Anime & Manga > Candy Candy
Segui la storia  |       
Autore: Gatto1967    27/09/2018    0 recensioni
È lei o non è lei? È lei o non è lei? Cerrrrrrto che è lei! Si certo, è lei ma non è esattamente come ce la ricordavamo. È come se… le mancasse qualcosa. Come se fosse passata attraverso altre vicende, ma saranno davvero poi tante altre?
Forse per essere completamente lei avrebbe bisogno di conoscere alcune persone che non ha conosciuto prima, avrebbe bisogno di fare esperienze che le mancano.
O magari non le mancano tanto?
Magari potrebbe anche farne a meno…
Non ci state capendo niente vero? Neanche io.
Allora ricominciamo tutto daccapo...
E se Candy non andasse dai Legan a fare la dama di compagnia?
E se non venisse adottata dalla prestigiosa famiglia Andrew?
E se non andasse nemmeno a studiare a Londra?
Come e quanto cambierebbe la sua vita rispetto alla storia originale?
Signore e Signori, lasciate che vi presenti la protagonista di questa storia “altra” ma non troppo, “simile” ma non troppo.
Questa è la mia bionda eroina, Candice White, un'adolescente ribelle e inquieta, e questa ff vi racconta le sue "nuove" avventure.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Terence aveva ripreso il suo lavoro di attore. Starsene dentro casa a macerarsi nel suo dolore non serviva a niente.
Pur di tornare a lavorare aveva accettato anche una parte minore nell’Otello che la compagnia Stratford avrebbe messo in scena entro poche settimane. Aveva poco tempo per prepararsi ma la parte era semplice, e comunque tutto faceva brodo per tenerlo impegnato.
Stava uscendo dal locale dove si erano appena svolte le prove, quando si sentì chiamare.
Si girò e riconobbe due persone: uno era il suo amico Albert e l’altro…
-Che diavolo ci fai qui Neal?-
-Vengo in pace Terence, non ho cattive intenzioni.-
-Lo spero per te Legan!-
-Non sono certo qui per tendere gli agguati a Patty!-
-Agguati a Patty?!?!?- disse un accigliato Albert.
-Che storia è questa?-
Neal arrossì violentemente.
-Ehm… niente di importante zio… è una vecchia storia di quando andavamo alla Saint Paul School… meglio non parlarne…-
-Già. Ho come l’impressione che sia meglio.-
Poi si rivolse a Terence
-Ascolta Terence, non so cosa ci sia stato fra voi due, ma stavolta Neal ha buone intenzioni. È soprattutto merito suo se riusciremo a riportare Candy a casa.-
A quelle parole gli occhi di Terence si illuminarono.
 
Poco dopo i tre giovani sedevano nel salone della casa di Eleanor Baker.
-Quella maledetta Iriza! Maledetto il giorno che non l’ho lasciata annegare in Scozia!-
-Ehi! Vacci piano Granchester! È sempre mia sorella!-
Terence si calmò a stento
-Hai ragione Neal, scusami. Ma sono troppo angosciato. In questi ultimi mesi ho faticato per non ricominciare a bere come una spugna.-
-Coraggio Terence.- lo consolò sua madre che aveva appena servito il tè. –L’importante è che, se tutto va bene, fra poche settimane la tua Candy sarà di nuovo a casa.-
 
Uomini in divisa dall’aspetto cupo e accigliato entrarono nella tenda dove erano rinchiuse Candy e Flanny.
-In piedi!- disse in italiano quello che sembrava un sottufficiale.
-Credo che abbia detto di alzarci Candy.-
-Si, l’ho capito.- l’espressione “In piedi” Candy l’aveva sentita usare da medici rivolti a pazienti che poi si erano alzati.
Quando le due ragazze si furono alzate tremanti come foglie, l’uomo disse:
-Mani dietro la schiena!-
Le parole “mani” e “schiena” erano familiari alle due ragazze. Durante il loro servizio in Italia entrambe avevano imparato i nomi italiani di molte parti del corpo umano.
-Credo che… dobbiamo mettere le mani dietro alla schiena Candy…- disse Flanny in lacrime.
Anche Candy cominciava a capire mentre le legavano le mani dietro la schiena.
-Cosa vogliono fare?- gridò disperata –Non possono farlo!-
-Coraggio Candy… cerchiamo di morire con dignità…-
-Ma che dignità c’è nel morire così!!!-
Furono portate in uno spiazzo fuori dall’accampamento, dove alcuni soldati sembravano aspettare loro.
Ormai le lacrime scorrevano copiose dagli occhi delle due ragazze.
-Ti… ti voglio bene Flanny!-
-Anch’io Candy… anch’io…-
 
