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Autore: Doux_Ange    11/09/2018    0 recensioni
Partendo dal titolo con una citazione del nostro Capitano in 'Scegli me!', una serie di one-shot per raccontare come, in molte puntate, la storia tra Anna e Marco sarebbe potuta andare diversamente.
I capitoli saranno in parte presi dall'altra fanfiction che ho scritto, 'Life-changing frenzy' relativamente alle parti immutate.
*Grazie alle mie brainstormers, Federica, Clarissa e Martina!*
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna Olivieri, Marco Nardi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ARRIVERÀ IL GIORNO*

Marco's pov
Il sole tiepido di oggi sta accompagnando me e Anna in questa visita a Orvieto.

Non capita spesso, che riusciamo ad andare da qualche parte per più di un giorno, ma fortunatamente stavolta lei è riuscita a organizzare i turni in caserma in modo da avere libero anche il sabato, così da poter passare il weekend fuori insieme.

Uno dei posti che volevamo visitare era proprio Orvieto, uno dei luoghi più belli dell'Umbria.

Mentre passeggiamo mano nella mano per una delle splendide vie del paese, ripenso alla faccia di Cecchini quando ha saputo che saremmo stati via per due giorni, e mi vien da ridere.

Ogni volta che passiamo qualche giorno fuori Spoleto, Anna lo informa che non ci sarà giusto per non preoccuparlo se non la vede rientrare – anche perché sarebbe capace di chiamarla, visto che lo ha fatto in precedenza – e lui si comporta in modo sempre più protettivo con lei.

Proprio come se fosse sua figlia.

Certo, non può farle la ramanzina né impedirle di uscire con me, ma ogni volta le raccomanda di fare attenzione e di divertirsi, e generalmente io mi becco l’occhiata minacciosa, specie se sa che passeremo la notte fuori.

Non la considera una ragazzina, questo sì, la conosce bene sia come capitano che come donna, ma è più forte di lui, e l’idea che dorma - anche in senso assolutamente innocente - con un uomo (che poi, sarei comunque il suo fidanzato...) proprio non gli va giù.

All’improvviso sento Anna ridacchiare.

“Che c’è?” Le chiedo, divertito.

“Stavo pensando a Cecchini quando gli abbiamo detto che saremmo rientrati domani sera,” mi spiega con un sorrisetto.

“Ci stavo pensando anch’io... mi ha guardato in un modo!”

“Lo fa sempre, si vede che si trattiene dal parlare...”

“Ti vuole bene e si preoccupa per te, anche se sa che sai badare a te stessa,” commento, dando voce ai miei pensieri di poco fa.

“Lo so... solo che è strano, non ci sono abituata... Non che mi dispiaccia, ma... ormai sono anni che non vivo più con mia madre e non devo giustificare le mie uscite. So che Cecchini ha le migliori intenzioni, ma in un certo senso è imbarazzante dirgli che non ci sono, soprattutto quando si comporta così.”

Io le rivolgo uno sguardo malizioso, avvicinandomi e abbassando la voce in modo che solo lei possa sentire.

“Ah, se sapesse...”

Anna arrossisce e mi rifila un colpetto col gomito. “Ti ritroveresti con un ordine restrittivo a carico,” mormora.

“Probabile,” rispondo, allegro. “Comunque, qual è la prossima tappa?”

Lei dà un’occhiata alla cartina. “Il Duomo,” mi informa. “Che dovrebbe essere... da quella parte.”

La prendo nuovamente per mano, dirigendomi con lei nella direzione che ha indicato.

[…]

Mentre osserviamo gli affreschi del presbiterio, mi estraneo un momento e la mia attenzione di posa su Anna, che guarda rapita quanto ha davanti. La luce che entra dalla vetrata dell'abside la avvolge quasi a voler creare attorno a lei una sorta di bagliore.

Non so per quale motivo, ma per un attimo nella mia mente appare l'immagine di lei vestita di bianco, in piedi davanti a me e con un sorriso radioso sul volto.

Sorrido tra me.

“Prima o poi ti ci porto, all'altare...” mormoro.

“Cos'hai detto?”

Spalanco gli occhi, rendendomi conto di aver detto quelle parole ad alta voce e di non essermi limitato a pensarle, e che Anna evidentemente ha sentito.

“Eh?” Cerco di far finta di niente, momentaneamente in panico.

“Ho sentito che hai detto...” Lascia la frase in sospeso, abbassando lo sguardo. “Probabilmente ho capito male, lascia stare.”

Prima che possa pensare a cosa dire, lei si sposta più avanti, continuando ad osservare gli affreschi. Stavolta però ha un'aria distratta, e so che è per via di quello che ho detto.

