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Autore: Sognatrice_2000    16/09/2018    3 recensioni
In un regno lontano, popolato da mostri e creature malvagie, due demoni si erano innamorati.
In un regno in cui esisteva solo odio, loro avevano trovato l’amore.
Dalla loro unione era nato un angelo, una creatura pura come il loro sentimento.
Questa è la storia di Aiko, nata dalla Tenebre, ma per sempre figlia dell’Amore.
"La storia partecipa al Kiss Flash Contest indetto da Freeshane"
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Shitennou/Generali
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Prima serie
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“È una femmina.”

La donna dai riccioli rossi distesa sul letto alzò lo sguardo verso l’uomo fermo sulla soglia della porta. 

Le sue labbra si incurvarono in un piccolo sorriso mentre osservava il fagottino stretto tra le sue braccia.  

Gli fece cenno di avvicinarsi, e quando si sporse per vedere la bambina avvolta nella coperta rimase senza fiato.

Il cuore le batteva forte, pieno di un’emozione terrificante e meravigliosa a cui non sapeva dare un nome. 

Sembrava così piccola, con le manine strette a pugno e gli occhi curiosi e vivaci che vagavano sul suo viso in una muta domanda.

Alzò una mano, incerta, e un sussulto sorpreso le sfuggì dalle labbra quando il suo minuscolo dito mignolo le catturò l’indice, stringendolo con forza. “Ciao.” Sussurrò, riconoscendo a stento la propria voce tremante. “Sei bellissima.”

“Ha i tuoi occhi.” Lo informò poi con un sorriso colmo di gioia e orgoglio, riportando nuovamente la sua attenzione sulla bambina, studiando con attenzione i tratti del suo viso, la linea sottile del naso, il piccolo neo sul mento, gli occhi azzurri che saettavano da un punto all’altro della stanza, come se volessero assorbire ogni dettaglio dell’ambiente circostante. 

Non potè trattenere un risolino quando notò che il labbro inferiore aveva una piccola fossetta identica alla sua, cosicché sembrava costantemente imbronciata. “Ha le mie labbra.” Sussurrò ridendo, sfiorandole la bocca con le dita.

La mano di lui si posò sul suo mento e lo sollevò delicatamente, facendo incontrare i loro sguardi. “È stupenda, come sua madre.”

Lei rise, una risata civettuola e compiaciuta. “Posso… posso tenerla in braccio?” Chiese, quasi timidamente.

Quella creatura sembrava così fragile… aveva paura di farle male soltanto sfiorandola. Allungò le braccia esitante, stringendola goffamente al seno.

Non sapeva come comportarsi. 

Non sapeva cullarla, accarezzarla… forse non avrebbe mai saputo nemmeno amarla.

Non era una madre amorevole. 

Era una ragazzina capricciosa, egoista e crudele, che rideva davanti alla morte, che infliggeva dolore per puro piacere.

Era un’assassina che uccideva senza rimorsi né esitazioni.

E lo era anche l’uomo che amava, quell’uomo che adesso le guardava con un raro sorriso colmo di tenerezza, quello stesso uomo che  le intrecciava rose tra i capelli e la carezzava con mani gentili, le stesse mani sporche del sangue di molte persone.

Non erano buoni, loro. 

Appartenevano all’Oscurità, erano sempre appartenuti alle Tenebre, e le andava bene così.

Ma non avrebbero dovuto trascinare con loro una creatura innocente, macchiare un’anima pura con la loro oscurità. 

La guardò, e sentì il cuore stringersi in una morsa di dolore che le spezzò il respiro quando in quegli occhi vide le immagini del futuro che la attendeva.

Vide demoni e sangue, urla e lacrime, morte e oscurità ovunque, ovunque…

Una lacrima le percorse la guancia. 

Loro erano condannati.

Ma la loro bambina non apparteneva a quel mondo.

