figlio di puttana!”.
“E io ucciderò voi!” Esclamò Katherine colpendo con la spranga quell’uomo, stordendolo.
Dean si liberò della stretta dei due e con un calcio ne atterrò uno, mentre l’altro venne ucciso repentinamente dalla ragazza con un coltello d’argento.
La donna priva di sensi a terra si riprese e si avventò sull’ex Cacciatrice, che l’attirò a se e la colpí al collo, facendole mancare il respiro; diede un’occhiata veloce a Dean, trovandolo bloccato per il collo, in cerca di qualcosa con cui colpire il Djin che lo stesse bloccando.
“Dean!” Esclamò la ragazza per attirare la sua attenzione, lanciandogli il coltello che usò per trafiggere a morte l’uomo.
Fu un solo momento, ma i due si scambiarono un sorriso di complicità, come qualche anno prima; nessuno dei due distolse lo sguardo, finché i due Djin superstiti si avventarono su i due ragazzi.
Dopo qualche mossa, Dean uccise la donna bruna contro cui stesse combattendo, lasciandola cadere a terra privo di vita, mentre Katherine fu scaraventata sul tavolo della cucina, che spezzò con la schiena e venne ripetutamente colpita al viso.
L’ormai ex cacciatore si affrettò a raggiungerli e trafisse al cuore l’uomo, che cadde sopra la ragazza privo di vita, facendole mancare il respiro per qualche momento.
“Levami quest’orso di dosso !” Esclamò la ragazza supplicando, respirando a fatica.
L’uomo rise di cuore, chiedendosi da quanto tempo non ridesse in quel modo, e fece scivolare il cadavere di quell’uomo corpulento da quello esile della ragazza; le tese una mano per aiutarla a rialzarsi e Katherine l’afferrò volentieri, facendo leva sulle gambe e tirandosi su.
Senza che i due ragazzi se l’aspettassero, si trovarono a pochi cm di distanza dai rispettivi visi; lentamente, l’uomo le sistemò con delicatezza una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre un sorriso nacque sul viso di entrambi.
Il verde degli occhi del ragazzo incastrò l’azzurro dell’ex Cacciatrice: gli sembrò passare un‘eternità, i loro occhi stavano raccontando tutta la verità che non avevano avuto il coraggio di dirsi durante il viaggio in macchina o mentre aspettassero l’attacco dei Djin.
In silenzio, quei due testardi stavano raccontando tutto ciò che non avevano il coraggio di dire ad alta voce; in quell’esatto momento, entrambi capirono un’unica cosa: non era finita tra loro.
“Ce l’avete fatta!” Esclamò Hailey entrando nella stanza e sorridendo, interrompendo quella situazione.
“Che ci fate qui?” Chiese Katherine aggrottando le sopracciglia e allontanarsi dal cacciatore, imbarazzata.
“Eravamo qui fuori, non vi avremmo lasciati completamente da soli” disse Cristian irrompendo nella stanza insieme agli altri, avvicinandosi.
“Beh, potevate presentarvi un po’ prima, almeno io e Katherine non avremmo rischiato il culo da soli” disse Dean guardandolo con insofferenza.
“Sono felice che ce l’abbiate fatta..” sussurrò Sam sorridendo e toccando la spalla del fratello, ignorando quegli stupidi battibecchi.
“La vecchia squadra funziona ancora” disse Dean sorridendo, spostando lo sguardo sulla ragazza.
Katherine annuì e sorrise, pulendo la lama del suo coltello sulla sua felpa.
“L’importante è che abbiate vinto” disse Hailey sorridendo.
“Noi lavoriamo così” disse il maggiore dei Winchester alzando il tono della voce e guardando Cristian con un sorriso stampato sulla faccia.
“Ehi, con chi credi di avere a che fare ?” Chiese l’uomo guardandolo con odio, avvicinandosi con gradi falcate.
“Cacciatori?” Chiese Dean ironicamente, mettendosi faccia a faccia con il cugino e sorreggendo lo sguardo con sfida.
“Pensavo fossimo una famiglia!” Esclamò Cristian mantenendo il suo stesso tono.
“Ehi non ci scaldiamo!” Esclamò Sam mettendosi fra i due e allontanandoli con le braccia.
