Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Bodominjarvi    23/09/2018    1 recensioni
Provenivano da due paesi distanti e anche da due decenni differenti, ma le loro storie erano quantomai analoghe...Travagliate e senza nessun lieto fine all'orizzonte. Loro non vivevano...Sopravvivevano. Era un condizione che ormai avevano accettato entrambi da tempo.
Ambientata durante e post Tekken 7.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jin Kazama, Kazuya Mishima, Nina Williams, Sorpresa, Steve Fox
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Ancora nessuna traccia del corpo di Heihachi, tantomeno di Akuma, signore!" riportò il soldato, badando bene a rimanere perfettamente immobile sull'attenti.

Già non portava buone notizie dopo giorni di ricerce a spron battuto e quando venne inchiodato dallo sguardo policromo e sinistro del suo capo per un attimo temette di venire incenerito sul posto.

"Quindi mi stai dicendo che entrambi si sono volatilizzati, non è così?" sibilò, incrociando le mani davanti al volto.

"No, no, no, signore! Ma Akuma potrebbe essere ovunque e il corpo di suo padre potrebbe essere andato distrutto." si affrettò a rispondere il povero uomo che si trovava al cospetto del diavolo in persona.

"Distrutto. Tsk, magari il cadavere di quel vecchio fosse diventato un mucchietto di cenere. Peccato solo che non sia stato io incenerirlo." pensò malignamente, mentre un sorriso sadico fece capolino sul suo volto inespressivo.

"Continuate a cercare Akuma. Scoprite tutto su di lui! Voglio sapere chi sia veramente, da dove proviene e che poteri possiede. Ora sparisci!"

"Sì, signore!" replicò il suo sottoposto, affrettandosi ad uscire da quell'ufficio.

Ma Heihachi era davvero morto? Chi era veramente quella creatura apparsa da chissà dove che sosteneva di essere stato mandato da sua madre per assassinarli? Forse era un Hachijo? Per quanto Kazuya si sforzasse di ricordare quel poco che sapeva sulla famiglia della sua genitrice si rendeva conto ogni volta che non era molto informato sul loro conto. Dopottutto l'aveva persa quando aveva solamente 8 anni e la maggior parte della sua infanzia l'aveva passata sotto l'ala protettiva di suo nonno Jinpachi quando non veniva maltrattato dall'uomo che lo aveva messo al mondo. Chiunque fosse Akuma era stato in grado di tenere testa a quella belva di suo padre, cosa che finora solo lui e suo figlio Jin erano riusciti a fare. Pur essendo umano al 100%, il capo dei Mishima era indubbiamente dotato di una forza inimmaginabile. 

"Spero per te che tu sia morto, bastardo...Altrimenti la prossima volta non sarai così fortunato, Heihachi..."

 
~

Anche a qualche kilometro di distanza si respirava la stessa aria di tensione, sebbene per motivi leggeremente differenti. L'ex ufficiale della Tekken Force abbassò il giornale che stava leggendo e osservò il paesaggio fuori dalla finestra con fare pensieroso. E così quel mostro di suo padre era davvero morto? Lars ne dubitava fortemente! Se così fosse stato, chi c'era a gestire la Mishima Zaibatsu in quel momento? Il suo primo pensiero andò immediatamente a Nina, colei che aveva provato a convincere a intercedere per lui con Jin per farlo desistere dallo scatenare quella guerra. Ma quella donna crudele e senza cuore si era limitata ad ignorarlo il più delle volte, fino ad arrivare addirittura di minacciarlo di piantargli una pallottola nella rotula se avesse continuato. Eppure lei aveva fallito la sua missione proprio a causa loro e pur non conoscendolo, lo svedese sapeva che suo padre non le avrebbe concesso altre chance e tollerato un simile fallimento. Poteva essere sottoterra in quel momento per quanto ne sapeva. Ma la domanda vera era un'altra: chi lo aveva fatto fuori? Se fosse stato il suo fratellastro chiunque lo avrebbe saputo perchè quella viscida di Anna Williams avrebbe raccontato alla stampa di tutto il mondo di come il suo capo aveva coraggiosamente sconfitto il tiranno che teneva la Terra nella morsa della guerra. C'era sicuramente sotto dell'altro e avrebbe dato i gradi per scoprire cosa. 

