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Autore: AGirlInTheDark    21/09/2018    2 recensioni
Taehyung vuole sognare, credere alle fate, ai desideri che si avverano quando soffi sulle candeline. Vuole credere alle parole delicate che vengono dette solo per addolcire la realtà, sperare nel lieto fine e vivere nei colori, fra le braccia di qualcuno che lo ami e che gli prepari della cioccolata calda.
E forse quel qualcuno è Jeon Jungkook.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Esprimere desideri, osservare le stelle in cerca di una risposta, mangiare torte alla panna e sporcarsi tutto il viso.

Questo è Kim Taehyung in tutto il suo splendore e Jungkook, piccolo e felice, lo aveva sempre considerato una fatina. Una persona luccicante e capace di cambiarti la vita.

Poi è arrivato il mondo con le sue regole e difficoltà, un luogo in cui sporcarsi di cioccolato non è più ammesso.

Un mondo in cui non possono più giocare o chiedere aiuto alla loro mamma. 

Il luogo in cui le fate non esistono ma, per Jungkook, Taehyung continua ad esserne una.

 

 

          •••

 

“Tu ci credi a Babbo Natale?”

 

Avranno avuto sei anni e, piangendo, Taehyung gli aveva posto quella stupida domanda.

Jungkook non voleva rispondere, rovinargli l’infanzia spegnendo i suoi sogni di gloria nei quali un uomo con la barba porta i regali ai bambini buoni. Non voleva dirgli quello che aveva scoperto frugando negli armadi dei suoi genitori mentre erano impegnati in salotto con la preparazione dell’albero. 

Non ci aveva voluto credere neppure lui ma, vedendo tutti quei pacchetti nascosti sul fondo dell’armadio, la risposta era stata chiara:

 

 

Babbo Natale non esiste e tutti i genitori sono dei bugiardi.

 

 

 

“Allora? Perché non mi rispondi?”

 

 

 

A scuola girava la voce che tale figura non fosse reale e Jungkook aveva voluto verificare. Dall’altra parte c’era Taehyung che, invece di affrontare la tragedia con una mente lucida, aveva cominciato a piangere ininterrottamente chiedendo spiegazioni.

 

 

Ma perché proprio a lui? Certo, sono amici da sempre, ma non capisce perché non lo stia chiedendo direttamente a quei Bugiardi dei suoi genitori. 

 

Jungkook non vuole mentirgli ma, solo per questa volta, pensa che farlo sia la scelta migliore.

Tanto Natale sarebbe arrivato presto e rovinarlo a quel bambino con gli occhi che avrebbero potuto inghiottire l’intero mondo, non gli sembrava necessario. Quasi crudele.

 

 

“Non ci credi neanche tu, Jungkook?”

 

 

 

E quindi mente.

 

 

 

“Taehyung. Babbo Natale esiste e, un giorno, lo riusciremo ad incontrare. Ci faremo una foto con lui e la faremo vedere a tutti quelli che dicono che non è reale.”

 

 

 

Dopo le tante lacrime Taehyung sorride e gli si lancia addosso, abbracciandolo stretto stretto.

 

 

 

Fuori nevica e le luci colorate decorano il vicinato.

Sono felici.

 

 

 

“Già.

Glielo faremo vedere.”

 

 

 

                                 •••

 

 

“Dai Taehyung, soffia!”

 

 

 

Dieci anni e con una lista di desideri infinita ed improbabile.

 

Dieci anni appena compiuti e, alla sua festa di compleanno, Taehyung deve sceglierne uno; d’altronde non ne può esprimere di più.

 

 

Dieci anni e, davanti alla sua torta preferita, accerchiato da tutte quelle magnifiche persone, crede di aver fatto la sua scelta.

 

Soffia.

Soffia con delicatezza, le candeline si spengono in fretta lasciando nell’aria quel leggero odore di bruciato. Quello che ti ricorda l’infanzia ed i momenti in cui non si aveva paura di credere.

 

 

 

 

“Allora? Che desiderio hai espresso?”

 

 

 

 

“Non si dice, altrimenti non si avvera!”

 

 

 

 

Ma Jungkook è curioso, vuole sapere a quale pensiero Taehyung abbia voluto affidare il suo piccolo desiderio.

 

 

Finita la festa e sdraiati l’uno accanto all’altro, osservano il soffitto luminoso a cui erano state attaccate decine di stelle brillanti.

