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Autore: AlexaBonet    25/08/2018    0 recensioni
Tanto tempo fa, in una Galassia lontana lontana...
La Repubblica Superiore è simbolo di pace e prosperità. Durante gli ottant’anni di amministrazione della Senatrice Superiore Moon Varama, tutti i pianeti della Galassia hanno potuto godere di buoni rapporti politici ed economici. Al suo comando troviamo la Forza Unita, un gruppo militare e cavalleresco composto dai precedenti Ordini dei Jedi e dei Sith, che finalmente operano insieme per mantenere l’equilibrio nella Forza e nella Galassia. Moon Halot, il nipote della Senatrice Superiore, è il maestro Jedi più giovane e potente della Forza Unita. Egli insiste affinché gli vengano affidate missioni che abbiano a che fare con i criminali più ricercati della Galassia. Da tempo, è alla ricerca dei famosi ladri di Aluferro. Le tracce lasciate dai criminali lo conducono sul pianeta Miru...
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I


Durante il tramonto di un sole violaceo, nelle grandi installazioni delle miniere di Aluferro del pianeta Miru, dal cielo scese una nave a punta di lancia e di modeste dimensioni, di colore bianco e con striature blu laterali. Una creatura dal lungo collo e dal viso triangolare, con indosso una divisa rossa da nobile, accompagnata da altre creature simili a lei, ma con abiti meno pregiati, aspettava l'arrivo della nave. 

Appena la nave atterrò, le creature si avvicinarono al portello da cui presto sarebbero scesi i passeggeri. Dalla nave scesero tre figure nel seguente ordine: 

La prima figura era un uomo di ventisei anni. Aveva capelli corti, neri e folti, ma tenuti ben fermi in acconciatura austera all'indietro. Il viso era pulito e i tratti forti, così come lo sguardo degli occhi celesti. Indossava una veste dalle maniche larghe, di un tessuto blu zaffiro dai ricami pregiati, alla vita portava una cintura dal quale lato destro scendeva il fodero di una spada laser e sulle spalle un lungo mantello scuro e lucido. L'uomo era di corporatura possente e aveva una postura sicura e decisa. Questo giovane era Moon Halot.

La seconda figura era una donna di diciassette anni. I lunghi capelli neri erano raccolti a forma di due cubi per ogni lato della testa, e a tenere insieme l'acconciatura c'erano delle spille di forma quadrata ai lati superiori dei due cubi. Il viso era dolce e lo sguardo curioso, aveva due grandi occhi celesti come Moon Halot. La giovane indossava anche lei un completo dalle maniche larghe, ma il suo era di colore bianco, tranne che per la vestaglia marrone sul busto. Anche lei aveva una cintura completa di fodero per la spada laser. Era molto più bassa e minuta di Moon Halot, ma la sua postura era impeccabile come quella del giovane. Questa ragazza era Moon Lilia, la sorella di Moon Halot.

La terza figura era un robot di piccole dimensioni. Era un cubo dorato che si muoveva mantenendosi librato in aria. Il suo sensore visivo era uno schermo posizionato su uno dei lati del suo corpo, che nella maggior parte dei casi illustrava un viso virtuale e stilizzato. 
Questo robot era V4T2 e apparteneva a Moon Lilia.

La creatura dal collo lungo si avvicinò a Moon Halot con molta referenza e il Jedi si limitò a un semplice gesto della mano.
Si misero a camminare uno accanto all'altro diretti verso l'interno dell'installazione, seguiti da Moon Lilia e V4T2. 
-Maestro Moon, il nostro sistema di sicurezza è finalmente riuscito a rintracciare la nave dei ladri. Non può essere avviata da estranei per colpa del codice di protezione che hanno fatto installare. Siamo riusciti a impadronircene, ma non riusciamo a trovare i criminali da nessuna parte. È arrivato giusto in tempo, lei sarà sicuramente in grado di acciuffarli una volte per tutte. 
-Perché non mi ha fatto atterrare accanto alla nave, Bozo?
-Non c'era spazio per un atterraggio, maestro.
-Capisco, d'altronde non avrei potuto attraccare la mia nave alla loro per prenderne i comandi contemporaneamente all'atterraggio. Sono partite navi da Miru da quando i ladri sono atterrati?
-Nessuna, maestro, abbiamo impedito le partenze. L'unica nave ad aver solcato i cieli è stata la vostra.
-Perfetto, finiamola qui, una volta per tutte. 
-Mi segua, da questa parte.

