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Autore: Elgul1    08/09/2018    22 recensioni
In un mondo popolato da esseri sovrumani sta alla polizia cercare di garantire una sorta d'equilibrio, ma quando è la legge ad essere braccata, chi si occupa dell'ordine? Un nemico invisibile inizia a dare la caccia ad ogni eroe che lotta per la giustizia e la polizia brancola nel buio più totale. Starà a Steve e una squadra di agenti scelti scoprire chi si nasconde dietro queste morti brutali e i motivi che guidano il killer verso un piano malvagio e ambizioso.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La stanza era minuscola e angusta tanto che, all'interno, si trovavano solo quattro sedie e un piccolo tavolino in plastica eroso dal tempo, colmo di graffi fatti per spregio da chi restava chiuso li dentro in attesa degli agenti e aveva bisogno di sfogare la sua rabbia. 
 
Steve fece un rapido giro con gli occhi: dei membri della stanza, sorvolando su Erika messasi in un angolo e che osservava una macchia scura sopra la parete di destra con fare annoiato, c'erano altri due uomini: uno era un ragazzo poco più che diciotenne e  l'altro sembrava più sulla sessantina con, al suo fianco, una ventiquattro ore nera come la pece.
 
Nella stanzetta si avvertiva un silenzio pesante. Tutti gli occhi erano rivolti sulla figura dell ex agente che, in quel momento, non sapeva proprio cosa dire.
Alex gli diede una gomitata nello sterno come per svegliarlo dal suo sogno a occhi aperti. 
" Salve a tutti." Disse all'improvviso. Ricevendo un cenno d'assenso dal tizio minuscolo sulla destra e un saluto con la mano da un ragazzo molto alto sulla ventina dai lunghi capelli castano scuro e dal fisico magro. 
" Lui è Shoan Bravoul, è uscito da poco dall'accademia di polizia." Gli presentò Alex mentre il giovane allungò la mano per stringergliela.
" E' un piacere conoscerti, ho sentito molto parlare delle tue doti, nonostante tu fossi privo di poteri hai avuto i migliori risultati del corso." Disse il ragazzo facendogli fare su e giù con la mano eccitato.
" Ehm, si grazie ma mollami la mano ok?" Gli rispose Steve staccandosi di dosso il giovane che sorrise imbarazzato.
" Quello sulla destra invece è Walter Zachary, si occuperà della parte analitica e scientifica." Gli disse ancora Alex. 
" E' un piacere conoscerti. Scusa se non mi alzò in piedi ma non mi va assolutamente vista la fatica che mi è occorsa per arrivare qui..." Borbottò burbero l'ometto rimettendosi a trafficare su uno strano marchingegno. 
" Il piacere è mio." Rispose piuttosto confuso dal suo atteggiamento.
 " Bhe, vi lascio soli, ho delle pratiche da sbrigare. A più tardi." Disse accomiantandosi il comandante dando una pacca d'incoraggiamento a Steve che, si trovò solo, con quella strana marmaglia.
 
 
-
 
 
Justice fissava il negozio di fronte a se con fare attento. Per questa missione aveva deciso di cambiare nuovamente fornitore: mai andare dallo stesso per più di una volta,  questa era una sua regola. Con calma si aggiustò la parrucca castana con tanto di lunga coda di cavallo per poi mettersi le lenti a contatto verdi. - Cambia sempre il tuo aspetto, in qualunque missione mai dare nell'occhio.- Pensò ricordando, così anche la sua seconda regola sempre: essere sfuggente mai farsi riconoscere.
 Con Calma si avvicinò alla porta per poi aprirla. Il tintinnio di alcune campanelle anticipò il suo ingresso. 
Si ritrovò in un negozio totalmente invaso da roba completamente in disuso: le pareti erano costellate di scaffali colmi di cianfrusaglie del secolo scorso ormai inutili, come giradischi, televisori  e libri con così tanta polvere da essere illeggibili.
 
