Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Hookina90    29/09/2018    0 recensioni
Dopo una grossa perdita Amy decise di abbandonare la sua città, i suoi amici e il suo lavoro. Durante il suo viaggio però si imbatterà in una piccola cittadina con abitanti particolari dove conoscerà persone che le cambieranno la sua vita, ma il passato quando meno se lo aspetta la riuscirà a trovare di nuovo. Dovrà fare scelte difficili e dolorose.
Cosa farà alla fine Amy? Starà legata al passato o si farà una nuova vita?
____________________
Piccolo estratto del primo capitolo
Seguì Mr Gold in silenzio verso il suo negozio. Ci mettemmo poco ad arrivare. Notai subito che dentro c’era un sacco di roba e molti oggetti erano anche molto interessanti perché sicuramente ognuno di loro avrà una proprio storia. Sembrava una di quelle botteghe di antiquariato o di mercatino dell’usato.
“Bene, ora può parlare”, affermai determinata.
Ero curiosa di sapere perché lui si comportasse così nei miei confronti. Ero una persona normale o almeno non credevo di spaventare al tal punto le persone.
“Ok, come si chiama tuo padre?” , domandò girandosi verso di me.
“Bobby Singer, perché?”
“No, intendo il nome del tuo padre biologico?”, chiese lui serio.
IN REVISIONE
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Baelfire, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire, Signor Gold/Tremotino
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 10: Black and white
 




Pov Amy

 
“Killiiaannn!”, urlai svegliandomi al’improvviso. Non sapevo perchè avevo appena urlato il suo nome, ma avevo avuto il sentore che fosse in pericolo.
“Ti sei svegliata!”, esclamarono in coro sia Dean che Hook. Entrambi avevano un espressione sollevata. Li avevo fatto preoccupare. Non volevo farli stare in pensiero per me. 
“Che cosa è successo? Non eravamo davanti all’ospedale? ”, domandai ancora un po’ intontita guardandomi intorno e notando subito che ero sdraiata sul letto di Hook nella Jolly. Che cosa era successo? Quanto tempo ero rimasta nel mondo di Morfeo? Zelena era ancora in giro? Dean aveva ripreso il suo cuore? 
“Sono passate ore Amy. Ora siamo sulla Jolly! Se ti sei svegliata, però vuol dire che il piano ha funzionato!”, spiegò Hook voltandosi completamente verso di me mentre Dean si sedette sul letto vicino alle mie gambe. Vederli insieme nella stessa stanza era strano. Si sentiva che c’era un po’ di tensione tra di loro. Sperai che non avessero discusso per causa mia.
“Che piano?”, chiesi curiosa cercando di mettermi seduta.
Hook dopo aver fatto un respiro profondo iniziò a spiegarmi tutto quello che era successo. Avevo rischiato la vita per salvare Dean perchè la mia magia era la mia linfa vitale, quindi senza di essa ero entrata in coma. Oltre a tutto per colpa mia mio padre aveva anche dovuto affrontare Zelena insieme a Emma. Era un piano pericoloso perchè dovevano equilibrare le loro magie. Avevano combattuto al posto mio. Ero stata veramente inutile.
“Tutto bene Amy?”, domandò Dean appoggiando una mano sulla mia
“No… tutto quello che è successo è colpa mia. A partire dal tuo coinvolgimento fino alla mia magia particolare”, ammisi frustata.
“Non è colpa tua. Sono stato io che sono stato un idiota a farmi rapire!”, ribattè Dean stringendomi la mano. Il suo tocco mi era mancato in queste settimane. Cercava di confortarmi, ma prendendosi la colpa come faceva sempre. In questo eravamo molto simili.
“L’importante ora che si sia risolto tutto e che Zelena sia stata sconfitta!”, affermò Hook allontanandosi leggermente da me. Ero certa che si sentiva di troppo. Continuavo a farlo soffrire. Dovevo assolutamente risolvere questa situazione in bilico.
“Devo andare a vedere come sta mio padre!”, replicai alzandomi velocemente, anzi forse un po' troppo perché mi venne un capogiro che stava per farmi cadere addosso a Hook.
“Forse è meglio se lo facciamo venire qua e te ti rilassi!”, ribattè Hook che mi fece risedere sul letto.
“Ha ragione lui!”, confermò Dean anche se lo stava guardando male.
“Ditemi che non avete litigato!”, dichiarai cambiando discorso perché in effetti non mi erano tornate tutte le energie e avevo bisogno di riposare. Lo avrei provato ad aspettare sulla Jolly. Avevo bisogno di parlare con lui di quello che era successo e soprattutto che cosa avevano fatto per farmi svegliare. 
“Noi due …no tranquilla!”, rispose Hook sorridendo.
“Dean mi dispiace, ma Zelena ha mentito. Noi due siamo solo amici!”, asserì io nervosa ricordandomi delle parole di Zelena che aveva detto davanti all'ospedale. Sapevo che lo aveva fatto per istigare qualche discussione distruggendo il nostro gruppo, ma a quanto pare non c'era riuscita. Ero contenta che erano rimasti uniti nonostante non provino simpatia uno per l'altro.
“Lo so, me l’ha già detto lui!”, ribattè lui con un tono criptico. Non sapevo per quale motivo, ma non era convinto della nostra amicizia. Non sapevo che altro fare per convincerlo che io non ero innamorata di Hook. Eravamo solo amici. Un amicizia pericolosa perchè Hook era evidente che era preso da me e questo poteva influire sul nostro legame. Sapevo che non potevo continuare a stare al suo fianco perche avrei continuato a farlo soffrire, ma non potevo perderlo perchè era troppo importante e per questo che non riuscivo ad allontanarmi.
“Dean ti fidi di quello che ti ho appena detto?”
“Certo!”, rispose deciso continuando a tenere stretta la mia mano
“A me sembra il contrario. Ti conosco da anni Dean. Non mentirmi!”, asserì leggermente infastidita incrociando il mio sguardo con il suo.
“Vado a vedere se riesco a beccare il coccodrillo!”, affermò Hook un po' imbarazzato alzandosi dalla sedia affianco al letto. 
“Dopo voglio parlare anche con te!”, ammisi guardandolo sperando che capisse che avevo bisogno anche di lui.
“Sai che sono sempre disponibile!”, ribattè lui facendo l’occhiolino prima di uscire.
Non appena rimanemmo soli feci sedere Dean vicino a me sul letto. Appoggiai la testa sulla sua spalla. Mi era mancato molto. Ormai non riuscivamo a vederci molto perchè avevamo intrapreso due stili di vita diversi e un po’ mi dispiaceva perché il lavoro da cacciatrice mi metteva adrenalina, ma a Storybrook avevo trovato la mia casa e la mia famiglia e non volevo rischiare la vita ogni giorno causando in loro solo grande preoccupazione.
“Mi sei mancata!”, disse lui malinconico all’improvviso stringendomi a lui. Ero così vicina a lui che potevo sentire il suo battito accelerato.
“Pure tu, ma sapevamo che non sarebbe stata facile…”, ammisi girandomi in modo da guardare i suoi bellissimi occhi verde smerldo. Notai un filo di tristezza. Non doveva essere facile neanche per lui questa relazione a distanza, però volevo essere positiva. Non ce l'avremmo fatta.
“Si e sapere che sei qui con lui …non migliora la cosa…”, ribattè con tono incrinato. 
“Dean guardami”, ribadì mettendo le mani sul suo viso e sentì che aveva un filo di barba incolta, poi aggiunsi: “Ti amo e ti amerò sempre. Lui si è vero è diventato una parte importante nella mia vita, ma ciò non toglie che i miei sentimenti per te non siano veri”
“Lo so Amy mi fido di te”, ribattè lui prima di baciarmi. Un bacio che diventò subito passionale,  come se cercavamo di recuperare il tempo perso. Entrambi volevamo approfondire il nostro legame, ma quella sera purtroppo non avevo forze necessarie per farlo. Decidemmo così di stare tra le braccia uno dell’altro. Tentai di memorizzare ogni minuto che stavamo passando insieme perché non sapevo poi quando sarei riuscita a rivederlo.
Le ore successive parlammo di cosa era successo a loro e i vari lavori che avevano fatto. Mi disse che non avevano ancora trovato nulla per togliere il marchio e che lui si sentiva sempre peggio. Sentiva l’oscurità diffondersi giorno dopo giorno e lo spaventava perché aveva paura di poter ferire qualcuno.
“Forse dovrei tornare da voi..non posso lasciarti da solo ad affrontare tutto questo!”, dissi io interrompendolo
“Non sono mica da solo. Ho Sam e Cass. Tranquilla tu hai i tuoi problemi da affrontare, poi sei sempre con me anche se non sei li con me!”, confessò lui dolcemente prima di darmi un bacio a stampo. Cominciai a pensare che forse stavo scegliendo la strada sbagliata e forse loro avevano più bisogno di me. Andando con loro avrei risolto anche il problema del conflitto interiore, però c'era qualcosa che mi frenava.
"Ora non ti angustiare, Amy. Non potrei perdonarmi di averti allontanata dalla famiglia che hai sempre desiderato, quindi non voglio che ritorni via con me. Troveremo un modo per vederci. Potremmo usare anche Skype anche se non l'ho mai usato", affermò lui accarezzandomi la schiena.
"Sei sicuro?"
"Si sicurissimo", rispose sorridendomi.
“Ok, però se dovesse succedere qualsiasi cosa di grave mi devi chiamare. Io arriverò in un lampo!”, replicai appoggiando la mano sulla guancia sinistra.
Annuì e poi continuammo a chiacchierare fino a che non ci addormentammo.
 
