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Autore: Riikah    22/08/2018    0 recensioni
Min Yoongi, figlio di una prostituta, fin da bambino è cresciuto suonando un pianoforte abbandonato nel bosco. Park Jimin è invece nato da una prestigiosa famiglia di pianisti, e l'unico amico è sempre stato il suo pianoforte. La loro comune passione li porterà ad incontrarsi.
{Ispirato all'anime Piano No Mori}
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Min Yoongi/ Suga, Park Jimin
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 4: Quel Momento

Secondo alcune statistiche solo lo 0.01% della popolazione mondiale ha l'abilità di identificare la frequenza di un suono. L'orecchio assoluto è una capacità innata di riconoscere una nota semplicemente ascoltandola. Chi ha questo dono può trascrivere la musica, nella tonalità corretta, usando solo l'udito. Come l'umano riconosce naturalmente i colori, è in grado di riconoscere anche i suoni.

Questo era ciò che Jimin ricordava in una delle tante lezioni con il suo maestro di pianoforte. Mentre per la maggior parte dei musicisti che volevano comprendere e cogliere la composizione della musica necessitavano di moltissimo tempo, ascolto ed esercizio (sviluppando un orecchio musicale migliore), c'era quest'altra piccola parte di musicisti che invece non ne aveva bisogno. Jimin era rimasto sconvolto dopo aver scoperto la particolare abilità di Yoongi. Era anche molto sicuro che il proprietario non ne fosse del tutto consapevole.

Il rapporto tra Yoongi e Jimin sembrava ormai stabile e nonostante gli alti e i bassi avuti, quest'ultimo sperava davvero che potessero considerarsi ormai amici. Durante le lezioni scolastiche si scambiavano spesso degli sguardi, Jimin sorrideva il più delle volte e lanciava fogliettini di disegni e messaggi al banco di Yoongi, che per fortuna si trovava di fianco al suo. Yoongi sembrava gradire le attenzioni dell'altro ragazzo, e in base al suo umore mattutino, ogni tanto avrebbe anche ricambiato. Sebbene avesse iniziato ad assentarsi di meno, non era mai stato il tipo da seguire le lezioni. La maggior parte delle volte dormiva o fissava la foresta attraverso la finestra dell'aula per tutte le intere ore. Una volta l'ha anche trovato con gli occhi chiusi mentre muoveva le dita, come se davanti a lui ci fosse un pianoforte vero.

Durante l'intervallo ai due ragazzi piaceva stare in disparte per avere un po' di tranquillità da tutti e soprattutto da Minho. In sala mensa Jimin cercava spesso di sedersi vicino a Yoongi, e quando ha iniziato a notare che il suo amico mangiava sempre meno si è offerto, nonostante il rifiuto iniziale da parte dell'altro, di lasciargli ogni giorno una buona parte della sua merenda. Jimin non era sciocco. Ha fatto segretamente tesoro delle voci che giravano sul ragazzo pallido. Il fatto che fosse povero da non potersi permettere abbastanza cibo o vestiti decenti (quando le temperature hanno iniziato ad abbassarsi, Jimin gli porgeva sulle spalle e in silenzio il giacchetto della sua divisa per non farlo congelare). Oppure il fatto che sua madre fosse rimasta da sola e costretta a fare un lavoro poco dignitoso, onestamente non gli interessava.

Di certo la cosa gli dispiaceva, ma quando ha capito che Yoongi non aveva mai avuto amici a causa di tutti i pregiudizi, ha giurato a se stesso di rimanergli accanto. E' stata solo questione di tempo prima che tutti si accorsero di questa vicinanza e lo avessero puntato come altro obiettivo di prese in giro. Yoongi è sempre rimasto al suo fianco per proteggerlo, benchè dopo sarebbe finito per farsi curare i lividi da lui. Anche se alla fine parlavano davvero poco, piccoli gesti come questi li portarono ad avvicinarsi.

Quasi tutti i giorni dopo la scuola i due si addentravano nella foresta per suonare il piano (in verità Yoongi suonava e Jimin ascoltava), accompagnati dai piccoli abitanti del bosco; riuscirono anche ad accarezzare un coniglio selvatico.

