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Autore: Laly of the Moonlight    09/09/2018    1 recensioni
Il Portale dell'Eclissi è stato infine aperto, e una moltitudine di draghi è fuoriuscita da esso. I nostri eroi, provati dagli scontri dei giorni precedenti, sono allo stremo delle forze, ma cercano di contrastare al meglio delle loro possibilità quelle enormi bestie che solcano i cieli.
Come si dice, la Speranza è l'ultima a morire... ma in questo caso la Speranza avrà una veste alquanto particolare ed insolita. Che cosa accadrà dunque ai nostri eroi?
Tra missioni, feste, guerre, magia, amori e dolori, ecco come la sottoscritta ha immaginato il seguito della storia!
Ho mantenuto inalterati gli eventi fino alla conclusione del Palio della Magia, il resto è tutto di mia esclusiva invenzione; in caso venga menzionato materiale successivo dell'opera originale, verrà segnalato.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che decideranno di seguirmi in questa mia prima e strampalata avventura!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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  • E così sei ancora viva. – un’affermazione.
  • Cos’è, ti dispiace? – una domanda retorica, velata d’ironia. L’uomo sorrise, sarcastico, mentre il mantello bianco si agitava leggero nel vento.
  • Speravo di essermi liberato di te… quanto? Ottant’anni fa? – rispose lui, a tono.
  • Ottantanove, per l’esattezza. Ma ormai dovresti sapere che sono dura a morire, Zeref. –
  • Ora come ora non mi sembra così difficile darti il colpo di grazia. Sei ridotta piuttosto male, mi sembra. – la redarguì lui, con calma.
In fondo aveva ragione. La ragazza che gli stava di fronte era conciata davvero male, coperta di sangue e ferite. Poteva percepire sotto la sua pelle il flusso magico farsi più debole, segno che anche le sue risorse si stavano esaurendo. Non poteva resistere poi molto.
  • Non cantare vittoria troppo presto.  – lo rimbrottò lei in risposta, guardandolo dritto negli occhi. Lo sguardo della ragazza era illuminato dalla scintilla della determinazione, una luce particolare che lui non aveva mai visto prima. Un brivido gli corse lungo la schiena, paura forse? No, lui non poteva essere spaventato da una ragazzina tornata alla vita per chissà quale motivo e che in quel momento era più simile ad un cadavere ambulante che ad una persona.
  • Ti reggi a malapena in piedi, Rya. Davvero pensi di avere qualche possibilità contro di me, in quelle condizioni? –
  • Sei sempre stato troppo sicuro di te, Zeref. E questo difettuccio ti è costato piuttosto caro, in passato. –
  • Da quanto sapevi che ero lì? –
  • Da quando sei arrivato. Il tuo fetore di morte è inconfondibile, non importa cosa tu usi per mascherarlo. –
  • È per questo che hai allontanato i tuoi amichetti? –
  • Mi sarebbero stati soltanto d’intralcio. –
  • Avresti potuto usarli come diversivo, mentre tu raccoglievi il tuo potere magico rimanente per… - il Mago Nero venne interrotto dalla risata cristallina di Rya, che all’ennesima stupidaggine pronunciata da quel pazzo megalomane non era riuscita a sopprimere l’istinto di ridergli in faccia.
  • Ah, Zeref, Zeref. Non ho ancora capito se sei tu che ti sopravvaluti come al solito o se mi stai sottovalutando come non mai. Credi davvero che mi sarei infilata nella tana del Demone senza aver preso delle adeguate contromisure? –
  • L’ultima volta hai fatto qualche errore di calcolo, temo. –
  • Già. Pensavo di avere tutto sotto controllo, è vero. Ma tu sei stato più furbo. E subdolo. Tracciare un pentacolo a terra è stato un vero colpo basso! –
  • Però è stato efficace. E come si dice… in guerra e in amore tutto è lecito, no? –
  • Vero. Quindi non ti arrabbierai, se mi sono preparata qualche piccolo effetto speciale per il gran finale… giusto? – senza dare all’altro il tempo di replicare, sollevò il braccio destro lateralmente - Tecnica Segreta del Drago Distruttore! – la ragazza sogghignò, mentre la mano veniva avvolta da un alone biancastro – Regen! –
Il corpo della ragazza venne trasfigurato per pochi istanti, brillando di una fulgida luce bianca, tanto intensa da risultare quasi accecante. Quando il bagliore si dissolse, sulla pelle chiara di Rya non c’erano più segni, né ferite, né sangue, né escoriazioni. Solo le lunghe cicatrici del braccio sinistro erano ancora lì, inspiegabilmente.
