Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: hope ridden    26/09/2018    1 recensioni
Giorgia Arcade è bella e ha talento da vendere: la sua passione per il calcio la rende davvero unica. Il calcio è il suo futuro. Decide di presentarsi ai provini per la formazione della squadra di calcio della scuola che parteciperà a una competizione nazionale giovanile. Si scontra con il mondo del calcio maschile: la ragazza verrà ostacolata in tutti i modi. Ma sul campo da calcio, Giorgia ha un talento fuori dal comune. E questo da molto fastidio al suo nemico giurato e migliore amico di suo cugino Flavio, Andrea Carelli, che sarà obbligato a includerla nella nuova squadra. Tra momenti comici, tensioni e amore, riuscirà Giorgia a dimostrare al mondo che se una "femmina" ha la volontà, può segnare in porta con una rovesciata?
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 2: NO
 
 
Le donne hanno solo una piccola idea di quanto gli uomini le odiano.
(Germaine Greer)
 
 
Maristela è seduta al banco e sta scrivendo qualcosa sugli appunti della Francou, l’arpia che ci insegna francese, in attesa che la lezione cominci. Io butto a terra la cartella e poggio con forza entrambe le mani sul suo banco attirando non solo la sua attenzione ma anche quella di alcune mie compagne di classe.
Ci fissiamo negli occhi.
-Candidiamoci come rappresentanti d’istituto.-
Maristela ieri mi ha lanciato una sfida che riguarda la squadra di calcio della scuola ma io intendo dimostrarle che posso fare tutto e non ho paura di niente. Neanche di diventare un rappresentante d’istituto: anzi saremo le migliori.
La brasiliana sbatte un paio di volte gli occhi per realizzare che quello che le ho detto è vero. Maristela sorride e io faccio un mezzo sorriso.
-Allora iniziamo, abbiamo un sacco di cose di cui parlare.-  
Nelle ore di lezione concordiamo alcuni punti cercando di non farci beccare dai prof: nell’intervallo continuiamo il lavoro e quando suona la campanella dell’ultima ora percorriamo il viale alberato concordando che la sera stessa sarei andata a casa sua per definire un piano d’attacco nella propaganda. Marcio a passo spedito verso casa. Oggi pranzo da sola perchè Flavio si è fermato a scuola per aiutare Andrea a fare i provini dove sono diretta oggi. Ho anche avvisato Mar delle mia intenzione di candidarmi nel pomeriggio e ovviamente ci sarà. Finisco pranzo in fretta e furia e poi mi preparo; infilo la maglietta della nazionale di calcio brasiliana che mi ha regalato il nonno di Mar, tacchetti, calzettoni e pantaloncini. Metto i polsini e infine mi lego i capelli in una coda alta. Prendo borsone con il cambio, acqua e asciugamano e mi dirigo di corsa al campetto.
Entro e rimango basita quando vedo almeno venti studenti in panchina che aspettano il loro turno. In campo c’è un ragazzo che gioca contro Flavio e Andrea è seduto a un banco cosparso di fogli. Quando lo vedo non posso fare a meno di pensare a quanto lo odio. Quei capelli scompigliati biondicci, gli occhi verdi-marroni, quel fisico forte, allenato, agile e marmoreo. Ma la cosa che fa impazzire qualsiasi donna, vecchia o giovane che sia (tranne me, anzi, se possibile m’innervosisce ancora di più), è quel dannatissimo neo vicino all’angolo destro della bocca leggermente in basso. Quel piccolo particolare è in grado di far eccitare gli ormoni femminili e non importa se sono a nanna per la menopausa. Lo odio così tanto anche perchè rasenta una perfezione tecnica, calcisticamente parlando, che io non ho: potrò avere talento ma lui, sì, che ha una pulizia nell’esecuzione dei tiri che è davvero notevole. Per questo Lagro lo ha messo a fare i provini. Andrea e Flavio salutano il ragazzo che ha fatto il provino e poi parlottano tra di loro. Non mi hanno vista così mi accomodo sugli spalti. Maristela dovrebbe arrivare a minuti. Compaiono alle mie spalle Valerio, Eric e Federico in divisa da calcio.
-Ehi, bellezza.- saluta Eric.
-Ciao ragazzi, come stanno andando i provini?- m’informo.
-Bene, c’è solo più posto.- 
-Immagino che i componenti della squadra siate voi tre più lo stesso Andrea e ovviamente Flavio. Avevi dubbi su ciò, Giò?- Maristela compare facendo questa delucidazione. 
-Certo che no.- concordo.
