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Autore: crige    26/09/2018    5 recensioni
***Seguito di SAVE ME***
Tre anni dopo "Nobody said it was easy".
Vedremo come è andata avanti la vita di Feffe e tutti gli altri.
Cosa sarà cambiato? E cosa invece è rimasto invariato?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Non sappiamo bene come funziona.
E' difficile spiegarcelo perché è del tutto irrazionale.
Senza alcun senso apparente.
Ma eppure è prioprio così.
Aprirsi con le persone più vicine a noi è estremamente difficile.

Metterci a nudo di fronte a qualcuno di importante ci mette ansia.
Veniamo sopraffatti da paure e tensioni.
Un senso di vergogna e disagio ci percorre ogni fibra del corpo e ci ammutolisce.
Rispondere con un "va tutto bene" è molto più semplice.
O solamente più conveniente.

Non dobbiamo star lì a spiegare.
A raccontare di noi stessi.
A dar voce alla parte più buia della nostra mente.
A sentirci vulnerabili a giudizi e parole, spesso sempre troppo futili.

Le persone che ci stanno sempre intorno si sentono libere di poter dire quello che vogliono.
E a noi proprio questo non va giù.
Spesso proprio perché quello che dicono ha terribilmente senso.
E tutto ciò ci spiazza terribilmente.

Chi non ci conosce, invece, non ha secondi fini.
Non ha un torna conto ed è totalmente privo di giudizi.
Perché mentire non li serve a niente.
Non ha problemi a dire ciò che realmente pensa.

Con uno sconosciuto riusciamo a essere noi stessi.
Perché liberi da qualsiasi costrinzione e pregiudizio.
Quella persona non sa niente di noi.
Del nostro passato e della nostra storia.
Si può basare solo su quello che noi vogliamo mostrare, raccontare.
Ed è quello il pensiero più sincero.

Solo che a volte non ci basta.
In certe situazioni vorremmo solo che chi ci sta accanto, ci capisse davvero.
Che si sforzasse a comprendere quello che abbiamo dentro.
Quello che proprio non vuole uscire.

E' difficile parlare di noi stessi.
Ci fa sentire sempre troppo allo scoperto.
Troppo esposti.
Abbiamo paura che rivelare più del necessario possa far allontare quelli a cui teniamo di più.

Però così facendo arriviamo ad un punto che tenersi tutto dentro ci sta stretto.
Ci distrugge e sfinisce.
Sgretola ogni parte del nostro essere e ci lascia completamente disarmati.

Forse a volte alla domanda "come stai?" dovremmo rispondere con molto più che un "bene".
Forse iniziare ad abbattere qualche muro, in certe occasioni, può solo farci stare meglio.
Forse quando qualcuno ci tende una mano mostrando un vero interesse, dovremmo fare lo sforzo di afferrarla e dargli di più.
Dovremmo smetterla di darla vinta alla paura.
Quindi, ti chiedo, tu come stai?
Perché io, io mi sento morire.





                                                                                                           **********




A Ilaria devo veramente moltissimo.
Non so quanto e se avrei resistito a Londra senza di lei.
Lei è stata e continua ad essere davvero fondamentale per me.
E' solo grazie a lei se sono arrivata così in alto lontano da casa.

Ecco.
E' questo che continuo a ripetermi così da evitare di ucciderla.
Perché sinceramente questo è l' ultimo posto dove vorrei essere adesso.

La musica è veramente troppo alta.
Alcune ragazze sono troppo insistenti.
E il karaoke lascia alquanto a desiderare.
Odio tutto ciò.

Il Challenge è il locale lesbo più famoso della zona.
Un enorme palco riempe tutta la parte in fondo.
A destra c'è la zona dei privé.
A sinistra il bancone bar, mentre tutta l' enorme stanza è riempita da tavoli eleganti di colore nero.
Noi occupiamo uno di quelli più vicini al palco.

Le luci sono soffuse, come se volessero creare un' atmosfera da night club.
Anche se non ci si va troppo lontano.
Posso chiaramente sentire ormoni che esplodono da tutte le parti.
Ma, ehi! A Ilaria devo molto, no?!

-La prossima volta che mi proponi una cosa del genere, ti sparo nel culo- sussurra Nene al mio orecchio -ricordami perché siamo qui!-

-Per Ilaria e Lucia!- dico, esasperata -quante volte dovrò ripetertelo ancora?-

-Fino a quando quella risposta inizierà ad avere un senso!-

Alzo gli occhi al cielo, portando la mia attenzione alle altre due ragazze con noi.
Non fanno altro che ridacchiare tra di loro e scambiarsi rapidi baci.
Sono contenta per la mia amica, ma di sto passo mi verrà il diabete.

Tra l' altro non ho ancora detto a Eleonora un piccolo particolare.
Erica e Alessia verranno qui, stasera.
Anzi, forse sono già qui.

Alessia mi ha scritto qualche ora fa dicendomi che aveva detto a Erica della nostra uscita e che quest' ultima era impazzita.
Ha dovuto assecondarla e accompagnarla.
Beh, non ha poi tutti i torti.
Non scherzavo quando dicevo che qui alcune ragazze sono veramente insistenti.

-Allora, Feffe, dimmi che hai deciso di tornare a giocare con noi!- esclama, all' improvviso, Lucia.

-No- scuoto la testa, sorridendo -me ne torno a Londra tra un paio di settimane-

-Ma che ci vai a fare lì?!- chiede, retorica -Firenze è più bella!-

-Lascia stare, Lucia- Ilaria le appoggia una mano sul braccio -non le farai cambiare idea-

Mi sembra di aver colto una nota di rassegnazione in quelle sue parole.
Mi domando cosa passi nella testa della mia amica.
Inizio a pensare che l' essere andata qualche giorno da Lucia, sia stata solo una scusa per evitarmi.
Ma forse è solo una mia impressione.

-E voi come farete, scusa?- domanda, Ele, alle due -anche Ilaria se ne andrà con Francesca!-

-Non lo sappiamo- alza le spalle, la riccia -ne parleremo a tempo debito, giusto?-

-Giusto!- si allunga per darle un bacio a stampo -e poi, fatti gli affari tuoi, capitano!- 

-Occhio, Lucia- Nene mette sù il suo sorrisetto da stronza -potrei dire ad Antonio di tenerti in panchina per le prime partite!-

-Rimani sempre la più stronza, Santoro-

-E neanche mi ci impegno!- Ele si batte una mano sul petto, facendo ridere tutte.

