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Autore: lmpaoli94    31/08/2018    2 recensioni
Ecco come Ran e Vermouth si sono conosciuti la prima volta e come Ran ha deciso di sposare la causa dell’Organizzazione nera.
L’incontro con quella donna non sarebbe mai stato più lo stesso, cambiando profondamente la vita della piccola liceale.
Genere: Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Sonoko Suzuki, Vermouth
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Se ne stava andando a casa in compagnia della sua amica Sonoko.
Era una bellissima giornata autunnale.
Il sole splendeva in cielo.
Sembrava che nulla potesse intaccare quella giornata.
«Allora Ran, cosa ti piacerebbe fare?»
«Dobbiamo studiare per la verifica d’inglese, Sonoko.»
«Cosa?»
«Non dirmi che te ne sei dimenticata…»
«Certo che no! È solo che non ci stavo pensando» replicò la giovane ragazza con sorrisetto tirato.
«Smettila di dire bugie. Non ti si addice proprio.»
«E va bene! Me l’ero scordato. Contenta adesso?»
«Possiamo studiare insieme, se vuoi?»
«Uffa! Io volevo andare a fare un giro in centro.»
«Perché non puoi aspettare domani?»
«Perché è oggi che finiscono gli sconti su alcuni capi d’abbigliamento che mi piacciono.»
«Non avrei mai giurato che una spendacciona come te si sia ridotta all’ultimo su queste cose…»
«Purtroppo il fatto di aver aiutato mio padre dell’azienda di famiglia mi ha rubato molto tempo.»
«Capisco…»
«Comunque ti assicuro che riuscirò a fare tutte e due le cose!» rispose Sonoko più determinata che mai.
«Lo spero per te» disse Ran appena si ritrovò nei pressi di casa sua.
«Io vado. Ci vediamo domani mattina a scuola, ok?»
«Va bene. A domani, Sonoko.»
«Ciao Ran» disse infine la ragazza prima di lasciare sola la sua amica.
Nel mentre stava camminando completamente in solitaria su quel marciapiedi, non si sarebbe mai aspettata di imbattersi in un killer armato di pistola.
Inavvertitamente, i due si andarono a scontare.
Il killer stava scappando con il bottino della banca che si trovava nelle vicinanze.
«Maledetta! Perché non guardi dove vai?!» tuonò l’uomo.
Ran, spaventata, non riuscì a muoversi.
«Rimani ferma, altrimenti ti uccido!»
La povera ragazza sembrava non avere scelta.
Era solo lei e il killer.
«Ti prego. Lasciami andare…»
Ran stava per piangere a dirotto.
Ma non avrebbe mai immaginato che qualcuno sarebbe corso in suo aiuto.
«Lascia stare la ragazza.»
Dietro il corpo del malvivente si ergeva una figura bionda e misteriosa che impugnava una pistola.
«Allora? Non mi hai sentito?»
Terrorizzato, il malvivente acconsentì alla richiesta della donna.
«Bravo» replicò la figura misteriosa sparando subito dopo a sangue freddo.
Ran avrebbe voluto gridare dalla paura, ma quella donna misteriosa l’aveva salvata.
«Perché l’hai ucciso?!» gridò la figlia del detective.
«Perché se non ti salvavo, quel killer ti avrebbe ucciso malamente.»
«E tu come fai a saperlo?»
«Fidati. So leggere la mente dei killer.»
La bionda misteriosa cercò di aiutare la povera ragazza.
«Vieni. Alzati.»
«Lasciami subito andare!» gridò Ran alzandosi di scatto.
«In altre occasioni mi avrebbero ringraziato… Come ti chiami, ragazzina?»
«Ran… Il mio nome è Ran.»
«Piacere di conoscerti. Il mio nome è Vermouth.»
La figlia del detective sembrava non aver compreso il suo nome così singolare.
«Hai capito bene, giovane ragazza.»
«È davvero un nome molto strano…»
«Il mio nome ha una lunga storia che non ti sto a raccontare. Anche perché non credo che tu la voglia ascoltare.»
Ran non rispose.
Lo sguardo fisso di quella donna la stava trasformando.
«Hai una escoriazione dietro la spalla» fece Vermouth tentando di abbracciare Ran «È meglio se te la fai vedere.»
«Grazie. Sto bene.»
«Lo sai? Non ho mai conosciuto una ragazza così testarda.»
«Fa parte del mio carattere.»
«L’ho notato… Vuoi che ti riaccompagni a casa?»
«Non servirà. Grazie del pensiero.»
«Come vuoi tu… Se caso mai un giorno di questi avrai bisogno di me, questo è il mio numero» replicò Vermouth dandogli un bigliettino.
«Non credo che lo utilizzerò.»
«Tu tienilo lo stesso… Spero invece di rivederti presto, Ran» rispose Vermouth prima di scomparire improvvisamente dietro i palazzi del quartiere.
 
