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Autore: Anown    29/08/2018    0 recensioni
Tutto cominciò il giorno in cui Morishige si ritrovò, controvoglia, a passare il pomeriggio in un parco, il bambino sperava almeno di poter stare tranquillo per conto proprio... ma una piccola ragazza infernale aveva altri piani...
Diciamo che mi piace usare personaggi piccoli e farli comportare in modo strano... forse è il mio punto di vista sui bambini ad essere strano...
Questa volta farò dei capitoli più brevi, se vi va di passare e lasciarmi un parere mi fa molto piacere.
Spero che la storia possa piacere a qualcuno, mi scuso per gli eventuali errori.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masato Fukuroi, Mayu Suzumoto, Mitsuki Yamamoto, Sachiko Shinozaki, Sakutaro Morishige
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gestione dei problemi.


Morishige aveva fatto tutto il possibile per nascondere quell’invito, ma alla fine la madre l’aveva scoperto lo stesso. Un invito per il compleanno di uno dei suoi compagni, invito che il compagno, con cui aveva parlato si e no due volte, gli aveva dato decisamente contro voglia e solo perché era stato costretto a invitare tutti i compagni di classe senza fare distinzioni.
Non aveva alcuna voglia di andarci, nonostante la madre stesse provando a convincerlo già da parecchio.
-Ma perché non ci vuoi andare!? - chiese, alla fine, spazientita.
-Mamma, non ci parlo nemmeno con quelli la! Cosa dovrei andare a farci? Rimanere in un angolo tutto il tempo con gli altri che mi fissano?! - domandò ormai isterico.
-Non essere così pessimista, almeno provaci! Cerca di essere normale! Perché devi sempre fare in questo modo?!- lo riprovò.
-Normale? Non lo sono, ok? T-ti vado bene solo quando ti sembro normale… - disse con tono molto ferito.

Il bambino rimase nella sua stanza senza farsi sentire fino alla mattina successiva quando scese per andare a scuola.
-V-vuoi mangiare qualcosa? - gli domandò la madre.
-...No. - sussurrò schivo il bambino.
-Stai bene? - il bambino annuì e aprì la porta.
-A -aspetta! Vuoi che ti accompagni? - il bambino scosse con forza il capo. -Dai, così fai prima. - insistette la donna. Morishige si limitò a sospirare.
In macchina la situazione non sembrava migliorare, fra i due sembrava essersi creata una sorta di barriera di ghiaccio. Sapeva che rimproverarlo non avrebbe fatto che peggiorare la situazione, avrebbe fatto meglio ad accompagnarlo a piedi, almeno avrebbe avuto più tempo. Prima che il bambino scendesse dalla macchina la madre provò a fermarlo un attimo.
-Senti, Saku… - il bambino si voltò a guardarla con un’espressione gelida… non sembrava l’espressione di un bambino di otto anni. La donna rimase paralizzata a fissarlo. -No niente, va pure che fai tardi… - il bambino fece un veloce cenno con la mano e scese dalla macchina.
Si bloccò davanti al cancello. Non aveva alcuna voglia di varcarlo... non che l’avesse mai avuta, ma quel giorno era peggio del solito. Aveva pure cominciato a dolergli il ventre. Morishige si allontanò, non aveva la minima idea di dove andare a quell’ora ma l’ultima cosa che voleva era trovarsi in classe. Non voleva interagire né con gli insegnanti, né tanto meno con gli altri bambini. Con l’umore che si ritrovava, la giornata scolastica sarebbe risultata ancora più lunga di quanto fosse.
“Non se ne parla! Però dove dovrei andare adesso? A-ahia!” il dolore alla pancia era peggiorato, il bambino fu costretto a rimanere accovacciato in mezzo al marciapiede. Cercò di calmarsi e respirare lentamente, il dolore si stava un po’ attenuando.
Sentì una voce confusa, non riconoscendola, in un primo momento, saltò all’indietro spaventato.
-S-Shige-nii… - Morishige sorrise debolmente.
-S-scusa Mayu… mi hai colto di sorpresa… -
-Stai bene?! - Morishige annuì, non ci aveva fatto caso inizialmente, ma si accorse che la bambina era accanto a Kishinuma che li osservava teso.
-Riesci ad alzarti? - domandò il bambino, Morishige si mise in piedi, era indolenzito ma il peggio sembrava essere passato, o almeno così sperava.
-Quindi la tua scuola si trova da queste parti? - domandò preoccupata Mayu. -Se vuoi ti accompagnamo… -
-N-non c’è bisogno! C-ci vado da solo! -
-Sai, considerando come ti abbiamo trovato un momento fa non mi sembra una buona i… - provò a dire Kishinuma, ma venne interrotto.
-Non ci voglio andare, ok?! - sbottò Morishige.
-Shige-nii, ma cosa…? -
-Ho i miei motivi. Voi due non preoccupatevi e andate pure a scuola. -
-Ma… - Mayu non sapeva cosa dirgli. Kishinuma sembrò riflettere, poi sospirò.
-Ho capito… Perché non mariniamo la scuola tutti e tre? Mayu, tu non vuoi lasciarlo solo, giusto? - la bambina sembrava molto titubante all’idea. Diede una seconda occhiata a Morishige, infine annuì. -Bene, allora mariniamo tutti e tre da bravi teppisti. -
-Teppisti… - ripetè dubbioso il bambino.