-Vado a prendere da bere- mi alzo -volete altro?-

-Per me un Americano!- sospira, Nene -ne avrò bisogno per sopportare sto posto-

-Noi prendiamo un' altra birra!- Ilaria si alza a sua volta -vengo con te, così ti aiuto!-

Ci destreggiamo tra tavoli e ragazze fino ad arrivare al bancone.
Ci appoggiamo ad esso, aspettando che la barista ci consideri.
Ogni tanto la guardo di sottecchi.
La conosco fin troppo bene e so che è nervosa.

-Che hai?- le chiedo, sfiorandole un gomito -sei strana-

-Nulla- si volta, sorridendomi -sono solo stanca-

-Ilaria- la richiamo, dolcemente -non mentirmi-

-Sei una rompipalle- soffia, gettandomi le braccia al collo -non riesco mai a nasconderti niente!-

-Ah, perché, io sì?!- alzo un sopracciglio -una volta per uno in collo a mamma!-

-Scema!- scopppia a ridere, appiattendosi maggiormente a me -non è il posto giusto per parlarne, ok? -

-Ok, ora mi stai facendo preoccupare- affermo, seria, portando una mano sulla sua guancia -devo esserlo?-

-Non posso rispondere per te- sospira -dopo torno a casa con te e ne parliamo, ok?-

-D' accordo- 

-Bene- si allunga lasciandomi un bacio veloce sulle labbra.

-Ilaria- rido, scostandomi leggermente -penso che dovremmo smetterla! Lucia che dice al riguardo?-

-Non gliel' ho chiesto- alza le spalle -ma so per certo che la tua riccia è gelosa marcia!-

-Alessia?-

-Mmh mmh- annuisce -vedessi come mi ha fulminato oggi a casa tua!- ride divertita -meglio se evitiamo, eh?-

-Almeno fino a quando saremo qui- concordo -ti dispiace?-

-No- scuote la testa -sono d' accordo con te-

Finalmente la ragazza dietro al bancone ci rivolge la sua attenzione.
Ordiniamo e aspettiamo che ci prepari tutto.
Una volta in possesso delle nostre bevande, paghiamo e torniamo al tavolo.

Troviamo Lucia immersa in una profonda risata.
Eleonora con le braccia conserte e la faccia scocciata.
Appena le passo il suo Americano, ne prende un lungo sorso.
Mi sa che qualcuno l' ha fatta incazzare.

-Che ci siamo perse?- domanda, la rossa, riprendendo il posto accanto alla sua ragazza.

-Una è arrivata è a detto a Ele "scommettiamo una birra che ho scritto il tuo nome sul braccio?" e quando lei ha acconsentito, questa si è alzata la manica della camicia e bimbe..- scoppia di nuovo a ridere -aveva scritto "Il tuo nome" sul braccio!-

-Non ci posso credere- scuoto la testa diverta -dai, Nene! Ci sei cascata davvero?-

-State zitte- borbotta, continuando a dimezzare il suo cocktail -ho dovuto darle i soldi-

-Sei proprio bionda!- esclama, Ilaria, guadagnandosi un' occhiataccia dalla mia amica.

-Daaai Nene, non fare lo scorfano brontolone!- le passo un braccio intorno alle spalle, attirandomela contro -cerca di divertirti-

-Cosa pensi che stia facendo?- alza il sopracciglio alla Santoro -e poi sono qui solo perché me lo hai chiesto tu-

-E io ti ringrazio per questo- le sorrido, facendole poggiare la testa sulla mia spalla -se vuoi possiamo fingere di stare insieme, così nessuna ti importuna più-

-Ti piacerebbe, Creatini- sogghigna, strappandomi una risata.

-No, in realtà, le novelline della squadra se lo sono sempre chieste- s' intromette, Lucia -cioè, quelle che sono arrivate dopo Fede, intendo- sorride imbarazzata per poi continuare -si chiedevano come mai non state insieme-

Io e Nene ci guardiamo per un momento, prima di scoppiare a ridere.
Era passato veramente un sacco di tempo dall' ultima volta che ci siamo sentire dire una cosa del genere.
Fa suscitare molti ricordi e aneddoti divertenti.
Dio, la gente spariva non appena incrociava lo sguardo di Ele.

-Sarebbe tipo incesto- dico, stampando un bacio in fronte alla mia amica -e poi siamo troppo uguali. Non funzionerebbe-

-Concordo- Nene finisce il suo Americano in un sorso, sbattendo poi il bicchiere sul tavolo -e poi anche no-

-Beh, però da quello che so io una volta...- Ilaria si interrompe non appena viene fulminata da entrambe -no, niente- si affretta ad aggiungere, prestando poi molto interesse alla sua birra.

Le nostre compagne di squadra non sanno nulla di quella volta.
Di quando io e Eleonora finimmo a letto insieme.
E vorremmo che continuasse a essere così.
Stavo per ammazzarla.
Ma scommetto che lo avrebbe fatto prima Nene.

-Oh guarda chi c'è!- 

Ci giriamo tutte verso la nuova arrivata.
La mia amica è la prima a sbuffare, seguita da me.
Già Eleonora è di pessimo umore.
Ci mancava solo lei, adesso.

Una ragazza bassina con i capelli lunghi e neri ci osserva con un ghigno.
Un naso importante che fa da padrone sul suo viso.
Una classica camicia a quadri per rimarcare il suo orientamento sessuale.
Degli shorts a fasciarle quelle gambe un po' tozze.

-Massa- soffia, con tono piatto, la bionda.

-Santoro- ricambia con lo stesso tono -sei ingrassata?-

-Almeno io rimango figa uguale- mette su il suo classico sorriso alla Santoro -tu fai comunque pena-

-Ti piacerebbe- sogghigna, l' altra -allora, sei ancora stonata come una cornacchia?-

-Perché ti interessa?- si alza, fronteggiandola -vuoi perdere ancora?-

-Sarai tu a perdere- la guarda dal basso con sfida -una canzone a testa! Chi riceve più applausi vince!-

-Cosa c'è in palio?-

-Cento euro?- allunga una mano -ci stai?-

-Ci sto- gliela stringe, senza togliersi quel ghigno da stronza  -vallo pure a dire allo Speaker, io ti raggiungo subito-

-Va bene- annuisce -ma inizio io-

Eleonora sbuffa, lasciandosi di nuovo cadere sulla sedia.
Scuote la testa, gettandola poi all' indietro.
Alla fine agguanta il mio bicchiere, finendo in un sorso anche il mio cocktail.