In questo momento però non riesco ad ammetterlo così direttamente... è stato un pensiero nato per caso. Vero, sì, ma non ci ho mai riflettuto seriamente fino ad ora, e poi non voglio correre troppo con lei.

Per quanto ne so, l'idea potrebbe anche spaventarla, anche se non c'è ancora niente di concreto dietro. Voglio dire, dopo la storia con Giovanni, magari è troppo presto anche solo per sfiorare l'argomento.

Io stesso non ci avevo pensato, come ho detto. Dopo la batosta con la mia ex, di certo non sarà una decisione che prenderò alla leggera, anche se so che con Anna è diverso.


 

La giornata prosegue senza troppi intoppi, e sono passate le 11 di sera quando rientriamo in hotel.

Mentre attendo che Anna esca dal bagno, io la aspetto sdraiato sul letto della nostra camera, a fissare la tv accesa senza realmente ascoltare.

So per certo che mi ha sentito e che ha lasciato correre, oggi al Duomo, ma forse si aspettava una risposta diversa. Ho notato una leggera malinconia sul suo viso mostrarsi a tratti durante il resto del pomeriggio.

Capisco di aver commesso un errore nel fingere indifferenza, e che magari in effetti non sono l'unico ad averci pensato, anche se in modo vago.

Inspiro a fondo, deciso ad affrontare la cosa, anche solo per capire la sua posizione. È un argomento spinoso per entrambi, ma prima o poi dobbiamo parlarne. Forse è meglio farlo adesso approfittando dell'occasione.

Dopotutto, abbiamo promesso di chiarire eventuali dubbi tra noi e di non lasciare che le nostre paure abbiano il sopravvento. Io sono deciso a mantenere la parola, perché accetterei di tutto dalla vita fuorché perderla per un errore stupido come questo.


 

La porta del bagno si apre e lei esce con il pigiama già addosso, e non posso fare a meno di sorridere alla familiarità della scena, e a quanto mi piacerebbe che fosse così ogni giorno.

Vacci piano, Marco, hai detto che non vuoi andare troppo veloce, no? Ecco.

Prende posto accanto a me, accoccolandosi tra le mie braccia.

“Qualcosa di interessante in tv?” Chiede.

Io la guardo per un attimo, accarezzandole distrattamente i capelli prima di rispondere.

“In realtà non stavo guardando, non saprei.” Inspiro per farmi coraggio. “Senti, riguardo a stamattina, al Duomo, per quella cosa che ho detto...”

Anna si scosta appena da me e distoglie lo sguardo. “Quale cosa?”

“Sei una pessima bugiarda,” la informo. “È solo che... non so nemmeno io perché l'ho detto. Mi è scappato, così, ma non dicevo sul serio.”

Stavolta lei si allontana davvero, e per un'istante i suoi occhi tradiscono un'espressione ferita. “Ah.”

Ma non hai imparato niente in questi mesi? Ma allora te le cerchi!

“Non nel senso che... Non ci ho pensato, non intendevo dirlo ad alta voce.”

Di male in peggio.

Se la vocina nella mia testa torna a farsi sentire non è un buon segno. Cerco di zittirla ma mi rendo conto che ha ragione, perché Anna si è seduta dall'altra parte del letto, lontana da me.

“Mi fa piacere sapere che hai detto una cosa che non pensavi. Bene.” Mormora con voce piatta prima di girarsi dalla parte opposta.

Dovresti pensare a quello che dici prima di aprire la bocca, certe volte.

“Anna...” Tento di prenderle la mano ma lei la scosta, stizzita. “Non è questo che intendevo, lo sai.”

Mi lancia un'occhiata infastidita. “No che non lo so, visto che non me lo spieghi!”

“Stiamo litigando sul serio per questa cosa?”

“Non stiamo litigando, stiamo discutendo. E comunque questa 'cosa' come l'hai chiamata tu, è una cosa seria.”

Per un istante sento riaffiorare le insicurezze del passato e cerco di correre ai ripari. “Era solo una frase...”

Stavolta vedo chiaramente che si sta arrabbiando. “Se per te dire di volermi portare all'altare è solo una frase, allora veramente non ho capito proprio niente di te.” Sibila, incrociando le braccia al petto.

“Perché dici così?”

“Se non erro, una volta mi hai detto che il matrimonio è importante, e va difeso. Se tu dici queste cose, allora scusa ma mi viene il dubbio di aver frainteso. Oppure hai cambiato idea?”

Facendo mente locale, credo si riferisca alla volta in cui pensavamo che Cecchini avesse un'amante.

“No, lo penso ancora... non saremmo qui se così non fosse. Ma non è questo, è che...” Lascio la frase in sospeso, incerto se continuare o meno. Continuare significa ammettere di aver paura, e non sempre ci riesco.

