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Autore: SenseAndSensibility    10/07/2009    4 recensioni
[Francia/Inghilterra]
Inghilterra non riteneva possibile che un uomo la cui occupazione principale sembrava essere girare nudo con una rosa in mano, spaventando a morte il suo vicino Svizzera, potesse essere dotato di un'interiorità più profonda di quella di un bicchier d'acqua.
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Eppure... eppure, se così fosse, Arthur adesso non si troverebbe racchiuso interamente tra le braccia tese di Francis, il suo volto ad una distanza pericolosa per entrambi. Aveva le spalle al muro.
Letteralmente.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: England/UK (Arthur Kirkland), France (Francis Bonnefoy)
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Salve a tutti! Pur conoscendo Hetalia da un pezzo (e adorandolo al limite dell'ossessione, aggiungerei xD), sono nuova di questo Fandom. Ho avuto modo però di apprezzare precedentemente tutte le opere già pubblicate, e la loro lettura mi ha spinto a pubblicare qualcosa di mio.
Spero davvero che questa OneShot possa piacervi.
Metto il classico schema, spero che possa esservi utile.


Titolo:
Just like everybody else does.
Fandom: Axis Powers Hetalia
Coppia: Francia/Inghilterra {Francis Bonnefoy/Arthur Kirkland}
Rating: Verde
Parole: 1463 (W)
Avvertimenti: OneShot, Shonen-ai
Note: Lo sposalizio accennato nelle prime righe e la parola Inghil-Francia si riferiscono ad un preciso background storico, quello della proposta del Primo Ministro Francese di una fusione Franco-Inglese nel 1956 (trovate l'episodio anche nella puntata 12 dell'anime, ma non ricordo quali siano le scans relative, chiedo perdono). Il resto è pura fantasia dell'autrice.
2. Inizialmente potrà sembrare vagamente angst. Non lasciatevi ingannare xD
{Dedicata a PreussischBlau, la mia manager xD E' merito suo per tante cose, ma in questo caso dico solo che è merito suo se ho conosciuto Hetalia... e che la ringrazio per il sostegno di anni, visto che da sempre vuole essere la prima a leggere le cavolate che scrivo. Danke!}
Hope you like it!

Just like everybody else does.


And all the roads that lead to you were winding
And all the lights that light the way are blinding
There are many things that I would like to say to you
But I don't know how

"Sul serio, Inghilterra… Non mi importa se il nostro nome diventa Inghil-Francia o qualcosa del genere!"
"Francis, tu hai perduto completamente la ragione!"
"Ti prego, Arthur… te lo chiederò di nuovo… Vuoi sposarmi?"

Francis Bonnefoy chinò il capo. I lunghi capelli biondi sfiorarono le guance arrossate, la bocca dischiusa. Respirava con fatica. Non riusciva a credere di essere lì, in quel momento, in quel luogo. Con quella persona. Arthur Kirkland, l’oggetto delle mire del francese da circa… bè, secoli.
Inghilterra era sempre stato ad un livello superiore al suo. Così isolato, così soddisfatto della sua vita, condita da insana solitudine e da un notevole livello di puro egoismo inglese.
Così maledettamente bravo ad anticipare i tempi, a correre pur mantenendo un invidiabile contegno. Così assurdamente capace di tenere nascosto il suo cuore in una nebbia densa di mezze verità e fumo di Londra. Così odioso. Così oscenamente bello.
Francis non era così. Lui aveva bisogno degli altri, aveva bisogno di mostrarsi, di far comprendere a chi gli stava intorno che c'era, che esisteva. Era suo dovere, sua necessità psicologica far comprendere la sua natura. Non esitava, davanti agli altri, a spogliare la sua anima ed il suo corpo.
Guardatemi, esisto! Esisto! Sembrava sempre voler dire.
E c'era una persona in particolare a cui soleva indirizzare il suo sguardo blu di pioggia.
Era così vicino... La vicinanza fisica non sembrava però aver aiutato la vicinanza delle loro anime. Sì, c'era stato qualche trattato, una entente cordiale, magari.
Ma il rapporto che la mente di Francis, troppo influenzata dal suo cuore, aveva delineato in tutti quegli anni di assenza, menefreghismo e vuoto unilaterali non si definiva esattamente con cordiale.
Amour fou contribuiva invece a rendere meglio l'idea.

