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Autore: devil_may_cry_wrath_92m    17/09/2018    0 recensioni
La fine di un lavoro l'inizio di qualcosa di molto più pericoloso, un viaggio che segnerà profondamente Revy e Rock
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Revy, Rock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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“La festa è finita. Sembra che quello che è finito a ballare il cha cha cha con una pinta di piombo sia tu Luak” le parole beffarde di Dutch furono l’ultima cosa che il pirata sentì un’ attimo pima che la sua nave saltasse per aria a causa della granata sparatagli contro da Revy, poi diventa tutto confuso; ricorda solo una forte esplosione, di essere stato sbalzato fuori dalla sua nave come se qualcuno lo avesse afferrato e scagliato come una palla da baseball, ricorda il dolore al volto, l’odore della carne bruciata e poi il buio. Si risvegliò sulla barca di un pescatore che lo aveva trovato e gli aveva prestato le prime cure. Le ferite non erano gravi ma l’occhio destro era andato, quando se ne era accorto, Luak aveva ucciso quel povero pescatore e poi aveva preso la sua barca che gli servì per giungere in un villaggio su una piccola isola, luogo utilizzato prevalentemente da contrabbandieri e altra feccia per nascondersi, lì il pirata rimase fino a che non si fu ripreso completamente e intanto mandò qualcuno a Roanapur per sapere qualcosa su Chin; le notizie erano pessime, Chin era morto, ucciso da Balalaika e quindi se si fosse saputo che lui era ancora vivo l’Hotel Moscow gli avrebbe fatto delle cose inimmaginabili, l’unica alternativa era scomparire ma dove? E in che modo? La via del mare era controllata dai russi e dai loro alleati, c’era la triade che avrebbe potuto aiutarlo ma purtroppo tra mister Chang e Chin non era mai corso buon sangue e con la morte di quest’ultimo l’unica cosa che poteva aspettarsi dai suoi ex alleati era una pallottola in testa, stava pensando seriamente di farsi saltare il cervello e risparmiare la fatica ai cacciatori di taglie quando venne raggiunto da un uomo che gli fece una proposta: lavorare ancora per la triade occupandosi della supervisione di una delle loro coperture di spaccio per la droga in Giappone. L’uomo spiegò che la triade aveva raggiunto un valido accordo con il potente clan di Kousa, loro gli permettevano di spacciare nel loro territorio e avrebbero diviso i profitti equamente. Luak aveva accettato senza pensarci e da lì a un anno aveva fatto la bella vita, la polizia non aveva ancora capito come facevano a contrabbandare sia la droga che i soldi e lui aveva potuto riempirsi le tasche con facilità, fino a quando non venne a sapere da un suo contatto nel clan Washimine che questi ultimi si erano alleati con l’Hotel Moscow per dichiarare guerra a quelli di Kousa e che la loro leader, Balalaika, sarebbe giunta a Tokyo per cominciare la guerra. Il terrore di Luak si trasformò in desiderio di vendetta quando seppe, sempre dal suo contatto, che Balalaika era venuta in Giappone con un’ interprete e questi aveva portato con sé una guardia del corpo, una sino-americana tra i venti e i trent’anni, Luak gli chiese una foto di lei e quando la vide la riconobbe era proprio lei, la causa di tutte le sue sventure: Revy Two Hands. La fortuna e al tempo stesso la sfortuna aveva voluto che l’uomo che gli aveva passato le informazioni fosse Chaka il fratello del defunto Kanji in questo modo aveva ottenuto il completo appoggio di questi ma aveva perso anche l’occasione di riuscire a trattare con Balalaika usando Yukio Washimine come merce di scambio. Anche in quell’occasione Revy gli aveva messo i bastoni tra le ruote e questo lo aveva reso solo ancora più inferocito e desideroso di uccidere la mercenaria. Il piano che aveva ideato era perfetto, stava per ucciderla ieri in quel tempio e invece per colpa di una stupida mocciosa tutto era andato a monte. Ma ancora una volta, la fortuna gli arrideva, quella mocciosa che aveva rapito era figlia del sacerdote di quel tempio sicuramente per riaverla gli avrebbe portato Revy su un piatto d’argento oppure Two Hands sarebbe arrivata per riprendersi la