8 Gennaio 2015
 
Non appena mi svegliai mi girai per vedere se Dean stesse ancora dormendo, ma dopo aver guardato ovunque capì che ero sola. Dove era andato? Mi alzai per andarlo a cercare. Le mie energie, per fortuna, erano tornate, ma poco dopo intravidi un biglietto sul tavolo. Lo aprì e quello che c’era scritto sopra era:
 
Ciao Amy
Sarei voluto rimanere un po’ di più, ma c’è stata un emergenza al covo. Tranquilla niente di preoccupante. Non appena abbiamo entrambi un attimo di tempo ti prometto che ci rivedremo
Baci Dean
 
Avrei voluto salutarlo, invece era di nuovo lontano da me, speravo che sarei riuscita a rivederlo presto. Non mi piaceva stare troppo tempo lontani e avrei anche usato Skype pur di rivedere il suo viso. Un modo freddo di vederci, ma al momento non avevamo altre possibilità.
“Ti sei svegliata alla fine!”, asserii una voce familiare.
“Ciao Killian…scusa se ti abbiamo occupato il letto…”, risposi mentre mi voltai verso di lui tenendo in mano il bigliettino.
“Basta che non ci avete copulato sopra!”, ribattè lui usando un tono criptico avvicinandomi a me.
“No non abbiamo fatto nulla, anche se avrei voluto perché mi manca stare con lui anche in intimità, ma comunque non l’avrei mai fatto nella tua camera!”, risposi utilizzando un tono troppo stizzoso. Vidi subito il suo sguardo intristirsi per qualche secondo per poi cercare di sorridere di nuovo. Questa volta l’avevo ferito molto, più delle altre volte. Ero stata crudele. Non dovevo usare quel tono e soprattutto confidargli fatti così intimi. Non avevo pensato che gli avrei fatto male. Ero stata una vera stupida.
“Si lo posso capire!”, disse lui tentando di sembrare comprensivo, ma vedevo che stava fingendo più del solito perchè cercava di non far emergere la sua tristezza.
“No scusa Killian…non dovevo …so che ti sto ferendo…”, affermai facendo qualche passo indietro.
“Amy…è normale che tu lo voglia…!”, ribattè lui cercando di confortarmi. Non doveva rincuorarmi. Ero io che ero stata crudele. Aveva ragione Bea. Dovevo fare una scelta perchè se avessi continuato a tenere entrambi al mio fianco avrei fatto soffrire entrambi.
“Non ce la faccio vederti con questa finta espressione di accondiscendenza…meglio se vada a fare due passi!”, replicai prima di scomparire in una nube grigia. Non ce la facevo più a restare ancora del tempo in quella stanza con lui che tentava in tutti i modi di mascherare il suo dolore e cercava anche di consolarmi per farmi sentire meglio. Non potevo continuare a torturarlo. Era ingiusto nei suoi confronti, così mi teletrasportai nella mia stanza.
A un certo punto qualche ora dopo la discussione con Hook sentì squillare il telefono e speravo non fosse lui perchè non sarei riuscita a sostenere una discussione con lui. Non appena presi il cellulare vidi per fortuna che era Bea.
“Hey Bea come va?”, domandai io sedendomi sul letto.
“Bene, tu invece? “
“In ottime forze. Perché della chiamata?”
“Volevo avvisarti che ci stiamo riunendo tutti da Granny per festeggiare e volevo sapere se ti va di venire!”, chiese lui gentilmente.
“Certo…ma sai mica se verrà pure Killian?”; domandai istintivamente.
“Non lo so perché? Hai litigato con lui?”, ridomandò subito curioso.
“No no…ma preferisco che stia lontano da me …”, confessai incominciando a fissare il soffitto
“Amy che cosa è successo in queste poche ore? Ti ha fatto del male?”, domandò lui preoccupato.
“No, lui no …sono io il problema. Io sta male per colpa mia, anche se cerca di mascherarlo quindi…non posso continuare in questo modo…!”; ammisi velocemente
“Calma Amy questa situazione c’è da mesi perché ora questa decisione?!”, chiese lui perplesso. In effetti non aveva tutti i torti, ma questa volta a causa della mie parole mi ero resa conto che non potevo provocargli ulteriore dolore. Non se lo meritava. 
“Ho detto una frase senza pensarci …ed ho esagerato …l’ho visto nei suoi occhi…”, dissi rivedendo di nuovo nella mia mente la sua espressione addolorata. 
“Cosa gli avrai detto di così terribile? Oppure vi ha visti insieme te e Dean!”, disse lui ironico.
“Non lo avrei mai fatto nel suo letto…ma hai centrato l’argomento!”
“Ok spiegati meglio!”, affermò tornando serio.
“Ho detto in modo un po’ stizzito che non avevamo fatto nulla, anche se avrei voluto perché mi mancava anche nell’intimità…!”.
“Si forse era meglio non dirglielo così diretto, però lui sapeva a che cosa andava incontro quando ha continuato a frequentarti dopo aver saputo del suo ritorno. Io continuo a pensare che stai con la persona sbagliata e che voi due siete perfetti per stare insieme, anche se te continui a  mentire a te stessa! Non rimanere attaccata al passato, quando ormai è evidente che il tuo cuore ti sta urlando di cambiare strada. Lo so che lui ti aspetterà, ma in futuro potresti non avere più l'occasione di stare con la persona giusta, quindi ti prego ascoltami...”, ribattè lui grave.
“Bea non ricominciare…anzi ora è meglio che inizi a cercare di vederlo di meno…per il suo bene…”, risposi innervosita interrompendolo.
“No no no Amy non capisci che comportandoti in questo modo farai del male sia a lui che a te stessa!”
“No sbagli. Io così ho deciso. Sarà meglio per entrambi, comunque ci vediamo fra poco da Granny!”
“Va bene, ma sappi che ti dirò “te l’avevo detto!””, replicò lui prima di riattaccare. Non sarei mai riuscita a fargli cambiare idea. Ci avevo già provato un sacco di volte, ma inutilmente. Io però ero convinta della mia scelta. Avrei fatto soffrire meno sia Hook che Dean.
 
