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Autore: ArjaBu    25/08/2018    0 recensioni
I PRIMI 8 CAPITOLI SONO STATI CORRETTI GRAMMATICALMENTE
-Questa è la storia di come sono cresciuta, è la storia di come la mia famiglia non di sangue ha riacquistato la sua Erebor,grazie all'aiuto mio e di un coraggioso Hobbit.
[dal testo]
-Cosa farete- chiese mio padre interessato.
-Ho messo su una compagnia. Noi tre e altri due nostri cugini e altri 6 amici e un ultimo verrà scelto da Gandalf- disse Thorin
-Hey, e noi?- chiese Kili rabbuiandosi
-Volete venire?- chiese confuso Thorin.
-Ma certo Zio!- tuonarono i due fratelli. Lui li guardò commosso, con un cenno breve della testa.
-Posso venire anche io Zio?- dissi subito io
-Thyra...- mi ammonì mio padre
-Snorri, è maggiorenne, può scegliere, e onestamente le farebbe bene-
lo fermò mia Zia
-Ma...- disse mio padre
-Papà, lasciami andare. So difendermi.- dissi accorata io prendendogli le mani.
-Non ho nulla da ridire- disse Thorin lanciandomi un occhiolino orgoglioso.
Guardai gli altri due . Dwalin sorrideva, Balin aveva gli occhi lucidi e annuiva.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Compagnia di Thorin Scudodiquercia, Kili, Nuovo personaggio, Sorpresa, Thorin Scudodiquercia
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 5
-Gandalf!- urlarono i miei compagni nel vedere comparire lo stregone appena in tempo.
-Per fortuna che sei tornato- disse Thorin mentre lo aiutavo a slegarsi dal sacco.
-Dovresti ringraziare Bilbo, Thorin. Ha cercato di far perdere tempo ai Troll- osservai io con dolcezza.
Lui mi guardò adombrandosi un attimo.
-Thyra ha ragione ,Thorin- convenne Gandalf sorridendomi. Io ricambiai, grata che fosse finita quella spiacevole disavventura.
Thorin abbassò solo il capo in segno di aver capito.
-Come hanno fatto ad arrivare qui , quelle putride creature?- Chiese poi.
-Si sono mossi di notte. Diventano sempre più audaci. Non è un buon segnale- rispose Gandalf con lo sguardo teso.
-Deve esserci una grotta nelle vicinanze- terminò
-Andiamo a cercarla- disse incamminandosi Thorin.
Seguimmo Scudo di Quercia e lo stregone dentro una grotta ,non troppo lontana dal punto in cui ci avevano catturato.
-Kili, dei fiammiferi, presto- ordinò Thorin. Il moro glie li passò e accesse delle torce.
Nella penombra della luce si aprì a noi un tesoretto copioso, pile di oro, oggetti preziosi e armi.
Il mio sguardo si fermò su due daghe poste su un tavolo sbilenco. Mi avvicinai , le sfoderai e le ammirai, erano di fattura pregiata.
-Kili, vieni qui un attimo- chiamai il giovane. Lui si precipitò con la sua torcia
-Che te ne pare, sono funzionali?- chiesi mostrandogli le armi.
Lui mi passò in mano la sua torcia, le prese e le ammirò
-Sono bellissime, dico che sono perfette per un combattimento corpo a corpo- decretò soddisfatto rendendomele.
-Ragazzi, avete visto quanto oro?- proruppe Bofur accanto a noi
-Beh, che dici di un deposito a lungo termine?- Chiese Gloin all’amico
-Dico che ci sto, per Mahal!- rispose energico il nano con il cappello.
Thorin, aveva in mano una spada, della stessa fattura della mia, la guardava contrariato. Accanto a lui , Dwalin lo osservava con attenzione.
Kili ed io ci incaminammo fuori da quel luogo che sapeva di marcio e di polvere. Aspettammo l’arrivo dei nostri compagni.
Ma accadde qualcosa di spiacevole, terribilmente spiacevole.
Nell’aria proruppe un ululato e un grido strozzato. Ci guardammo tutti con paura.