sua pistola, in entrambi i casi era pronto. “Allora, non è ancora arrivata?” chiese Luak a uno dei suoi uomini, “No, cosa ti fa pensare che verrà?” “La conosco meglio di se stessa. Verrà” rispose il pirata con un ghigno “E la bambina? Che ne facciamo?” Luak si accese una sigaretta e , con fare seccato, disse: “Finito qui andiamo a uccidere il padre, quanto alla mocciosa conosco un paio di tizi che ci pagheranno il giusto prezzo per averla. A proposito ha detto qualcosa?” “Niente, più muta di un pesce. Non ti da neanche la soddisfazione di strapparle un urlo” “Lasciala perdere, il suo momento arriverà. Gli uomini sono in posizione?” “Sì, quattro sul retro e all’ingresso, pensi che basteranno?” “Arriverà e credimi se ti dico che ce la porteranno impacchettata, l’unica cosa che non so è chi ce la porterà, il padre della mocciosa o…” Il video della telecamera che Luak stava osservando gli diede la risposta. Una macchina si fermò davanti all’ingresso principale dell’edificio e dall’auto scese Rock. Il giapponese aprì il bagagliaio della macchina e fece scendere una donna con un cappuccio sulla testa, Luak poté vedere chiaramente che aveva le mani legate dietro la schiena. “Il suo compagno! Bè era logico. Quel colletto bianco vuole solo uscire dai casini e crede che dandoci la sua amica ci riuscirà. Che stupido!” disse il pirata. Guardò poi, nello schermo accanto e notò che alcuni uomini stavano uscendo dall’ingresso sul retro con dei sacchi che caricavano sul furgone parcheggiato lì dietro. “La solita consegna?” “Sì, questa volta però ci hanno più del previsto” “Poco importa, quel che conta è che abbiano portato i cadaveri” Luak era molto orgoglioso di essere a capo di quell’impresa: usare il piccolo obitorio che si trovava in quell’edificio come centro per smerciare la droga. L’infernale sostanza arrivava chiusa nei cadaveri che quelli di Kousa gli mandavano tramite alcuni loro uomini di fiducia e i soldi uscivano chiusi dentro ad altri cadaveri, preparati in precedenza da lui. Un vero peccato che la morte del boss di Kousa per mano di Balalaika avesse rallentato tutto, ma comunque Chang non avrebbe perso i suoi soldi e neanche i suoi alleati yakuza. “Andiamo a prendere il nostro pacco” disse Luak al suo uomo. Rock portò Revy al centro del laboratorio in cui venivano preparati i cadaveri, lì erano presenti Luak e tutti i suoi uomini, dieci in totale contando Luak e il suo braccio destro. “Ti ho portato Revy, ora lascia andare la bambina e fammi andare via dal Giappone” disse Rock cercando di mantenere un tono di voce autoritario. L’unica cosa che ottenne fu una risata corale di Luak e dei suoi uomini “Non funziona così idiota. Vedi, prima io…” e sparò un colpo diretto alla figura incappucciata che cadde a terra con un tonfo sordo “…Uccido la tua amica, poi ammazzo te e infine ammazzo quel bonzo idiota e rivendo sua figlia a un centro per massaggi tailandese o al miglior offerente. Capito adesso?” “Ho capito che sei un idiota” disse una voce beffarda che Luak ben conosceva. Si diresse stupito verso la donna incappucciata e sentì qualcosa di strano; sopra quel persistente odore di formaldeide di cui era impregnato il laboratorio sentì l’odore di profumo e la cosa più strana era che quell’odore proveniva da Revy. Luak si abbassò su di lei e notò un particolare ancora più strano: unghie smaltate di rosso, Two hands non era la tipa che si profumava figuriamoci smaltarsi le unghie, con orrore afferrò il cappuccio e quello che vide gli fece capire tutto: al posto di trovarsi davanti una sino americana bruna si ritrovò davanti una giapponese bionda ossigenata con del nastro adesivo sulla bocca che lo guardava con gli occhi vitrei e privi di luce tipici di una morta. “E’ UNA TRAPPOLA!” urlò il pirata e nello stesso tempo la sala cadde nel buio più assoluto. Luak sentì poi il rumore di una cerniera che si apriva, una voce che ben conosceva che gli ringhiava: “Questa è mia stronzo!” poi un rumore di vetri infranti che si abbattevano sulla sua testa e la cutlass di Revy che era in mano sua, che gli veniva sfilata dalle dita, prima di cadere nelle tenebre sentì solo spari, urla e la voce di Revy che diceva a intervalli: “Sono qui. No, qui” Uno