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Autore: hisgee    01/10/2018    1 recensioni
[Oneshot realizzata per il Writober 2018 organizzato da Fanwriter.it] - Pairing: Reincio
“Rimani un degno esempio per tutti”.
Reinhardt era felice. Felice di sentire ciò da parte sua e felice di pensare che in quei “tutti” c’era anche lui. Quel batticuore in petto accelerò, facendogli mancare un attimo il fiato. Si era sentito giovane per quella assurda reazione a dei semplici complimenti. Una parte di sé a quanto pare non si era ancora spenta col passare degli anni.
“... Tranne in gusti musicali”.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Lúcio Correia dos Santos, Reinhardt Wilhelm
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hasselhoff

Reinhardt sospirò.
Era l’ennesima battaglia contro un nemico ancora indefinito, di cui più o meno tutti i suoi alleati conoscevano poco e niente tranne le solite dicerie riguardo la sua spietatezza nel finire i propri oppositori. Forse si trattava di qualche reduce della Talon di ultime missioni, ma era di certo qualcosa di ordinario al quale ormai il più anziano guerriero aveva fatto la pellaccia.
Si effettuavano gli ultimi preparativi, un check rapido per rifornimenti e armi di riserva nel caso di malfunzionamenti, un riscaldamento generale delle unità in cui non si faceva differenza tra novellini e veterani come lui. Tutti avevano la stessa ansia prebellica, nessuno si sentiva davvero pronto a fare nuovamente la guerra in fondo. C’era chi urlava contro una parete per scaricarsi e invogliarsi, c’era chi saltellava per tentare di scacciare pensieri funesti di una possibile morte.
Poi c’era chi si limitava ad ascoltare musica anche in quelle occasioni. Una giovane presenza, rintanata in un angolo, che sebbene non facesse auguri e incoraggiamenti donava quella strana aria di calma a chiunque guardava il petto che si muoveva lento per il respiro, quel battito di palpebre fugace ma non innaturale o forzato, quegli occhi tutt’altro che spaventati.
A lui in qualche modo dava quel quid di forza in più. E anche un po’ di batticuore.
Sebbene avesse la metà dei suoi anni e lo considerasse ancora nel fiore della gioventù, Reinhardt lo ammirava come se sulle spalle avesse una storia lunga e avvincente. E tragica. Cosa che effettivamente era vera solo in parte. Tuttavia alla sua figura guardava con tenerezza e si avvicinava quasi come se stesse cercando di ammirare da vicino un timido daino.
Lùcio si accorse della sua presenza e gli sorrise, con il suo solito entusiasmo.
“Rein! Energico come sempre, vedo”
“Lo stesso si può dire di te, ragazzo” rispose, mettendo da parte il suo martello per potersi inginocchiare accanto al giovane. Avevano intrapreso dei lunghi discorsi che andavano ben oltre simili convenevoli, ma davanti agli altri non potevano dare troppo nell’occhio sembrare più interessati del dovuto.
Del resto, come Reinhardt, lo stesso Lùcio aveva tanto da ammirare nei confronti del più anziano e quest’ultimo lo sapeva bene: non voleva deludere una stella piena di vita come lui, doveva dare un buon esempio. Tuttavia riconosceva la grande bravura di Lùcio nell’insegnargli qualcosa di nuovo anche solo in semplici confronti su argomenti di poco conto.
E la cosa non gli dispiaceva affatto, al contrario.
“Sai che pensavo, Lùcio? Riesci a rimanere positivo anche prima di una battaglia, ti invidio”
“Mi stai dicendo che tu non riesci? Eppure sembri sempre così allegro, così fiducioso”.
Reinhardt dipinse un sorriso leggermente nostalgico e addolcito dall’innocenza del ragazzo. “Hai un’opinione molto bella di me” rispose con un tono lieve e calmo. “Mi spiace solo non sia del tutto veritiera”.
Lùcio piegò la testa, perplesso. “Oh, no, lo è, lo è!” ribadì allora. “In battaglia sei quella persona che solleva il morale a tutti anche nei momenti di difficoltà. Penso che nemmeno la mia musica sia in grado di fare qualcosa di tanto straordinario come allontanare la paura della morte come fai tu”
“Mi lusinghi un po’ troppo, adesso, giovanotto” ridacchiò Reinhardt in tutta risposta, poggiando una mano sulla piccola spalla del brasiliano. Scosse la testa, con una certa amarezza. “Dovresti ben sapere che anche le persone più felici celano scheletri nell’armadio e che anche un uomo anziano come me a volte ha paura: posso averne viste e vissute tante, ma alla fine sono una persona comune che ha le sue debolezze e le sue piccole o grandi fobie”.