-Ora basta, però- le sussurro, afferrandola per un braccio -basta bere-

-Ma quella mi dà sui nervi!- ribatte, a denti stretti.

-E allora battila sul palco! Ma ricorda che ti ha detto Erica-

-Lo so- mormora -hai ragione- mi sorride, alzandosi subito dopo -ci vediamo tra poco e applauditemi più forte che potete, perché non intendo dare i miei soldi a quella lì!-

La vediamo allontanarsi a passo svelto.
Lascio andare un sospiro rassegnata.
Speriamo che mi dia retta e che si tenga alla larga dall' alcool.
Anche perché mi sembra di aver visto Alessia e Erica a qualche tavolo più in giù.

-Chi era quella?- domanda Ilaria, che era rimasta fino a ora in silenzio.

-Quella lì è Lucrezia Massa- la informo -è una stronza di prima categoria. E' sempre stata invidiosa di Eleonora e tutte le volte che la incrociamo deve rompere le palle. Non manca mai di sfidare Nene in una gara di canto ogni volta che la becchiamo qui-

-Che tipo, strano- commenta, Lucia -ma almeno è brava a cantare?-

-Molto- confesso -ma non è Ele-




                                                                                                                      **********



-Ci eri mai stata?- domando ad Alessia, una volta preso posto ad un tavolo.

-No- scuote la testa -Feffe mi ha sempre detto che non è proprio un bel posto per venirci accompagnate- afferma -dice che qui ci viene soprattutto chi vuole rimorchiare-

-Beh, ci credo!- esclamo -ce n'è di tutti i tipi!-

Neanche Eleonora mi ha mai portato qui.
Non capisco quindi che cavolo ci sia venuta a fare.
Che sia stata troppo dura con lei?
E che voglia rompere con me e che sia qui alla ricerca di un' altra?

-Erica, che stai pensando?- la mia amica mi sorride, allungando una mano sulla mia -hai la faccia di quando pensi a qualcosa di stupido-

-Pensi che Ele sia venuta qui per rimorchiare qualcuna perché vuole lasciarmi?-

-Avevo ragione- ridacchia -ti ha chiesto di sposarla, Eri- mi dice dolce -lei vuole solo te- 

-Allora perché è qui?- domando, esasperata.

-Te l'ho detto- sospira -Ilaria ha chiesto a lei e a Feffe di uscire con lei e Lucia-

-D'accordo-

-Te invece perché sei voluta venire qui?- domanda, confusa.

-Secondo te voglio che la mia fidanzata giri da sola in un posto pieno di lesbiche che vorrebbero sicuramente saltarle addosso?- manco mi sono accorta di essermi sporta dal tavolo.

-Okok- allunga le mani -non ti arrabbiare-

-Scusa- soffio -è che questa situazione è orribile-

-Lo so- mi stringe una mano, confortandomi.


Cacciare Eleonora di casa è stata forse la cosa più difficile che io abbia mai fatto.
Lei è l' amore della mia vita.
L' unica persona che voglio al mio fianco.
Ma non a quelle condizioni.

Non la riconoscevo più.
Era una continua lotta.
E io ero, sono così stanca.
Avevo bisogno di una pausa.

Spero che lei capisca perché l'ho fatto.
Spero che riprenda in mano sé stessa e che si dia una sistemata.
Ma io non posso più aiutarla in questo.
Adesso dipende solo da lei.

Però mi manca.
Mi manca averla intorno.
Mi manca stare con lei sul divano a raccontarci la nostra giornata.
Mi mancano le sue attenzioni, i suoi abbracci, i suoi baci..
Mi manca tutto quanto.
Spero solo che ritorni in lei.


-Dio, non lo sopporto!- sbotta, Alessia, richiamando la mia attenzione.

-Ma cosa?- 

-Guarda!- mi indica un punto dietro di me, vicino al bancone del bar -le sta sempre appiccicata!-

Mi volto e vedo Ilaria abbracciata a Francesca.
Le braccia intorno al suo collo.
Una mano di quest' ultima sulla sua guanca.

-Ma non ti era passata la gelosia nei suoi confronti?-

-Sì- annuisce, passandosi una mano sul viso -ma uffa- ringhia, frustrata -non mi piace che si bacino!-

-Oh- soffio, quando le vedo scambiarsi un bacio a stampo -capisco il disagio-

-Grazie!- esclama, sospirando -Feffe aveva detto che avrebbe cercato di evitare! Non le sta riuscendo benissimo, vedo!-

-Ne avete parlato?-

-Si! Questo pomeriggio!- scrocchia le labbra -ma a quanto pare non è servito a nulla!-

-E di voi due avete parlato?- chiedo, alzando un sopracciglio -insomma, avete chiarito a che punto siete?-

-No- sospira -non ne abbiamo ancora parlato-

-Beh, mi sa che dovrete farlo in fretta-

-Lo so-


Non so se sono molto contenta di questa cosa tra di loro.
Né per Alessia, né per Francesca.
Non so quanto bene faccia a entrambe.
E poi sono preoccupata.

Francesca è cambiata molto in questi anni.
Chi mi dice che non spezzerà il cuore di Alessia solo per renderle pan per focaccia?!
Ok, so che è praticamente impossibile.
Ma come faccio a esserne sicura?

Lei se ne tornerà a Londra e starà a me raccogliere i pezzi della mia migliore amica.
E al momento non so neanche se sarò da sola o se Eleonora sarà al mio fianco.
Vorrei solo che nessuno si facesse male.

-Comunque lei e Eleonora hanno chiarito- afferma, distraendomi dai miei pensieri -oggi erano molto affettuose l' una con l' altra-

-Menomale- libero un sospiro di sollievo -spero che Feffe possa aiutarla-

-Lo spero anche io- mi sorride -Francesca mi ha detto che Ele le ha confessato degli attacchi di panico e che poi hanno pure chiarito vecchi discorsi. Non mi ha detto altro-

-Spero che abbiano parlato di quel che credo- sorrido raggiante -le servirebbe molto!-

Alessia sorride indicandomi un punto dietro le nostre spalle.
Mi volto rimanendo piacevolmente sorpresa.
Feffe ha un braccio intorno alle spalle della mia ragazza.
Quest' ultima ha la testa su una sua spalla.
Le loro mani si sfiorano.

