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Autore: hikaru83    13/09/2018    7 recensioni
Questa raccolta era nata per una challenge che poi è stata chiusa in anticipo, ho quindi deciso di mantenere le storie e lasciarla come un luogo dove raccogliere one-shot più o meno brevi nate da una parola che mi ha ispirato o mi è stata suggerita.
Le storie saranno probabilmente slegate tra loro, e quando ci saranno ship saranno o Johnlock o Mystrade, non ho mai scritto su altre coppie e non credo proprio inizierò ora, se dovesse succedere state sicure che queste due non verranno separate! Ovviamente non ho idea del genere dell'intera raccolta perchè scrivo grazie all'ispirazione che i prompt dati mi danno, diciamo che in genere io sono da finali felici.
Spero che questo esperimento vi piacerà.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola storia nata grazie a un'immagine trovata da Koa e alla richiesta non troppo velata di Chiara. Quindi la dedico a loro.

Presto (cioè quando torna la mia Beta perchè senza mi sento persa) pubblicherò anche quella per il compleanno di Martin. Non è facile liberarsi di me XD



Testardo

 
 

Abbiamo un esame domani, e invece di studiare sto qui, sdraiato su questo letto in compagnia di Gregory e della sua chitarra.  Semplicemente perché lui ha deciso che dobbiamo rilassarci e smettere di pensare all’esame, perché già sappiamo più del professore. Non riesco a capire perché gli sto dando retta, né di come riesca sempre a spuntarla con me, ma è così.

In realtà ci sono parecchie cose che non riesco a capire di questo strano ragazzo e la cosa invece di infastidirmi mi incuriosisce.
 
***
 

Quando il professore ha deciso che per il progetto d’esame avremmo dovuto dividerci in coppie, per un istante ho provato un senso di panico.

Se c’è una cosa che odio è dover avere a che fare con le persone. La gente è stupida, noiosa e dovere averci a che fare mi fa sempre venire una terribile emicrania.

In più sapevo che per quanto io fossi il migliore del corso – e quindi un voto molto alto assicurato –, nessuno avrebbe mai trovato il coraggio di chiedermi di fare coppia. Del resto, tutti sono coscienti che esigo il massimo – i voti dei miei esami ne sono la prova. Esigo la perfezione dagli altri e ovviamente anche da me stesso, e immagino che metta un po’ in soggezione la mente dei miei compagni di corso i quali si accontentano di un voto mediocre che permetta loro semplicemente di superare l’esame.

Dovevo decidere sul da farsi, avevo pensato che se avessi parlato con il professore avrebbe capito il mio punto di vista e avrebbe fatto un’eccezione. D’altronde, se nessuno voleva stare in coppia con me, non poteva obbligarli né poteva penalizzarmi per questo. Questa mia convinzione mi aveva tranquillizzato fino a quando non avevo percepito uno sguardo su di me.

Quando i miei occhi chiari e freddi incontrarono i suoi occhi castani e caldi rimasi di stucco. Non era la prima volta che capitava, ma era la prima che i nostri sguardi rimanevano incatenati. In genere i suoi amici lo distraevano subito e il contatto svaniva tanto in fretta che potevo credere di averlo solo immaginato.

Non che mi importasse, Gregory Lestrade era uno degli studenti più amati del nostro corso, capitano della squadra di nuoto, con una buona media scolastica, abbastanza piacente – sì, okay, non amo la gente, ma ho gli occhi e sono abbastanza onesto da ammettere che è un bel ragazzo –, nonché molto popolare. Quindi con me – Mr. Icemen – non aveva nulla a che fare.

Ma quella volta non aveva la minima intenzione di abbassare lo sguardo, anzi. Anche i suoi amici non facevano che tentare di avere la sua attenzione, ma lui li ignorava. Del resto anche io non avevo intenzione di abbassarlo. Nessuno può farmi fare una cosa così codarda.

A un certo punto, scese dal banco su cui si era seduto e cominciò ad avvicinarsi fino a raggiungermi. Non credevo volesse davvero venire a parlare con me, non lo faceva mai nessuno, e invece fu proprio quello che fece.

«Mycroft, che ne dici di fare coppia per questo progetto?» Il brusio intorno a noi si zittì, come se tutti nell’aula aspettassero la mia risposta. «Su, non fare quella faccia. Io ho bisogno di un voto alto, tu di un compagno di studi che non ti innervosisca e ti lasci lavorare in pace. Siamo una coppia perfetta!»

«Io non ho bisogno di nessuno. E non ho intenzione di prendere un voto alto. Ho intenzione di prendere il massimo, come sempre.»

«Ok il massimo ci sto. Ma proprio per questo su una cosa ti sbagli, hai bisogno di qualcuno il prof non ti farà fare il progetto da solo, e se te lo farà fare non ti darà mai il massimo come voto perché uno dei punti fondamentali è il lavoro di squadra e per quanto tu e la tua forte personalità possiate credere di essere sufficienti non credo che il professore sia d’accordo.»

