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Autore: MaryFangirl    23/08/2018    2 recensioni
Quando la vita offre una seconda opportunità...
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Kaori Makimura, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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La giornata era risultata estremamente lunga per Ryo, nonostante si fosse alzato tardi per approfittare pienamente della serenità che lo avvolgeva quando pensava a lei.
Dopo la chiamata persa, aveva ancora esitato per andare a trovarla ma non aveva ceduto alla voglia per non metterla a disagio, nemmeno lui sapeva come reagire nel vederla. Voleva proteggere l'inizio di quel qualcosa perché non sapeva dove stessero andando, ma voleva farlo con lei, insieme, al riparo da tutti per evitare situazioni imbarazzanti per lei e per lui, sarebbe stato un peccato rovinare tutto con le sue buffonate consuete quando era con lei.
Dunque aveva occupato il suo tempo come aveva potuto: aveva pulito le armi, si era esercitato a sparare, aveva fatto un po' di ginnastica. Ma il tempo non avanzava abbastanza rapidamente a suo parere. Cercò anche di concentrarsi sulle presentatrici in televisione o sulle signorine mokkori delle sue riviste preferite, ma non c'era gusto.
La pazienza non era il suo forte ma doveva farsi violenza, in ogni caso non aveva niente da fare, Mick era occupato con la sua 'festa a sorpresa' e le ragazze si erano incaricate di preparare tutto. Ryo non era motivato ad andare dalla bella Miki visto che ci sarebbe stato anche Falcon e non aveva nemmeno voglia di uscire, quindi si rassegnò a sprofondare nel divano e a cambiare i canali della tv attendendo, dopo quella giornata, che giungesse la serata e che il suo angelo si degnasse finalmente di tornare.
 
 
Al ristorante la serata era in pieno svolgimento, Eriko e Kaori erano di buon umore e assaporavano quel momento di complicità.
Eriko aveva tentato a più riprese di saperne di più su 'Gin, l'amico misterioso' di Kaori, ma quest'ultima non le diceva ancora tutto, se lo sentiva.
Al bar, un uomo si avvicinò lentamente al loro tavolo, rimanendo lontano dalla loro visuale. Prima voleva osservarle, scrutarle, ascoltarle, sentire la sua voce e la sua risata.
Così prese conoscenza della loro conversazione:
"Non dimenticarti che lunedì mi devi accompagnare alla stazione alle 18.30, un mese lontano da tutte le fatiche per tornare in forza mi farà bene. E tu cosa farai nel mese di agosto?"
"Hahahahaha, Eri, non rischio di dimenticarlo visto che me lo ricordi senza tregua. Hai voglia di partire ma non preoccuparti, sei sulla mia lista delle cose da fare. E..."
Kaori lasciò la frase in sospeso perché, durante le chiacchiere, vagava con lo sguardo sulle persone che parlavano e ridevano, finché lo vide.
Sorpresa della sua presenza, non reagì subito. Lo vide avvicinarsi a lei con passo fiero e sicuro, una mano in tasca e l'altra con un bicchiere, gli occhi sorridenti.
"Buonasera signorine" salutò cortesemente le giovani donne e attese l'invito a unirsi a loro.
"Eriko Kitahara, ti presento Ginko Nakao"
"Lieta di fare la sua conoscenza" salutò Eriko, evidentemente rapita dal suo fascino.
Kaori sorrise, Gin aveva sempre saputo attirarsi la simpatia delle donne in un baleno.
Senza esitare, Gin si posizionò direttamente sulla panca vicino a Kaori e portò con disinvoltura un braccio dietro di lei, sul ripiano.
"Non mi aspettavo di trovarti qui"
"Nemmeno io, mia bella, ma ero qui all'angolo e avevo voglia di qualcosa di fresco, e ascoltando la mia sete sono entrato qui, e sono piacevolmente sorpreso della coincidenza"
Eriko osservò quello scambio e si sentì di troppo ma aveva l'occasione di saperne di più su quello che la sua amica le nascondeva:
"Allora, com'è che lei è amico di Kaori?"
