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Autore: sara criso    16/09/2018    2 recensioni
Steve e Tony stanno insieme e dopo l’ennesimo mostro che minaccia il pianeta, il capitano decide di creare fra loro una promessa importante.
Quale sarà? E cosa accadrà dopo, nella loro relazione?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Devi promettermelo” Gli aveva sussurrato Steve e Tony ancora lo guardava senza dar nessuna risposta. Le labbra erano serrate, leggermente tremanti come le mani strette attorno al corpo del compagno.
Una grande guerra era iniziata, un nuovo nemico aveva minacciato il loro pianeta e questa volta i due avevano deciso di farsi una promessa. O meglio, Steve aveva deciso, mentre Tony non aveva ancora avuto il coraggio di rispondere.
Gli occhi azzurri del capitano erano fissi in quelli dell’altro e Rogers, in fondo, sapeva che quello che chiedeva al fidanzato era un enorme sforzo. Eppure era l’unica cosa che sarebbe riuscita a farlo stare tranquillo.
“Io…” Iniziò con tono basso il moro per poi sospirare, mordendosi le labbra. Unì le loro mani e annuì deciso.
“Te lo prometto, Steve. Ti prometto che se tu dovessi morire, andrò avanti con la mia vita e proteggerò Peter più di quanto già faccia ora”

E mai Steve Rogers avrebbe potuto immaginare che quella promessa sarebbe potuta diventare realtà. Sapeva che sarebbe potuto morire, come anche Tony, ma mai avrebbe creduto che sarebbe avvenuto in quel fatidico momento.
Dopo gli accordi, dopo la guerra interna avvenuta fra i vendicatori.
Aveva deciso di uscire allo scoperto, di essere processato per proteggere i suoi compagni in carcere, ma soprattutto per proteggere quelli che avrebbero rischiato molto di più. Come Wanda e Visione ad esempio.
Doveva andare tutto bene, doveva essere il giorno della svolta, ma il suo destino si era incrociato con quello di un sicario del Hydra. Colui che l’aveva colpito per primo, ma non quello che avrebbe dato il colpo finale.
La pioggia quel giorno bagnava la città, i tuoni rimbombavano a ogni secondo e Steve velocemente si stava dirigendo al processo. L’edificio era circondato da manifestanti vari, alcuni che lo difendevano, altri che lo condannavano chiamandolo traditore.
A lui non interessava, Steve voleva solo proteggere i suoi compagni.

