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Autore: Sarck    02/10/2018    3 recensioni
Maka non riesce proprio a digerire i libri romantici pieni di cliché. Eppure, la storia di lei e Soul, non è poi così diversa da certi romanzi.
[SoMa][Writober2018]
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: So cliché!
Fandom: Soul Earter
Tipo di coppia: het
Pairing: Soul x Maka
Rating: verde
Parole: 1.354
Note: torno sul fandom di Soul Eater, dopo un bel po' di TsuStar, con la mia prima SoMa, ben intrisa di fluff. E' una future!fic, quindi Soul e Maka sono un po' più cresciutelli.
(Ho tanta nostalgia di Soul Eater - Blackstar soprattutto - quindi devo rimediare, in qualche modo ;_;) 

Questa storia partecipa al #Writober2018 di Fanwriter.it, prompt del giorno 2 ottobre: cliché

 

 

 

 

So cliché!

 

 

Pioviggina fuori.

Le gambe di Maka sono leggere sulle sue cosce. Sfrega le mani sul pile dei suoi pantaloni, per riscaldarle.

“Pantaloni più brutti non li potevi mettere” è il commento borbottato, mentre riversa la testa all’indietro e sbatte piano le palpebre. In risposta Maka grugnisce e spinge con forza un piede contro la sua coscia, prima di sistemare le caviglie nella stessa identica posa di prima.

Non riesce a vedere il suo volto da quella prospettiva, è seminascosto dal libro. Vi spunta solo la fronte, su cui scivolano ciuffi di capelli finissimi, lasciati sciolti. Deve essere proprio un buon libro, se la sua affermazione è riuscita a suscitare solo una tiepida reazione.

Con ancora la testa rovesciata all’indietro e lo sguardo a perdersi nell’intonaco, Soul continua; “Blair usa pigiami sexy anche in inverno.”

Ghigna tra sé, non ha neanche bisogno di guardarla in faccia per immaginare la sua reazione.

Aspetta uno, due, tre secondi, ma nulla. Volta la testa nella sua direzione allora, la guancia schiacciata contro il divano. Dall’orlo del libro fanno capolino sopracciglia aggrottate e nient’altro.

È totalmente immersa nella lettura.

Continua a sfregare i palmi contro l’orlo dei suoi pantaloni del pigiama – orrendi, rosa con le nuvolette - e giocherella un po’ con essi, staccando con le unghie pallini troppo sporgenti; il pile ormai rovinato dai numerosi lavaggi.

Si annoia.

“Blair si è di nuovo infilata nel mio letto, ieri notte” ritenta.

Un mugugno, oltre al libro compaiono due iridi verdi vacue, poi scompaiono di nuovo dietro alle pagine con un misero “no, non è vero.”

Sbuffa annoiato, borbotta un “sei noiosa” e torna a giocherellare con il tessuto del pile. Vorrebbe continuare il gioco che gli ha passato Blackstar, ma la console è troppo lontana e dovrebbe spostare le gambe di Maka e sporgersi, per afferrarla. Il ticchettio costante della pioggia leggera sulla finestra sembra un invito a rimanere lì e chiudere gli occhi.

È proprio mentre si sta quasi per addormentare che Maka fa uno scatto e toglie le gambe dalle sue cosce, mettendosi a sedere.

Le ciglia di Soul fluttuano, apre piano gli occhi e commenta con un “che?” lo sguardo infervorato di Maka e il tonfo con cui chiude le pagine del libro.

“Mi fa incazzare!”

“Oi oi oi!” Soul si tira su dritto con la schiena e incrocia le gambe, mettendosi di fronte a Maka. Ha le braccia incrociate e fissa con disgusto il libro, tra di loro. Anche Soul lo fissa, non capendo, mentre stende il braccio sinistro sullo schienale del divano e allunga l’altro per accarezzare il ginocchio di Maka.

“Chi, Blair?”

“Cosa c’entra Blair?!” è la risposta acuta e le mani sventolanti in aria.

Oh. È arrabbiata.

“Erano solo battute, guarda che non è vero che…”

“Lascia stare Blair, ce l’ho con il libro!”

A quel punto Soul si zittisce. La sua mano rimane immobile sul ginocchio di Maka, coperto dal pile ruvido. Abbassa la testa per osservare meglio il libro, quello che Maka sembra star cercando di incenerire con il solo sguardo e forza del pensiero.

Le sue sopracciglia sono così aggrottate che potrebbe seriamente riuscirci.

Soul combatte un ghigno.

“Hai detto una parolaccia.”

A quello Maka alza finalmente gli occhi. Le guance sono leggermente colorate di rosso, si porta una ciocca dietro all’orecchio. “S-sì, e allora?”

“Maka Albarn che dice una parolaccia?” il ghigno si fa ancora più grande, non riesce a reprimerlo “per un libro?”

