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Autore: Rosette_Carillon    25/09/2018    0 recensioni
"- Silente, perchè non va lei?-
- Io non posso agire contro Grindelwald.- "

I pensieri e i ricordi di Silente durante la breve conversazione con Newt.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                  Incapace di agire

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

<< Silente, perché non va lei? >> chiede Newt, ingenuamente. Non sa quanto per Silente sia difficile rispondere a quella domanda, non immagina cosa con quelle sue parole abbia provocato.

Il mago non risponde subito.

In parte si vergogna del motivo che gli impedisce di combattere, in parte non ha voglia di dare spiegazioni. Forse ha paura di essere giudicato da quell’ex studente per cui ha sempre nutrito un forte affetto paterno. << Io… non posso agire contro Grindelwald, >> abbassa gli occhi per un momento; aver pronunciato quella frase è stato come aver ammesso la sconfitta.

Newt lo guarda incerto. Come potrebbe non esserlo? Il mago che è stato il suo insegnante di difesa contro le arti oscure, il grande Albus Silente non è in grado di agire contro Grindelwald, si arrende ancora prima di aver tentato.

Silente solleva la testa e gli rivolge un mesto sorriso di scuse. Newt resta spiazzato nel vedere il mago arrendersi in quel modo; vorrebbe fargli domande, vorrebbe avere spiegazioni, ma sa che, se non gliene sono state date volontariamente, chiederle non porterà alcun risultato, allora tace.

Silente non ha altra scelta, lui non è in grado di fare nulla contro Grindelwald. Se deve essere onesto, non ne è mai stato in grado, ma, anni prima, da ragazzo, era stato facile illudersi. Aveva creduto di essere importante per Gellert, si era convinto di avere la situazione in mano, di averne il pieno controllo. Era stato ingenuo.

Solo più tardi si era reso conto di aver essere stato una marionetta, il docile giocattolino nelle mani del mago oscuro che l’aveva ingannato in tutti i modi in cui gli aveva permesso di prendersi gioco di lui. Il suo amore l’aveva reso cieco e ingenuo: una preda facile.

Forse l’aveva sempre saputo.

Sì, ne era quasi certo. Dopotutto, Gellert non si era mai particolarmente impegnato a nascondersi, non aveva mai fatti mistero delle sue idee, dei suoi pensieri, dei suoi progetti futuri.

Aveva cercato con tutto se stesso di odiarlo, di dimenticarlo, eppure, dopo tuti quegli anni non era ancora riuscito in ciò. Forse, infondo, non voleva. Si illudeva che ci fosse ancora una minima possibilità, voleva che ci fosse.

Era passati anni, e lui non era ancora riuscito ad accettarlo. Lo specchio ne era la prova.

Se ne sarebbe dovuto disfare, ciò che lo specchio delle brame gli mostrava ogni volta non era la realtà, non era qualcosa che si sarebbe potuto realizzare. Non serviva a nulla rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere.

Tuttavia, quando la notte calava sul castello di Hogwarts, quando tutte le luci erano spente e nei corridoi tornava il silenzio, il desiderio di raggiungere quella stanza segreta era troppo forte per essere ignorato.

Fra quelle quattro pareti sconosciute ai più, in completa solitudine, poteva illudersi che quello nella fredda superficie dello specchio fosse realmente Gellert, poteva illudersi che quegli anni non fossero trascorsi, che la situazione non fosse irrimediabile, che fosse ancora in suo poter fare qualcosa per evitare il disastro.

Passava lunghe ore davanti al riflesso dei suoi sogni, rimpiangendo quegli anni, odiandoli. Soffrendo al ricordo di ciò che era accaduto, tormentandosi al pensiero di ciò che non era accaduto e che tanto aveva desiderato.

Ogni volta che tracciava con le dita i contorni di quelle figure, sentiva la mano tremare, sperava che quel vetro potesse realmente dargli ciò che più desiderava, premeva la mano contro la superficie fredda sperando, invano, che la sua stretta venisse ricambiata.

<< Se fossi nei tuoi panni, penso proprio che rifiuterei. >>

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE: personalmente non ho gradito molto l'idea del patto di sangue, per me l'oggetto delle brame di Silente era Gellert.

 

  
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