schiaffo in faccia e un “Sveglia stronzo!” lo riportarono nel mondo dei vivi. Luak si accorse immediatamente di avere le mani bloccate da un paio di manette ma ciò che vide lo lasciò ancor più a bocca aperta e terrorizzato: i suoi uomini erano tutti morti, nove cadaveri crivellati di colpi giacevano nel laboratorio e lei era davanti a lui: Revy two hands era accovacciata a pochi centimetri da lui e lo fissava negli occhi con uno sguardo e un ghigno beffardo. “Ma come…?” “Come abbiamo fatto? Povero idiota, hai fatto tre errori ,il primo darci tutto quel tempo. Un nostro amico ci ha detto che cosa c’era qui e ci ha dato i mezzi per fregarti. Come credi abbia fatto ad entrare?” Revy indicò con un cenno della testa un sacco per i cadaveri e Luak capì tutto: Revy era entrata dentro quel sacco per i cadaveri ed era rimasta lì dentro immobile per tutto il tempo. “Ma questo vuol dire..” Chang lo aveva tradito! Solamente lui e quelli di Kousa sapevano che questo obitorio era usato per smerciare droga, gli uomini che la ritiravano erano di Chang e siccome quelli di Kousa non conoscevano Revy mentre lei e Chang erano in buoni rapporti Luak fece due più due in un secondo. “Chang, maledetto stronzo!” “Bravo hai capito. Sono entrata dalla porta sul retro nel sacco, poi mentre gli uomini di Chang ritiravano soldi e droga io sono rimasta in attesa del segnale di Rock. Chang aveva uomini pronti a staccare la corrente nell’edificio e quando tu hai urlato ho capito che potevo uscire” “Hai detto che ho fatto tre errori , gli altri due quali sono?” Revy si mise in piedi, si appoggiò a un tavolino lì vicino e accendendosi una sigaretta continuò: “Venire mal equipaggiato. Nove uomini per me?! Che cazzo di insulto dovevi portarne di più” “E il terzo?” Revy sogghignò e disse: “Il terzo è il più grosso errore che potevi fare” tirò a Luak un calcio sotto il mento e concluse: “Non avresti dovuto prendere le mie cose” Luak si rimise in piedi sputando sangue “Anche se ammetto di doverti ringraziare, me l’hai rimessa a nuovo” disse Revy indicando le sue cutlass riparate e di nuovo nelle fondine ascellari che portava “Come hai fatto ad ucciderli? Sei azzoppata!” “Vero. Ma al buio i tuoi uomini non mi vedevano, è bastato farmi sentire e quegli idioti si sono ammazzati tra di loro” Ecco perché diceva “sono qui” pensò Luak. Quegli idioti erano caduti nella trappola di Revy e avevano sparato ai loro stessi compagni. “Mi hai catturato perché vuoi sapere dov’è la mocciosa?” “No, lo so già. Infatti gli uomini di Chang l’hanno portata via quando Rock è arrivato. Eri troppo concentrato su di me per non vedere il vero nemico che avevi alle spalle” “Maledizione, maledizione! Fregato da un colletto bianco e da quell’infame cinese! Bè cosa aspetti? Sparami!” Per tutta risposta, Revy gli versò addosso un liquido che era dentro un recipiente e si voltò dirigendosi verso l’uscita. “Mi lasci così Two hands?” Revy si voltò e gli lanciò contro la sigaretta che stava fumando, con orrore Luak vide cosa c’era scritto sul contenitore che la mercenaria gli aveva versato FORMALDEIDE PERICOLO! Revy richiuse le porte dietro di sé mentre Luak urlava e si dibatteva tra le fiamme che lo avvolgevano. “Finito?” chiese Rock seduto sul sedile del guidatore “Tutto a posto” disse la sua compagna sedendosi sul sedile del passeggero “Bella questa macchina. Peccato per la povera Yumi chan” disse Revy. Quando era andata a chiedere a Yasuke il nome della tipa che era con Yamada, lui per fortuna se ne ricordava. Dal nome e dal cognome era stato facile trovarla e costringerla a vestirsi come lei, anche se Revy odiava questo tipo di imbrogli, vedere la faccia che aveva fatto Luak trovandosi legato alla sua mercé era uno spettacolo impareggiabile, anche Rock l’aveva sorpreso, in poco tempo aveva ideato un piano che aveva permesso a tutti di uscirne vincitori. “Andiamo all’aeroporto. Abbiamo un volo che ci aspetta” disse il giapponese con un filo di voce. Evidentemente non voleva salutare Yasuke e Haruka e questo a Revy stava bene, affrontare quella mocciosa e quel monaco era un’esperienza che non voleva assolutamente ripetere.
   
 
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