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Autore: KiarettaScrittrice92    03/10/2018    0 recensioni
I nostri protagonisti hanno concluso le vacanze estive e sono pronti per il liceo.
La loro vita da supereroi appare finalmente calma e tranquilla e quello che Fu aveva detto l'anno precedente sul ritorno di Makohon sembra solo una supposizione errata, fino a che...
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Chloè, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Makohon Saga'
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L'ospedale
 

«Come sta?» domandò Lila, i suoi occhi color oliva erano evidentemente preoccupati, mentre guardavano il dottore del pronto soccorso dell’ Hôtel-Dieu.
Lui si sistemò gli occhiali sul naso, mentre gli altri ragazzi si avvicinavano a loro.
«È stato un brutto colpo, questo è certo, ma state tranquilli, la vostra amica non ha nulla di rotto.»
Quasi tutti tirarono un sospiro di sollievo; l’italiana si afflosciò tra le braccia del rosso, che la strinse, rassicurandola e accarezzandole la schiena.
«Nonostante tutto vorrei sapere com’è accaduto.» insistette il medico.
«Lei è…» tentò di dire Marinette, mordendosi poi il labbro, non trovando una scusa valida.
«È stata colpa mia.» intervenne Nathaniel, attirando l’attenzione di tutti.
«Pel di carota...» sussurrò appena Adrien.
Lui arrossì leggermente nel sentire lo sguardo di tutti addosso, soprattutto della ragazza italiana che era ancora tra le sue braccia e lo osservava con quei suoi occhi lucidi e languidi.
«Stavamo… Stavamo scherzando e per sbaglio ho colpito la libreria dietro di lei. Non era una libreria pesante, era compensato, almeno credo, ma le è praticamente caduta addosso.» spiegò.
Alla fine dei conti non si era tanto allontanato dalla realtà, anche se la colpa non era sua, ma di sua madre che, dopo essersi ripresa era rimasta al negozio che era tornato completamente in ordine grazie al Lucky Charm di Ladybug.
L’uomo sospirò, osservando quel piccolo manipolo di ragazzi, dagli sguardi sconvolti e abbastanza preoccupati per ricevere l’ennesima ramanzina che probabilmente, qualcuno avrebbe fatto al posto suo.
«Capisco. La prossima volta state attenti.» si raccomandò soltanto.
«Ma starà bene vero? Insomma non avrà problemi motori o cose simili.» domandò Angelie, che teneva saldamente la mano a quello che ormai si poteva dire fosse il suo fidanzato.
«Non vi preoccupate, presto la vostra amica tornerà come nuova. Certo ci vorrà un po’ di tempo prima che guarisca; ha degli evidenti ematomi e contusioni e per almeno un mese, forse un po’ di più, dovrà tenere un busto, ma per il resto si rimetterà.» detto questo il dottore si allontanò, lasciando i ragazzi nuovamente soli.
«Nath, non dovevi prenderti la colpa.» disse Lila, staccandosi da lui e guardandolo quasi con riconoscenza.
«Invece dovevo. È stata mia mamma ad essere stata controllata da Makohon, o chiunque sia, e… la colpa è solo mia.»
«Nathaniel, cosa dici, non è così!» lo rassicurò Marinette, mettendogli una mano sulla spalla.
Una lacrima, poi due e poi tre, sgorgarono dagli occhi verde scuro del ragazzo.
«Se… se fossi stato più coraggioso... se avessi avuto la forza di affrontarla subito, questo… tutto questo non sarebbe successo.» disse, tra un singhiozzo e l’altro.
«Andiamo amico, era tua madre! Non hai idea della scenata che ho fatto io quando per la prima volta ho scoperto che mio padre era Papillon. – lo rassicurò Adrien sorridendogli – Almeno ora sappiamo perché ultimamente ti sembrava così strana.»
Lui fece un leggero cenno di testa, passandosi poi la manica della maglia sul viso, nel tentativo di asciugarsi le lacrime.
«A proposito, Lila. – fece la giovane modella, rivolgendosi alla ragazza italiana – Non conviene chiamare i genitori di Jinnifer? Insomma so che sono a Londra, ma forse sarebbe il caso di informarli.»
Lei si morse il labbro, come fosse intenta a pensare.