Una volta finirono per fare molto tardi e rimasero a guardare le stelle. Yoongi aveva ragione, di notte quel posto era molto più bello. Quando Jimin tornò a casa, sua madre e sua nonna non credettero più alla scusa dei corsi pomeridiani extra. Avevano scoperto dagli insegnanti che passava praticamente tutto il suo tempo con Min Yoongi. La nonna Yeeun (spesso soggetta di astenia) aveva raccontato alla figlia Minseo, la madre di Jimin, che tipo di persone fossero il suo amico e sua madre. Anche se entrambe desideravano che il proprio figlio non avesse nessun tipo di coinvolgimento con famiglie come quelle, Jimin si è rifiutato di ascoltarle. Quella sera si chiuse in camera, sorridendo a se stesso quando una dolce melodia entrò dalla sua finestra. Fu la prima volta tra le tante volte che Yoongi lo fece addormentare suonando il pianoforte per lui.

🎵🎼🎶    

Un attimo prima Jimin stava dando da mangiare ad una piccola famiglia di scoiattoli, consapevole di uno Yoongi che lo guardava seduto sullo sgabello del piano. Un attimo dopo, si gira ritrovando lo sgabello vuoto. Essendo una persona piuttosto ansiosa, non ci vuole molto ad iniziare a farsi prendere dal panico. Si chiedeva come fosse possibile per il suo amico avere talmente un passo leggero da sparire senza fare rumore. Forse gli stava facendo uno scherzo. Jimin iniziò a guardarsi attorno chiamando il nome dell'altro. Ad un tratto una mano entra nel suo campo visivo e involontariamente si lascia scappare un urlo poco virile.

«Jimin smettila di urlare!» Alzando di poco lo sguardo si trovava il ragazzo pallido. Era arrampicato su un piccolo albero e stava tendendo la mano verso un Jimin sconvolto e agitato.

«Cosa stai facendo lì sopra? Scendi o ti farai male.»

«Ti sto portando a casa mia. Fidati, afferrami la mano.» Jimin non era ancora del tutto convinto delle sue capacità di arrampicamento, ne era sicuro di essere in grado di saltare e salire sull'albero, ma si fidava di Yoongi. Era appena stato invitato per la prima volta a casa sua. Afferrò la mano insicuro, dandosi un piccolo slancio per poter saltare, anche se il grande lavoro lo fece Yoongi tenendolo stretto e tirandolo verso di se. Tanto che Jimin gli si schiacciò contro e lo circondò in una specie di abbraccio per paura di cadere. Quando si accorse che ormai era fuori pericolo, lo lasciò andare imbarazzato.

In verità il pericolo doveva ancora arrivare. Yoongi iniziò ad arrampicarsi su una miriade di tronchi e rami, cercando di andare sopra gli alberi più alti. Di tanto in tanto dava delle istruzioni a Jimin, che provava a seguire e a ricopiare i suoi movimenti come meglio poteva. La sua resistenza fisica faceva effettivamente un po' pena. Mentre Yoongi non si lamentava delle schegge e degli sforzi, Jimin non faceva altro che gemere dal dolore e scivolare. Quando riuscì un po' ad abituarsi, Yoongi si girò credendo di averlo lasciato indietro.

«Ci siamo quasi, non cadere proprio ora. Sei stato bravo.»

Entrambi gattonarono su un ramo molto massiccio che li portò su un balcone, la cui finestra era stata lasciata semiaperta. Yoongi protese di nuovo la mano per aiutarlo, accorgendosi di quanto le mani di Jimin furono piene di tagli.

«Perchè non hai indossato i guanti?»

«Li ho dimenticati..»

«Ultimamente li dimentichi un po' troppo spesso. Non ti vedo mai indossarli quando entriamo nella foresta.»

Jimin non ebbe ne il coraggio di guardare l'amico negli occhi e ne di rispondergli. Quando Yoongi criticò le sue mani aveva provato un forte malessere. Anche se non lo intendeva davvero, una parte di Jimin era consapevole che avesse detto la verità. Era viziato e si comportava come una femmina. Il ragazzo pallido lo fece accomodare nell'angusta stanza fornita di un letto, un mobile e un paio di cuscini buttati sul pavimento in legno. Jimin ne prese uno e si sedette, aspettandolo. Yoongi tornò nella stanza con una bottiglia di disinfettante e un po' di cotone, sedendosi sull'altro cuscino davanti a Jimin e prendendogli le mani per poterle medicare.

