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Autore: MatsuFla    21/09/2018    1 recensioni
Ho sempre avuto scolpito nella testa un mio personale film su come siano andate "realmente" le cose tra Cam e Noel dietro le quinte di Shameless. Forse perché non riesco ad accettare che la foooorte chimica che c'è tra di loro dipenda solo dalla loro bravura come attori. Ho preso da internet vari spunti, delle loro interviste e tweet etc. e ci ho ricamato intorno. Questa è la mia versione della storia... ma non escludo che sia potuta accadere davvero! ;)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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"Dove stiamo andando?"
"Lo vedrai."
Noel era seduto sul lato passeggero con gli occhi puntati sul  ragazzo rosso concentrato invece sulla strada che stavano percorrendo ormai da alcuni minuti.
"Dove hai preso quest'auto?"
"Me la sono fatta prestare."
"Da chi?"
"Uno dello staff."
"È lontano questo posto?" 
"Non proprio."
Vista la poca disponibilità al dialogo del suo interlocutore, il moro si mostrò esitante nel continuare a fare domande, ma la sua perplessità era ben espressa dal sopracciglio che continuava ad andargli su e giù sulla fronte.
"Eccoci arrivati." Disse spegnendo il motore dopo aver accostato.
"Ma questo è-" Noel sgranò gli occhi nel vedere quello che aveva davanti.
"Il confine messicano!" Lo precedette Cam con un enorme sorriso stampato in faccia, poi scese dalla macchina lasciando l'altro a chiedersi cosa ci facessero là.
Dopo poco anche Noel scese dall'auto e raggiunse il ragazzo seduto sul cofano.
"È qui che gireremo domani?" Chiese prendendo posto accanto a lui.
"Si. Vorrei solo... voglio ricreare una versione alternativa del finale, una solo per noi, dove attraversiamo il confine insieme..." Cam continuò a tenere i suoi occhioni sognanti e malinconici fissi sul confine, mentre un paio di occhi di un blu intenso erano puntati su di lui.
"... e dove tu non indossi una gonna!" Si voltò verso Noel sorridendo, alleggerendo l'atmosfera un po' tesa.
"Anche se hai delle belle gambe!" Aggiunse continuando a canzonarlo, guadagnandosi una spallata dal più basso.
"Sei proprio uno stronzo!" Risero di gusto, poi il moro tornò serio.
"Vuoi davvero oltrepassare il confine?"
Cam annuì dolcemente in silenzio. Noel alzò lo sguardo al cielo, osservò le stelle per qualche minuto e respirò profondamente, poi saltò giù dal cofano e gli si parò davanti.
"Ok, guida tu."
Il rosso, colto di sorpresa, lo guardò sbigottito e, approfittando del silenzio di quest'ultimo, il moro continuò a recitare le sue battute.
"Che problemi hai? Andiamo. Mettiti al volante, guida quella cazzo di macchina!"
Le labbra di Cam erano già tirate in un lieve sorriso che cercò a fatica di trattenere, ma rimase in silenzio a gustarsi il dolce suono di quelle parole.
"Hey, siamo ad un passo dal traguardo." Disse accorciando la distanza tra loro.
"Voglio solo che vieni con me." Ora sembrava quasi che Noel parlasse seriamente.
"Mi avevi già convinto al 'guida tu'!" Il rosso gli prese il volto tra le mani e lo schiantò sul suo in un bacio a stampo estremamente energico.
"Ti seguirei ovunque. Sei tutto ciò di cui ho bisogno!" Sussurrò prima di liberarlo dalla sua presa.
"Allora sali su quella cazzo di macchina."
Dopo un altro bacio veloce salirono in auto, si diressero verso il confine e in un lampo furono dall'altra parte. Subito accostarono e si scambiarono uno sguardo complice e compiaciuto che fu seguito da un bacio.
"Ti amo." Sussurrò Cam sulle sue labbra appena si staccarono.
"Dilo otra vez e te hago tragar tu verga." Disse Noel ammiccando, spiazzando completamente l'altro che esibì il ghigno di chi gli avrebbe dato volentieri un pugno sul naso per aver rovinato un'altra volta l'atmosfera.
"Scusa, ma finché siamo qui in Messico volevo approfittarne per sfoggiare le mie conoscenze di spagnolo! Quando mi ricapita?" Rise facendo spallucce.
"Vaffanculo, Fisher!" Il rosso allontanò Noel con uno spintone che quasi gli tolse il fiato per la forza del colpo contro il suo petto, ma sotto il broncio del ragazzo vide chiaramente un sorriso.
"Vieni qui." Il moro, vincendo sulle proteste dell'altro, lo attirò a se e lo strinse in un bacio che gli valse come una richiesta di perdono pienamente accordata.
"Ho fame, vogliamo andare?" Propose il più giovane.
"Si, rischiamo di fare tardi."
Cam girò la chiave ed imboccò la strada dritta dinanzi a loro.
"Eeeeh Cam, il Texas è dall'altra parte!"
"Lo so, ma noi non stiamo andando in Texas." Tornò ad adottare un tono canzonatorio e scoppiò a ridere nel vedere lo sguardo confuso che gli stava rivolgendo Noel.
"Credevi che sarei arrivato fin qui solo per attraversare il confine con te?"
Noel annuì scuotendo la testa in modo scomposto, quasi fosse una risposta scontata.
"Ti porto ad un appuntamento."
"Cosa?"
"Intendo un'uscita in cui andiamo in un bel ristorante e ci mettiamo una camicia e mangiamo bene, con le posate!" Ridacchiò, poi continuò noncurante del silenzio attonito dell'altro.
"Ammenoché tu non voglia mangiare tacos, in quel caso dovremmo usare le mani!"
Noel continuava a fissarlo mentre sproloquiava, era incantato dalla sua voce entusiasta e da quel sorriso luminoso al punto che aveva smesso di ascoltarlo preferendo assecondare le fantasie che avevano iniziato ad affollargli la testa su come potesse essere un vero appuntamento con Cam, da soli in Messico.
"Preferisci empanadas o quesadillas? O potremmo prendere il ceviche! Tranquillo, ho già avvisato che non saremmo tornati per cena." Cercò di rassicurarlo il rosso vedendolo assorto nei suoi pensieri.
"Io vorrei assaggiare i tamales." Lo assecondò in fine Noel, presto convinto da quell'idea un po' folle.
"Ok allora!" Canticchiò Cam felice.
"Vedo su internet qualche buon ristorante qui vicino."
"No, non ce n'è bisogno. Un mio amico è stato in vacanza qui il mese scorso e mi ha parlato di un bel posto. È un po' lontano ma ne vale la pena."