-Beh, sembra che tu avessi ragione prima!- torno a guardare la mia amica -ne sono felice!-

Almeno una cosa è tornata a posto.
Mi auguro che adesso Eleonora riesca a riprendersi in fretta.
So che Feffe le darà tutto l' appoggio di cui ha bisogno.
Quello che io non posso darle perché non essendoci stata in quel periodo, non posso capire davvero.

Sobbalzo alla voce improvvisa dello Speaker sul palco.
Io e Alessia ci giriamo insieme, guardandoci sorprese quando notiamo proprio Eleonora lì sopra.
Insieme ad un' altra bella ragazza.
Che sta succedendo?

Finalmente l' uomo ci spiega tutto.
In queste serate è possibile sfidare qualcuno a gare di canto o di ballo.
A quanto pare questa ragazza ha sfidato Ele.
Una canzone a testa.
Il coro ce lo mette il locale se serve.
Vince chi riceve più applausi.

Quando lo Speaker fa il nome di Eleonora, il locale esplode in un grido.
Come se già sapessero chi è.
Mi domando se lei e Feffe abbiano mai combinato qualcosa qui dentro.
No, meglio se non ci penso.

La ragazza, Lucrezia, canterà "Because of you".
Una bellissima quanto pesantissima canzone di Kelly Clarkson.
Comunque non è semplice.
Non vedo l' ora di sentire come canta.

-E' brava!-  mi giro trovandomi di fronte Francesca  -posso?- indica la sedia libera al mio fianco.

-Non lo so- alzo un sopracciglio -hai fatto come ti ho detto?-

-Abbiamo chiarito tutto- sorride -quindi posso sedermi?-

-Va bene- acconsento -ma appena finisce di cantare te ne torni da lei-

-Va bene va bene!- si affretta a dire, allungando entrambe le mani nella mia direzione -ciao Ale- si gira poi verso la mia amica, lasciandole un bacio sulle labbra.

-Ehi- l' altra le accarezza una guancia con gli occhi a cuoricino.

-Sisì che bello che uscite di nuovo insieme e bla bla bla- sbuffo, attirando la loro attenzione -adesso mi dici chi è quella tizia?-

-Lucrezia Massa- ride Feffe, allontanandosi un po' dalla mia amica -è una gran palla al piede. Tutte le volte che veniamo qui deve sempre sfidare Nene in qualche cosa. Penso che ce l' abbia con  lei da quando rifiutò il suo invito ad uscire-

-E vorrei ben vedere!- sbatto una mano sul tavolo -io sono molto più figa!-

Scoppiano a ridere, scuotendo la testa.
Non vedo cosa ci sia di divertente in quello che ho detto.
E' solo la verità.

-Menomale ha finito!- esclama, Alessia -sono curiosa di sapere cosa canterà Ele!-

-E' talmente innervosita da quella lì, che penso vorrà farle il culo a strisce-

Un sorriso nasce spontaneo sui nostri volti, quando la mia ragazza annuncia la canzone che ha scelto.
"Fighter" di Christina Aguilera.
Se c'è una cantante che le viene particolarmente bene, è proprio lei.

-Avevo ragione! Vuole proprio ucciderla!-

Annuisco a Feffe, riportando l' attenzione su Eleonora.
E' bellissima.
Con quei jeans attillati, leggermente strappati.
Una maglietta nera con una piccola tasca in alto a sinistra.
Ai piedi un paio di Converse bianche.
Per non parlare dei suoi capelli, stasera!
Penso che gli abbia dato volume con un po' di schiuma.

"After all you put me through 
You'd think I'd despise you 
But in the end I want to thank you 
'Cause you made me that much stronger " 


Eleonora dice la prima strofa parlata guardando direttamente negli occhi Lucrezia.
Ha su quel suo sorriso a stronza di prima categoria.
Dio, quanto è eccitante quando fa così.

-Massa sta già sudando freddo- Francesca ride coinvolgendoci.

Non ha tutti i torti.
Le è bastato accennare la seconda strofa, per far andare in deliro tutto il locale.
Ha una voce potente, forte e sicura.
Per non parlare di quel vibrato che mi fa venire sempre una gran voglia di sbatterla contro il muro.
Spesso il coro manco si sente e lei è costretta ad allontanarsi il microfono dalla bocca di un bel po'.

Ma è quando si apre in uno degli ultimi acuti che esplode il caos.
Tutte ste lesbiche in calore si alzano urlando.
Sento distintamente qualcuna urlarle un "Ti Amo".
La cosa non mi piace per nulla.

-Mi sa che ha vinto- soffia, Alessia, quando la mia ragazza finisce di cantare -insomma, sto posto è in delirio!-

-Erica, dove vai?- 

Sento Francesca chiamarmi, ma non me ne curo.
Ho un bisogno che deve essere immediatamente soddisfatto.
Potrei impazzire se così non fosse.

Mi destreggio in mezzo ai tavoli, cercando di non urtare nessuno.
Aspetto che la mia ragazza finisca di flirtare con una stronzetta.
Poi l' afferro per un braccio e la trascino via.

-Erica? Ma che...-

Apro la porta del bagno, spingendola dentro.
Chiudo a chiave.
Poi mi volto e la sbatto contro il muro.

-Questo non vuol dire niente- le mordo il collo, facendole scorrere la zip dei jeans -sono ancora arrabbiata- faccio saltare il bottone -ma ti voglio-

-Erica..- sorride divertita

-Tu devi stare solo zitta- soffio sulle sue labbra, portando una mano dentro i suoi slip così da farla smettere di sorridere -chiaro?-

-Chiaro- geme sonoramente, mentre mi lascia fare ciò che voglio.




                                                                                                    ***********
 

Quando Francesca mi ha mandato un messaggio dicendo che era sotto casa mia, non mi aspettavo questo.
Di certo non pensavo di ritrovarmela davanti completamente ubriaca.
Gli occhi gonfi di lacrime non versate.
Scuri, impenetrabili.

Ci siamo salutate solo tre ore fa al locale.
Lei era andata a casa con Ilaria e Eleonora.
Cosa può essere successo?
Mi sto preoccupando.
Talmente tanto da sovrastare l' incazzatura che mi è salita vedendola così.