 " Cosa desidera?" Domandò il proprietario, un vecchio uomo grassoccio dal volto barbuto e dai denti ormai marci.
Justice si guardò attorno incuriosito dai ninnoli poi disse:" Sto cercando qualcosa di particolare..." L uomo allargò le corte braccia flaccide.
" Qua c'e il non plus ultra del particolare e dell'antico." Disse ridacchiando per poi tossire. Justice si rigirò tra le mani quello che aveva l'aria di essere un vecchio registratore colmo di polvere. " Si, da come mi hanno detto in giro, vendi qualunque tipo di cosa e la sai trovare anche piuttosto bene." Replicò serio in volto rimettendolo a posto con delicatezza.            
 L'espressione del vecchio cambiò, da bonario diventò serio, quasi austero poi mormorò:" Amico... non so cosa stai cercando, ma se sei uno di quei tipi, ti avviso subito: ho un arma proprio qui, sotto al bancone, e credimi non appena farai una mossa di troppo ti farò esplodere quella fottuta testa che ti ritrovi..." Justice strabuzzò gli occhi l uomo sogghignò speranzoso di avere sotto torchio la figura del giovane che, di risposta, si mise a ridere divertito da quell'affermazione. " Sei proprio una sagoma tu." Disse asciugandosi le lacrime che uscivano dalle sue iridi finte.
 Si avvicinò al bancone senza alcun timore e col vecchio ancora interdetto.
" Mi servirebbe questa roba..." Disse estraendo un foglio dalla giacca rossa e porgendolo al tipo.
" Puoi procurarmela?" Domandò tranquillamente come se fosse la cosa più naturale del mondo.
 
Il vecchio prese il foglietto scorrendolo con la mano destra, poi, dopo qualche istante di silenzio, rispose:" Si, dovrei avere questa roba, però..." Indicò gli ultimi due punti della lista. " Li posso ordinare oggi ma dovrai aspettare minimo due giorni, massimo quattro." Spiegò. 
Justice estrasse sempre dalla tasca interna della giacca una mazzetta voluminosa di banconote alla cui vista gli occhi neri si allargarono a dismisura. " Questi sono i soldi per i componenti e un piccolo extra se farai velocemente la consegna e terrai la bocca chiusa." Rispose ammiccando. 
" Si, sarà fatto." Sussurrò lui prendendo la mazzetta più velocemente che mai.
" Vado a prenderti i componenti che ho già. Arrivo subito." Aggiunse sparendo velocemente nel retrobottega. Mentre Justice osservava altri ninnoli la porta dietro di lui si aprì. Si bloccò come in attesa. 
 
 
" Ehi Flint siamo qui!" Gridò la voce di un energumeno in t-shirt nera che, data la mole, faticava a passare dalla porta ad altezza uomo. 
" Sta calmo Karl, è nel retrobottega tra poco sarà qui." Lo tranquillizzò un tipo più basso ma dall aspetto anch'esso minaccioso con dei corti e arruffati capelli violacei.
 Justice analizzò i due tizi appena entrati. Dato il look non erano poliziotti.
"Che hai da guardare, microbo?" Chiese il colosso gonfiando i muscoli delle braccia e sul petto e fissando coi suoi occhi rossi l'assassino senza alcun timore. 
Justice avrebbe potuto sgozzare quella specie di scimmione troppo cresciuto col suo coltello nel taschino ma lasciò perdere dopo aver visto il rombo nero tatuato sul suo braccio destro.
- La banda di Overport.- Pensò ricordando dove aveva già visto quel tatuaggio.

 Una banda composta solo da super che, da qualche anno, tiraneggiava nei distretti più poveri della città senza alcuno scrupolo e che, apertamente, sfidava la polizia e le autorita cittadine. A carico di quelle bestie c'erano omicidi e rapine a non finire.

 
 " Mi scusi. Sa sono nuovo di queste parti e ho notato, solo ora, quel tatuaggio che ha lì." Indicò il polso destro. " Significa qualcosa?" Domandò curioso. Karl sputò a terra e si allontano di qualche metro.
" Perdonalo, non è di buon umore oggi." Rispose il più basso: un tizio dal volto rasato di fresco e con due brillanti occhi azzurri.
" Jeff non importa che racconti i cazzi nostri a quel tipo." Sbraitò l'energumento. " Vecchio esci fuori dannazione!" Gridò ancora scuotendo con il suo urlo le vetrate del negozio.
" Sto arrivando. Vuoi per caso fracassarmi il negozio? Con quanto vi pago per la protezione!" Esclamò Flint tornando con alcune scatole in mano e appoggiandole sul bancone polveroso. 
" Sai bene che il boss odia aspettare soprattutto i tuoi comodi vedi di tirare fuori la grana. " Ordinò stufo il colosso.
Justice, ignorandolo, prese le scatole, e mormorò:" Grazie mille." Per poi dirigersi verso l'uscita. mentre se ne andava notò su di sè gli occhi del tipo più basso, come se lo stesse tenendo d'occhio.
Lui non pensò niente non sapeva che razza di potere potessero avere e non voleva certo scoprirlo in quel momento. Uscito dal negozio, si diresse nel vicolo di destra, il contrario di quello che aveva percorso per arrivare. Si disfece della giacca poi mise le scatole in uno zaino che si era portato per l'occorenza poi, tolta la parrucca, la gettò via e si diresse via come un ombra.
 