“Cristian basta, è andata bene, stiamo bene..” sussurrò Katherine accennando un sorriso nella sua direzione e sfiorandogli il braccio, mentre inspiegabilmente il ragazzo si calmò.
Si liberarono dei cadaveri, ripulendo la casa e tornando alla base da Samuel per raccontargli tutto.
Il viaggio fu silenzioso, a parte qualche delucidazione sul caso da parte delle due sorelle; quando finalmente arrivarono, la luna era già alta nel cielo. Era ormai quasi l’una di notte.
“Rimarrai qui?” Chiese Hailey sistemando il suo borsone pieno di armi sul tavolo.
“No Hailey, torno da Lisa e Ben” rispose il cacciatore sospirando, passandosi una mano sul viso e appoggiandosi al grande tavolo.
“Li metterai un pericolo” sbottò Sam guardandolo con disappunto.
“Io li ho coinvolti, il minimo che possa fare è proteggerli” rispose Dean aggrottando le sopracciglia.
“Almeno fermati a cena..” sussurrò Hailey introducendosi nel discorso, sorridendo speranzosa ed avvicinandosi.
“A quest’ora ?” Chiese il cacciatore sorridendo divertito, aprendo le braccia e stringendola. “D’accordo!”.
“Mi sei mancato scimmione” sussurrò Hailey sorridendo, chiudendo gli occhi e stringendosi al petto del cacciatore.
“Anche voi..” rispose il ragazzo sospirando, guardando gli altri.
 
 
"Ehi..".
Una voce estremamente familiare arrivò alle sue spalle e il cacciatore di voltò di scatto, quasi spaventandosi, assorto per com’era fra i suoi pensieri.
Era ormai tardi ed era troppo stanco per mettersi in viaggio a quell’ora, così accettò l’invito di suo nonno e decise di rimanere per la notte a casa loro.
"Ciao.." sussurrò accennando un sorriso.
“Vuoi una birra?” Chiese Katherine sedendosi accanto al ragazzo sul porticato della base di Samuel, porgendo con una mano una bottiglia al ragazzo, mentre con l’altra stringeva la sua.
“Grazie Kath..” sussurrò Dean accennando un sorriso e bevendo un sorso.
Alcol e loro due da soli, lontani dai rispettivi fidanzati, dopo la tensione di quel giorno? Forse non era una buona idea.
"È finita bene oggi alla fine” disse la ragazza tracannando un po’ della birra, fissando il cielo.
Era troppo imbarazzata per alzare lo sguardo e fissarlo su quello del cacciatore, che da quando era arrivata non glielo aveva tolto di dosso, ma voleva passare un altro po di tempo con lui prima che andasse via. Ne aveva ancora bisogno.
"Già.." sussurrò Dean accennando un sorriso amaro.
Gli faceva male, voleva urlarle di guardarlo, di piantare i suoi occhi nei suoi, perché stava per andarsene e quella poteva essere l’ultima volta.
Voleva ritornare al momento in cui avessero steso quei Djin ed erano rimasti solamente loro.
“Hai digerito il ritorno di Sam?” Chiese Katherine sospirando.
“Non è facile, ma piano piano sto metabolizzando” rispose Dean sorridendo, distogliendo lo sguardo e bevendo qualche sorso.
“Anche io sono rimasta.. scioccata.. quando è tornato” sussurrò Katherine facendo spallucce. “È piombato alla mia porta con Hailey, mi ha solo detto “Ciao Katherine, guarda chi è tornato in città”!”.
“Davvero?” Chiese Dean aggrottando le sopracciglia e guardandola stranito. “Non è da lui!”.
“È un po’ cambiato, ma penso che sia normale..” sussurrò la ragazza con una sigaretta fra le labbra, che accese e inspirò il primo tiro.
La nube di fumo uscì dalle sue labbra e l’uomo respirò quell’odore che non sentiva più da tempo.
“Quel posto ti distrugge dall’interno..” sussurrò Dean bevendo un sorso di birra.
"Quando tornerai a casa tua?" Chiese Katherine sospirando, prendendo un altro tiro.