Bozo fece salire la compagnia su un macchina volante. Moon Lilia si guardò attorno meravigliata. Era meravigliata dalle enormi mura dell'installazione, dalle flebili luci nella cielo notturno e violaceo, e dal movimento delle creature di Miru che lavoravano per estrarre e trasportare il preziosissimo Aluferro.

-Cara Moon Lilia, trovo che il colore delle notti del pianeta Miru sia alquanto delizioso, tu non credi?
-Sì, V4T2, è unico. Ma preferisco il cielo di Ferem, con le sue tre lune celesti che mi hanno accompagnata durante tutta l'infanzia. Cavolo, quanto vorrei tornare a Ferem, anche solo per un po'...
Nel pronunciare tale frase Moon Lilia si girò verso il fratello, che però non incrociò il suo sguardo.
-Non è il momento di riaprire questo discorso, siamo in missione adesso, Lilia.
-Lo so, Halot, stavo solo parlando tra me e me.
Dopodiché tornò a osservare con curiosità, ma anche con una leggera nostalgia, il panorama attorno a sé.

-Siamo arrivati, maestro Moon.
-Bozo, tu rimani qui alla macchina. Lilia e V4T2, venite con me.
La nave dei criminali si presentava quattro volte più grande di quella di Moon Halot e Moon Lilia, ed era atterrata in un luogo veramente stretto, in cui non sarebbe potuto atterrare nient'altro. Aveva una forma piatta e circolare, ma due grandi e alte pinne di ferro si ergevano ai suoi lati. Aveva un'intera stiva dedicata al carico e scarico merci. Moon Halot si mise a guardare intorno, nella sala di pilotaggio c'era un disordine di varie merci preziose.

-Guarda questo, cara Moon Lilia! È un componente usato nella costruzione di batterie a energia infinita per robot come me. È rarissimo ed è anche una delle ultime versioni in commercio.
Moon Lilia si rigirò il componente tra le mani, ma subito dopo sentì il rimprovero del fratello.
-Cerca di non toccare e spostare nulla, per favore. Credo di aver trovato quello che mi serve. Questo biglia è uno dei pochi oggetti che appartiene veramente a un dei ladri. Lo sento...
Moon Halot mostrò alla sorella la biglia che aveva trovato sul sedile del pilota, poi la strinse nel pugno e si scambiarono un sorriso. Uscirono dalla nave, un leggera brezza mosse le loro vesti.

Moon Halot chiuse gli occhi e inspirò, la biglia stretta nel suo pugno. Quando riaprì gli occhi si mise a guardare alla sua destra. Senza spostare lo sguardo, comunicò a Bozo altre istruzioni.
-Bozo! Riunisci un gruppo di guardie per quando torneremo con i nostri prigionieri. Prepara una delle celle della loro nave perché è lì che li faremo adagiare.
-Quindi veniamo con te, Halot?
Chiese Moon Lilia sorpresa. Il fratello la guardò, poi le fece un segno d'affermazione con la mano, la ragazza sorrise e lo seguì, dietro di lei V4T2.

Percorsero una strada piena di vegetazione, ma si poteva ancora scorgere l'installazione delle miniere. In un punto scosceso, intravidero una costruzione dal tetto arrotondato. Luci trasparivano da finestre rotonde e ovali. Si avviarono verso la costruzione e le due grandi creature muscolose che facevano da guardie li lasciarono passare senza problemi, appena Moon Halot incrociò il suo sguardo con il loro.