Ci ritrovammo tutti a fare il pranzo nella locanda. Lui non c’era. Non sapevo perché era stata una sua decisione o perché l’aveva avvisato Bea, ma era meglio stare un po’ separati.
Tutti erano seduti e felici per la grande vittoria. Io però non riuscivo a festeggiare perché non avevo fatto nulla. Ero rimasta a dormire e questa cosa mi faceva innervosire. Era una mia responsabilità. Avevo fatto parlare il cuore invece di ragionare sulle conseguenze delle mie azioni. Era inaccettabile.
 “Papà allora non mi racconti quello che è successo mentre stavo …. Dormendo…”, domandai cercando di non far notare il mio stato d’animo irrequieto
“Si hai ragione ti dobbiamo aggiornare. Non è stato facile, però insieme siamo riusciti a sconfiggerla. Abbiamo fatto un ottimo lavoro di squadra. Regina ha fatto da esca. E’ andata nella sua casa per cercare di parlare con lei e non appena entrambe furono fuori Emma ed io uscimmo allo scoperto.  Non siamo riusciti a batterla al primo attacco, ma alla fine abbiamo calibrato le nostre magie sconfiggendola definitivamente. Ora è imprigionata in una cella senza magia e senza i suoi poteri l'incantesimo su di te è scomparso. Ora non potrà più farci del male!”, spiegò lui dopo aver bevuto un sorso di tea. Erano stati bravi, anche se avrei preferito batterla io.
“Grazie a tutti per quello che avete fatto. Mi dispiace veramente per non esservi stata d’aiuto, anzi sono stato d’intralcio…”
“Che dici Amy? Hai solo salvato una persona a te cara. Tutti avrebbero fatto la tua stessa scelta!”, ribattè Belle mentre stringeva una mano di mio padre.
“Grazie veramente!”, affermai con gli occhi lucidi.
Dopo un paio di ore Bea e Emma andarono a trovare Snow all’ospedale. Aveva partorito un bellissimo bambino. Lo avevano chiamato Thomas. Sono contenta che non gli era successo nulla e che poteva stare con i suoi genitori e la sorella.
“Io vado in biblioteca. Ci vediamo dopo Rumple.”, affermò Belle prima di dare un bacio sulla guancia a mio padre. Lui annuii sorridendo. Anche loro avrebbero finalmente potuto vivere la vita da coppia tranquillamente senza aver nessun intralcio.
“Papà vorrei sapere se ci sono libri in cui sono presenti informazioni su mia madre e soprattutto vorrei sapere se mi puoi insegnare a  controllare i miei poteri?”, domandai non appena rimanemmo da soli.
“Va bene, quando vuoi, dovrei avere qualcosa che potrebbe aiutarti a tenere a bada la tua magia e posso anche insegnarti a combattere, invece per quanto riguarda tua madre no mi dispiace non so più di quanto ti abbia già detto.”, asserì dolcemente anche se notai che l’ultima frase l’aveva pronunciata con un filo di tristezza
“Si non vedo l’ora di imparare e conoscere di più sulla mia storia!”, ammisi entusiasta all'idea che avrei potuto studiare con mio padre e così avrei avuto la possibilità di passare più tempo con lui.
 