Because maybe
You're gonna be the one who saves me?

L'inglese si trovava in una situazione che non avrebbe esitato a definire destabilizzante.
Con Francis aveva avuto sempre rapporti piuttosto vaghi. Forse qualche volta, incontrando il francese, aveva avuto l'impressione di scontrarsi con l'aura di un sentimento profondo celato a fatica - Odio? Fascinazione? Invidia per una terra che non aveva bisogno delle stampelle dell'Europa per sorreggersi?- ma mai, mai, aveva immaginato che fosse amore.
D'altronde, che cosa li teneva vicini? Uno stretto canale d'acqua di mare, nient'altro. Francia e Inghilterra non avevano nulla in comune.
E poi, l'attività preferita di Francia era pescare nel torbido.
Arthur non riteneva possibile che un uomo la cui occupazione principale sembrava essere girare nudo con una rosa in mano, spaventando a morte il suo vicino Svizzera, potesse essere dotato di un'interiorità più profonda di quella di un bicchier d'acqua.
Eppure... eppure, se così fosse, Arthur adesso non si troverebbe racchiuso interamente tra le braccia tese di Francis, il suo volto ad una distanza pericolosa per entrambi. Aveva le spalle al muro. Letteralmente.

Francia, dal canto suo, sembrava desiderare specchiarsi per sempre negli occhi verdi di Inghilterra, per la prima volta liberi dal sale di quello stretto lembo di oceano, che li separava da tempo immemorabile. Guardava Arthur come se egli fosse stato il sole: con gratitudine, per la sua esistenza. Con gioia, per averlo riscaldato per secoli senza accorgersene e senza quindi chiedere nulla in cambio. E con reverenza, perchè, nonostante tutti i suoi sforzi, brillava sempre al di sopra di lui.
"Tu es ainsi lumineux, Angleterre..."

Così maledettamente francese, pensava Inghilterra. Arthur non poteva comprendere né i sentimenti né le parole di Francis. Dopotutto, lui era England. E come tutti sanno, il sole non splende sull'Inghilterra.
Chiuse gli occhi, serrando le palpebre. Voltò lentamente la testa di lato, attento a non sfiorare il volto dell'uomo che, teso in un anelito di disperata speranza, attendeva da lui una risposta. Un monosillabo, quantomeno. O un insulto.
Arthur invece era molto lontano da formulare qualsiasivoglia pensiero coerente. In quel momento, le uniche parole che gli salivano alle labbra (insieme ad un moto di disgusto che faticava a trattenere) sembravano somigliare tutte pericolosamente a "sparisci e non farti mai più vedere, farò in modo che il canale della Manica si allarghi almeno di qualche migliaio di chilometri!"
Era naturalmente privo di senso. Ma stranamente consolante. Qualcuno dei suoi, in un giorno di un po' di tempo fa, aveva detto "c'è del marcio in Danimarca". Arthur non provava odio particolare per nessuna nazione, ma era sicuro che davvero ci fosse del marcio in Europa.
E lo strano comportamento di Francia non faceva altro che confermare le sue teorie.
Allargare il canale... se avesse potuto, Inghilterra avrebbe fatto scorrere l'intero Oceano tra lui e l'Europa. Acqua contro terra, acqua a lavare via le stranezze di un continente così vecchio e bizzarro da sembrare talvolta in preda ad una qualche malattia degenerativa.
Allargare il canale... voleva dire diminuire l'Oceano. E c'era qualcosa, al di là dell'Oceano, che non era ancora pronto ad affrontare.

Francis era abituato ad aspettare. Non era bravo a leggere le emozioni di Arthur, ma conosceva quello sguardo. Stava spingendo i suoi occhi aldilà dell'Atlantico, e Francia sapeva bene quale ostacolo vi avrebbe trovato. Si trovava nella necessità di agire, subito.
Francis era abituato ad aspettare. Ma non troppo.