«Non ho il numero dei suoi, ma ho quello di Henrie, forse potrei chiamare lui.» disse, per poi prendere il cellulare dalla tasca dei pantaloni bianchi che indossava e aprire la rubrica, nel tentativo di cercare il numero del fidanzato inglese della sua amica. Si portò l’apparecchio all’orecchio e dopo aver atteso qualche secondo, qualcuno rispose; in quel momento si allontanò dal gruppo, cominciando a parlare inglese.
«Ho come l’impressione che non sarà affatto facile battere il nostro nemico questa volta.» sbuffò Tian, seguendo con lo sguardo la castana, per poi voltarsi di nuovo verso il gruppo.
«Se è seriamente come dicono i kwami, ossia che è una persona, controllata da Makohon, che poi carica di rabbia le persone normali, vuol dire che siamo di nuovo contro un nemico come Papillon.» disse il rosso, esprimendo il suo pensiero ad alta voce.
«Non è così facile, pel di carota. Per quanto avessero poteri assurdi, gli akumatizzati di mio padre non riuscivano a ferirci in questo modo, o meglio se accadeva, la maggior parte delle volte potevamo risolvere con il potere del Miraculous della coccinella, ma ora...» Adrien si fermò, spostando lo sguardo smeraldino sulla fidanzata, uno sguardo carico di tristezza e preoccupazione.
«Ora che sono persone normali rese solamente più forti, ci colpiranno normalmente perciò il Lucky Charm non potrà più aiutarci, non se accadrà un’altra cosa come questa.» continuò lei con voce tremante, mentre per l’ennesima volta le si parava davanti la scena di Chat Noir ferito, il giorno che l’aveva protetta dal ninja.
Il biondo le afferrò la mano per rassicurarla e lei, senza pensarci nemmeno un secondo si rannicchiò a lui, poggiando la testa nell’incavo del suo collo e facendosi abbracciare.
«Tranquilla Marinette! – fece l’italiana, che stava tornando dalla chiamata e aveva sentito l’ultimo pezzo di conversazione – Sappiamo bene a cosa andiamo incontro: ce l’hai riferito il primo giorno che ci siamo riuniti ricordi?» fece lei con un sorriso incoraggiante. La Lila spaventata e preoccupata per l’amica sembrava essere sparita, o meglio sembrava molto più tranquilla e rilassata, come se quella telefonata l’avesse rinvigorita.
«Lo so, però…»
«La volpe ha ragione, my lady. Te l’ho detto: siamo eroi, siamo pronti anche a questo. Se il nostro compito e difendere Parigi, lo faremo.» disse il giovane modello, accarezzandole la guancia con un gesto affettuoso.
«Concordo! In fin dei conti siamo stati scelti per questo, no?» le sorrise Tian.
«Allora, cosa ti ha detto il fidanzato di Jinnifer?» domandò a quel punto Angelie, tentando di cambiare leggermente discorso, in modo da dare un po’ di respiro a Marinette che, nonostante le loro rassicurazioni, pareva parecchio scossa dalla situazione.
«Gli ho praticamente dato la stessa versione che Nath ha dato al dottore, omettendo però di chi era la colpa, e mi ha detto che contatterà lui i suoi genitori. Gli ho chiesto anche se riusciva a venire, ma mi ha risposto che per via del lavoro difficilmente riuscirà a liberarsi, però mi ha assicurato che chiamerà tutti i giorni.» rispose l’italiana in modo spiccio.
«Non verrà?» chiese un po’ sconvolto il rosso.
Lei tirò in dentro il labbro inferiore scuotendo la testa.
«Almeno questo è quello che mi ha detto.”
«Ma scusa, che lavoro fa?» domandò allora la modella corvina.
«Credo faccia il cameriere in un ristorante. Spesso si lamenta con Jinny per i suoi orari assurdi e per il capo che è terribile.»
In quel momento un infermiera si avvicinò a loro.
«La paziente può ricevere visite, se volete entrare. Però massimo due alla volta.» spiegò.
«Vai prima tu Lila.» disse Adrien.
L’italiana sgranò gli occhi verde oliva. Era da un sacco di tempo che lui non la chiamava per nome e, soprattutto, che non si rivolgeva a lei in tono così dolce e premuroso. A quel punto Nathaniel le afferrò la mano e lei si voltò verso di lui, che le sorrise.
«Forza, andiamo.» disse il ragazzo ed entrambi, mano nella mano si diressero verso la stanza dov’era stata ricoverata la portatrice del Miraculous dell’ape.

  
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