La ragazza saggiò il movimento dei tendini delle dita, piegandole un paio di volte come per accertarsi che tutto fosse a posto, poi sciolse delicatamente le due code che le stavano ai lati del collo e lasciò i capelli liberi di ondeggiare alla debole brezza novembrina.
Lisciò le vesti sgualcite, controllando che i buchi non fossero in posizioni strategiche, prese un profondo respiro e si preparò ad attaccare.
  • Andiamo, Rya. Hai davvero intenzione di affrontarmi? Sai perfettamente che non puoi uccidermi. –
  • Hai ragione. Però posso sempre ridurti a un colabrodo. -
 
La ragazza, semplicemente, assottigliò appena gli occhi e svanì dal centro della piana per apparire un attimo dopo a pochi metri dalla testa di Zeref, le dita già trasformate in artigli acuminati. L’uomo fu veloce a schivare, ma non abbastanza da evitare anche il calcio che lei gli rifilò di riflesso al mento, mandandolo lungo disteso a terra.
Ricordava bene, l’agilità non era mai stata uno dei punti di forza del Mago Nero.
Non gli permise di respirare, portando un assalto dopo l’altro, senza fermarsi, tempestandolo di colpi da ogni lato.
 
Diversi metri più in là, i suoi compagni osservavano attoniti lo scontro. Magia Nera contro Magia del Drago Distruttore.
Era qualcosa che andava oltre ogni umana concezione.
Eppure, eccoli lì, davanti a loro: Zeref e Rya, il Mago e il Drago. Lui sembrava essersi ripreso da un primo momento di stupore, cominciando a lanciare velocemente incantesimi su incantesimi, instancabile; lei, dal canto suo, sembrava reggere molto bene quel ritmo incalzante, ribattendo ad ogni colpo, sgusciando elegante e sinuosa attraverso esplosioni e sfere d’energia, come se nulla potesse davvero toccarla. Quello scontro era a un livello totalmente differente da quello di prima con Kyogai ed Ewan, lei non sembrava né stanca né desiderosa di una tregua. Si librava in cielo come se danzasse al ritmo di una melodia che lei sola poteva sentire, attaccava, arretrava, schivava e parava, implacabile. Entrambi i combattenti sembravano dotati di una fonte magica inesauribile e di riserve di energie fisiche senza limiti.
  • Così è questa la potenza di un Dragon Slayer… - mormorò appena Gildarts, senza staccare per un solo momento gli occhi dai due avversari. In quel momento una poderosa artigliata di Rya andava a segno, lacerando vesti e affondando le unghie nella tenera carne di Zeref, che si vide costretto ad arretrare di diversi metri, per rimettere una certa distanza di sicurezza tra lui e la ragazza. La Dragon Slayer, dal canto suo, si portò la mano alla bocca e leccò via qualche stilla di sangue dell’uomo, ghignando ferina. Un brivido attraversò la schiena di Gray, chiedendosi cosa diamine si celasse dietro quegli occhi di ghiaccio. Non sembrava nemmeno più del tutto umana.
  • Sai perché sono qui? - domandò Zeref, ansimando quasi piegato in due.
  • Zeref, smettila di temporeggiare. Li conosco i tuoi giochetti. –
  • Qualche mese fa… ho sentito qualcosa. Qualcosa a livello del petto, come qualcosa che si spezza. Lì per lì non ci ho fatto molto caso, ma poi ho capito… ho chiamato Acnologia e non ha risposto. Presumo che qualcuno sia riuscito a recidere il mio legame con lui. – continuò lui, intervallando le parole a respiri corti e spezzati. Il sangue fluiva copioso dalla ferita al petto, inzuppando le vesti sgualcite e colando fino al suolo, imbrattando il terreno.