L’unione di due demoni aveva generato un angelo, perché il loro amore era puro, una candida rarità in un luogo dove regnavano solo odio e dolore.

Il suo sguardo brillò di determinazione, anche se le lacrime avevano iniziato a scorrerle copiose lungo le guance. “Non possiamo farla restare qui.”

Lui la guardò senza capire. “E dove pensi di portarla?” 

C’era un solo pianeta che le veniva in mente, un pianeta in cui splendevano bellezza e colori, un pianeta che generava vita invece di distruggerla.

Immaginò una bambina che correva sull’erba a piedi nudi, i capelli sparsi nel vento e le mani piene di fiori profumati; una bambina che rideva e sognava e cresceva sotto il calore di un sole splendente.

Quando parlò, la sua voce non tremava più. “Sulla Terra.”

 

 

 

**

 

Non sapeva dove portarla.

Poi un volto le balenò in mente: una bambina dai capelli rossi, due occhi scintillanti d’amore. Un’anima gentile, capace di amare persino un demone. Naru Osaka.

Quando andarono sulla Terra, il primo posto dove andarono fu davanti alla sua casa. 

Vestiti con abiti normali, come due semplici terrestri, sembravano una famiglia come tante.

Una giovane donna con i capelli rossi raccolti in una coda di cavallo che stringeva una neonata al petto, e accanto a lei un uomo dai capelli color della neve, che con un braccio la teneva stretta contro il suo petto.

Lei sospirò rannicchiata nel suo abbraccio, godendosi quel dolce calore ancora per qualche attimo. Quanto le sarebbe piaciuto rimanere lì.

Con sua figlia. Con l’unico uomo che avesse mai amato.

Vivere un futuro fatto di cose belle, allegre.

Ma tutto questo non era possibile per loro.

Non era quello il luogo a cui appartenevano.

Soltanto la sua bambina sarebbe dovuta rimanere.

I suoi occhi erano colmi di lacrime che si sforzava di non versare.  

Non avrebbe pianto, si disse. 

Anche se non lo avrebbe mai ricordato, voleva che l’ultima immagine che sua figlia conservava di lei fosse quella di una donna che sorrideva.

Si chinò su di lei e le stampò un bacio sulla fronte, cercando di imprimere sulle sue labbra la sensazione della sua pelle per l’ultima volta.

Velocemente, si affrettò a far scivolare una cornice dorata che racchiudeva una fotografia tra le pieghe del lenzuolo che la avvolgeva. 

Quello sarebbe stato l’unico ricordo che avrebbe avuto dei suoi genitori.

Quando la porta si aprì, la ragazza che comparve sulla soglia le lanciò uno sguardo carico di odio. 

Sapeva che l’aveva riconosciuta, colei che ai suoi occhi non era altro che l’assassina dell’uomo che amava.

“Tu…” Sussurrò soltanto, incapace di proseguire.

“Non sono qui per chiedere il tuo perdono. Non sono pentita di averlo ucciso.” La sua voce era dura, implacabile. “Sono qui per lei.” Sollevò la bambina che aveva tra le braccia come se fosse una creatura a lei estranea. “Per sua figlia.”

Gli occhi increduli della ragazza si riempirono di lacrime. Ingenua, sciocca bambina. Aveva creduto alla sua bugia senza la minima esitazione. 

“Odiavo lui, non la sua bambina.” Proseguì, ringraziando mentalmente le sue doti di attrice. 

Era un comportamento spregevole, ma se essere spregevole significava regalare un futuro migliore a sua figlia non se ne vergognava.

“Perchè l’hai portata da me?”

Scelse di essere sincera. “Perchè tu sai amare. Non sei come lui… non sei come me. Lei merita un futuro migliore di quello che avrebbe potuto darle lui, o di quello che potrei offrirle io. Merita di conoscere un mondo in cui gli uomini sono buoni.”

Naru rimase in silenzio per lunghi istanti. 

