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Autore: corvonero83    18/09/2018    1 recensioni
"Aveva avuto un unico grande amore nella sua vita.
La danza classica."
Una mia piccola riflessione sugli amori della Vedova, attraverso i pensieri di Natasha.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Steve Rogers/Captain America
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il cuore di Natasha

 

 

“Non puoi scordare dove

Son state le tue labbra

Sai già come sarà

Ma non sai più chi sei

La testa è così piena

Non riesci più a pensare

Che anche senza te

Si possa ancora respirare

Quello che hai appena fatto

Ti ha fatto stare meglio

Chi uccide poi non vuol morire

Uccidi ma non vuoi morire…”

(Afterhours- Ballata per la mia piccola iena)


 


 

Aveva avuto un unico grande amore nella sua vita.

La danza classica.

Aveva messo per la prima volta le scarpette da ballo quando aveva tre anni. Piccola. Troppo piccola per tutti i sacrifici che la attendevano. Ma lei amava quel mondo. Amava il candore del tulle del tutù, amava il modo in cui la preparavano per il palco. Si sentiva una principessa. Acconciata e truccata da adulta. La principessa più piccola che il Bol’šoj avesse mai visto debuttare. Una piccola etoile che suscitava applausi, lacrime di commozione e anche sguardi troppo maliziosi da parte del pubblico maschile.

Ne sei davvero sicura Natasha? Sei convinta che tutto quello che ricordi sia successo davvero?”

Mille volte si era ritrovata grondante di sudore, dopo un incubo spaventoso, a chiedersi se quel passato che per lei era l’unica ancora di salvezza dalla pazzia, fosse esistito davvero o fosse frutto degli esperimenti a cui l’avevano sottoposta.

Aveva avuto un unico grande amore nella sua vita.

La danza.

Ma si sbagliava.

Aveva avuto molti altri amori nella sua vita. Amori reali, veri. In carne ed ossa. E ne sentiva ancora tutti gli odori, ne portava ancora sotto la pelle tutte le sensazioni provate.

Il Soldato D’Inverno.

Tutto era iniziato con lui.

Aveva solo quindici anni quando lo vide la prima volta. Un adolescente irrequieta, un’allieva modello. La migliore, la prescelta.

La futura Vedova Nera.

La Red Room Accademy. Fu li che divenne sua. E fu li che se ne innamorò subito. Bello da lasciare senza fiato. Severo ma comprensivo. E quel braccio di metallo non andava ad intaccare la bellezza innaturale di quell’uomo senza nome.

Maestro. Lo chiamava lei.

Soldato. Lo chiamavano gli altri.

Fu amore a prima vista. Ricambiato. Furono baci, carezze, sospiri; novità per lei ancora inesperta in un mondo destinato a diventare la sua migliore arma segreta.

Fu sesso. Tanto sesso. Passionale, appagante. Clandestino. Le regole della Red Room erano chiare. Il Soldato l'addestrava alla morte, non doveva addestrarla alla rinascita attraverso piaceri sconosciuti che lei immagazzinava in testa. Poco a poco.

Poi furono scoperti. Sorpresi. Puniti. E separati. E non lo vide più. Finché non si ritrovò a dover combattere contro di lui che neanche l'aveva riconosciuta e le aveva lasciato una cicatrice di tutto rispetto. Finché non lo ritrovò in un ragazzo ferito, troppo spaurito e pentito per essere l'uomo spietato che l'aveva addestrata alla guerra nel glaciale inverno russo.

Quando li separarono c'era la guerra fredda e si ritrovò a non avere il tempo di pensare al dolore di quella separazione, alla solitudine e al vuoto di un cuore programmato al distacco dei sentimenti.

E quando pensava di essere diventata arida come un deserto, fredda come ghiaccio polare incontrò Clint.

Un incidente imprevisto che le cambiò la vita. In meglio. Ogni volta che pensava a Clint si toccava il ciondolo a forma di freccia che l'arciere le aveva regalato dopo Budapest.

Già. Budapest.

Tu soffri ancora per Budapest. Vero Natasha? tu sei ancora ferita nell'orgoglio per essere caduta nella sua trappola....”

Doveva uccidere un politico americano. Ma a sua volta aveva alle calcagna un agente dello S.H.I.E.L.D che doveva arrestarla. Ucciderla se necessario. E quell'agente era Clint Barton, noto come Occhio di falco, ex-delinquente che si era convertito alla buona causa.

Clint l'aveva ferita e stava per ucciderla ma poi, poi ci fu uno scambio di sguardi intenso e l'uomo cambiò idea. La nascose in un posto segreto e si prese cura della sua ferita. Parlando. Parlò all'infinito quella sera Clint. Parlò tanto da farle rimpiangere di non esser stata uccisa.

Ma Clint era così e lei ci mise poco tempo a capire come ragionava l'arciere. Quando era nervoso Clint parlava, a sproposito anche. Ma con quel vortice di parole la convinse a conoscere Nick Fury e la convinse ad entrare nello S.H.I.E.L.D dove divenne subito agente di livello 10.