"Ti ho portato il caffè!" cinguettò Alisa, facendo la sua comparsa nella stanza, reggendo una tazza fumante tra le mani.

"Sei gentile, grazie Alisa!" le sorrise Lars, ripiegando il quotidiano. "Novità?" 

"Negativo. Le condizioni di Jin rimangono sempre le stesse, nulla di nuovo dopo quel breve accenno di ripresa." replicò il cyborg, accomodandosi accanto all'amico. 

Lars sospirò pesantemente, prima di soffiare sulla tazza. Quanto tempo gli serviva per riprendersi? Non che morisse dalla voglia di confrontarsi con suo nipote, ma alla luce di ciò che era appena accaduto era necessario che si riprendesse in fretta. Certo, correva il rischio che una volta sveglio Jin avrebbe ripreso da dove si era interrotto, ma era abbastanza certo che date le circostanze avrebbe preferito prima mettersi contro i suoi parenti. Come si dice? Il nemico del tuo nemico è tuo amico? 

"Sei dispiaciuto?" domandò di punto in bianco Alisa, fissando un punto non meglio definito del tavolo in vetro al quale erano seduti.

"Per cosa?" replicò l'uomo confuso.

"Per tuo padre. Insomma...Non c'è più..."

Lars avrebbe voluto rispondere sputando veleno sul genitore, ma si trattenne: l 'innocenza della sua amica, pur essendo di fatto un robot, andava ben oltre ogni immaginazione.

"No, non mi dispiace. Era solo un tiranno malvagio e spietato, il mondo non ha bisogno di uno come lui e nemmeno io. Inoltre non sono del tutto convinto che sia davvero morto!"

"Dici davvero? Pensi che sia ancora vivo?" 

"Non lo so...Ma farlo fuori non è per niente semplice e mi domando chi possa essere stato in caso. Kazuya no di sicuro, il che implicherebbe la presenza di una terza persona. E se la suddetta persona è stata in grado di far fuori Heihachi è sicuramente un altro problema che ci ritroveremo per le mani!" 

Alisa annuì al suo ragionamento. Effettivamente chi mai poteva essere stato? Eppure in quel momento stava regnando relativamente la pace, e la cosa la faceva stare bene.

"A me manca papà..." esordì dal nulla, osservando l'esterno con le mani sotto al mento.

Lo svedese inarcò un sopracciglio, ma non potè fare a meno di sorridere di fronte a quella affermazione. Il suo sguardo ceruleo incrociò per un attimo quello smeraldino di lei e senza aggiungere altro tornò a volgere lo sguardo verso l'enorme vetrata, sperando con tutto se stesso che presto tutto si risolvesse per il meglio. 

 
~

Una volta riaperti gli occhi e presa visione della stanza, si rese ben presto conto di non avere la più pallida idea di dove si trovasse. Quei muri giallognoli e quella finestrella minuscola coperta da una veneziana verde slavato non facevano certo parte della sua stanza. Dove diamine era finita? Cercò di alzarsi lentamente, ma una fitta lancinante all'addome la costrinse a sdraiarsi nuovamente sul materasso. Cosa era successo? Non riusciva a ricordare molto bene, era come se si fosse risvegliata dal peggiore degli incubi: l'unica cosa che la sua mente era riuscita a richiamare erano cinque uomini che la malmenavano selvaggiamente e la paura che aveva provato in quel momento quando uno di essi l'aveva colpita al ventre, proprio dove stava crescendo il suo... Rabbrividì ricordando finalmente per filo e per segno cosa fosse successo. Non era stato un brutto sogno, purtroppo.... Era tutto vero. L'angoscia tornò a scagliarsi su di lei, assieme all'irrefrenabile impulso di piangere tutte le lacrime che aveva in corpo.

"Nina! Sei sveglia finalmente!" esclamò una voce che tradiva una certa preoccupazione.

La bionda girò leggermente il volto verso destra e fu allora che si accorse della presenza del ragazzo alto e muscoloso seduto sulla poltrona, che era si stava affrettando ad avvicinarsi a lei.

"Grazie al cielo sei rinvenuta! Come ti senti?" domandò concitato.

