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Autore: disneylover03    27/09/2018    1 recensioni
Una rivisitazione di due momenti della Genocide Run: la morte di Papyrus e la battagli contro Sans.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chara, Papyrus, Sans
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Pap sono a casa!”
Sans si chiuse la porta alle spalle e ripulì le sue pantofole dalla neve strofinandole sul tappeto all’ingresso.
“Papyrus! Fratellino dove sei?” chiese e per la seconda volta non ricevette risposta.
“Sarà da Undyne… proverò a telefonarle!” si disse e entrò in cucina per prendere il telefono. Era davvero strano non vedere suo fratello alle prese con i fornelli per preparare i suoi “Spaghetti Speciali”.
Alzò la cornetta e stava per comporre il numero quando si accorse di un bigliettino attaccato al frigorifero.
Lasciò il telefono, prese il foglio e lesse:
 
“Ehi Sans,
so che mi hai detto di stare lontano dall’umano perché è cattivo, ma stavo pensando… se la forza non è la risposta per fermarlo, forse lo è la gentilezza! Forse ha solo bisogno di un amico, e io sono disposto ad esserlo!
Adesso sto andando da lui nella foresta, gli farò un discorso degno del Grande Papyrus e sono certo che si pentirà di ciò che ha fatto e diventerà una persona migliore!
Non preoccuparti per me
                                                                                      Tuo fratello Papyrus”
 
Il cervello di Sans impiegò due secondi per capire che il suo peggiore incubo stava per avverarsi e lasciando cadere il biglietto sul pavimento si precipitò fuori casa.
“Ti prego, fa che non sia troppo tardi… Ti supplico, fa che non gli succeda niente…”
Sans corse più veloce che poteva e dopo qualche minuto riuscì a scorgere due figure in lontananza avvolte dalla nebbia. Accelerò, ma prima che riuscisse ad arrivare abbastanza vicino a loro accadde l’irreparabile.
L’umano era scattato verso Papyrus, che aveva le braccia aperte come a volerlo abbracciare, e gli aveva dato un colpo netto di pugnale dritto sul petto.
Lo scheletro barcollò, poi cadde per terra guardando l’umano con sorpresa e delusione.
“Beh…questo non me l’aspettavo… Però io so che puoi essere una persona migliore… C-crederò sempre in te… lo prometto…”
Ma l’umano gli lanciò un’occhiata gelida, lo colpì con un calcio e si allontanò con il pugnale stretto nella mano destra.
Sans ci mise qualche secondo per riprendersi dallo shock, poi si precipitò dal fratello in fin di vita e lo prese tra le braccia.
“Fratellino… Pap… G-guardami ti prego…” sussurrò mentre calde lacrime cominciavano a scendere dalle sue orbite.
Papyrus aprì lentamente gli occhi.
“S-Sans… s-sono contento di v-vederti… E-ehi… perché piangi?”
Sollevò un braccio tremante verso il volto di Sans e gli asciugò una lacrima con il pollice.
“A-andiamo… questo non è il… i-il Sans che conosco… S-sorridi…”
Sans mise la sua mano su quella del fratello.
“P-Pap… Mi… Mi dispiace… I-io dovevo starti vicino… è… è colpa mia se…”
“Shh… n-non devi fartene una colpa Sans… Come al s-solito credevo di p-poter fare qualcosa di
e-eroico… Che stupido…”
“Tu non sei stupido Pap…”
Papyrus cercò di sollevarsi, ma la ferita gli faceva troppo male e cominciava a vedere tutto appannato.
“Beh… sembra c-che quell’umano… mi… abbia ridotto all’osso…”
Sans sorrise tra le lacrime. Anche in un momento come quello Papyrus aveva trovato il modo di farlo stare meglio. Come avrebbe fatto senza di lui…?
“S-Sans… promettimi che a-avrai cura di t-te…”
“M-ma… che dici Pap? Io… io ti aiuterò… Starai m-meglio, ti porterò da Alphis.. lei… lei saprà…”
“…n-non cacciarti nei g-guai… Ti ho l-lasciato la ricetta dei miei s-spaghetti nel cassetto in c-cucina…”
“Pap… io lo so che p-puoi ancora salvarti… ti prego…”
“S-Sans…”
Adesso anche Papyrus piangeva. Strinse la mano di Sans.
“Sono… sono felice d-di averti s-salutato fratellone… Ti v-voglio bene…” sussurrò con un filo di voce prima che il suo corpo cominciasse a dissolversi.
“No… No, no, no! Papyrus resta con me… Andiamo… Non mi lasciare ti prego…” urlò Sans in preda alla disperazione cercando di stringere il corpo del fratello come a volerlo proteggere. Alla fine si ritrovò un mucchietto di cenere e una sciarpa rossa tra le mani.
“Pap…” sussurrò prima di scoppiare in un pianto straziante.
Pian piano la tristezza si trasformò in rabbia e mentre una luce azzurra e minacciosa cominciava a brillare nell’orbita sinistra dello scheletro, giurò di vendicarsi verso quell’umano che gli aveva tolto la persona più importante della sua vita.
Gli avrebbe fatto passare un brutto quarto d’ora.
 