«E perché dovrei accettare di farlo con te?»

«Su Myc, queste richieste indecenti a quest’ora. Almeno offrimi il pranzo prima, poi ne possiamo parlare.» Rimasi a osservarlo con la bocca spalancata per trenta secondi. A un certo punto lo vidi sorridere e scoppiare a ridere subito dopo.
Avrei dovuto arrabbiarmi, ma stranamente non lo feci. Anzi, la sua risata era talmente coinvolgente che mi ritrovai a sorridere anche io. «Sei uno spasso, Myc. Saremo una squadra formidabile. Ti basta come risposta?» Mi bastava? Beh, visto che avevo annuito e mi aveva dato appuntamento durante la pausa pranzo direi che sì, mi bastava.
 
***
 
«Cos’è, Myc, mi sembri silenzioso. Non ti piace questa musica? L’ho composta io.»

«Ti sono mai sembrato una persona molto loquace?»

Lo sento sghignazzare prima di tornare a suonare. Non devo neanche aprire gli occhi per sapere che sta sorridendo.

«Sono felice di averti chiesto di fare coppia, Myc.»

«Dimmelo domani, quando prenderemo il massimo.»

«Potrebbe anche bocciarmi, per quanto mi interessa. Sono felice per averti potuto conoscere sul serio, non per il voto che
prenderemo.»

«Oddio, non dire mai più quella parola. Bocciare! Che eresia! Non dovresti neanche conoscerla, quella parola.»

«Non capisco, Myc, è davvero così importante?»

«Cosa?»

«Essere il migliore. È davvero l’unica cosa importante, per te?»

«Hai detto che hai potuto conoscermi sul serio. Secondo te è importante per me?» Lo guardo serio, la risposta a questa domanda è così evidente.

«... Sì, anche se non ne capisco il motivo,» mi risponde. Davvero sembra che la cosa sia importante da capire, per lui.

«Il motivo? È semplice: voglio essere uno che sta al comando, non una delle marionette. Il burattinaio, se mi concedi l’espressione; e non posso esserlo se non riesco neanche ad essere il migliore qui.»

Lui ascolta attentamente, poi ci pensa un po’ su, come a cercare le parole adatte.
«Ma non ti senti mai solo, Myc?» domanda infine.

«Solo?» chiedo stupito. Nessuno si è mai preoccupato di sapere se mi sentissi mai solo.

«Sì, solo. Lassù nell’olimpo dei migliori non ti senti solo? Io mi ci sentirei. Preferisco essere semplicemente “Greg”, impegnarmi per raggiungere i miei obiettivi rimanendo comunque sempre semplicemente Greg.» E io ci credo. È evidente che per lui è così. Lui è davvero quello che mostra.

«Beh, “Mycroft” non ha nulla per cui desiderare di rimanere semplicemente Mycroft,» rispondo, il volume della mia voce molto più basso di quanto avrei voluto, sembra quasi un borbottio. Ma Greg mi sente ugualmente, del resto siamo davvero vicini.
Così vicini come non sono mai stato a qualcuno.

«Sarà, ma a me “semplicemente Mycroft” piace un sacco.»  La sua voce è chiara, non esiste menzogna, eppure io non riesco davvero a capire: sta parlando di me?

Strabuzzo gli occhi e lo osservo. Niente mi fa pensare che stia scherzando, o che mi stia prendendo in giro.

Appoggia la sua chitarra sul pavimento e si volta verso di me. «Ascolta, Myc, non so perché tu sia convinto di non valere abbastanza o di non piacere alle persone. Vali più della maggior parte di quelli che conosco, e mi piaci. Sono altresì convinto che se permettessi ad altre persone di conoscerti, piaceresti un sacco anche a loro.» La mia espressione dev’essere abbastanza esplicita perché scoppia a ridere. «Okay, okay... Troppe persone potrebbero darti più fastidio che altro. Beh, meglio per me. Ho meno avversari da battere.»

«Ma di cosa stai parlando, Gregory?» Non è tempo di scherzare ora. Devo capire. Ho bisogno di capire.

«Nessuno mi chiama con il mio nome per intero,» risponde lui, ignorando la mia domanda.

«Nessuno osa storpiare il mio come fai tu. Certo, va anche detto che normalmente a nessuno interessa chiamarmi,» rispondo.
Mi rendo conto che se fosse qualcun altro a chiamarmi in quel modo probabilmente l’avrei fatto smettere da tempo, ma con lui non ci riesco. Non mi viene nemmeno da pensarlo.

«Siamo circondati da idioti, caro Myc.» Un sorriso furbo sulle sue labbra sottili.

«Credi di essere superiore agli altri, signor Lestrade?» gli chiedo, rispondendo involontariamente al suo sorriso.