"S...Steve..." riuscì a sussurrare, osservando la sua espressione ansiosa.

"Sono qui!" fece, appoggiandogli con delicatezza una mano sulla fronte per controllare la temperatura. "Hai fame? Hai sete? Senti dolore?"

Nina rimase spiazzata di fronte a quella fiumana di domande e soprattutto dinnanzi al figlio  che le stava addosso come se il genitore fosse stato lui.

"Cos..Cos..è successo, Steve? Dove mi trovo? Perchè sei qui?" chiese debolmente, cercando di non farsi abbagliare dalla luce della stanza.

"Sei nel motel dove risiedo Sei stata aggredita da dei soldati della G Corporation che ti hanno riconosciuta. E ora dimmi, che diavolo ci facevi addormentata su una panchina di un parco? Stai davvero così male?" 

Era spiazzante la preoccupazione e il tono colmo di apprensione con il quale lui le si stava rivolgendo. L'ultima volta che si erano visti lei lo aveva trattato malissimo, rinnegando la sua parentela, eppure lui non aveva esitato ad affrontare la Tekken Force per pemetterle di fuggire e ora le aveva salvato la vita. 

"N..no. Sto bene!" mugugnò cercando nuovamente di alzarsi dal letto, facendo del suo meglio per ignorare il dolore che stava provando.

"Aspetta, ti aiuto!"

Prima che potesse protestare le forti braccia del pugile l'avevano aiutata gentilmente a raddrizzarsi e ora la stavano sostenendo mentre l'assisteva nel rialzarsi. Le rimase per un attimo accanto assicurandosi che fosse stabile sulle sue gambe per poi allontanarsi leggermente, senza perderla un secondo d'occhio.

"Perchè Steve?" le chiese tutto ad un tratto, inchiodandolo con le sue iridi cerulee.

"Perchè cosa?" replicò confuso.

"Perchè mi hai salvata? Due volte!"

Il ragazzo rimase zitto per un secondo, prima di ricambiare quello sguardo gelido praticamente identico al suo.

"Perchè che ti piaccia oppure no, sono tuo figlio! E in quanto tale non permetto a nessuno di torcere anche solo un capello a mia madre!" 

Quelle parole la colpirono nel profondo, che per un attimo si sentì quasi mancare! Come era possibile che le volesse bene nonostante avesse cercato di ucciderlo e gli avesse detto tutte quelle cose orribili in quella chiesa? Lei non lo aveva mai voluto, lui era nato per costrizione e non aveva mai provato un briciolo di affetto nei suoi confronti! Ma era davvero così? Perchè qualche anno prima non era stata in grado di farlo fuori per davvero? Suvvia, non era adatta a fare la madre, chiunque accanto a lei avrebbe finito col farsi seriamente male. Ogni persona per la quale avesse provato sentimenti positivi le era stata brutalmente strappata via e nonostante ora fosse lei a dover la vita al figlio non era intenzionata ad costruire qualsiasi tipo di rapporto.

"Tu...Tu non sei mio f..."

"Oh piantala con quella farsa, Nina! Biologicamente lo sono, ed è innegabile. Senti, mi dispiace che ti abbiano fatto quello che ti hanno fatto e che ne sia uscito fuori io, ma non ho chiesto tutto questo! E il tuo essere così repulsiva nei miei confronti è solo una maschera. Io lo so che sotto quella scorza nascondi dei sentimenti anche tu!"

"TU NON SAI UN BEL NIENTE!" sbraitò furiosa, puntandogli il dito contro. "CHI DIAVOLO TI CREDI DI ESSERE PER INSINUARE UNA COSA DEL GENERE? A ME NON IMPORTA NIENTE DI NESSUNO, CHIARO?"

Steve rimase interdetto per un attimo ad osservare l'assassina. Non poteva credere che fosse così spietata e senza cuore, no, stava mentendo a lui e a se stessa perchè il suo orgoglio era troppo grande per ammettere il contrario, soprattutto in quel momento di fragilità dove era arcipalese che stesse per crollare da un momento all'altro. Decise quindi di giocare d'astuzia.