 
Appena Ran tornò a casa, non raccontò niente a suo padre, limitandosi a chiudersi in camera sua per studiare inglese.
Ma la ragazza non riusciva a concentrarsi come voleva.
Ripensava a quel killer e a quella donna.
“Accidenti! Non riesco a togliermela dalla testa!”
Alla fine, Ran prese il suo cellulare componendo il suo numero.
«Pronto?» fece Vermouth rispondendo al secondo squillo.
Ma Ran non rispose.
Era profondamente intimidita.
«Con chi parlo? Sei per caso tu, Ran?»
«Come… come hai fatto ad indovinare?» domandò la ragazza sorpresa.
«Aspettavo una tua chiamata… Allora, come stai?»
«Adesso molto meglio.»
«Bene, sono contenta.»
«E tu, Vermouth?»
«Non c’è male… Se non sono troppo invadente, cosa stai facendo?»
«Sto studiando per la verifica d’inglese di domani.»
«L’inglese… Una bella lingua. Sono sicura che andrai molto bene.»
«Grazie. Sei la prima che crede in me.»
«Perché? I tuoi parenti non lo fanno?»
«No… Certe volte mi sento così sola e abbandonata…»
«Non credevo che una ragazza bella e intelligente come te potesse avere questo problema… Mi ricordi me, sai?»
«Davvero? Anche tu sei nella mia stessa situazione?»
«Sì… Ma fino a quando non ho trovato qualcuno che potesse farmi sentire una persona nuova.»
«E chi sarebbe se non sono troppo invadente?»
«Sono un gruppo di persone molto speciali. Insieme a loro, facciamo parte dell’Organizzazione.»
«E che cosa consiste?»
«Non vorrei parlartene per telefono… Meglio se ci vediamo. Così magari posso sentire se puoi entrarci oppure no. Faresti proprio al caso nostro.»
«Visto che sono in debito con te, accetto la tua richiesta. Voglio fare parte di questa organizzazione.»
Vermouth non sapeva cosa dire.
«Ne sei sicura? Non sai ancora che cosa facciamo…»
«Tranquilla. So quello che faccio.»
«E poi non voglio che tu sia in debito con me… Ho fatto quello che avrebbe fatto un cittadino al mio posto.»
«Non ti devi preoccupare. Da qualche tempo a questa parte, ho bisogno di nuovi stimoli. E sono convinto che tu e questa organizzazione facciate al caso mio.»
Vermouth fu molto sorpresa dalle parole della ragazza.
«Molto bene. Sono molto contenta di queste tue parole. Parlerò con i miei superiori e ti farò sapere… Ma ti dico già che non ci dovrebbero essere problemi.»
«Davvero? Ne sono molto lieta.»
«Sì… Benvenuta a bordo, Ran. Ti richiamerò quando saprò tutto» disse infine Vermouth riagganciando il cellulare.
 
 
Dopo quella chiamata, Ran non sarebbe stata più la stessa.
Smise di studiare e ripose tutti i suoi libri in ordine.
Dopo aver preso la borsa e tutti i suoi oggetti personali, Ran era pronta per uscire.
«Dove stai andando a quest’ora?»
«Ho un appuntamento con Shinichi. Rientrerò più tardi» mentì lei.
«Ma è quasi ora di cena! Potevi dirmelo prima, no?»
«Scusa papà, ma non ci ho minimamente pensato.»
«Fa niente. Vai pure.»
Goro non notò minimamente che sua figlia era cambiata.
Non era da lei uscire a quell’ora.
Dopo essersi recata fuori l’agenzia di suo padre, s’imbatté subito in Shinichi.
«Ciao, Ran» fece il ragazzo felice di vederla.
«Ciao…»
«Dove stai andando a quest’ora?»
«Ho un appuntamento con una mia amica.»
«Un appuntamento? Ma non ti ricordi che stasera venivo a cena da te?»
La ragazza rimase interdetta dallo sguardo di Shinichi.
Si era completamente dimenticata di quella cena.
«Scusami tanto Shinichi ma me ne sono completamente scordata.»
«Non ti preoccupare. Sarà per un’altra volta.»
Al contrario di Goro, Shinichi notò subito che nello sguardo di lei c’era qualcosa che non andava.
«Ran, sei sicura che vada tutto bene?»
«Sì. Adesso però devo andare. Ci vediamo.»
Ran salutò Shinichi come se stesse scappando da qualcosa.
Corse più lontano che poté per riflettere sulla sua decisione.
Appena arrivò in pieno centro, la giovane ragazza si scontrò con colei che l’aveva cambiata per sempre.
«Allora è proprio destino che tu ed io dobbiamo stare insieme» fece Vermouth con tono malizioso.
«Vermouth…»
«I miei superiori sono felici della tua annessione all’Organizzazione.»
«Davvero?»
«Ho parlato molto bene di te, anche se non ti conosco ancora.»
«Ti ringrazio.»
«Visto che siamo qui dinanzi a questo famoso locale, vuoi che ti offra qualcosa? Un caffè un thé?»
«Se mai sono io che dovrei offrire qualcosa a te.»
Vermouth fissava intensamente gli occhi di Ran.
«Ahahah va bene.»
«Perché stai ridendo?»
«Perché ti trovo molto simpatica… Comunque non devi avere paura. Sarà un’avventura di cui non ti potrai mai dimenticare.»
«Senz’altro… Infatti non vedo l’ora di incominciare» replicò Ran facendogli l’occhiolino.
«Brava. È questo lo spirito giusto» disse Vermouth stringendo a sé la giovane ragazza con fare affettuoso.
   
 
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