-Come sei arrivata fin qui?- le chiedo in tono duro, trascinandola di peso fino in camera mia.

-In macchina- sbiascica, sedendosi sul letto.

-E da quando guidi ubriaca?- mi sforzo di non urlare per non svegliare i miei -cazzo, Francesca!-

-Non alzare la voce- soffia, portandosi le mani alle tempie -mi scoppia la testa-

Sbuffo, andandomi a sedere sulla scrivania.
Questa era un' altra cosa che non mi mancava per nulla della nostra relazione.
Com'è che ancora non riesce ad affrontare le cose senza qualche litro di alcool?!
Pensavo che fosse migliorata!
Sembrava davvero cambiata!
Adesso non so più fino a che punto lo sia.

-Che è successo?- domando, con tono piatto -che ci fai qui?-

-Avevo bisogno di te- mormora, senza guardarmi -io...io ti dovevo vedere- balbetta, lasciandomi piacevolmente stupita.

-Mi dici cosa c'è?- addolcisco il tono -parlami-

-Ilaria!- batte una mano sul materasso -abbiamo discusso-

-Perché?-

Si alza prendendo a camminare per la stanza.
O almeno ci prova.
Non è che si regga molto bene in piedi.
Mi chiedo quanto debba aver bevuto per ridursi così.

-Mi lascia- si asciuga prontamente una lacrima solitaria -rimane qui-

-Ma..-

-Dice che le dispiace! Che la devo capire!- m' interrompe -sua madre vuole recuperare il rapporto e poi c'è Lucia, un' offerta di lavoro allettante e si è già pure licenziata dallo studio medico giorni fa e non mi ha detto nulla!- alza il tono di voce, facendomi sobbalzare -capisci? Lei non torna! Mi ha abbandonato!-

-Feffe- mi alzo a mia volta andandole incontro -calmati- l' abbraccio di slancio -non pensi a cosa sia meglio per lei?-

-Sì!- si stacca di botto -ma lei è una stronza!- ringhia, allontanandosi.

-Francesca..-

-No!- alza una mano, interrompendomi di nuovo -lei è solo brava a parlare! Mi ha praticamente obbligato a dire la verità a Eleonora, a chiarire con lei e ora credo che lo abbia fatto solo perché sperava che io rimanessi!-

Riprende a camminare nervosamente.
Recupera il porta-tabacco andando alla finestra.
Vorrei dirle che non può fumare qui dentro, ma non me la sento.
Raramente l'ho vista così sconvolta.

Si rolla una sigaretta, accendendosela con bisogno.
Prende a fumare distrattamente con lo sguardo perso sul paesaggio fuori.
E' bellissima anche quando è ubriaca marcia.

Vorrei farle un sacco di domande.
Vorrei sapere la verità sul suo trasferimento.
Vorrei che si aprisse.
Ma come faccio a chiederglielo?

Noi cosa siamo?
Che diritti posso rivendicare su di lei?
Perché quando si tratta di Francesca, le cose devono sempre essere così difficili?
Sto per parlare, ma lei mi batte sul tempo.

-Sono quasi morta- confessa, in un sussurro, lasciandomi di sasso -dopo che ci siamo lasciate, dopo la telefonata di mio padre, dopo che mi hanno arrotato Terry... io..io..- lascia andare un ringhio frustrato -una sera avevo bevuto decisamente troppo. Non riuscivo a dormire così ho buttato giù una serie di pasticche, non so che cosa. Per fortuna Maria mi ha trovato in tempo. Mi ha salvato e mi ha fatto ricoverare in una clinica privata. In fine mi ha suggerito di andarmene e di non dire niente a Eleonora-

Finisce il tutto senza rivolgermi uno sguardo.
Sono totalmente impalata sul posto.
Incapace di trovare qualcosa da dire.

Io non avrei mai immaginato tutto ciò.
Non posso credere di aver contribuito a questo.
Mi sento un mostro.
Mi sento terribilmente in colpa.

-Io..-

-No- scuote la testa -non è colpa tua- sospira -è solo colpa mia-

-Ma io-

-No- dice di nuovo -in quel periodo dormivo pochissimo, gli scatti d' ira erano tornati, i sogni e i ricordi mi tormentavano nuovamente e io non sapevo come uscirne. Non sapevo più chi fossi e cosa volessi fare. Non volevo uccidermi. E' stato solo uno sbaglio del cazzo-

Corro verso di lei abbracciandola.
La stringo forte, incurandomi se lo volesse o meno.
La voglio solo stringere.
Potevo rischiare di non farlo più.

Senza che me ne accorga, inizio a piangere a dirotto.
Silenziosamente.
Contro la sua maglietta.
Incapace di fermarmi.

Franceca prende ad accarezzarmi i capelli.
Mi stringe a sua volta.
La sento sospirare al mio orecchio.

-Non so cosa fare, Alessia- 

Mi ci vogliono parecchi minuti prima di riuscire a dire qualcosa.
Tiro su con il naso e mi asciugo il viso.
Cerco il suo sguardo, ma ancora una volta non lo trovo.

-Devi decidere tu- mormoro -cosa è meglio per te-

Finalmente punta i suoi occhi nei miei.
Posso leggerci tutta la sofferenza e la tristezza che sta provando.
Vorrei potermi addossare tutto io, in modo da non vederla più così.

-Tu lo sei- sussurra, portando una mano sulla mia guancia -ma ho paura-

-Io non ti lascio- affermo, sicura -sono qui-

-Non puoi saperlo- sorride amara -guarda come è andata l' ultima volta-

-Ho sbagliato- soffio, tristemente -ma è uno sbaglio che non intendo ripetere-

Non dice nulla.
Si avvicina ulteriormente.
Mi guarda ancora per un momento, prima di far combaciare le nostre labbra.

E' un bacio lento, dolce.
Un bacio ricco di parole che non possono essere dette.
Non ancora.
O forse mai.

-Ti avevo detto che sono un disastro- sfiora il mio naso con il suo -non so come comportarmi con te. Non so cosa fare. Cosa faremo?-

-Non lo so- ammetto -devi decidere tu-

-Come sempre- mormora, più a sé stessa che a me -posso dormire qui?- chiede, poi, allontanadosi.

