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Autore: isabel gardin 99    30/08/2018    1 recensioni
Katara vive con suo fratello, sua madre e suo padre una vita tranquilla, intervallata dalle continue visite alla nonna.
Il fiore che la rappresenta e che cresce nella parte più importante del suo corpo è un'acacia bianca ed è al posto del suo occhio destro.
Nessuno nel mondo ha mai avuto il proprio fiore al posto di un occhio e Zuko ne è rimasto affascinato subito dopo averlo visto.
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Iroh, Katara, Sokka, Toph, Zuko
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
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"Ora ti spiego quello che devi fare." disse Iroh a suo nipote. 
 

In mano teneva due vassoi per portare il tea ai clienti della sua casa da tea. 

Consegnò un vassoio a Zuko, che lo prese tra le mani bruscamente, Iroh sorrise.
 

"Più delicato Zuko. I vassoi non sono spade, vanno trattati con gentilezza."
 

Zuko alzò un sopracciglio, confuso.
 

"Ah...?"
 

Il dragone dell’ovest sorrise mesto e accarezzò il vassoio di porcellana decorata che teneva tra le mani.
 

"Devi essere dolce e delicato come se la ceramica fosse il corpo di una donna." si girò verso il nipote e sorrise a 32 denti. 

In risposta Zuko spalancò gli occhi e guardò scandalizzato lo zio per un buono quarto d’ora.
 

"Come ti dicevo, devi tenere i vassoi in modo delicato, ma devi stare attento che non ti scivoli via dalle mani." 

Si diresse verso un tavolo vuoto e ci girò in tondo, con una mano sulla pancia e il vassoio perfettamente perpendicolare al braccio. Zuko lo guardò attentamente, cercando di memorizzare i suoi movimenti, aggraziati e controllati nonostante la sua massa.
 

"Poi devi prendere le tazze di tea con la punta delle dita, senza scottarti." prese una tazzina di tea.

"Sempre senza scottarti devi appoggiarla davanti al nostro cliente. Sorridendo..." appoggiò la tazzina e sorrise. 
 

Poi guardò Zuko con un’occhiataccia, incitandolo a sorridere.

Zuko, sbuffò contrariato, facendo il broncio come un bambino, ma lo sguardo di suo zio lo convinse e si sforzò di sorridere.

Ciò che venne fuori sembrò una lucertola-struzzo con una paralisi facciale. 


Iroh fece una smorfia 

"Forse è meglio solo che fai un piccolo sorriso a bocca chiusa"
 

Zuko lo fece e questa volta fu un sorriso più convincente del precedente.

"Bravo."

 

***

 

Dopo una lunga giornata di lavoro alla sala da tea di zio Iron, Zuko crollò come un sasso sul letto, rigorosamente di faccia. 

 

Forse dovrei andare da Mai. No, no, sicuramente è ancora arrabbiata con me. Per cosa? E chi lo sa, lei è sempre arrabbiata. No dai, non sempre, solo quando non è annoiata… 

Sei un deficente.

 

Si mise a ridere da solo, soffocando la sua risata rumorosa nel cuscino. 

Poi si girò a pancia in su e fissò il soffitto di legno scuro, aspettando di prendere sogno.

Prima di chiudere gli occhi vide tutto bianco come un lampo e i suoi battiti del cuore gli martellarono nella testa come dei tuoni. 

 

Eppure, nonostante la tempesta di lampi e tuoni, Zuko si addormentò felice, dopo molto tempo.






ANGOLO MIO:
So che è un capitolo molto corto, ma la mia voglia di scrivere si sta sgretolando. 
Non sono sicura del mio stile di scrittura, nè delle mie idee.
Sono ancora alle prime armi e dovrete perdonarmi buchi di trama, errori di scrittura e descrizioni confuse.​
Se volete che continui, per favore fatemelo sapere con dei commenti, anche solo delle faccine.

 

   
 
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