-Ah, quindi i teppisti quando non vanno a scuola… vanno al parco? - domandò perplesso Morishige.
-Non c’era bisogno di prendermi così sul serio… -
-Ma… non c’è nessuno della nostra età a parte noi. - fece notare Mayu guardandosi intorno. Effettivamente in quell’orario non c’erano molte persone in generale, solo qualche anziano che dava da mangiare ai piccioni.
-E va beh, meglio così! Abbiamo tutto il parco per noi!- Kishinuma sembrava piuttosto contento. -Comunque, c’è una cosa che volevo chiedervi… - si sentiva abbastanza stupido a fare quella domanda -Siete imparentati in qualche modo? -
-No, perché? Ci somigliamo? - chiese Mayu incuriosita.
-Per niente! È che l’hai chiamato in quel modo, così… -
-Ah! Intendi Shige-nii ? In realtà è solo un soprannome. -
-Ah, interessante! Non mi sembravi il tipo da soprannomi, Shige-nii! - ridacchiò il bambino poi incontrò lo sguardo poco amichevole di Morishige. “Okeeey… forse non gli va che lo chiami così...”
Morishige si voltò verso Mayu, sembrava guardare con interesse la signora che distribuiva briciole di pane sul terreno, seduta poco lontano.
-Comunque, si può sapere che cosa ti è successo stamattina? - Morishige si era già allontanato. -Hey! - lo richiamò Kishinuma, Morishige era andato a parlare con un’anziana signora, tornò con qualcosa in mano.
-Tieni... - disse a Mayu porgendole un pezzetto di pane.
-Ah, si! G-grazie! - disse leggermente imbarazzata, si allontano un po’ dagli altri due e sbriciolò il pane sperando di attirare qualcosa. Dopo un po’ anche Morishige la ragiunse cercando di fare silenzio per non spaventare gli animali, Kishinuma lo seguì.
-Sapete proprio come divertirvi voi due, eh? - disse Kishinuma con tono sarcastico.
-Perchè, tu cosa volevi fare a quest’ora? - domandò Morishige. -Rubare una moto? Teppista? -
-Ancora con quella storia? - sospirò il bambino. -No, ma andare sull’altalena sarebbe già più divertente, giocare a nascondino in tre… no, siamo troppo pochi. - riflettè il bambino. -Comunque… si può sapere cosa avevi prima? - Morishige lo guardò diffidente.
-In realtà vorrei saperlo anche io. - disse Mayu sollevando lo sguardo verso di lui. -Magari potremmo darti una mano…- Morishige decise di provarci.
-Il problema è che mia madre voleva costringermi ad andare alla festa di compleanno di un mio compagno… - disse nervoso e l’ansia aumentò vedendo che gli altri bambini sembravano perplessi. -Ecco! Sapevo che non avreste capito… Io con quel tizio non ricordo di averci nemmeno mai parlato! Praticamente sarei andato li solo per sentirmi a disagio, non ci sarebbe stato nulla di divertente. E poi non sopporto il modo di fare di mia madre, ormai l’ho capito, le vado bene solo quando fingo di socializzare e riesce a costringermi a stare in mezzo ad altri bambini… -
-Io… io non credo che tua madre lo faccia per cattiveria… - disse la bambina un po’ tesa. -Credo sia solo preoccupata per te… -
-E allora perchè sembra quasi spaventata da me? Come dovrei parlarle se si comporta come se dovesse toccare un gatto randagio con dei coltelli al posto degli artigli? Inoltre lei non prova mai capirmi... finge di voler parlare, ma ogni cosa che le dico per tentare di spiegarmi, lei la considera stupida! Vuole solo potermi lanciare in situazioni imbarazzanti per poter fingere che che fatto un bambino normale... - “La odio… Io la odio...” non riuscì a dirlo ad alta voce, ma la rabbia gli impedì di non pensarlo. Sapeva che già che al ritorno si sarebbe sentito in colpa.
-Sono d’accordo con Mayu, secondo me è solamente preoccupata. Forse sei troppo ti… - Morishige gli lanciò più o meno consapevolmente un’occhiataccia. -Timido… in maniera inquietante però… -
-Non sono affatto timido! -
“Però sai di essere inquietante!”
-Se non voglio stare solo, sono capace di trovarmi qualcuno con cui parlare… ma voglio cercarmelo io e non sopporto quando le persone sono troppe… non ci trovo nulla di divertente! Affatto! Per niente!-
-Ok… ok! - Kishinuma sembrava un po’ divertito. -Però andare in un posto dove ci sono tante persone potrebbe servirti da allenamento, no? - Morishige sembrava contrariato. -Se ti allenassi magari riusciresti ad essere meno suscettibile… -
-Io non sono… - il bambino sembrava offeso, ma non continuò. -Ho già molte cose da fare in questo momento e non ho intenzione di aggiungere anche questo stupido allenamento… -
-Se vuoi stare con qualcuno puoi sempre stare con noi due!- disse Mayu dopo essersene stata per un po’ in silenzio.
“Perchè mi metti in mezzo?” Si chiese Kishinuma.
-Magari se ci fossimo noi con te ti sentiresti più a tuo agio in mezzo ad altri bambini? -
“Non mi risulta che io e Shige-nii siamo amici, Mayu...”
-N… non lo so… - rispose indeciso Morishige.
-Yoshiki, alla gita scolastica possiamo portare qualcuno con noi, giusto? -
-Beh, sì… in effetti... - Morishige si guardò intorno a disagio, temeva di sapere cosa stessero per suggerire.
-Veramente io... - Mayu gli prese la mano e lo guardò determinata.
-Dai! Mi farebbe veramente tanto piacere se mi accompagnassi! - Morishige deglutì, l'idea di trovarsi in mezzo a tanti estranei non lo entusiasmava.
-Potete fingere di essere cugini se non volete fatte delle domande imbarazzanti. No, Shige-nii? -
"Chissà se sono peggio di questo qui..." si chiese infastidito il bambino. Mayu continuava a tenergli la mano e a guardarlo pieno di aspettative.
-V-va bene... - sussurrò alla fine...