-Certo- 

Rispondo dopo qualche secondo, un po' delusa.
Speravo che ne avremmo parlato un po' di più.
Speravo che potesse darmi un qualcosa di certo.
Ma mi rendo conto che forse non succederà mai.

-Ti prendo qualcosa per dormire- soffio, dirigendomi all' armadio -dovrei ancora avere qualche tua vecchia maglietta-

All' improvviso mi sento abbracciare da dietro.
Francesca poggia la sua guancia contro la mia.
Le sue mani stringono i miei fianchi.

-So che vorresti di più da me- dice al mio orecchio -ma sono ubriaca fradicia e non voglio dire qualcosa di cui mi pentirei. So già che domani mi pentirò di averti detto la verità sulla mia partenza-

-Perché non riesci ad aprirti con me?- le faccio quella domanda che mi tengo dentro da sempre.

-Per proteggerti dal casino che sono-

-Ma io voglio sapere tutto di te!- mi volto, guardandola negli occhi -voglio sapere tutto di te da piccola, di te adolescente, di te a Londra. Voglio che mi dici quando c'è qualcosa che non va! Siamo state insieme due anni e ci sono ancora cose che non so! Non mi hai mai raccontato praticamente nulla del tuo passato!-

Mi guarda per qualche secondo, prima di allontarasi.
Si passa una mano tra i capelli, dandomi le spalle.
La sento chiaramente sospirare.

-Mi dispiace- dice, in fine -non mi riesce più-

-Che vuoi dire?-

-Quando stavo con Federica, nasconderle qualcosa era impossibile- si gira, regalandomi uno dei più bei sorrisi che io le abbia mai visto sul volto -capiva sempre tutto al volo, come te. Parlavamo un sacco. Sapeva tutto di me e mi accettava per quella che ero. Correvo da lei quando qualcosa andava male o quando mi succedeva qualcosa di bello. Era il mio punto fermo- il sorriso si spegne un po' -e quando se n'è andata, è come se una parte di me fosse morta con lei. Ho paura ad aprirmi di nuovo così con qualcuno, perché se dovessi rimanere da sola ancora una volta, io non saprei più cosa fare-

-Ma sono io, Francesca!-  ribatto, avvicinandomi -io sono qui per te! Sempre! Io voglio sapere tutto di te- le ripeto, prendendole una mano -non sei da sola-

-Ma io tornerò a Londra- porta una mano sulla mia guancia -ormai è tardi-

-Vaffanculo!- la spingo, tornando all' armadio -tieniti pure questa!- le tiro addosso una sua vecchia maglietta da rugby -vai a darti una rinfrescata che puzzi di alcool e nel mio letto così non ci entri-

Recupero il mio pigiama, abbandonando la camera.
Sono furiosa.
Tutte le volte che sembra fare un passo avanti, ne fa altri tre indietro.
E' snervante.

"Ormai è tardi"
Sbuffo di disapprovazione ripensando alle sue parole, mentre mi chiudo nel bagno al piano inferiore.
E' una testarda del cazzo e basta.

Come se quelle tre parole potessero giustificare due anni di silenzio.
Due anni di una relazione basata sul dover decifrare sempre da sola ogni suo più piccolo comportamento.
E adesso che non so neanche cosa siamo, mi viene a dire quelle cose!

Mi sta facendo del male e manco se ne accorge.
E io sono solo una masochista.
Sapevo a cosa andavo incontro quando l'ho baciata quella sera.
Eppure ho deciso di dar retta al cuore.
Ora mi rendo conto che forse avrei dovuto ascoltare la ragione.

Torno in camera e la trovo già nel letto.
Ha occupato la parte dove dormiva di solito.
Nonostante tutto quello che è successo, riesce a strapparmi un sorriso.

La raggiungo, portandomi sotto le coperte.
Mi giro su un fianco, dandole le spalle.
Perfetto.
E' la prima volta che dormiamo insieme dopo tre anni e siamo arrabbiate.
Non me lo immaginavo proprio così.

D' un tratto la sento muoversi.
Si avvicina passandomi un braccio sul corpo e attirandomi a sé.
La sento sospirare tra i miei capelli e un brivido mi scorre lungo la schiena.
Soprattutto perchè sento le sue gambe nude contro di me.

-Ho passato due anni a sentirmi inferiore grazie ai tuoi continui silenzi- mormoro -non intendo riniziare adesso-

-Mi dispiace- sussurra, stringendomi ulteriormente -vorrei poterti dire che cambierò, ma non so quanto sia vero-

Mi giro nell' abbraccio.
Porto una mano sotto la sua maglietta.
Risalgo il fianco fino a quella cicatrice familiare.

-Riesci a prenderti una pallottola al posto mio, ma non a parlare con me-

-Stasera l'ho fatto- 

-Solo perché sei ubriaca- ribatto -io vorrei solo essere il tuo nuovo punto fermo-

-Lo vorrei anche io- 

Mi fiondo sulle sue labbra con bisogno.
Lascia che la sovrastri.
Allarga le gambe così da farmi ulteriore spazio.

Intreccio la mia lingua alla sua, portando anche l' altra mano sotto la sua maglietta.
La sento gemere quando per sbaglio le sfioro al lato del seno.
Constatare che è senza reggiseno, fa battere all' impazzata il mio cuore.

Scorre le mani sulla mia schiena.
Mi bacia il collo strappandomi un ansito.
Dio, mi era mancato sentire tutto questo.

Mi stacco leggermente, poggiando la fronte contro la sua.
Recuperiamo un attimo il respiro.
Vedo chiaramente un sorriso illuminarle il volto.

-Non posso- mormoro -non così-

-Nemmeno io- sospira -ma mi fai ancora impazzire-

-Solo perché non vedi che effetto hai su di me- rido, portando le mani ai lati della sua testa.

Scuote il capo, lasciandomi un bacio a fior di labbra.
Successivamente mi abbraccia stretta.
Sento i nostri cuori battere all' unisono.

-Domani facciamo il gioco che ti piace tanto-

-Quale?- chiedo, confusa.

-Quello delle domande- ride -potrai chiedermi tutto quello che vuoi-

-Davvero?- mi stacco, così da guardarla negli occhi -Feffe, io non voglio forzarti. Certo, vorrei che tu ti aprissi con me, ma..-

-Voglio farlo- afferma, sicura -voglio provarci-

-D' accordo- sorrido raggiante -andata!-

-Ora dormiamo- sorride a sua volta -che la sbronza mi sta passando e sta arrivando il mal di testa-

-Così impari!- dico, rotolandole via di dosso.

