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Autore: GDYB    12/09/2018    0 recensioni
Noah si trasferisce in una nuova città anche se non molto contento del cambiamento. Sam è un ragazzo molto complicato e con una vita difficile alle spalle. Noah incontrerà Sam e tra i due l'inizio è un po' burrascoso ma con il tempo le cose iniziano a cambiare. Sam riuscirà a fidarsi di nuovo di qualcuno?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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[SAM] - La sveglia suona e io come ogni mattina la scaravento dall'altra parte della stanza e questa finisce con l'infrangersi contro il muro. "Sam alza il culo dal letto e vieni a fare colazione prima che butto tutto" la sua voce irritante è di gran lunga una sveglia migliore. Il mio letto è posizionato proprio vicino la finestra quindi la prima cosa ch vedo aprendo gli occhi e il sole che sorge. Una leggera brezza mi procura dei brividi lungo tutto il corpo, ma visto che sono solo le 6 non mi stupisco, nel corso della giornata sarebbe migliorato. Mi alzo, affero il cellulare e trovo mille chiamate perse di Cherry, la prima tentazione è quella di ignorarla, ma conoscendola se non mi muovo a risponderle me la sarei vista davvero male. "Finalmente ti sei deciso a scendere..." mi urla non appena metto piede in cucina "Scusa stavo..." "Non mi interessa. Muoviti" senza augurarmi una buona giornata se ne esce per andare a lavoro e come ogni mattina da 12 anni rimango da solo. Il silenzio mi opprime. Non mi abituerò mai a questa solitudine. Voglio un cambiamento nella mia vita. - [NOAH] - Ho mia madre davanti che parla, ma nessuna delle sue parole mi raggiunge perché nelle mie orecchie c'è solo la musica. "Dannazione Noah puoi toglierti quei dannati auricolari?" ogni suo richiamo va a vuoto quindi decide di togliermeli lei stessa "Per quanto tempo ancora continuerai con questo atteggiamento?" anche se ormai primo dei mie auricolari continuo ad ignorarla e porto il mio interesse al panorama fuori dal finestrino. Freddo e triste. Proprio come mi sento. Una settimana prima pensavo che la mia vita non sarebbe potuta andare meglio. Da due settimane infatti avevo iniziato a frequentare un ragazzo e il nostro rapporto procedeva a gonfie vele. I nostri interessi erano comuni e passare le giornate era davvero piacevole. Tutte emozioni o cose che non avevo mai provato per nessuno. Non esagero se dico che mi stavo innamorando, ma poi tutto il mio mondo è crollato quando un pomeriggio tornando a casa mia madre mi ha dato quella che per lei era una bella notizia, per me la cosa peggiore al mondo. Ci trasferiamo! Stavo per scoppiare a piangere difronte a lei, ma mi sono trattenuto e invece ho iniziato a urlargli contro. Mio padre è stato riassegnato ed ecco che la nostra nuova vita a Birmingham ha inizio. Ecco perché sto ignorando i miei genitori. Da quel giorno non ho fatto altro che litigare continuamente con loro. La cosa peggiore? Non posso dirgli il vero motivo per cui sono tanto arrabbiato. Nessuno nella mia famiglia sa che sono gay. Dopo varie ore di viaggio finalmente arriviamo. Ci metto un po' a scendere dalla macchina ma prima che mia madre inizii a urlarmi contro perché non sto aiutando con il trasloco mi precipito fuori. Sono le 7:30 quando iniziano a svuotare la macchina dai primi scatoloni. È una casa abbastanza grand da poter ospitare 4 persone. Un portico spazioso da poter ospitare future feste con i vicini, se siete una di quelle tipiche famiglie a cui piace fare vita sociale. L'erba curata e verde, le mura completamente rivestita in mattoni rossi e al concludere il tutto una grande porta color nero. Per i momento non è male. Sono così preso ad ammirare la nostra di casa che non mi sono accorto di quella affianco a noi. I nostri vicini? Al contrario di tutte le case della vi è la meno curata, erba lasciata a crescere e per nulla verde, spazzatura lasciata lì in un angolo del giardino. Forse non ci vive nessuno perché non mi spiego una tale non curanza per la propria casa. Sarò fortunato e non avrò nessun vicino, ma poi i miei pensieri vengono smentiti dal fatto che la porta si apre ed esce un ragazzo. Un ragazzo alto o meglio più di me. Fisicato, ma non troppo abbastanza visto il suo fisico magrolino e capelli biondo cenere e un po' arruffati. Affascinante. Visto l'orario molto probabilmente sta andando a scuola, ma per il momento la cosa non mi riguardava visto che avrei dovuto aspettare qualche altro giorno prima di frequentare la nuova scuola. No che la cosa mi procuri chissà che gioia. "Noah muoviti a darci una mano" torno in me e mi metto a lavoro. Finiamo di sistemare tutto nel tardo pomeriggio e infatti si inizia a vedere il sole cedere il suo posto alla luna. Mi affaccio alla finestra e noto che tutte le luci sono accese, forse tutti impegnati nella loro cena, ma solo una casa ha le luci spente o meglio solo quelle del piano superiore sono accese. "Non cenano in quella casa?" "Hai detto qualcosa figliolo?" "No. Stavo solo pensando ad alta voce." Nessuno dei vicini è venuto a darci il benvenuto, cosa che non aggiunge di certo punti simpatia a questa città. "NON OSARE NEMMENO. BRUTTO INGRATO RIENTRA SUBITO" delle urla infrangono il silenzio della via. Ora non sono l'unico alla finestra, ma anche tutti gli altri. Cosa diavolo sta succedendo? Ma non sono minimamente pronto a quello che vedo. Il ragazzo che avevo visto la mattina in