Sua madre fu molto felice quando Morishige la informò della cosa, lui se lo aspettava e glielo disse proprio per riappacificarsi con lei in un certo senso. La gita sarebbe stata un mese dopo, quindi aveva tutto il tempo per preparasi psicologicamente all'evento.
Un pomeriggio ricevette una chiamata di Mayu, sembrava piuttosto ansiosa.
-C-ciao... - balbettò la bambina.
-Ciao... va tutto bene? - le domandò. Credeva di essere diventato abbastanza bravo a percepire quando un’altra persona era nervosa e spaventata e il tono dell’amica non prometteva nulla di buono secondo lui. Mayu ci mise un po' per rispondergli.
-Sì, sì! ... C-Certo!-
"Lo prenderò per un no…"
-Senti... ti dispiace se tua madre passa a prendermi così vengo a casa tua? -
"Non sono preparato psicologicamente per questo!" Però pensò che Mayu ne avesse bisogno e cercò di trovare quell'elasticità che non aveva.
-Ok, perchè no... ma sei sicura che vada tutto bene? - "Forse dovrei chiederglielo di persona..."
-Sì, devo per forza aver bisogno di un motivo per andare da un amico? - disse in tono allegro.
-Suppongo di no... -
La madre non ebbe problemi ad accompagnarla. La bambina sembrava apparentemente tranquilla, ma Morishige continuava ad essere dubbioso.
-Sai se c'è qualcosa di cui vuoi parlarmi puoi farlo... - gli disse. "Forse non c'è proprio niente e farò la figura dello stupido..."
-N-Non è niente di troppo grave... tranquillo... - gli disse diventando improvvisamente cupa.
-Mayu... - il suo tono era più rigido e infastidito di quanto avrebbe voluto. “Forse seguire l’allenamento di Kishinuma potrebbe aiutarmi a nascondere meglio le cose… potrebbe essermi molto utile...”
-Si tratta dei mie genitori… - sospirò. -Quando litigano si chiudono in soggiorno, credono che io non li noti… non so di cosa discutono... - disse intristita la piccola.
-Io non... non so... - "Ho voluto saperlo, ma ora non ho la minima idea di cosa risponderle... Mi sento così inutile..."
-Guarda che non mi aspetto qualche consiglio da te. - precisò la bambina cercando di tranquillizare l’amico. -Ma mi piacerebbe parlarne… S-se la cosa non ti da fastidio, ovviamente! -
-Non mi da, fastidio... - disse scrollando le spalle. “E poi sono stato io a cominciare” -Se vuoi farlo non c'è problema. - cercò di sorriderle per metterla a suo agio.
-O-Okey… Il fatto è che… non credo che i miei genitori fossero così prima di sposarsi… Magari è colpa mia? - disse angosciata. -O… o funziona così per tutte le coppie? Io spero di no, però… Era di questo che ti preoccupavi quando hai detto che temevi che passando troppo tempo con me mi sarei annoiata e ti avrei incolpato? -
-Eh? Ma noi non dobbiamo sposarci… -
-Si, però non si sa mai… la vita può essere imprevedibile! - ridacchiò la bambina.
-Ne dubito… -
-Ti sembra un idea così terribile? -
-No. - contintinuò temendo di essere frainteso. -Ma non ci vedo in una situazione simile. - per un attimo la bambina sembrò piuttosto delusa, poi si finse offesa. Morishige non riusciva a comprenderla bene.
“Crede che fosse venuta qui perché aveva un problema di cui parlare invece ho dovuto insistere ed ora ha sviato la conversazione… o forse è venuta qui solamente per cambiare aria e per non pensare ai suoi problemi!” realizzò con ritardo. “Ho completamente sbagliato… E’ l’ho praticamente costretta a parlarmi!” pensò nervoso. “Posso sempre rimediare… io non ho la minima idea di cosa fare, ma qualcuno in questa casa dovrà pur sapere come risolvere il problema di Mayu...”