"In effetti, un vecchio amico..."
"Che misteriosa la nostra Kao, dove l'avevi nascosto per tutto questo tempo?" domandò Eriko senza giri di parole.
"Eri!" Kaori guardò male l'amica per la sua mancanza di tatto.
"Haha, lascia stare, Kao, rispondo io. Si può dire che fossi 'nascosto' ma più per dovere che per desiderio"
Un'occhiata alle giovani donne gli fece comprendere di aver acceso la loro curiosità:
"Come sai, Kao, ho abbracciato la carriera da poliziotto come tuo fratello, sono uno sbirro, e anche molto bravo. In più, per forza di cose, si può dire, mi fu offerta un'opportunità e andai oltre, dove le mie capacità potevano essere riconosciute e apprezzate"
Kaori aveva ben compreso il sottinteso, 'per forza di cose', non poteva che riferirsi a Hide.
"Sono quindi entrato nelle forze speciali, un mestiere d'azione, dare la caccia ai peggiori criminali ricercati agendo dall'interno. È un lavoro appassionante, che richiede azione e riflessione. Occupo un ruolo importante ma è vero che posso permettermi delle vacanze più spesso dei miei colleghi, non posso lamentarmi. Parallelamente, le mie relazioni sono varie in vari campi. La mia vita non mi permette di avere molti legami esterni e senza che io lo volessi, ci siamo persi di vista" finì posando un'occhiata delicata su Kaori. Quest'ultima aveva ascoltato cercando di assimilare le informazioni ricevute e sembrava smarrita da quelle rivelazioni.
Quindi Gin era salito di livello, non era un semplice sbirro. Ripensandoci, era da lui, non gli piaceva rimanere inattivo, con il suo carattere metodico ma impulsivo aveva bisogno dell'adrenalina che un mestiere simile gli procurava.
Più volte Hide l'aveva messo in guardia per non farsi divorare da quell'energia che avvertiva durante le missioni, forse era quella la causa della loro divergenza? Non avevano avuto la stessa visione delle cose. Ma apparentemente Gin gestiva tutto bene e conduceva la sua vita come voleva.
"Quindi hai una buona posizione nella polizia, presumo?" domandò Kaori.
"Sì, mia cara, ma non sono qui per parlare di lavoro. Ciò che mi interessa sei tu"
"Oh, anche Kaori lavora..." cominciò Eriko.
"Duramente, lavoro duramente con la mia amica che è stilista e che possiede la sua boutique"
Kaori non aveva trovato di meglio per concludere la frase di Eriko. Non era il momento di annunciare che lavorava e viveva con un uomo ricercato.
Uno sguardo insistente fece comprendere alla stilista la gaffe che stava per commettere. Con completa naturalezza, Eriko cambiò argomento:
"Lei conosce Kaori da tanto tempo, quindi me lo può dire: com'era da piccola? Voglio sapere tutto"
"Scusala, Gin, la mia amica soffre di una curiosità patologica"
"No, non c'è niente di male, ma da dove comincio? Kaori era una bambina generosa, timida e intrepida. È cambiata?"
"Generosa e timida lo è di sicuro!" Eriko riconobbe bene la sua amica. "In cosa era intrepida?"
"Che esempio scegliere? Ne ho un sacco!"
"Gin! Ti proibisco di parlare! Tutti abbiamo fatto delle sciocchezze da bambini..."
Kaori non amava troppo la svolta che stava prendendo la conversazione, a quel ritmo Eriko avrebbe soddisfatto velocemente la sua curiosità e di conseguenza non avrebbe smesso di tormentarla.
Fece comprendere a Gin che era nel suo interesse tacere su certe storie. Lui apprezzò lo sguardo imbarazzato e di rimprovero ma alcuni aneddoti avrebbero sicuramente ravvivato i suoi ricordi e i suoi sentimenti a suo favore:
"Da cosa comincio? Ah lo so, quella volta in cui sei tornata a casa ricoperta di fango dalla testa ai piedi! Eheheh, eri troppo divertente..."