E poi c’è Maka che fa quella faccia buffissima, quella in cui gonfia le guance e sporge le labbra, guardando dall’altra parte. Blatera qualcosa di incomprensibile e Soul le stringe con più forza il ginocchio, anche se vorrebbe sporgersi un po’ di più e baciarla.

La mano sale su fino alla coscia, gratta via un pallino di tessuto con le unghie. Davvero poco sexy quei pantaloni.

“Cosa ha fatto di tanto crudele questo libro, sentiamo.”

Maka lo guarda con la coda dell’occhio, il viso ancora girato, “vuoi davvero sentire?”

“Non è che abbia molto altro da fare.”

A quel punto Maka sembra soppesarlo con lo sguardo, poi annuisce e sbattendo una mano sulla copertina “questo libro” parte a ruota, alza perfino la voce, “è tutto un cliché!”

Soul inclina la testa.

“Io lo so che non sono una da libri romantici! L’ho detto a Liz! Ma questo? Cioè, lo stronzo di turno che magicamente cambia per amore della protagonista?”

Afferra il libro, lo sbatte quasi in faccia a Soul. “Cioè, che roba è? Quanto può essere finto?”

Lui lo afferra, giusto per non vederselo ondeggiare così pericolosamente a due centimetri dal naso. Osserva la copertina e lo sfoglia a caso. Non ci ha mai capito molto di libri, per lui sono solo le armi che usa Maka contro la sua testa.

“Beh, è tanto un male?”

La sua affermazione ferma il farneticare incoerente di Maka. C’è giusto qualche attimo di silenzio, in cui Maka apre la bocca, ma poi la richiude e si limita a guardarlo male, malissimo.

Allora Soul lascia scivolare il libro al suo fianco, afferra un braccio di Maka e “vieni qui” intima, picchiettandosi la coscia. Maka continua a squadrarlo da sotto palpebre a metà, ma si sposta comunque. Si siede sulle sue gambe, di lato, ma Soul le afferra una coscia e la sposta dall’altra parte, in modo da avere entrambe le ginocchia di lei ai lati del suo bacino. Da questa posizione Maka è leggermente più alta e lui deve un po’ inclinare la testa per guardarla negli occhi.

La pioggia fine continua il suo lieve bussare, mentre le ciglia di Maka si fanno via via più leggere. Tra una discesa e una salita dolce delle mani di Soul sulla sua schiena, scompare il cipiglio dal viso.

Soul infila le mani sotto al pigiama in pile, sente la schiena calda di Maka sotto i palmi. Gli lascia un bacio sul collo e soffia un “il tuo pigiama è da sfigata.”

La sente irrigidirsi sotto le sue mani e stringere forte in pugni le spalle del suo pigiama.

“Questo cosa c’entra?”

Una mano dalle scapole risale più in alto, arriva fino a collo e si posa sulla nuca morbida. Maka lascia andare la testa un po’ all’indietro, sorretta dal palmo grande di Soul.

“Ci pensi mai a noi due? Io sono un figo e tu sei sempre stata una secchiona sfigata,” i polpastrelli sulla sua nuca sono impegnati in un lento massaggio, ed è solo per questo che Maka si limita a lanciargli un’occhiataccia da sotto ciglia tremule, invece che sbattergli il libro in testa.

“È un po’ tardi per i ripensamenti, Soul.”

Il nome si scioglie sulle sue labbra. Soul è costretto a lasciaci sopra un bacio, per poi mugugnare, le bocche ancora vicine “non è assolutamente tardi, abbiamo ventidue anni entrambi, siamo giovanissimi.”

“E stiamo insieme da quando ne avevamo quindici.”

Giusta osservazione.

“Stavo dicendo” riprende lui, i capelli di Maka finissimi sotto le sue dita, “non siamo anche noi un noioso cliché? La secchiona e il figo del liceo?”

Maka spalanca gli occhi. Alla luce del tardo pomeriggio il verde della sue iridi è sempre più nero. La stanza sta iniziando a rabbuiarsi, tra poco dovranno accendere la luce. Sulla finestra, la pioggerellina autunnale ha lasciato leggere macchie sul vetro.

“Non hai tutti i torti” è il commento di lei. Ha una luce diversa negli occhi ora, le pupille saettano veloci dal suo volto al libro. Si svincola dalla sua presa, afferra il tomo e “va bene, non sono poi tutti male i cliché, lo finirò di leggere!” annuncia.

Scivola via dalle sue gambe con davvero tanto – tanto – disappunto da parte di Soul e torna con la schiena contro il bracciolo del divano.

Soul si passa una mano davanti al viso, perché lui in realtà aveva altri programmi in mente.

“Oggi fai tu la cena” aggiunge pure, la ragazza, mentre sfoglia ora tutta gongolante il suo libro.

Soul grugnisce, sta volta si sporge per afferrare il joystick della play e farfuglia un “fa nulla, tanto non arraperesti nessuno con quel pigiama da sfigata.”

Un calcio sul fianco. “Cos’è che hai detto?”

“Niente, niente.”

“Ti conviene, mister figo.”

 


  
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