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Autore: Symphonia    10/09/2018    3 recensioni
    “Non voglio...” borbottò.
    “Non voglio...” - le labbra si aprirono pigramente a ogni parola. - “tornare a lavoro.” Scivolarono come seta sulla morbida carne.
    Erano calde. Capricciose. Provocavano il solletico. Forse era dovuto a quel lungo, lento e delicato formicolio che carezzava la pelle. La coccolava come un gatto viziato. Nel torpore, la desiderava. La bramava. E quel gatto si stava mordendo il labbro - perché sapeva che se ne sarebbe pentita.
    “Devi.”
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Fluff, Lime, Slice of Life | Crack!pairing | Yuri | Sanae/Yayoi | OOC | Parole: 761 | Partecipa all'iniziativa "Back to Office" indetta da Fanwriter.it!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Yayoi Aoba/Amy
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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         Questa storia partecipa al “Back to Office” organizzato da Fanwriter.it!
          Prompt: 1. “Non voglio tornare al lavoro.”
          Parole: 761


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    “Non voglio...” borbottò.
    “Non voglio...” - le labbra si aprirono pigramente a ogni parola. - “tornare a lavoro.” Scivolarono come seta sulla morbida carne.
    Erano calde. Capricciose. Provocavano il solletico. Forse era dovuto a quel lungo, lento e delicato formicolio che carezzava la pelle. La coccolava come un gatto viziato. Nel torpore, la desiderava. La bramava. E quel gatto si stava mordendo il labbro - perché sapeva che se ne sarebbe pentita.
    “Devi.”
    Una risposta dal tono smorzato, un po’ doloroso. Si sciolse in singole lettere. Diventò mugolio. Un delizioso concerto che affondava le sue radici nelle dita che giocherellavano col suo ombelico. E scendevano sempre più in basso, infilandosi tra le gambe.
    “Oh, quanto ti detesto quando fai così, Yayoi!”
    Scalciò, letteralmente. Scalciò via quel dolce brivido e, a malavoglia, prese in mano la situazione. La forza non le mancava. Le prese la mano, gliela bloccò sopra la testa e la rigirò a forza, tra risatine e deboli lamentele. Si rotolarono come un’onda, immerse nelle lenzuola azzurre.
    “Basta, Sanae!” Lasciò un bacio sulla clavicola e salì. Salì fino a far morire dalle risate la partner. “Ho detto bast-ahaha!”
    “E io ti ho detto che devi...” il suo dito bacchettava severo sopra la sua testa. “Andare...” puntò al naso “a...” e iniziò a picchiettare “la-vo-ro!”
    Un attimo di silenzio. La sua leggera punizione non servì quasi a nulla.
    Sospirò. In un balzo, Sanae scese dal letto. Abbandonò Yayoi sul bordo del materasso, a osservare il mondo alla rovescia. Tanto valeva lasciarla lì, a guardarla sgattaiolare via. Forse avrebbe smesso di ridere.
    “Ma dove vai?!”
    “A prepararti dei panini!” strillò, saltellando da un piede all’altro. Stava cercando di rimettersi addosso almeno le mutande. Di certo, la partner non si lamentava dello spettacolo.
    “Oh sì! Grazie!” esultò Yayoi.
    Si stiracchiò e rotolò giù dal letto. Un nido in testa, un manto celeste l’avvolgeva dalla testa ai piedi - uno scenario mattiniero al tramonto era diventata la normalità. Ignorò quel riflesso sciatto.
    Raccattò il suo intimo. Pettinò i capelli. Controllò il viso: non le mancavano le occhiaie e gli occhi erano leggermente arrossati. Forse passare le sue ore libere a fare ‘attività fisiche’ con la compagna non era stata la migliore delle idee. Un velo di trucco da stendere con una baraonda in sottofondo.
    “Sicura di star preparando solo dei panini?”
    “... Tanto ci metti trequarti d’ora a preparti!”
    “Orgogliosa.”
    “Guarda che ti ho sentita... Lumaca!”
    Sbuffò. Fece scorrere l’anta della sua metà dell’armadio. Il suo piede dondolava, oltrepassando più e più volte un limite pericoloso. Doveva solo scegliere la maglietta per la serata. La scelta più difficile. L’unico abbinamento che in dieci ore non l’avrebbe fatta diventare di nuovo quel riflesso stanco e bistrattato. Non che l
abito avesse molta importanza; il suo lavoro lo faceva con una divisa bianca e delle scarpe orribili, ma terribilmente comode, addosso.
    Finalmente volteggiò fuori dalla stanza. Sgranò gli occhi. Un delizioso bento e dei panini la stavano aspettando sul tavolo.
    “Perché mi guardi in quel modo?” le chiese Sanae, sorseggiando un po’ di tè.
    “Ti adoro!”
    Le stampò un bacio sulla guancia, mentre sgraffignò un panino. Lo mangiò al volo, mentre riorganizzava la borsa per farci entrare la sua cena - o colazione.
    “Tsubasa aveva ragione: beata chi ti sposa!” decretò appena finito di mangiare.
    “È assurdo che tu sia così carina pure quando ti ingozzi.” - Sanae le pulì le due briciole rimaste all’angolo della bocca. “Ma sappi che tra noi due, sei tu quella che sa come salvare qualcuno dal soffocamento, non io.”
    “Forse saresti più fortunata ad avere un vero dottore in casa...”
    “Sì, ma le infermiere sono più sexy.”
    Le due rimasero a guardarsi in silenzio. Sui loro volti comparvero dei sorrisi amari. Nessun tipo di battuta poteva sdramattizare la loro situazione. Sanae si dondolò sullo sgabello. Rigirò la tazza.
    “Quando glielo diremo?”
    “Aspettiamo ancora un po’, eh?”
    Avevano buttato via anni di relazioni sicure, per vivere felici. Insieme.
    “Vai a lavoro.” 
    Yayoi le sorrise. Deliziosamente delicata; le lasciò un ultimo bacio prima di scappare in ospedale.
    “Buonanotte, tesoro.”



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    N.A.: Quiiiindi... questa minuscolezza demente è il mio piccolo contributo al Back to Office organizzato da fanwriter.it! Yeeeey! Danno sempre prompt bellissimi ♥ E la Sanae/Yayoi è una mia piccola guilty pleasure.

   
 
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