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Autore: Queen FalseHearth    08/09/2018    1 recensioni
Dal capitolo 2:
“C’era voluto un po’ di tempo, ma alla fine Gwen si riabituò alla sua routine. Era come se non avesse mai partecipato al reality: nessun riflettore l’accecava e le sfide che inseguiva riguardavano solo lo studio. Riaffrontò i pensieri di qualche mattina fa, le mancava il reality? Assolutamente no, ma non poté negare di essersi divertita un mondo e conosciuto emozioni e persone nuove. Per non parlare delle sensazionali avventure che aveva vissuto; negli ultimi giorni gli eventi più sbalorditivi furono la perdita momentanea del suo telefonino e l’aver trovato un dollaro per terra.
Vorresti vivere una nuova avventura, ma come?
Il telefono squillò. Una persona, guidato dal puro divertimento, aveva provveduto a sconvolgerle la vita senza permesso. La ricatterà per costringerla a lavorare nell’ultimo posto in cui una ragazza come Gwen vorrebbe lavorare, in un Maid Cafè.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Nuovo Personaggio | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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Maid Cafè

🍮 Capitolo 1 🍮

 

 5 Dicembre 2013

I suoi vestiti gotici erano ancora un po’ bagnati dopo la spiacevole esplosione dell’isola Wawanakwa; vederla affondare era sempre stata in cima alla sua lista dei desideri ma era lo stesso irritata per l’esperienza. Di Alejandro e Heather si persero le tracce insieme all’isola considerata dai concorrenti maledetta.
Una tranquilla spiaggia pubblica fu la salvezza della dark e dei suoi amici: dopo ore di navigazione in mezzo all’oceano, potevano finalmente toccare terra. Il sole aiutò ad asciugare i loro indumenti e un leggero venticello diede a loro ufficialmente il benvenuto in una località di cui ignoravano il nome.
-Alla fine siamo stati fortunati, poteva capitarci di peggio- esclamò Mike per poi notare gli occhi tristi di Gwen che fissavano l’orizzonte. La diciasettenne aveva un’espressione vaga e le braccia conserte, la sua abituale postura prima del reality.
-Che succede Gwen?- chiese il moro avvicinandosi, pronto a donarle il proprio sostegno -ti vedo stanca, tutto ok?-
-Sto bene, solo un po’ sfinita- ammise un po’ titubante; in realtà dentro di lei bruciava il desiderio di ritornare a casa, da porre fine alla sua strampalata avventura.
-Tranquilla, e ti capisco: anche io sono stanco, essere stato posseduto per settimane dal mio alter ego malvagio e partecipare a una sfida mortale, consuma molte energie sai?- la gotica si lasciò sfuggire un piccolo sorriso.
-E poi sono sicuro che potrai riposare presto- Mike si voltò e si rese conto che neanche Zoey e Cameron erano messi molto bene, la fatica picchiava in ogni angolo dei loro corpi.
Tre amici privi di entusiasmo e forze erano le persone perfette a cui indirizzare un discorso motivazionale, toccava a Mike rallegrare il gruppo.
-Ragazzi dobbiamo capire dove siamo finiti, io propongo di visitare un po’ la zona. Sarà il continuo della nostra memorabile avventura!-
-…D’accordo- dissero in coro un po’ rassegnati.