Clint era dolcezza pura. Tutta quella dolcezza che Natasha non aveva mai avuto. Dolcezza che tante volte la allontanava ma dalla quale ritornava sempre. Clint accettava quegli sbalzi di umore, erano due spiriti liberi e l'uomo capì che Natasha non gli avrebbe mai potuto dare quell'amore che lui cercava disperatamente.

Porre un finale alla loro storia fu difficile. E lei non voleva assolutamente assecondarlo in quella scelta.

Consapevole del suo fascino e del fatto che Clint ne era ancora soggiogato, lo tenne legato a se irretendolo nella sua ragnatela. Non voleva essere abbandonata, non ancora. Non da Clint! Ma quando lo vide soffrire, quando capì che lui mai l'avrebbe abbandonata e che era solo un'egoista lo liberò.

E Clint mantenne la promessa, le rimase al fianco come partner e amico fidato per molto tempo.

Con una complicità che destava sospetti in tutti. Forse perché nonostante tutto più di una volta si ritrovarono nello stesso letto a sfogare i loro istinti per poi rimettere la maschera di indifferenza che avevano concordato. Perché lei mai avrebbe potuto dargli quello che voleva.

Continui a ripeterlo a te stessa, Nat. Ma davvero non potevi smettere i panni di Vedova Nera e mettere quelli della brava mogliettina e madre di famiglia?”

Ma ora...ora il suo cuore era in subbuglio. E non a causa di Clint. Ora si trovava a fare i conti con qualcosa che la spaventava, con il cuore che batteva forte, lo stomaco pieno di farfalle svolazzanti. Non aveva più quindici anni. Le farfalle andavano uccise. Tutte.

Un uomo era diventato il suo punto di riferimento. Un uomo con cui aveva combattuto fianco a fianco e che più di una volta le aveva salvato la vita proteggendola con il suo scudo.

Un uomo di un ingenuità pazzesca, timido, dolce. Di altri tempi.

Un uomo forte, determinato e combattivo. Pronto ad uccidersi per la giustizia.

Che non si era trattenuto dal mettersi contro tutto il sistema per difendere il suo migliore amico, nonché ex-Soldato d'Inverno.

Quell’uomo che si chiama Steve Rogers.

Capitano Rogers.

Capitan America.

Steve, semplicemente Steve per lei.

Quell'uomo dagli occhi azzurri lei lo aveva baciato per copertura, quasi per gioco. Ma quelle labbra, con il loro dolce sapore, lei le portava ancora cicatrizzate sulle sue.

Riprenditi Natasha! Non sei più una ragazzina di quindici anni, ingenua e inesperta. Hai fatto capitolare uomini potenti...”

Il fatto che in quel bacio, che doveva essere finto quasi una cosa divertente tra loro due, lui ci mise un incontro di lingue non necessario la fece tremare. Non era da lui fare certi giochetti. Non era da Capitan America!

La colse di sorpresa e sopratutto lui non ne parlò mai in seguito. Ne le diede spiegazioni.

Si sentiva di gelatina ogni volta che lo aveva vicino, sentiva il cuore vibrare. Sentiva una voglia strana salirle dalle viscere al cervello. Voglia di lui. Pura e semplice voglia di lui. Di quel corpo scultoreo. Di quegli occhi puri. Di quelle labbra morbide. E con lui non riusciva a giocare. Perdeva la sua sicurezza.

Lui la disarmava.

Per questo dopo quello che era successo con Tony si era allontanata. Per salvarsi. Perché in quello scontro, alla fine, si era ritrovata a difenderlo e ad aiutarlo.

Doveva stare lontano da Steve. Le sue premure la mandavano in bambola. Steve la prendeva per mano quando dovevano scappare, Steve la proteggeva con il suo scudo abbracciandola mettendo se stesso in secondo piano. Non che Clint non lo facesse, anzi. Ma era un modo diverso. Clint sapeva che lei da sola ce l’avrebbe potuta fare sempre e comunque. Steve no. Steve la trattava sempre come una principessa che doveva essere salvata. E non perché la credeva debole ma solo perché sentiva di doverla proteggere e a lei questo piaceva. Avrebbe dovuto incavolarsi e prenderlo a male parole ma non ci riusciva perché la premura di Steve le piaceva.

Ma era anche un supplizio. Doveva ritrovarsi. Ritrovare se stessa.

Doveva pensare al suo cuore prima di tutto. Doveva capire se i suoi sentimenti erano davvero veri e soprattutto capire se gli occhi di Steve erano sinceri. Perché lei in quell’azzurro puro leggeva brama, desiderio. Lo stesso desiderio che stava consumando lei.

Le avevano fatto credere di avere avuto un unico vero amore nella sua vita. Ma avevano fatto male i conti. Il cuore non mente e Natasha il suo cuore lo sentiva fremere pericolosamente.

Doveva scappare.

Ma non era un addio, era un arrivederci. Perché quello che voleva fosse suo la Vedova Nera prima o poi lo prendeva.

Sempre……


 


 

P.S: i personaggi non mi appartengono ma sono della Marvel. La riflessione è frutto della mia testa malata!

  
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