Il Dottore, l'uomo di cui non si conosce mai il nome. Il viaggiatore nel tempo. L'ultimo del suo popolo.

Il Dottore, colui che non ha un nome, o non vuole rivelarlo. Perché cos'è un nome se non una etichetta che viene affibbiata, cos'è un nome se non un semplice appellativo, che non ti scalfisce, non ti forma, non delinea te stesso.

Il Dottore, colui di cui non si conosce il nome, ma di cui si conoscono leggende, porta una scia di morte dove passa, dicono.

Il Dottore, colui che non ha un nome, e che non ha nient'altro se non una vita che sembra interminabile.

Nonostante la solitudine che sente, il Dottore è esuberante. Si dimostra allegro, pieno di fiducia verso l'umanità, umanità che a volte lo delude, ma di cui non perde mai del tutto la fiducia.

Il Dottore, che anche se cambia carattere, resta sempre il Dottore allegro che tanto amano le persone a cui si affeziona.

Come fa a essere solo ma ad avere persone che lo amano, vi chiederete. La risposta è alquanto semplice.
Le persone che lo amano passeranno tutta la loro vita con lui, ma lui non passerà tutta la sua vita con loro. Loro sono umani, e gli umani appassiscono, e muoiono.
Lui no.

Il Dottore che, nonostante veda tutti quelli che ama morire, sta bene.
Sta bene.
Il Dottore sta bene.
Deve star bene.
Perché se non sta bene, che cosa gli rimane?
Solo un grosso buco colmo di tristezza, un vuoto implacabile in cui vaga l'eco della sua solitudine.
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Perché lui è il Dottore, e la sua felicità è solo un miraggio a lungo designato.