Serie TV > Hannibal
Segui la storia  |       
Autore: ArwenDurin    09/09/2018    1 recensioni
E se Will e Hannibal si fossero incontrati da giovani, all'università?
Se entrambi riuscissero a parlarsi nel silenzio e ascoltarsi per la loro affinità d'animo?
Ecco la mia versione ^_^ una semi AU di Hannibal Rising
Hannigram
Dal capitolo: "«Comincio a capire perché la dottoressa Bloom mi hanno consigliato te, e perché hanno insistito tanto qui all'FBI.»
Hannibal gli sorrise cordialmente di rimando, quand'ecco che alla porta ci furono due battiti, insieme a due colpetti nervosi del piede di chi bussava."
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Hannibal Lecter, Nuovo personaggio, Will Graham
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"I hold no grudges,
it’s my destiny I got so used to winning
And now I do my best baby
To take it on the chin I’ve made mistakes
But I’m not haunted
Because your love gives me the strength"

IAMX- Scars
 
L'orologio del carcere ticchettava nei minuti che passavano, mentre Hannibal nella sua cella rigirava per l'ennesima volta una lettera tra le mani. Non che avesse timore di aprirla: semplicemente si stava godendo il momento in un riflessivo silenzio.
Poteva sentire le parole scritte all'interno, e comprenderle. Così come era tangibile che dal quadernetto, contenente i suoi disegni e ritratti che gli era stato consegnato assieme alla lettera, ne mancasse una pagina; e non aveva certo bisogno di controllare quale fosse, per capire il motivo della sua assenza.
Era tutto più chiaro ora, senza la nebbia della vendetta ad ottenebrarlo. Anche dormire era più semplice: se prima era piuttosto bravo a capire le persone, ed osservare i loro atteggiamenti, ora poteva perfino percepirle.
La conferma la ebbe con il comportamento di Lady Murasaki, quando la incontrò dopo una settimana, qualche ora prima. Era stata lei a portargli quella lettera ed a passargli i suoi disegni, nell'unico momento in cui l'aveva guardato.
E nonostante l'affetto fosse ancora presente in lei, c'era qualcosa di diverso nel suo sguardo impaurito e immobile come il gelo dell'inverno, ma lui non si scosse e non sentì nulla.
Era un addio che Hannibal accettava, perché era tutto più calmo ora.
Abbassò lo sguardo sulla lettera e con delicatezza l'aprì. Un piccolo sorriso dalle note malinconiche colorò le sue labbra, nel vedere la calligrafia di Will cosparsa sopra quel foglio, rapita e passionale come d’altronde era lui.