Privi di cellulari e qualsiasi tipo di mappe, si allontanarono dalla località in cui erano naufragati grazie a una strana forza che confusero per entusiasmo, invece era un disperato bisogno di aiuto.
Le spiagge straniere erano pulite e splendenti, totalmente diverso dal paesaggio di cui erano abituati. Persino il cielo azzurro sembrava diverso, più limpido e acceso.
Da lontano s’intravedeva una folla: si trattava dei fans dagli occhi a mandorla di Total Drama, i quali accolsero i quattro naufraghi con tanto affetto. Cameron rivelò di essere portato per le lingue asiatiche e provò a chiedere ai gentili sconosciuti dove si trovassero in tutte le lingue che conosceva dopo che l’inglese fallì come forma di comunicazione.
-Ci troviamo a Kamakura, nel Giappone dell’Est-
-Nel Giappone di Est?- non avevano capito male: erano finiti nella grande e giovane regione dell’Asia Orientale. Quello che doveva essere il giorno della vittoria di Zoey nel reality e in cui Mike guarì dal suo strano problema si tramutò in una serie di eventi bizzarri.
Gwen ricordava molto bene la sua prima volta in Giappone: ci era arrivata facendo paracadutismo (senza paracadute) e non aveva potuto ammirare il fascino della cultura giapponese.
-Mi stai dicendo che abbiamo attraversato tutto l’oceano Pacifico?- chiese Zoey mentre si strizzava i suoi codini rossi.
-Si! Ed è geograficamente sbagliato: siamo esplosi a Muskoka, ad est dell’America, e per arrivare qui avremmo dovuto prima passare per tutta l’America e poi l’Oceano- un perplesso Cameron camminò avanti e indietro cercando una soluzione logica, aveva lasciato circa un milione d’impronte sulla sabbia. I fans osservarono il comportamento dell’ex concorrente e lo imitarono per dargli sostegno, uno strano modo devo dire.
-Per non parlare del tempo impiegato: abbiamo attraversato 179 milioni di km² in sole tre ore! - il nerd si dimostrò un esperto di geografia, quel ragazzo continuava sempre a sorprendere.
-Be…da quando abbiamo partecipato al Reality, le cose sono sempre state strane- commentò Zoey dispiaciuta per l’esaurimento nervoso dell’amico e Mike l’appoggiò.
-Si esatto Zoey- questo non bastò per rassicurare il cervellone del gruppo.
Uno degli ammiratori del programma americano si propose di accompagnarli a casa, difatti era il capo di un aeroporto che era stato aperto da poco (anche illegale dato che fa salire dei giovani senza passaporto). La notizia che ha portato Gwen e Zoey saltellare abbracciate fu il fatto che il viaggio in aereo era gratis. Il salvatore dei quattro continuò a parlare e Cameron non ebbe difficoltà nel tradurre ogni sua frase per i suoi amici. La gotica più degli altri sperava di ritornare a casa al più presto.
-Partiremo fra quattro ore e il volo durerà 14 ore 26 minuti, anzi aggiungiamo mezz’ora per la partenza per eventuali fattori climatici…-
Gwen si lasciò cadere all’indietro, una volta a contatto con la morbida sabbia non riacquistò la calma come sperava. Un ultimo sforzo, ripeté per dieci volte.
-Non possiamo rimanere qui per tutto ‘sto tempo, che facciamo?- lo stomaco brontolante di Zoey rispose al posto suo, quest’ultima arrossì raggiungendo il colore dei suoi capelli. Mike propose di cercare un posto dove mangiare e ricaricarsi, ma qualcuno in particolare attirò la loro attenzione.
-Gwen-san! Zoey-san! Mike-san! Cameron-san!- una gran voce femminile inseguì i quattro ragazzi, ancora al centro dell’attenzione della folla. Un’altra fans sfegatata del reality show americano?
Una ragazza sbucò dalla folla barcollando, sembrava sul punto di cadere. Il fiatone l’obbligava a fermarsi, la notizia che i nuovi naufragati siano le stelle del reality l’aveva raggiunta da lontano.
Nonostante fosse abbassata avanti con le ginocchia piegate e le braccia che si aggrappavano su di esse,  non impedì ai diciasettenni di osservare il suo strano e grazioso abito corto: era frutto di un lavoro diligente, infatti per cucire quella valanga di merletti neri ci sarà voluta molta attenzione. Tutto il suo busto era rivestito da una maglia bianca con le maniche a sbuffo; la gonna era nera e a palloncino, in cui era cucito un grembiule anch’esso tempestato di pizzo. Sopra ai suoi corti capelli neri (tendenti al grigio) dalle punte viola c’era una cuffietta decorata con fiocco rosso.
Dopo un po’ la ragazza alzò parzialmente la testa rivelando la parte superiore del viso. Per Zoey i suoi occhi celesti simili ai suoi diventarono il dettaglio più rivelante: non era asiatica.
-Perché dopo i nostri nomi ha detto “san”?- chiese Mike nell’attesa che la giovane ragazza riprenda fiato.
-In Giappone aggiungere certi suffissi, oltre ad essere una specie di obbligo, è forma di rispetto- la sconosciuta si rialzò del tutto; un nuovo elemento del suo viso che guadagnò punti stima a Gwen era un piercing sul suo piccolo naso.
-Zoey secondo te festeggiano il carnevale a Dicembre?-
-Non credo…forse vuole renderci gli ospiti a sorpresa di qualche festa in maschera- rispose scherzosa.
Dopodiché Cameron s’avvicinò alla fanciulla con la modalità sguardo seducente attiva. Iniziò a parlare in giapponese, usare un accento raffinato, gesticolare per valorizzare il suo bagaglio culturale: le stava chiedendo solo come stava. Era la prima volta che ci provava con una, provate pietà.
La ragazza in vesti da cameriera aveva un’espressione disgustata e confusa e non ebbe problemi a renderlo evidente.
-Ma che lingua parli?- disse in un perfetto inglese. Essere sputato in faccia sarebbe stato meno umiliante per il nerd.
-Il tuo giapponese fa schifo, non ho capito una mazza- mai dire quella frase ad un appassionato di lingue. Il carattere sfrontato e freddo della sconosciuta emerse subito, i ragazzi capirono fin da subito il tipo di persona che si era sottoposta a un enorme sforzo solo per intercettarli.
La ragazza si avvicinò ai tre come se Cameron fosse un moscerino appena calpestato.
-Sono Marta e lavoro in un Maid Cafè- era la prima volta che sentivano il termine “Maid Cafè”, non sembrava preannunciare nulla di buono.
-Dovete seguirmi, è molto importante- forse era solo un’impressione, ma gli occhi accesi della sconosciuta puntavano principalmente su Gwen.
-Dove, in questo Maid Cafè?- chiese Mike mentre consolava l’amico imprigionato in una disperata voragine delle sue lacrime.
-Mmmh hai. Questo locale si trova a Akihabara, un quartiere di Tokyo…- gli occhi di Zoey e Gwen s’illuminarono di gioia sentendo una delle principali capitali del mondo, con i suoi 13 milioni abitanti si assicurava il titolo di metropoli più popolata.
-Sicura?- chiese Gwen, legata all’ambiente di città. Ora più che mai, dopo aver passato mesi su un’isola che odiava (per metà radioattiva), l’unica via che voleva intraprendere era quella costituita da un marciapiede e dai rumori della quotidianità. Il ritorno a casa poteva aspettare.
-Certo ragazza gotica. Si trova circa a 50 km a sud-ovest di Tokyo e per arrivarci ci vuole un’ora, in macchina- la durata non tramutò la felicità delle due amiche. Marta si accorse dell’incertezza impressa nei loro volti dei due maschi, insieme al disgustoso fiume di muco che scendeva dal naso del ragazzo con gli occhiali.
-Potrete mangiare cibo a volontà, gratis- questo convinse del tutto Mike e Cameron; la rossa del gruppo stava già sbavando.
-Aspetta hai la patente?-
-Hai, in Giappone dai diciotto anni 18 anni in su si è autorizzati a possederla-
-E tu hai…?- -18 anni e sette mesi-
-Allora tutto a posto!-