15 Gennaio 2015
 
Era una settimana che Hook ed io non ci vedevamo. Aveva provato a contattarmi, ma gli avevo risposto solamente che avevo bisogno di stare per conto mio. Lui per fortuna rispettò la mia richiesta. Dovevo ammetterlo che mi stava mancando terribilmente, però lui sicuramente si sarebbe sentito meglio non vedendomi e non sentendomi parlare di Dean. Lo facevo per il suo bene, anche perchè volevo cercare di mantenere una relazione con Dean ed era ovvio che se avessi continuato ad avere Hook accanto sarebbe stato ancora più doloroso per entrambi.
Avevo sentito Dean via skype e avevamo deciso che sarebbero venuti a trovarmi in caso non ci fosse stato nessun caso serio da seguire. Ora poi che non c'era più il pericolo di Zelena mi sentivo più tranquilla a farli venire a Storybrook.
Quella mattina dopo aver fatto un pasto abbondante da Granny andai nel bosco vicino alla casa di Zelena. Il suolo era scivoloso dovuto al fatto che la neve nel frattempo si era sciolta, quindi dovevo stare attenta a non scivolare. Il cielo però era tornato ad essere bianco segno che c’era una grossa possibilità di un'altra perturbazione nevosa e per di più l’aria era abbastanza fredda. Io infatti avevo dovuto mettermi il mio piumino pesante e una sciarpa grigia che mi teneva al caldo. Non era proprio l'abbigliamento adatto per un allenamento, però non potevamo aspettare l'estate e poi mi piaceva l'inverno e il paesaggio in cui ero immersa era meraviglioso. Sembrava un quadro naturale.
Mio padre aveva deciso quel posto come luogo di allenamento perché non avremmo rischiato di fare del male a qualcuno perché era un posto abbastanza isolato.
Era la prima volta che ci saremmo allenati insieme ed ero emozionata. Regina mi aveva detto che era abbastanza severo e chiedeva molto dagli allievi, a me però importava solo imparare e stare più tempo con lui. 
“Buongiorno Amy. Come stai oggi?” domandò mio padre non appena mi vide. Era vestito con un cappotto pesante lungo e nero
“Bene. Non vedo  l’ora di iniziare”, risposi entusiasta
“Prima di iniziare ti devo dare uno strumento che ti permetterà di non perdere il controllo”, disse prima di far comparire un bastone di metallo sul palmo della mano.
“Un bastone?”, chiesi scettica
“Si, ma non è un semplice bastone. Ho utilizzato degli ingredienti per renderlo magico e adatto a te, poi puoi usarlo anche come arma”!, spiegò lui molto vagamente. 
“Che ingredienti?”, domandai curiosa. Era uno strumento fondamentale perchè mi avrebbe permesso di non ferire più nessuno. Dovevo quindi imparare assolutamente ad usarlo alla perfezione.
“Prima di dirtelo voglio verificare se funziona!”, replicò lui passandomi l’oggetto
“Che dovrei fare?”
“La magia te l’ho detto è sempre legata alle emozioni, quindi pensa a cosa hai provato quando sei esplosa la prima volta. !”, affermò lui indietreggiando incrociando le braccia al petto
“Rabbia … tristezza …senso di colpa… “, ammisi alla fine rimanendo molto vaga stringendo la mia nuova arma tra le dita.
“Ok , bene. Ora prova a riprodurre quella stessa situazione tenendo il bastone!”, ribattè lui iniziando a girare intorno a me. Mi scrutava e mi sentivo in soggezione, però non potevo distrarmi. Dovevo rimanere concentrata e far emergere di nuovo quelle emozioni che avevo provato quando avevo combattuto contro me stessa, così chiusi gli occhi e ripensai a tutto quello che era successo nell’ultimo periodo. Morte di mio padre. Il suo ritorno come schiavo di Zelena. Hook e Dean che avevano rischiato la vita per me.
Sentì le mani iniziare a pulsare. Percepì di nuovo quella grande forza che voleva uscire perché non ce la faceva a rimanere imprigionata nel mio esile corpo, non appena però riaprì gli occhi notai che il vento era aumentato, ma non era intenso come le altre volte in cui avevo tentato di usare quel'attacco.
“Brava continua così. Prova ad arrivare a un livello superiore!”, mi incoraggiò mio padre, poi dopo essersi avvicinato a me mi sussurrò: “ Pensa che Zelena avrebbe potuto frantumare il cuore di quel pirata quando era di fronte a te sulla spiagga. Sarebbe morto per salvare te e tu non saresti riuscita nemmeno a dirgli addio”
Quell’immagine mi fece rabbrividire. Nonostante non eravamo in buoni rapporti in questi giorni, non avrei sopportato di vederlo morire. A quel pensiero non riuscì più a trattenermi, infatti pochi istanti dopo vidi che una nube nera e bianca mi stava per avvolgere, però  durò poco perchè la mia magia venne incanalata nel bastone che stavo tenendo. Qualche minuto dopo però non riuscì più a tenere l’arma tra le mani e mi cadde per terra. Mi inginocchiai sfinita.
“Ho fallito…”, asserì tristemente abbassando lo sguardo.
“No il bastone stranamente funziona, ma c’è qualcosa che lo blocca”, ribattè lui mentre mi aiutava ad alzarmi. 
“Cosa?”
“Te stessa”, rispose lui mentre riprendeva il bastone. Che voleva dire che il problema ero io? Non lo avevo usato bene? 
“Io…mi stai dicendo che io non lo faccio funzionare? Come faccio allora?”, domandai perplessa. Non capivo cosa stava cercando di dirmi. A volte poteva essere veramente criptico. Mi era difficile interpretare le sue parole. Speravo che questa volta avrei avute delle risposte.
“Lo sai quale è la magia più forte che possa esserci, Amy?”, domandò cambiando discorso.
“Ehm ….la tua?”
“No, sbagliato. La magia più forte di tutte è il vero amore. Il bacio del vero amore può spezzare qualsiasi maledizione”, spiegò lui mentre fissava la mia nuova arma. 
“Questo cosa centra con me?”, domandai anche se avevo paura della risposta. 
“Gli ingredienti che ho usato sono un tuo capello e uno del pirata… e ovviamente altri ..”, rispose grave.
“Aspetta mi stai dicendo che hai preso un mio capello e di uno di quello di Killian? E che noi due dovremmo avere il potere del vero amore??” , domandai scioccata indietreggiando. No doveva essere un errore. Si sarà sbagliato. Eravamo solo amici. 
“Esatto anche se per me è dura da ammettere! Avrei preferito prendre il capello di qualcun altro, ma purtroppo è evidente che Bea avesse ragione”
“No no …io amo Dean. Io sono fidanzata! Bea si è fissato sulla relazione sbagliata”, replicai iniziando ad agitarmi infatti le foglie degli alberi iniziarono a muoversi.
“Ecco perché non funziona…. Quando ascolterai il tuo cuore riuscirai a usare il bastone. Amy devi imparare ad utilizzarlo bene perché potresti danneggiare non solo gli altri, ma anche te stessa”, ribadì agitato. Era preoccupato, ma non potevo accadere quello che mi stava chiedendo. Era impossibile.
“Ho capito…ma non credo che possa succedere…ci deve essere un modo alternativo?”, domandai inquieta. Ci doveva essere una soluzione alternativa. Io non avrei mai potuto tradire l'uomo che amavo.
“No Amy…è difficile che un potere come il tuo possa essere controllato così facilmente, soprattutto quell’attacco che hai usato contro te stessa…”, ammise cercando di venire verso di me.
“Mi stai mica nascondendo qualcosa papà?”, chiesi secca. Sentivo che c'era qualcosa che mi stava nascondendo o forse ero solo paranoica.
“In che senso?”, chiese lui perplesso.
“Sui miei poteri…c’è qualcosa che non mi stai dicendo….me lo sento…”, risposi seria.
“No ti sto dicendo tutto…ma tu non mi vuoi ascoltare…e forse per oggi è meglio fare una pausa…”, ribadì lui prima di prendere il bastone che era caduto per terra.
“Va bene…ma ci riproverò. Non mi arrendo! Sono sicura che non c’è bisogno di uno strumento per controllare la mia forza”, asserì decisa. Non mi sarei fermata al primo ostacolo. Avrei trovato un modo per contenere la mia grande forza.
“Sto cercando di farti capire che devi imparare ad ammettere i tuoi veri sentimenti. Il bastone può farti non cedere anche all'oscurità e per questo che voglio che tu impari ad usarlo perchè non voglio che il tuo cuore si annerisca completamente . Non voglio vederti diventare un mostro Non voglio perderti!”, ammise lui afflitto.
“Troverò un  altro modo, tranquillo! Non mi arrenderò!”, dissi decisa prima di andare verso il bosco. Lui annuì, ma non era molto convinto. Ora pure lui era convinto che dovevo ammettere i miei veri sentimenti per Hook, ma stavano sbagliando entrambi. Ne ero convinta.
 