Dean percepì il dolore con cui la ragazza gli pose quella domanda, che suonava più come un "quando tornerai da lei?"; dovette ammettere quanto gli avessero fatto male quelle ultime due parole.
Casa tua.
Ripensò con nostalgia a quando le loro case ancora coincidessero: un ricordo ormai troppo lontano.
"Domani mattina partirò" rispose Dean serrando la mascella.
Katherine annuí continuando a guardarlo, quando all'improvviso Dean spostò il suo sguardo su di lei e prese a guardarla proprio come quando si erano rivisti dopo un anno e mezzo, qualche giorno prima, e come qualche ora prima nella sua casa.
“Come sta Judith?”.
“Benone! Cresce tanto, ed è molto vivace!” Esclamò Katherine sorridendo, appoggiando la testa ad un braccio per guardarlo meglio. “Ancora chiede di te, sai? Credo che senta la tua mancanza”.
“Vorrei vederla qualche volta..” sussurrò Dean sorridendo amaramente. “..se ti va, ovviamente..”
Katherine non rispose, ma lesse nei suoi occhi quella tristezza che tanto cercava di nascondere da tutto il giorno; ma non poteva sfuggirle, non proprio a lei.
Non aveva dubbi sul fatto che Dean amasse ancora Judith, in fondo si era comportato come un padre con lei, ma non voleva che sua figlia venisse ancora confusa e delusa.
La sua bambina di ormai 10 anni era stata delusa troppe volte, aveva sofferto troppo nell’arco della sua breve vita: prima con Henry, poi con Sam quando se la spassava con Ruby mentre stava a casa sua, successivamente quando aveva dovuto affrontare la morte di Giles, e nell’ultimo anno, la lontananza da Dean.
Non voleva illuderla che quella volta Dean rimanesse con loro.
“Si è fatto tardi..” sussurrò Katherine continuandolo a guardare negli occhi con aria triste. “Andrò a dormire".
"Ti prego rimani" pensò Dean sospirando, serrando la mascella.
"Già, si è fatto tardi.." sussurrò con voce rotta.
"Buonanotte Dean.." disse la ragazza sfiorando il suo braccio con delicatezza, prima di alzarsi e rientrare in casa.
Lui la seguí con lo sguardo senza rispondere e la vide chiudersi la porta alle spalle; sentì il suo cuore battere all’impazzata, sapendo benissimo che non avrebbe potuto avere altro da quel momento.
Non c’era modo di cambiare le cose, ormai era troppo tardi.
"Buonanotte Kath.." sussurrò sospirando, cosciente che non potesse sentirlo.
Il telefono gli vibrò in tasca e lo estrasse con un peso sul cuore: sapeva chi fosse.
Quando torni?”.
Lisa. Chi poteva essere se non lei?
Domani tornerò presto e dimenticheremo questa storia!
Promesso!”.
Rimise il telefono in tasca e finí il contenuto della bottiglia con un grosso peso sul cuore.
 
 
Rimase davanti alla porta indecisa sul cosa fare: bussare? Non bussare? Andare via?
Aveva sempre odiato chiedere scusa nella sua vita, la faceva sentire debole e indifesa, ma lo aveva già superato per le persone a cui voleva bene e lui era una di queste.
Si fece coraggio e colpì leggermente la porta con le sue nocche, torturandosi il labbro inferiore; dopo qualche secondo la porta si aprì e la ragazza trovò davanti a se un uomo molto sorpreso e incredulo per ciò che stesse vedendo.
“Ciao..” sussurrò con un filo di voce, fissando i suoi occhi marroni.
“Sei tornata a parlarmi?” Chiese Cristian sollevando un sopracciglio, con voce glaciale.
Katherine accennò un sorriso imbarazzato e osservò il ragazzo voltarsi nella direzione opposta ed avvicinarsi al suo letto; vi era un borsone aperto, dal quale l’uomo estraeva le sue cose per sistemarle nel suo armadio, per poi adagiarlo in un angolo della stanza.
“Ti devo le mie scuse.. “ sussurrò Katherine sospirando, giocherellando con le sue mani e torturandosele.
Una risata partì dal petto del cacciatore che si voltò velocemente a guardarla sorpreso e si sedette sul letto divaricando le gambe e appoggiando i palmi delle mani contro il materasso dietro di se.