  • Vuoi sapere se sono stata io? La risposta è sì. E ora che farai? Cercherai di vendicarti? – lo interrogò lei, sarcastica. Scrocchiò le ossa del collo, scuotendo appena le dita macchiate di rosso dal liquido in eccesso. Sotto le unghie erano rimasti incastrati brandelli di pelle e organi interni, quelli che la sua micidiale stoccata era andata a ledere.
  • Pagherai questo affronto. – ringhiò lui in risposta a denti stretti, serrando un pugno. Lei scosse la testa, ridacchiando divertita.
  • Direi che sia arrivato il momento di smettere di giocare, non trovi, Zeref? – Rya si rimise in posizione eretta, spostando appena il peso su un piede solo osservando il suo avversario boccheggiare. Strinse appena un pugno, mentre gocce di sudore imperlavano la sua fronte, scivolando lungo le tempie e gli zigomi.
  • Perché, finora hai giocato? – domandò lui, ormai al limite. Forse la ricordava più debole, o più probabilmente, come aveva detto lei, si era parecchio sopravvalutato.
  • Vediamo di concludere alla svelta, non ho tempo da perdere con te. Genesis… Drive! – la luce, bianca e purissima, invase nuovamente il campo di battaglia, accecando tutti i presenti. Il corpo della ragazza si trasformò ancora, sotto l’effetto dirompente della magia dei Draghi. Gray e Cana avevano già assistito al Power Up dei Draghi Gemelli di Sabertooth, ma quello di Rya sembrava assai diverso. La pelle aveva lasciato il posto alle squame rugose tipiche della pelle dei Draghi, la muscolatura si era andata accentuando, soprattutto sulle braccia e sui polpacci. Degli stivali non era rimasto altro che il cinturino superiore, spazzati via dalla deformazione subita dai piedi della ragazza: ora poggiava a terra soltanto la pianta del piede, mentre il tallone si trovava rialzato, come se stesse camminando su dei tacchi invisibili. Le unghie delle mani si erano sviluppate ulteriormente, le orecchie avevano mutato aspetto, allargandosi, e le pupille avevano assunto la forma allungata tipica dei Draghi. Ormai di umano conservava solo la forma basilare, ma gli effetti della trasformazione draconica cominciavano a farsi sentire. Il respiro si era fatto più irregolare e i muscoli tesi spasimavano e fremevano al di sotto del sottile strato di pelle coriacea.
  • Non credi di aver esagerato un po’? – la stanchezza della ragazza non era un mistero nemmeno per Zeref, che fece leva sulle ginocchia per riuscire a rialzarsi in posizione eretta, cercando nel contempo di destabilizzare la Dragon Slayer, che però rimase in silenzio – Che c’è? Ora hai anche perso l’uso della parola? – Rya, per tutta risposta, emise un basso ringhio, muovendo appena le gambe. Il Mago Nero non ebbe nemmeno il tempo di reagire che se la ritrovò addosso, gli artigli già snudati e pronti a colpire non mancarono il bersaglio. L’uomo saltò all’indietro, cercando di svicolare, ma si ritrovò Rya alle spalle che lo colpì a un fianco con un calcio, lasciandolo senza fiato. Prima ancora che il suo corpo toccasse terra, lei era già saltata dalla parte opposta, pronta a colpire nuovamente con una raffica di pugni allo stomaco del suo avversario.
 
Zeref si accasciò, esausto, a terra, diversi metri più in là, sotto lo sguardo attento di Rya. I due si guardarono per alcuni istanti in cagnesco, poi, in tacito accordo, terminarono lo scontro.
Il Mago Nero evocò uno strano pentacolo a terra e lasciò che questo lo teletrasportasse lontano dal luogo dello scontro, non senza aver gettato un’ultima occhiata carica d’odio a colei che lo aveva praticamente costretto alla fuga. Rya ricambiò il suo sguardo, e poi, una volta rimasta sola e padrona dell’anfiteatro, si guardò attorno, come alla ricerca di qualcosa. Annusò l’aria attorno a sé, lasciandosi guidare dall’odore rivoltante caratteristico di Zeref, finché non scorse a terra, mezzo coperto di polvere, il motivo per cui erano lì, ciò che li aveva spinti a quello scontro quasi mortale: il Talismano di Acra.
