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Autore: JeanGenie    26/08/2018    4 recensioni
[Post - TLJ]
"Ci affronteremo là, dove la Luce e l'Oscurità si incontrano"
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Chewbacca, Finn, Kylo Ren, Poe Dameron, Rey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Lindòrea'
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9.

We have a lot to ask
We have a lot that we need to say
We have so much to do
And all we need is another day
Beneath the desert moon I call you
Beneath the desert moon I sing
Beneath the desert moon so lonely
I'm just a boy who would be king


With just the moon to guide us
We sometimes lose our way
If there's a light inside us
We'll follow, follow it to the brightness of the day

(Sting, Beneath a Desert Moon)

 

Rey non ricorda il numero del molo. Non è neppure certa che quella sia la direzione giusta. Sta semplicemente camminando, lasciando fare al caso o al proprio inconscio. Si perde per due volte, chiede informazioni e si perde di nuovo. Non importa. Potrebbe passare il resto dei suoi giorni a vagare per le strade di Mos Eisley e non farebbe alcuna differenza. Non guarda neppure dove sta andando. Non le interessa. Non ha fretta. Ha solo bisogno di pensare. Ma alla fine si trova in mezzo a contrabbandieri e marinai e capisce di essere arrivata. Il Falcon la sta aspettando. Forse anche quello è uno scherzo del destino, un sentiero tracciato, una via senza uscita.

Forse è meglio così…

Pensare è una pessima idea. È già molto se non si impone di smettere di respirare. I ricordi non si placano. Stanno tornando a galla frammenti di vita che aveva sepolto e la cosa peggiore è che sta rivivendo sulla propria pelle anche le memorie smarrite di Ben Solo.

Era solo una bambina, ma dimenticare in quel modo non è una cosa normale. È come se intere parti della sua mente le fossero state asportate chirurgicamente.

Ed è tutta colpa sua. Io lo so che è colpa sua. Non so come, ma è così.

Ben. Luke. Più giovani, sconosciuti, stranieri. Piombati nella sua vita in un giorno lontano. Luke. Chissà se anche Luke aveva dimenticato tutto.

Non le sembra così improbabile. Luke non era di certo rimasto colpito da lei. Ai suoi occhi non era altro che una piccola stracciona.

Anche se...

Piccoli dettagli si fanno limpidi e importanti all’improvviso. Ricorda benissimo il giorno in cui è sbarcata su Ahch-To. Il disprezzo e la reticenza di Luke. Eppure…

Non gli avevo detto il mio nome. E lui mi ha chiamata “Rey dal Nulla”.

Non sa come, ma è certa che Luke abbia ricordato solo quando si sono incontrati su Ahch-To. Ma non le importa. Non è Luke ad essere importante, in quel momento. C’è un tarlo nella sua testa. Ben ha infranto la promessa. Ben avrebbe dovuto ricordare. Ben è ingiustificabile. Aveva promesso. Invece l’ha lasciata su Jakku a sopravvivere a stento. La rabbia che prova la spaventa. Non si è mai sentita tanto agitata e irrazionale.

È colpa sua. Solo colpa sua. Deve restargli alla larga. Non avrebbe dovuto…

Scuote la testa energicamente. Voleva solo capire una volta per tutte se ciò che ha vissuto su Ilum fosse stato semplicemente un sogno. Niente altro. E c’era un solo modo per appurarlo.

E adesso posso dirmi soddisfatta di quello che ho ottenuto? Una farsa. Una grande, inutile farsa.

Si ferma a pochi metri dal Falcon perché le gambe le tremano. Un altro passo e potrebbe inciampare nei suoi stessi piedi come una bambina che non ha ancora imparato a camminare.

Divorarsi a vicenda? È così che funziona? Io… è stato…

Non può fermarsi a cercare aggettivi. Non ha senso. Nella visione avuta su Ilum non c’è stata nessuna fiammata imprevista all’interno del suo corpo, nessuna reazione incomprensibile, nessun desiderio viscerale di annullarsi. Chiude gli occhi rendendosi conto di avere ancora il suo sapore in bocca. L’assurdità della situazione la fa sentire totalmente fuori controllo.

Trovati un amante. Dovresti averne, alla tua età. Diventeresti meno fastidiosa.”

Qualcuno glielo ha detto, un po’ di tempo fa, su Jakku, dopo l’ennesima rissa. Un Melitto a cui aveva spaccato l’esoscheletro, se non ricorda male. Lei non ha mai avuto interesse per certe idiozie. Tempo perso. Minuti preziosi sottratti alla ricerca. Ed è sempre stata meglio per conto suo. Non ha mai capito perché la gente ci tenesse tanto a rintanarsi negli angoli a strofinarsi addosso l’uno all’altro come Happabore nella stagione della riproduzione. E adesso, per colpa sua, si è ricordata improvvisamente di essere una femmina umana adulta.

Ipocrita. Se fosse riuscito a baciarmi su Ahch-To, quella sera, davanti al fuoco, glielo avrei lasciato fare.

Il grugnito di Chewbacca fa fuggire via quella spiacevole scoperta. Il Wookiee emerge dal Falcon riservandole esclamazioni animalesche di gioia. Non vuole pensarci. E non lo farà. Ben è solo un bugiardo che non mantiene le promesse. Non importa se quello che sente sia attrazione o un qualche tipo di febbre aliena che ha preso mangiando in quella bettola la sera prima.

Deve andarsene e non voltarsi più indietro. Stavolta davvero. Non può più essere un burattino della Forza.

Quante volte l’ho già detto? Stupida…

“Chewie! Vi ho trovati!” L’abbraccio del Wookiee è caldo, generoso e confortevole. Rey si sente già meglio. Diventa tutto più piacevole quando Kylo Ren non è nei paraggi.

“Rey! Allora? Sei viva?” Il ragazzino di nome Han indossa dei vestiti nuovi. Chewbacca deve avere provveduto a lui mentre la aspettavano. Forse è un caso, ma ora sembra davvero una copia in miniatura dell’uomo che portava il suo stesso nome.

No che non è un caso. Chewbacca non è un esperto di vestiario umano. Gli ha comprato ciò che conosceva meglio.

“Hai ammazzato il Maestro Ren?” insiste Han. “Lo sai che adesso è mio dovere vendicarlo?”

Certo. Ci manca solo questa.

“Lascia perdere la vendetta” lo rassicura Rey sciogliendosi dall’abbraccio del suo irsuto copilota. “Il tuo caro maestro è vivo e vegeto.”

“Ti prendevo in giro.” Han le regala il sorriso luminoso che ogni bambino dovrebbe avere e che non ha mai visto prima sul suo viso. “Certo che è vivo. Vi ho sentiti, poco fa. È stato come se due asteroidi entrassero in collisione. Vi siete battuti di nuovo, vero?”

Non proprio.

Vorrebbe evitare di arrossire come una tenera fanciulla indifesa, se possibile. Non vuole davvero che qualcuno scopra che lei e il crudele, spietato, temutissimo Kylo Ren sono finiti a sbaciucchiarsi sotto il cielo di Tatooine per colpa di una sbronza molesta.

“Vieni, voglio farti vedere una cosa!” Han la afferra per un braccio e la trascina a bordo. Nulla è più piacevole per lei che ritrovare le pareti sgangherate del Falcon.

La sua vecchia spada malfunzionante è poggiata su uno dei tavoli della sala relax. Han la afferra con sicurezza e la accende.

“Chewie ha detto che non dovevo prenderla senza il tuo permesso ma… guarda!”

La lama verde è stabile e potente. Per la prima volta Rey riesce a comprenderne il pieno potenziale.

“Non ho saputo resistere. E funziona! Guarda, Rey!” Gli occhi di Han brillano di gioia mentre tenta di far roteare la spada con movimenti goffi. Il laser colpisce una delle pareti mandando in corto circuito uno dei proiettori olografici.

“Fermo. Non così.” Rey gli blocca il polso e si posiziona alle sue spalle. Dunque, anche stavolta la Forza ha guidato i suoi passi, facendole trovare quel kyber recalcitrante perché lo facesse arrivare al suo nuovo padrone. Sarebbe tutto più facile se potesse semplicemente accettarlo e lasciarsi condurre a destinazione.

Gli mostra l’impugnatura esatta, guidando le sue piccole mani, già ruvide e callose. Non ha più avuto tempo per ascoltare la sua storia per intero. Dovrà rimediare al più presto. Con l’elsa della spada e le mani di Han strette nelle sue, Rey guida i suoi movimenti in un fendente e una parata di base.

“Ehi, sei migliorata. Ti sei allenata con lui invece di ammazzarlo? Scelta saggia.” La risata di Han è piena di gioia. Si sente felice, con quell’arma in mano. Per lei non è più la stessa cosa. La spada a due lame che ha costruito è ancora assicurata alla sua cintura ma non crede di avere voglia di impugnarla di nuovo.

“Sono contenta che quel kyber abbia trovato un padrone” dice al ragazzo premendo sul pulsante di spegnimento.

“Posso tenerla? Davvero?” Lui sembra incredulo. Eppure è scontato che ora sia sua. Con quale coraggio potrebbe togliergliela?

“Vieni con me, Han.” Deve tornare dalla Resistenza. Ha già perso troppo tempo. E potrà dare un rifugio sicuro a quel piccolo e testardo guerriero.

Io non abbandono le persone. Io non le lascio indietro.

Quando Chewbacca li raggiunge, Han non le ha ancora risposto, ma Rey è certa che il Wookiee sarà dalla sua parte.

“Chewie, torniamo dai nostri compagni, che ne dici?”

Rey sorride. Come si era aspettata, Chewbacca si lancia in una serie di versi entusiasti.

“Un momento” protesta Han. “E lui? Finisce così? Senza vincitori?”

Sì, finisce così. Perché non riuscirei a guardarlo in faccia e a fare finta di niente.