-E tu perchè sei qua, Giorgia?- domanda Fede innocentemente.
-Come perchè? Sono il componente mancante.- 
Con questa frase mi attiro molte occhiatacce dagli studenti sugli spalti alle nostre spalle.
-Davvero? E perchè Andre non ce lo ha detto prima così ci risparmiavamo questa ridicola storia dei provini! Vale, tanto il numero di giocatori richiesto per il torneo nazionale è di sei, vero?- chiede confuso Eric.
Io e Maristela ci ghiacciamo.
-Si, sei giocatori.- concorda Valerio annuendo.
-Ripeti quello che hai detto.- ordina Maristela a Eric vincendo un’occhiata stranita da parte del ragazzo.
-Perchè?-
-Dai, ripeti e basta!- lo rimbecca la brasiliana.
-Ho detto: “Davvero? E perchè Andre non ce lo ha detto prima…”…- si ferma il ragazzo tentennante.
-Più avanti.
-“…vero?”
-Prima.-
-“…il numero di giocatori richiesto per il torneo nazionale è di sei…”-
-Fermo!- Maristela lo stoppa con una mano e poi si avvicina al ragazzo.
-Di che torneo stai parlando?- domando io confusa.
-Il torneo nazionale a cui ci ha iscritto il prof di ginnastica.- risponde candidamente Federico. 
Io e Maristela ci lanciamo un’occhiata.
-Non lo sapevate, vero?- chiede invece Valerio.
-Andrea mi deve prendere in squadra.- dico decisa e mi alzo dalle gradinate. 
-Forse, e dico forse, non doveva saperlo. Sai come vanno le cose tra Andre e Gio: finiscono sempre in un bagno di sangue.- Valerio rimprovera con lo sguardo Eric che alza le spalle sbattendosene.
-Preferisco avere lei in squadra che un incapace che non conosco.- 
Salto dai gradoni degli spalti.
-Ehi, Giò non farti ammazzare!- mi raccomanda Federico.
Entro in campo interrompendo il provino di un ragazzo.
Andrea mi fulmina con lo sguardo e Flavio mi corre in contro sorridendo.
-Ciao, cuggi. Come mai da queste parti?- 
-Perchè non mi hai detto che la squadra partecipa a un torneo nazionale?- domando io, molto seria.
-L’ho saputo ieri e poi è una cosa riservata ai componenti della squadra. Sarà ufficializzata non appena troviamo il sesto componente. Poi non sapevo se ad Andrea andava bene che ti dicessi del torneo…- dice Flavio esitando.
Prima che possa dire qualcosa compare Andrea.
-Hai interrotto il provino.- dice seccato.
-Non ti serve fare altri provini.- ribatto anche io secca.
-Mi manca la sesta persona, idiota, per forza devo fare i provini.- 
-Sono io. Sono io la sesta persona.-
Andrea e Flavio mi guardano sorpresi.
-Non dirai sul serio, Gio. Qui, tu non centri niente.- le parole di Flavio mi feriscono. 
-Non è un torneo per ragazzette come quelli a cui la tua squadra prende parte. È un torneo nazionale. Non puoi giocare contro a dei ragazzi. Le ragazze non possono partecipare a questo torneo. È fuori discussione farti entrare in squadra.-
-Tutti quei ragazzi hanno l’opportunità di farti vedere quanto valgono. Anche io ho diritto ad avere la mia: mi sono presentata e non c’è scritto da nessuna parte che le ragazze non possono fare parte della squadra. Sono molto più brava di tutti loro e lo sapete, anzi lo sappiamo tutti, quindi voglio fare il provino anche io. Adesso.- mi sono avvicinata pericolosamente ad Andrea e sento quasi il suo respiro addosso. 
Dopo qualche minuto che sosteniamo i nostri sguardi a vicenda il ragazzo si sporge verso di me fino a sfiorarmi la punta del naso. 
-No.-
Che stronzo.
Ma io non mi fermo.
Mi giro verso gli spalti dove sono seduti i componenti della squadra.
-Ragazzi, potete venire un attimo?- li chiamo urlando nella loro direzione.
Il mio polso viene circondato da una morsa d’acciaio.
-Che cazzo fai?! Ho detto di no!- ringhia Andrea.
-In un minuti riesco a dribbrarli tutti e fare rete.- insisto liberandomi dalla sua presa. Flavio ha fissato la scena molto perplesso ma è chiaro che parteggia per Andrea, altrimenti mi avrebbe difesa oppure avrebbe appoggiato la mia idea. 