Quando Mayu se ne andò, Morishige cercò subito di mettere in atto il suo piano.
-Mamma, cosa si può fare quando una coppia sposata litiga? - la madre era piuttosto perplessa.
-Non mi riferivo a te e papà ma ai genitori di una mia amica. -
-La piccola Mayu, giusto? - chiese sorridendo, secondo Morishige in modo sospetto e infido. -Dipende, qual’è la causa? - Morishige ci riflettè, gli sembrava di aver sentito parlare di una cosa simile la prima volta che si erano incontrati.
-Credo il lavoro del padre… credo, non lo so… forse passa troppo tempo a lavoro o qualcosa del genere. -
-Devi ascoltare più attentamente quando una graziosa signorina in cerca di supporto ti confida qualcosa. - lo richiamò scherzosa, il bambino sbuffò. -Comunque, non credo che il padre di Mayu possa fare qualcosa per il suo lavoro… forse Mayu potrebbe aiutare la madre in casa, con meno faccende da fare potrebbe essere meno stanca e nervosa. - Morishige non sembrava affatto convinto. "Ho paura che dicendo una cosa del genere a Mayu finirebbe per cercare di sostituirsi completamente alla madre nei lavori di casa...”
Quella sera decise di riprovarci, questa volta chiedendo al padre. Forse lui avrebbe avuto qualche consiglio migliore… ma non ci sperava più di tanto...
-Papà, cosa si deve fare quando una coppia sposata con figli litiga troppo spesso e i figli ci rimangono male? Non parlo di te e mamma. -
-Lasciarsi. -
-Cosa?! - era stato preso completamente alla sprovvista.
-Purtroppo, anche se può sembrare brutto, i bambini soffrono meno in questo modo. Se i genitori si allontanano e non litigano più l’aria diventa meno pesante. - rispose distrattamente l’uomo.
“Non posso dire niente del genere a Mayu!”
-Ma bisogna anche considerare la situazione economica, il modo in cui verranno gestiti i figli, il giudizio delle famiglie dei genitori… ah, ora che ci penso, perchè lo chiedevi? - il bambino si era già volatilizzato.

Rifece la stessa domanda il pomeriggio seguente, stavolta al nonno, fiducioso che avrebbbe ricevuto una risposta quantomeno decente.
-Mi spiace Sakutaro, ma questi non sono discorsi adatti ad un bambino.-
-Ma mi serve per una mia amica… è una cosa molto importante! - rispose nervoso.
-La situazione non può essere risolta né da te, né dalla tua amica. Dubito che abbiate chiara la situazione… - pose una mano sulla testolina del nipote vedendolo frustrato. -Magari è solo un brutto periodo e la cosa si risolverà da se. - sorrise l’anziano. -Dì semplicemente alla tua amica di fare la brava e non dare preoccupazioni ai suoi genitori. Mi fa piacere vederti così preoccupato per la situazione di un’altra persona. -
-Ma perchè tu e la mamma notate solo dettagli inutili? - sospirò infastidito.
-E’ una bambina gentile? -
-Si… si lo è… - ammise imbarazzato. Il nonno sembrava piuttosto divertito. “Perfetto! Ora anche mio nonno mi prende in giro! E’ una congiura!”


Angolo dell’autrice.
La storia sta venendo aggiornata lentamente, ho diverse altre cose da fare, come studiare per l’università. Ma, fortunatamente, riprendere l’abbozzo che avevo per questo capitolo non è stato così difficile. Mi piace scrivere questa storia, mi rasserena… è questo suppongo possa risultare curioso considerando che la storia si basa su un bambino complessato… molto complessato…
E… nient’altro… spero che il capitolo e la storia possano piacervi. 
  
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