Il sapore delle sue labbra è ancora troppo vivido. Ed è ancora in balia di tutti i ricordi perduti e riemersi. Non può fare a meno di sentirsi ingannata e ferita. Se non da lui, dalla Forza che pilota le loro vite come se non fossero altro che strumenti. Ma non succederà più . Userà ciò che ha appreso come meglio crede. Lontano da Kylo Ren.

“È andata così male? Speravo che aveste fatto pace” insiste Han.

“Non si tratta di litigare e fare pace, Han.” Sarebbe inutile tentare di spiegarglielo. Nessuno può capire che razza di contorto groviglio di predestinazione sia il suo rapporto con Kylo Ren. Nemmeno loro stessi.

“Va bene. Non si tratta di litigare e fare pace. Ma in fondo stai facendo tutto questo perché ti sei innamorata di lui. È semplice.” L’ha detto con estrema naturalezza, ma le sue parole le fanno l’effetto di una coltellata.

Non è vero. Non lui. Non Kylo Ren. L’immagine del corpo di Han Solo che precipita nel vuoto dopo essere stato trafitto dalla sua spada si riaffaccia prepotentemente. Ha visto la Luce in lui. Ha visto speranza. Ma non c’è niente altro. Non può esserci. La Forza non può averla spinta in quella direzione.

“Non dire scemenze. Lui è un essere orribile. Tutto quello che c’era di buono in lui lo ha sradicato. Ha ucciso suo padre, ha massacrato centinaia di innocenti, schiacciato l’idea di libertà sotto i suoi stivali. Lui non…” Deve giustificarsi. Deve scacciare quella folle idea. Eppure tutto finirebbe con l’avere un senso, se fosse vero. Quel continuo trovare scuse pur di non lasciarlo andare e il bisogno fisico di stargli vicino…

No.

Credeva che potesse tornare ad essere quello di una volta. Lo credeva davvero. Ma tutto il resto è una sciocchezza. È sbagliato.

“Infatti ho detto che ti sei innamorata di lui. Non che lo consideri una brava persona” insiste Han. “Sei tale e quale a mia sorella quando s’è presa una cotta per il capocantiere. Continuava a dire che le era antipatico, che non riusciva a sopportarlo, eppure ogni volta trovava scuse per ronzargli intorno. Tu sei come lei.”

Sarebbe più facile se Chewie non continuasse ad annuire convinto ogni volta che Han pronuncia una sillaba.

Non è vero. Non lo è. Non ha senso. Non posso cadere in una trappola simile.

“Comunque non preoccuparti. Anche lui è innamorato di te. Si capisce. Quando eravamo su Ilum e ti credeva in pericolo è impallidito… cioè … più del solito, intendo. Perché lui è sempre pallido. Ma questo non c’entra. Sai cosa penso? Che siete due cretini.”

Chewie grugnisce di nuovo. Lei non ha altre parole da aggiungere. Ha vissuto qualche giorno al di fuori dalla realtà. Ma a quest’ora lui sarà già ripartito. Non lo condurrà a Naboo come voleva Leia. E quelle sono solo inutili chiacchiere. Finn ha insinuato qualcosa di simile prima di lasciarla partire. E adesso questo.

Non ha senso pensarci. Non c’è più uno scopo. E Lindòrea non esiste …

“Han, finiscila. Sei un marmocchio. Non parlare di cose da grandi.” Deve dormire. Dimenticare per qualche ora. Al suo risveglio sarà più lucida. “Sono stanca. Ho bisogno di riposare per un po’. Dopo mi direte come vanno le cose qui.”

Rey li lascia senza aggiungere altro ed entra nell’alloggio del capitano. Han Solo non indulgeva in vizi, ma quella stanza ha in sé ancora i segni del proprietario precedente. Un impianto per la musica che non funziona. Un refrigeratore pieno di bottiglie d’acqua e un letto troppo ampio per una persona sola. Lì ci dormiva Leia, dopo la loro fuga da Crait. Rey ne ha preso possesso solo dopo aver lasciato Concord Dawn su espressa richiesta di Chewbacca.

C-3PO e R2-D2 si fanno compagnia al tavolo su cui sono sparsi i testi Jedi portati via da Ahch-To.

“Oh, signorina Rey. È tornata. Temevo che il Principe Ben l’avesse uccisa.” Il droide dorato si alza e le si avvicina con la sua buffa andatura rigida. Lei è certa di poter rendere più fluidi i suoi movimenti con qualche piccola modifica, ma di sicuro quello non è il momento giusto.

“No, il Principe Ben non mi ha uccisa e io non ho ucciso lui” spiega tentando di combattere contro le palpebre che le si chiudono.

“Questo avrebbe reso molto felice la nostra principessa.” Il droide lo dice con un’enfasi esagerata e probabilmente ha ragione. Avrebbe un gran bisogno delle parole sagge di Leia, in quel momento. Le cose le apparirebbero meno confuse.

Rey si siede sul letto. Non è certo comodo come quello che ha occupato sulla Finalizer, ma comunque lo è più di quelli che ospitano l’equipaggio di un comune mercantile. Si sfila le scarpe e si stende. Non ha la forza di infilarsi sotto la doccia. È troppo stanca e ha solo bisogno di un po’ di pace.

“C’è speranza che Sua Altezza torni a casa? Lo stiamo aspettando?” insiste C-3PO.

“No.” Rey gli volta le spalle. Vorrebbe proprio che lui e R2 se ne andassero. “Lui sta bene dove sta. Da solo.”

“È un tale peccato” continua il droide. “Se penso che Sua Altezza è stato concepito proprio lì, dove è stesa lei ora…”

Rey scatta in piedi urtando con la testa contro la parte superiore della nicchia che circonda il letto. “Dovevi proprio dirmelo?” rimprovera il droide. In quel momento vorrebbe proprio che la Forza o chi per lei le cancellasse di nuovo la memoria. Si tappa le orecchie lanciando un “che schifo” istintivo. Non vuole pensarci. Non vuole immaginare. Sa solo che lì dentro non ci metterà più piede.

C-3PO le trotterella dietro fino alla piccola cuccetta in cui si infila.

E tu?

Non ha più visto la famigliola di Porg che ha scelto di nidificare nel Falcon da quando ha lasciato Concord Dawn. Il maschio adesso la guarda con gli intelligenti occhi scuri, poi salta giù dalla cuccetta e si infila in un pertugio.

Prima di ripartire dovrò comprare un po’ di becchime.

“Non capisco signorina Rey.” C-3PO la riporta immediatamente a questioni più fastidiose rispetto all’alimentazione dei Porg. “Perché vi fate tutti questi problemi per un processo assolutamente naturale per la vostra specie come quello dell’accoppiamento? Io non…”

“Sta’ zitto!”

Si gira su un fianco e chiude gli occhi mentre il droide si allontana protestando su quanto gli esseri di carne siano creature bizzarre.

Rey ha mal di testa e le vertigini ma deve riposare. Dopo andrà meglio. Deve solo impedirsi di pensare al momento in cui Ben l’ha afferrata e baciata. È deleterio. Ha la sensazione che tutto il suo sangue le arrivi allo stomaco per scivolare fino all’inguine. Sa benissimo che non avrà più il coraggio di guardarlo in faccia e giura a se stessa che quello scambio di denti, lingua e saliva sarà il primo e l’ultimo. Si rifiuta di pensare che l’ha trovato stordente e vuole solo dormirci sopra.

Chiude gli occhi un’ultima volta recitando tra sé i nomi delle stelle visibili da Jakku come faceva da bambina…

Una bambina lasciata indietro una volta di più.

Le palpebre le si fanno pesanti. Scivola in un sonno profondo senza quasi accorgersene. E vede l’ombra. All’inizio è solo foschia simile al fumo denso generato dal Kesium che brucia. Poi assume una forma più compatta e filamenti scuri si diramano dal corpo centrale fino a diventare simili a lunghi artigli ossuti che le ghermiscono il petto. Vorrebbe gridare, ma la voce non le esce dalla gola. È quello che succederà, se dovesse perdere il controllo? Lampi scarlatti che avviluppano il suo essere, lacerandola. Cosa c’è di seducente nel Lato Oscuro, se fa così male? Si sveglia di soprassalto rendendosi conto che potrebbe aver dormito pochi minuti come ore. La testa le pulsa di dolore. È quasi certa che, se provasse a muovere il collo, sarebbe sommersa dalla nausea.

Tu non vuoi davvero andartene, Rey.”

Lo spettro azzurro è in piedi accanto alla cuccetta. Tiene in braccio il Porg maschio e gli accarezza delicatamente la testa piumata. È il ragazzo che ha visto su Ilum, quello che le ha tenuto la testa sulle ginocchia. La sua potenza è quasi tangibile e le fa venire i brividi. Avrebbe preferito che si fosse presentato Luke. Ha troppe domande da porgli. Vuole sapere se anche lui è stato vittima dell’amnesia stregata che ha colpito lei e Ben. Invece, al suo posto, è arrivato di nuovo quel bellissimo sconosciuto a dirle che in realtà lei non vuole lasciarsi dietro quel disastro emotivo.

“Mi dispiace. Ma so benissimo cosa voglio fare. Non importa quanto voi tentiate di convincermi del contrario.” Sente un sapore acido e disgustoso in bocca. Nulla a che vedere con la sensazione piacevole che le ha lasciato Ben.

Cosa posso fare per farti cambiare idea?” Lo spettro le si accosta di un passo. C’è qualcosa nel suo aspetto che la mette a disagio ma non riesce a capire cosa.

“Nulla. Cos’è, un tentativo di corruzione?” chiede Rey. “Hanno mandato te perché sei il più carino?”

Lo spettro ride e lei non credeva davvero che potessero farlo. “In questo momento voglio solo dirti che comprendo la tua paura. La percepisco intimamente. E so di cosa è fatta, Rey.”

Davvero?

“Comprendi? Io non ho paura. Io sono furiosa. C’è una grande differenza tra scegliere una strada e imboccare quella che altri hanno segnato per te senza che tu ne fossi neppure consapevole.” Si porta le mani sugli occhi tentando di scacciare l’emicrania. Non riesce più a distinguere ciò che è vero da ciò che è fasullo. La sua intera vita rischia di diventare un’immensa menzogna. Perfino ciò che sente può non essere reale.