La sento ridere mentre mi abbraccia da dietro.
Un suo braccio sotto la mia testa.
L' altro a cingermi il fianco.
Mi lascia un bacio tra i capelli.

-Buona notte, Piccola-

-Notte, Feffe-




                                                           ***********


Sono veramente stravolta.
Oggi a lavoro è stato un delirio.
Amo fare la maestra d' asilo, ma a volte è davvero pesante.
Specialmente quando ti ritrovi tre mocciosi con il virus intestinale.
Vorrei solo morire nel letto e non alzarmi più.

Parcheggio la mia vecchia C3 davanti al vialetto di casa.
Storco il naso contrariata quando vi trovo pure l' Audi di Eleonora.
Le avevo detto che quello successo ieri sera nel bagno non significava nulla.
Non l'ho perdonata.
Non le ho di certo dato il permesso di tornare.

Sbuffo, scendendo di fretta dalla macchina.
Mi dirigo con passo svelto e incazzato alla porta.
Quando la spalanco, però, vengo assordata dalla musica troppo alta.
Mi chiudo il portone alle spalle, andando in cucina.
Poso lì sul tavolo il mio pranzo e poi mi dirigo verso la fonte di quel tremendo baccano.

Rimango sull' uscio aperto di camera nostra praticamente paralizzata alla visione che ho davanti.
Eleonora è di spalle, rivolta verso l' enorme cabina armadio.
E' scalza con solo una camicia bianca a coprirle il corpo.
Canta e si dimena su "Con la Musica alla radio" della Pausini, usando una spazzola a mo' di microfono.
Un sorriso spontaneo mi nasce sul volto.

All' improvviso si volta, bloccandosi per qualche minuto.
Poi scuote la testa e sorride.
Un sorriso mozzafiato.
Uno di quelli che fa sempre capitolare il mio cuore.

Lancia la spazzola sul letto con un gesto molto teatrale, strappandomi una leggera risata.
Con un ghigno beffardo si avvicina ancheggiando.
Incatena gli occhi ai miei senza dire una parola.
Allunga una mano intrecciandola ad una delle mie e portandola in alto.
Poggia l' altra sul mio fianco.
Senza che me ne renda conto, mi trascina in un passo a due totalmente improvvisato.

Canta al mio orecchio suscitandomi mille brividi.
Rido quando mi fa fare una giravolta.
Mi mancava questo lato del suo carattere.
Uno di quelli che riserva solamente a pochi.


"...Avremo anche noi dolori 
che forse non sapremo evitare, 
nemmeno affrontare, 
ma niente di noi perduto andrà..."


Intona quella strofa guardandomi dritta negli occhi.
Mi perdo in quelle sue iridi di ghiaccio fino a quando non mi trascina nuovamente in un leggero abbraccio ondeggiante.
Ho già detto quanto mi mancava tutto ciò?

A canzone finita rimaniamo fronte contro fronte, non curandoci dell' altro pezzo che è partito dalle casse subito dopo.
Porto una mano sulla sua guancia, sorridendo.
Si allunga dandomi un veloce bacio sul naso.

-Eccoti, finalmente- sussurro, quasi commossa.

-Più o meno- ribatte, lasciandomi una carezza sul viso.

Eleonora si stacca per andare a spegnere l' iPod.
Si volta poi nella mia direzione sorridendo imbarazzata.
Sto per parlare quando lei mi anticipa.

-Scusa- soffia, sedendosi sul letto -mi sono rovesciata il caffè sui pantaloni a lavoro e nelle valigie che mi hai fatto non ne hai messi abbastanza-

-Ele..-

-No, lo so- si alza, parandosi di nuovo davanti a me -quello che è successo ieri non vuol dire nulla- sospira -prendo un po' di cambi e me ne vado, tranquilla-

-Aspetta- l' afferro per un polso -mi sei mancata- mormoro, lasciandola di stucco -mi è mancato vederti così-

-Sto meglio- dice sicura -ma ho ancora delle cose da risolvere e voglio farlo prima di tornare qui- afferma, sincera -mi manchi da morire, ma non voglio rischiare di rovinare di nuovo tutto-

Rimango piacevolmente colpita dalle sue parole.
Mi ha appena fatto intendere che ha capito davvero quello che le ho detto.
E che si sta impegnando per cambiare.
Solamente per me.

-Va bene- annuisco, felice -ma dato che è praticamente ora di pranzo, che ne dici di farmi compagnia?-

-Volentieri- acconsente, dopo qualche secondo.

-Allora vestiti e vieni in cucina!- la incito -avevo preso del cinese da asporto, ma possiamo dividerlo!-

-Arrivo-

Le sorrido un' ultima volta prima di lasciarla da sola.
Mi dirigo in cucina dove avevo riposto la busta con il cibo.
Prendo due piatti e inizio a dividere il tutto in due porzioni uguali.
Cioè, più o meno.
Io mi merito sicuramente qualche raviolo in più.

-Eccomi- si annuncia, prendendo posto a tavola -che hai preso di buono?-

-Ravioli di gamberi, spaghetti di riso con gamberi e verdure, pollo alle mandorle e gamberi sale e pepe!-

-E volevi mangiarti tutto questo da sola?- scoppia a ridere, incurandosi della mia occhiataccia.

-Giornata dura a lavoro, va bene?- m' imbroncio -fatti gli affari tuoi!- le faccio una linguaccia, iniziando poi a mangiare.

-Beh, raccontami- sorride -che è successo? Un bambino ti ha tirato un' altra volta un calcio agli stinchi?- domanda, divertita.

-Smettila di prendermi in giro!- mi lamento, con voce infantile -a volte quei mocciosi sanno essere davvero stronzi!-

-Erica!- mi riprende, cercando di non ridere di nuovo -sei una maestra! Non puoi dire certe cose!-

-Invece sì!- ribatto -ne ho tutto il diritto!-

Alza le mani a mo' di resa, facendomi segno di continuare.
Prende un raviolo con le bacchette e se lo porta alla bocca.
Com'è che è eccitante qualsiasi cosa faccia?
Sarà forse dovuto alla sua bellezza senza eguali.