La ragazza mostrò un’espressione serena e soddisfatta ai quattro, per lei non capitava tutti i giorni di essere in quello stato rilassante.
-Minna san seguitemi, la mia auto è qui vicino. Il maid cafè vi piacerà- disse con un sorriso divertito sulle labbra.
-…e io potrò finalmente dimostrare che non sono una brutta persona- disse fra sé e sé. La folla di fans applaudì per salutare gli ex concorrenti, come se fossero usciti vincitori da una rissa.
-Oggi è proprio una giornata fortunata- commentò Gwen. L’auto di Marta era di colore rosso fiammante non passava di certo inosservata. L’odore macchina nuova colpì subito gli adolescenti, intuirono che Marta guidasse da poco tempo. Il timore di affidare le proprie vite a una principiante scomparì quando il mondo Giapponese finalmente apparì ai loro occhi
I quattro protagonisti erano incollati al finestrino, commentavano ogni piccola sciocchezza con emozione. Marta non disse nulla riguardo la loro esagerata curiosità, anche il suo lato da turista più fanatico si risvegliò nel suo primo giorno in Giappone. Si concentrò sulla strada.
Kamakura, oltre ad ospitare le spiagge più belle del paese, era tana di paesaggi naturali mozzafiato preda di milioni di turisti. La città è principalmente nota per i suoi templi e altari, numerosi e con una lunga storia da raccontare; ma i protagonisti non avevano modo di ascoltarle, si limitarono ad osservare estasiati quello che riuscivano a vedere dal finestrino. Il tempo sembrava un gioco quando accadeva qualcosa di nuovo.
-Marta tu sei americana come noi?- chiese ad un certo punto Zoey.
-Esatto, sono nata in Canada come voi. Sono in Giappone con il mio ragazzo per uno stage. Comunque, manca poco per arrivare a Tokyo. E tenete i commenti per voi, ok?-