Tornata in stanza mi sdraiai sul letto e iniziai a ripensare a tutte le cose che mio padre mi aveva detto. Non volevo diventare un mostro, ma non potevo fare quello che mi aveva chiesto. 

Ero però veramente così forte da non cedere al mio lato oscuro senza l utilizzo del bastone?

Avevo visto come l’oscurità potesse cambiarti e macchiare l’animo. Lo avevo notato sia in Dean e sia nei racconti che avevo sentito su mio padre. Entrambi avevano avuto e stanno avendo difficoltà a tenere a bada l'oscurità che sta cercando di impadronirsi completamente di loro, ma io al contrario di loro non sapevo se ero così forte da poter sostenere tutto questo peso. L'unica cosa di cui ero certa era che non volevo diventare come era l'altra me. Non volevo diventare un mostro senza cure che uccide senza pietà. Non volevo far del male alle persone che amavo.
Sentivo un peso allo stomaco. Avrei voluto urlare e piangere per riuscire a sfogarmi, ma non potevo farlo perché avrei potuto causare danni alla camera. Mi misi le mani sugli occhi per tentare di rilassarmi e non esplodere, ma era dura. Decisi allora di cercare di riposare. Almeno ci avrei provato.
 
Stavo camminando in mezzo a un bosco fitto. Alzai il viso e osservai che il cielo era nero e non era illuminato dalla luce lunare. L’aria era fresca. C’era un silenzio tombale. Sembrava il bosco che si trovava a Storybrook,  ma in una versione più tetra. 
A un certo punto riuscì ad uscire e a intravedere in lontananza il porticciolo dove era attraccata la Jolly. Il mio corpo continuava a muoversi da solo. Stavo proseguendo verso la nave. Vicino al mare il vento era più impetuoso infatti il vascello stava ballando.
Salì a bordo e andai subito verso la camera di Hook. Lo trovai che stava leggendo delle carte seduto al tavolo affianco al letto. 
“Amy che ti è successo?”; domandò subito non appena alzò lo sguardo e incrociò il mio sguardo .
“Sono venuta per ucciderti. Sei solo un ostacolo!”, risposi fredda senza il mio controllo. Io non volevo fargli del male. Che cosa stava succedendo? Perché non potevo controllare il mio corpo? Perché lo volevo uccidere? Volevo urlargli di scappare da me per potersi salvare da me, ma non riuscì a proferire nessuna sillaba. Non controllavo più il mio corpo. Ero diventata una macchina vuota senza emozioni. Cominciai a pensare allora che ero diventata il mostro e infatti quando abbassai lo sguardo notai che avevo dei vestiti diversi e simili a quelli che aveva l'altra me, corpetto e pantaloni neri di pelle. Ero diventata la nuova DarkOne.
“Amy non sei tu. Lei non lo farebbe mai!”, ribattè Hook alzandosi e venendo verso di me.
“Cosa non hai capito delle parole. Ora tu morirai”, asserì io ghiacciale prima di strappare il suo cuore dal suo petto.  Lo fissai per qualche secondo prima che la mia mano lo frantumò in mille pezzi e poco dopo vidi Hook casciarsi a terra ormai senza vita.
 
“Killian”, urlai alzandomi all’improvviso completamente sudata. Il cuore mi stava martellando all’impazzata. Osservai la stanza e lui non c’era. Istintivamente la prima cosa che mi venne in mente fu prendere il cellulare e chiamarlo. Sapevo che in questi giorni avevo messo un muro tra me e lui per non farlo soffrire, ma volevo solo sentire la sua voce per assicurarmi che era stato solo un incubo 
“Amy?Quindi ora mi consideri? Mi dici che vuoi il tuo spazio, ma non ti sei degnata di dirmi nemm..”, domandò Hook freddo non appena rispose al telefono.
“Bello sentire la tua voce…”, risposi rilassandomi interrompendolo.
“Che succede?”, chiese subito addolcendo il tono di voce
“Niente …ho avuto sol un incubo!”
“Che incubo?”
“Lo so che in questa settimana ho cercato di starti lontano..ma l’ho fatto per te,  per non continuare a ferirti…e so che ora sembrerò un’egoista, ma ti va di passare da me così ne parliamo?”
“Amy io vengo così chiariamo anche questa cosa che mi hai appena detto. Dammi cinque minuti!”, rispose grave prima di riattaccare
Non volevo parlarne al telefono. Lo volevo qui al mio fianco perché era ancora turbata da tutto quello che era successo. Avevo bisogno di discuterne con qualcuno. Dean non potevo chiamarlo perché era impegnato con un caso e poi si sarebbe preoccupato lasciando così un lavoro a metà, mentre Bea oggi era impegnato con Henry e Emma.
Hook arrivò dieci minuti dopo la mia chiamata. Lo feci sedere sul mio letto. Vedevo che era arrabbiato. Ne aveva il diritto perchè in effetti ero sparita senza dargli una vera e propria spiegazione, perchè non sapevo nemmeno io che cosa avrei potuto dirgli.
“Mi spieghi prima perché ti sei allontanata in questo modo senza un motivo? Sai che mi piace abbattere i tuoi muri, ma ora ne hai innalzato uno bello grosso…”
“Mi dispiace avrei dovuto darti una motivazione...ma Killian ...vedi ...io voglio cercare di vedermi di più con Dean e so che  questa cosa ti ferisce e non voglio vedere la tristezza nei tuoi occhi come quando ti ho detto quella frase per questo motivo ho deciso di allontanarmi. L'ho fatto per te!”, risposi mestamente incrociando il suo sguardo. I suoi occhi azzurri mi stavano scrutando e come succedeva sempre il cuore perdeva un battito. Non sapevo per quale motivo, ma il suo sguardo aveva uno strano effetto su di me.
“No no…Amy ancora con questa storia. Quante volte te lo devo ripetere che a me basta starti accanto e vederti felice. So che che con questa decisione soffrirò, ma non mi interessa perché a me  importa solo stare al tuo fianco anche solo come amico…non riesco a stare troppo distante da te…capisci?!”
“Si ma sto male vederti così sofferente..”, ripetei io abbattuta.
“Mettila così…sto peggio se non sto al tuo fianco!”, replicò lui facendo un sorriso amaro.
“Veramente?”, chiesi prima di sedermi sul letto. 
“Si Amy quindi se non vuoi che io soffra devi sopportare la mia presenza!”, ribattè lui facendo l'occhiolino.
“Va bene, se stai meglio con me allora non mi allontanerò più!”, affermai sorridendo. In effetti era più semplice per me averlo accanto e se valeva la stessa cosa per lui non aveva senso mettere un muro.
“Allora dimmi che cosa hai sognato di così brutto da chiamarmi?”, chiese lui dolcemente
Alzai lo sguardo e dopo aver osservato i suoi occhi per qualche secondo gli raccontai tutto quello che era successo. Mi sentivo ancora turbata. Sentivo un peso sullo stomaco. Il mio incubo era molto probabile che poteva veramente avverarsi e il solo pensiero mi faceva sentire male.
“Tranquilla Amy è solo un incubo. Non accadrà mai una cosa del genere perché  noi faremo di tutto per fare in modo che tu non ceda all’oscurità”, affermò lui serio non appena finì di parlare. Ovviamente la parte del bastone e del vero amore lo avevo omesso perché non era il momento esatto di parlarne.
“Sai che non è possibile al cento per cento che non avvenga una cosa del genere!Il solo pensiero di diventare il nuovo dark One e poter ferire qualcuno … non riesco…a stare tranquilla Killian”, ribattei io alzandomi e andando verso la finestra.
“Troveremo sempre una soluzione. Non ti angosciare ora! La tua famiglia ed io  saremo sempre al tuo fianco. Non sarai mai sola!” ribattè lui raggiungendomi
“Lo so che non sono sola, ma è un pensiero che non riuscirò a togliermelo dalla mente…mi tartasserà sempre almeno fino a che non controllerò i poteri!”
“Beh non ti sei mai arresa e anche questa volta riuscirai a imparare a gestirli!”, affermò lui incoraggiandomi.
“Spero”, ammisi alla fine, ma non del tutto convinta.
“Ti va di andare semmai di prendere un drink forse potrebbe aiutarti a rilassarti?”; chiese lui alzando il sopracciglio
“Va bene. Vado un attimo in bagno e poi possiamo andare”, risposi prima di andare nell’altra stanza
 