 
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Alex rimise piede nel suo ufficio tirando un sospiro di sollievo. Era riuscito a far incontrare la squadra e, nonostante la presenza di Erika, tutto sembrava stesse filando liscio come l'olio.
" Ben ritrovato capo." Disse la voce roca di un uomo seduto sulla sedia di fronte alla sua scrivania.
" Tu che ci fai qui?" Chiese piuttosto severo al suo interlocutore. 
" Sono venuto per parlarle, comandante Alex." Rispose alzandosi dalla poltrona e piazzandosi di fronte a lui con tutta la sua statura e sovrastando così il suo superiore di una decina di centimetri buoni.
" Di cosa vuoi parlarmi?" Domandò per niente impressionato.
L uomo si lisciò la folta barba scura sul mento come per calmarsi e disse:" Si tratta del caso di Sonar e Animal. Avevo fatto richiesta per occuparmamen con la mia squadra ma..." 
" Ma io ho rifiutato in blocco." Lo anticipò Alex mettendosi a sedere e prendendo altri fogli da compilare. 
" Esatto. E non ne capisco il motivo signore." Replicò l altro alzando leggermente il tono di voce. " La mia squadra ha un ottimo rendimento sul campo e inoltre..."
 " Adesso basta, tenente Will!" Lo fermò Alex ormai stufo di ogni singolo agente che veniva nel suo ufficio per futili rimostranze.                 
" Del caso ho delegato già chi di dovere... Sei pregato di uscire dal mio ufficio." Concluse rimarcando ogni singola parola.
Will lo guardò a bocca aperta ingoiando gli insulti che avrebbe voluto dire e si accomiatò in silenzio. 
Una volta fuori, ad attenderlo, individuò due uomini in divisa con entrambi le facce corruggiate. " Allora, come è andata signore?" Chiese quello sulla sinistra, un tipo allampanato e magro dai corti capelli castano chiaro. 
" Ha detto di no, nemmeno mi ha lasciato finire di parlare..." Mormorò seccato da quello che era appena successo.
" Quindi, vogliamo agire come pattuito poco fa?" Domandò quello di destra, un tipo mingherlino dal naso pronunciato e una folta capigliatura nera. Will annuì iniziando a camminare lungo il corridoio. " Informate gli altri... ci vediamo al solito posto tra venti minuti." Ordinò mentre scendeva le scale.
 