"Oh, voglio sapere, come aveva fatto?"
"Allora, ecco, si era conciata così a causa di un micino disgraziato che non aveva trovato di meglio da fare che arrampicarsi su un albero sotto la pioggia"
A quel punto, Kaori non poté più fermarli, si misero a ridere e a parlare come se lei fosse sparita. Non poté che accettare i racconti dell'uno e sorridere timidamente alle occhiate divertite dell'amica. Kaori era un po' imbarazzata e ricordava bene tutti quei momenti ma non avrebbe fatto raccontare a Gin ogni cosa, anche lei aveva delle storie in serbo.
In quel modo, non notarono il tempo che passava tra le risate e la tenerezza che quei ricordi suscitavano.
Da perfetto gentiluomo, Gin andò a occuparsi del conto con totale discrezione. Eriko apprezzò ma si sentì in debito:
"È molto gentile da parte sua, ma non ce n'era bisogno"
"Diamoci del tu, dopo stasera ci conosciamo meglio, penso"
"In effetti sì. Si sta facendo tardi, torno a casa"
A quell'annunciò Kaori ci vide chiaro:
"Aspetta, torno con te, non ho le chiavi" tentò Kaori, sperando che Eriko comprendesse dove volesse arrivare.
"Oh...sì, certo, rientriamo insieme allora"
Gin non comprendeva, erano amiche, era sicuro, ma gli sembrava che non si comportassero in modo completamente naturale, soprattutto Kaori. C'era qualcosa che gli stava nascondendo? Aveva ben compreso che, se voleva saperne di più, non era a lei che doveva chiedere ma all'affascinante stilista che l'accompagnava.
"Vi accompagno, sarà più sicuro"
La frase e il tono non ammettevano rifiuti.
"Seguitemi signorine, la mia macchina è parcheggiata lì"
Kaori ed Eriko obbedirono. Farsi passare per coinquiline non era poi così male, Kaori non aveva chiesto l'approvazione ad Eriko ma sapeva che la sua amica, sapendo della sua situazione con Ryo, non se la sarebbe presa. Kaori si sentiva anche a disagio con Gin, lui aveva raccontato della sua vita, della sua assenza e lei aveva risposto con mezze parole, rimanendo volontariamente vaga sulla sua vita, sul suo mestiere e sui suoi amici. Evocare il passato non la infastidiva, ma ora di cosa avrebbero parlato?
Galantemente, lui aprì le portiere e aiutò le giovani donne a entrare in auto. Il tragitto fino all'appartamento di Eriko fu rapido con le indicazioni di Kaori che si era messa davanti.
"Allora, delle signorine così affascinanti come voi devono avere una marea di spasimanti, no?"
"Oh...non in questo momento" rispose Eriko.
"..." Kaori arrossì.
"Kaori, tu frequenti qualcuno?" si inquietò Gin.
"No, nessuno" mormorò lei con le guance rosse. Quella domanda intimà gettò come del gelo tra i due. Gin concluse che era un argomento personale di cui non voleva parlare, la sua timidezza compariva sempre in quei momenti.
"Ecco, siamo arrivati, grazie Gin" indicò Kaori.
Eriko ringraziò calorosamente Gin e uscì dalla vettura. Al momento di ripartire Gin trattenne Kaori per un braccio, invitandola a rimanere. Kaori fece segno a Eriko che l'avrebbe raggiunta, l'amica rientrò a casa e li lasciò da soli.
"Kao, è stato bello rivedersi così e ancora di più perché per domani devo annullare, ho un affare che mi obbliga a cambiare i miei piani"
"Peccato, sarà per un'altra volta, ma è vero che stasera abbiamo riso un sacco. Io...io volevo scusarmi per la mia reazione di ieri, solo che...quando si tratta di Hide..."
"Manca anche a me..." Gin guardava nel vuoto, il capo sul poggiatesta in pelle. "Come fai senza di lui?"