17 Gennaio 2015
 
Decisi di fare una passeggiata con mio padre per parlare anche con lui di quello che mi stava succedendo e di quello che potrebbe capitarmi. Lui lasciò il negozio chiuso per poter stare un po’ con me, mentre Bea ci avrebbe raggiunto dopo aver lasciato Henry a casa di un suo amico.
“Dimmi Amy! Stai bene?”, domando lui all’improvviso
“Si…cioè no il fatto che c’è la possibilità di essere posseduta dall’oscurità…non mi fa star  tranquilla….perchè ho visto come potrei diventare…e ora mi dirai che non sono sola e che riusciremmo ad affrontarla …e questo lo so, ma la sensazione di cambiare in peggio comunque rimane…non riesco a scacciarla”, ammisi affranta
“Lo so che non è semplice. Io ci sto provando e credo di aver fatto dei passi avanti e se ce la sto facendo io puoi farcela pure  tu.”
“Vero, possiamo combattere insieme”, risposi cercando di convincere  più me stessa che lui, però aveva ragione pure lui. Stava combattendo contro l’oscurità e io avrei tentato di non cedere. Mi sarei aggrappata alla luce creata dalle persone che mi volevano bene. Dovevo solo cercare di non abbattermi e combattere come avevo sempre fatto.
“Brava così ti voglio”, ribattè lui entusiasta
“Papà voglio continuare ad allenarmi perché così possiamo passare più tempo insieme…anche se la cosa del vero amore non credo sia corretta!”, ammisi perplessa qualche minuto dopo. Ero innamorata di Dean e Hook era solo un caro amico.
“Amy prima o poi riuscirai anche se a malincuore ad ammettere che il tuo cuore appartiene a quel pirata perché è fondamentale per non esplodere”, spiego lui calmo anche se vedevo che la cosa non gli piaceva. Lui e Hook erano ancora sull’ascia di guerra. Non credo sarebbero mai diventati amici.
“Papà siamo solo amici…sarà sicuramente un errore…non possiamo allenarci senza avere il problema del bastone. Posso provare a contenermi senza”, ribattei testarda
 “Va bene. Faremo una prova!”, affermò lui in modo criptico. Sapevo che non ero riuscita a convincerlo totalmente e che stava cercando di mettermi alla prova, ma gli farò vedere che potevo farcela.
“Dove e quando?”, chiesi io elettrizzata di mettermi alla prova.
“Domani pomeriggio nello stesso luogo dell’altra volta!”
“Va bene. Grazie papà!”, dissi sorridendo.
Ero felice di aver avuto una seconda possibilità di stare con lui. Avremmo recuperato il tempo perso. Non permetterò a nessuno di separarci di nuovo. Non volevo perderlo di nuovo. Avevo ritrovato il mio vero padre  e questo mi riempiva il cuore di gioia. Ero riuscita a riunire la famiglia, nonostante mancasse ancora mia madre. Lei era ancora avvolta dal mistero, ma avrei trovato pure lei. Ne ero certa.
 