 

 

~

 

 

Ne vorrei davvero toccare una,” aveva detto durante una nottata come un’altra.

 

 

 

 

“Le stelle non si possono toccare, potresti scottarti. 

E poi sono troppo lontane.”

 

 

 

 

“Eppure le sento così vicine. 

Mi piace credere che siano mie amiche.”

 

 

 

“E forse lo sono.”

 

 

~

 

“Dai, dimmi che cosa hai espresso.”

 

 

Sapeva che non sarebbe riuscito ad evitare la domanda a lungo; con Jungkook era sempre così.

 

 

Il suo desiderio? Sarebbe stato davvero troppo difficile da dire ad alta voce-

 

 

“Ti prego...”

 

 

  • e quindi mente.

 

 

 

“Quella macchina fotografica che abbiamo visto insieme. Quella nel negozio vicino a casa tua.

L’ho espresso per lei.”

 

 

Silenzio e un veloce sguardo.

Che avesse capito? 

 

 

Taehyung non era un bravo bugiardo, i suoi occhi fin troppo grandi e la sua bocca  fin troppo sincera.

 

 

Jungkook annuisce e, illuminato dalla piccola luce sul comodino e dalle stelle sul soffitto, sorride leggermente.

 

 

 

“Proprio un bel desiderio, quella macchinetta è meravigliosa. Immagina quante foto potrai farci. Potremo farci.”

 

 

 

(Potremo. Noi.)

 

 

Il suo cuore non è mai stato così caldo.

 

 

 

“Esattamente quello che stavo pensando.”

 

 

 

Se solo Jungkook avesse saputo.

Se solo lo avesse guardato negli occhi.

 

 

(Il mio desiderio?)

 

 

 

E mentre lo esprimeva, guardava solo lui.

 

 

 

 

(Insieme per sempre. 

Ho solo te.)

 

 

            •••

 

“Piani?”

 

 

 

A sedici anni non si dovrebbe essere costretti a fare scelte così importanti.

 

A sedici anni non ci si dovrebbe confrontare con problemi di questo calibro.

 

A sedici anni si dovrebbe essere liberi, felici di vivere la propria adolescenza. Liberi di credere ancora in qualcosa, essere se stessi, raccogliere dei fiori e regalarli a qualcuno che amiamo.

Bere un bicchiere di succo di frutta e mangiare merendine al cioccolato senza sentirsi in colpa.

 

A sedici anni Taehyung non è pronto per rispondere a questa domanda.

 

 

Piani, piani e piani.

Aveva sentito quella parola infinite volte, unita inesorabilmente a “futuro”.

 

 

Nel bel mezzo delle scuole superiori e della notte, quella domanda gli viene posta nuovamente ma, quando esce dalla bocca di Jungkook, ha tutto un altro peso.

 

 

 

“Ti prego, non ti ci mettere pure tu. Ho già abbastanza persone che mi chiedono che cosa voglio fare dopo la scuola.”

 

 

 

Voleva viaggiare, vedere il mondo e assaggiare nuovi piatti, anche quelli che non si sarebbe mai sognato di toccare.

 

 

Voleva prendere la patente, presentarsi a casa di Jungkook alle sei del mattino e dirgli: “Partiamo, andiamocene via.”

 

 

Voleva comprare una piccola casa con un bel balcone, piantare dei fiori gialli e rosa per poi vederli crescere.

 

Voleva tutto, tranne che pensare ad un vero e proprio piano che gli avrebbe impedito di essere ciò che voleva.

Impedito di sognare ancora un po’.

Solo per un po’.

 

 

 

“Cosa vuoi che ti dica? Che non lo so?

Che non ho la minima idea di che cosa io voglia diventare?

Che tutti attorno a me sembrano essere perfettamente convinti di ciò che vogliono essere, mentre ci sono io che voglio solo respirare un po’ più liberamente?”

 

 

A quel punto stava urlando.

Jungkook lo guardava con un sorriso di comprensione mentre, cercando di mantenere la calma, Taehyung falliva miseramente.

 

 

 

“Cosa vuoi sapere, Jungkook?

Dimmi cosa vuoi che io ti dica.”

 

 

 

Avvicinandosi al suo viso e asciugandogli le lacrime con le sue dita fredde, Jungkook lo osserva. Nei suoi occhi un’emozione che Taehyung non riesce a comprendere.

 

 

 

“Sai, neppure io ho idea di cosa stia accadendo. Neppure io so che cosa voglio  diventare o che genere di carriera voglio intraprendere. 