La costruzione doveva essere un locale. Appena entrarono furono inondati dalla musica e dalle voci. Tante specie aliene erano riunite lì, ma la maggior parte di esse indossava le divise dei lavoratori delle miniere di Aluferro. 
-Ci siamo quasi, Lilia, stai pronta.
Attraversarono tutta la sala principale per trovarsi in quelli che dovevano essere dei bagni. Una delle porte era bloccata dall'interno. 

Anche se la porta era chiusa, si poteva leggermente udire una voce femminile infierire contro qualcun altro.
-Tu ora mi porterai dalla tua nave, altrimenti ti faccio saltare quell'inutile testa che ti ritrovi!
Moon Halot alzò lentamente la mano guardando fisso la porta e questa si aprì di botto. Un botto che aveva scaraventato lontano qualsiasi cosa la stesse bloccando.
All'interno c'erano tre figure:

Una creatura dalla pelle indaco, con due grandi occhi porpora chiari e diversi tentacoli corti al posto dei capelli, indossava una tuta viola e lucida che lasciava scoperta solo la testa. Tale creatura doveva tenere ferma la porta, perché ora si trovava per terra e si rialzava con difficoltà. Moon Lilia l'aveva puntata con la sua spada laser celeste.

L'altra era una donna di ventuno anni dall'aspetto bizzarro. Aveva i capelli molto lunghi e legati in due grandi code che partivano dalla nuca. Erano di colore grigio chiaro, tendente a un leggero indaco. Alcune trecce grigie, indaco e viola accompagnavano il tutto, e in in tali trecce si potevano intravedere biglie del tutto simili a quella trovata da Moon Halot. Il viso era molto femminile, ma lo sguardo era violento e minaccioso, una passata di trucco ribelle aumentava l'effetto prodotto dagli occhi marroni. Indossava pantaloncini, canottiera e giacca corta con pelliccia, tutti di tonalità scure. Ai piedi stivali alti sino al ginocchio. Moon Halot puntò la sua spada laser celeste verso di lei e fu costretta a lasciar libero il bavaglio della terza figura.

La terza figura era una creatura bassa, pelosa e spaventata, che smise di fare i suoi versi strani appena Moon Halot ebbe il controllo della situazione.
-Butta giù quell'arma! 
Fu la prima cosa che il Jedi comunicò alla donna. Questa fece un sogghigno strano e gettò la pistola laser con violenza. Non sbatteva le palpebre per il solo gusto di affrontare lo sguardo di Moon Halot.

La creatura pelosa riprese a fare i suoi strani versi.
-Puoi andare, non è te che cercavamo.
E se la diede a gambe, senza nemmeno girarsi per guardare.
-In piedi! Tutte e due, siete in arresto.
La donna e la creatura si alzarono. 
-V4T2, metti loro le manette e portiamole via da qui.
Il robot non se lo fece ripetere due volte. Quando mise le manette alla donna, questa gli ringhiò contro e poi rise quando il robot si allontanò spaventato.
Moon Halot e Moon Lilia rinfoderarono le loro spade. Il maestro prese entrambe le prigioniere dalle braccia per trasportarle fuori da lì.
Quando uscirono dai bagni, tutti gli sguardi erano puntati su di loro. Moon Halot alzò il viso orgoglioso e sfidò la folla, tutti tornarono a fare i loro interessi.

Durante il tragitto per tornare alla nave, non dissero nulla, ma la donna non smetteva di sorridere sprezzante, a differenza della creatura che era seria.
Una volta davanti alla loro nave e con attorno un gruppo di guardie, Moon Halot non era più intenzionato a sopportare il sorriso della prigioniera.
-Lo sai che dovrei essere io quello a sorridere?
-Oh! Scusi, signor Jedi, se preferisce posso mettermi a piangere.
E le scappò un'altra risata, alla quale però l'altra prigioniera le pestò un piede e la guardò seria.
-Hey! Carmine! Ma che ti è preso?!
-Forse è meglio che la smetti.
Le sussurrò aspramente l'amica, il suo tono di voce sembrava provenisse da sotto l'acqua, la donna si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