Un improvviso tuono, incredibilmente forte rispetto agli altri, lo fece girare verso le nuvole scure nel cielo.
Gli occhi azzurri dell’uomo osservavano il cielo furente e per puro caso lo vide; un cecchino su un tetto di un edificio poco lontano dal suo.
Un suono di uno sparo, un proiettile e la spalla del capitano venne colpita, ferendolo. La folla di persone a circondarlo si dileguò in poco tempo e fra essa spuntò una donna. Ella teneva in mano una pistola e in veloce tempo, gli aveva sparato una seconda volta per poi sparire.
Steve cadde a terra e la vista iniziò ad oscurarsi. I ricordi di quei brevi secondi iniziarono a sfumare lentamente nella sua mente.
Le gocce di pioggia sembravano rallentare, le grida delle persone sembravano improvvisamente abbassarsi e Steve sapeva cosa stava succedendo.
Stava morendo.
Accanto al suo corpo inerme un cartellone con su scritto “Traditore” con il disegno del suo scudo poco sotto. Ma a lui non interessava, il suo cervello pensava solo ad unica persona in quel momento e dalle sue labbra bagnate di sangue, uscì il suo nome “Tony…”
Due braccia esili sollevarono il suo capo e dal biondo dei capelli, Steve riconobbe essere Natasha. La donna osservava la sua ferita, cercava di tamponarla e far fermare il sangue che però non accennava a finire.
La pelle bianca di Romanoff si bagnava di quel sangue proveniente da un foro di proiettile. Cercava di capire, cercava di fare qualcosa e di rassicurarsi; la ferita non era grave.
Peccato che quella fosse solo una bugia. “Steve!” Urlò nella speranza di tenerlo sveglio mentre la pioggia aumentava la sua prepotenza sui loro corpi. Erano completamente bagnati e a circondarli c’era solo il sangue di Steve.
“Tony…” Continuava a sussurrare l’uomo con gli occhi che presto spostarono il loro sguardo sul cielo in tempesta. Il capitano non riusciva a credere a cosa stesse accadendo, eppure sapeva che non poteva scampare al suo destino.
Il suo corpo era completamente immobile, non riusciva a muoverlo e il petto gli doleva. Il respiro presto si fece breve e una lacrima solcò il suo viso.
Pensava a Tony, pensava a Peter e si sentiva un mostro ad abbandonarli in quel modo.
Non voleva farlo. Non voleva, eppure sembrava che il suo destino fosse totalmente diverso.
Ricordava ancora quel giorno, come avesse spaventato Tony con quella promessa, ma sapeva che, prima di morire il suo unico rimpianto rimasto sarebbe stato la perdita della sua famiglia. Gli sarebbero mancati tutti, i vendicatori, i suoi amici, ma Peter e Tony erano la sua famiglia e loro gli sarebbero mancati più di tutti.
Come avrebbe fatto senza di loro?
E Tony come avrebbe fatto? Avrebbe retto il colpo?
Ed era stato questo il motivo per cui gli aveva fatto promettere di andare avanti.
Tony sarebbe stato distrutto dalla sua perdita, ma avrebbe tenuto nel cuore quella promessa esattamente come avrebbe fatto lui.
Peter non avrebbe retto la perdita di entrambi se la promessa non sarebbe stata mantenuta.
Le palpebre iniziarono a farsi pesanti e le ciglia bionde pian piano iniziarono ad abbassarsi.
Un improvvisa luce bianca si riflesse nei suoi occhi azzurri e Steve sentì il petto diventare sempre meno doloroso. I battiti del cuore stavano diminuendo.
Doveva dire qualcosa, sentiva di dover dire qualcosa. “Tony…”
Sussurrò per la millesima volta per poi fare un ultimo sforzo per concludere la frase.
“Mantieni… la promessa”
Le labbra di Steve si chiusero e definitivamente i suoi occhi azzurri fecero lo stesso. Alle orecchie nessun suono arrivava, il suo corpo non si muoveva e Steve non sentiva altro che gli ultimi battiti del suo cuore.
Sembrava come addormentarsi, il capitano si sentiva impossibilitato ad agire, ma si sentiva pronto. Come quando, dopo settimane a combattere, poteva finalmente riposare.
Forse era giunto il momento di riposarsi definitivamente e di lasciarsi andare. Nella sua mente apparvero i volti di Tony, di Peter e di tutti i suoi amici. C’era Bucky, c’era Sam, c’era Thor, nessuno mancava.
E c’era anche Natasha, l’unica fra tutti che lo stava vedendo morire.
E come quando si ci addormenta, Steve non poté sapere quando esattamente il suo cuore aveva terminato gli ultimi battiti.
“Steve?” Chiese la bionda guardando il viso pallido dell’uomo. Si chinò, controllò i battiti del petto, controllò quelli del polso, controllò quelli della vena sul collo e a tutti ebbe lo stesso esito; assenti.
Gli occhi della donna divennero presto lucidi. Era accaduto tutto troppo in fretta, nessuno aveva avuto il tempo di proteggerlo, nessuno aveva avuto il tempo di riabbracciarlo dopo tutto quel tempo.
Tony non aveva avuto la possibilità di riaverlo con sé e questo era ingiusto.
Abbassò il viso osservando i cartelli abbandonati vicino ai loro corpi, uno in particolari attirò la sua attenzione. Uno che incitava all’odio contro il biondo con una scritta grande. “Traditore” Recitava con sotto uno scudo. Sospirò e si fece aiutare per portare via il corpo e solo quando esso venne sollevato, Natasha notò un gran numero di persone che li avevano raggiunti quando gli spari si erano fermati.
“Sta’ bene?” Chiese un giovane ragazzo di vent’anni che ella riconobbe come proprietario del cartello d’odio. Lei non rispose, il suo sguardo era freddo, ma ferito e senza bisogno di parole, gli occhi del giovane si riempirono di lacrime.
Egli si coprì la bocca e osservò il suo cartello quando Romanoff si allontanò con un collaboratore che teneva il corpo di Steve in braccio.
Il silenzio si creò fra la folla che li fece passare. Tutti guardavano il corpo del capitano, c’era chi piangeva, chi crollava in ginocchio e chi rimaneva in silenzio per lo shock.
Negli occhi di chi li guardava andare via però c’era qualcosa in comune; il pentimento.
Avevano definito traditore un uomo che li aveva sempre protetti e che era morto perché aveva voluto proteggere i suoi amici facendosi processare.
Forse non era stato un foro di proiettile ad uccidere Steve, ma la cecità delle persone.
   
 
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