Qualcosa attirò la mia attenzione.
Una luce blu che scaturiva dalla mia  cintola. Io la guardai perplessa.
Guardai Scudo di Quercia come a una risposta, ma lui aveva lo aguardo granitico sulle armi che sprigionavano quella luce misteriosa.
-Mannari!- sibilò con disgusto Thorin.
-Dobbiamo scappare!- disse Gandalf con energia.
Scattammo compatti verso la fine del bosco, verso le terre selvagge apete.
-Siamo troppo scoperti, ci troveranno sicuramente- ringhiò Dwalin.
-Non se ci sbrighiamo- disse Gandalf.
Corremmo, con alle calcagne gli urli di quelle bestie immonde. Trovammo riparo dietro un grosso masso, ma per nostra sfortuna il nemico era vicinissimo.
-Presto, al prossimo masso- ordinò Gandalf.
Sbucammo velocemente, e ad attenderci c’era un orco al galoppo di un mannaro.
L’orrore calò su di me. Una paura inaudita, una voglia di scappare mi attanagliava le membra.
Eppure non riuscivo a muovermi. Ogni traccia della scarica di adrenalina della sera precedente sembrava svanita.
Come se non mi fosse mai appartenuta.
Il lupo tremava preda di una furia omicidia spaventosa, il muso aperto in un ringhio mostrava una fila preoccupante di zanne gialle. Voleva la carne, e aspettava solo un segno. L’orco ci guardava maligno, sorrideva trionfante.
Ma Kili fu più veloce con una freccia colpì al cuore l’orco che cadde a terra, la bestia allora sgunzagliata caricò contro di noi. Come risvegliata ,mi maledii mentalmente per questa piccola debolezza.
Tornai presente a me stessa, tenni salda l’impugnatura dell’ascia e senza pensarci due volte, mossa dalla stessa forza misteriosa della sera precedente gliela conficcai sulla giugulare uccidendolo sul colpo. Un latrato lontano ci mise fretta.
-Presto, dobbiamo nascondercì- urlò Dwalin. Nell’incedere però ,ci rendemmo conto di un’altri 5 orchi che si avvicinavano lentamente a noi, circondandoci.
Altri 3 invece stavano risalendo i massi a qualche distanza . Il cuore mi volò in gola per la paura.
-Sono troppi, ci uccideranno- disse Fili che ora era al mio fianco.
-Dov’è Gandalf?- disse Bombur atterrito
-Ci ha abbandonato - disse Dori
-Siamo spacciati- pigolo Ori
-Idioti, per di qua!- Gandalf emerse da un passaggio tra due pietre dietro di noi.
Il resto della compagnia corse in direzione dello stregone. Un orco scese dal mannaro, impugnò una spada rozza, si diresse verso Kili che però era occupato a tenere d’occhio un mannaro. Con orrore mi buttai verso il moro, per proteggerlo.
Agguantai una daga. Gli corsi incontro urlando, lui mi guardò con sguardo ostile.
Fermai il colpo con l’arma. Con un movimento fluido mi liberai, ma la creatura riuscì a colpirmi alla gamba, fortunatamente fu lieve.
Caddi a terra a causa di un masso che mi fece perdere l’equiiibrio. L’arma mi volò via.
La creatura con un balzo fu sopra di me. Stava per pugnalarmi, l’ascia era sotto la mia schiena e lui mi teneva ferma con le gambe; non potevo difendermi.
Lottavo con le mani contro quell’orrendo essere. L’odore di tanfo e di sangue di quella creatura era talmente forte da anebbiarmi la mente.
-Thyra!- Fili urlò, colpi l’orco alla schiena. Cadde in avanti, per fortuna rotolai via prima di rimanere bloccata dal corpo morto. Mi alzai e ringraziai il mio amico.
-Fili, porta con te Thyra- urlò Thorin, la spada sporca di sangue nero. Era riuscito ad abbatterne uno.
-Kili, quando ti dico tira, tira!- continuò in direzione del nipote più piccolo.