I libri di geografia non mentivano: Tokyo era la metropoli con più abitanti al mondo e capitale politica, economica e culturale del paese. L’essenza di una nazione in una sola grande città.
Le strade erano affollate: gli abitanti camminavano affiatati nel loro territorio e c’era anche chi indossava un kimoko, abito tipico del Giappone. Sembravano un gregge di pecore. Zoey voleva abbracciare tutti, era troppo felice.
Spaziosa ed energetica, Tokyo meritava il titolo di “città del futuro”. All’abbondanza di spazi verdi alle aree con edifici più moderni del mondo provvisti di insegne spettacoli con strani caratteri. Di notte sarebbe stata di certo spettacolare e poetica. Le novità erano sempre presenti in ogni angolo. Popolari erano le lanterne di carta presenti in quasi tutte le case.
-Se non avessi perso il milione, mi trasferirei qui all’istante!- affermò Zoey incantata.
Pian piano l’ambiente naturale scomparve del tutto e gli edifici che sembravano toccare il cielo aumentarono. Gli splendidi paesaggi naturali che gli avevano regalato Kamakura erano solo un ricordo per loro difronte a questo. Si trovavano in un quartiere unico nel suo genere: era caratterizzato grandi palazzi moderni e da molte catene di negozi specializzati in manga, elettronica e gadget di vario genere che esponevano i loro migliori articoli in vetrine vistose. In altri locali il punto forte era l’insegna gigantesca e luminosa, chissà quanto consumo di energia sarà servito per fare pubblicità.
-Questo è il quartiere di Akihabara, famoso per i numerosi negozi di elettronica e per otaku- informò Marta.
Era il rifugio dei nerd di tutto il mondo. Fra le strade Gwen riconobbe cosplay di personaggi di anime famosi, come Rufy di One Piece e Naruto dell’omonima serie. Cameron invece individuò un negozio di videogiochi con forse più di dieci piani in cui avrebbe donato un rene pur di andarci.
Il magico carattere moderno aveva rapito i quattro, però lo scopo di Marta non era di fargli fare la visita turistica.  
-Eccoci arrivati- disse una volta ferma. Il palazzo alla sua sinistra era forse uno dei più normali al livello estetico, ma conservava quel tocco di originalità presente in quasi tutte le strutture di Akihabara.
I protagonisti scesero dalla macchina carichi di entusiasmo, non aspettarono Marta nell’entrarci. Troppo curiosi, troppo affamati. Quello che videro andava oltre le loro aspettative.
Il posto lasciò a bocca aperta i quattro protagonisti, avrebbero dovuto aspettarselo dalla bizzarra divisa di Marta, dipendente di una delle caffetterie più stravaganti del mondo. Quasi non si accorsero del campanello di benvenuto, che li aiutò a ritornare nel mondo reale.
Osservarono impietriti le pareti del maid cafè, quel fucsia era una calamita per i loro occhi. C’erano una quindicina di tavoli con sopra dolci di ogni genere. Le colleghe di Marta, vestite con la stessa divisa stile ghotic lolita, non fecero caso ai nuovi arrivati, impegnate intrattenere la clientela con giochi, balletti, piccole magie e, soprattutto, con un sorriso che non scompariva mai.
A spiccare tra gli elementi teneri (che non sapevano per quale diamine di motivo ce ne fossero così tanti) erano i numerosi poster di cuccioli più affettuosi del globo.
-Q-Questo è u-un maid cafè?- balbettò Zoey alla vista del posto. Lo shock s’impresse specialmente negli occhi di Gwen; perché esiste un posto così disgustosamente colorato ed esageratamente accogliente?