Come dirgli che era rimasta devastata dalla morte di suo fratello, che aveva creduto di morire senza di lui, che si era di nuovo sentita sola, che si sarebbe sicuramente lasciata andare fino in fondo se qualcuno non fosse stato lì per lei?
"A volte ho l'impressione che ci sia ancora, allora vivo anche per lui"
"Hai sempre dato prova di forza e coraggio quando la situazione lo richiedeva. Avrei dovuto esserci per te, mi sono perso tante cose, potrai perdonarmi un giorno?"
Kaori non sapeva come interpretare lo sguardo fisso e carico di rimpianto del suo amico.
"Sono stata arrabbiata con te ma capisco meglio la ragione della tua assenza e non ti terrò rancore. Mi importa poco delle vostro divergenze di allora, l'importante è che tu stia bene. E per quanto riguarda me, sto bene, ho un lavoro, degli amici e una vita che amo, quindi non colpevolizzarti per ciò che non puoi cambiare"
"Grazie mia bella, è bello sentirtelo dire. Non voglio che ci allontaniamo di nuovo"
"Ah, non spetta che a te dare tue notizie di tanto in tanto" lo provocò lei. "Da quello che ho capito, tu non vivi qui?"
"È vero che mi sposto parecchio ma ho una casa a Osaka. Potresti venire lì?"
"A passare il weekend o in vacanza? Dovrei rilfetterci-"
"No, Kao, potresti venirci a vivere, con me?"
Gin non aveva pensato alla portata delle sue parole ma non immaginava più di proseguire senza di lei. Doveva stare attento alle aspettative della giovane donna e aveva la sensazione che l'avrebbe di nuovo persa di vista, mai più avrebbe avuto un'altra occasione di avere la vita che sognava per loro.
Kaori rimase senza parole a quella domanda, Gin era serio e non si sarebbe permesso di scherzare su una cosa simile. Voleva tornare nella sua vita e, anche se le faceva piacere rivederlo, non poteva consentirgli un vero posto nella sua esistenza.
"Gin..."
"Rifletti, Kao, mi occuperei di te, non ti mancherebbe niente, posso offrirti tutto quello che desideri e anche di più"
"Gin, tu non capisci. Questa sera ti ho ritrovato, ma non voglio mollare tutto per te. Ognuno di noi ha proseguito con la sua vita e la mia è qui, ci sto bene, e mio fratello riposa in questa città"
Cercò nei suoi occhi il baluginio che vi era rimasto per tutta la serata ma vi trovò solo uno sguardo grigio. Stranamente i suoi occhi prendevano quella tonalità quando era contrariato, quindi lei lo rassicurò prendendogli la mano nelle proprie:
"Gin, questo non cambia quello che provo per te ma le nostre vite sono diverse, io sono diversa e non ho più bisogno che si vegli su di me, sono una donna adulta adesso"
Lui la guardò, trovando in quello sguardo nocciola la determinazione e la forza di cui lui aveva bisogno e la dolcezza delle sue mani lo riscaldò; con mano ferma attirò improvvisamente Kaori a sé e con un gesto di infinita tenerezza, le posò un leggero bacio sulla fronte.
Così intrecciati, Kaori ebbe l'impressione di trovarsi fra le braccia di suo fratello, protetta e al sicuro.
"Molto bene, signorina, la libererò e cercherò di darle mie notizie prima della mia prossima partenza, e ci vedremo più in là"
"Hahaha, sì, facciamo così"
Kaori lo ringraziò un'ultima volta, uscendo dall'auto e guardandolo sparire nella notte.
Si voltò e, come aveva pensato, Eriko era alla finestra. Le sorrise e la salutò con la mano prima di dirigersi al suo appartamento. Camminare le avrebbe fatto bene per assimilare quella serata: Gin era sempre così affascinante e premuroso con lei, voleva solo il suo bene, non ne dubitava, ma sapeva chi era l'uomo che avrebbe fatto davvero la sua felicità, quindi velocizzò il passo per andare a raggiungerlo.

 

  
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