Kili annuì inforcando l’arco. Intanto i restanti orchi si avvicinavano a noi con un passo lento ed esasperante. Una danza mortale.
-Kili!- urlai io mentre Fili mi portava al sicuro.
-Kili,Ora- ringhiò suo zio. Varcammo al buio il riparo con il resto della compagnia.
-Dove sono finiti- boccheggiai spaventata. Con gli occhi rivolti verso l’entrata.
-Fili- dissi quasi alle lacrime. Lui mi abbraccio.
-Arrivano, tranquilla- rispose serio. Due sagome si calarono nel pertugio dove ci trovavamo.
-Thyra!- una voce familiare mi chiamò e sentìì due braccia forti stringermi con malcelato sollievo.
-Ke!- urlai stringedomi al nano ancora di più. L’odore di sudore e di sangue mi penetrò nelle narici, ma non ci feci caso poichè grazie al cielo era vivo.
-Tutto bene?- mi chiese Thorin che ora appoggiava una mano sulla mia spalla. Mi scostai delicatamente da Kili e gli saltai addosso.
Con un braccio agguantai Kili e li abbracciai entrambi.
-Non- f-fatelo m-mai p-più !- singhiozzai dura ; grata di averli ancora accanto.
Kili mi baciò i capelli -Va tutto bene- mi disse.
Thorin si allontanò da me. Un suono di corno da guerra invase l’aria , dei rumori di spade, urla , nitriti di cavalli e poi il silenzio. Silenziosi ascoltavamo .
Io ero totalmente spaventata, ma mi mossi in direzione dell’entrata del nascondiglio, quatta mi alzai in punta di piedi e vidi a terra i 6 orchi, trafitti da frecce. Mi voltai verso gli altri che mi guardavano in ansia.
-Morti- riuscii a dire solo esausta, il cuore che batteva all’impazzata e rindondante mi occultava l’udito. Ci concedemmo un secondo di sollievo. Eravamo vivi,,tutti. -Gandalf dove siamo?- disse Lo Hobbit dopo un breve attimo di rasserenamento.
-C’è un tunnel, e vedo una luce! La seguiamo?- proruppe Dori
-Ma certo!- rispose Balin.
Seguimmo l’angusto percorso tra i massi e sbucammo fuori. Ci accolse un’aria leggera.
Non potevo credere ai miei occhi. Non avevo mai visto nulla di simile. Davanti a noi si stanziava una meravigliosa vallata, attorniata da montagne, in basso una foresta di alberi e un fiume che scorreva placido. Si ergeva al centro del luogo un edificio fatto di ampie terrazze e di ponticelli a collegare il tutto. Benchè fossi ancora scossa e provata dal pericolo precedente, non riuscii far a meno di sorridere di fronte a tanta bellezza. Respiravo pace e serenità.
-Benvenuti a Gran Burrone, l’ultima casa accogliente degli elfi. Disse Gandalf soddisfatto. S
granai gli occhi conscia del significato di quelle parole. Intimorita feci guizzare lo sguardo a Thorin, era palesemente incollerito, la mascella era serrata, gli occhi divenuti di ghiaccio, ma con mio sollievo non proferì parola cattiva.
-Ci hai teso una trappola, Gandalf- disse poi., controllando la rabbia.
-Sì, Ma non me ne dispiace, Thorin Scudo di Quercia. Siamo al cospetto di uno dei pochi a poter tradurre la mappa.- rispose calmo lo stregone.
-E sia.- disse a denti stretti il nano.
Ci incamminammo nella valle, percorrendo una lunga strada acciottolata Arrivammo all’ingresso del palazzo, una piazza circolare, e una scala che portava ai piani superirori. Due guardie ai lati ci fermarono con le loro lunghe lance. Gandalf intercettò i pensieri di Thorin e parlò alla guardia. Questa ritrasse l’arma e si allontanò. Dopo qualche minuti, dalla scala che scendeva nella piazza arrivò un elfo alto con i capelli lunghi scuri. Dei lineamenti duri ma due occhi gentili che rendevano il tutto armonioso.