«Ovvio! Sono qui, sul mio letto, con te. Fidati: non sono per niente idiota come gli altri,» risponde con un’alzata di spalle, come se stesse dicendo la cosa più normale di questo mondo.

«Mi confondi,» rivelo.

«In cosa ti confondo?» chiede dolcemente lui.

Dolcemente... Oddio... Ho creduto che parlasse dolcemente con me. Devo avere la febbre.

«Non capisco cosa tu voglia da me. Avresti superato l’esame anche con qualcun altro. Non avevi bisogno di me; allora perché? E perché mi dici certe cose?» Sono in panico, e non riesco a nasconderlo. Cosa vuoi Greg, perché sento tutto questo marasma in me quando fino a prima di te c’era solo la calma fredda del ghiaccio?

«Mi pareva di avertelo detto poco fa. Mi piaci, Mycroft. A essere sincero, mi sei piaciuto dalla prima lezione che abbiamo frequentato insieme. E ti dirò di più: sono certo che anche io non ti sono indifferente, solo che sei troppo testardo per ammetterlo. Ma non ti preoccupare, capitolerai, mio caro. Prima o poi capitolerai. Tu sei più intelligente, più scaltro, sei più in un sacco di cose. Ma io sono molto più testardo e tenace di quanto tu creda.» Ha un bel sorriso Greg, un sorriso solare e sincero. Ma ora, ora il suo sorriso è differente. Le sue labbra si piegano in un’espressione sensuale che mi manda in pappa il cervello.

«Io ti piaccio?» riesco a chiedere, usando tutto il coraggio che ho.

Il sorriso si trasforma in una risata, una risata dolce, e mi ritrovo stretto in un abbraccio. Non ricordo neanche quanto tempo fa qualcuno mi ha abbracciato l’ultima volta.

«Esatto, mi piaci,» sussurra vicino al mio orecchio. Il suo fiato solletica la pelle sensibile e un formicolio piacevole si spande dall’orecchio fino al cuore. «E sarai mio,» aggiunge. Il formicolio supera il cuore e raggiunge direttamente una parte di me di cui non credevo avrei mai dovuto preoccuparmi mentre ripassavo per un esame. «E ora che ho scoperto le mie carte, Myc, credo possiamo riprendere a studiare... Oppure preferisci riposare un altro po’?»

Studiare sarebbe la soluzione migliore; avrei tempo per capire cosa diamine sta succedendo e sono certo potrei tornare a pensare lucidamente se si staccasse da me. Ma l’idea che sciolga l’abbraccio in cui mi tiene stretto non mi piace per nulla.
Inoltre, ho talmente tanta confusione in testa che non capirei nulla di ciò che andremmo a studiare. Sarebbe una perdita di tempo e io odio perdere di tempo.

Greg aspetta pazientemente la mia decisione, senza però lasciarmi andare.

«Possiamo stare così un altro po’?»

Lo sento sorridere, forse ho detto la cosa giusta. «Per tutto il tempo del mondo, Myc.» Il calore che si espande nel mio petto è qualcosa di nuovo e dannatamente bello.

«Questo non vuol dire che sono capitolato, sono solo stanco.»

«Oh, tranquillo, non avevo minimamente pensato che potessi aver già vinto. Ma questo non vuol dire che non mi godrò il momento, e soprattutto che non passerò il resto della mia vita a provare a farti capitolare definitivamente.»

«Il resto della vita? Non ti sembra di esagerare? Ci frequentiamo solo da qualche settimana ed è successo solo a causa di un esame.»

«Per niente. Sono una persona irremovibile: una volta che prendo una decisione, è quella, e nulla può farmi cambiare idea.»

«Vedremo... Arriverai al punto che non mi sopporterai e cambierai idea in fretta.»

«Dici così perché non mi conosci,» ribatte sicuro.

«Dico così perché conosco me,» rispondo con un sorriso.

«Tu credi di non avere un cuore, vero?» mi chiede sinceramente. Non ha paura di farmi domande, Greg.

«Non è il muscolo che alleno di più,» ammetto.

«Il cuore è un muscolo involontario, Myc. Non puoi controllarlo. E ti dico una cosa, caro il mio Mycroft Holmes: una persona che si lascia abbracciare come fai tu, e che risponde in questo modo, ha solo imparato a stare solo, ma non è destinato a rimanerlo per sempre.» Vorrei ribattere ma mi ferma: «Adesso basta, smettila di sprecare le tue energie per respingere ciò che ti dico. Chiudi gli occhi, rilassati e non pensare a nulla.»

E se anche non vorrei dargliela vinta perché non è nel mio carattere, è talmente bello stare così che per una volta credo che possa fargli credere di aver avuto una piccola vittoria.

Del resto, mi è parso di capire che avrò molto tempo per dimostrare chi dei due ha la testa più dura. Sarà proprio una bella lotta.
 


Fine
  
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