“Che...?”

Scuoto la testa tentando di far cadere il discorso.

Il mio gesto evidentemente fa innervosire ancora di più Anna, che si alza di scatto dal letto. Vedo le sue spalle tremare per un istante prima che torni a guardarmi.

I suoi occhi esprimono delusione.

“Perché continui a non fidarti di me?”

Rimango per un attimo interdetto. “Sì che mi fido di te.”

“E invece no,” obietta lei, “perché se così fosse mi diresti dove sta il problema.”

“Non c'è nessun problema,” mi ostino a negare, cercando di ignorare gli occhi adesso lucidi di Anna.

Mi do mentalmente dello stupido, ma certe volte è più forte di me comportarmi così.

Lei annuisce appena. “Certo...”

Si avvicina alla finestra restando a guardare fuori per un po' mentre io sono ancora seduto sul letto, incerto su cosa fare.

“Anche a me l'idea del matrimonio fa paura,” afferma Anna a un certo punto, voltandosi verso di me, “quando pensavo di stare per sposarmi il mio ex fidanzato mi ha detto di voler diventare prete, e quando me lo ha chiesto sul serio ero io a non volermi più sposare. Sono successe tante cose perché andasse così, però la possibilità di poter cambiare idea terrorizza anche me. Ho paura che... che un giorno non andiamo più d'accordo, o che tu ti stanchi di me perché ti rendi conto che non sono la donna che vorresti... però questo non significa che non voglia una vita con te. Che non ci abbia pensato... o che non voglia provarci. È normale pensarci, quando si ama una persona... è normale avere paura, però se non ti fidi abbastanza da dirmelo, allora c'è qualcosa che non va. Io ci provo a rispettare i tuoi tempi e non forzarti a parlare, ma quando fai così, io davvero non so come comportarmi. Penso sempre di fare la mossa sbagliata.”

Solleva lo sguardo per incrociare il mio. “Pensavo di aver capito male, stamattina, ma poi ho visto la tua espressione di panico, e ho preferito lasciar correre, pensando che magari avresti aspettato un momento più adatto per ripeterlo, e invece...”

Okay, ora che mi sento uno schifo. Perché non penso mai prima di parlare?

Mi alzo dal letto per avvicinarmi a lei, per prendere la sua mano sinistra e stringerla delicatamente tra le mie.

“No, hai capito bene, è solo che non pensavo avessi sentito, l'ho detto senza rifletterci. Ma lo penso davvero.” La rassicuro, e con immensa gioia vedo un piccolo sorriso farsi strada sulle sue labbra. “Hai ragione, l'idea mi fa paura, per via della mia ex e tutto il resto. Lo so che tu non sei lei,” preciso quando vedo che torna ad evitare il mio sguardo, “ma è stato più forte di me. Avrei dovuto dirtelo subito. L'ho detto senza riflettere, è vero, mi è sfuggito, e sinceramente fino ad ora non mi ero permesso di pensarci. Ma oggi è successo in modo così... naturale, che mi ha fatto paura. È stato così semplice immaginarci lì, che mi sono sentito colto alla sprovvista. E poco fa ti ho detto il contrario di quello che avrei voluto. Mi dispiace.” Ammetto, accarezzandole una guancia. Lei non me lo impedisce, e non oppone resistenza nemmeno quando la conduco di nuovo sul letto.

“Io mi fido di te, è solo che a volte devi ricordarmi che non devo aver paura di dirti quello che penso, di ammettere i miei dubbi... è di me stesso che non mi fido, finisco sempre per combinare casini quando si tratta di questo.”

Anna fa una piccola risata. Solleva quegli occhi verdi che amo tanto, e mi soffermo a scrutarli un attimo. L'amore che vi leggo dentro mi dà la forza di continuare e dirle quello che avrei dovuto dire fin da subito.

“So che è ancora presto, però... mi piace pensare che quel giorno arriverà anche per noi.”

Lei sorride, tornando ad abbracciarmi come prima che ci mettessimo a discutere.

“Non dobbiamo fare passi affrettati. Abbiamo tutto il tempo per decidere con calma,” mormora. “Per il momento mi basta sapere che mi ami.”

La bacio prima di rispondere. “Su questo non devi mai avere dubbi. Mai. Ho combinato un casino con te, ma non c'è stato un attimo in cui non ti abbia amato. Ho provato ad annullare i miei sentimenti per te, come sai benissimo, ma si è rivelata un'impresa impossibile.”

“Posso dire lo stesso,” risponde Anna con dolcezza. “Amare significa anche lasciare libero l'altro... e io non volevo obbligarti a fare qualcosa che non volevi. A stare con me se non te la sentivi, anche se faceva male. Sono felice che alla fine tu abbia scelto me, però,” aggiunge sottovoce, imbarazzata.