So solamente che c’è ancora tempo,  che non c’è fretta e che, nonostante tutti corrano e cerchino un sogno da realizzare, tu non debba per forza averne uno.

Voglio solo che tu sia felice. Il resto non conta.”

 

 

 

Sono fin troppo vicini, sono fin troppo reali.

Taehyung sente tutto: il suono dei suoi sussurri, la sincerità nelle sue parole. Ha quasi l’impressione di sentire il battito del suo cuore.

 

 

“Ma io sono pieno di sogni.

Ne ho liste, pagine, libri. Semplicemente non rientrano in ciò che gli altri vedono come Sogno.”

 

 

Se Jungkook decidesse di sporgersi, Taehyung finirebbe per sussurrare le sue parole direttamente sulle sue labbra. 

 

 

 

“E quali sono i tuoi sogni, Taehyung?”

 

 

 

 

(Tu.

Tu.

Tu.)

 

 

 

 

“Sono così tanti che non riesco a darti una risposta.”

 

 

 

 

Fronte contro fronte, cercano conforto l’uno nell’altro e Taehyung non ha più paura. 

Jungkook è la sua più grande consolazione, la sua casa.

 

 

 

 

Il suo sogno più grande.

 

 

•••

 

 

Diciannove anni e le stelle si sono staccate dal suo soffitto; non tutte, ma quelle che rimangono non brillano più come prima.

 

 

La finestra è spalancata, l’aria di primavera entra con forza nella stanza. Profumo di pioggia, di vento, di mattina.

 

 

Profumo d’acqua di colonia ed il rumore di respiri che non gli appartengono.

 

 

E Taehyung è felice.

Con il corpo svestito e meraviglioso dell’uomo che gli dorme accanto. Un corpo che, se sfiorato con le sue mani congelate, può essere solamente descritto con la parola bollente. La pelle che rabbrividisce al suo semplice tocco.

 

Così bello, pensa.

Così vero.

 

 

Se c’era qualcosa che non aveva ancora compreso, era quanto una persona potesse sembrare così reale.

Viva, con i suoi pensieri, le sue emozioni, il suo passato ed il futuro che si è immaginata.

 

 

Così intenso.

 

 

 

Gli sposta i capelli dagli occhi e senza accorgersene, s’innamora.

S’innamora, s’innamora.

 

 

 

“Già sveglio?”

 

 

Jungkook apre un occhio ed osservando il ricordo delle sue mani che gli accarezzano il viso, sorride assonnato.

 

 

 

“Ti stavo guardando. Poi sarei tornato a dormire.”

 

 

 

 

“E perché mi stavi guardando?”

 

 

 

(Non è ovvio?

Forse perché sei surreale?

Forse perché vorrei che questo momento duri in eterno? Che il tuo profumo entri a far parte delle pareti, in modo che io possa sentirti anche quando non ci sarai più?

Forse perché, se mi avessero comprato quella macchina fotografica, ti avrei già scattato un’infinità di foto?

Forse perché voglio passare ogni mio giorno con te?)

 

 

 

“Sei tu. Non devo avere altri motivi.”

 

 

 

L’aria fresca entra con delicatezza e le coperte non sembrano essere abbastanza.

 

Si stringono, si sussurrano giuramenti. Si fanno promesse che non potranno mantenere ed esprimono desideri.

 

Non ci sono stelle cadenti, candeline su cui soffiare o fate a cui affidarsi eppure li esprimono comunque sperando che, da qualche parte, qualcuno li stia ascoltando, prendendone nota.

 

 

•••

 

 

“Tu non ci credi più a Babbo Natale, vero?”

 

 

L’unica luce ad illuminarli quella dell’albero appena addobbato.

 

 

 

“Sai Taehyung io, quella foto con Babbo Natale, non la sono mai riuscita a scattare. Ciò non toglie che lui sia reale al cento per cento.”

 

 

E, ripensando alla loro infanzia e vita insieme, possono solo che sorridere.

 

 

“Abbiamo ancora tanto tempo per scattarla.

Non c’è fretta.”

 

 

Con in mano la tazza di cioccolata calda preparata da Jungkook, Taehyung osseva l’uomo davanti a se.

 

 

 

 

 

(Insieme per sempre. 

Ho solo te.)

 

 

 

 

Il miglior desiderio che abbia mai espresso.

   
 
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