"Mi hai fatto mangiare troppo, sto per scoppiare!"
"Ah certo... ecco perché hai voluto prendere anche il dolce."
"Passando da quella bancarella di churros non ho potuto resistere!"
Ci avevano messo alcune ore ad arrivare ma il tempo in macchina era volato, avevano parlato degli argomenti più svariati senza però menzionare mai Shameless o il fatto che mancasse solo un giorno alla fine delle riprese.
"Questo coso è davvero buono!" Farfugliò Noel con la bocca piena.
"E tu che non volevi prenderlo..."
"Mi sono ricreduto, come mi sono ricreduto su questo viaggio. Sì insomma, credo ancora che sia stato un po' folle... ma guarda dove siamo! Questa spiaggia è stupenda!"
Dopo cena, con suo grande piacere, Noel aveva scoperto che l'appuntamento non era ancora finito. Erano da qualche parte nello stato di Tamaulipas e Cam lo portò a fare una passeggiata su una delle tante spiagge caratteristiche di quella zona.
"Te lo immagini come sarebbe vivere qui?" Iniziò a fantasticare Cam.
"Certo! Sole tutto l'anno, non dovremmo più gelarci il culo, solo sandali e tequila."
"La spiaggia... noi..." Lo anticipò il rosso.
La spiaggia era deserta e piuttosto buia, illuminata solo dalla luna e alcune luci provenienti dalle villette a schiera che si susseguivano lungo tutta la lunghezza della costa. I due ragazzi camminavano lentamente fianco a fianco, ascoltando il rumore del mare e gustandosi ciò che rimaneva delle loro pastelle fritte spolverate di zucchero. Approfittando dell'oscurità Noel cercò la mano di Cam e intrecciò le loro dita, quando l'altro si voltò di scatto verso di lui, sorpreso ma sorridente, il più basso gli posò un bacio sulla spalla, poi rispondendo al sorriso lo attirò a se e lo baciò sulle labbra.
"Grazie per... tutto, Cam! È perfetto!"
"Potrei dirti che qualsiasi momento, se trascorso con te, è perfetto ma... sarebbe troppo gay, non credi?" Cam arricciò il naso in una smorfia divertita.
"Credo che ormai siamo decisamente troppo oltre, non potremmo essere più gay di così!" Noel fece spallucce ridacchiando.
"Forse... c'è qualcosa... che vorrei tanto e che renderebbe questo momento veramente perfetto." Il tono del rosso ora era ammiccante.
"Ah si? E cosa?... E Cam, nel rispondere tieni conto che ci troviamo in un luogo pubblico!"
"Pubblico ma deserto... e comunque non farti strane idee, io volevo solo il tuo churro!" Lo disse con l'aria da finto innocente che poco riusciva a nascondere il sorriso malizioso.
"Oh sì, so perfettamente cosa vuoi. Non ci pensare nemmeno!"
Allora Cam allungò il braccio, gli rubò l'ultimo pezzo di spuntino dolce dalle mani e corse via lasciandolo incredulo a bocca aperta.
"Cam! Torna subito qui, brutto ladro di churros!" Iniziò ad inseguirlo.
"Dovrai correre più di così se vuoi riaverlo, ho le gambe molto più lunghe delle tue!"
"Tu il tuo lo hai già mangiato! Ridammelo!"
"Non mi prenderai mai!" Si fece rincorrere per tutta la spiaggia, poi rallentò perché l'unica cosa che voleva in realtà era farsi prendere.
Noel finalmente lo acchiappò per un braccio e Cam, perdendo l'equilibrio, cadde trascinandosi dietro l'altro. Rimasero stessi con la schiena sulla sabbia fredda per riprendere fiato, solo le loro risatine riempivano il silenzio.
"Avresti mai pensato all'epoca... che saremmo finiti qui?" Noel sorrise per aver rubato la battuta a Mickey, ma smise subito quando vide l'espressione seria sul volto dell'altro.
"Avrei voluto risponderti..." Cam aveva gli occhi rivolti al cielo, tristi.
"Eh?"
"In quella scena... Mickey si meritava una risposta, si meritava di sentirsi dire che anche lui gli era mancato..." Il più giovane continuò e a Noel mancò il fiato.
"Perché a Ian Mickey è mancato tanto!" Cam sentì lo sguardo del moro sulla sua pelle ma continuò a fissare il cielo.
"Sceneggiatura del cazzo!" Sbuffò il rosso dopo un po'.
"Pensavi mai a me? Quando ero in prigione?" Esordì il più grande interrompendo un lungo silenzio. A Cam ci volle un solo secondo per capire quali fossero le intenzioni di Noel, voleva correggere l'ennesimo errore che gli scrittori li avevano costretti a fare.
"Tanto." Lo assecondò.
"Quanto cazzo mi sei mancato."
"Mi sei mancato anche tu. Potremmo anche stare lontani kilometri e kilometri per anni interi, ma non ti dimenticherei mai. Io ti ritroverò sempre per riprendere dal preciso momento in cui ci hanno separato."
Dopo aver sentito quelle parole, sussurrate con quegli occhioni verdi puntati addosso, Noel afferrò con veemenza il collo della felpa di Cam intrappolandolo in un bacio da film vietato ai minori senza nessuna possibilità di sottrarsene... tanto non lo avrebbe fatto per nessuna ragione al mondo!
"Hey, siamo in un luogo pubblico, sarà meglio andare." Disse il rosso con rammarico.
"Pubblico ma deserto... restiamo ancora po'." Rispose il moro facendo ridere l'altro.
L'atmosfera si era decisamente surriscaldata quando di colpo i bollenti spiriti di Cam furono stroncati dalla mano gelida che gli si infilò sotto i vestiti.
"Gesù, Noel, hai le mani gelate!"
In altre occasioni non ci avrebbe fatto neppure caso, perché la sua pelle era abbastanza bollente da poter scaldare qualsiasi mano, ma in quel momento si preoccupò che l'altro avesse freddo.
"Scusa, avresti dovuto avvisarmi così avrei portato una giacca più pesante."
Si convinsero che era meglio andare via, più che per il freddo lo fecero per non correre il rischio di essere arrestati per atti osceni in luogo pubblico, perché era così che sarebbe andata a finire.
"Sarebbe stato comodo ora come ora avere a disposizione una di queste." Noel allungò il braccio facendo segno verso le villette.
Ogni addio che si rispetti dovrebbe prevedere 'un'ultima volta' speciale e romantica, giusto per rendere poi ancora più dura la separazione. Dopo il tentativo fallito della notte precedente non avevano più parlato della possibilità di andare a letto insieme, non avevano deciso esplicitamente di fare sesso ma nemmeno di non farlo, a loro non era mai servito doverne parlare, succedeva e basta, in modo del tutto naturale e fuori dal loro controllo.
"Seguimi." Disse Cam all'improvviso dirigendosi verso una villetta con le luci spente, poi salì fino alla porta d'ingresso e iniziò a guardarsi attorno.
"Cam? C-che stai facendo?"
"Cerco qualcosa per forzare la serratura." Disse mentre rovistava tra i vasi e i nani da giardino che abbellivano il portico.
"Che??? Ma sei impazzito?!" 
"Siamo in Messico, non è così insolito qui." Sembrava aver trovato quello che gli serviva così iniziò a trafficare con la serratura.
"No, no, no, sono più che sicuro che introdursi in casa di qualcuno sia contro la legge anche qui, Cameron! Vieni via immediatamente!"