-Quindi tu sei Carmine, e tu invece?
Chiese Moon Halot senza nemmeno guardarla.
-Sarò educata per far piacere alla mia amica, e ti risponderò, Jedi. Mi chiamano Shenny.
-Perfetto. Ecco cosa vi accadrà, Carmine e Shenny. Io porterò la vostra nave e voi davanti alla giustizia nella capitale della Repubblica Superiore. Avrete un equo processo e sarete condannate secondo i vostri crimini. Il viaggio dovrebbe essere piacevole visto che lo trascorrerete nella vostra, o almeno spero così sia, nave. Guardie! Portatele dentro la cella.
Shenny riservò un ghigno a Moon Halot come aveva fatto prima con V4T2, ma il Jedi la ignorò.

Moon Halot prese da parte la sorella per darle istruzioni. 
-Ascoltami, Lilia. Voglio che tu rimanga insieme alle guardie davanti alla cella dove Carmine e Shenny sono tenute prigioniere. Io devo andare a prendere la mia nave per attraccarla alla loro. Lo sai che solo io posso attivarla per essere guidata, quindi ho bisogno di te qui. 
Moon Lilia annuì sicura.
-Corro!
-Anche io.

Appena fu davanti alla cella, deglutì con difficoltà, ma alzò lo sguardo e si posizionò lateralmente, con lei c'erano diverse guardie.
-Smettila di avere paura, V4T2. Possiamo farcela benissimo pure senza Halot.
Sussurrò Moon Lilia al tremante amico.
-Quindi questo è il nome di quel maledetto Jedi...Halot...
Fu Shenny a parlare, avvicinandosi a Moon Lilia. La ragazza si allontanò leggermente.
-E tu invece, dovresti essere la sua Padawan, se non sbaglio. Come ti chiami, ragazzina?
Moon Lilia cercò di guardare altrove e ignorare l'intento di Shenny di aprire una conversazione.
-Oh, e dai! Non trattarmi così, fra poco perderò tutte le mie libertà e non mi concedi nemmeno un'ultima sana conversazione?
Shenny guardò con finto rammarico verso Moon Lilia che stavolta si girò verso la prigioniera.
-Mi chiamo Moon Lilia. E sì, sono la sua Padawan.
-Ora che ti guardo attentamente, gli assomigli veramente un casino. Siete anche fratello e sorella?
Moon Lilia annuì.

-Sai, mi piace la tua acconciatura...
Aggiunse mentre le sue mani legate si stavano dirigendo verso la testa di Moon Lilia. La ragazza si scansò con violenza e Shenny alzò in aria le mani con fare innocente.
-Forse è meglio se vai in fondo alla cella.
Disse minacciosa la ragazza, con una mano già posata sul fodero della spada.
-Certo, certo. In fondo alla cella.
Si sentì un piccolo tonfo, era Shenny che si era seduta per terra, accanto a Carmine.

-Tu ti ricordavi ci fosse una cella con le sbarre in questa nave?
Chiese Shenny all'amica.
-Sì, sono le celle per il trasporto di Grubuoi, ne abbiamo venduto uno un anno fa.
-Ah, vero. E ricordo anche perché abbiamo abbandonato quel mercato.
E si misero entrambe a ridere, nel mentre Carmine lentamente si alzò mantenendosi  vicino al muro, molto vicina a Moon Lilia. Quello che nessuno stava notando, era che uno dei suoi tentacoli si stava lentamente allungando, fino ad arrivare al fodero della spada della Padawan.
Una delle guardie notò troppo tardi che cosa stesse accadendo.
Alzò l'arma contro le prigioniere e così fecero le altre.
Moon Lilia si accorse troppo tardi che la sua spada era nelle mani di Shenny, consegnatale da Carmine.