-Gandalf!- incominciò allungando le braccia e portandole alle spalle del mago che gli sorrise abbassando il capo.
-Siamo venuti a chiederti asilo, Lord Elrond, Mellonnen.
L’elfo fece vagare lo sguardo verso la nostra compagnia.
Ci sorrise e disse -Benvenuti a voi, compagnia di Thorin Scudo di Quercia. La notte è vicina, lasciate che vi siano date stanze dove poter dormire serenamente.
Io abbassai il capo riconoscente.
Thorin lo guardò guardingo, ma non disse nulla. Cosa che mi ricuorò molto. Avevamo bisogno di riposo. Troppo stanca anche per pensare mi diressi nella stanza designata , senza mangiare. Mentre gli altri si diressero al banchetto con gli elfi.
***
Mi svegliai dopo un meritato riposo.Feci vagare lo sguardo alla stanza, era molto bella ed elegante ,in legno. Alla mia destra c’era una finestra a volta ,semi aperta e una tenda bianca che svolazzava pigramente dentro e fuori. Un armadio semplice accanto alla grande porta di pino in fondo alla stanza. Volevo assolutamente farmi un bagno e pulirmi. Notai dei vestiti da viaggio puliti e piegati sulla sedia. Entrai nella vasca bollente e mi lasciai cullare dalla bella sensazione di calore alla pelle. Presi a pulirmi diligentemente con una saponetta. Uscii dalla vasca, presi un pettine e districai i vari nodi con fatica. Poi mi asciugai con un asciugamano e feci una piccola treccia sulla parte alta della testa, lasciando liberi gli altri capelli e la fermai con il mio fermaglio a cilindro preferito. Era di mia madre e ero estremamente orgogliosa di indossarlo. Aveva la figura di un orso all’attacco, simbolo della casa di appartenenza della sua famiglia di nascita. Per me le mie origini erano molto importanti, ero orgogliosa di essere figlia di due grandi guerrieri nanici. Fiera di essere una discendente di quelle famiglie coraggiose e impavide. Per tutta la vita avevo come unico desiderio quello di assomigliargli. Mi ero preparata , per dare prova a loro del mio valore.Per essere considerata una sovrana all’altezza del compito. Indossai gli abiti elfici: una casacca lunga verde scuro e dei pantaloni stretti .Agganciai il mantello al collo e vestendo gli stivali mi diressi fuori dalla stanza. Camminai lungo il corridoio, ed entrai nel giardino di una delle terrazze. c’erano dei glicini bellissimi, una brezza muoveva i fiori e mi portava alle narici il loro profumo. Trovai una panca di pietra, mi sedetti e guardai la natura attorno alla valle.
-Sapevo di trovarti qui!- mi disse una voce .
Mi girai e vidi Kili sorridermi. -Mi cercavi?- chiesi vedendolo sedersi accanto a me
-Volevo sapere come stavi. Ieri sera, te ne sei andata via. E , dopo quello che abbiamo passato pensavo fossi scossa- mi disse semplicemente.
-Ti ringrazio, ma sto bene.- risposi sicura.
Lui mi guardò scettico, io sorrisi cercando di essere convincente.
-Come sapevi che sarei stata qui, comunque?- gli chiesi curiosa.
Lui scrollò le spalle con non curanza e facendo un sorriso sensuale disse:
-I glicini.. Sono i tuoi fiori preferiti.- disse guardandomi e puntando il dito verso la pianta accanto a noi.
Io arrossii vistosamente.
-Ti Sorprendo, eh?- rise toccandosi il viso barbuto.
-Andiamo a fare colazione, Kili- dissi imbarazzata, cercando di svicolare. Ero colpita dalla sua arguzia.

Arrivammo nella sala da pranzo, e sul tavolo c’era seduta una figura nota: Un Elfo alto dai lunghi capelli neri. Ci scrutava con un sorriso.
-Speravo di incontrarti ieri sera, Thyra figlia di Sif.- disse enigmatico.