Si chinò e raccolse delicatamente l’oggetto, soppesandolo tra le dita artigliate. L’aura malvagia sembrava essere quasi del tutto scomparsa, solo qualche strascico ancora rimaneva all’interno del manufatto, niente che non potesse essere purificato. Camminando lentamente, tornò al centro della piana, lo sguardo perso, mentre il Genesis Drive veniva pian piano rilasciato. I tratti draconici sparirono gradualmente, lasciando il posto alla normale conformazione umana di Rya. Quando anche l’ultimo accenno sparì, quando gli occhi tornarono finalmente normali, la ragazza barcollò appena, mantenendosi a stento in equilibrio, alzando lo sguardo al cielo tempestoso e notando in lontananza una grossa nave volante dalla forma vagamente equina avvicinarsi a gran velocità.
La battaglia era finita.
 
 
Luxus aveva riportato una ferita orrenda all’addome e ancora non ne voleva sapere di riprendere i sensi. Il suo subconscio era intrappolato da qualche parte, non tanto a causa delle ferite visibili, ma per colpa di quelle invisibili. L’attacco a tradimento sferrato da Kyogai aveva causato la distruzione della sua Lacrima del Fulmine, rendendolo nuovamente il mago mediocre che era stato prima che suo padre avesse la brillante idea di trasformarlo in un Dragon Slayer di seconda generazione.
La consapevolezza di aver perso tutto il suo potenziale magico, tutto ciò per cui si era allenato duramente, lo aveva prostrato. E lui aveva reagito trincerandosi dietro il velo nero dell’incoscienza.
Rya aveva percepito immediatamente la gravità della situazione, ma in quel frangente non aveva potuto fare nulla per lui. Sospirò, sperando in cuor suo che il ragazzo riuscisse a superare l’accaduto, che trovasse qualcosa per cui lottare ancora e che non si arrendesse alle tenebre del suo cuore, altrimenti i suoi occhi non avrebbero mai più visto la luce del Sole.
Cana portava coraggiosamente i suoi lividi e le sue contusioni come se fossero trofei, Gildarts era malconcio, ma tutto sommato stava bene e avrebbe portato a casa la pelle anche lui.
Gray aveva una brutta ferita al fianco, ma il tempestivo intervento di Genesis aveva scongiurato il peggio.
Rya era ancora al centro del campo di battaglia, lo sguardo che vagava da uno all’altro dei suoi compagni di Gilda, valutando con occhio critico le condizioni di ognuno. Le vesti erano lacere in più punti e ovunque si potevano vedere gli effetti devastanti che il Genesis Drive aveva avuto sul suo corpo minuto.
Gray si avvicinò alla ragazza, stringendo con discrezione le dita di una mano tra le sue, posandole un bacio leggero sulla tempia, vicino all’attaccatura dei capelli.
Sentiva il bisogno istintivo e primitivo di toccarla, di assicurarsi che lei fosse lì, con lui, viva.
Sapeva di sangue, fumo, sudore e polvere, ma un vago sentore di fiori di magnolia ancora addolciva l’aspro odore della battaglia che le impregnava la pelle e le vesti.
Lei ricambiò facendo pressione con i polpastrelli, aumentando lievemente la stretta sull’arto che il ragazzo aveva incastrato al suo.
Nel punto in cui le sue labbra fredde l’avevano sfiorata sentì caldo, talmente tanto da avvertirlo propagarsi al resto del corpo, sciogliendo la tensione che le attanagliava i muscoli, sentendo le gambe farsi molli a poco a poco.
Gray si accorse immediatamente che il peso della ragazza su di sé aumentava ad ogni istante che passava, finché non fu costretto a passarle un braccio attorno alla vita per sorreggerla.
  • Scusa… - farfugliò lei, il fiato corto, evidentemente esausta. Lui strinse le falangi sui suoi fianchi morbidi, appoggiando il mento tra i suoi capelli.
  • Non devi scusarti. Hai combattuto come un drago. – ridacchiò appena, sentendo anche lei rilassarsi. Sorrise.