 
-
 
 
Steve non sapeva da dove cominciare. Non era mai stato a capo di un gruppo di persone, era sempre stato uno degli agenti sottoposti. Come cazzo si iniziava una dannata riunione? 
Ormai era da dieci minuti che c'era silenzio scandito ogni tanto dal ticchettare del suo orologio al polso.  Walter tossì forte come per attirare l'attenzione di tutti e  mormorò;" Vuoi per caso vedere i dati fin ora raccolti?" 
Steve si riprese dalla confusione interiore,  ringraziò mentalmente quel tipo e  rispose:" Si, molte grazie." Walter cercò nella sua piccola valigetta dei fogli che, rapido, passò all uomo e agli altri due agenti.
" Ho fatto un'po di fotocopie così da avere un consulto più veloce senza stare a perdere tempo." Spiegò in breve il vecchietto estraendo sempre da dentro un piccolo thermos e versandosi del caffè nel bicchiere. 
Steve lesse con calma il rapporto sia dell omicidio di Animal sia quello di Sonar, notando come, in tutti e due i rapporti, le analisi fossero ben accurate senza lasciare nulla al caso.
 " Avete vagliato molte possibilità vedo..." Disse sfogliando i fogli e leggendo nel contempo. Walter annuì. " Questo tipo ha una mente molto particolare. Sembra quasi un cacciatore dal suo atteggiamento. A giudicare da come programma ogni omicidio considera  i super le sue preda. Ogni trappola sembra studiata apposta per la sua vittima. Non si lascia sorprendere da niente." Spiegò il vecchio lugubre. 
" La cosa che più mi sorprende è la tua considerazione secondo cui  non ha poteri, la cosa è abbastanza interessante ma difficile da accettare." Lo rimbeccò Steve serio chiudendo il rapporto.                     
" Anche tu dubbi?" Sbuffò stizzito l uomo incrociando le braccia al petto seccato. 
" La possiamo mettere come vuoi ma, un umano come me, non ha chance contro un super se di livello I e soprattuto se di livello II." Replicò convinto Steve. " Quando capirete che la questione super e umani normali posti in una lotta li rende uguali?" Chiese severo lui. 
" Non ha tutti i torti..." Ammise Shoan interrompendo i due e immettendosi nel discorso. " All'accademia, secondo alcuni studi, le capacità di alcuni umani li rendono in grado di reggere il confronto con dei super di classe I però, sono casi rarissimi, uno su un milione ne sarebbe capace." 
" Possiamo tornare a parlare dell'argomento principale?!?" Sbottò stufa Erika di quelle chiacchiere inutili e che aveva finito da tempo di leggere quelle scartoffie.
 Steve la guardo un istante: per la prima volta da quando era entrato aveva aperto bocca e, ovviamente, aveva detto la sua come solo lei sapeva fare. 
" Qua ho letto che c'e anche una ripresa con le telecamere, la posso vedere?" Chiese Steve a Walter ignorando categoricamente Erika senza replicargli. " Si, c'e un video delle riprese. Abbiamo cercato di migliorare la visuale ma, purtroppo, siamo riusciti a fare ben poco." Ammise il vecchietto. 
" Non importa, vediamolo comunque." Replicò convinto l uomo. 
 
Sullo schermo del pc portatile, fu inserito il dischetto. Il gruppo vide le scene che accompagnarono la morte di Sonar in religioso silenzio stoppando ogni tanto il video per cercare magari particolari che erano sfuggiti alle precedenti visioni.
 " Quest uomo sa il fatto suo..." Ammise Steve stiracchiandosi. 
" Che intende dire?" Domandò Shoan curioso. Steve mandò indietro il video fino al punto in cui i due sembravano parlare.
" Come puoi vedere sembra che qua i due abbiano parlato... Non essendoci l'audio non possiamo sentire però..." Accelerò e ingrandi il punto in cui l agente stringeva i pugni. " Qua, come puoi notare, il super era diventato nervoso, segno che lo ha fatto irritare dicendo qualcosa magari legato alle sue precedenti vittime..." 
" Penso che abbia usato la stessa tattica anche con Animal. Lo ha fatto incazzare per fargli usare la sua forza al massimo e deconcentrarlo." Disse anche Walter seguendo il suo discorso e ricordando le foto delle scontro che inquadravano un alto grado di distruzione dell'intero vicolo per via dei colpi del poliziotto. Steve annuì. " Esattamente.  Sicuramente ha usato il cervello, non solo i muscoli. Anche gli oggetti che si è fabbricato dimostrano che non  è uno a cui manca la strategia, sembrava quasi conoscere i punti da colpire dei suoi bersagli." Disse in breve l ex agente. 
" Come consigli d'agire capo?" Disse sarcasticamente Erika intrufolandosi nel discorso. Steve si mise a rimuginare tamburellando la mano sul tavolo.
" Vorrei agire in due direzioni, non mettiamo da parte la possibilità che magari l'assassino aveva un legame coi due agenti. Vedendo come li ha circuiti sapeva i tasti su cui andare a toccare perciò qualcuno deve interrogare le famiglie e scoprire se magari ci sono collegamenti magari con altri possibili bersagli." Suggerì lui come prima cosa. 
" E la seconda direzione sarebbe?" Chiese Shoan stavolta. Steve rimugino fra se e se non voleva coinvolgerlo ma, non c'era altra scelta.
 " Dovremmo farlo in maniera illegale." Mormorò serio in volto. I tre lo guardarono abbastanza stupiti della cosa. 
" Intendi forse dire che vorresti seguire una strada verso l'illecito?" Chiese piuttosto schiettamente e schifata Erika.
Lui annuì. " Alcune cose non si trovano con metodi leciti..." Indico il video. " Questo non è uno qualunque è un professionista. Sicuramente ha legami con qualcuno perciò dobbiamo cercare anche dall'altra parte della barricata." Spiegò in breve.
 " Noi siamo agenti di polizia non possiamo certo farci vedere in un covo di criminali o altro." Lo rimbeccò Erika zelante.
" Sarò io infatti a fare il lavoro sporco, sono un ex agente e la mia faccia non è conosciuta e anche Shoan..." Indicò il ragazzo più giovane. " E' appena uscito dall'accademia ancora non è stato nominato in azione o simili, pertanto posso farlo passare per un mio compare." Annunciò.
 " Io invece che cacchio dovrei fare?!?" Sbraitò contrariata la donna alzandosi in piedi di scatto. Era un'operativa da oltre due anni, non si
si sarebbe fatta mettere in panchina da quella sottospecie di verme. 
" Se ti preoccupa stare ferma sappi che non sarà così. Ho bisogno che parli coi familiari delle due vittime e scoprire se avevano collegamenti o se era successo qualcosa prima degli omicidi." Rispose Steve mantenendo la calma che continuava a vacillare.
" Molto bene." Disse all improvviso Walter cercando di calmare gli animi e bloccando i due. " Se voi vi occuperete di queste vie, io vedrò di controllare nuovamente la radio che abbiamo ottenuto e anche i coltelli. Magari riesco a trovare qualcosa li." Mormorò rivolto a Steve che annuì convinto.
" Ottimo, nei prossimi giorni ognuno di noi cercherà qualcosa  e contatterà subito gli altri. Il tempo stringe, non sappiamo quando colpirà nuovamente quel bastardo." Ammise Steve alzandosi dalla sedia seguito da Shoan.
" Ci vediamo domani, coraggio andiamo ragazzo." Disse ancora aprendo la porta e dirigendosi verso la loro prossima metà.
 