18 Gennaio 2015
 
Il giorno dopo mi feci trovare davanti alla casa. Ero carica e concentrata. Mio padre arrivò poco dopo e notai subito che aveva un espressione seria in volto. Non appena cercai di avvicinarmi a lui non ebbi il tempo di fare tre passi che mi attaccò con una  palla di fuoco che riuscì a schivare spostandomi a sinistra
“Ah cominciamo subito!”, dissi prima di far nascere una pianta dal terreno sotto i suoi piedi che iniziò a attorcigliarsi intorno a lui in modo da mobilizzarlo. Lui però se ne liberò subito. Era forte, ma non mi sarei arresa. Dovevo solo sfruttare il mio potenziale.
“Tutto qua quello che sai fare…in effetti il bastone non dovrebbe servirti, anzi forse non hai abbastanza potere per difendere le persone che ami. Tutto sommato forse Zelena non l’hai sconfitta perché ti sei fatta battere da lei!”, ribattè lui freddo provocandomi.
Non mi piacevano le sue parole perchè avrei voluto batterla per fargliela pagare per quello che aveva fatto alla mia famiglia. Non c’ero riuscita non perché non avevo le forze, ma perché avevo ceduto ai sentimenti. Per salvare Dean ero caduta nella sua trappola.
Iniziai a sentire una forza dentro di me aumentare minuto dopo minuto. Le mani cominciarono a fremere. Il battito cardiaco ad accelerare. Non doveva dirmi quelle parole, sapeva che sarei disposta a qualsiasi cosa per salvare le persone che amo. Sapevo che lo stava facendo apposta, ma una parte di me voleva fargliela pagare per quelle parole. Era difficile tenerla a bada, infatti pochi attimi un’onda di energia magica estremamente forte uscì dal mio corpo colpendo tutto quello che mi era intorno. Non l’avevo controllata. Le mie emozioni avevano preso il sopravvento.
Caddi in ginocchio senza forze. Consumare tanta magia era estenuante.
Alzai lo sguardo per cercare mio padre sperando che in qualche modo fosse riuscito a schivare il mio corpo. Notai che la casa stava per crollare, alcune assi di legno erano cadute, altre erano traballanti, mentre gli alberi vicino non avevano avuto la sua stessa fortuna. Erano tutti spezzati per terra.
Sgranai gli occhi. Era successo di nuovo, anche quando stavo combattendo contro me stessa era successo la medesima cosa, ma questa volta speravo di poter riuscire mantenere il controllo.
“Ti avevo detto che non è semplice. Ti sono bastate poche parole per farti esplodere”, disse mio padre che apparve al mio fianco.
“Non capisco… perché non ce l'ho fatta?…non avrei dovuto credere a quelle parole… non avrei dovuto…far prevalere la rabbia”, affermai scioccata continuando a guardarmi intorno.
“Perché sei ancora instabile. Il potere che possiedi è enorme. Deve essere canalizzato per poi stabilizzarlo ed è difficile riuscirci. Quando poi non controlli le tue emozioni la situazione  diventa ancora più complicata perché liberi una quantità di magia tale da distruggere tutto”, spiegò lui porgendomi la mano.
“Riproviamoci! Non voglio arrendermi. Controllerò le mie emozioni!”, ripetei alzandomi a fatica da terra.
“Sei testarda, non vuoi arrenderti.  Sai che avremo lo stesso risultato di prima, ma  ti farò provare un ultima volta. Fidati però che non sarà così semplice!”, ribattè lui severo prima di schioccare le dita. In pochi attimi apparve Hook in piedi con le braccia dietro la schiena e immobile di fronte a me. Iniziò a guardarsi intorno soffermandosi su di me e poi su mio padre. Era confuso. Non capiva che cosa stava succedendo e pure io ero non riuscivo a capire cosa avesse in mente mio padre, ma non ebbi il tempo di pensarci che lui agii Vidi Hook cadere per terra annaspando. Si contorceva dal dolore.
“Papà …stai esagerando…”, dissi iniziando a preoccuparmi e avvicinandomi a loro.
“Devi imparare a proteggere le persone che ami senza ucciderle con il tuo potere!”, disse lui continuando a tenere la mano in alto verso Hook.
Dovevo fermarlo, ma evitando di  esplodere. Era difficile mantenere il controllo, perché una forza dentro di me voleva uscire di nuovo ad ogni costo. Il mio corpo sembrava non reagisse secondo i miei comandi. La rabbia ritornò a galla e voleva venire fuori.
Senza che me  ne accorgessi alzai le braccia e le puntai verso mio padre. Dovevo fermarlo. Stavo per prepararmi all’attacco quando una vocina dentro di me iniziò a ripetere
 
Devi proteggere le persone che ami senza ucciderle con il tuo potere
 
Non potevo fare del male a mio padre per salvare Hook. Stavo per ritornare ad avere l’autocrontrollo quando sentì un urlo straziante di Hook e fu in quel momento che la rabbia esplose liberando una grossa forza magica.  Notai subito due fumi andare verso mio padre, ma non vidi altro perché svenni poco dopo.
Mi risvegliai di colpo nel mio letto. L’ultima cosa che mi ricordavo era che stavo combattendo contro mio padre ed Hook era in pericolo. Venni pervasa dal panico. Speravo con tutta me stessa di non averli feriti se non peggio. Dovevo sapere che cosa era successo. Dovevo sentire la sua voce. Presi subito il telefono sul comodino e notai dalla finestra che era già diventato buio.
 
Quanto avevo dormito, perché mi trovavo in camera e che cosa era successo?
 
Domande che iniziarono a martellarmi in testa. Avevo bisogno di risposte. Il cellulare di Hook stava continuando a suonare e ad ogni squillo l’ansia aumentava.
“Amy? Ti sei svegliata?”, domandò lui dopo il quinto squillo.
“Che è successo? Stai bene? Mio padre sta bene?”, domandai a raffica
“Stai calma. Io sto bene e anche tuo padre. Non ricordi perché ti sei sforzata troppo….hai usato troppo potere…”, rispose lui in modo molto vago.
“Cosa mi stai nascondendo Killian?”
“Amy… ti posso dire solo una cosa. E’ difficile per me ammetterlo…ma dovresti dare ascolto al coccodrillo…devi usare quel bastone perché se no potresti ferire non solo gli altri, ma anche te stessa”, rispose lui dopo qualche secondo di pausa. 
Sentivo dal suo tono di voce che era preoccupato. Non volevo che lo coinvolgesse. Non volevo farlo preoccupare e soprattutto usarlo come “cavia” dei miei allenamenti.
“Non posso usarlo Killian….io sono innamorata di Dean …e tu sei un caro amico ormai lo sai”, ammisi sentendo le guance avvampare.
“Cosa centra questo?”, chiese lui dubbioso.
“Mio padre non ti ha raccontato la storia del bastone?”, domandai scioccata. Mi ero appena data la zappa sui piedi da sola. 
“No…e la prima volta che sento questa cosa… mi spieghi che cosa c’entro io?”, domandò lui incuriosito.
Ormai non avevo scampo avrei dovuto dirgli la verità. Non sapevo come avrebbe reagito. Avrei dovuto pensare prima di parlare.
“Il bastone funziona correttamente solo se io….riuscissi ad accettare che tu sia il mio vero amore….ma sappiamo che non è così per questo non posso usarlo”, risposi velocemente. Sentivo le gote avvampare. Mi sentivo in imbarazzo a parlare di questo argomento con lui. Un conto era respingerlo, un altro e rivelargli che secondo un bastone noi due eravamo veramente destinati a stare insieme.
“Vero amore?”, domandò lui sorpreso.
Si esatto, ma sicuramente ci sarà stato un errore!”, risposi fissando fuori dalla finestra. Stava diventando una situazione ancora più complicata. Era già difficile da affrontare, ora invece era peggiorata. Gli avevo appena dato delle false speranze. 
“Capisco…te l’ho già detto Amy…io attenderò fino a che conquisterò il tuo cuore, anche se ora sei ancora legata a Dean!”, rispose lui calmo..