“Non lo metto in dubbio, però...” mormorò l’altro, annuendo. “Rimani un degno esempio per tutti”.
Reinhardt era felice. Felice di sentire ciò da parte sua e felice di pensare che in quei “tutti” c’era anche lui. Quel batticuore in petto accelerò, facendogli mancare un attimo il fiato. Si era sentito giovane per quella assurda reazione a dei semplici complimenti. Una parte di sé a quanto pare non si era ancora spenta col passare degli anni.
“... Tranne in gusti musicali”.
Seguì il silenzio a quell’affermazione. A Reinhardt parve di sentire in lontananza lo spezzarsi d’un vetro inesistente in mille pezzi. Che fosse il suo cuore, non lo sapeva. Ma era in qualche modo poetico pensarlo. E anche abbastanza drammatico.
“Come puoi riempirmi di complimenti... e poi tirarmi una mazzata così?” borbottò, incrociando le braccia al petto e facendo il broncio al più giovane, che nel mentre era scoppiato a ridere.
“Beh, dai, è un difettuccio da nulla”
“Ma come un difettuccio? Ragazzo, mi deludi! Dovreste tutti convertirvi ai classici come Hasselhoff piuttosto!”
“... Continuo a non riuscire a prenderti seriamente quando lo dici, Reinhardt”.
Lùcio stava ridendo ancor più fragorosamente adesso e l’anziano pensò per un attimo che si stesse facendo beffe di lui sin dall’inizio. Tuttavia venne distratto dalla sua mano, la quale teneva in mano uno dei suoi auricolari. Sfiorandogli la barba non curata pose la cuffietta proprio vicino all’orecchio e con una leggera pressione fece in modo non cadesse.
“Anche se ho voluto farti contento una buona volta. Quindi ho unito i... classici... alle mie tendenze techno un po’ più avanzate rispetto al loro tempo”.
Riconobbe immediatamente una delle canzoni di Hasselhoff più vicine alla sua infanzia, True Survivor, ma lo stravolgimento del ritmo gli fece per un po’ storcere il naso. Lùcio si era preoccupato, vedendolo non particolarmente convinto, ma non lo diede a vedere. Non subito almeno.
“Non ti piace, Reinhardt?”
Seguirono alla domanda dei secondi di silenzio, in cui il Wilhelm aveva riposto tutta la concentrazione possibile per dare un giudizio.
“Non sono abituato al genere Lùcio, lo sai, ma si tratta di Hasselhoff. Non è poi così male questa versione, in fondo”.
“Quindi ti piace?” chiese nuovamente il più giovane, con uno strano bagliore negli occhi. Reinhardt gli sorrise.
“Ma sì. Quasi quasi ti chiedo un disco con questo brano. Grazie, ragazzo!”.
Lùcio levò l’auricolare dall’orecchio di Reinhardt senza essere brusco e sorrise come un bimbo che era stato elogiato per aver fatto bene i compiti a casa. Ancora una volta l’anziano gli rivolse uno sguardo intenerito. “Mi raccomando, quando finiamo qui lo attenderò con ansia”.
Alla fine no, non attendeva con ansia il disco.
Attendeva con ansia un piccolo pensiero di Lùcio lontano dal campo di battaglia, in un momento tranquillo in cui pensare a qualcosa di diverso e non solo alle armi e alla sopravvivenza.
Un momento in cui c’era la vita vera e propria. La vita il cui simbolo, ai suoi occhi, era Lùcio stesso.



 
Noticine belle belle.
Vi prego di non volermene. 
Esordisco così, con un Reinhardt più calmo del solito - perché io Rein me lo immagino così, Don Chisciotte solo in mezzo alla folla - e una pairing che nessuno si calcola minimamente because you know, "Che c'entrano Reinhardt e Lùcio?". HAH! Crack pairing intensifies. Ed ecco, appunto, vi prego ancora di non volermene se shippo Reinhardt e Lùcio tanto da definirli una personale OTP.
Al di là di questo, posso dire che il Writober è partito molto bene se mi mette un bellissimo prompt come quello della propria OTP. Ammetto che era un prompt facilino per i contenuti, ma non tanto per il fandom: non scrivo una fanfiction da davvero troppo tempo.  In realtà non scrivo in generale da troppo tempo. E tra l'altro non ho mai postato niente nella sezione di Overwatch sebbene ormai sia la mia ragione di vita. Tre motivi in più, insomma, per non volermene.
Spero sia visibile il mio tentativo di eliminare il fattore barocco dal mio stile per dare un quid in meno di ridondanza al testo - ehm, l'ho appena fatto. Se non si nota... vi prego di non volermene.
E ora sparisco. Tornerò. Non è finita qui. *swish*
   
 
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