Tutto era pronto. Le due ragazze erano state messe di spalle rispetto al plotone, e l’esecuzione stava per avere luogo quando una voce che alle due amiche dovette suonare come quella di un angelo gridò:
-Sospendete l’esecuzione!- Una frase che le due ragazze capirono benissimo.
Credettero di svenire, ma si fecero forza. Dovevano restare lucide per capire.
Sentirono alcune voci discutere animatamente, troppo per poterci capire qualcosa.
Poi, dopo alcuni lunghi, interminabili minuti, qualcuno si avvicinò loro da dietro e ordinò perentoriamente in inglese.
-Giratevi!-
Flanny e Candy si girarono.
-Chi di voi è Candice White?-
-Sono io Candice White.-
-è giunto un ordine che la riguarda signorina White. Deve essere immediatamente rimpatriata, suo padre e suo zio hanno richiesto che lei rientri in Patria.-
Che diavolo stava dicendo quell’uomo? Padre? Zio? Tuttavia era sicuramente opportuno cogliere la palla al balzo.
-Io non mi muovo di qui se mia cugina non viene con me!-
-Che stai dicendo Candy?- bisbigliò Flanny
-Sto cercando di salvarti la pelle stupida zuccona! Assecondami maledizione o mi faccio ammazzare qui con te!-
-Qui non si parla di sua cugina signorina White.-
-Lei ha parlato di un padre e di uno zio, beh quello che è mio padre è lo zio di mia cugina Flanny!-
-Si certo… mio zio… John… è il padre di Candy… ed è… il fratello di mia madre!-
Dire un nome proprio era stato un azzardo, e se su quell’ordine fosse stato scritto un nome diverso? Ma ormai la frittata era fatta e le due ragazze si stavano preparando al peggio mentre i due uomini davanti a loro confabulavano qualcosa in italiano, troppo velocemente perché le due ragazze potessero capire.
-D’accordo.- disse poi il più anziano dei due parlando di nuovo in inglese. –Siete espulse con effetto immediato dal territorio del Regno d’Italia. Sarete condotte al porto di Genova, dove verrete imbarcate sulla prima nave in partenza per l’America. E fin d’ora siete entrambe ammonite a non mettere mai più piede nel territorio italiano!-
Le gambe delle due ragazze si piegarono per l’emozione ed entrambe caddero in ginocchio piangendo.
 
Appoggiate alla balaustra della Seagull, Candy e Flanny guardavano il territorio italiano scomparire all’orizzonte. Erano scampate alla morte per un soffio, ma non potevano non provare un’immensa tristezza.
Erano state condotte via dal campo senza neanche poter salutare il loro amico, il dottor Piras, con il quale avevano solo scambiato una fugace occhiata mentre una camionetta militare le portava via.
Non gli era stato neanche permesso di ritirare le loro cose all’ospedale dove avevano tanto faticosamente prestato servizio, gli erano stati consegnati i loro documenti e un foglio di espulsione, e nient’altro. Così che al di fuori delle uniformi ormai sporche che indossavano non avevano niente con sé, e quando sarebbero sbarcate negli Stati Uniti non avrebbero avuto neanche un centesimo bucato.
Un giovane marinaio le chiamò.
-Signorine, il comandante vorrebbe parlarvi. Vi prego di seguirmi.-
Il ragazzo le condusse fino alla cabina del comandante.
-Signore vi ho portato le due ragazze americane.-
-Grazie Cookie, attendi un attimo anche tu. Prego signorine accomodatevi, sono il capitano Niven.-
-Piacere capitano, io sono Flanny Hamilton e la mia amica è Candice White.-
-Ho trovato dei vestiti per voi, abbiamo anche della biancheria adatta a voi, così potrete cambiarvi.-
-La ringraziamo di vero cuore capitano.- rispose Candy
-Posso chiedervi cosa vi è successo? I militari italiani ci hanno pagato per imbarcarvi e portarvi in America, ma non ci hanno spiegato niente!-
 