Io rido tornando a stringerla forte. Se mi avessero detto di questo suo lato insicuro all'inizio, quando l'ho conosciuta, non ci avrei mai creduto. Adesso so bene che fa parte di lei, un po' come la mia paura di rischiare. Ed è anche questo che ci fa stare bene insieme... ci completiamo. Siamo un incastro perfetto.

“Anch'io sono felice. E non ho dubbi di voler passare la mia vita con te.” Le accarezzo piano i capelli, spostando una ciocca ribelle dietro l'orecchio. “Arriverà... al momento giusto.”

Anna's pov

Le sue parole riescono a tranquillizzarmi, e le sento avvolgermi e riscaldarmi nel profondo come la sicurezza che provo ad essere tra le braccia di Marco in questo momento.

Lui si addormenta quasi subito, ma io rimango sveglia ancora un po' ad osservarlo dormire.

Ammetto di esserci rimasta male, oggi, quando ha sviato il discorso.

In genere non me la prendo mai, soprattutto non per le cose banali o per quelle che possono aspettare, e pensavo fosse così anche stavolta. Di certo non pensavo che avrebbe minimizzato la cosa, come è successo quella volta per il mio messaggio. Ero convinta che ormai avesse superato quella fase di paura estrema al minimo accenno di cambiamento, sembrava avesse fatto passi avanti. Sinceramente non credevo avrebbe aperto il discorso così in fretta, e di sicuro non in quel modo. Ho cercato di passarci sopra, ma quando ha detto che era un pensiero che non avrebbe voluto esprimere ad alta voce, mi sono sentita ferita. Cioè, sapevo che era solo un segnale di autodifesa, però mi ha fatto male lo stesso.

Era solo un fraintendimento dovuto alla sua paura di far saltare gli equilibri, e non volevo che una sciocchezza del genere si mettesse tra noi un'altra volta. Per questo ho deciso di parlare io, alla fine. E per fortuna Marco si è reso conto di cosa stava facendo – di nuovo – e ha ammesso come stavano realmente le cose.

Anch'io so benissimo che è presto per un passo così importante, stiamo insieme da poco e a nessuno dei due verrebbe in mente di fare mosse azzardate, non dopo quello che entrambi abbiamo passato. Ma è pur vero che un pensierino ce l'ho fatto, qualche volta.

Quando quel giorno insieme a mia madre ho provato quell'abito da sposa, davvero pensavo che sarebbe stata l'unica volta, che nella vita reale non l'avrei mai indossato perché non mi ci vedevo, a sposarmi. Non dopo essere stata così male per la fine della mia storia con Giovanni. E con Marco all'epoca eravamo appena diventati amici. L'idea del matrimonio era totalmente fuori dalle mie prospettive. Non avrei mai pensato che a distanza di qualche mese le cose sarebbero cambiate in modo così drastico.

E a dirla tutta mi ci vedo, a passare il resto della vita insieme a Marco.

So che non può essere tutto rose e fiori, e ci saranno anche discussioni più gravi di questa avuta oggi anche per motivi più stupidi, ma so anche che nessuno dei due rischierebbe di mandare tutto all'aria per... cosa, poi? Avere la meglio in una discussione? Dopo quello che ci siamo lasciati alle spalle, ci vorrebbe davvero qualcosa di irreparabile per non essere superato.

Gli ostacoli sulla strada capitano, come è successo oggi, ma io ho imparato la lezione. I problemi vanno affrontati e discussi, non ignorati. E anche Marco si sta impegnando in questa direzione. Non è sempre facile, ma in due tutto diventa più leggero.

Ci vorrà tempo ma, come ha detto lui, arriverà anche per noi quel momento. Se l'idea gli ha attraversato la mente, significa che un po' di paura gli è passata, e non posso che esserne felice perché significa che anche lui in fondo vuole condividere il suo futuro con me.

E quando quel giorno arriverà, so già che gli dirò di sì.

***

*Innanzitutto, un grazie speciale a Clarissa per avermi suggerito l'idea della storia! Spero che il risultato finale sia all'altezza!
Stavolta ho pensato di andare oltre la serie, scrivendo questo capitolo che si colloca in qualche momento indefinito e successivo alla fine di Don Matteo 11. Mi piace pensare che le cose tra Anna e Marco procedano bene, ed è meglio per gli autori continuare su questa strada per DM12 u_u Scherzi a parte, è stato divertente immaginare questa scenetta. 
Fatemi sapere cosa ne pensate! Ovviamente, se avete altre idee da propormi, sia che si tratti di momenti extra come questo o anche interni alla serie, o per finali alternativi, non esitate a suggerire!
A presto,

Doux_Ange

 

   
 
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