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Autore: Emma_Swan    17/09/2018    1 recensioni
[Mamma Mia!]
Sono Donna Sheridan e ho scoperto di essere incinta.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Puntini, puntini, puntini... No, il cazzo. 
E' successo. 
Caro diario, la tua Donna Sheridan si deve fermare. E' necessario. Le ragazze sono appena andate via dall'isola, e io ho scoperto qualcosa che a me non poteva succedere. No, non può succedere tutt'ora... Ma penso sia successo. 

Sono incinta
Non so come. Cioè, so come, altroché se lo so: il problema fondamentale non capisco nemmeno se sia effettivamente questo. E' questo? E' il fatto che dentro di me c'è una vita? C'è qualcosa, anzi, qualcuno. Qualcosa che diventerà qualcuno fra nove mesi. Non so. Non è nemmeno trascurabile il fattore chi - cazzo - è - stato 
a mettermi incinta, tipo. Non credi? 
Fatto sta che, in qualsiasi modo la si guardi, sono fottuta. 
Partendo dalle basi, io vivo in quella soffitta che sta cadendo a pezzi: Sofia, la signora greca col figlio particolarmente hippie che canta in modo terribile (ma divertente), è stata già esageratamente gentile a offrirmi di vivere lì, senza pagarle un affitto. Mettere a posto tutto quel caos è compito mio, e dovrò farlo in  tempi molto brevi... O il bambino nascerà in una mangiatoia, e la storia si ripete. 
Il bambino. La mia è una scelta unica, obbligata. E non ho nessuno, davvero nessuno. Chiunque sia stato a compiere furbescamente questo scherzo, questa toccata-e-fuga è andato. 
Sia stato ipoteticamente quello stronzo, farabutto, bastardo di Sam Carmicheal, ormai lo considero morto. E' salpato per tornare da quella bellissima, trascurabile futura moglie. E mi ha lasciata in un caos emotivo che forse, a posteriori, non era così insopportabile tutto sommato. Avrei preferito scendere a patti con la delusione regalatami da Sam, che da tutto questo. Tipo, no? 
E che dire di Bill Anderson? Lui non potrebbe nemmeno assomigliare lontanamente a un padre: è un tutt'uno con la sua bella imbarcazione, quella in cui sono cascata con tutti i piedi... E a quanto pare, non solo. E' partito e forse, dico forse, riapparirà casualmente, come ha fatto poche settimane fa. Bill è così. Appare, scompare. Parte, ritorna. Qualcosa mi dice che non vorrebbe rivedermi in determinate condizioni. Io non voglio farmi vedere in determinate condizioni. 
Harry è totalmente fuori discussione, per una serie di ragioni non scientifiche, e di questo me ne rendo conto: sul serio pensiamo anche solo lontanamente all'ipotesi che quell'inglese tutto impostato, perfettino, quello che fino a prova contraria, ho sverginato io, possa esser capace di riprodursi? No. Non può. In così pochi minuti non è stato in grado di piantare un bambino nel mio utero. No. 

E che dire di lei? O di lui, anzi. E' una possibilità. Entrambe sono possibilità. Ci saranno medici qui a Kalokairi? Intendo, medici specializzati. Qualcuno che possa accertare le condizioni di salute di quello che sta crescendo in me. Mio dio, e chissà da quante settimane poi! 

