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Autore: daphtrvnks_    15/09/2018    0 recensioni
Periodo Edo/Tokugawa.
Il popolo cinese sotto il dominio della dinastia Ming inizia la sua conquista nella regione del Kantō, nel sud del giappone.
Vegeta, erede della signoria Satsuma chiederà aiuto ai Daimyō per creare un esercito in grado di fermare l'avanzata nemica.
Insieme a lui il suo miglior amico Kakaroth, generale e samurai di alto grado.
Due donne entreranno a far parte della storia dei valorosi guerrieri cambiando così il corso del loro destino.
Genere: Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 17, Bulma, Chichi, Goku, Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino seguente, al sorgere del sole, i guerrieri si ritrovarono nel grande giardino del tempio.

I tiepidi raggi illuminavano i visi stanchi per la notte inquieta che avevano passato accanto ad un focolare raccontando storie di guerra e chiedendo consiglio sulle città dove avrebbero potuto vivere in tranquillità.

La ragazza dai capelli turchini stringeva con forza la mano della principessa, sorrideva e le augurava tutte le fortune che il mondo potesse donarle. 

La osservava con lacrime di commozione che rigavano le sue guance, il destino aveva voluto che si incontrassero e che legassero quella profonda amicizia, si sarebbero tenute in contatto con delle lettere e magari un giorno si sarebbero incontrate di nuovo.

'Non piangete.– rise leggermente la donna togliendole dal viso, come il loro primo incontro, alcune ciocche dei suoi crini. – Avete degli occhi stupendi, non dimenticatelo.' 

Ella annuì stringendola poi in un forte abbraccio.

D'altra parte i due rōnin erano poggiati al tronco del ciliegio oramai spoglio, il vento aveva portato via tutte le foglie lasciandolo vuoto. Tenevano lo sguardo basso, riflettevano e scambiavano pensieri e buone parole che per orgoglio non avrebbero mai detto.

Avevano affrontato di petto ogni battaglia sapendo che uno di loro sarebbe potuto morire in qualunque momento, ora peró era diverso, non erano altri a decidere di separarli ma loro stessi.

'Perciò andrete in Corea o nel Kyūshū? Sapete, la vostra donna ha la lingua lunga.'

Disse il più giovane soffocando una risata, vide il nobile scuotere il capo e sollevare le labbra nell’accenno di un sorriso.

'Non ho intenzione di andare in Corea, mi costerebbe un capitale e sia chiaro, non è la mia donna… quella sottospecie di chiaccherona non è nulla per me!'

Sbottò alzando le braccia per dar peso alle sue parole, ma si leggeva il contrario nei suoi occhi, la amava ed il fatto che la stesse portando con sé per ricominciare una nuova vita ne era la prova. 

'Ad ogni modo, è stato un piacere servirvi. Ai vostri ordini come sempre. Vegeta!'

Kakaroth si inchinò in onore dei vecchi tempi, degli anni che fianco a fianco avevano vissuto e del peso dell’obbligo da samurai che insieme avevano tolto dalle loro spalle.  

'Finiscila idiota, non serve.'

Sospirò alzando gli occhi al cielo e facendo un passo in avanti diede una pacca sulla spalla dell'ex generale.

Si avvicinò al suo orecchio tenendolo poi stretto dal collo della veste bianca che portava.

'Non innamoratevi troppo o perderete il senno.'

In risposta il fratello lo guardò con occhi lucidi ricambiando il tenero sorriso che gli aveva rivolto.

'Vale anche per voi…'

Raggiunsero gli altri ed una volta essersi salutati partirono.

Il nobile e la maiko sul nero destriero si diressero verso sud, sarebbe stato un lungo viaggio ma presto sarebbero stati felici, Bulma sperava in una vita agiata lontano dalle case del thè che tanto le ricordavano i momenti tristi della sua infanzia, il desiderio di libertà si librava nei loro cuori sopraffando il senso di tristezza per quella struggente divisione. Vegeta sperava solo di lasciarsi alle spalle il tradimento di quello che considerava un amico e di poter togliere un giorno il senso di impurità per aver disonorato la sua famiglia in quel modo.

Nappa, Radish e Tarble si divisero; il più grande sperava di far fortuna in qualche modo per poi sprecare tutti i suoi averi nei soliti vizi: donne, gioco ed alcool. Radish avrebbe trovato moglie in uno dei luoghi vicini ma non avrebbe abbandonato l'arte della spada. Per quanto riguardava Tarble, il piccolo e docile mercenario, avrebbe viaggiato per il paese, si diresse a nord lungo i sentieri rocciosi delle montagne.

'Bene, vecchio promettete di non dire nulla a Lapis, intesi?'

Il monaco annuì con uno sbuffo, sarebbe stato una tomba, tutto quello solo per aiutare le due belle fanciulle che aveva avuto occasione di ospitare.

'Ma sì sì certo, ogni cosa per questa meraviglia!'

Disse prendendo la mano della principessa e lasciando un bacio sul dorso che ella poco gradì.

'Vi ringrazio ma eviterei.'

Sbottò facendo due passi indietro e salendo sul cavallo, tenne con cura la katana sul fianco destro ed una volta che anche Kakaroth fu salito si diressero, in compagnia di Turles che non intendeva abbandonarla, ad Est.