“Davvero?” Chiese Cristian ironicamente, sollevando nuovamente un sopracciglio.
Incastrò i suoi occhi con quelli della ragazza e la studiò: gli sembrava davvero dispiaciuta, ma ciò non gli bastava più.
“Sono stata una stronza tutto il giorno con te e mi dispiace davvero” sussurrò Katherine abbassando lo sguardo sulle sue mani che ancora torturava.
“Ammetto che non me l’aspettavo” rispose il cacciatore ridendo e scuotendo leggermente la testa. “Non pensavo che saresti tornata da me”.
“Voglio essere sincera con te, Cristian: quando ho rivisto Dean, sono andata fuori di testa! Non me l’aspettavo neanche io, non ero pronta!” Esclamò Katherine sospirando, mettendo su lo sguardo più serio che avesse. “E lo so che è passato un anno, lo so che non dovrebbe essere così.. ma è così”.
“Tu provi ancora qualcosa per lui, Katherine..” sussurrò il cacciatore mettendosi dritto con la schiena e divenendo serio.
La ragazza lo guardò dritto negli occhi e avrebbe tanto voluto negare, controbattere in qualche modo, ma non ci riuscì; rimase in silenzio e lentamente abbassò lo sguardo, sentendosi un mostro.
“Non so se riesco ad accettarlo, Kath” sussurrò il cacciatore sospirando e mettendosi in piedi; si diresse verso il suo mobile bar e le diede le spalle, versando due bicchieri del suo Scotch preferito.
Si voltò e ne porse uno alla ragazza, che lo accettò e lo bevve tutto d’un sorso, mentre il cacciatore ne aveva appena portato qualche sorso alle labbra; la guardò divertito e sorrise.
“Wow!” Esclamò ridendo. “Tu odi lo Scotch”.
“Io tengo a te, provo qualcosa anche per te..” sussurrò Katherine di getto, stringendo il bicchiere vuoto fra le mani, sentendosi debole per essersi appena messa a nudo con lui.
Dopo la conclusione della relazione con Dean, aveva paura, non voleva aprirsi con nessuno, tantomeno con lui, ma doveva farlo. Sapeva di potersi fidare.
“Cosa? La nostra non era una relazione solo di sesso?” Chiese Cristian aggrottando le sopracciglia e guardandola con aria interrogativa mista all’aria divertita. “Sei stata molto chiara oggi..”.
Katherine sollevò il capo e si avvicinò al ragazzo lentamente, dopo aver posato i bicchieri di entrambi sul mobile bar, gli prese una mano fra le sue e lo guardò con tristezza negli occhi.
“Ti chiedo scusa..” sussurrò con voce tremante, sospirando. “Non voglio perdere anche te”.
Il cacciatore si sciolse davanti a quella visione; se ne infischiò di essere stato ferito quel giorno e diede retta solamente ai suoi sentimenti.
Lui l’amava e gli andava bene avere quella relazione con lei, ma in cuor suo sapeva che non sarebbe mai stata sua al 100%.
Le afferrò il viso fra le mani e glielo sollevò, trovandola profondamente scossa e dispiaciuta, così le sussurrò: “È tutto passato, sta tranquilla”.
Katherine sorrise e si sollevò sulle punte per azzerare la distanza fra i loro visi e gli depositò un leggero bacio a fior di labbra, per poi adagiare la sua testa nell’incavo del suo collo, inalando il suo odore; a quei gesti il cacciatore sorrise e la strinse velocemente a sè, avendo paura che potesse svanire da un momento all’altro.
“Posso dormire qui con te ?” Chiese Katherine con un filo di voce, ancora stretta al cacciatore.
Cristian rise di cuore: con un leggero colpo del piede chiuse la porta e la trascinò sul suo letto con lui, facendole adagiare il viso sul suo petto.
“Lo sai, è troppo grande per me se non ci sei tu..” sussurrò Cristian stringendola fra le sue braccia.
Katherine sorrise e strofinò leggermente il capo sul suo petto, mentre il ragazzo prese a carezzarle i capelli, fino a farla crollare in un sonno profondo.
  
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