  • Sapevo che usare il Regen sarebbe stata una mossa azzardata, ma non pensavo di essere così tanto fuori allenamento… -
  • Cos’è successo esattamente? –
  • Il Regen è una Tecnica Segreta del Drago Distruttore, in pratica ripristina istantaneamente l’energia magica, a discapito della resistenza fisica. In pratica ho potuto combattere al massimo delle mie capacità, ma per un periodo limitato. E ora, quel tempo è scaduto. – biascicò, sentendo le membra farsi sempre più stanche ad ogni minuto che passava. Gray annuì, cercando di sorreggerla meglio.
  • Torniamo a casa. Abbiamo tutti bisogno di riposare. – lei si girò appena, lanciando un’occhiata al Dragon Slayer del Fulmine, riverso a terra e vegliato da Cana.
  • Sta arrivando una nave volante. –
  • Dev’essere Christina. Ci faremo dare un passaggio alla Gilda. –
Lentamente, la ragazza mosse le gambe doloranti, camminando verso il punto da cui gli altri avevano assistito impotenti allo scontro tra lei e Zeref, sostenuta dal Mago del Ghiaccio. Gildarts fece per alzarsi e aiutare Rya, ma lei scosse debolmente la testa.
  • Già mi sento a disagio a farmi dare una mano, se poi vi ci mettete tutti quanti mi fate sentire un vero catorcio. – borbottò lei, rifiutando l’aiuto del Mago del Crush.
  • I ragazzi di Blue Pegasus stanno arrivando. – lo informò Gray. Gildarts si limitò ad annuire, pensieroso.
  • Quello che non capisco è perché Zeref non ci abbia attaccati. Avrebbe avuto gioco facile su di noi. – diede voce alle sue perplessità, gettando uno sguardo su Rya, che sospirò appena.
  • Non poteva vedervi, eravate nascosti da un velo d’illusione. Per questo la Sphere non vi ha permesso di allontanarvi. Se foste usciti dalla zona d’influenza, Zeref si sarebbe accorto dell’inganno e sarebbero stati guai seri. – spiegò alla fine la Dragon Slayer, con fatica. Una delucidazione sommaria, certo, ma più che sufficiente per incuriosire i suoi interlocutori.
I due Maghi si scambiarono un’occhiata preoccupata, ma preferirono lasciare le domande a dopo. In quel momento Rya era talmente debilitata che chiederle ulteriori spiegazioni sarebbe stato nocivo per la sua salute.
In capo a pochi minuti, Christina fece la sua comparsa nel cielo grigio sopra di loro, iniziando le manovre d’atterraggio. Quando venne calata la passerella per il ponte, Gray si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Era quasi incredibile, ma erano tutti sopravvissuti a quella giornata infernale.
 
Non andartene.
Gray camminava lentamente, cercando di non provocare eccessivi scossoni alla ragazza che portava in braccio. Si era ulteriormente indebolita, anche se all’inizio non aveva voluto ammetterlo, incamminandosi appena appoggiata a Gray verso l’incrociatore volante. Arrivata alla passerella, però, le gambe avevano ceduto di colpo e sarebbe caduta, se il ragazzo non l’avesse agguantata al volo. Da quel momento si era rassegnata a farsi portare in braccio da lui, chiudendosi in un ostinato mutismo, rotto solo per mormorare a fior di labbra quelle due strane parole.
Non andartene.
Gray sospirò per l’ennesima volta, abbassando lo sguardo a osservare Rya, le palpebre abbassate e il respiro regolare, il viso appena voltato verso il petto di lui, quasi a volersi nascondere. Arrivato davanti alla porta di quella che era stata la sua cabina durante il viaggio di andata, si appoggiò con un gomito alla maniglia e scivolò all’interno.
La luce pallida del Sole filtrava tenue attraverso la piccola finestra posta sul lato opposto dell’uscio, permettendo al ragazzo di orientarsi e di muoversi nella penombra senza urtare nulla, depositando infine la ragazza esausta sulle lenzuola pulite del letto.
Aveva fatto piano, ma lei si svegliò lo stesso, ammesso che prima stesse effettivamente dormendo.
  • Gray… - biascicò, la voce impastata dal sonno.
  • Shh, dormi. – lui le tolse ciò che rimaneva degli stivali, accomodandole le membra stanche e rimboccandole le coperte.