"Su Noel, tira fuori il Milkovich che c'è in te!"
Quando Noel vide la porta della villa aprirsi, nel panico più totale, salì le scale del portico e raggiunse il rosso nel disperato tentativo di fermarlo. Afferrandolo per le spalle lo strattonò energicamente girandolo verso di se e fu allora che vide tra le sue mani pallide una piccola chiave luccicante.
"Hai trovato la chiave?" Chiese meravigliato, le gambe che ancora gli tremavano.
"Non l'ho 'trovata', sapevo che era lì da qualche parte." La sua espressione tranquilla era in netto contrasto con quella di Noel che invece, dopo esseri colorato di tutte le sfumature di blu per la paura, ora sembrava più che altro estremamente confuso.
"Quando ho chiamato per affittarla il proprietario mi ha detto che l'avrebbe lasciata sotto 'Dotto'... ma chi diavolo sa quale di questi nani è Dotto?!"
"L'hai affittata?" Singhiozzò Noel, mescolando sollievo e irritazione in ugual misura.
"Voglio dire... non poteva essere Brontolo o Cucciolo?" Continuò Cam, ignorandolo di proposito per continuare a punzecchiarlo.
"T-tu l'hai af-fi-ta-ta?!" Noel iniziò sillabare, colpendolo a ritmo con pugni su qualsiasi punto del suo corpo riuscisse a raggiungere.
"Avresti dovuto vedere la tua faccia!" Cam iniziò a ridere senza contegno.
"Sei pro-prio uno stron-zo! Sta-va per ve-nir-mi un col-po!" E ancora pugni.
"Credevi davvero che... ahi... che avrei davvero... ahi..." Non riuscendo a parlare per il troppo ridere, cercava almeno di ripararsi dalla pioggia di colpi che Noel continuava a sferrargli.
"Vuoi entrare oppure no?!" Disse una volta che fu riuscito a bloccargli i polsi.
Il ragazzo era ancora un po' scosso, ma guardando in quegli occhi verdi ammiccanti ritrovò subito la calma e, dopo avergli assestato un ultimo colpo, entrò in casa.
"Comunque Dotto è il nano con gli occhiali, sei davvero ignorante." Puntualizzò Noel fingendosi ancora stizzito.
"Se lo dici tu... sei tu l'esperto di 'nani', giusto?" Ovviamente il rosso enfatizzò quel 'nani' alludendo alla statura dell'altro.
"Ne vuoi ancora Monaghan? Se non la smetti tiro fuori il Milkovick che c'è in me sul serio!" Il moro lo sfidò alzando le sopracciglia il più possibile.
"Non vedo l'ora!" Rispose mordendosi il labbro inferiore e in meno di un secondo i due si ritrovarono avvinghiati, così stretti da non riuscire a respirare.
"Quando hai organizzato tutto questo?" Si staccò appena per parlare.
"Ti ho già detto che un mio amico è venuto qui in vacanza?"
"Mh mh." Noel tornò ad unire le loro labbra e il rosso dovette parlare tra un bacio e l'altro.
"Mi ha raccontato di questo posto stupendo..." 
Baci.
"E quando ho saputo che eravamo vicini a Tamaulipas..."
Altri baci.
"Gli ho chiesto un po' di cose..."
Ancora baci.
"Mi sono bastate un paio di telefonate."
"Ringrazia il tuo amico da parte mia."
Si trascinarono da una parte all'altra della stanza, troppo presi dalla passione per badare a dove andavano a sbattere, finché il moro non si trovò con le spalle contro ad un muro con il più giovane incollato addosso.
"Stiamo per farlo?" Noel sussurrò tra le labbra ancora collegate.
"Non lo so, lo faremo?" Cam si allontanò di pochi centimetri in modo da poterlo guardare negli occhi, ma senza aspettare una risposta continuò.
"Io voglio farlo." E riprese a baciarlo.
"Allora lo faremo." Disse il moro annuendo.
"Tu hai ancora voglia di farlo?" Cam esitò, la sua voce divenne tremolante.
"Io si, ma inizio a dubitare che tu lo voglia."
Da quando lo aveva rivisto, Cam era passato dall'eccitazione all'isterismo, dalla paura alla beatitudine assoluta, un ciclo di emozioni che era andato avanti per quasi tre giorni portandolo vicino a perdere la testa. Lo stesso Noel non era stato in grado di realizzare appieno quello che stava succedendo non avendo avuto abbastanza tempo per pensarci.
"Se non vuoi farlo..." Disse Noel dolcemente, ma venne subito interrotto.
"Cazzo, no! Non è quello, è che..." E Cam fu interrotto a sua volta.
"Lo so."
Avevano cercato di ignorare l'enorme macigno che gli pesava sul petto, c'erano così tante parole non dette, così tante scuse rimaste incastrante in gola.
"Io vorrei..." Ci riprovò il rosso ma non riuscì a continuare.
Noel passò le braccia attorno alle sue spalle e gli spinse la testa nell'incavo del proprio collo, era il suo modo per consolarlo e fargli sentire la sua presenza, sembrava dirgli 'io ci sono, ci siamo dentro insieme', perché per lui non era poi così difficile capire perché Cam stesse in quel modo.
"Lo so." Ripeté poi guardandolo dritto negli occhi.
"Ma Cam, abbiamo passato una serata meravigliosa... smettiamola di pensare e godiamoci il tempo che ci resta, okay?"
"Okay." Acconsentì, sorridendo dolcemente e facendo battere forte il cuore nel petto a Noel.
"Ora... vuoi mostrarmi la camera da letto?"
Il più giovane ridacchiò, finalmente. Noel fu felice di sentire la sua risatina rinfrescante riempire la stanza, voleva davvero che si godesse quei momenti.
"Mi sembra la conclusione per-fet-ta per l'appuntamento per-fet-to che ho organizzato!" Uno scintillìo malizioso negli occhi verdi.
Stringendolo a se il più alto lo accompagnò lentamente in camera. La stanza era molto carina ma i due non lo notarono minimamente!
"Sto iniziando a pensare che questo fosse il tuo piano fin dall'inizio, volevi solo portarmi a letto, Monaghan?!"
"Pff! Per chi mi hai preso?" Cam fece finta di essere scioccato.
"Penso che sei un piccolo bastardo insaziabile."
Un sorriso a trentadue denti si dipinse sulla faccia di Cam che subito dopo, in un secondo, lo scaraventò a sedere sul letto.
"Ti stai lamentando, Fisher?" Il ragazzo fece una smorfia alzando un sopracciglio prima di iniziare a spogliarsi. L'attenzione di Noel fu subito catturata dalla figura nuda di Cam impettito ai piedi del letto. Sotto la sua pelle cosparsa di lentiggini sbiadite risaltava prepotentemente un pacco da sei addominali ben scolpiti, tutti i muscoli allenati che convergevano verso il basso in una 'V' che puntava direttamente al rigonfiamento nei suoi boxer.
Era perfetto!
"Dacci dentro puttanella!(Get the lube, bitch!)" Rispose con enfasi, leccandosi maliziosamente le labbra.
Si, Noel si rese perfettamente conto di quanto fosse irrimediabilmente gay in quel momento... ma chi mai avrebbe potuto lamentarsi?!
Cameron cercò di concentrarsi sul fatto che Noel era lì con lui, non volendo pensare al passato o al futuro. Erano insieme. Finché era tra le sue braccia nient'altro aveva importanza!