Lo spirito azzurro la guarda e i suoi occhi si velano di inquietudine. La sta ascoltando e lei ha un gran bisogno di essere ascoltata.

“Hai idea di cosa significhi scoprire che la tua intera vita è un inganno?” gli chiede Rey. “Ho scoperto che avevo già incontrato dei Jedi. Che Luke Skywalker e Ben Solo erano già entrati nella mia vita. Ma che qualcuno o qualcosa ha giocato con il mio cervello perché lo dimenticassi. Come potrei non avere paura? Che cosa c’è che non va in me? Questo non è il trattamento che riservavano a tutti i padawan. Dov’è Luke? Io devo sapere se anche lui aveva dimenticato. O se ha mentito per tutto il tempo a me e a Ben.”

Non lo ha fatto.” Lo spettro ne sembra molto sicuro.

Chissà… forse passate il tempo a confidarvi tra voi…

“Lascia stare. Io me ne vado. Ho finito. Ho chiuso. Cosi non mi piace. Non è giusto. Voglio poter decidere di me stessa. Io non sono uno strumento, chiaro?” Nel momento stesso in cui lo dice, si rende conto di quanto sia ingenua.

Chi di noi è davvero libero? Chi non ha vincoli? Chi può scegliere fino in fondo?

Il ragazzo si siede sul suo letto e depone gentilmente a terra il piccolo pennuto.

“Sei un fantasma. Che bisogno hai di sederti?” Le cose che non comprende appieno a volte sono davvero sciocche.

Noi siamo più che semplici fantasmi. Ma capirai, un giorno. Come io capisco te, ora. Perché ho vissuto un tragitto molto simile al tuo.”

Non sembra molto più grande di lei ma, all’improvviso, assume un’aria vecchia e saggia. Si chiede da quanto tempo abbia lasciato il mondo materiale per unirsi alla Forza.

Non gli ho neppure chiesto il suo nome...

Dicono che non avessi un padre” continua lo spettro e la sua voce si fa più cupa. “Che fossi stato generato dalla Forza stessa. Mi chiamavano il Prescelto. Dicevano che avrei riportato l’equilibrio nella Forza. Era tutto già scritto. Se non per un semplice dettaglio. Non ho mai voluto lasciarmi guidare da un destino scritto. E per questo hanno pagato in troppi. Ma ci sono anche ora cose di cui non posso e non voglio pentirmi. Quindi ripeto che ti comprendo perfettamente.”

“Vade-r...” Balbetta quel nome mentre la consapevolezza si fa strada in lei, sommandosi alle dozzine di racconti che ha sentito su Jakku sull’Impero e la sua fine.

Anakin” la corregge lo spettro.

Certo. La notizia è arrivata perfino da noi, sette anni fa. Il convertito, il prescelto, il servo del Lato Oscuro ha avuto finalmente un vero nome.

Le tremano le gambe. È felice di essere sdraiata, altrimenti si sarebbe già accasciata a terra. Ha davanti il mostro che ha terrorizzato la galassia per vent’anni. Il padre di Luke. Colui che ha dimostrato che tornare alla Luce è possibile.

Ci sono altri Skywalker che dovrei incontrare?

“Quando ho conosciuto Luke su Ahch-To ho sperato.” Non sa perché glielo stia dicendo. È un’illusione che ha accantonato molto tempo prima. “Credevo davvero che mi avrebbe detto ‘Bambina mia, ti ho ritrovata’. Sognavo di essere una Skywalker, come voi. Adesso darei qualsiasi cosa per non avervi mai incontrati.”

Anakin Skywalker le sorride dolcemente. “Sei ferita, Rey. Ma non credo a una sola parola di quello che stai dicendo.”

Lei si tira su, fino a quando i loro occhi si trovano quasi alla stessa altezza. “Perché? Dimmelo. Aiutami a capire. Perché avete fatto in modo che Ben non tornasse a prendermi?”

Cosa sarebbe accaduto se fosse tornato a prenderti, Rey?” Lo chiede come un insegnante che spiega una lezione ovvia all’allieva testarda.

“Non lo so. Avrei avuto un maestro? Una guida? Una famiglia?” Le basta dirlo per sentire di nuovo la gola che le si stringe.

L’avresti seguito adorante quando è caduto vittima del Lato Oscuro” la frena immediatamente Anakin. “Snoke avrebbe preso anche te. E noi non possiamo perderti.”

“Credevo che poteste osservare ma non influire.” Ha imparato qualcosa circa la Forza e le sue regole. Leia non si è limitata a spiegarle come si mette in piedi una ribellione.

La Forza non ha bisogno di noi per agire” le conferma lo spettro.

“Cosa c’è di vero in me?” Al di là di tutto, è qualcosa che ancora non riesce a capire. È solo una mercante di rottami proveniente da un pianeta sperduto. Non riesce a capire perché quell’onere sia toccato a lei. “Perché sono tanto importante da arrivare a ingannarmi in questo modo?”

Rey solleva gli occhi verso Anakin. Deve dirglielo? Deve confidargli cos’è che teme di più? Ha combattuto al fianco dei suoi compagni. Ha sposato la loro causa. Ha finto di essere forte e serena.

Poi, di notte, da sola, non facevo che pensare a lui. Un tarlo continuo. Ci ho provato. Ho provato a scacciare questa ossessione. Ma non sono fatta di metallo.

“Io non so se quello che sento è reale. Se è un altro inganno, se è qualcosa che la Forza mi spinge a provare per qualche suo scopo recondito. Questo mi fa paura.” Si sente all’improvviso piccola e insicura, più di quanto lo sia mai stata. Fino a un attimo prima non avrebbe neppure saputo dare un nome al gorgo che le si agita dentro.

La Forza non può indurti a provare sentimenti, Rey.” Di nuovo quel tono così pacato e saggio.

Davvero? Non ti credo, Skywalker.

“E allora perché sto così male? Come se non avessi via d’uscita? È la prima volta che mi succede. E non so cosa fare.” È sicura che la sua ossessione continuerebbe a perseguitarla anche se fuggisse lontano. Non è forse già accaduto?

“Sai, amare una sola volta può bastare per tutta la vita.” C’è nostalgia nella sua voce. Rey vorrebbe chiedergli chi fosse lei. Tutto quello che sa della sua sposa proviene dalle parole di Leia. Era bellissima. Era saggia. Veniva da Naboo. Il suo cuore si è spezzato. Niente altro.

Io non voglio finire nello stesso modo.

“Lui è distruzione. È morte. E non vuole tornare indietro. È sbagliato.” Lo ripete un’ultima volta, tentando di marchiare a fuoco quei concetti basilari nella propria anima. Ma lo spettro di Anakin Skywalker le pone l’unica domanda che non si aspettava.

Perché l’hai portato qui?”

Perché era l’unico posto davvero importante su cui non avesse messo il veto per paura. Ecco perché. Una sua dimenticanza...

“Perché è qui che tutto è cominciato. Speravo...”

Esatto, Rey” la interrompe lui. “Speranza. Non devi lasciar andare la speranza.”

“Io non posso vivere in funzione di Ben Solo. Non è giusto.” È stanca dei suoi rifiuti. Della sua mente chiusa. Anche se insistesse, i suoi sforzi potrebbero non dare frutti.

Non farlo; fai ciò che è giusto per te stessa.” Lo spettro si alza. Rey capisce che sta per congedarsi.

“Non mi hai risposto. Perché sono tanto importante?” Non può lasciarlo andare senza avere una spiegazione.

Avrai le risposte quando le cercherai nel posto giusto.” Il suo sorriso gentile evoca ancora quel nome impossibile.

“Lindòrea? Un posto che neppure esiste…”

Mia moglie ci credeva. Diceva che Lindòrea esiste e puoi trovarla se guardi con attenzione. Ma Ben non riesce a vedere. Non vuole e non può. È marchiato. Non commettere il suo stesso errore.” Le sue ultime parole suonano quasi come una minaccia.

“Cosa volete da me? Che lo uccida? O che lo salvi? Qual è la forma della vostra speranza?” È certa che la Forza non voglia farli scontrare. Eppure ha già preso troppi abbagli per rischiare ancora.

Questo potrai deciderlo solo tu. Quando arriverete in quel luogo dove luce e oscurità si incontrano.”

Di nuovo quella strana profezia. Anche se Ben, o qualcosa di molto simile a lui, aveva detto che a Lindòrea si sarebbero affrontati. Una fiaba tramandata di madre in figlio. Davvero i Fantasmi della Forza non hanno nulla di meglio da offrirle?

Sai, il suo Tie funziona benissimo” continua Anakin.“Nonostante questo, non è ancora partito. Questa nave sarà pronta al decollo entro qualche ora. Tu partirai?”

È su Tatooine. È vero. Ci è venuta per una ragione. Voleva vedere il posto in cui è cresciuto Luke. E voleva che Ben venisse con lei, come se quei luoghi potessero dargli pace. Invece ha trovato più di una tempesta. “Non mi aspettavo la pioggia…”

Anakin sorride. “Hai visto collassare pianeti. Perché ti turba un po’ d’acqua?”

“È solo l’inizio, vero? Peggiorerà.” Lei, in qualche modo, sa che è tutto sbagliato. Che cose simili non dovrebbero accadere.

Che cosa sono la Resistenza e il Primo Ordine di fronte a una galassia che si piega su se stessa fino a spezzarsi?” chiede lo spettro.

Non può essere. Tutto ciò che esiste rischia di finire in briciole. Perché la Forza è dilaniata. Non è più il collante tra vita e morte.

Le risposte che stava cercando affiorano spontaneamente nei suoi pensieri.

“Ben può fermare tutto questo? Se lo accompagno nella sua ricerca, lui può farlo? Può trovare davvero le origini della Forza?”