Inghilterra teneva ancora la testa ostinatamente voltata di lato. Non aveva intenzione di offrire a quel pervertito di Francis un centimetro di pelle in più di quel che fosse lecito. Faticava molto, in quel momento, a mantenere il suo invidiabile contegno, faticava a trovare anche solo un pizzico di english humour per scollarselo di dosso. Cercò di scivolare con la schiena lungo il muro, di eludere la barriera costruita dai sentimenti di Francia. La barriera più efficace che fosse riuscito a costruire in secoli di storia, in effetti. Arthur maledisse Francis, il suo paese, il suo boss e tutti i suoi avi: non sarebbe mai riuscito a sfuggire.
In più, avrebbe dovuto dire addio al suo tè delle cinque.
What the fuck.
Assorto in elucubrazioni tanto vaghe quanto inutili, Arthur aveva commesso un errore che gli sarebbe costato secoli di libero avvenire.

Perchè Francis era abituato ad aspettare, ma non troppo.
Ma, soprattutto, era abituato ad aspettare i rari momenti di distrazione di Inghilterra. E ad approfittarne.

Arthur sentì le guance letteralmente ardere quando le dita leggere di Francia vi si posarono, lievi.
Queste seguirono il contorno dei suoi zigomi, dei suoi occhi limpidi e chiari, di una parte delle sue labbra, tanto strette da essere diventate un’unica linea dura.
Inghilterra sperava con tutte le sue forze che il gemito che cercava di trattenere fosse una semplice espressione di disgusto.
Aveva rinunciato alla possibilità di una fuga rapida ed indolore, ma sperava di poter ancora salvare la sua dignità. O quantomeno di farla uscire dallo scontro con solo qualche lieve ferita.
Le sottili dita di Francis continuavano intanto la sensuale esplorazione del volto di Inghilterra, seguendo la linea del naso, spostando con malizia alcuni capelli biondi dai suoi occhi, per poi fissarvi lo sguardo.
“Ferme tes yeux, Angleterre”.
Perentorio, senza possibilità di scampo. Francia aveva preso in mano il controllo della situazione, nonché i fili che manovravano il corpo di Arthur. E quest’ultimo chiuse gli occhi, così come gli era stato ordinato.
Sentiva il respiro di Francis solleticargli un punto indefinito vicino all’orecchio, e una sola parola, sussurrata, nello stesso punto: finalement...
La dignità di Arthur si rassegnò a tornare a casa in frantumi.

Francis si sporse, alzandosi sulle punte. Sfiorò il volto di Inghilterra con le labbra, lasciando una sottile scia a marcare il suo territorio.
Notò che Arthur, probabilmente con l’ultimo residuo di amor proprio, era riuscito a mantenere la sua posizione, rimanendo voltato di lato. Ciò non gli impediva di arrossire furiosamente alle avances di Francia, né di sospirare o gemere senza alcun ritegno.
Era il momento di tentare di più.
Sorridendo maliziosamente, Francis strinse il lobo dell’orecchio di Inghilterra tra i denti, lasciandovi un piccolo segno scarlatto. Era alla scoperta di un nuovo modo per segnare le sue proprietà e, scendendo lungo il collo di Arthur, ora una costellazione di mezzelune rosse, si disse che avrebbe dovuto tentare qualche esplorazione un po’ più spesso.

Giunto al lembo di camicia che gli impediva l’accesso a più rosee strade, le mani di Arthur si decisero ad aiutarlo nell’operazione, slacciando lentamente, in una lotta convulsa tra desiderio e ragione (it was France, oh my God, France!) i primi bottoni dell’abito.
Le stesse sue mani salirono poi al volto di Francia, pessimo tentativo di indifferenza, e lo strinsero.
“You’re just a bloody bastard”.
“Oui, Chéri. Ma tu sei mio comunque”.

{I am human and I need to be loved
Just like everybody else does...}
  
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