-Ehi cocca di mamma!!- la voce fu un’ancora di salvezza, anzi un punto di riferimento, no una pista da seguire.
Inizialmente Zoey, Cameron e Mike si sentirono in dovere di individuare la fonte della voce perché era appartenente alla loro lingua, Gwen riconobbe una vecchia amica. Fra i miliardi di persone su questo pianeta, in quel locale c’era lei: l’unica persona che avesse mai considerato una vera amica fino alla fine.
-Leshwana? Che ci fai qui?- l’afroamericana aveva riconosciuto l’amica al volo, non poté fare altrimenti: quella ragazza aveva uno sguardo inconfondibile e sempre gli stessi abiti gotici.
-Che c’è sei sorpresa di rivedere un raggio di sole?- Gwen sorrise, il Maid Cafè non le faceva più ribrezzo.
Anche gli ex concorrenti della quarta stagione s’avvicinarono a Leshwana con passi molto lenti non appena ricordate le sue gesta memorabili (l’aver picchiato Heather) e del suo immortale altruismo.
-Vedo che ti sei portata degli amici-  -Ciao!-
La giovane cameriera che aveva condotto qui i ragazzi fece un piccolo inchino - quasi sarcastico - ai quattro e a Leshwana, il sorriso di quest’ultima si spense nel vederla.
-Allora non è stata una coincidenza!-
-Ringrazia Marta, una…una mia conoscente- dopo uno sguardo di sfida accompagnato da un sorriso finto, quella ragazza non si fece più vedere. Una volta allontanata la Maid, Leshwana dedicò totale attenzione ai nuovi amici di Gwen, non prima di aver gustato il suo frullato alla vaniglia.
-Tu sei Zoey Bella gioia? Vincitrice dell’ultima stagione?- quello fu il tipico caso dell’espressione “le notizie volano”.
-S-si sono io-
-Sei stata spettacolare tesoro! -
-N-non ho fatto nulla di che…- subito dopo mostrò un sorriso timido alla nuova amica, non era abituata a ricevere complimenti.
-Che cosa mi stai dicendo? Hai vinto un milione di dollari e fai la timidona mozzarella? -
-Come lo sai? La puntata finale è andata in onda il 3 dicembre, cioè oggi…in America - 
-Stanno trasmettendo ora l’episodio, e oggi in America è il 4 ragazza- indicò un piccolo televisione appeso in alto su una colonna portante, era l’unica cosa normale in quel locale.
-Sai Leshwana il tuo modo di parlare mi ricorda Vito- si aggiunse Cameron ancora un po’ nascosto dal menu rosa a glitter, intimorito dalla bellezza delle adorabili maid.
-Chi? La personalità multipla dello stecchino? Ricordo che era molto sexy, volevo limonarmelo anch’io, però anche questo Mike non è niente male- il diciasettenne in quel momento era morto d’imbarazzo mentre la rossa voleva strangolare quella donna che non aveva peli sulla lingua. Gwen notò il disagio dell’amico e decise di cambiare argomento, anche perché non voleva assistere al ritorno di Commando Zoey.
-Che ci fai qui Leshwana? -
-Sono io che ti chiedo che ci fai a casa mia-
-Ti sei trasferita in Giappone?- chiese Cameron interessato, ai tempi dell’isola aveva occhi solo per la Black Mama.
-Esatto baby e vi trovate nel locale in cui lavoro-
-Sei una maid?!- chiese Zoey seppellendo quel piccolo odio, la gotica non riuscì a formulare una domanda perché s’immaginò l’amica con un abito di pizzo e cuffietta, nessuno dei suoi amici dovrebbe conciarsi in quel modo.
-No cocca, sono quella che pulisce, adoro dare una mano. Ma ora ho il turno libero e sono una normale cliente-
Arrivò una cameriera dalla divisa gialla con un taccuino rosa in mano e occhi da bambina. Zoey chiese di portargli le migliori specialità, aveva dimenticato di trovarsi in un altro continente. Fu Leshwana ad ordinare dei dessert e delle bevande super caloriche per i quattro.
Cameron, sfruttando la sua conoscenza in giapponese, si rivolse con tono interrogativo alla cameriera. Dopo mille incertezze nell’articolare le sillabe a causa della poca autostima che gli era rimasta dopo aver incontrato Marta, riuscì a farsi capire. Fu quasi sorpreso nello scoprire che la cameriera poteva soddisfare la sua richiesta.
Dopo qualche minuto, quando i dolci e le bevande arrivarono, Cameron aveva tra le mani aveva un piccolo mappamondo giocattolo e aveva tracciato con il cioccolato la linea che univa America e Giappone, c’era una lunga distanza.
-Non ci pensare Cam, piuttosto gustati il dolce fin che sei in tempo- disse Gwen indicando l'omelette sul tavolo, c'erano anche delle torte prive di decorazione.
-Forse hai ragione…sto impazzendo!- tuttavia non poteva ancora mangiare: a detta della cameriera i dolci erano incompleti. La sacca a posh rossa che teneva con le sue delicate mani era pronta per l’utilizzo. La Maid decorò i dolci sulla tavola disegnando cuori di ketchup sulle omelette. Fece la stessa graziosa operazione, con una sacca a posh diversa, anche con i dolci mantenendo un sorriso sulle labbra. La torta di Mike era diventata una panda cake in poco tempo.
-G-grazie- mormorò Zoey affamata, ma la sua gentilezza l’impedisse di disturbare il compito della maid. La cameriera non aveva finito il proprio lavoro.
-Moe moe kyun- canticchiò la Maid mentre le sue mani si muovevano sulla bevanda come una veggente che contempla la propria sfera magica.
-Che sta facendo?- chiese Mike a Leshwana, mantenendo una distanza di sicurezza.
-Un incantesimo per rendere la bibita più buona- rispose abituata alle stramberie del locale che adorava.
-Una bevanda costa dai 400 ai 600 yen, cioè dai 4.68 ai 7.02 dollari-
-Nessuno te l’ha chiesto Cam-
Le modalità dal maid, anche essendo innovative e divertenti, non misero a proprio agio i diciasettenni. Mangiarono in fretta i dolci più buoni che avevano avuto l’opportunità di assaggiare.

