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Autore: Arepo Pantagrifus    30/08/2018    0 recensioni
Un viaggio per i miei mondi fantastici, fatti di paesaggi, di atmosfere sospese, di attese infinite come gli orizzonti. Senza sapere dove andare, nè dove essere, vi invito solo a seguirlo come fosse un sogno.
Genere: Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Narciso


 


 

ΓΝΩΘΙ ΣΕΑΥΤΟΝ


 

Nella spiaggia dell’alba infinita

lo specchio del regno dei morti

vi riflette nell’acqua un narciso

e l’eco di una voce senza bocca.

Cosa disse l’oracolo?

«Conosci te stesso

                              e poi muori».


 


Secondo una antica tradizione, guardando dentro i petali del fiore si osserverebbero le anime del regno dei morti. Narciso, allora, – contemporaneamente uomo e vegetale – guardando il suo riflesso proiettato nello specchio d’acqua avrebbe visto contemporaneamente sé stesso e il suo destino prossimo. Narciso è la porta del regno dei morti, colpevole anche della morte della ninfa Eco di lui innamorata, che si dissolve tra le pareti rocciose dove scorre forse lo stesso torrente che alimenta lo stagno infausto. L’oracolo di Tiresia profetizzò ai genitori del bel giovane che sarebbe morto quando avrebbe conosciuto se stesso. Lo stesso Tiresia che in Sofocle mise in guardia Edipo: «Tremenda pena è il sapere». Quindi il non sapere diventa a volte una benedizione.

(10.III.2018)

   
 
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