Quando ebbero raccontato brevemente quello che era successo all’ospedale da campo, il capitano e Cookie che era rimasto ad ascoltare, ebbero uno sguardo di indignazione e sbigottimento.
-Assurdo! Ma che gente sono questi italiani?- sbottò il comandante.
-Oh, in realtà gli italiani sono persone fantastiche.- dichiarò Candy –I loro comandanti militari… un po’ meno.-
Flanny riuscì a sorridere della considerazione dell’amica. Presto Candy sarebbe tornata quella di prima, solo un po’ più determinata.
-Vi esprimo tutta la mia solidarietà signorine.
Cookie vi condurrà alla vostra cabina, lì troverete di che lavarvi e cambiarvi.-
-La ringraziamo infinitamente signore.- disse Flanny alzandosi, ed entrambe strinsero la mano all’uomo.
 
Nel suo ufficio di Chicago Albert ricevette la visita di Raymond Legan.
-Ciao Raymond. Accomodati prego.-
-Volevo ringraziarti, per non aver denunciato Iriza.-
-Siediti Raymond.-
-Hai notizie di quella ragazza… Candy?-
-Si, ho ricevuto un telegramma. È stata imbarcata per l’America insieme a sua “cugina”, e a giorni dovrebbe arrivare a New York.-
-Scusa, ma non mi dicevi che quella ragazza è cresciuta in un orfanotrofio?-
-Infatti è così, e non so davvero chi possa essere questa “cugina”. Comunque l’importante è che sia sana e salva.-
-Sono venuto per chiederti una cosa William.-
-Ti ascolto.-
-Si tratta dell’ex direttore del Saint Jacob. Sembra che stia cominciando a parlare…-
-Capisco i tuoi timori Raymond, ma se quell’uomo farà il nome di Iriza, io non intendo fare niente per invalidare la sua testimonianza: non intendo corrompere nessuno. Al più mi impegno a mettere a disposizione di tua figlia i migliori avvocati che potrò trovare. Iriza è giovane e incensurata, il suo è un reato si grave, ma che potrà essere contestualizzato, per così dire. Vedrai che se la caverà con poco.-
-Ma Iriza non resisterà neanche un giorno in prigione!-
-Mi dispiace Raymond, mi dispiace tanto…-
L’uomo perse una lacrima.
-Cosa ho sbagliato William? Cosa?-
-Non spetta a me dirtelo Raymond. Io posso solo darti un consiglio: parla con i tuoi figli. Dismetti l’abito del padre indignato e parla con Iriza. Cerca di capire cosa le è mancato e perché ha creduto di poter giocare così con la vita di una persona.
Sei ancora in tempo: Iriza è giovane, può crescere, migliorare.
Ovviamente non le auguro certo di finire in prigione, ma se questo dovesse accadere cerca di prepararla, di farle capire che le sarai sempre vicino, che cercherai di essere quel padre che forse non ha mai avuto.-
-Ho pensato… che bastasse darle tutto, farla vivere nel lusso, in quell’agiatezza che io da ragazzo non ho avuto…-
-Coraggio Raymond… coraggio.-
 
-Sai Flanny? Devo ammettere che mi manca l’Italia!-
-Santo cielo Candy! In quel paese ci sei finita davanti a un plotone d’esecuzione! Come fa a mancarti?-
-Si, è un paese che ha i suoi difetti, ma si mangiava da dio!-
Flanny si mise a ridere.
-Scommetto che ti manca la pizza, dico bene?-
-Dici bene Flanny, e anche la pastasciutta! Peccato non poterle mangiare più!-
-Ehi dico! Ma che newyorkese sei? Non lo sai che in quella città c’è una consistente comunità italiana? Non sai che ci sono molti ristoranti italiani?-
-Cosa? Ma ne sei sicura?!!!-
-Certo! Se vuoi andremo a cercarli insieme!-
Candy abbracciò l’amica ridendo come una pazza.
-Candy! Flanny!- A chiamarle era Cookie.
-Guardate all’orizzonte: quella è l’America!-
Gli occhi di Candy si bagnarono di lacrime, e anche la compassata Flanny non poté trattenere l’emozione: il loro incubo era finito, i ricordi di guerra e morte erano definitivamente alle loro spalle.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Candy Candy / Vai alla pagina dell'autore: Gatto1967