-Fuoco!
Urlò una delle guardie e tutte spararono. Le prigioniere si buttarono a terra, Moon Lilia invece di lato. Shenny accese la spada laser e con un movimento grezzo aprì con essa la cella e in seguito le manette. Carmine allungò i suo tentacoli e tolse le armi alle guardie, ne prese due per lei e Shenny, si ferì leggermente a uno dei tentacoli nell'operazione, ma questo non la fermò minimamente. Moon Lilia non sapeva cosa fare, era stata colta impreparata. 
Shenny sparò alle guardie e Carmine catturò nei suoi tentacoli Moon Lilia, che non smetteva di dimenarsi.

Dopo aver buttato fuori le guardie, tagliato anche le manette di Carmine e spento la spada laser, Shenny si diresse verso la cabina di pilotaggio, seguita da Carmine che ora aveva anche V4T2 tra i suoi tentacoli, visto che stava per scappare e riferire il tutto a Moon Halot.
Carmine ammanettò accanto a loro Moon Lilia, che non poteva muovere né mani né piedi, non poteva nemmeno spostarsi perché le manette delle mani erano connesse al muro, a peggiorare il tutto fu anche il fatto che le schiaffeggiò sulla bocca del nastro per farla stare zitta. V4T2 fu invece gettato in una grande cassa chiusa con lucchetto, in cui si dimenava.

Shenny e Carmine si diedero il cinque e iniziarono a ridere di gusto, dopodiché presero ad avviare la nave e partire.
-Squagliamocela prima che arrivi quel maledetto Jedi! 
-Ben detto, Shenny! I motori sono avviati!
-E cosa aspettiamo allora? Partiamo!
Urlò Shenny in preda all'euforia. La nave si alzò subito in aria, diretta verso lo spazio profondo.
-Hey! Carmine! Perché cavolo non abbiamo gettato anche questi due fuori dalla nave?
-Secondo te, quanto pagherebbe di ricompensa la Senatrice Superiore per riavere indietro sana e salva la nipote? 
Shenny si girò verso Moon Lilia, gli occhi grandi come arance, poi rise ancora più di gusto, Carmine la seguì.
-Ma non mi dire! Eravamo ricercate dalla famiglia più nobile della Galassia. Che onore!
-E lo sai quanto può valere quella scatola dorata che l'accompagnava?
-Oh! Non me lo dire! Così è più eccitante!
-Shenny! Abbiamo compagnia! 

Dietro di loro, la nave di Moon Halot si avvicinava a velocità incredibile. All'interno, il Jedi aveva un'espressione per niente composta, non riusciva a nascondere la rabbia che provava.
-Hey! Moon Lilia, giusto? Ora capirai perché siamo le ladre più ricercate della Galassia e perché tuo fratello in persona ha deciso di darci la caccia. Mettiamolo in difficoltà, Carmine.
Ormai le due navi erano nello spazio profondo, la nave fuggiasca diresse i suoi armamenti verso la nave di Moon Halot. Iniziarono a sparare, ma il Jedi riusciva a schivare i colpi.
Shenny perse il suo sguardo felice.

-Quando siamo pronte per il salto nell'iperspazio?
-Fra breve! Tu tienilo occupato ancora un po'!
Shenny ringhiò e riprese a sparare contro Moon Halot, ma nessun colpo andava a pieno. A una certa, furono tutti attirati da qualcosa di strano davanti a loro. Uno squarcio nello spazio, dai contorni fulminanti.
-E quello cos'è?!
Urlò Shenny a Carmine. 
-E io che ne so!
-Allora allontaniamoci!
Shenny e Carmine provarono a virare, ma la nave non rispondeva più ai comandi. Anche la nave di Moon Halot non rispondeva più ai suoi comandi. 

Shenny e Carmine furono prese dal panico, Moon Lilia fissava spaventata lo squarcio avvicinarsi sempre di più. Moon Halot diede un pugno ai comandi della sua nave, poi si passò le mani fra i capelli per calmarsi, almeno stava andando nella stessa direzione della nave fuggiasca.

   
 
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