Caro Hannibal,
Con questa lettera riceverai  il quadernetto con i tuoi disegni, che ho preso dalla tua stanza. Immagino che ti farà piacere averli, e... voglio dirti qualcosa.
Da settimane c'è una protesta dei comunisti del Quai Des Orfevres e del Pont- Neuf, a tuo favore fuori dalla prigione. Ci sono persino dei cartelli con scritto "Hannibal libero", mentre con schiamazzi, verbalmente chiedono il tuo rilascio. Ho collaborato all'articolo sulla tua infanzia, inviando informazioni in via anonima all'Humanitè, ma immagino che tu questo lo sappia già: hai calcolato tutto perfettamente, non è così?
Popil è nervoso, e mi muove a provare della compassione per lui, per quanto poco mi importi. Comunque non ci sono prove contro di te, e probabilmente questo lo irriterà. Confido che uscirai presto... ma ti scrivo per dirti che non mi troverai.
Sto facendo come tu mi hai chiesto, e non mi sto preoccupando per te.
Ho lasciato l'Università di Medicina, perché non faceva per me, e sto partendo. Lascerò anche la Francia e comincerò una nuova vita, cambiando persino il cognome, visto che prenderò quello di mia madre... E’ quello che fa per me, per quanto preferirei essere lì con te. Lo sai questo e lo so anche io; ma tu hai scelto tutto ciò, e le scelte hanno le loro conseguenze.
Lo so che lo hai fatto per proteggermi: ne sono conscio! Dall'altra parte però ci sono mille diramazioni e possibilità che non voglio più analizzare, né capire o soppesare.
Ti chiederai se ho scelto di staccarmi da te per questo o per qualcos'altro, come se potessi davvero farlo... diciamo che allontanarsi quanto più mi è possibile, è la definizione più corretta che può spiegare ciò che sto facendo.
Ti ho visto assaggiare la tua vendetta, e se in parte questo mi ha scosso, so perfettamente perché lo hai fatto. D’altra parte , so che non abbiamo lo stesso appetito, ma ho intuito cosa potremmo essere insieme, e quello che potremmo diventare. Ho analizzato ogni possibile crimine futuro e ogni sfumatura di ciò che saremo, e non voglio proseguire.
Potrei dirti che sono semplicemente stanco di non trovare una soluzione alle tue azioni, insieme alle ragioni che ti ho elencato sopra. Oppure accusarti del fatto che nuovamente hai scelto per entrambi, senza interpellarmi...ma in realtà non lo so. E’ questo il punto Hannibal: ci sono troppe cose che non so con te.
Ho provato ad adattarmi, aspettando un chiarimento da parte tua: forse sarebbe stato diverso, chi può dirlo?
Ma ci sono soltanto domande senza risposta.
Tu risucchi chi sono! Mi hai trovato nell'oscurità e mi hai salvato: e io ti ringrazio di questo, ma allo stesso tempo mi hai anche condannato a essere me stesso, liberando la bestia. Ora io voglio trovare altri lati in me, e devo farlo da solo. Probabilmente è la parte ragionevole della mia mente a sussurrarmi di fuggire, e di allontanarmi da ciò che provo per te.
Tu lo sai quello che provo, e credo di aver visto il riflesso medesimo nei tuoi occhi quando mi donasti l'ultimo bacio; ma non è una certezza, come sempre con te...e non farebbe differenza in ogni caso, oramai la linea è tratta...ma voglio dirti il nome del sentimento che mi distrugge e annienta, e di cui non posso farne a meno. A Baltimora sarà vivo così come lo è qui in Francia, dove ti sto scrivendo questa lettera.
Dannazione... è ridicolo che io debba esprimerlo qui, ma è giusto che tu lo sappia. Ebbene si, sono innamorato di te, nonostante quello che sei, che mi fai, e che ci procuriamo a vicenda. Nonostante la distruttività che portiamo quando siamo assieme, e che produci in me, non posso negare che ci apparteniamo, come tu mi dicesti, contro ogni volontà e ragione. Le nostre anime si parlano ovunque e sono affini: anche adesso ti sento mentre ti sussurro che ti amo.
È sbagliato, da ogni punto di vista; ma sono condannato a bruciare nella passione a quanto pare. Non lo nego, né lo terrò più nascosto.
Volevo che lo sapessi e quella cena...mi sarebbe piaciuto parteciparvi: gustala anche per me la lepre, quando uscirai.
Ti saluto, conscio del fatto che nel nostro mondo sempre ci ritroveremo.
Will Graham.
 
P.s. ho tenuto il tuo disegno del mio ritratto, spero che non ti dispiacerà.
 

Ecco l'unico essere umano presente sulla terra che riusciva a scuoterlo. Poggiò la lettera sulle ginocchia, percependo un’oppressione nel petto: il laccio che lo stringeva dall'interno, e che lo legava a Will in maniera indissolubile.
Per quanto comprendesse la sua scelta, non poteva negare la sofferenza che lo aveva avvolto; e capì chi fosse veramente Will Graham per lui. Le frasi del principe Genji apparvero nella sua mente:
Non ti turba stranamente il canto dell'uccello d'amore, in questa notte in cui, come la neve che il venti sospinge, i ricordi si accumulano su ricordi?*