Il fatto è che sono sola. Fra nove mesi non più, ma in pratica forse lo sarò maggiormente, in modo paradossale. Ho permesso che l'amore mi rapisse durante questa fuga dalla terra ferma, dal continente: sono stata sedotta, ingannata, lasciata da parte in quest'isola, assieme a un cavallo, a delle capre e a una band di musicisti pelosi e... Greci, naturalmente. 
Ma, volendo essere totalmente onesta con me stessa... Sono stata anche una vera ragazzaccia, così direbbe mia madre. Dio, mia madre: per fortuna che le luci di Las Vegas l'avranno totalmente inibita, almeno eviterò che sappia. Ora, fra nove mesi, fra dieci anni. Mia madre in tutto questo non deve neanche figurare. E a proposito, riuscirò a essere migliore di lei? 
Come posso garantire a mia figlia (o figlio, non dimentichiamocelo) di avere accanto una presenza materna che sappia di... Sano? Come farò a negare a me stessa quel che sono, il fatto di essere Donna Sheridan? 
Io non cambio mai. 
Non posso farlo ora. O forse sì? O forse, quando si resta incinta, è la prassi? Cambiare tutto, cambiare se stessi, sovvertire i canoni e mandare all'aria interi sogni e progetti... E' questo che significa prepararsi ad avere un bambino? Se è così, fa schifo. 
Oddio. Ho detto che fa schifo. Ho già sputato sopra la placenta. Al bambino. Insomma, ho già assunto un atteggiamento poco materno: è la fine, sono esattamente come mia madre ancor prima di diventarlo. Fantastico. 
Come dicevo, perché poi mi sono persa: sono stata anche cattiva nei confronti di Harry. Ingiusta, ecco. Sono stata la sua incredibilmente-prima-volta e poi me ne sono andata, ho preso il traghetto e tanti cari saluti. Adieu Paris. Goodbye Harry. Sweet Harry. Povero Harry. 
Ma non potevo fare diversamente, capisci? Proprio no. 
O forse sì, avrei evitato di conoscere Sam, e di innamorarmi. Ma anche in questo caso avrei usato Harry per mio profitto. Sempre ipotizzando sia insita in me la conoscenza del futuro, cosa assolutamente improbabile, considerato il mio stato attuale. 
E Bill Anderson, quell'incredibile, imprevedibile marinaio scandinavo: per lui diventare padre sarebbe una condanna, un'ancora insabbiata e mai più tirata su. 
Non potrei negare a Bill di salpare ancora, ancora e ancora. Non per qualcuno che forse non ha creato lui. 

E quindi siamo rimasti in due. Anzi, in uno e mezzo. Caro mio piccolo... Sacco. No, non sacco, mio Dio perché devo rivolgermi a te così? Tra l'altro sto scrivendo qui, sul mio diario... Non posso rivolgermi a te, a te che sei solo un... Fagiolino. 
Sì, ecco, un piccolo fagiolo. Eppure devi essere qualcosa di più grande, di più importante, se mi stai già facendo rivolgere i tre quarti delle mie riflessioni a te e soltanto a te. 
Fagiolino, sei capitato davvero male: Donna Sheridan, la tua mamma... E' un'illusa sognatrice che pensa ancora di darti da mangiare cantando con le sue due amiche pazze, con le Dynamos. Sì, perché devi sapere che sono a capo di un trio canoro. Ero, probabilmente. Riuscirò a cantare dopo che sarai nato? E se non ci riuscissi, esattamente, come penso di mantenerti? 
La strada è assolutamente in salita, e con la massima pendenza. In questo momento penso di avere un senso di nausea provocato dal fallimento miserabile che rappresento, guardandomi allo specchio, scrivendo queste parole, arrivata io, a questo punto. 
E no, non penso che sia tu ad aver causato il mio fallimento. Anzi, irrazionalmente, per un calore improvviso giunto a sciogliere la nausea e i muscoli del viso contratti in un'espressione di amarezza e malinconia, penso forse che sarai tu il mio riscatto. La mia evoluzione, il mio sogno imprevisto. Qualcosa che non mi sarei mai aspettata, almeno... Non così velocemente. Qualcosa che diventerà qualcuno, e che cambierà la mia vita. 

L'amore, la mia vita. Sarà tutto riassunto in te? E' molto probabile. Sei delle dimensioni di un fagiolino, ho scoperto della tua esistenza da poco eppure ho la strana sensazione di poterti percepire. 
E' tutto così difficile anche partendo dalle basi, anche restando sul lato poetico e musicale della faccenda: rimane il problema, e cioè che tu vorrai mangiare, dormire, piangere a ore improponibili della notte. 
E c'è che anche io vorrò mangiare, dormire e non esser svegliata da un pianto improvviso, immotivato. C'è che io non avevo voglia di capire qualcuno, perché ho ancora la sensazione di non essermi capita, e quindi farei piuttosto schifo provandoci con qualcun altro. 
C'è che tu aprirai poi quegli occhi la mattina e mi guarderai come mai nessuno mi ha guardato finora. C'è che io la mattina mi avvicinerò al tuo viso, al tuo nasino ancora troppo poco pronunciato per capire da chi accidenti potresti averlo preso, e ti guarderò, pensando: "Ecco l'amore, la mia vita." 

Volevo tante cose e forse non le conoscevo ancora tutte abbastanza bene da poterle elencare in una lista dei desideri. Ora tutto quello che ho, sei tu. 
E penso mi basterà. Anzi, mi basterà. Per il resto della vita. 



... Sophie. 
  
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