Il ragazzo si tese in avanti verso le labbra dell'altro che era rimasto seduto a guardarlo incantato, iniziò a baciarlo e Noel lo lasciò fare, abbandonandosi al suo ritmo, ai suoi modi, alla sua fantasia. Il moro iniziò ad indietreggiare finché, una volta raggiunto il cuscino, si mise disteso mentre il rosso lo seguì gattonando e facendosi largo con le mani tra le sue gambe. Cam armeggiò per qualche secondo con la cintura, poi gli sfilò abilmente i pantaloni e i boxer in un colpo solo passando poi alla camicia. Sbottonando lentamente un bottone alla volta il rosso non riuscì a trattenersi, leccò, morse e baciò ogni centimetro di pelle che scopriva e salendo lungo il torace tracciò una scia di succhiotti che non facevano altro che urlare che quel corpo gli apparteneva. Lasciò che le mani di Noel vagassero sulla sua pelle morbida fino a farsi strada attorno al suo collo, lo afferrò delicatamente e lo sollevò per portare i loro visi alla stessa altezza. Travolto dal calore e l'attrito tra loro Cam lo baciò prima famelicamente, poi le sue labbra pian piano rallentarono, si fecero più leggere, più dolci, godendosi ogni secondo. Desiderava imprimere quel momento nella memoria di entrambi, perché non avrebbero potuto far altro che vivere di ricordi e quello doveva essere il migliore fra tutti. Lo baciò dappertutto, la bocca, il naso, la linea liscia della mascella, la fronte; le sue mani, che prima stringevano forte il viso del moro, ammorbidirono la presa ed iniziarono ad accarezzargli dolcemente ora le guance, ora i capelli, ora il collo teso.
Cam si muoveva su di lui, strusciandosi sensualmente, i loro inguini a contatto e Noel già non ce la faceva più. Il rosso gli diede i suoi tempi e quando fu pronto si drizzò sulla schiena mettendosi in ginocchio, poi afferrandolo per il bacino lo sollevò ed iniziò ad affondare dentro di lui. Noel tentò di rilassarsi il più possibile, teneva le gambe larghe, tremanti per lo sforzo, i piedi piantati sul materasso con le lenzuola accartocciate intorno ad essi. Dopo alcuni minuti di movimento dolce ma deciso il modo in cui Noel gemette mostrò a Cameron che il dolore aveva lasciato il posto al piacere, così le spinte divennero forti e precise, ma non troppo veloci, altrimenti sarebbe finito tutto troppo presto. Il tessuto frusciò quando il ragazzo spinse indietro la testa corvina sul cuscino, strinse le lenzuola con entrambe le mani mentre il rosso premeva contro di lui un po' di più ogni volta. Continuando ad accompagnare con forza il bacino del moro verso di se il più giovane vide le proprie dita lasciare il segno sulla pelle candida del ragazzo sotto di lui che tremando di piacere si inarcava e andava incontro alle sue spinte. Nella stanza risuonavano solo i gemiti che Noel non riusciva più a trattenere; quei rumori che Cam amava tanto, e che conoscendo quel tono di voce sapeva fossero il segno che il ragazzo era vicino al limite, gli tolsero il fiato al punto da fargli perdere il ritmo delle sue spinte.
"Di più." Un ultimo gemito implorante sfuggì dalle labbra del moro mentre una delle sue mani si allungò ad afferrare una natica di Cam per spingerlo più a fondo.
Un altro paio di spinte lente e poi lo spilungone obbedì, si chinò su di lui cercando di non gravargli troppo addosso reggendosi con gli avambracci poggiati sul cuscino, ai lati della sua testa tinta di nero. Il rosso iniziò ad aumentare la forza e l'intensità dei movimenti accrescendo così la frizione sull'erezione di Noel intrappolata fra i loro corpi sudati, poi lo baciò con disperazione e l'altro ricambiò allo stesso modo sentendo montare l'orgasmo. Sembrava che per tutta la vita non avessero fatto altro, Cam dentro Noel e il moro stretto al rosso, perfettamente consapevoli di come far raggiungere all'altro vette di piacere mai conquistate prima. Il ragazzo sotto strinse più forte le gambe ai fianchi dell'altro, con le sue mani aggrappate alla schiena bollente del corpo che lo sovrastava sentì i muscoli scattare per lo sforzo, allungò un braccio per scostargli una ciocca di capelli rossi che gli cadeva sulla fronte e Cam nascose il viso nell'incavo del suo collo. Chiuse gli occhi per un attimo, ispirò profondamente l'odore del moro e lo fece suo, poi se lo strinse addosso ancora di più, sperando che il suo profumo gli rimanesse attaccato alla pelle. Quel ragazzo gli era entrato dentro più di quanto avrebbe mai pensato e si era preso tutto di lui.
"Noel." Ansimò.
Noel gli afferrò la nuca con una mano e lo trattenne lì per qualche secondo, poi strinse le dita tra i capelli e li tirò portandogli indietro il capo in modo da potersi guardare l'un l'altro mentre si muovevano, così da poter vedere le loro espressioni quando si amavano. Cam lo fissava con occhi lucidi e quando il verde si sciolse nel blu il moro lo avvicinò a se fino a far toccare le fronti e sfiorare i nasi.
"Ti amo, Cam." Il pollice scorreva sulle labbra carnose del rosso mentre l'altra mano scivolava giù dai capelli a tracciare disegni sulla sua guancia. 
Non li avrebbe dimenticati quegli occhi verdi e quel sorriso dolce, non avrebbe dimenticato la loro prima volta insieme ne l'ultima, i suoi sentimenti sussurrati nel momento in cui si erano uniti. Non avrebbe dimenticato mai nulla.
"Ti amo anch'io, Noel." Si tuffò sulle sue labbra e sorrise nel bacio.
Ancora poche spinte, più lente e profonde perché Cam sapeva che erano vicini al limite, e il piacere li colse nello stesso momento scuotendoli completamente mentre si muovevano ancora in sincronia.
Cameron gli venne dentro, lasciandogli un pezzo di se senza chiedergli il permesso, lo marchiò, mentre Noel si liberò sui loro stomaci. Esausti ondeggiarono nelle scosse di assestamento, assaporando quella sensazione indescrivibile. Il rosso gli si sdraiò addosso poggiando il capo sulla sua spalla, respirando il loro odore ormai fuso e Noel lo abbracciò stretto e gli posò un bacio fra i capelli. Il più giovane restò completamente immobile sopra di lui per un momento, solo il suo respiro pesante a solleticargli la pelle sotto le orecchie. Quando ebbe riacquistato un po' di controllo del suo corpo dagli spasmi lo baciò per un tempo indefinito mentre si godevano i postumi.
Ripresero a respirare lentamente, accarezzandosi, coccolandosi in un abbraccio pieno di calore e affetto, innamorati.
Si amarono totalmente, per ore, e capirono che niente avrebbe potuto renderli più completi di loro due uniti in quel modo, nel corpo e nell'anima.
Fecero l'amore così, con il dubbio che si trattasse dell'ennesimo errore, l'ultimo di una serie di sbagli maledettamente simili fra loro, ma con la segreta speranza che chissà, magari un giorno, sarebbe potuto ricapitare ancora.