giardino sta ora in piedi mentre urla contro quella che penso sia sua madre. "Non mi devi rompere. Non ci voglio stare in questa casa" e senza aspettare oltre si gira e se ne va, ma la madre non se ne rimane impalata sulla porta,anzi con furia si dirige verso di lui e lo affera per il braccio. Lui prova a protestare ma lei non si lascia impressionare e gli sferra uno schiaffo che lo fa barcollare. Poi con forza lo trascina di nuovo dentro casa. Sono ancora scosso dalla scena a cui ho assistito, ma mi accorgo di essere l'unico. Mi accorgo che tutti quelli che si erano radunati per assistere alla terribile scena ora stanno bisbigliando fra di loro. Mia madre si avvicina a me per poter assistere meglio quando dal nulla senza che ce ne renessimo conto qualcuno si era avvicinato. "Voi siete i nuovi arrivati?" si rivolge a mia madre. È una donna della sua stessa età solo che su di lei sono più evidenti i segni a vecchiaia e il suo modo di parlare rispecchia la sua personalità. Una a cui piace fare pettegolezzi. "Si, siamo arrivati oggi. Succede spesso?" indicandoa casa dei nostri vicini. "Spesso? Perdo il conto delle volte che succede. Quella famiglia è un problema e il figlio..." fa una breve pausa e porta gli occhi al cielo come se non fosse la prima volta che raccontasse questa storia, ma non sembra dispiacerle "...è un tale casinista e combina guai. Una vera e propria testa calda" non mi aveva dato per nulla questa impressione "Fareste meglio a stare lontano da lui e tenga i suoi figli lontano da quella famiglia." è così come è arrivata va via. Così la mia prima giornata nella nuova città finisce nel modo più strano. Il mattino dopo contro ogni mia protesta mia madre decide di spedirmi a scuola "Non hai nulla da fare qui a casa quindi puoi andare" la mia vita non potrebbe andare peggio. Sono difronte l'edificio alle 7:30 e mi ritrovo davanti a una multitudine di gente impegnata in atti di socializzazione a cui io non sono per niente interessato. Decido di entrare nell'edificio e iniziare ad esplorarlo. Non è molto diverso dalla mia vecchia scuola quindi l'orientamento non sarà un problema. I corridoi sono ancora calmi e silenziosi ecco perché quando sento quella leggera melodia rimango stupito. Senza rendermene conto mi metto a seguire quella melodia senza sapere dove stessi andando. Quando la melodia diventa sempre più forte mi rendo conto di essere arrivato a destinazione. Sulla porta una targa con su scritto "Aula di musica" e infatti il suono del pianoforte è più nitido che mai e istintivamente apro la porta per sapere chi potesse suonare in modo così meraviglioso. Cercando di far meno rumore possibile spingo la porta e quello che mi trovo davanti mi lascia a bocca aperta. Per la seconda volta da quando sono qui vengo colto di sorpresa, a suonare il pianoforte è il ragazzo di ieri sera e senza rendermene conto mi scappa un esclamazione di sorpresa. La musica si ferma di colpo e si gira a guardarmi. I nostri sguardi si incontrano e ora che lo vedo d vicino posso dire con certezza che è davvero un bel ragazzo. "Scusa non volevo interromperti" con rapide falcate mi raggiunge senza mai smettere di fissarmi. "Tu chi sei?" sputa quelle parole con voce fredda "Nessuno. Cioè sono nuovo quindi..." non so bene perché ma mi sento intimorito da lui. "Come mai ti trovi qui?" non smette per un secondo di fissarmi mentre sento le mie guance tingersi di rosso "Ho solo seguito la musica e mi sono ritrovato qui" "Mi sembri famigliare..." "Non penso proprio. Solo ieri mi sono trasferito nella casa vicino alla tua..." ma prima che potessi finire mi trovo con le spalle al muro. Le sue braccia all'altezza del mio viso e il suo viso a pochi centimetri dal mio, posso sentire il suo respiro infrangersi sul mio volto. Ha proprio un bel profumo. "Non sono affari tuoi e faresti meglio a stare al tuo posto. Capito?" esclama dal nulla non sapendo a cosa si stesse riferendo. Suona come una minaccia, ma non riesco a elaborare una frase di senso compiuto e faccio solo un cenno con la testa. Mi ritornano alla mente le parole della signora di ieri "e un tale combina guai e testa calda" il suo sguardo è severo e arrabbiato mentre mi guarda, ma anche altro. Ma non riesco a capirlo. Tristezza? Ma prima che posso fare altro si allontana e senza dire una parola se ne va via. Mi accascio al suolo e finalmente torno a respirare. Il suo modo di reagire è stato davvero strano. Non penso che sopravvivrò a questa città. - [SAM] - Nessuno mi ha mai visto suonare e a farlo per la prima volta è uno sconosciuto e non uno qualsiasi, ma ben sì il mio nuovo vicino. Avrà assistito allo spettacolo orribile di ieri? Però il suo volto mi è così familiare. Dove lo già visto? Non ho ancora incontrato i miei nuovi vicini quindi l'ho visto altrove. Non è molto alto, anzi basso anche se non di molto, forse 1 metro e 65. Capelli corti e neri e leggermente rasati ai lati, l'opposto dei miei. Occhi di un nero che non danno possibilità di intravedere la pupilla. Occhi che ti scrutano dentro e sono in grado di leggerti dentro. Ecco perché sono scappato da quella stanza così in fretta. Mi sono sentito come se potesse scoprire ogni mio segreto che tengo nascosto. Corporatura esile e magrolino. Abbastanza bello per essere un ragazzo. Vengo colpito dal mio stesso pensiero perché di solito nessuno cattura il mio interesse. Meglio stargli lontano.
   
 
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