Storie originali > Thriller
Ricorda la storia  |      
Autore: Iuno    29/08/2018    0 recensioni
I loro occhi si incontrano, si osservano ancora. Sono l’uno l’opposto dell’altra, ma hanno in mente lo stesso pensiero, stanno per compiere la stessa azione, entrambe vogliono sconfiggere il loro mostro, e lo faranno nello stesso terribile modo...
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Si guardano a lungo prima di parlare. La prima, bionda color del grano, indossa un vestito nero da sera e degli occhi grigi vuoti. L’altra, dai capelli neri come la pece, ha indosso abiti rovinati, pieni di macchie indefinite. Entrambe nelle mani stringono una busta di plastica. Questo le aveva fatte incuriosire l’una dell’altra. A notte fonda, andare in giro, vestite da sera o meno, con una busta in mano, non è una scena comune. La mora si avvicina alla bionda a piccoli passi. Si guarda intorno, la strada è deserta, dai condomini non proviene più nessuna luce, la città dorme, la vendetta no. I lampioni riprendono questa scena malinconica mentre un odore di pioggia si diffonde nell’aria.
-Cos’hai lì dentro? –le chiede accarezzando il braccio della ragazza color grano. Ma questa fugacemente si tira indietro portando la busta al petto. Ora che è ben illuminata dalla luce di un lampione notiamo il trucco colato, tipico di chi piange e si dispera in una serata finita male. L’altra le si avvicina per rassicurarla, anche lei ha il volto rovinato, tagli e lividi le tingono il viso di viola.
-È un uomo? –le chiede la mora con la voce spezzata. Quella scuote la testa.
-Un’ amica…- ammette stringendo più forte il sacchetto.
-Un’amica non direi proprio…- sentenzia l’altra. I loro occhi si incontrano, si osservano ancora. Sono l’uno l’opposto dell’altra, ma hanno in mente lo stesso pensiero, stanno per compiere la stessa azione, entrambe vogliono sconfiggere il loro mostro, e lo faranno nello stesso terribile modo. Per una volta, queste due prede, vogliono provare ad immedesimarsi nella parte del cacciatore, puntare il fucile, mirare e sparare a quel coniglio, che è sempre sembrato un leone invincibile, ma che invece come loro, ha paura e può morire.
-Non essere troppo cruenta, un tempo devi averle voluto bene…- rompe il silenzio la ragazza pece prima di superarla e incamminarsi verso la tana della bestia. Sono uno, due, tre, quindici passi, e la ragazza mora è già lontana. L’altra la guarda mentre se ne va, ma non vuole che se ne vada. In questa notte buia e spaventosa lei era la sua unica compagna, da lei dipendeva tutto il suo coraggio, solo lei può convincerla a compiere un gesto tanto ardito ma liberatorio. Ed eccola, la bionda che corre dietro la mora e una volta raggiunta le tocca una spalla per fermarla.
-Ho paura- ammette riprendendo fiato. Nulla le dà certezza che la sua amica della notte la possa aiutare, nulla le assicura che quella donna scura sia affidabile, che sia davvero come lei. Ma in questo momento, un affetto particolare le lega. Se fosse riuscita a vederci, proprio come noi in questo momento riusciamo a vedere lei, quel filo rosso che ha legato alla mano, l’avrebbe condotta qui, da noi. E come avremmo reagito alle sue parole, al suo affetto inaspettato, l’avremmo fermata? L’avremmo potuta salvare?
La mora si gira a guardarla ed estraendolo dalla tasca le porge un fazzoletto di stoffa per asciugare quelle lacrime silenziose. Il fazzoletto è macchiato di sangue, umido, come se fosse stato usato da poco.
-È un uomo che ti ha fatto tutto ciò? –chiede la ragazza asciugandosi gli occhi ancora umidi. L’altra severa annuisce. Poi si abbassa ed estrae dalla sua busta di plastica un bauletto marrone, lo apre e avvolto in uno strofinaccio c’è un coltello da caccia, uno di quelli che si utilizzano per aprire gli animali. Lo stringe tra le mani come se fosse l’oggetto più prezioso su questo pianeta. Passa un dito sulla lama affilata.
-Questo era suo…- mormora- ora saprà cos’hanno provato tutti i suoi premi di caccia…- l’altra le si accascia davanti nel tentativo di estrarre anche lei la sua arma -…e a dimostrarglielo sarà il suo preferito- finisce l’altra con un lieve sorriso disegnato in volto. La bionda le porge una scatola di cartone quadrata. 
-Non l’aprire…- l’avverte –è piena di veleno per topi…- la mora si passa la scatola tra le mani.
-Cos’ha fatto questa tua amica per meritarsi ciò? –le chiede incuriosita ripassandole la scatola.
-Mi ha portato via l’unica cosa buona che ho mai fatto nella vita- le risponde rimettendo la scatola nella busta.
-Uccidere per un figlio è un gesto nobile- osserva la donna sollevandosi e prendendo in mano busta e coltello.
-La vendetta è un gesto nobile- conclude la bionda sorridendo, ormai sicura di ciò che avverrà. Anche l’altra ha un ghigno sul viso, ma è diverso dal suo. È più cupo, più astuto. La ragazza del grano si alza e la guarda di nuovo in viso. Vuole ringraziare al più presto la sua sostenitrice. Apre le braccia e si avvicina.
-Anche chi ti fa perdere tempo prima di un dovere molto importante merita la vendetta, non credi anche tu?-
dice la mora chiudendosi nel suo abbraccio. Quando si allontana l’altra è accasciata a terra. La donna di pece si allontana a passo svelto, la ragazza di grano invece resta ferma sulle sue ginocchia. Se ci concentriamo e ci avviciniamo possiamo notarli anche noi, quei tre buchi scuri che ha sulla schiena. Perde molto sangue, che le macchia il vestito nero, le scarpe, i piedi, le gambe. Lei stessa se ne accorge e cerca di toccare i punti colpiti. Ora anche le sue mani sono insanguinate. Si tocca il viso disperato, oltre al sangue anche le lacrime fuoriescono copiosamente. Vorrebbe tanto gridare, ma non può, sa di non avere la forza per farlo. Poi improvvisamente le lacrime si fermano, ed anche le sue mani che le hanno macchiato il volto. Cade a terra con un tonfo sordo, in posizione supina, come un bimbo nella pancia della mamma. Gli occhi grigi sono ancora aperti, ancora vuoti. Intorno a lei, sull’asfalto si estende un lago di sangue e macchia anche i suoi capelli color grano, rendendoli di un rosato simile a quello del vino. La osserviamo ancora un po’ prima di allontanarci definitivamente, e in verità un po’ ci dispiace, perché per lei provavamo uno strano affetto.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: Iuno