Non voglio farlo. Il suo spirito si ribella. Il desiderio di scappare è ancora forte

Ben non può fare nulla.” Lo spettro scuote malinconicamente la testa. “Non può più da quasi vent’anni. Questa è stata la vera vittoria del Lato Oscuro. Per questo ci sei tu. Tu puoi.”

“Snoke ha detto che io sono il suo equivalente nella Luce. Io non ho mai sentito parlare di una cosa simile. Che cosa vuol dire?” Troppe domande. Se potesse, lo terrebbe lì per sempre facendo in modo che dipanasse tutti i suoi dubbi.

Lo sai benissimo. O forse no. Ma è talmente semplice che lo capirai da sola.” Lo spettro sta iniziando a scomparire ma lei ha bisogno di ancora un po’ di tempo.

“Io non voglio vederlo. Non me la sento.” L’idea la terrorizza. Dopo quello che è successo, cosa potrebbero dirsi, ancora?

Questo non ha nulla a che vedere con la Forza, né con il tuo destino.” E sono le ultime parole di Anakin Skywalker prima di svanire.

Ha ragione. Ha solo paura. Umanissima paura. Che cosa implica? Cosa è cambiato? E lui è nel suo stesso stato? Ne dubita fortemente. Lui non è una ragazzina che in vita sua ha conosciuto solo rottami e sabbia. Ma non può più chiedere conferme a quel bellissimo spettro.

Che gli somiglia. Perché mi accorgo solo ora che gli somiglia? Ben. Alto, goffo, gentile, sorridente… lui, i suoi unguenti, le sue bende, il suo cibo buono e le sue promesse. La prima persona che mi ha dimostrato affetto prima che Snoke lo portasse via. Prima che Kylo Ren nascesse.

Non c’è più nessuno a tentare di confortarla. E lei deve decidere in fretta.



 

Bellissimo.

Agli occhi di Rey tutto era bellissimo. Aspettative, sogni, oggetti. Non conosceva altri aggettivi per esprimere il suo entusiasmo. Una bambina con gli occhi spalancati su un mondo orribile, a cui bastava un’inezia per sentirsi felice.

Rey, a cinque anni, riusciva a non mollare la presa sulla speranza. Troppo intelligente, per la sua età. Troppo acuta, troppo saggia. Destinata a grandi cose.

E gli è stata portata via. Non è così ottuso da non comprendere perché.

Non è stato Snoke. Per lui sarebbe stato un vantaggio se lei fosse stata al Tempio, quella notte. No. È stata la Forza stessa. Per proteggerla da me.

I due soli del deserto di Tatooine gli picchiano sulla testa. Odia quel clima. La pioggia stregata ha impregnato l’aria di umidità bollente peggiorando la situazione. Non dimenticherà troppo in fretta quel viaggio orribile. Ha bisogno dell’aria asettica, chiusa e controllata di una nave sospesa nel vuoto. Il suo Tie è danneggiato ma può ancora volare. Potrebbe raggiungere il Finalizer immediatamente. A trattenerlo a terra è altro.

Non lo trovi buffo? La coscienza ti rimorde per qualcosa di cui non hai colpa.” Luke, evanescente e improvviso, passa una mano luminosa sulla fiancata del Silencer.

La sua presenza lo irrita più di quanto non abbia mai fatto prima. “No, non lo trovo buffo. Per niente.”

Ciò che ha rivissuto poche ore prima gli offusca i pensieri di una rabbia crescente. Rivedere il suo maestro da giovane. Parlare di nuovo con sua madre. Perfino assaporare la tisana amara di Lor San Tekka. Non si è trattato di semplici ricordi tornati a galla. È stata una tortura mirata.

“Mio padre… è con te?” Non sa perché l’abbia chiesto. Forse si tratta di puro e semplice masochismo. Ma è inutile e nocivo.

In un certo senso” gli risponde il suo maestro di un tempo. “Tuo padre non era sensibile alla Forza. Non può manifestarsi come faccio io. Ma, come sai, nessuno scompare davvero. Hai delle scuse da porgere?”

“No.”

Ho smesso di rimpiangere le mie azioni molto tempo fa. È una lezione che ho imparato grazie a te.

E allora?”

È il momento di chiederlo. Ha bisogno di sapere quanto sia stato ingannato. “Tu sapevi?”

No” risponde immediatamente lo spettro. “La mia mente si è aperta solo quando ho rivisto Rey. Solo in quel momento ho ricordato.”

Kylo Ren gli crede. Sono stati solo delle marionette. Perfino il potente Luke Skywalker.

“Perché adesso? Cosa volete da noi?” Noi. Ha pensato a Rey e a se stesso come a una squadra che partecipa dello stesso gioco. Sa bene che non è così. Ma sono vittime dello stesso inganno.

Luke non gli risponde. La sua figura si fa trasparente come una sottile nube azzurra e attraverso di essa, poco prima che scompaia, Kylo Ren vede avvicinarsi la sua nemesi.

L’ha abbandonata. L’ha dimenticata. Non è più tornato a prenderla. Non può evitare di sovrapporre l’immagine di una bambina in lacrime a quella donna adulta, selvaggia e bellissima.

Si fissano. Tacciono. Non capita spesso. Ma davvero nessuno dei due ha parole. Poi lei apre bocca per prima.

“Danni?”

Sorprendente come sempre. Non riesce a credere che, in un momento come quello, si stia informando circa le condizioni del suo caccia. “Minori di quanto pensassi.”

Deve dirle ancora che gli dispiace? Si sente ancora tradita? Ovviamente è così. Una bambina ferita non può accettare spiegazioni. Soffre e basta finché non diventa troppo stanca anche per quello.

“Ben…”

Perché lo fa ancora sussultare sentirle pronunciare il suo nome? Non gli è mai sembrato così autentico. Forse perché le emozioni di quand’era solo un ragazzino gli si sono insinuate sotto la pelle. Come quando era davvero Ben.

“I nostri ricordi sono stati offuscati. Mi dispiace di aver reagito male.” Rey lo dice fissandolo dritto negli occhi, fiera, come sempre.

No, non ti dispiace affatto. E non ne hai motivo.

“Hai reagito come avrebbe fatto chiunque altro.” Non vuole sentire scuse e rimproveri. Vista la situazione, sono assolutamente inutili.

“Non sembri sorpreso.” Rey inarca un sopracciglio in modo sospettoso. Quel minuscolo gesto le dà un’apparenza ancora più ingenua.

“Sorpreso? Perché la Forza ha fatto in modo che la preziosa e luminosa Rey mi restasse lontana? Era abbastanza ovvio.” Si rende conto di averle parlato in modo freddo e sgarbato, ma non gli importa. Il quadro della situazione è abbastanza chiaro.

“Ho visto tuo nonno. Ho parlato con lui” lo informa Rey e quella notizia peggiora il suo malumore.

Kylo Ren si sposta dall’altro lato del Tie, fuori dalla sua vista. Non c’è nulla che debba controllare ma non ha voglia di guardarla né tantomeno di starla a sentire.

“Ha detto che se ti avessi seguito, avrei finito col cedere all’oscurità insieme a te” insiste lei.

E sarebbe stato così orribile?

L’ha vista. L’ha sognata. Intrisa di tenebre, splendida, al suo fianco. Ma nulla di tutto ciò si è avverato.

“Ti ha detto tutte queste cose?” Kylo Ren chiude gli occhi, digrignando i denti. Sta facendo uno sforzo sovrumano per controllarsi. Sarebbe meglio se lei se ne andasse. Subito. “Che strano. Tutto quello che dice a me è di risparmiare te. Devi essere davvero importante.”

La sta spezzando un colpo dopo l’altro e lo sta facendo consapevolmente. “Quindi cosa sappiamo, ora? Stammi lontana. Sono contagioso.” Sibila quelle parole come se volesse sputargliele addosso. Lei è diventata l’epitome distruttiva di ciò che ha detestato per tutta la vita. Un riflesso perfetto e irraggiungibile col quale misurarsi ed essere ripetutamente sconfitto.

“Ha detto anche altro.” Lei non sembra avere colto il rancore che lo logora e questo lo fa infuriare ancora di più. “Questo… la pioggia… I pianeti che muoiono. Bisogna fare in modo di fermare il disastro che incombe sul nostro mondo.”

Ridicolo.

La presunzione cieca di Rey sta raggiungendo il limite. Se questa è la forma di idealismo che porta avanti, non sopravvivrà ancora a lungo. Quella ragazza si crede davvero indispensabile per l’universo. Un’eroina salvatrice. Non ha capito che tutti loro non sono altro che minuscoli batteri nel tessuto cosmico. E allora tanto vale agire come tanti parassiti che ne succhiano la linfa.

Questo è l’unico viaggio che voglio compiere...

“Per come la vedo io, puoi cavartela benissimo da sola, candido fiore luminoso prescelto dalla Forza e da proteggere a tutti i costi. Non hai bisogno di me.”

Non ti consegnerò la tua gloria rimanendo nell’ombra del fallimento. Non lo farò più per nessuno.

“Non è stata una mia scelta. Perché te la prendi con me?” Lei lo chiede mordendosi le labbra e, all’improvviso, Kylo Ren vede di nuovo la bambina di Jakku con le vesciche sulle mani.

“Già. Non hai avuto scelta. Nemmeno io. È una brutta sensazione, vero?” Non riuscirà mai a farglielo capire. Era destinato alla caduta. Il loro incontro su Jakku è stata l’ennesima conferma.

“Riesci a parlarmi senza aggredirmi? Io lo sto facendo, anche se avrei voglia di prenderti a pugni” lo rimprovera la ragazza con una sfacciataggine incredibile. “Mi hai lasciata su Jakku a marcire. E adesso ti comporti come se la vittima fossi tu. Non lo sei. Svegliati, Ben. Sei solo stato ingannato. Ti sei fatto fregare dalle promesse di Snoke. Ci ha fregati tutti. Me, te, Luke. La differenza è che tu non hai guardato in faccia nessuno. Ti sei dato al massacro pensando che fosse un tuo diritto, una specie di compenso per i torti subiti. Adesso falla finita. Hai una famiglia che continua ad amarti nonostante tu l’abbia sterminata. Che ti protegge oltre la morte. Che ti piaccia o no, questo è un dato di fatto. Io avrei dato tutto per trovarmi al tuo posto. Non ti permetto di continuare ad evitare la realtà dei fatti.”