Io mi gelai sul posto, inghiottii la saliva e dissi -Mio signore Elrond, come.. Come conosce me e mia madre?-
Lui si alzò senza togliere il contatto visivo con me, con eleganza si avvicinò e disse: -Conoscevo tua madre da molte lune.Era una regina molto amata, molto rispettata , e una grande amica.- disse abbassando la testa con rispetto.
Gli occhi mi si inumidirono dall’emozione e dall’orgoglio.
Kili, avvertendo i miei pensieri, dannazione a lui, mi prese la mano delicatamente nella sua e mi fece forza con una lieve pressione.
-Mi dispiace dover dire che non vi ha mia menzionato, mio signore- risposi mesta.
L’elfo mi sorrise, era come un raggio di sole in una giornata uggiosa.
-Mia signora non turbarti. Non ha avuto molto tempo di parlarti di me.- disse .
Le sue iridi si velarono di tristezza. Io gli sorrisi con gli occhi ancora umidi.
I miei compagni ci raggiunsero poco dopo.
Thorin attirò la mia attenzione, mentre stavamo mangiando. -Thyra, l’ho già detto agli altri, tienti pronta dovremmo partire entro oggi. Il Di di Durin è vicino.-
Io lo guardai e poi dissi: -Lord Elrond ti ha detto qualcosa della mappa?-
-Si, ieri sera, ci ha letto la pergamena. “L’ultimo raggio risolutivo del Di di Durin”- disse con tono basso.
Io gli presi una mano e lo guardai negli occhi: -Ce la faremo, Zio!- sorrisi.
Lui mi guardò e commosso mi fece una carezza sul viso.
-Sono felice che tu sia qui- mi disse dandomi una pacca sulla mano con fare burbero.
Bilbo ci stava guarando e Thorin aveva cambiato repentinamente atteggiamento.
Non era solito farsi vedere sentimentale davanti ad altri che non fosse la sua famiglia.
***
Eravamo lontani ormai un giorno da Gran Burrone, camminavamo instancabilmente lungo le montagne nebbiose.Percorrevamo una stradina a ridosso delle catene montuose, alla nostra destra il baratro. Ci colpì un vento fortissimo, io dovetti aggrapparmi alla parete grigia.I nostri mantelli si ingrossavano e volavano. Poi un tuono squarciò l’aria. Alzai lo sguardo al cielo con una smofia. Una goccia mi colpì il naso, scese sulla mia poca barba e iniziò il diluvio.
-Presto, dobbiamo trovare riparo- urlòThorin.
I tuoni erano fortissimi,tamburi nella notte. Il vento era iracondo.
C’era qualcosa che non andava. Non era un temporale normale. Le mie paure si presentarono quando vidi un gigante di pietra che alzava un masso.
No, non ero matta.
Un gigante.
Boccheggiai vedendolo lanciare via la roccia.
-Per la mia barba, le leggende sono vere! Giganti di Pietra!- disse Bofur guardando la scena atterrito.
-Ce ne sono altri, stanno lottando!- indicò Balin.
-Presto, muoviamoci.- disse Thorin incamminandosi.
Io ero a fine fila con Fili, Bombur , Bilbo e Bofur.
Poi, accadde tutto molto velocemente.
Quella che apparentemente era solo una montagna, si destò. Il gigante allora si alzò in piedi. Noi eravamo sulle sue ginocchia.
Urlai, mi aggrappai assieme ai miei compagni a qualche radice che campeggiava sulla roccia.
Gli altri erano ormai passati oltre, verso una roccia stabile.
Thorin mi sentii e si voltò di scatto.
-Kili!. Urlò Fili venendo separato dal fratello.
Il moro ci guardò con gli occhi sbarrati dalla paura.
Percepii il dolore e l’impotenza nei suoi occhi. Non si erano mai separati da quando Kili era venuto alla luce. Era come una lacerazione. Una ferita profonda.
Mi sentii quasi di troppo , di fronte a questo dolore così privato.
-No!- disse solo, troppo atterrito anche per parlare.
Thorin si avvicinò a noi urlando e cercando di sovrastare il rumore . -Saltate!-
Ci guardammo tutti impauriti, il mezzuomo tremava.