Prendo la palla poggiandoci il piede sopra: di fronte a me ci sono Valerio, Flavio, Federico e in porta Eric. Visualizzo quello che devo fare e il tempo sembra dilatarsi.
Passo a destra faccio una finta e vado oltre Valerio.
-Avvia il cronometro tra…- dico a Valerio.
Faccio passare la palla in mezzo alle gambe di Federico.
-Tre…-
Annullo la distanza tra me e Flavio.
-Due…- 
Bicicletta, rimbalzo della palla sulla mia testa e poi sul ginocchio.
-Uno…-
Rovesciata e goal.
-Via!-
Il tempo inizia a scorrere più veloce che mai e io gli corro dietro.
Passo a destra faccio una finta e vado oltre Valerio. Faccio passare la palla in mezzo alle gambe di Federico. Annullo la distanza tra me e Flavio. Bicicletta, rimbalzo della palla sulla mia testa e poi sul ginocchio.
Rovesciata e…
Cado di schiena dopo aver calciato il pallone con il collo del piede e mi ritrovo a fissare il cielo plumbeo di oggi. 
Mi rialzo e vedo Eric per terra e la rete che ondeggia ancora. La palla è in porta.
-59 secondi.- 
La voce di Valerio attira l’attenzione di tutti. Flavio, Eric e Federico mi guardano sorpresi. I ragazzi sugli spalti hanno gli occhi fuori dalle orbite e Maristela mi guarda sorridendo compiaciuta. Inizia a battere le mani.
Dopo poco i ragazzi sugli spalti si uniscono a lei e anche i ragazzi in campo. Solo Andrea è rimasto in mobile con le braccia conserte.
Il suo sguardo duro non mi tocca per nulla.
Scuote la testa e se ne va, dandomi le spalle. 
Io faccio lo stesso andando dalla parte opposta.
 
 
 
-Davvero hai sfidato Andrea davanti a tutti?- domanda zio Alberto incredulo.
-Davvero hai segnato in meno di un minuto con una rovesciata?- chiede papà incredulo. 
Mi ritrovo seduta a tavola con i due Arcade e Maristela che ha raccontato loro tutto quel che è successo, dipingendomi come donna dell’anno, romanzando il tutto.
-Si, ha fatto davvero una rovesciata! È stato surreale! Giò, sei stata davvero veloce non hanno visto neanche la palla gli altri!- la brasiliana mi difende a spada tratta.
-Mar, mi sembra un po’ esagerato.-
-No, no! È andata proprio così!-
Zio e papà le danno ragione e fomentano la cosa, ricordandosi delle partite in cui facevo tre goal e altre follie calcistiche.
-E quella volta in cui ha fatto la capriola trattenendo la palla dietro il ginocchio…-
-Quando ne ha dribblati quattro di fila…-
-Il passaggio che è passato tra le gambe dell’arbitro…-
-Ok, ok adesso basta!-
Mi alzo e vado verso le scale.
-Menina, sei stata fantastica!- mi urla Maristela.
-Non fare così, Giorgie!- ridacchia zio insieme a papà.
Sventolo la mano in segno di saluto e tallonata dalla brasiliana mi chiudo in camera mia. Mi butto sul letto e lei accanto a me.
Soffio.
Mar si rischiara la gola.
Soffio.
Lei si sistema meglio.
Soffio.
-Cosa c’è da soffiare?- si alza fissandomi interrogativa.
Mi alzo anche io rimanendo a gambe incrociate.
-E adesso?-
-Adesso cosa?-
-Dopo che Andrea ha fatto il cazzone orgoglioso andandosene, cosa succede? Sono nella squadra o no?- chiedo.
Maristela ci pensa un attimo su.
-Possiamo chiedere a Flavio oppure aspettare che si faccia vivo qualcuno.-
-Io con mio cugino non ci parlo fino a quando non mi viene a chiedere perdono in ginocchio.-
-Cosa ti ha fatto?- lo sguardo di Mar si fa leggermente più affilato.
-Tanto per cominciare sapeva del torneo e non mi ha detto niente. Seconda cosa quando ho detto che volevo far parte della squadra mi ha intimato di lasciar perdere. Come se non fossi di troppo.- racconto amareggiata.
-Sul serio ha detto questo?- 
-“Non dirai sul serio, Gio. Qui, tu non centri niente.”- imito la voce di mio cugino.
Maristela stringe le labbra.