-Io devo andare in bagno-
-Anch’io- affermò Cameron dopo che l’amico si alzò dal tavolo. In verità il nerd ne aveva bisogno già da prima ma era terrorizzato ad andarci da solo.
-Ci penso io- Leshwana chiamò in giapponese una cameriera abbigliata con quei classici costumi con merletti, leggermente più scollato degli altri.
-Vi accompagnerà Sakura- la cameriera dall’aspetto docile arrivò da un tavolo più lontano, i due ragazzi s’imbarazzarono mentre Zoey fece finta di niente per non mostrare il suo aspetto peggiore: la gelosia. Una volta allontanati Leshwana s’avvicinò in modo furtivo alla rossa.
-Sai Zoey ora che mi ricordo a quella piacciono i tipi un po’ strani e ci prova sempre- la rossa era sparita.
Gwen era avvolta dai suoi pensieri e non fece caso che Black mama la stava fissando da quando i tre se ne erano andati; inoltre la gotica non si accorse che l’amica aveva architettato tutto per parlare solo con lei.
-Gwen- disse in modo serio non aggiungendo nomignoli o accenti strani.
-Ho incontrato Trent- attirò l’attenzione della gotica facendola ritornare sul pianeta terra.
-In Giappone? C-Come sta?- era la prima domanda che le venne in mente, ma ne aveva un milione.
-Lui sta bene, è la sua fidanzata che non mi convince-
-Fidanzata…- cercò di trattenere il suo stupore non terminando la parola con un punto interrogativo.
-Buon per lui- si limitò a dire con indifferenza; Leshwana, capendo che l’amica non provava più niente per il chitarrista, decise di non parlare più dell’ex fiamma di Gwen.
-Posso farti una domanda personale?- Gwen annuì senza pensarci troppo, che cosa poteva chiederle di così importante?
-Ma ti piace il quattr’occhi? - si trattenne dal vomitare.
-No, è solo un amico-
-Strano, non hai baciato sulla guancia per affetto persone come Cody- già era davvero strano per una come lei. Era certa che dall’altra parte del mondo i fans più fissati la stessero aspettando a casa sua con torce e forconi; un altro svantaggio d’essersi trascinata dalla parte più nascosta del suo carattere che aveva cercato di sopprimere, cioè l’affettività sdolcinata. Ognuno ha quel demone dalle fattezze di un unicorno che giace nella propria anima.
-Sai come sta? Cody intendo- chiese tenendo i suoi occhi neri abbassati.
-Puoi chiederlo tu stessa- Gwen, di scatto, si voltò ma non vide nessun volto famigliare. Si aspettò che sbuchi dal nulla il suo vecchio amico ma niente. Controllò persino le finestre decorate con tende gialle.
-Se ti lasci inserire nel gruppo Whatsapp di Total Drama- terminò la frase in ritardo.
-Neanche per sogno!-
-Dai gioia non posso essere l’unica persona del reality alla quale hai dato il tuo numero di cellulare!- in realtà solo a tre ex concorrenti Gwen lo aveva confidato: Leshwana, Duncan e Courtney, e quest’ultima la considerava morta.
-Non ti mancano Lindsay, Beth, DJ, Geoff, Bridgette, Owen, Cody…- continuò.
-Certo che si ma…troppi ricordi del passato, voglio voltare pagina- si girò verso i bagni: vide la rossa parlare aggressivamente con la cameriera mentre Mike e Cameron cercarono di fermarla.
-E io sono roba vecchia?-
-Tu sei l’amica più preziosa che ho, non sei da buttar via-
-Come sei dolce- questa volta il secondo di silenzio fu rotto da Gwen.
-E tu non mi devi chiedere nient’altro?- chiese la gotica sorridendo mentre Leshwana aveva gli occhi fissi sul suo cellulare, Gwen pensava che stesse scrivendo un messaggio.
-Cosa dovrei chiederti chica?- -Di Heather! Se sta bene o no dopo l’esplosione. Nella seconda stagione eravate amicone- questo attirò la completa attenzione dell’afroamericana.
-Ma di che parli? Volevo solo apparire dolce alle telecamere! Heather è un mostro succhiasangue!- sbollito quel piccolo risentimento, riprese:
-Parlando di quella vipera, hai per caso il suo numero? Cody e Harold vogliono inserirla nel gruppo-
-No non ce l’ho- -Allora la prossima volta che la vedi chiedi il numero e aggiungila-
-Dove?- chiese disorientata ma subito dopo capì che cosa avesse combinato Leshwana.
-Sul gruppo di Total Drama, ti ho appena inserito- una vibrazione arrivò puntuale dal cellulare che la gotica pensava perso.
-…merda- esclamò in preda allo sconforto.
-Starai in un maid cafè giapponese, ma qui le parolacce sono vietate in tutte le lingue!- disse l’amica soddisfatta del suo operato.
-Gweeeeeenny!- comparve un messaggio di Cody sullo schermo del cellulare di Gwen, quest’ultima voleva scappare e buttare il suo telefonino nel mare più profondo che si trova in Giappone. Aveva anche il 90% di batteria, che fortuna.
-Ora si che ci si diverte!- non c’era bisogno di leggere il nome per riconoscere un messaggio dell’unico festaiolo amico di una gotica.
Che ora era in America*? Sicuramente tardi, quei ragazzi avevano energia da vendere durante la notte.
-Ciao, Gwen- Sierra salutò la “rivale” in amore in modo molto formale, come se si fosse trattenuta a scrivere qualcosa di offensivo. Quella virgola era in realtà una dichiarazione di guerra.
Obbligata dallo sguardo di Leshwana, che era un misto di Satana e dell’orsacchiotto abbraccia tutti (si solo lei può fare espressioni simili…), Gwen iniziò a scrivere sperando in un immediato arrivo dei suoi amici. Il cuore le batteva all’impazzata mentre scriveva. Le tremarono le gambe. Il peggio è che non riusciva a smettere! Perché adesso? Si mise la mano sinistra sopra la fronte e con l’altra digitò il messaggio.
-Ciao ragazzi- inviò quel saluto, ma sapeva che doveva scrivere almeno un altro messaggio. Un “come va”? Una battuta? Un emoj? Un tipico e banale “da quanto tempo?”. Optò per la scelta più semplice e sicura.
-Come state?-
-Bene Gwenny!-
-Cody non chiamarmi così-