Non ha ripreso fiato nemmeno una volta. Kylo Ren la fissa incredulo. La sensazione di avere già vissuto quel momento dozzine di volte si fa intensa.

“Tu non mi permetti?” Sarebbe piacevole spezzarle il collo, in quel momento. Mettere a tacere le sue ridicole frasi fatte. Lo farà. Lo farà adesso, e sarà finita. Roventi ondate di rabbia rossa crescono dentro di lui. Ci vorrà un attimo, anche se farà male. Anche se lei non arretra di un passo.

No.

Si volta e colpisce il Silencer con una scarica di energia. La fiancata lucida si deforma. Una patina di sudore freddo gli ricopre il viso, le tempie pulsano, ma la rabbia diminuisce come uno stagno che si prosciuga.

“Dovrei sentirmi lusingata. Hai colpito il tuo caccia e non me.” Rey sta ridendo. Nonostante tutto, sta ridendo e imitarla per lui è un sollievo. Appoggia la fronte al suo Tie ammaccato e si concede una risata silenziosa. Non ha davvero idea di come siano arrivati a quel punto.

“Non provare mai a quantificare e sezionare quello che sento, Rey. Non farlo.” Ha già subito quel trattamento da quando ha cominciato ad essere il figlio strano. L’esperienza è continuata negli anni che ha trascorso con Snoke. Ma da lei non può accettarlo. Si era illuso che lei potesse capire. La grande Leia Organa. Il migliore astropilota della galassia. Il leggendario Luke Skywalker. E infine addirittura Darth Vader. Tutti loro sono sempre stati dieci passi avanti. Finché il suo potere non ha iniziato a crescere, finché non ha creduto davvero di poterli eguagliare. E suo zio ha deciso che sarebbe stato meglio se lui fosse morto.

Non capisci quanto sia perfetto il quadro generale? Mi sono tolto di mezzo. Non è quello che volevano?

“Lo sai. Sono una persona grezza e diretta. Quindi ci proverò eccome. E tu dovrai stare a sentirmi.” Rey solleva le spalle come se non avesse importanza e stesse semplicemente cominciando ad annoiarsi.

Ed è assurdo. Perché lui prova un profondo bisogno di restarsene da solo, tuttavia non vuole che lei si allontani.

Fastidiosa, invadente e perfetta…

“Dove andremo, da questo punto in avanti?” le chiede.

Tu, che sei così sicura di te stessa, dimmi qual è la strada migliore.

“Vuoi ancora trovare il punto d’origine della Forza?”

Quella domanda lo spiazza. Sembra che lei non stesse aspettando altro che porgergliela.

Non so più cosa voglio. Forse vorrei smettere di avere caldo, questo sì. Qualcosa non va nei termoregolatori dei vestiti.

“Ho una proposta da farti” insiste lei con un aria talmente seria da strappargli un altro sorriso.

“Un’altra delle tue idee strampalate, Rey?” È davvero curioso di scoprire cosa si inventerà adesso.

“Combattiamo un’ultima volta” propone lei. “Se vinco io, verrai con me e ordinerai al Primo Ordine di deporre le armi. Dopo ti accompagnerò nel tuo viaggio come volevi. Se vinci tu, verrò con te senza porre condizioni. Come vedi, tu non rischi nulla.”

Oh, certo...

“Sei un piccolo essere furbo e maligno” le risponde. È fantastica quando si crede più scaltra di lui. “Sai come la vedo io? Il riemergere dei tuoi ricordi ti ha fatto venire voglia di scavare più a fondo nell’essenza della Forza. Ma vuoi metterti la coscienza a posto salvando i tuoi compagni, anche se senti di non essere più una di loro. Quindi vuoi che io sistemi le cose prima di metterci in viaggio. E, allo stesso modo, sei sicura che, se dovessi vincere io, una volta giunti a destinazione, verrò illuminato dal Lato Chiaro e sceglierò volontariamente di mettere fine alla guerra e salvare comunque i tuoi compagni di giochi. Lieto fine per tutti. Solo che… se vincerò io, mi accompagnerai, mi lascerai usare il tuo potere e poi ti ucciderò. Che ne dici?”

Lei incrocia le braccia mostrandosi offesa. “Quindici anni fa eri più simpatico. Anche se non altrettanto...”

“Altrettanto cosa?”

Stavolta Rey abbassa gli occhi. “Alto… lascia perdere…”

“Quindici anni fa ero alto come ora.” Kylo Ren sposta gli occhi sui danni che il suo scatto d’ira ha procurato al Silencer. Non è nulla che un droide non possa sistemare in un’ora. “Tu invece non sei cambiata per niente.” Rey ha ancora in sé la stessa tenacia mista a tenerezza. Forse le cose sarebbero potute andare diversamente se lei gli fosse stata vicina. Ma ormai è troppo tardi. “Non posso affrontarti ora. Sono in attesa di un altro avversario.” Avverte la sua presenza. Presto il Cavaliere sferrerà il suo attacco. Ma Kylo Ren non ha nessuna fretta.

“Si è fatto vivo?” gli chiede Rey.

“Non ancora.” Arriverà presto. Li sta osservando anche in quel momento.

“Posso aspettare” annuncia Rey stiracchiandosi. “Han ha fatto funzionare il mio vecchio kyber, sai? Abbiamo festeggiato con una birra corelliana d’importazione.”

Lui la fissa perplesso. Non può aver portato un ragazzino a ubriacarsi. “Tu dovresti restare lontana dagli alcolici” la rimprovera.

“Sì, ero leggermente sbronza.” Rey gli lancia una lunga occhiata affilata. “La tua scusa invece qual è? Te lo dico chiaramente: non azzardarti mai più a baciarmi.”

“Veramente hai cominciato tu” le fa notare. Forse non dovrebbe ricordarglielo ma detesta essere spiazzato. Era certo che lei si sarebbe dimostrata molto più orgogliosa e testarda. Ma va bene così. Di certo non le dirà che avrebbe voluto farlo da un pezzo. “E non sarà un problema. Non sei così irresistibile.”

“Finiscila, o ti infilzo qui e ora” lo minaccia Rey.

No, non è cambiata. Dovrebbe ripeterle ancora che gli dispiace? E cosa cambierebbe? Lei è la gemma che la Forza stava aspettando. Lui non è altro che una concatenazione di casualità sbagliate.

“Voglio mostrarti anch’io ‘un posto bellissimo’. Più bello del tuo AT-AT. Ti va di venire con me?” Non aveva intenzione di compiere di nuovo quel pellegrinaggio. Erano cose che interessavano Ben Solo. Ma lo deve a Rey. Ci sono troppe cose che ignora della stirpe che idolatra. E non sa quando potranno tornare su Tatooine.

“Dove?” gli chiede lei con aria sospettosa.

“A comprarmi dei vestiti più comuni e a noleggiare uno speeder, per prima cosa.” La guarda tentando di apparire rassicurante. Una volta non era così difficile. “Riesci a fidarti?”

Lei scuote la testa. “No, ma va bene lo stesso. Tanto, senza di te da qui non riparto.”

Sono solo poche parole ma gli invadono il petto di una strana forma di dolcezza dimenticata. Forse solo lei ha quel potere. È quasi come essere sommersi dalla luce.

 

 

Rey non riesce a pensare ad altro che ai vestiti che si è messo addosso. Ha finalmente deciso che andarsene in giro in incognito è la cosa migliore. Il fatto è che quando è uscito dalla bottega ha stentato a riconoscerlo. Sembrava innocuo. E aveva qualcosa di Han Solo. Nessuno lo identificherebbe come il Leader Supremo del Primo Ordine, ora. È solo un ragazzo comune in abiti comuni. Non sa ancora dire se la cosa le piaccia o meno. Di sicuro non può fare a meno di continuare a guardarlo con la coda dell’occhio sperando che lui non se ne accorga. È piuttosto fiera di sé stessa. Ha mantenuto calma e freddezza e non ha dato all’incidente della sera prima più di un’importanza minima. Se non dovessero parlarne più sarebbe solo un enorme sollievo.

Lo speeder a due posti sfreccia nel deserto roccioso di Tatooine e a lei sembra quasi di essere tornata su Jakku. Sa bene che si tratta di un’impressione sbagliata. Il settore abitato di Tatooine è molto più attivo e civilizzato rispetto al suo pianeta d’origine. Nulla può battere l’avamposto di Niima quanto a desolazione.

Si stanno dirigendo a Mos Espa. Secondo Ben si tratta della città più grande e importante del pianeta. Rey è davvero curiosa di vederla. Non ha idea di come un centro abitato gestito dai boss locali possa fiorire nel nulla di un deserto.

Gli ha chiesto già un paio di volte di lasciarla guidare, ma lui non vuole saperne. Rey non insiste più di tanto. Ha pagato lui il noleggio del mezzo, come tutto il resto. Prima o poi dovranno stabilire chi è il pilota migliore tra loro due. Tanto non mollerà la presa su di lui, su Lindòrea e su qualunque cosa rappresenti.

Dapprima appaiono le prime guglie bianche di roccia calcarea che riverberano sotto il sole a picco, poi i primi capannelli di persone e, dopo un attimo, si ritrovano circondati da strade strette e affollate. Ben lascia lo speeder in una rimessa custodita e la invita a scendere. Quella è solo la periferia.

Si aggrappa al suo braccio mentre la guida attraverso le strade caotiche. Non ha mai visto tanta gente tutta insieme. Se dovesse mollare la presa, la possibilità di perdersi sarebbe altissima.

“Ci sei già stato?” gli chiede, non avendo idea di dove la stia portando.

“Sì” le risponde Ben senza rallentare il passo. “Con Luke. Veniva spesso a rendere omaggio alle tombe di famiglia. Oggi è giorno di mercato.”