-Tre bambini avevano il virus intestinale- faccio il viso disgustato -ho passato la mattinata a ripulirli dal vomito-

-Sto mangiando!- si lamenta, gettando le bacchette sul tavolo -che cazzo, Erica!-

-Me lo hai chiesto tu!- 

-Beh, ma potevi evitare di andare nei dettagli!- ribatte, riniziando poi a mangiare -sei incorreggibile-

Non posso fare a meno di sorridere.
Questa nostra routine mi era mancatata.
Mi mancava parlare con lei e raccontarle le cose.
Non credo, ormai, di poter più vivere senza averla nella mia vita.

-La tua mattinata?- 

-Noiosa come sempre- alza le spalle -è stata più interessante la nottata-

-Che vuol dire?- domando, curiosa.

-Ilaria ieri sera è tornata con noi- m' informa -una volta arrivate, lei e Feffe hanno discusso. Io ero già in camera e quindi non ho colto tutto. Penso però di aver capito che Ilaria vuole rimanere e Francesca non l' ha presa benissimo. E' uscita poco dopo che è andata via Ilaria. Da come hanno sbattuto entrambe il portone, deduco che fossero abbastanza incazzate-

-Beh, più che interessante è stata movimentata!-

-Sì- annuisce -ma adesso c'è una possibilità in più che anche lei rimanga!- 

-Ele- la richiamo, dolce -non farci troppo la bocca-

-Tranquilla- sorride -non sono molto ottimista al riguardo-

Torno a mangiare in silenzio, riflettendo su quell' ultima notizia.
Chissà perché Ilaria ha deciso di restare.
Spero solo che Francesca stia bene e che non abbia fatto cazzate.
Mi devo ricordare di scrivere ad Alessia e di chiedere a lei.

Mi auguro che la mia ragazza non speri troppo che Feffe rimanga.
Perché se poi non dovesse succedere la devasterebbe di nuovo.
E io non voglio più vederla così.
Non ora che si sta riprendendo!

-Che ne pensi te di questa cosa tra Alessia e Ilaria?- 

-Non saprei- ammette -Francesca sembra felice, ma appena si parla del suo rientro a Londra si rabbuia di colpo- sospira -credo che lei ami ancora Alessia, ma che non sa se vuole mandare tre anni della sua vita a puttane per lei-

-E se Feffe non rimanesse solo per lei? Insomma ci sei tu e poi Ale mi ha detto che ha discusso con Marta!-

-Sì, lo so- mormora -proverò a parlarci io con la piccola Creatini. Deve cercare di capire sua sorella. Deve lasciare a Francesca la decisione su cosa fare, senza farle pressioni.  Così se deciderà di rimanere è perché è la cosa più giusta per lei, mentre se invece tornerà a Londra allora vuol dire che era quella la cosa migliore-

Non mi sarei mai aspettata di sentirle dire quelle parole.
Sono così fiera e orgogliosa di lei.
Non so proprio cosa dire.
Riesco solo ad allungare una mano e stringere affettuosamente una delle sue.

L'ho mandata via di casa che era furiosa con la sua migliore amica e intrattabile.
Non le si poteva dire niente.
E ora invece sembra essere tornata la vecchia Eleonora.
Quella di cui mi sono follemente innamorata.
Ma la cosa che mi spaventa è che molto probabilmente, è tutto merito di Francesca.
Inizio a sperare davvero anche io che decida di rimanere.

-Sai, avevi ragione su Ilaria- dice all' improvviso -è davvero una brava persona!-

-E' successo qualcosa tra di voi?-

-No, scema- ride -ci ho solo parlato un po' e Francesca mi ha raccontato alcune cose e ora mi è davvero impossibile avercela con lei!-

-Ne sono felice-

Mi perdo qualche minuto a squadrarla di nascosto.
Adoro come le stanno i tailleur da lavoro.
E' terribilmente sexy.
La prenderei qui su questo tavolo se solo potessi.

Cioè, potrei anche farlo!
Ma non voglio darle un' impressione sbagliata.
Anche se resistere è davvero una tortura.

-Io comunque credo che non faccia bene a nessuna delle due, sta cosa che hanno intrapreso- soffio, riprendendo il discorso di prima -Alessia è ancora innamorata persa, mentre Francesca non lo so-

-Anche lei prova ancora qualcosa- mi rassicura -ma hai ragione- sospira -non vorrei che si facessero del male-

-Già- concordo -non è che potresti parlarne con Feffe?-

-E dirle cosa?-

-Che ne so!- sbuffo -sapere che intenzioni ha!-

-Ci proverò- acconsente, in fine -ma non ti prometto nulla. Lo sai che di certo cose non ne vuole parlare-

-Sì, lo so- lascio andare un sospiro -ma sono preoccupata per la mia migliore amica-

Non risponde.
Si limita a finire il suo piatto, per poi alzarsi.
Si avvicina, fermandosi di fronte a me.
La fisso curiosa.

-Vedrai che andrà tutto bene- sorride, facendomi perdere un battito -non sono affari nostri e dobbiamo lasciarle fare- porta una mano sulla mia guancia -ora devo tornare a lavoro- si allunga, lasciandomi un rapido bacio sulle labbra -a presto, Amore mio-

-Ciao- mormoro, vedendola abbandonare la stanza e successivamente la nostra casa.





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ANGOLO AUTRICE:

Buona sera a tutti ^^

Scusate per il leggero ritardo!
Sono state settimane abbastanza impegnative!
Cercherò di rimediare con il prossimo aggiornamento ;)

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Ci sono le basi per delle nuove situazioni.
Abbiamo visto che Erica non è molto contenta di questa cosa tra Alessia e Francesca e che anche Eleonora ha qualcosa da ridire.
Chissà se una delle due darà voce ai propri pensieri con una delle interessate o se invece resterà solo a guardare.

Ilaria vuole rimanere.
Tranquilli, nel prossimo capitolo vedremo la discussione avvenuta tra lei e Francesca!
Così comprenderete tutto meglio!

Finalmente Feffe ha detto la verità sulla sua partenza anche ad Alessia.
Il fatto che fosse sbronza marcia è solo un futile dettaglio.
O forse no.
Staremo a vedere come sarà il risveglio.

Adesso vi lascio!
Aspetto come sempre i vostri più sinceri pareri.
Alla prossima!
Grazie a tutti come al solito!

Un abbraccio,

Crige.

  
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