Poi allungò le braccia e sorrise tra i singhiozzi. “Come si chiama?”

Lei rimase in silenzio, poi sorrise a sua volta. “Aiko.”

“È un nome bellissimo.” Naru cullò la bambina tra le braccia, sorridendole con tenerezza. “Vieni, piccola Aiko. Andiamo a casa.”

Guardandole scomparire oltre la soglia, la donna sentì le gambe tremare, e si appoggiò istintivamente all’uomo che le stava affianco.

Lui le passò una mano sui capelli in una lenta carezza, come faceva sempre per consolarla quando era triste. “È davvero un nome bellissimo. Aiko… significa bambina dell’amore.”    

Lei alzò lo sguardo per incontrare i suoi occhi. “È nata in luogo oscuro, ma è figlia dell’amore.” Quella era la sua prima, vera dichiarazione d’amore.

Non avevano mai detto apertamente di amarsi.

Nel regno delle Tenebre il concetto stesso dell’amore era qualcosa di alieno, innaturale. Ma nei loro cuori, entrambi sapevano la verità. 

Mentre si incamminavano ignari verso la morte, sapevano che quello era un addio.

Ma non si voltarono indietro neanche una volta. 

Si limitarono a tenersi stretti per mano, mentre l’energia oscura li  teletrasportava di nuovo a casa, nel freddo castello in cui vivevano da sempre, e che mai come allora sarebbe stato tanto vuoto.

 

 

 

**

 

 

 

C’era una volta, in un regno lontano, un regno dove vivevano mostri e creature spaventose, due demoni al servizio del Male.

Lei era bella come una dea, e allo stesso tempo spietata e crudele;

era un fuoco scintillante di vita, rabbia e passione.

Lui era un guerriero perfetto e invincibile; non sapeva cosa fossero le emozioni.

Ma quando il suo sguardo freddo si era posato su di lei,

il suo cuore di ghiaccio era andato in fiamme.

L’amore non esisteva nel loro Regno,

ma il sentimento che provavano non poteva essere nient’altro.

Due demoni si erano innamorati,

  e dal loro amore era nato un angelo, 

una creatura buona, 

pura come il sentimento sbocciato nei loro cuori. 

Per salvarla dall’oscurità,

i suoi genitori furono costretti a separarsi da lei.

La fanciulla non seppe mai chi fossero i suoi genitori;

l’unico ricordo di loro era una fotografia in una cornice dorata 

che stringeva tra le mani quando si sentiva triste.

Raffigurava una donna stretta nell’abbraccio possessivo di un uomo,

 e chiunque fossero, chiunque fossero stati,

il modo in cui si guardavano era ciò che la spingeva a credere nell’amore. 

Quando era piccola, la notte sognava un volto sorridente e il calore di un bacio sulla fronte che aveva il potere di scacciare qualsiasi incubo.

Dormi bene, bambina mia.

La mamma è qui con te.

   Allora chiudeva gli occhi, e non aveva più paura.

Questa è la storia di Aiko, 

nata dalle Tenebre,

ma per sempre figlia dell’Amore.

 

 

 

 

 

Note dell’autrice:  Grazie per aver letto fin qui, spero che questa piccola storia vi sia piaciuta e che non l’abbiate trovata troppo strana! Una piccola precisazione: non ho usato volutamente i nomi dei protagonisti per creare un’atmosfera un po’ più “misteriosa”, anche se credo si intuiscano facilmente; nel caso non fosse del tutto chiaro, i protagonisti sono Zoisite e Kunzite, e sì, ho volutamente cambiato il sesso di Zoisite, creando una sorta di sequel di “Profumo di mamma”, una mia precedente fan fiction in cui Zoisite scopre di essere incinta e fa i conti con le proprie emozioni e i propri dubbi in seguito a questa scoperta.

Grazie a chiunque leggerà e lascerà un commento, alla prossima!

 

  
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