"Wow...L'aver lavorato così tanto tempo a contatto con quel bastardo di Kazama deve averti resa una bestia a tua volta! Dopottutto hai ragione, non sono nessuno, sono solo tuo figlio, perchè preoccuparsi? Pensavo solo che stessi ancora conservando quel briciolo di umanità con il quale mi avevi risparmiato, ma evidentemente anche senza quel demonio da servire è ormai morta e sepolta. Complimenti a lui, è ruscito a creare un mostro!"

Questo non avrebbe dovuto dirlo! Udire quelle parole pronunciate con una certa spavalderia da uno che non sapeva nulla di nulla di cosa ci fosse stato dietro a quella guerra e che ignorava il motivo per il quale Jin era sparito dalla circolazione la mandò letteralmente in bestia!

"Tu...Tu, non osare...Mai più...Fare certe insinuazioni, altrimenti..." soffiò feroce.

"Altrimenti cosa? Mi spari? Bene, accomodati!"

"SEI UN IGNORANTE IMPUDENTE! NON HAI LA PIù PALLIDA IDEA DI COSA LUI ABBIA FATTO PER NOI, DELLE RAGIONI PER LE QUALI QUELLA GUERRA È STATA SCATENATA. LUI CI HA SALVATI TUTTI E TU SEI SOLO UN INGRATO!" sbraitò, iniziando seriamente a vedere rosso.

Se avesse avuto a portata di mano una pistola probabilmente avrebbe concluso l'omicidio che le era stato commissionato da quei mafiosi. 

"Ah davvero? Ora quel mostro di Kazama è un eroe! Cavolo, questa si che è una notiziona!"

Quest'ultima affermazione fece ancora più male del colpo che aveva ricevuto ore prima. Il fatto che tutti ignorassero il sacrificio che Jin aveva fatto per il bene dell'intera l'umanità, che nonostante avesse messo in gioco la sua vita per salvare quella degli altri, veniva ancora visto come un essere crudele e spietato. Il mondo intero meritava davvero di morire.

"JIN NON È UN MOSTRO! LUI È..." ma non riuscì a finire che le lacrime le ruppero la voce.

Non si era nemmeno resa conto di quei rivoli che sgorgavano copiosi dagli occhi e le stavano rigando le guance di porcellana e osservò il volto del pugile che continuava a scrutarla impassibile. Steve, suo figlio...Non si rendeva nemmeno conto di cosa stesse davvero accadendo. Tra i singhiozzi Nina si avvicinò alla finestra scrutando l'esterno e rendendosi conto che aveva iniziato a piovere forte. Il meteo rispecchiava il suo umore mentre si rendeva conto che solo lei e sua madre Jun avevano conosciuto il vero Jin, mentre tutti lo detestavano. Rivolse un altro sguardo al ragazzo, che sostenne fieramente. Lentamente Nina sollevò il lembo della sua maglietta e si portò le mani al ventre, senza interrompere il contatto visivo col ragazzo per nemmeno un secondo.

"Sono incinta, Steve... E Jin è il padre..."

 
~
 
Note dell'autrice: TZAAAAN. TZAAAN. TZAAAAAAAAAAAN. Ecco il primo atto della serie di capitoli di cui vi avevo accennato in quello precedente! Carino eh? Tranquillo, piatto, senza colpi di scena e soprattutto senza introspezione :D Cazzate a parte, dove non arriva Harada arrivo io e mi sembra doveroso dare spazio al rapporto tra Steve e Nina, argomento troppo trascurato a mio parere. Da qui in poi il pugile diverrà a tutti gli effetti un protagonista della storia, senza più ricoprire ruoli marginali, ma per ora non vi dico altro. Anche perchè devono succedere ancora un sacco di cose, quindi scoprirete il resto solo vivendo. Spero apprezzerete anche i "siparietti" iniziali di Kazuya, Lars e Alisa, come sapete non voglio che questa ff sia completamente NinaXJin-centrica. Il finale invece, bhe...Ho cercato di fare del mio meglio nel dipingere la cocciutaggine e tenacia di una donna forte che si è ricordata tutto ad un tratto di essere umana e la volontà di acciaio di un ragazzo triste e coraggioso, che per tutta la vita non ha desiderato altro che l'amore vero di un genitore. Detto ciò spero che questo passaggio vi sia piaciuto e vi saluto tutti quanti! A presto!!!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Bodominjarvi