-Che stronzo.-
-Già. Poi il massimo è stato Andrea che mi ha detto che non posso giocare e che le ragazze non sono ammesse al torneo. Lo strozzerei, ti giuro.-
Rimaniamo in silenzio ancora per qualche minuto. Poi la brasiliana si alza di scatto e si siede alla mia scrivania: apre il computer e lo accende. Poi inizia a smanettare come è solita a fare quando le frulla qualcosa per la testa tirando fuori il suo tipico atteggiamento da vera detective.
-Che fai?- domando curiosa.
Lei si lega i lunghi capelli neri con una matita che trova sulla mia scrivania. 
Nessuna risposta.
-Allora?-
Zero.
-Porca miseria, Mar, mi ascolti?- quando mi avvicino lei mi mostra una pagina internet. 
-Ma questa è la pagina del torneo nazionale!-
-Esatto.- annuisce lei.
-E a cosa ci serve?-
-Certo che non hai proprio spirito investigativo.-
-Nel calcio non serve.-
-Non è vero! Se ti informassi un po’ sulle tue avversarie quando hai una partita, magari riusciresti a trovare una strategia efficace e a evitarti tutti quei lividi senza parlare delle risse.- Maristela mi rifila uno dei suoi sguardi di rimprovero.
-Va beh… comunque?- ruoto gli occhi verso l’alto.
-Dopo “le ragazze non posso partecipare” di Andrea, mi è venuto il pallino di andare a controllare se è davvero così.-
-E quindi?-
-Giò, svegliaaaaa!- Maristela alza la voce e punta un dito contro il monitor dove c’è scritto “Regolamento” nel portale del torneo.
-Vuoi essere certa del fatto che Andrea non abbia sparato una cazzata.- le lancio un’occhiata d’intesa.
-Vogliamo essere certe, partecipi tu al torneo, mica io.- precisa la nera.
-Seh, dai, leggiamolo.-
Dopo venti minuti e un male agli occhi tremendo a causa della luce artificiale del monitor, decido di stampare una copia del Regolamento.
Maristela si siede sul mio letto e armata di evidenziatore, ci rimettiamo al lavoro. Mezz’ora e un sonnellino mio più tardi, la brasiliana fa un “Ah, ah!” e evidenzia un paio di righe.
-Hai trovato qualcosa?- chiedo.
-Io trovo sempre tutto.-
-Allora? Perchè devi sempre farti pregare?-
-Ho fatto tutto il lavoro io e tu non hai contribuito a niente.-
-Ehi, ci ho messo l’inchiostro delle cartucce della stampante!-
-Che sarà mai!-
-Uffa!-
-Puoi partecipare.-
-Davvero?- 
Maristela mi legge il punto del Regolamento ad alta voce: possono prendere parte al torneo studenti maggiorenni che hanno concluso il quarto anno della scuola secondaria di primo grado.
-Studenti…- rileggo perplessa.
-Non è specificato il genere.-
-No, infatti.-
Maristela continua a leggere e io mi alzo aprendo le braccia al cielo.
-Cosa fai, ti metti a pregare?- chiede scettica la ragazza.
-Sto immaginando la faccia di quel deficiente quando gli dirò che posso partecipare e che ha perso tempo a fare i provini con i bambini del biennio!-
-Non ho visto nessuno di quinta sugli spalti, effettivamente.- riflette Mar distrattamente.
Continuo a festeggiare fino a quando Maristela mi tira un cuscino addosso.
-La vuoi piantare sono le undici di sera passate e poi non riesco a leggere il premio.- 
-Che noia, sei proprio una guastafeste.- le rilancio il cuscino.
-A proposito tu dormi qui vero?- chiedo.
-No, adesso vado a casa. Mi riaccompagna tuo cugino.-
-Bene.-
-Mi porto questo Regolamento dietro. Noite, Menina!- la brasiliana mi scocca un bacio sulla guancia ed esce dalla mia camera.
Sbuffo e mi siedo sul letto. Fisso le foto appese alla parete in camera mia: io e Flavio, io e Flavio e papà, io e Flavio e i fratelli Arcade, Flavio, Maristela, Maristela e io, il nonno di Mar, Pelè, Maradona, i Linkin Park, i Fall Out Boys… e poi c’ una foto in cui ci siamo io, Flavio e Andrea. Mi ricordo quel giorno: avevamo otto anni e eravamo tutti pronti per andare a calcio. Io indossavo una divisa blu, mio cugino e Andrea, verde. Non so perchè ho appeso quella foto. Prendo una pallina dal comodino, quella che lancio e rilancio alla parete quando sono nervosa, e miro la faccia di Andrea nella foto. Lancio e… lo manco. Ringhio, lasciandomi cadere sul letto. 
Aspettiamo che si faccia vivo qualcuno, no?
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: hope ridden