-GWEEEEEEEEEEEEEEN!- perché aveva aperto quell’audio sapendo che molto probabilmente aveva il volume al massimo? DJ aveva manifestato la sua gioia di poter comunicare con gotica urlando il suo nome, certo non poteva immaginare che si trovava in un Maid cafè popolato da quindicina di giapponesi in grado di riconoscere un nome proprio di persona.
-Ciao DJ- c’era un leggero sorriso sulle sue labbra, lasciò che la sua amica ammiri quella minuscola felicità che si celava sul suo viso.
-E’ arrivata Greta!- annunciò Lindsay.
-Si chiama Gwen- la corresse Beth per poi mandare l’emoj della mano che saluta e un cuore.
Leshwana non aveva intenzione di passare il tempo a osservare Gwen mentre scriveva.
-Avete visto chi vi ho riportato ragazzi?-
-Leshwana sei favolosa! Dove vi trovate?- le due si guardarono nello stesso istante con la stessa domanda espressa sul viso.
-Ehm…- -Ora scrivi tu!-
Le due scoppiarono a ridere. Non come ai tempi dell’isola, non come sul resort degli eliminati: come due normali amiche che morivano dalla voglia di quel momento, di quelle risate.
-ci siamo incontrate in un locale, la parola dormire per noi è sconosciuta-
-Baldoria tutta la notte?-
anche Bridgette si unì al caloroso ritorno della finalista della prima stagione. Quanto tempo, quanti ricordi.
-un giorno di questi ci dobbiamo assolutamente incontrare-
Fu abbastanza convinta nello scrivere la prossima frase, fregandosene delle sue vecchie affermazioni:
-ci puoi giurare-