Noel si godeva la vista della spiaggia che si scorgeva dalla vetrata che dava sul balcone, mezzo sdraiato sul letto con la schiena per metà sollevata sulla spalliera, era intento ad accarezzare la testa rossa che riposava sul suo petto dandogli la nuca. La testa rossa in questione si lasciava cullare dal respiro regolare del corpo sotto di lui sul quale era addossato. In passato aveva dormito beatamente tra quelle braccia ma quella sera i mostri che lo tormentavano appena chiudeva gli occhi glielo impedivano, così cercava di scacciarli concentrandosi sul battito di quel cuore che sembrava essere l'unico mantra in grado di calmarlo. All'improvviso Noel avvertì il respiro di Cam diventare irregolare e poi nel silenzio lo sentì sussurrare.
"Resta."
Il rosso si aggrappò a lui mentre prendeva consapevolezza della triste realtà, era una notte d'addio e non una di quelle in cui la mattina dopo si sarebbero risvegliati insieme per poi tornare a farlo altre cento volte. No, dopo quel giorno si sarebbe svegliato senza di lui per il resto della sua vita.
"Cam..." Provò a dire il moro prima di avvertire le lacrime del ragazzo bagnarli la pelle.
Noel si rese conto di quanto il ragazzo avesse silenziosamente portato sulle spalle le sue angosce per tutto quel tempo, tutte le volte che lo aveva rincorso quando era vigliaccamente fuggito via da lui, e quando ogni volta che tornava lo aveva accolto dolcemente tra le sue braccia con il suo sorriso rassicurante e la costante fiducia nel fatto che, insieme, sarebbero riusciti a superare ogni ostacolo. Cameron aveva messo da parte se stesso, aveva cercato in ogni modo di rimanere con lui, anche se comportandosi in quel modo aveva ferito se stesso.
Lo abbracciò per confortarlo ma sentirselo addosso fu anche peggio, Cam iniziò a singhiozzare sentendo che il suo amico, il suo amante, il suo amore era lì a stringerlo tra le sue braccia.
"Noel, resta con me." Gli disse soffocando un singhiozzo contro la sua clavicola.
Il moro se lo tenne stretto mentre l'altro, preso dallo sconforto, gli inveiva contro battendo i pugni sul suo petto. Noel lo lasciò sfogare continuando ad accarezzargli la nuca e pregando di non cedere alla tentazione di piangere come desiderava tanto fare, perché voleva essere la sua roccia, il pilastro che avrebbe retto il dolore di entrambi. Noel prese il viso di Cam fra le mani supportandogli il capo e sospirando di sollievo quando il ragazzo si appoggiò al suo tocco senza opporsi, lo sollevò e con il suo volto lentigginoso in lacrime davanti agli occhi gli asciugò con delicatezza le guance rigate con i pollici e iniziò a parlargli dolcemente.
"Io sono innamorato di te, probabilmente lo sono sempre stato." Disse senza esitare.
Vide gli occhi di Cam riempirsi un'altra volta di lacrime, il che rese più difficile continuare, ma si fece forza e proseguì.
"Voglio che tu sappia che non avresti potuto amarmi meglio, mi hai regalato i giorni più belli della mia vita e mi hai reso felice. Ma ora dobbiamo andare avanti con le nostre vite e cercare di essere felici in altri modi, anche se non saremo più insieme. Cam, promettermi che continuerai a sorridere anche quando in realtà vorresti piangere e io farò lo stesso. Non privare il mondo del tuo meraviglioso sorriso, me lo prometti?"
Cam annuì tenendo fede sin da subito alla sua promessa, rispondendogli con un sorriso anche se dentro si sentiva morire.
"Io ti amo." Noel scandì piano ogni suono, come se con le parole fosse impossibile esprimere appieno quello che provava.
"Cam, qualunque cosa accada... QUALUNQUE... ricordati che io non smetterò mai di amarti." Fece l’impossibile per non far spezzare la voce.
"Questa è una cosa che so non potrà mai cambiare. Non riuscirò mai ad amare qualcuno come amo te adesso. Tu sei l’uomo della mia vita e questo non cambierà mai." I suoi occhi si alzarono verso il soffitto per impedire alle lacrime di scendere.
Sapevano entrambi come sarebbe finita, lo avevano stabilito loro stessi, era così che dovevano andare le cose. Per qualche crudele scherzo del destino per loro amarsi non era abbastanza, non bastava per poter rimanere insieme. Cam lo sapeva, ma non riusciva ad accettarlo, sarebbero potuti stare insieme anche una vita intera e di lui non ne avrebbe mai avuto abbastanza.
"Dillo ancora Fisher." Soffiò con un filo di voce tornando ad affondare il voto nel petto di Noel.
Il moro gli si avvicinò, lo strinse più forte e portò le labbra al suo orecchio per ripeterglielo ancora, per tutte le volte che non avrebbe potuto farlo in futuro.
"Ti amo, Cameron. Io ti amo. Ti amerò per sempre."
Il ragazzo sembrò calmarsi a poco a poco, con la lingua di Noel in bocca e le sue mani sul viso, sui capelli, sul collo, e poi sempre più giù a togliere quei pochi vestiti che avevano addosso e ricominciare.