Era lì fermo, intrappolato nella dichiarazione d'amore che indelebile scorreva davanti ai suoi occhi, e nell'inchiostro tremante con cui Will aveva scritto quella parte. Poteva quasi vederlo, chinato su una scrivania immobile e determinato, ma con gli occhi lucidi, mentre scriveva quelle parole. Persino i suoi occhi brillavano, mentre le parole scorrevano nella sua mente...e gli mancava terribilmente.
Aveva intuito, e anche visto il sentimento di cui lui gli parlava in lettera; ma leggerne il nome, sentirlo pronunciare dalla sua voce nella sua mente, era diverso. Hannibal non glielo aveva mai dato a quel sentimento che vedeva in lui; ma i suoi sguardi ed il suo comportamento, non avevano fatto altro che confermarlo, sotto il sole e la luna di ogni nuovo giorno.
Hannibal dal canto suo l'aveva realizzato in quella barca, leggendolo nei suoi occhi preoccupati, quando gli aveva comunicato il suo piano. Lo sentì  anche nel bacio che dovette dargli, spinto sì dalla manipolazione, ma soprattutto dal sentimento. Un impetuoso e dominante sentimento, racchiuso in un bacio dal gusto della persuasione e del desiderio. Il fatto che avesse messo Will prima della sua stessa libertà, gli aveva fatto capire quanto il sentimento avesse preso il sopravvento su ogni canone da lui conosciuto, o stabilito, rendendolo insignificante.
Quando i loro occhi si erano incontrati, e aveva visto i suoi brillare, sapeva che cosa provava per Will; ma non gli aveva dato né voce né nome, essendo ancora incredulo che era successo per qualcuno che non fosse Lady Murasaki.
"Tu l'hai già scelto" sentì le parole di Lady Musaraki nella sua mente, e nuovamente le diede ragione.
Passò le dita sulle parole d'amore di Will e le sentì scorrere nei suoi polpastrelli, come avessero vita propria,  fino a giungere nel suo cuore, che prese a battere forte mentre ammetteva ciò che provava.
Chiuse gli occhi, visualizzandosi Will dinnanzi a sé, e sussurrò piano la sua risposta.
«Anche io sono innamorato di te, Will.»
Pensava che avrebbe amato soltanto Lady Murasaki, ma si sbagliava. Per lei era stato un amore più simile alla sostanza di un sogno: idilliaco e intoccabile, che si era spento nell'impossibilità di realizzarsi.
Lady Musaraki era e sempre sarebbe stata, la persona per cui aveva provato un sentimento vero e forte: ma non era quello che voleva, non più.
Realizzò che per Will era un sentimento denso e vitale come il sangue, che pulsava sotto la sua pelle e all'interno del suo essere, ritmando il suo cuore: era indispensabile, irresistibile e più forte di qualsiasi cosa. Will poteva leggergli dentro come nessuno mai; e sapeva di aver trovato la persona giusta.
Capì di amarlo sopra ogni altra cosa al mondo.
Chiuse la lettera, con la consapevolezza che quello di Will non era un vero addio ma piuttosto un arrivederci, poiché gli aveva dato ogni informazione possibile per farsi trovare nella sua duplice natura: diviso tra moralità di fuggire e ciò che era davvero.
Ogni cosa era presente in quella lettera, e Hannibal sussurrò a se stesso la promessa che l'avrebbe trovato.
 

 *Frase presa direttamente da Harris

Angolo Autrice: Ciao a tutti ^_^
Questo capitolo è più corto perché è il penultimo, e perché metterò l'epilogo attaccato in pratica, mi tocca XD le ragioni le sapete^^
 
In sto capitolo diciamo pure che Will distante da Hannibal, ha un attimo di lucidità? Sì diciamo così XD e quindi sceglie la strada più logica, e poi calcolate che è risentito/arrabbiato per via che Hannibal abbia scelto per entrambi nell'altro capitolo, eppure che è confuso...
ce lo vedo più plausibile un Will così :P che fugge ma comunque non gli dice addio, dando le informazioni per farsi trovare, per avere le sue attenzioni comunque.
Hannibal è un cucciolo ed aveva già calcolato questa mossa da parte sua, o almeno era una delle possibilità.
Il brano di IAMX è bellissimo, quindi ve l'ho linkato in caso vi interessi
 
 Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà ^_^


 
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Hannibal / Vai alla pagina dell'autore: ArwenDurin