«Preferisco le tue mani senza tutti questi tagli. Sarebbero più belle.»

«Anche io ti preferisco senza lividi, saresti più bello.»

L'affermazione di Jimin fa bloccare istantaneamente le azioni di Yoongi. La sua espressione era sbigottita e di pura incredulità. Jimin soffocò una risata, ma non riuscì davvero a contenersi finendo per sghignazzare rumorosamente. Quando rideva lo faceva con tutto il corpo e Yoongi non potè nascondere il suo batticuore, sotto forma di un sorriso gengivale che non passò inosservato. E' infatti la prima volta che Jimin lo vede sorridere così tanto.

Quando però la porta si spalanca, ogni risata si dissolve.

«Yoongi sei già tornato!» Sulla soglia della porta si trovava in piedi una bellissima donna. Aveva dei lunghi capelli scuri, il viso pieno di trucco e indossava uno stretto vestito rosso fuoco. Jimin guardò Yoongi in richiesta d'aiuto, non sapeva chi lei fosse e come doveva comportarsi.

«Non preoccuparti Jimin, lei è Yoori. Mia madre.» Jimin sorride prima che le informazioni possano raggiungere il suo cervello. «L-lei è tua madre?» Yoongi gli rivolge un'alzata di spalle, mentre la donna decide di avvicinarsi. «Tu devi essere Jimin! Ho sentito molto parlare di te.» Jimin si sentiva davvero lusingato dalla notizia. Yoongi invece sbuffò, grattandosi il lobo dell'orecchio in segno di imbarazzo.

«Yoongi va a prendere qualcosa da mangiare per il nostro ospite.»

«Non sei tu quella che dovrebbe farlo?»

Yoori fa dileguare suo figlio con un "sbrigati e fallo tu", il quale sospira ed esce dalla stanza non chiudendo del tutto la porta. Jimin non si meraviglia del fatto che abbiano lo stesso carattere. Sua madre si dimostrò una donna molto gentile, continuando a fargli complimenti su quanto apparisse un nobile principe. Quando Jimin chiede per curiosità cosa già sapesse su di lui, la voce di Yoori si fece molto più amorevole.

«Sai, quando Yoongi aveva tre anni è caduto da questa finestra scivolando per alcuni alberi che avevano attutito il colpo. Nessuno riusciva a trovarlo se non quel pianoforte. Si sono trovati entrambi, e da quella volta sono stati inseparabili. Per Yoongi è sempre esistito solo il suo piano. Quando sono venuta a sapere che era finalmente riuscito a farsi un amico, sono rimasta ancora più felice di sapere che la vostra passione più grande vi avesse uniti.»

Non è che Jimin si aspettasse una risposta del genere. E' vero che l'amicizia con Yoongi è iniziata grazie ad un pianoforte, ma allora perché si sentiva quasi fuori luogo? «Io.. io ho imparato a suonare il piano perché mi hanno detto di farlo. All'inizio lo vedevo quasi come un nemico, una maledizione. Poi ho capito che mi avrebbe accompagnato verso il mio destino.»

«Però non sei stato obbligato, o sbaglio? Chiunque può scegliere, e tu hai scelto di continuare a suonarlo. Anche diventare amico di Yoongi è stata una scelta.»

Jimin si prende un momento per riflettere. Nessuno l'ha mai costretto a suonare, è vero. Ma se si fosse rifiutato, sarebbe riuscito a diventare lo stesso amico di Yoongi? E' consapevole di conoscere già la risposta, ma al solo pensarci il suo stomaco si contorce un po'. «Allora sono davvero felice di tutte le scelte che ho fatto.»

Yoori sorrise a Jimin nel modo più affettuoso possibile. Era a conoscenza del carattere difficile del figlio, non è facile parlarci o persino diventarci amico. E' sorpresa come ci sia riuscito il ragazzo davanti a lei, che si dimostra essere l'esatto opposto. Forse è proprio per questo motivo. Nessuno rifiuterebbe mai un dolce e generoso Park Jimin. Nemmeno il freddo Min Yoongi, che era rimasto tutto il tempo appoggiato dietro la porta cercando di calmare le veloci palpitazioni nel suo petto, poteva resistergli. 


 
   
 
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