Mike controllò che erano appena usciti da un Maid Cafè, per non rischiare di vivere con il dubbio che per tutto questo tempo fosse stato vittima di un un’illusione.
-Dovremmo chiedere a Marta di riaccompagnarci a Kama…in quella città ma non vorrei darle fastidio- dichiarò Zoey preoccupata.
-E come vuoi ritornarci? Volando?-
-Non vi preoccupate, la sottoscritta vi porterà alla linea ferroviaria di Yokosuka, la quale Tokyo è collegata con Kamakura…è quella la città giusto? Pago io, non fate storie- la voce era angelica, lo stesso effetto quando i protagonisti la sentirono prima.
-Ma prima…foto di gruppo!-
Una maid che distribuiva volantini nelle vicinanze si offrì volontaria per scattare una foto agli americani. Leshwana e Cameron prepararono le loro espressioni migliori, mentre Zoey diede un caldo bacio sulla guancia di Mike. Gwen non sorrideva per la fotocamera: la sua gioia consisteva in un momento dolce tra quei due. Era felice per loro.
La foto era venuta davvero bene, ottima per sancire quel ricordo. Una volta che Zoey, Cam e Mike si allontanarono per un momento per visitare quel famoso negozio di elettronica - perché quando mai gli ricapiterà di andare in Giappone - la gotica si sentì in dovere di compiere un gesto. Abbracciò Leshwana, quest’ultima non si aspettò quella specie saluto, non da una gotica come Gwen; il tempo l’ha ammorbidita, era vero.
Una volta a casa sarebbe ritornata quella di un tempo o il reality l’ha trasformata in quel modo permanente? Pensò Leshwana sapendo che forse non avrà mai risposta.

 

*fuso orario:
Ottawa: 23:00 di sera del 4 dicembre.
Tokyo: 13:00 di pomeriggio del 5 dicembre.
I nostri protagonisti sono stati nel mare per un giorno che loro hanno percepito poche ore…è l’unica spiegazione logica che posso darvi.


👑💎 Angolo Autrice 💎👑
Salve a te che hai deciso di leggere questo capitolo! Hai la mia eterna gratitudine. La storia ti sta piacendo?
Il dialogo con Leshwana è stata una delle prime cose che ho concepito riguardo questa storia (lo dico semmai diventassi famosa grazie a questa ff e qualcuno volesse fare un video curiosità. …no? Nessuno? Vabbe non potete impedirmi di sognare!)
Che succederà in America? La vita di Gwen sarà quella di una normale studentessa o verrà stravolta (vabbe lo sapete…mi sento stupida)? Ci vediamo al prossimo capitolo!
🍩 Aggiornamento il prossimo sabato, 15 settembre 🍩
P.S.: Non so se a Kamakura stanno gli aeroporti, ma la ferrovia ferroviaria di Yokosuka esiste davvero.

   
 
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