  • Non… - appena un sussurro, ma sufficiente a far fermare il ragazzo.
  • Uh? – si accostò al viso di lei, per poter sentire meglio quello che stava cercando di dire.
  • … andartene. – lui sospirò appena, guardando la Dragon Slayer che faticava a tenere le palpebre alzate, ma lo fissava con quelle iridi azzurre e liquide, pregandolo di restare.
Scosse il capo, poi sedette stancamente sul bordo del letto, levò le scarpe e si distese accanto a lei, facendo attenzione a non gravarle addosso. Lei gli si accoccolò contro, appoggiando faticosamente la testa sulla sua spalla e stringendosi a lui. Lo guardò per un attimo, mimando un grazie con le labbra, chiudendo poi gli occhi, stremata.
Lui abbassò lievemente il viso, osservando i lineamenti della ragazza distendersi: era stata una giornata lunga e faticosa per tutti, ma per lei in particolare. Il Demone del Libro di Zeref, Ewan e poi… lui, Zeref in persona.
Aveva affrontato tutto con coraggio e determinazione, mantenendo il sangue freddo; anche in mezzo alle situazioni più disperate era stata in grado di ragionare lucidamente e di prendere le giuste decisioni, impedendo ai loro assalitori di causare morti. Così facendo però aveva esaurito tutte le sue energie, rimanendo completamente senza forze. Appoggiò una guancia sui capelli della ragazza, resi opachi dalla polvere che li aveva investiti durante i combattimenti.
  • … perché? – le chiese infine, senza aspettarsi davvero una risposta.
  • Cosa? – biascicò lei, non ancora del tutto addormentata.
  • Perché mi hai chiesto di non andarmene? – lei per tutta risposta si mosse appena, sistemando una gamba in mezzo a quelle del ragazzo per essere più comoda. Voltò lievemente la testa, le narici schiacciate contro il petto di lui.
  • Non so… hai un buon odore. – lui ridacchiò, divertito dalle sue parole.
  • Mi sembra di sentire Natsu. –
  • Tutti i Dragon Slayer fanno affidamento sull’olfatto. Ci sono odori che ci fanno stare male e altri che ci fanno stare bene. – rispose lei, reprimendo a fatica uno sbadiglio.
  • E io ti faccio stare bene? – la sentì muovere la testa contro il suo torace in segno affermativo. Gray scosse la testa, sorridendo, sistemandosi meglio il cuscino sotto la testa. Pochi minuti furono sufficienti perché Morfeo decidesse di avvolgere la ragazza col suo velo fatto di un sonno pesante e tranquillo. Il Mago spostò un braccio sotto la testa e con l’altro continuò a carezzare dolcemente la curva della schiena di Rya, come a volersi accertare in ogni istante che quello non era un sogno e che lei era ancora viva, anche se non del tutto integra.
 
Erano passati minuti, oppure ore, Gray non sapeva dirlo. Aveva visto la luce giallognola e malata del sole autunnale scemare lentamente, lasciando il posto al tramonto e poi alla sera. Ancora permaneva un vago alone aranciato, ma la camera era ormai immersa nella penombra.
Sospirò di sollievo per l’ennesima volta, da quando la ragazza si era addormentata serena e pacifica. Ancora non si capacitava del fatto che fossero tornati tutti quanti vivi dal girone infernale in cui erano finiti quel giorno, sentiva ancora l’adrenalina scorrergli nel corpo, senza lasciare spazio alla stanchezza e al torpore.
Non avevano vinto, lo sapeva bene.
Rya, probabilmente, aveva infierito il più possibile su Zeref, nel breve tempo in cui aveva riacquistato per intero le sue energie magiche e fisiche, costringendolo poi alla ritirata onde evitare ulteriori spargimenti di sangue.
Aveva osservato attentamente lo scontro, e gli era parso che la ragazza, nel pieno delle sue facoltà, fosse nettamente più forte di lui. Allora perché non lo aveva finito? Perché aveva lasciato che scappasse? D’accordo che lei era al limite, ma anche lui era conciato piuttosto male. Eppure aveva avuto l’impressione durante tutto il combattimento, che lei non stesse davvero cercando di ucciderlo, non mirava a punti vitali, piuttosto cercava di destabilizzarlo, di ferirlo e sfiancarlo. E poi quella frase… Zeref stesso aveva detto che lei non poteva ucciderlo.