Una forte folata di vento fece tremare la vetrata e svegliò il ragazzo che dormiva serenamente nel grande letto matrimoniale ormai irrimediabilmente sfatto dopo una notte di sesso senza sosta. Noel ancora prima di aprire gli occhi allungò il braccio alla ricerca di Cam, intenzionato a tirarlo verso di se per non perdere il contatto tra i loro corpi nemmeno per un minuto, ma non lo trovò. Si tirò su poggiandosi su un gomito e iniziò a cercarlo in giro mentre si stropicciava gli occhi appannati dal sonno. Ancora una volta il vento fece tremare la vetrata attirando la sua attenzione, così lo vide, il rosso se ne stava seduto sui gradini che dal portico scendevano in spiaggia, intento a fissare il mare. Si mise in piedi a fatica e si infilò i vestiti, poi tirò via la coperta dal letto e se l'avvolse attorno alle spalle prima di raggiungerlo. Gli si sedette dietro e aprì le braccia, quando Cam lo guardò e gli si avvicinò accoccolandosi anche lui dentro la coperta Noel lo abbracciò stringendolo forte per scaldarlo.
"Fa freddo qui fuori, non vuoi tornare dentro?" Provò a domandare Noel, ma il ragazzo rifiutò scuotendo la testa. Si godettero un po' di pace guardando il sole che aveva appena iniziato a fare capolino dall'orizzonte tinto di un pallido rosa.
"A cosa pensi?"
"Provavo ad immaginare come saremmo stati come coppia."
"E a che conclusione sei giunto?" Chiese incuriosito.
"Sicuramente avremmo fatto un disastro!" Rispose Cam ridacchiando e Noel, superata la sorpresa iniziale, annuì convinto.
"Già, tu avresti passato metà del tempo a lamentarti o a prendermi in giro e io avrei passato l’altra metà a malmenarti. Non sarebbe stato molto romantico."
"Per carità, saresti stato davvero una seccatura. Avrei dovuto starti appresso tutto il tempo a casa, mi avresti chiamato in continuazione dato che non riesci a raggiungere i ripiani più alti. Come succedeva nei giorni che sei stato da me." A Cam venne da ridere solo a ripensarci.
"Ti ho già detto che è casa tua ad avere gli scaffali troppo in alto! E tu lo facevi a posta a mettere tutto dove non riuscivo ad arrivare!" Noel gli diede un pugno sul braccio indispettito.
"Ti sbagli! La mia casa è normalissima!" Rise ancora.
"Beh, comunque saremmo andati a vivere in una casa adatta a persone di media statura."
"Media statura, si, come no..."
"E tu allora? Mi avresti costretto a fare snowboard in montagna e surf al mare o qualche altra attività assurda..."
"Sarebbe stato bello, ma avremo fatto anche altre cose!"
"Tipo cosa? Arrampicata libera e paracadutismo?"
"Entrambe le cose! E poi avremmo giocato ai videogames mangiando pizza e frozen yogurt, come piace a te, pigrone!"
"Guarda che sarei stato un fidanzato fantastico, ti avrei fatto rimangiare tutto quello che hai detto! Mi avresti adorato!"
"Va bene, va bene, ti credo." Cam sorrise accondiscendente e alzò le mani in segno di resa.
"In ogni caso non lo sapremo mai." Sospirò il rosso con la tristezza nella voce ma soprattutto negli occhi.
Erano come due treni che viaggiavano su binari paralleli percorrendo le loro strade uno affianco all'altro finché, uscendo per metà dalle rotaie solo per un breve tratto, contro ogni regola geometrica e non solo, si erano incrociati e da quel momento tutto era cambiato. 
Quello sarebbe stato il 'Se' fino alla fine dei loro giorni.
Se avessero deciso di rischiare.
Se avessero deciso di rimanere insieme.
Se avessero preso una decisione diversa.
Ma di una cosa erano certi, non sarebbe stato un disastro, sarebbero stati felici.
"L’unico rimpianto che ho è di non aver fatto abbastanza volte l’amore con te."
"Se non ti fossi fatto desiderare così tanto..." Lo rimproverò scherzosamente Cam.
"Ma comunque non sarebbero state mai abbastanza." Continuò il rosso arricciando il naso in una smorfia, facendo ridere l'altro.
"Già, magari nella prossima vita... recupererò tutto il tempo che ci ho fatto perdere, te lo prometto."
"Nella prossima vita?" Il giovane lo guardò con gli occhi sgranati.
"Si, in quella in cui staremo insieme." Gli rispose Noel più che convinto.
"Io sarò... mh... un fotografo e tu... mh, ma si, un paramedico!"
Cam sorrise incuriosito e poggiò la testa all'indietro su una spalla del moro incoraggiandolo a continuare.
"Ci incontreremo in una caffetteria. Io seduto ad un tavolino a gustarmi un frozen yogurt mentre aspetterò un cliente e tu, nella tua bella divisa, in coda alla cassa per ordinare al volo un caffè nero in pausa dal tuo lavoro. I nostri sguardi si incroceranno e ci innamoreremo all'istante."
"All'istante?" Ripeté divertito Cam.
"Assolutamente! Inizieremo a frequentare quella caffetteria nella speranza di rincontrarci e non appena succederà io ti chiederò di uscire."
"Me lo chiederai tu, davvero?"
"Sì, e tu accetterai entusiasta."
Cam si girò verso il moro e gli lasciò un rapido bacio sulla bocca.
"E ci sposeremo?"
"Dopo pochi mesi! E saremo una di quelle coppie che nessuno sopporta per quanto sono felici. Una di quelle coppie che per gli auguri natalizi spedisce ai parenti la loro foto con dei ridicoli maglioni con i campanelli abbinati e le corna da renna in testa, una di quelle che dividono il dessert al ristorante e finiscono uno-"
"Le frasi dell'altro? Saremo davvero insopportabili!" Risero entrambi sguaiatamente.
"Avremo un paio di marmocchi, un gatto e un cane."
"Sembra perfetto."
"Lo sarà."
"Non vedo l'ora." Disse Cam in un sussurro, poi dopo qualche minuto di silenzio riprese a parlare.
"Noel..."
"Si?"
"Nella prossima vita... potresti essere anche un po' più alto?" Tornò a ridere sentendo l'altro colpirlo con uno scappellotto.
"Sei proprio uno stronzo!" Noel lasciò cadere la testa in avanti nascondendo il volto tra i capelli rossi. Cam poté sentirlo sorridere nel suo collo e un sorriso apparve anche sul suo viso.
"Visto che abbiamo solo questa notte... perché non ne approfittiamo?"
Noel era ancora dolorante dagli eventi della notte appena trascorsa, anche solo rimanere seduto su quei gradini gli ricordava cosa comportasse andare a letto con mister 9 pollici Monaghan. E sì, il suo sedere faceva male ma lui avrebbe ricominciato volentieri da capo, sentendo il tempo scorrere inesorabilmente fino al momento in cui avrebbe dovuto lasciarlo per sempre. Cazzo, voleva essere segnato da lui per ricordarlo anche quando non avrebbe potuto più averlo vicino a se.
"Vorresti farlo davvero? Anche dopo aver assistito al mio piagnisteo?"
"Mh... devo dire che il Cameron frignone l'ho trovato molto sexy!" Lo provocò il moro strofinandogli il naso dietro l'orecchio. Si scambiarono un altro bacio, questa volta più lungo e intenso. Cam lo baciò con quell'amore che avrebbe tanto voluto continuare a donargli per sempre.
"Scusa ma se mi svegliassi abbracciato a te un'altra volta sono sicuro che non riuscirei a lasciarti andare via, quindi è meglio se rimango qui a guardare l'alba."
La luce ormai faceva quasi male agli occhi e il tiepido calore mattutino iniziava a scaldare l'aria.
"Starai bene?" Chiese Noel in un sussurro.
"Ci proverò." Gli rispose Cam allo stesso modo.
Desideravano rimanere su quella spiaggia, fermare il tempo e vivere senza doversi preoccupare del mondo che li circondava, se solo fosse stato possibile.
"Mi dimenticherai?" Domandò il moro temendo la risposta.
Ci fu l’ennesimo silenzio, scandito solo dal respiro spezzato del rosso, come se si stesse riprendendo dall'apnea.
"Devo, altrimenti non sarò mai in grado di andare avanti."
A Noel sembrò che qualcuno gli stringesse il cuore fino a stritolarlo, gli faceva male il petto e smise di respirare fino a quando non sentì la voce di Cameron.
"Stupido, come se bastasse non vederci più per dimenticarti."
Il moro tirò un respiro di sollievo nel sentirglielo dire anche se era consapevole che per l'altro la cosa migliore da fare sarebbe stata quella di dimenticarlo.
"Andrà tutto bene." Disse per rassicurare più se stesso che il rosso.
"Sì, andrà tutto bene." Ripeté il ragazzo con lo sguardo perso nel golfo del Messico, cercando di convincersene.