“È questo che stiamo facendo? Cerchiamo tombe?” L’odore della carne che imputridisce al sole mista a quella della tintura per le stoffe la fa boccheggiare. Vorrebbe fermarsi a osservare meglio ma, al tempo stesso, avrebbe bisogno di un angolo tranquillo per respirare.

“A Mos Espa? No di certo” la informa lui. “Sto cercando la vecchia casa della mia bisnonna. Dovrebbe essere…”

Ben svolta a destra e poi si blocca. Nell’aria persiste ancora un vago odore di bruciato, nonostante l’incendio non sia recente e il tanfo del mercato prevarichi il resto. La costruzione è in macerie, il tetto tondeggiante è franato e le scale che portano al piano interrato sono coperte di sabbia, legno arso e pietre spaccate.

Ben sta cercando la sua famiglia, riflette Rey. Questa è la strada giusta. Ma cosa è successo qui?

Si fanno strada attraverso i resti della casa scendendo verso la zona abitabile e facendo attenzione a dove mettono i piedi.

Cucina, tavolo. Due stanze. Rey scopre frammenti di oggetti in coccio spaccati sul pavimento, decorazioni per rendere l’ambiente più gradevole distrutte con violenza e strumenti da meccanico senza valore scampati all’evidente saccheggio. Ma nulla di più personale.

“Fino a una decina di anni fa era una specie di luogo di culto. Adesso…” inizia a spiegarle Ben, ma la voce gli si incrina scivolando di nuovo nella rabbia.

“Cosa è successo?” lo sprona Rey, ma lui scuote la testa.

“Non ne ho idea.”

Lo scopriremo subito, decide Rey tornando all’esterno. Deve muoversi, fare qualunque cosa, prima che l’angoscia che permea l’ambiente la soffochi. Si guarda intorno, chiedendosi se sia il caso di fermare il lutrilliano che sta divorando pezzi di melone nero. Sa che quelli della sua specie posso essere estremamente pericolosi, ma chi non lo è, su quel pianeta? In ogni caso, fare a botte potrebbe risollevarle l’umore.

“Scusami” dice, accostandosi, con la voce più gentile che riesce a impostare. “Mi sai dire cos’è accaduto qui?”

L’alieno la scruta con un paio di inquietanti occhi dorati, poi ingoia l’ultimo pezzo del suo spuntino e si pulisce la bocca larga e le basette grigie con il dorso della mano. “Questo macello, intendi?” le risponde in Basic con una voce estremamente educata. “Questa era la casa di Anakin Skywalker da bambino. Il generale Jedi, l’eroe della Guerra dei Cloni. Era considerato una gloria locale. In un modo o nell’altro, fino a qualche anno fa, si vantavano tutti di averlo conosciuto o di essere imparentati con lui. Balle, ovviamente. Gli unici parenti noti di Skywalker sono un paio di figli e vivono lontano. Ma sai com’è fatta la gente. Finché non è venuta a galla la verità sul fatto che lui non fosse altri che Darth Vader. Il Sith, il braccio armato dell’Impero. Queste sono le conseguenze. È bastato che girasse la voce. E un’ora dopo questo posto era in fiamme.”

Il lutrilliano si sporge per sbirciare l’interno dell’abitazione. L’ansia di Rey dura solo un istante. Sta vedendo solo un ragazzo alto con una giacca di pelle color ruggine. Non c’è nulla che possa identificarlo come il Leader Supremo del Primo Ordine.

“Non restate qui, ragazzi. Questo posto è maledetto” li invita prima di allontanarsi.

Maledetto, certo…

Dunque è questo che succede. Fiamme, rabbia e distruzione. Non c’è modo di uscirne. È stata davvero così stupida da dirgli che lo avrebbe aiutato? E in che modo?

Le sembra di percepire uno stralcio dell’unico futuro possibile. Anche se decidesse di seguirla, anche se evitasse di essere processato per crimini di guerra, anche se riprendesse semplicemente il suo nome e Kylo Ren scomparisse per sempre, ha davanti una possibilità triste ma plausibile.

Tornerebbe ad essere Ben. Siamo in pochi a conoscere la sua vera identità. E poi? Fra trent’anni, se la verità venisse a galla, il resto del mondo se la prenderebbe con i nostri figli e i nostri nipoti.

Non la turba più di tanto l’aver pensato di avere una discendenza da lui. La sconvolge di più vedere, all’improvviso, in modo nitido, la verità dietro le sue motivazioni e il suo desiderio di autodistruzione. Non c’è un solo pianeta al mondo che possa ospitarlo e permettergli di ricominciare. Lui non ha alcun futuro davanti a sé.

Torna dentro sapendo di avere esaurito ogni parola. Lui è in ginocchio e tiene fra le mani una targa metallica. Le parole incise sono ancora chiaramente leggibili nonostante la fuliggine che le ricopre.

Qui visse Anakin Skywalker, Cavaliere Jedi, pilota, eroe. Diede la vita come ultimo baluardo di difesa contro il nascente e crudele Impero.

Sempre verrà ricordato con fierezza dalla popolazione di Mos Espa.

“Non si torna mai indietro del tutto dalle proprie colpe, Rey.” Ben lo dice con voce ferma, senza una singola vena di rimpianto.

Ha ragione. Lei lo ha appena compreso. Si sente troppo abbattuta per provare a replicare.

Eppure…

Anakin. Riunitosi alla Forza, sereno, oltre ogni umana miseria.

“Credi che a tuo nonno importerebbe?” gli chiede. È certa che ad Anakin Skywalker, nei suoi ultimi istanti terreni, sia importato solo dell’amore ritrovato per suo figlio.

“Non lo so. La prossima volta chiediglielo.” La sua risposta è meno seria di quanto si sarebbe aspettata.

Rey gli toglie dalle mani la targa e la lucida con una manica. “Forse siamo tutti un grande e inafferrabile chiaroscuro.”

Il suo errore è stato credere di poter indirizzare gli eventi verso un ovvio lieto fine. Di non avere distinto la zona d’ombra tra la sua prospettiva e quella di Ben.

“Sarebbe bello se fosse così. Ma non è così semplice. Devi decidere da che parte stare. E una volta deciso non puoi inventarti una via di mezzo” le risponde lui e Rey si rende conto che accompagnarlo fino a metà strada potrebbe essere perfino più semplice.

“Davvero?” gli chiede come se si aspettasse un immediato cambiamento nei suoi pensieri. Non accadrà. Non ancora.

Incurante di quale potrebbe essere la sua reazione, lo abbraccia cingendogli le spalle e gli depone un bacio fra i capelli.

“Sai, forse è una pazzia, ma io non smetterò mai di credere in te” gli dice. Non ha più voglia di scappare. Si rende conto che la smania di andarsene è svanita nel momento esatto in cui è andata a cercarlo. “E non ha nulla a che fare con l’espiazione o col perdono. Io ho finito di giudicarti. Non accendo torce né do fuoco alle vecchie abitazioni.”

“Stai dicendo che dovrei focalizzarmi unicamente su di te, per vedere in modo più chiaro?” Lui sposta gli occhi dal pavimento ai suoi occhi. Si aspetta davvero una risposta?

“Non sono così presuntuosa ma…” inizia Rey prima che lui la spiazzi ancora una volta.

“È quello che faccio da un po’ di tempo. Mi focalizzo su di te. Non riesco a smettere. Ma continuo a non capirti. Continui a sfuggirmi.”

Rey trema. È una sorta di dichiarazione? Un’altra? Assurda come la prima. “Se fossi venuta via con voi…” Immagina, ed è bellissimo. Sono gli stessi sogni della bambina che era, ma più consapevoli e concreti. Vede se stessa, e Ben. Vede il Tempio Jedi, Luke. Non c’è traccia di ombra. Il Lato Oscuro non ha nulla a cui aggrapparsi. Non c’è dolore. Non ci sono inganni e silenzi, l’idea di uccidere Ben non sfiora nemmeno Luke, perché Ben cammina unicamente nella Luce.

“Ora saresti morta. Come gli altri” le dice lui e all’improvviso la sua mente è invasa da fiamme, grida e dolore.

“Non lo sapremo mai.” Scuote la testa allontanando ogni tipo di visione. Su una cosa lui ha sempre avuto ragione. Fossilizzarsi sul passato non serve a nulla. Conta solo il ‘qui e ora’.

Resterebbe a fissarlo per sempre. Ha voglia di baciarlo di nuovo ma ha paura di ciò che potrebbe vedere e non è certa che non si tratti di un desiderio fasullo ed indotto. Sa che per lui è lo stesso. Forse quel marmocchio imprudente di Han ha ragione. Sono due stupidi.

Lui si alza togliendosi la cenere dai pantaloni. “Andiamo via di qui. Non c’è niente in questo posto.”

E Rey non chiede di meglio.

 

Quando arrivano nello Jundland è quasi il tramonto e i due soli sono due dischi rossi che affrettano il passo verso l’orizzonte. Kylo Ren sa che quella sarà la sua ultima visita, il congedo definitivo da ciò che era. La casa dei Lars ormai non è altro che un luogo di morte da più da due generazioni. Il deserto si è portato via tutto, cancellando ogni traccia di vita dal luogo in cui Luke Skywalker è stato allevato ed è diventato adulto.

“Vieni” dice a Rey invitandola a scendere dallo speeder. Chissà se riuscirà a capire quanto sia sciocco restare vincolata a cose che possono scomparire da un momento all’altro. Sembra piuttosto depressa. Non si sta rivelando un viaggio di piacere. I luoghi del mito le stanno regalando solo distruzione e tristezza.

“È successo prima della Battaglia di Yavin” le spiega. “È qui che Luke è cresciuto. Ed è qui che i suoi zii sono stati massacrati dalle truppe d’assalto imperiali.”

“Non è esattamente piacevole come gita” protesta lei come prevedibile.