'Fate attenzione!'

Urlò il vecchio muovendo la mano in segno di saluto.

_______________

La pergamena che teneva tra le mani si stropicciò, venne buttata sul pavimento di marmo pregiato con un impeto di rabbia che non presagiva nulla di buono.

'Zěnme kěnéng huì bèi shā sǐ, gāisǐ de!'

'Come ha potuto farsi uccidere quella maledetta!'

Gridò l’uomo facendo sussultare i suoi sottoposti, il quale osservandolo temevano per la sua reazione nell'apprendere la notizia che a breve gli avrebbero dato.

'Wēiyán…'

'Maestà…'

Sussurrò uno dei più temerari ricevendo in risposta un'occhiata rude e fulminea, quegli occhi neri come carboni ardenti lo fissavano incutendo terrore.

'Wēiyán... Mǎnzú rén yào qǐsù bìng fāshì, rúguǒ tāmen méiyǒu tāmen xiǎng yào de dōngxī, tāmen fāshì yào shā sǐ nǐ bìng fénshāo shǒudū.'

'Maestà… i Manciù stanno per arrivare a corte e giurano, giurano di uccidervi e di bruciare la capitale se non avranno ciò che vogliono.'

Tremava, le dita si muovevano in continui fremiti, sarebbero stati uccisi tutti, uno per uno, le loro case sarebbero andate in fiamme e le donne vendute come schiave.

Il viso dell'imperatore si illuminò, picchiettò le sue nokote sul trono e con un sorriso sghembo quasi inquietante si alzò in piedi lasciando cadere il lungo strascico del suo abito in seta.

'Tāmen yǒngyuǎn bù huì yǒngyǒu wǒ.'

'Non mi avranno mai.'

Ciò che ne venne cambiò le sorti della Cina in uno dei più tragici destini che essa avesse mai visto. Chongzhen si rivelò per l'essere che era, quell'autunno del venticinque ottobre del milleseicentoquarantaquattro egli lasciò il suo paese tra le mani dei nemici impiccandosi nella sala reale.

In tre giorni i cinesi combatterono, non riuscendo comunque a fermare i Manciù lungo la grande muraglia. La capitale, Jingshan venne rasa al suolo e la dinastia Ming crollò dando vita a quella dei Quing, la quale figlia del nuovo imperatore venne data in sposa a quello del Giappone creando in questo modo una nuova alleanza. 

Mentre l'imperatore decideva di porre fine alla sua vita un'altra stava per essere spezzata nel paese del Sol Levante; Lapis si ritrovò all'entrata del tempio, pioveva ed i loro abiti di corte erano fradici, al suo seguito cinque guardie armate fino ai denti.

Convinti di trovare Kakaroth e Vegeta entrarono con irruenza nella casetta in legno, ciò che trovarono fu solo un monaco intento ad accendere una candela.

'Cosa… cazzo! Tu, vecchio, parla dove sono andati!'

Urlò avvicinandosi a grandi passi alla figura dell'uomo, lo prese dal collo sollevandolo da terra. I capelli legati in una coda cadevano umidi sul suo viso, gli occhi di ghiaccio risplendevano alla luce della tiepida fiammella.

'Io n-non… l-lasc -emise un gemito di dolore sgranando gli occhi, l’ossigeno non arrivava ai polmoni e le sue gracili mani premevano sul braccio del samurai nel tentativo di fargli lasciare la presa- vi… vi prego.'

Lo lasciò cadere puntandogli una delle spade dei soldati sul petto.

'Parlate! Dove sono nascosti!' 

Il monaco rabbrividì, non voleva morire ma neanche rivelare dove fossero diretti quei tre.

'Buon uomo, r-ragionate, vi prego…' 

Sussurrò appena sollevando il viso ed incatenando le iridi in quelle del ragazzo.

'Sarò clemente e ripeterò -un tuono spaccò il cielo e un lampo illuminò l'interno della casetta. – dove sono andati!?'

Quel viso angelico e tremendamente perfetto, un vento gelido sibilò entrando dalla porta smuovendo la sottoveste nera coperta da un'armatura in ferro.

Lacrime colarono dagli occhi scuri del vecchio, le mani chiuse in preghiera chiedevano perdono alla dea per non averla venerata come meritava.

'Non dirò una singola parola.'

Lapis ringhiò dal nervoso e con uno scattò penetrò la sua carne con la lama sporcandola di sangue, crollò in avanti di peso sbattendo il capo sulle assi, in breve tempo una pozza vermiglia si sparse sul pavimento.

'Bastardo, uscite! Dobbiamo trovarli!'

Urlò facendo un lieve ghigno ed affacciandosi al piccolo tavolino in legno, una pergamena tenuta ferma da un lato dalla boccetta dell'inchiostro, la scrittura era illegibile ma due nomi colsero la sua attenzione; Kakaroth e Turles.

// Yay!

Mancano circa due capitoli e spero di farcela e di non farmi prendere troppo dalla pigrizia! Premetto che la storia della morte di Chongzhen non è proprio esatta; morì il 25 aprile del 1644 impiccandosi sulle colline della capitale dopo aver ucciso la figlia, insomma, non a corte e non a fine ottobre.

Mi dispiace per genio ma doveva schiattare qualcuno in ogni caso! 

-Daph

  



  
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