Di solito, attraversare il confine dagli Stati Uniti al Messico è una cosa molto veloce e indolore e non prevede incontri con gli agenti messicani. D'altro canto, passare il confine dal Messico per tornare negli Stati Uniti può richiedere più di un'ora perché l'immigrazione americana e le ispezioni alla dogana possono essere meticolose. Così, ancor prima che il sole fosse alto in cielo, i due ragazzi furono costretti a mettersi in viaggio verso l'hotel dove arrivarono giusto in tempo per fingere di uscire dalle loro camere e unirsi al resto della troup per fare colazione e tornare poi al confine a girare l'ultima scena.



"Vaffanculo Gallagher!"

Ian aveva lasciato Mickey, pensando di essere in grado di condurre una vita 'normale' senza di lui, pensando di avere tutto sotto controllo tenendo a bada il suo disturbo bipolare. Voleva essere migliore di Monica, voleva dimostrare alla sua famiglia che anche se affetto della stessa malattia, non sarebbe stato mai come la loro mamma. Non sarebbe scappato un'altra volta lasciando tutti preoccupati per lui, si sarebbe preso cura della sua famiglia facendo un lavoro onesto e stabile, avrebbe preso le sue medicine e coltivato una relazione sana con il bravo Trevor, perché è quello che fanno le persone normali, giusto?
Quello era il suo piano.
E per tutti gli altri era davvero migliorato, erano fieri di lui, gli dicevano quanto fosse bravo a dominare la sua vita e anche lui era orgoglioso di se stesso. Fino al giorno in cui Mickey fuggì dalla prigione e distrusse tutte le sue illusioni sull'uomo che pensava di essere.
Quei giorni con Mickey erano stati pazzeschi. Un’emozione che era da tanto che non provava, quel genere di emozione che comunque poteva provare solo con lui. E in quel delirio Ian non aveva potuto fare a meno di essere felice. Poterlo toccare di nuovo, poterlo baciare, era qualcosa che non sentiva, che non provava, da un sacco di tempo.
Ma Ian non era Monica.
Non scappò con un fuggiasco, anche se il suo cuore gli andò in frantumi quando lo vide attraversare il confine.
Ian aveva lasciato Mickey, o più precisamente, lo aveva lasciato andare.
L'unica persona che lo avesse veramente amato e l'unica persona che lui riuscirà mai ad amare.
Ian pensò davvero di aver preso la decisione giusta, pensò che il suo cuore avesse solo bisogno di tempo per guarire.
Dio, quanto si sbagliava!

Le riprese finirono e per Noel e Cam arrivò il momento di separarsi. Il più giovane era diretto a Chicago mentre il moro tornava a LA ai suoi vari impegni lavorativi.
I loro sguardi si incatenarono un’ultima volta come erano soliti fare, non sarebbero riusciti a guardare nessun altro in quel modo, poi si diedero le spalle e presero direzioni differenti. Noel sarebbe tornato alla sua vita vissuta a metà e ai suoi doveri, mentre Cameron si sarebbe lanciato in nuove storie e avrebbe permesso a qualcuno di provare a conquistare un posto nel suo cuore. Si sarebbero guardarti da lontano e avrebbero conservato i giorni insieme nei loro ricordi come il tesoro più prezioso.
Si ripeterono che sarebbe andato tutto bene.
Si illusero di aver fatto la scelta giusta.

   ------------- INTERVISTA A NOEL* -------------

Il personaggio preferito dai fan è tornato per un arco di due episodi dopo essere uscito di prigione per ricongiungersi con l'amore della sua vita - Ian Gallagher ( Cameron Monaghan ). Il ritorno di Mickey al lato sud di Chicago non solo ha riacceso la fiamma tra i due personaggi, ma ha permesso ad entrambi di ottenere una chiusura dopo la loro separazione non soddisfacente due stagioni prima, quando Mickey andò in prigione per tentato omicidio.
I due episodi confermano che tra Mickey e Ian è vero amore, ma nel mondo di Shameless non è mai abbastanza per avere un lieto fine. Dal momento che Mickey era ancora ricercato dai federali è dovuto fuggire in Messico. Ian raggiunse il confine con lui prima di rendersi conto che la vita da fuggiasco non era più quella che voleva - anche se Mickey lo è ancora. Così, invece di scappare insieme al tramonto, Ian e Mickey si scambiarono lacrime e "Ti amo" in un'altra straziante scena Gallavich, prima di separarsi ancora una volta.