 
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" Quello che stiamo facendo qua sotto è assurdo. Vi ripeto assurdo!" Esclamò con un tono di voce particolarmente alto un uomo corpulento dal camicie bianco e dagli spessi occhiali di vetro che nascondevano i suoi occhi castani.
 " Io non posso accettare ch si occupi quel tizio del caso..." Ammise un uomo magro e dai corti capelli biondo cenere seduto sopra una panchina ormai rovinata dal tempo.
" Questi però sono gli ordini del comandante e vanno rispettati. Ragazzi non possiamo certo disobbedire." Replicò un terzo cercando di far ragionare i sette agenti che si erano radunati in quel sottoscala.
Da quando si era saputo che il caso della morte di Animal e Sonar era stato affidato a un esterno alcuni avevano deciso di fare finta di niente altri, come loro, avevano deciso di agire.
" Ascoltatemi bene..." Disse un uomo sulla quarantina dalla folta barba scura e dal fisico massiccio sulla cui divisa portava alcuni emblemi. " Io sono agente da oltre vent'anni. Tanto da essermi meritato i miei gradi..." Batte sul petto la sua mano sinistra facendo tintinnare gli emblemi. " Se quel cretino del capitano non ha ben capito come funzionano le cose qui, bhe, problemi suoi." Sbottò. serio in volto. " Un fottuto bastardo sta andando a giro ad accoppare bravi agenti e padri di famiglia, io non voglio essere il prossimo della lista. Quindi fanculo lui e quella squadretta di fighette!" Aggiunse suscitando alcuni cenni d'assenso.
" Cosa consiglia di fare tenente Will?" Chiese allora una donna della sua stessa età, minuta e dai corti capelli neri, con due enormi ali bianche come la neve sulla schiena.
 " Quello che faremo sarà tenere d'occhio quei quattro idioti e chi li guida, non devono fare un passo senza qualcuno dietro di loro. Non mi importa se lo farete nel tempo libero non me ne frega niente. Dobbiamo arrivare prima noi a quel bastardo di loro..." Battè i pugni uno contro l altro scatenando una marea di scintille elettriche. " Quel figlio di puttana deve ricevere una punizione da noi a qualunque costo!" Concluse costandando l'approvazione del resto del gruppo.




Angolo dell autore: Eccomi col capitolo dodici più lungo rispetto ai precedenti cercherò di postare più roba possibile nei vari capitoli :) ciaooo alla prossima.
   
 
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