Gli presi una spalla cercando di tranquillizzarlo, ma invano. Il gigante iniziò a muoversi, camminando ora verso i compagnì. Uno di questi stava per lanciare un masso alle gambe. Stavamo per morire, schiacciati dai detriti, o spiaccicati al suolo. Fu come vedere tutta la vita passarmi davanti. Sarei morta. Non avrei più visto la mia famiglia. Non avrei più visto Kili.
Poi, prontamente Fili parlò: -Quando ve lo dico saltate- era teso. Lo guardai, e come un’ancora di salvezza vidi uno spuntone nella roccia che stavamo raggingendo.
La pietra che era stata scagliata dal gigante era vicinissima a noi, ora.
-Ora!- tuonò.
-NO!- Thorin urlò di dolore Il gigante si sgretolava e cadeva nel nulla, un’esplosione di schegge e un tuono assordante a rendere il tutto ancora più inquietante.


Sentii la pelle toccare qualcosa di freddo. Aprii gli occhi che avevo tenuto chiusi per la paura.
Ero stesa a terra, ce l’avevo fatta. Avevo diversi tagli e qualche escoriazione, ma ero viva.
Poi il terrore, scattai in piedi. E vidi gli altri accanto a me, respiravo sonoramente.
-State bene?- gracchiai spaventata.
Vidi Fili venirmi incontro e abbracciarmi.
-Grazie a Mahal sei viva!- mi disse con il viso impigliato nei mie capelli bagnati e sporchi.
Mi sciolsi e risposi all’abbraccio.
Bombur che tentava di alzarsi, ma il povero grasso nano non riusciva nemmeno a raddrizzarsi.
Thorin arrivò di corsa, seguito da Dwalin e da un cereo Kili.
Il moro ,quando ci vide, si accasciò a terra con le ginocchia, respirava a fatica.
Thorin mi abbracciò e solo allora si rilassò -Sto bene, zio.- dissi serena.
Dwalin mi guardava con spavento.
-Dov’è Bilbo?- proruppe Gloin Ci guardammo attorno ma del lo Hobbit nemmeno l’ombra.
Il silenzio si fece pesante
-AIUTOOO!- Era una vocina Flebile.
-Bilbo! Dove sei?- chiamai io.
-Qui! Sta candendo, datemi una mano!- Nori tentava di prendere la mano del mezzuomo che ora si trovava nel vuoto, una mano che faticava a rimanere aggrappata alla pietra. Thorin scivolò nella sua direzione e con l’aiuto di Dwalin, si calò per acciuffare uno spaventato Bilbo. Lo portarono su, ma Thorin mise un piede su una parte friabile e perse l’equilibrio.
Dwalin riuscì a tirarlo su, aiutato da Kili.
-Per fortuna che ti abbiamo preso, stavamo per perdere il nostro scassinatore!- disse sollevato Dwalin.
Thorin occhieggiò adirato a Bilbo e disse velenoso: -Lui si è perso, quando ha lasciato casa sua.Non c’è posto per lui, tra noi.- e si allontanò furente.
Bilbo si inquietò, le mani gli caddero molli lungo i fianchi e abbassò la testa ferito.
Mi avvicinai. -Oh, Bilbo non starlo a sentire. Ha preso un bello spavento. Non ti preoccupare- gli dissi accarezzandogli la schiena.
Lui mi guardò con gli occhi gonfi di tristezza.
Tirò su col naso e si allontanò. Volevo raggiungerlo quando una mano mi fermò
-Lascialo solo, ha bisogno di questo ora-
Kili era triste quanto noi. Scrollai le spalle e lo seguii verso Thorin che aveva trovato un riparo per la notte.


N.d.a
Buonasera Fanciullli, ecco il nuovo capitolo!! Cortino lo ammetto, ma era necessario, altrimenti diventava lungo. Fatemi sapere cosa ne pensate.Per concludere, ringrazio tutti voi <3 siete speciali, mi date la carica per contunuare!
Alla prossima, se vorrete.
Eireen
  
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