“Cosa ti aspettavi? Monumenti e gloria?” Non ha intenzione di deriderla, ma deve aprire definitivamente gli occhi. Prima o poi la polvere si posa, i morti diventano cenere e un nuovo ciclo ha inizio, portandosi dietro gli errori del precedente. “Ogni volta che venivamo qui avevamo una tappa fissa” le dice avanzando di un centinaio di metri più a est fino a dei cumuli di sassi tombali, dimenticati come tutto il resto.

“Nessuno sa che è qui. Altrimenti avrebbero profanato anche questa.” Shmi Skywalker riposa in quel luogo, esattamente dove suo figlio ha sepolto i resti della sua pira funebre. Kylo Ren si inginocchia davanti a quel grezzo monumento e Rey lo imita. Non dice una parola , ma prende dai suoi pensieri tutte le informazioni che le occorrono e lui la lascia fare. Il suo tocco mentale è gentile. Poi prende la targa in metallo che ha sottratto alla casa di Shmi e la depone ai piedi del cumulo di pietre.

“Siamo una stirpe maledetta, Rey. Lo siamo fin dall’inizio e questo non cambierà mai.” Il sangue degli Skywalker si lascia dietro solo rovine. Lui è l’ultimo e, quando sarà morto, la memoria della sua famiglia scomparirà con lui, diventando solo un racconto per spaventare i bambini che non vogliono andare a dormire.

L’età degli eroi è finita. Luke è stato il sigillo finale. E io non potrò mai essere quello che tu vuoi, Rey.

La osserva mentre fruga tra le pietre e la sabbia cercando qualcosa con la sicurezza di chi è nato e vissuto nel deserto e sa quanto possa pullulare di vita nonostante l’apparenza desolata.

Quando si inginocchia di nuovo, tiene in mano uno smunto mazzetto di minuscoli fiori gialli e felci stentate. Ma lo depone sulla tomba come se stesse compiendo un atto solenne.

“Perché ridi?” gli chiede.

Kylo Ren non si era neppure accorto di averlo fatto. Rischia di diventare un problema. Gli capita sempre più di frequente di perdere la consapevolezza di se stesso. “Perché hai appena distrutto il cinquanta per cento della flora locale.” Si alza rendendosi conto che la notte sta arrivando e non è una buona idea restare allo scoperto con il buio. Se si affrettano, potranno essere a Mos Eisley prima che il cielo diventi nero. “Torniamo indietro. Se avessimo tempo e se fossi un Jedi ti mostrerei la vecchia dimora di Obi Wan Kenobi. Ma non abbiamo tempo e io non sono un Jedi.”

“È vero, è quasi ora di cena ” afferma Rey saltando sullo speeder al posto di guida. “Potresti venire a fare un po’ di compagnia a Han. Quel ragazzino ti è affezionato, anche se non è chiaro il perché.”

Rey non molla mai la presa. La lascerà guidare ma non ha intenzione di concedere altro per quella giornata. Non ha voglia di fare da balia a quel piccolo minatore solo per farla felice.

Si rilassa e si gode il tragitto studiando il suo modo di pilotare. Rey non ha mai avuto un vero istruttore. Ha imparato da sola, come tutto il resto. Se non fosse avvezzo a certe pazzie, il suo modo di sgusciare fra i canyon gli farebbe venire i capelli bianchi. Fin troppo veloce, fin troppo sicura, fin troppo spavalda. Eppure non commette un singolo errore.

Ho la vaga impressione che quello spaccone di Poe Dameron non sia più il miglior pilota della Resistenza.

Poi Rey rallenta e quasi inchioda. Non ci sono ostacoli davanti a loro, o almeno nulla che lei non possa schivare. Ma Kylo Ren avverte il suo improvviso disagio, perché è lo stesso che prova lui.

Il viso della ragazza è improvvisamente impallidito. “Ho un gran brutto presentimento…” sussurra.

È più di questo…

“Scarta a destra, poi infilati fra quelle due pareti rocciose e fila a Mos Eisley piu veloce che puoi” le ordina come se fosse uno dei suoi sottoposti, preparandosi a saltare dallo speeder.

“Cosa…? E tu?” chiede Rey ma l’attacco improvviso la interrompe.

I movimenti del Ladro sono fulminei. Rey inchioda mentre a lui non resta che sguainare la lama e lanciarsi contro il suo Cavaliere più agile e tecnicamente preparato.

“Vattene, Rey!” le grida, ma non può dirsi sorpreso di vederla accendere la spada laser e scendere dallo speeder.

“Io ti conosco! Ci siamo affrontati su Concord Dawn!” grida Rey facendosi avanti. Ma il Cavaliere la ignora gettandosi su di lui con il suo bastone. Un’estremità lo colpisce alla spalla. È un imprevisto. Ma non doveva accadere.

“Hai abbassato la guardia, Kylo. Perché sei in sua compagnia? Perché lei è viva?” Il tono del Cavaliere è inquisitorio. Ma ha ragione. Rey lo distrae. Non può fare a meno di preoccuparsi della sua sorte e questo lo rende piu insicuro in battaglia.

Ridicolo. Rey se la cava benissimo da sola. È una compagna d’armi, non una principessina da proteggere.

Kylo Ren colpisce di taglio ma il suo avversario schiva agilmente e avanza.

“Traditore. Ci hai lasciati indietro, nonostante avessimo scelto di seguirti. E ora proteggi l’ultima Jedi?” insiste il suo compagno di un tempo. Non ha tempo per spiegare le proprie motivazioni. Deve sottometterlo come ha fatto con gli altri. Se vuole raggiungere il punto d’origine della Forza avrà bisogno di tutti loro.

“Ben, chi sono? Non credi sia ora di dirmelo?” Rey gli si accosta impugnando la sua arma a lama singola.

“Mi dispiace. È una storia per un’altra occasione” le risponde, poi incrocia la spada con il suo avversario lasciandola indietro. Si rende conto che il cavaliere continua a cercare di raggiungere Rey. Non deve accadere.

“Ci ha mandati a uccidere quelli come te. Ha restaurato l’antico ordine. E ora ti risparmia?” Il Ladro è sempre stato il più loquace. Domande su domande, richieste, elaborazioni verbali infinite. Ma Rey non ha le risposte che cerca e Kylo Ren non vuole che le si accosti. È pericoloso.

“Forse sono io ad essere troppo in gamba, ci hai pensato?” La superbia di Rey esplode mentre si lancia fra di loro impedendogli di tenerla al sicuro.

Dannazione, ti avevo detto di scappare...

Non la lascerà combattere al suo posto. La sua lama rossa si insinua tra i due. Rey non ha nulla a che fare con quella faccenda. La spada si accosta alla gola del Cavaliere costringendolo ad arretrare.

“Io non mi lascerò sottomettere!”

“Vedremo!” Kylo Ren sa che sarà il più ostico e testardo. C’è qualcosa che non va nell’aria. Qualcosa che lo distrae, una sensazione di pericolo incombente. Non riesce a focalizzare di cosa si tratti ma sa che lui e Rey devono uscire da quella gola il prima possibile. La Forza, nella sua essenza più sicura, fluisce in lui e colpisce il suo opponente. La sua resistenza è sorprendente. È ancorato alla propria padronanza del potere e lo respinge senza perdere terreno. Ma alla fine è costretto a cedere. Kylo Ren lo solleva da terra senza neppure sfiorarlo, lo stringe, lo avviluppa. Il rumore delle ossa rotte e i fiotti di sangue che volano sul terreno inzuppando le vesti nere sono il sigillo sulla sua vittoria.

Solo un istante, e sarà finita… “Chi è il tuo maestro?” gli chiede, e c’è una sola risposta che vuole.

“Uccidimi e falla finita!” urla il cavaliere con voce strozzata.

Kylo Ren lo lascia ricadere a terra. Può ancora sopravvivere. Deve solo obbedirgli. “No. Mi servi. Mi serve il vostro potere. Sottomettiti e scoprirai cos’è davvero la Forza. Hux e il suo Primo Ordine non sono nulla. Non contano nulla. Sottomettiti e obbedisci.”

“Non finché c’è lei.” Il Ladro tenta di rialzarsi ma è costretto ad accasciarsi con un lamento. “Perché la risparmi?” chiede sollevando la testa verso di lui. “Sei diventato debole, Kylo.”

No, per niente.

Kylo Ren solleva la mano destra e stringe di nuovo l’avversario nella sua morsa. Non è debole. Non sarà mai debole.

“Ben, basta!” Il grido di Rey gli sembra incredibilmente distante. Non deve intromettersi. Lo ha già fatto fin troppo.

“Sottomettiti!” ordina un’ultima volta. Adesso le avverte chiaramente. Presenze. Sono circondati. Oltre il bordo del canyon ci sono individui armati e pronti a fare fuoco.

“Ben! Predoni!” grida Rey. Anche lei si è resa conto della trappola in cui si sono cacciati.

Kylo Ren li vede scivolare lungo le rocce, muniti di jet-pack, blaster e fucili. Una cinquantina di pirati e cacciatori di taglie che in una frazione di secondo li circondano. In un istante si ritrovano sotto la pioggia dei loro colpi. Rey sguaina entrambe le lame e respinge i proiettili, agile e veloce.

Sono troppi. Non possiamo uscirne.

“Sottomettiti!” sibila Kylo Ren un’ultima volta. Deve aiutarla, ma non può mollare la presa sulla mente del suo allievo.

“La mia vita è tua” crolla infine il cavaliere. Penserà a lui più tardi, non appena sarà fuori da quella situazione spinosa.

Uno, otto, dodici...

Gli assalitori calano di numero ma non può continuare a lasciare che se ne occupi Rey. Le sono addosso e la situazione è disperata. Non è abbastanza preparata da respingere i loro colpi con la Forza. Non ha riflessi automatici sufficienti.

Individua il capo in una frazione di secondo. Un Weequay. La cosa non lo sorprende affatto. La pirateria è nel loro sangue e sono fedeli alla Repubblica da decenni ormai. Quello non è un semplice agguato di predoni ai danni di due incauti viaggiatori.

“Chi ti manda?” urla al capo, anche se conosce la risposta.