Questa è davvero la fine dei Gallavich? Ci abbiamo già pensato prima, ma Fisher dice che fino a quando Mickey non è morto, c'è sempre la possibilità che questi due si ritrovino l'un l'altro.

-Sei soddisfatto di come la loro storia si è conclusa? Era quello che ti immaginavi per loro?
Fisher: Sono contento di come questo episodio e la storyline si sono conclusi. Non è quello che avevo previsto, ma questo è il motivo per cui amo Shameless. È imprevedibile, ti sorprende continuamente. Credo perciò che questo sia il modo perfetto per concludere l’episodio e questa particolare storia, perché possono amarsi ed esserci l’uno per l’altro per l’ultima volta. Nella scena finale, ci sono amore e premura – così evidenti, potenti e palpabili – nonostante finisca in maniera triste c’è tanta bellezza. Nessuno di questi personaggi sarebbe quello che è senza l’altro. Mickey non ha rimpianti quando si tratta di chi è o come ha amato o del tempo che ha trascorso con Ian. Non lo cambierebbe con nessun’altra cosa al mondo.

-Cosa sarebbe necessario a questo punto per farli tornare insieme? Potrebbero alcuni anni di lontananza permettere loro di tornare insieme ed avere un rapporto sano?
Fisher: La fuga dalla prigione ha sicuramente spazzato via alcune possibilità. Ma non importa, se mai Ian si dovesse trovare in difficoltà o avesse bisogno di aiuto, Mickey troverebbe un modo per essere accanto a lui in un baleno. C’è sempre quell'opzione, ma ancora una volta gli sceneggiatori e i creatori dello show sono molto bravi a trovare modi sorprendenti di fare le cose. Per cui sono sicuro che sarebbe in qualche modo folle, fresco, spudorato, in pieno stile Shameless.

-Com'è stato per te filmare quella scena finale con Cameron? Come si confronta con l'addio in carcere della Stagione 6?
Fisher:
Uno dei motivi per cui sono stato davvero felice di questa trama è perché è un addio molto più dettagliato. Penso che sia molto più profondo del precedente. È un addio, almeno per ora, ma l'ultima scena è davvero meravigliosa in molti modi. Gli scrittori di Shameless hanno fatto un ottimo lavoro con la sceneggiatura di questo show. Questo episodio e specialmente quell'ultima scena sono particolarmente ben fatti. Riesce a incapsulare il dolore della separazione e la forza profonda e totale dell'amore che questi personaggi provano l'uno per l'altro. Mostra molto, molto chiaramente che è da lì che provengono tutte le azioni delle persone coinvolte, nonostante quello che è sicuramente un elemento triste e tragico. Pensavo che l'ultima scena fosse bellissima ed era un modo appropriato per concludere l'episodio.

-Pensi che Mickey sia in definitiva a posto con il motivo per cui Ian ha deciso di restare indietro? Ovviamente, vuole che Ian vada con lui, ma accetta perché non può.
Fisher:
Sì, credo di si. È triste per Mickey, ma penso anche che ci sia comprensione. Mickey non ha mai avuto paura di assumersi la responsabilità delle sue azioni. Non ha mai avuto difficoltà ad ammettere ciò che ha fatto, le scelte che ha fatto e ciò che lo ha portato a farle. Ciò di cui mi allontano, e quello che spero davvero che i fan se ne vadano anche loro, è che attraverso questo intero arco incredibile che questi due personaggi hanno avuto, con alti e bassi, non penso che per un solo attimo uno di questi personaggi rimpiangerebbe un singolo giorno o una singola decisione che hanno preso l'uno verso l'altro. Questa è la bellezza di questa storia per me.

-In un mondo ideale, pensi che Ian e Mickey potrebbero farcela a lungo termine o sono destinati ad avere costantemente queste separazioni agrodolci?
Fisher:
Non penso che sarebbe impossibile. Ci sono molte cose circostanziali che si sono intromesse. Con il lavoro, la dedizione, il supporto e il tipo di amore e l'ovvia cura che hanno l'uno per l'altro, non credo che una relazione a lungo termine sarebbe irraggiungibile. Penso che sia più una questione se sia la cosa migliore per chiunque sia coinvolto. La questione è se questa sia o meno la scelta giusta.

"[La relazione tra Ian e Mickey] È qualcosa in cui tutti possono immedesimarsi. Sono profondamente innamorati e è una specie di fiaba. Diventa sempre più chiaro che Ian stia diventando chi vuole essere e non diventerà quella persona se andrà in Messico con Mickey. Non si può negare che nonostante la separazione è amore vero tra loro, il che lo rende molto drammatico e magnetico."

Cit. Noel Fisher

Tratto dal video Ian & Mickey's 'Fairytale' Story 

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Alcuni addii hanno bisogno di tempo ed è importante prendersi tutto quello che serve, anche se è doloroso. Ma per potersi concedere un nuovo inizio è necessario sapersi dire addio. Per potersi separare bisogna uscire dal dolore e non rimanere ancorati ai ricordi che ci legano al passato. A volte quindi è necessario dimenticare... tutto, anche le cose più belle... anche dimenticare quanto si ama qualcuno, proprio quando lo si lascia andare.
Se si riuscisse a vedere il valore aggiunto di un addio, se si riuscisse a non volerne a chi se ne va, se si riuscisse a perdonare e perdonarsi, la separazione potrebbe essere reale e sarebbe possibile aprirsi a ciò che di nuovo arriverà.
È normale provare paura per ciò che riserva il futuro se si pensa di non meritare niente di buono perché ci si sente in colpa per non aver lottato abbastanza per ciò che si desiderava o se si pensa di non poter trovare nulla di meglio perché in fondo si sta lasciando tutto ciò che si ama.
Un addio è un nuovo inizio.



* Ho preso solo alcune domande da diverse interviste e alcune le ho dovute tradurre dall'inglese e mi scuso se non sono fedelissime e un po' sgrammaticate!

Interviste a Noel mensionate nel testo (Da leggere assolutamente!)
SHAMELESS: NOEL FISHER PARLA DELLA "DOLCEAMARA" FUGA D'AMORE DI IAN E MICKEY

Shameless 7 – quale sarà il futuro di Ian e Mickey?

Shameless: Intervista a Noel Fisher sul futuro di Mickey

Shameless 7 – Le promesse di Noel Fisher. C'è sempre una possibilità per più Gallavich


Video/Interviste mensionate nel testo (Da vedere assolutissimamente!)
Ian & Mickey's 'Fairytale' Story ft Cameron Monaghan & Noel Fisher Shameless - SUB ITA

Note dell'autrice:
Ringrazio di cuore chi segue la mia storia!
Un ringraziamento speciale a stars_fall_on!
   
 
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