 
 
“Credi davvero che qualcuno possa diventare migliore solo volendolo?”
Le parole di Sans risuonarono minacciose per tutta la sala, ma l’umano non si fece problemi ad avanzare di un passo.
“Allora… è così che la metti? Eh va bene… Ti farò una domanda migliore. Pronto a passare un brutto quarto d’ora? Perché se farai solo un altro passo, non credo ti piacerà ciò che succederà dopo.”
L’umano avanzò ancora.
“Eh va bene… Mi dispiace vecchia signora*, ecco perché non faccio promesse…”
La sala piombò nell’oscurità, poi la luce nell’orbita di Sans si accese e illuminò tutto di blu.
“Beh… è una bella giornata fuori, gli uccellini cinguettano, i fiori sbocciano… In giorni come questi i bambini come te… DOVREBBERO BRUCIARE ALL’INFERNO!”
E da quel momento ebbe inizio una battaglia lunghissima.
Sans schivava i colpi dell’umano uno dopo l’altro e quando era il suo turno lo attaccava con tutte le mosse e le armi possibili. Ma ogni volta che perdeva l’umano resettava il tutto e ricominciava la battaglia. Sans lo sapeva benissimo.
“Ehi, hai la faccia di uno che è morto dieci volte di fila… Non sei ancora stanco, SPORCO AMMAZZA-FRATELLI?!”
Dopo venti minuti buoni, Sans cominciò a stancarsi finchè non si addormentò.
L’umano allora si avvicinò silenziosamente a lui e… SLANG!
Sans aveva schivato anche questo.
“Ehehe, credevi davvero di poter… augh!”
Un colpo improvviso, inaspettato aveva colpito lo scheletro in pieno petto procurandogli una lunga ferita sanguinante.
“Ah quindi…è così che finisce…” disse per poi appoggiarsi ad una colonna della sala.
Si infilò una mano nella tasca della felpa blu e ne estrasse la sciarpa rossa di Papyrus.
“Mi dispiace Pap… non l’ho battuto…” disse mentre le lacrime gli uscivano nuovamente dalle orbite.
“Mi manchi tanto sai…”
Vide i suoi piedi dissolversi e si stava preparando a scomparire, quando improvvisamente due braccia lo sollevarono.
Sans si voltò e quasi gli si fermò il respiro.
“Papyrus…”
La figura annuì ed entrambi si ritrovarono in un ampio spazio bianco. In fondo vi era un arco.
“Papyrus… siamo bloccati! Questa è…”
Papyrus gli accarezzò la testa.
“Ehi Sans! Ti aspettavo! Siamo di nuovo insieme fratellone!” esclamò sorridendo.
Le orbite di Sans si riempirono nuovamente di lacrime. Non poteva crederci, suo fratello era lì davanti a lui… vivo e vegeto!
“Sì… di nuovo insieme!” disse e si gettò nelle braccia di Papyrus.
“Mi sei mancato tantissimo Pap…”
“Anche tu Sans…” sussurrò continuando ad accarezzargli la testa bianca.
“OH!” esclamò il più alto interrompendo l’abbraccio “Devi provare i miei nuovi spaghetti! Mentre ti aspettavo ho creato una nuova ricetta! Vedrai ti piaceranno, andiamo!”
Così dicendo afferrò Sans e se lo mise in spalla.
E mentre a passo di marcia si recavano verso un nuovo mondo, Sans guardò il fratello e sorrise.
“Ti voglio bene Papyrus…”
 
 
   
 
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