“Mi spieghi che cosa è successo? Ho un vuoto e vorrei ricordare?”, domandai cambiando discorso. Non volevo continuare a discutere su un argomento che per me era sbagliato alla base.
“Hai attaccato tuo padre con una scia di fumo bianca e nera. E’riuscito appena in tempo a farci teletrasportare in un punto più sicuro….Hai sprigionato una tale forza che dopo sei svenuta perché non avevi più energie…per questo devi usarlo!”, spiegò lui inquieto.
“Non ho ferito nessuno…per fortuna…”, asserì più tranquilla.
“Amy ti prego ascoltami…ho visto che cosa può provocare il tuo potere ora che è libero …ti prego se continuerai così potresti farti del male…”, ribattè lui agitato
“Stai tranquillo so badare a me stessa. Non mi succederà nulla. Non devo solo far prevalere la parte oscura!”, dissi cercando di confortarlo.
“Lo so…ma non voglio perderti…quindi stai attenta!”, ammise alla fine sconsolato.
“Lo farò, tranquillo!”, risposi prima di riattaccare. Sarei dovuta andare a parlare con mio padre. Non doveva usare Hook come cavia. Aveva esagerato. La prima volta aveva cercato di provocarmi utilizzando sempre Hook. Diventavo così fragile se pensavo a lui? No sarebbe successo con tutte le persone che amavo.
All’improvviso sentì il suono dell’arrivo di un messaggio. Era di Bea. Lo aprì e lo lessi
 
Ciao Amy se ti va stiamo per fare una cena tutti insieme. C’è anche nostro padre. Fammi sapere se ti va di venire. 
 
Era un ottima idea. Gli risposi che sarei andata. Mi cambiai e mi diressi subito a casa di Bea. Non appena entrai però vidi che c’era anche Hook. Rimasi scioccata nel vederlo nella stanza insieme a Bea, Emma, Henry e mio padre.
“Buonasera!”, affermai non appena entrai.
“So che te lo stai chiedendo. L’ho invitato io, perché ormai fa parte della famiglia!”, disse Bea sorridendo.
"Si tranquilo...avevi ragione ...ho tolto il muro e ora ci frequentiamo di nuovo!", replicai sotto voce. Effettivamente ora che ero tornata a parlare con lui mi sentivo meglio, ma sapevo che non potevo continuare a tenere due piedi in una scarpa. "Beh sei durata più di quanto avessi pensato!", replicò lui divertito. "Sei veramente simpatico, lo sai!", risposi dandogli un pugno sulla spalla. "Lo so!", ribattè lui facendo l'occhiolino “Vorrei parlare con papà in privato prima di cenare!”, replicai tornando seria.
“Ok vi lasciamo da soli!”, disse Bea sorridendo prima di andare in cucina seguita da Emma e Hook.
“Di cosa mi vuoi parlare?”, domandò lui prima di sedersi sul divano.
“Perché hai usato Killian? Papà hai esagerato…un conto e usare solo le parole, ma lui direttamente ….è stato troppo…”, spiegai io mettendomi al suo fianco.
“Semplice tu vuoi controllare  i poteri, per prima cosa devi imparare a controllare le emozioni e lui era il più adatto per poter riuscire nell’ “impresa””
“Si ma gli hai fatto del male!”, ribattei alzando leggermente il tono di voce e contemporaneamente iniziò a traballare tutto
“Non lo avrei ne ferito ne ucciso, ma mi dispiace ..certe volte …userò metodi un po’ duri”, ripetè lui appoggiando una mano sulla spalla cercando di calmarmi. Regina mi aveva avvisato che lui era un maestro diverso da lei. Severo e duro. 
“Va bene, basta che non ricapiti. Troveremo un altro modo per controllare i miei poteri!”
“Ah proposito… non so se riusciremo a tenere a bada la tua magia senza il bastone, soprattutto quando entrano in gioco i sentimenti. Abbiamo fatto vari tentativi su vari livelli e non abbiamo avuton buon risultato. Stavi per ucciderci tutti Amy… per non parlare del fumo è quello che mi preoccupa di più…”, ribattè lui inquieto.
“Perché ti preoccupa?”, domandai angosciata.
“Credevo di potercela fare…credevo di controllare ….”, rispose agitato prima di essere interrotto da Bea.
“Volevo avvisarvi che è pronto…scusate si vi ho interrotto!”, affermò Bea spuntando fuori dalla porta.
“Arriviamo Bea!”, rispose Rumple ancora leggermente turbato.
Lui annuì prima di ritornare in cucina.
“Mi spieghi di cosa stai parlando?” domandai velocemente stringendo il suo braccio destro
“Meglio se ne parliamo dopo…”, ribadì lui fermandosi e voltandosi verso di me.
“No…basta rimandare. Papà ti prego voglio sapere che cosa mi sta succedendo!”, replicai mettendomi davanti a lui.
“Va bene!", asserì girandosi completamente verso di me poi aggiunse: "Quando eri in un mondo dove la magia …la nostra magia non funzionava il tuo conflitto era messo …diciamo in pausa, anche se ho saputo che il tuo cuore non è messo bene. Non voglio sapere che cosa hai fatto per renderlo in quello stato, ma importa solo fermare il conflitto delle due magie che hanno iniziato a lottare…da quando hai combattuto contro te stessa… Luce e oscurità si sono risvegliate e stanno cercando di prevalere una sull'altra e per questo che quando hai attaccato te stessa i fumi erano di due colori diversi. Pensavo di poterti aiutare senza farti preoccupare costruendoti quel bastone che a quanto pare sembra essere l'unico modo per far si che tu mantenga la tua oscurità sotto controllo. Hai voluto provare a mantenere a bada emozioni da sola, ma Amy non ce l'hai fatta. Ci avevo sperato che potessi farcela, ma il tuo potere è molto forte, più di quanto avessi previsto. Ora quindi dobbiamo assolutamente farti usare il bastone per non far prevalere le tue emozioni soprattutto quelle negative peerchè se dovessero prevalere intensificherai il fumo nero che rappresenta la tua parte oscura sovrastando di conseguenza la parte bianca che corrisponde alla tua luce.  Per questo che ti sto dicendo che è complesso gestire la tua magia… e per questo che ho creato quel bastone perché questo oggetto oltre a controllare i poteri può  tentare di non far prevalere la tua rabbia, la frustrazione e la voglia di vendetta e di conseguenza potrebbe rallentare la tua possibile trasformazione… ”, spiegò lui con calma anche se sapevo che era preoccupato.
“E’ dura affrontare tutto questo…”,replicai passando una mano tra i capelli. In effetti avevo notato che molto spesso la rabbia prevaleva sulle altre emozioni, ma non pensavo che potesse essere così pericoloso.
“Lo so Amy, ma c’è sempre una soluzione. Te lo prometto farò di tutto per fare in modo che non ti accada nulla!”, rispose lui prima di abbracciarmi.
“Lo spero…”, dissi facendo un sorriso amaro prima di andare in cucina. Questa volta non fuggì. Questa volta rimasi con le persone che amavo.
 
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Hookina90