“Caccia fruttuosa. Con le vostre taglie posso andare in pensione godermi il resto dei miei giorni nel lusso” risponde il weequay con un ghigno che appare tra le pieghe brune della pelle grinzosa.

Sono troppi, riflette mentre i colpi di blaster continuano a volare loro intorno. Rey sta affrontando quattro di loro, ma lui percepisce la sua stanchezza. Lui affonda, colpisce, respinge ogni colpo con movimenti automatici senza perderla di vista un secondo.

Sette, compreso il capo…

Poi la terra vibra e la sagoma oscura del suo Silencer si infila nel canyon. Qualcuno sta pilotando il suo caccia e quella vista gli manda il sangue alla testa. Ma non quanto sentir gridare Rey. Ciò che l’ha ferita al braccio non è un colpo di blaster. Ha un dardo conficcato poco al di sotto della spalla sinistra e dalla ferita si spande un reticolato di vene nere e pulsanti.

Radice di manax …

Il weequay la afferra mentre lei comincia a perdere l’equilibrio. Le serve un antidoto. Deve raggiungerla, portarla via, curarla immediatamente. Quella è una forma concentrata della tossina. Lo sa perché è stata sviluppata nei laboratori del Primo Ordine. Ma dal Tie qualcuno cala una fune metallica. Il weequay la aggancia alla cintura e si lascia sollevare portando via Rey priva di sensi.

Kylo Ren si fa strada tra i sei predoni rimasti. Quattro restano ai suoi piedi senza vita. Ma il Silencer è ormai oltre la sua portata.

Eppure…

È un tentativo disperato ma deve provare. Concentra il proprio potere in direzione del caccia. Il Tie resta sospeso, ondeggiando come un pallone appeso a un filo. Deve riuscire a farlo tornare indietro.

Ben…”

La voce di Rey rimbomba nella sua testa. Gli sta dicendo di lasciarli andare ed è un vero e proprio ordine. Lei sa che in quel momento non ha il pieno controllo. Che rischia di farli esplodere. Kylo Ren si ritrae e il caccia schizza in alto fino a scomparire.

Rapidamente Kylo Ren elimina i due superstiti, con un solo gesto rabbioso. Non ha tempo da perdere. Il Ladro è ancora terra, ferito gravemente, ma non può occuparsi di lui. Le sue priorità sono decisamente altre

Rey.

La sua spada a due lame è a pochi passi da lui, a terra, abbandonata e inutile. Kylo Ren la raccoglie, salta a bordo dello speeder e schizza a piena velocità verso Mos Eisley. Gli resta resta una sola possibilità per tentare la sorte.

 

 

Ben?

Fuori controllo. Totalmente fuori controllo. Ha dovuto fermarlo. Rischiava solo di peggiorare la situazione. Preoccupazione… Furia… Dolore….

Le sono arrivati addosso, distruttivi e letali, e non è il momento di perdere la testa.

Rey fa fatica a tenere gli occhi aperti. A tenerla sveglia è solo il dolore atroce al braccio. Ma deve pensare, riflettere e uscire da quel pasticcio.

Quello è il Silencer e sono in volo. La nebbia nei suoi occhi le impedisce di mettere a fuoco i particolari. Non ha idea di come i predoni che hanno teso l’imboscata siano riusciti a rubarlo. Ma se lei, su Sullust, è riuscita a forzare l’abitacolo, è probabile che abbia reso il loro lavoro più semplice. E la tempesta della sera precedente deve averne danneggiato i sistemi di difesa.

Non riesce a muovere le dita. Le sente gonfie e rigide. È quasi felice di non poterle mettere a fuoco. Devono avere un aspetto disgustoso.

“Sei tenace. Non hai ancora perso i sensi.” Il weequay la tiene stretta impedendole di muoversi. Non che ci sia molto spazio. Il Tie non è stato pensato per trasportare altre due persone oltre al pilota. Non distingue la specie dell’uomo ai comandi sotto il casco, ma non ha importanza. Ciò che conta è che è prigioniera, che sta morendo avvelenata e che, nella migliore delle ipotesi, dovranno amputarle il braccio sinistro. Quel pensiero peggiora il suo stato facendo aumentare vertigini e nausea.

“Avrei preferito consegnarti viva” le dice il weequay. “La tua taglia viene dimezzata per il tuo cadavere. Il generale Hux ci teneva ad avere un bella esecuzione pubblica per l’assassina del Leader Supremo Snoke. Ma suppongo che dovrà accontentarsi. Quanto a Ren, torneremo a prenderlo. Non è stata un’idea brillante lasciare il suo Star Destroyer in piena vista. Pensava davvero di non essere notato? Avete ammazzato metà dei miei uomini. Tu sei già morta, e penserò di persona anche a lui.”

Non c’è nulla di reale. È solo un incubo, ecco perché non riesce a muoversi. A volte le capita, quando dorme. Ma non sta dormendo e non è un incubo. No, non lo è. Sta semplicemente morendo. Il caccia viene colpito o forse sta immaginando anche quello.

No. Stanno facendo fuoco... Ma chi…

Tenta di schiarirsi la vista e guardare fuori ma tutto quello che riesce a capire è che c’è una battaglia in corso e loro ci sono proprio in mezzo. Forse quelli sono X-Wing. Gli altri… no, non li distingue. Sa solo che il tizio ai comandi sta pilotando come un dilettante e presto verranno colpiti.

“E questo chi diavolo.. “ inizia il suo rapitore. Ma lei non vede più nulla.

Ma sente. Percepisce.

Ben?

Lo sente. È vicino. Distoglie l’attenzione dal vuoto che le ha riempito gli occhi. Si concentra sulla propria mente.

La vedo. Quella è la nave madre dei pirati che si avvicina. E quel piccolo triangolo bianco è il Finalizer. Dietro la luna di Ghomrassen…

Non deve perdere i sensi. Non ha idea di cosa stia succedendo. Sa solo che ha sentito la sua voce. E stavolta lui manterrà la sua promessa.

Rey… Sto arrivando.

 

La ferraglia sembra addormentata. Non c’è traccia di Chewbacca né del ragazzino appiccicoso. Non che abbia bisogno del loro permesso per salire a bordo. I ricordi possono ingannare. Da piccolo, quella carcassa circolare di metallo gli sembrava enorme. Adesso la vede per quel che è, ossia un mercantile che cade a pezzi, esattamente come suo padre nei suoi ultimi istanti.

Kylo Ren salta dallo speeder che finisce per schiantarsi a terra dopo un doppio giro su se stesso. Non ha avuto tempo di spegnere il motore e non gli interessa il fatto che sia solo un mezzo a noleggio. Il portellone è chiuso ma conosce i codici di accesso. È probabile che siano stati cambiati quando il Falcon è passato di mano in mano fino a finire in possesso di Unkar Plutt, ma attivare quelli obsoleti è qualcosa di abbastanza semplice. Digita le parole chiave per connettersi direttamente con la memoria del Falcon. Quello è un segreto che gli ha lasciato suo padre. Solo Chewbacca lo sa. E se non dovesse funzionare, ricorrerà al laser per sfondare quella dannata porta.

Han Solo era un sentimentale. Almeno in apparenza. Almeno fino a quando Kylo Ren non ha compreso quanto fosse ipocrita il suo affetto di facciata.

Leia… Ben… Coaxium”. Il Falcon riconosce le parole chiave e spalanca il suo cuore per lui.

Deve fare in fretta e recuperare Rey, prima che il veleno che ha in circolo faccia il suo lavoro. Poi provvederà a staccare la testa alle carogne che hanno osato pensare di poterli consegnare entrambi al Primo Ordine come ricercati qualunque.

La massa enorme di Chewbacca gli si para davanti con la sua balestra spianata, ma lui non rallenta la sua corsa spingendolo di lato senza neppure sfiorarlo. Non ricordava neppure che i soffitti fossero così bassi, né che il ponte di comando fosse così caotico.

Ma i comandi li ricorda benissimo. Su quella nave ha imparato a pilotare. Il Wookiee gli arriva alle spalle urlando come una belva. Kylo Ren è ancora abbastanza lucido per capire che gli sta chiedendo dove si trovi Rey.

“Sta’ zitto!” gli urla, poi accende i motori. Quel suono ansimante è ancora dannatamente familiare. Kylo Ren si concede un respiro profondo. “Predoni” aggiunge con piu calma. “Hanno preso il mio caccia. E anche Rey. Che sarà morta entro un’ora se non la recuperiamo. Dopo potrai pensare ad ammazzarmi. Dopo.”

Il piccolo minatore gli si appollaia sulla spalla come un rapace. “La salviamo di nuovo? Bello!” gli dice, con un entusiasmo assolutamente fuori posto. Se tutti facessero silenzio, forse riuscirebbe a ricordare più velocemente come far prendere il volo a quella cosa. Vorrebbe non sentirsi sollevato quando Chewbacca si siede al posto del copilota, ma è una reazione che non può controllare. È probabile che dovrà lasciargli la guida molto presto.

“Come te la cavi con l’artiglieria, ragazzino?” chiede al moccioso invadente.

“Me la cavo bene con le fionde” risponde lui.

Allora dovrai imparare adesso.

La situazione è disastrosa. Ha sempre pensato che suo padre avrebbe dovuto collegare i cannoni ai comandi di plancia. Ma lui le considerava idee strampalate da bambini. La verità è che il Falcon non è stato progettato per un equipaggio di sole due persone e un paio di ospiti inutili, ma suo padre ha sempre finto di non accorgersene.

E questo cos’è? si chiede prima di buttare a terra uno strano pennuto che gli intralcia la vista. I comandi rispondono docilmente al suo tocco. Una stretta allo stomaco. Non è cambiato nulla. Nulla. I movimenti sono automatici. Il sapore che sente in bocca è quello di casa, ed è amaro. Ma non può pensarci ora. Pagherà l’errore che sta facendo. Lo pagherà caro e ne è consapevole. Ma non abbandonerà Rey. Non di nuovo.

Il Falcon si stacca dalla superficie di Tatooine.

   
 
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