Perché?
Abbassò lievemente la testa, guardando il profilo appena visibile della ragazza appoggiata al suo petto, chiedendosi se si fosse immaginato tutto o se invece avesse visto giusto. Scosse la testa, aumentando la presa della sua mano sulla pelle tiepida di lei, sentendola muoversi appena nel sonno, sfregando una delle gambe contro le sue, come a voler trovare una posizione più comoda.
Non aveva mai trovato l’abbraccio possessivo di Lluvia fastidioso, ma si era sempre sentito in soggezione. E le aveva anche chiaramente detto che lui non provava assolutamente nulla per lei, nonostante sentisse che nelle sue parole c’era qualcosa di sbagliato. Poi era arrivata lei, con i suoi occhi azzurri e il suo modo di fare, sfrontato e altezzoso. Avrebbe dovuto ritrarsi disgustato, dopo le dure parole di biasimo che lei aveva rivolto all’intera Gilda e al Master, invece il suo pensiero era diventato un compagno fisso e costante, scacciando l’immagine di Lluvia e facendogli chiaramente capire che sì, voleva bene alla Maga dell’Acqua, ma nulla di più.
Quando si era avvicinato a Rya e le aveva stretto con discrezione la mano, aveva visto una sfaccettatura di lei che non conosceva. L’aveva vista stanca, provata, bisognosa di aiuto. E aveva capito che se gli era stato permesso di avvicinarsi a lei in quel frangente, nel momento in cui era più vulnerabile, era perché lei aveva deciso di fidarsi di lui. Era stato un qualcosa di istintivo, una sorta di tacito accordo tra di loro.
Da quando sono diventato così emotivo?
Sospirò di nuovo, sentendo la tensione nel proprio corpo allentarsi ancora un po’. Aveva temuto di trovare i suoi compagni ridotti a pezzi di carne sanguinolenta, aveva provato il terrore cieco di vederli privi di vita, i corpi martoriati dalle torture e la loro tempra distrutta per sempre.
Per la prima volta, dopo tanti anni, aveva provato di nuovo la paura più assoluta, aveva sentito il cuore tremare al pensiero di lei, inerme, nelle grinfie di Zeref.
Sorrise.
Era successo esattamente il contrario, era stato il Mago Nero a finire tra gli artigli della Dragon Slayer, scappando poi con la coda tra le gambe.
Finalmente sentì il corpo farsi molle e la stanchezza prendere il sopravvento, mentre il torpore lo prendeva per mano, accompagnandolo nel regno del Sonno, cullato dal respiro regolare della ragazza stretta a lui e dal battito regolare del suo cuore.



Angolo dell'autrice

Buonasera ^^ E con questo capitolo si conclude la prima saga di questa storia. Lo scontro tra Rya e Zeref è reso in maniera frettolosa non per mancanza di ispirazione, ma perchè è proprio così che ne ho immaginato lo svolgimento. Un power up mostruoso da parte della Dragon Slayer, ma di durata talmente limitata da impedirle di accanirsi come ci si aspetterebbe contro il Mago Nero di fronte a lei. Troppo debilitata e al limite delle forze, la mente forgiata dai Draghi le suggerisce una strategia d'attacco veloce, atta a destabilizzare il suo avversario, preso dal ritmo serrato ed implacabile dei colpi di Rya. Per uno scontro più epico sarà necessario attendere ancora un po' di tempo. Per il resto... si chiarisce la situazione in cui versano il resto dei componenti di questo sgangherato gruppo, in particolare la criticità di cui è vittima Luxus. Dal prossimo capitolo la tensione scemerà gradualmente, introducendo alcuni capitoli "slice of life", che mi/ci permetteranno di vedere meglio la psicologia dei personaggi e di dare una sbirciata agli eventi attraverso gli occhi di qualcun altro. 
Ringrazio ancora chiunque stia ancora seguendo questa piccola follia, siete davvero coraggiosi!
Un abbraccio.
Laly
  
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